Posts written by Geneviève de Lancrèt

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    Uovo del San Mungo por moi, merci.
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    Titolo identificativo: "La Megera del Romanov"

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    Immagine rappresentativa:
    Aleksandra Kollontaj - Credits to Klimbim

    Anno o periodo di avvenimento:
    1896 – 1904, Russia (Mosca)
    Personaggi coinvolti: Anya Michajlovna Ljudvigovič
    Aneddoto: “Una Guaritrice eccezionale e pozionista di raro talento”, così erano soliti descriverla i più. Anya Michajlovna Ljudvigovič, al tempo conosciuta anche come la Madama - o Zarina - del Calderone per via della sua impareggiabile bravura nella preparazione di pozioni curative, ha raggiunto l’apice della propria carriera a cavallo fra il XIX° e il XX° secolo, diventando Direttrice del Romanov Memorial per Malattie Magiche (Рома́нов Мемориал за Магические Болезни). Tuttavia la sua notorietà è dovuta a ben altre ragioni, ossia quando vennero alla luce il suo lato oscuro e i numerosi crimini da lei commessi, che allora fecero particolarmente scandalo nella Madre Russia e la resero nota persino al resto della comunità magica internazionale.
    Durante l’esercizio della professione, sia come Guaritrice sia come guida dell’ospedale moscovita, si è scoperto infatti che era solita manipolare il personale della struttura e le cartelle dei pazienti ricoverati. I primi venivano soggiogati grazie a un potente filtro d’amore, appena più blando ma infinitamente più subdolo dell’Amortentia; gli esperti hanno convenuto si trattasse di una sua particolare versione, ideata da Ljudvigovič e da lei mai resa nota. Le seconde invece, semplicemente, tramite opportuni incantesimi.
    È grazie a questi loschi sotterfugi che la Guaritrice ebbe modo di sfruttare parte dei pazienti dell’ospedale per i suoi scopi personali, sperimentando pozioni e nuovi rimedi direttamente sulle povere e inconsapevoli vittime. Ai suoi anni di attività è stato possibile far risalire 108 decessi e 41 - fra maghi e streghe - con conseguenze in parte o totalmente irreversibili. Si dice che quando fu messa agli arresti e le riportarono numeri e capi d’accusa lei, semplicemente, si mi a ridere, giustificando le sue azioni come necessarie al progesso. Da allora la Zarina del Calderone è divenuta nota come la Megera del Romanov, processata e condannata a vita per gli indicibili crimini commessi.
    Fra gli appassionati del campo ancora girano storie su un misterioso laboratorio, dove Ljudvigovič avrebbe condotto i suoi studi e preso nota di ogni risultato e conoscenza in suo possesso. Voci non ufficiali lascerebbero persino intendere che le forze dell’ordine sospettassero la presenza di un complice, ma nessuna di esse è mai stata confermata da fonti attendibili.
    L’idea però fece molto scalpore all’epoca, ispirando addirittura un romanzo e un movimento fondato da alcuni fanatici, o meglio una setta di folli: la Cerchia della Megera, alla ricerca del fantomatico laboratorio segreto e il sapere ivi racchiuso.
    Lo scandalo portò inevitabilmente alla chiusura della clinica e il dilagare di un generale sentimento di sfiducia nei confronti della Sanità Magica, che solo dopo molto tempo e diverse manovre è stato possibile sanare. Ancora oggi, in Russia il nome “Megera del Romanov” è sinonimo di profonda umiliazione nel settore Medimagico e motivo di estremo rammarico.
    Approfondimento storico: Assente, excusez-moi, tutto inventato di sana pianta.
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    ~ The Sionnan’s Den ~


    Magic-Bar
    Nome del luogo magico: Sionnan’s Den
    Posizione: Contea di Cavan
    Descrizione: L’atmosfera all’interno del locale è soffusa, elegante ma delicata, priva di eccessi e ricca di quel poco necessario a donarle un’immagine di tutto rispetto. Il magico e caratteristico lounge bar ospita infatti una serie di tavoli finemente imbanditi, candelieri d’argento, un immancabile bancone per il consumo di alcolici e, dulcis in fundo, il palcoscenico su cui vengono allestiti spettacoli suggestivi e di un certo calibro.
    Sebbene l’offerta di cocktail magici e non resti quella più privilegiata, il locale mette a disposizione anche la possibilità d’esser serviti al tavolo, sia per gustarsi un pasto degno di questo nome oppure accompagnare i propri drink con misurate porzioni e piccoli assaggi vari.
    Accanto al proscenio, a livello della platea, riposa un raffinato pianoforte a coda che - fatta eccezione durante la messa in scena degli spettacoli - viene lasciato a uso e consumo della clientela, libera di dilettarsi ed esprimere il proprio estro musicale fintanto che se ne dimostri all’altezza. Illuminato a luce di candela e qualche incantato artefatto, oltre al palcoscenico e l’antistante sala da cena - o pranzo, a seconda delle occasioni - il locale è provvisto anche di una pista da ballo, dotata di un’orchestra stregata e sempre pronta a soddisfare i clienti con la propria musica.
    Per accedervi bisogna costeggiare uno sperduto canale d’acqua nei pressi di Milltown fino a incontrare il volto di un’immaginaria Sionnan che emerge dalla sua superficie, dipinto su una delle pareti in calcestruzzo che ne fa da sponda. L’immagine della divinità irlandese è stata creata in modo da spostarsi sul livello dell’acqua affinché non mostri mai più del suo leggendario ed enigmatico viso, nonché incantata perché potesse esser visibile solo a maghi e streghe, disilludendoli a propria volta da eventuali occhi indiscreti. Dopo aver incrociato lo sguardo di Sionnan e aver donato un paio di colpi di bacchetta allo specchio d’acqua, davanti a sé si aprirà un breve passaggio in pietra pronto a condurre chiunque oltre la barriera che separa il mondo esterno da quello del magico locale.

    Storia e particolarità: Nato nel dicembre del 1539 come semplice pub, punto di ristoro e incontro per i maghi del luogo come per quelli di passaggio, nel corso del tempo il locale si è evoluto fino a diventare ciò che è oggi, un lounge bar di classe dove si organizzano serate con spettacoli di un certo livello, sia con illusionisti provenienti dall’estero che ben noti e capaci artisti nel proprio campo.
    Il suo nome si deve alla dea del folklore irlandese Sionnan, nipote del dio del mare Lyr, la cui storia e triste epilogo avrebbe dato il nome al fiume Shannon, divenendone custode e protettrice secondo alcune versione e stessa personificazione secondo altre. Questi è il corso d’acqua più lungo di tutta l’Irlanda e nasce dal Monte Cuilcagh, e per essere più precisi proprio nel Cavan, sullo Shannon Pot.

    Eventuali PNG o altri elementi di interazione:
    Magic-Show
    Tra le 21 e le 2 di notte il Sionnan’s Den ospita una serie di spettacoli di vario genere, intrattenendo i clienti con esibizioni di alto livello e servendo al contempo dagli alcolici più classici a quelli più magici e ricercati. Che si faccia parte della platea composta dai numerosi tavolini o di coloro che stanno seduti al bancone del bar a gustare il proprio drink, tutti sono in grado di godersi lo spettacolo messo in scena in quel dato momento, che può comprendere: la riproduzione di brevi testi teatrali, ispirati ad antiche leggende o fatti realmente accaduti; illusioni create ad arte e danze magiche e suggestive; magistrali dimostrazioni di magia elementale; esibizioni e giochi di prestigio tutt’altro che scontati; e via dicendo.
    Fissa nella scaletta del locale è la presenza di alcuni artisti, tra cui l’esotico trio delle sorelle Harapat, composto da “la danzatrice serpente”, “l’elementalista” e “l’incantatrice” - raffigurate nell’immagine rispettivamente da sinistra verso destra. Ognuna con uno spiccato talento magico che sfrutta durante i propri numeri, che sia la versatilità nell’arte trasfigurativa e il proprio potere come Animagus - cobra reale - della prima, oppure la capacità di incantare il pubblico con strabilianti magie elementali e complesse illusioni.
    Il listino di liquori, distillati e relative proprietà: il Sionnan’s Den permette di avvalersi gratuitamente del proprio servizio di Metropolvere per fare ritorno alla rispettiva dimora o altrove, per evitare alla gentile clientela Spaccamenti o altri spiacevoli incidenti.
    CITAZIONE
    Alcolici non Magici
    Cognac: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Gin: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Idromele: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Maraschino: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Rum: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Tequila: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Vodka: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Alcolici Magici
    Acquallegra: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere + risata improvvisa e sguaiata al consumatore (di durata variabile, da 1 secondo fino a un massimo di 5)
    Acquaviola: -1 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Burrobirra: +1 Carisma dal primo bicchiere, per ogni bicchiere; -1 Riflessi dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Idromele: -2 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Rum di ribes rosso: -1 Riflessi dal primo bicchiere, per ogni bicchiere; +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Rum di ribes nero: -1 Riflessi dal primo bicchiere, per ogni bicchiere; +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Sfrangicervello: -1 Riflessi e +1 Carisma al primo bicchiere; -3 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere + sensazione di forte dolore alla testa, come di qualcuno che ti colpisce forte con un grosso martello (dura un solo istante, ma miseriaccia se si fa sentire!)
    Vino d’ortica: -1 Riflessi dal primo bicchiere, per ogni bicchiere; +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Whiskey Incendiario: -2 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Whiskey Ogden Stravecchio: -1 Riflessi al primo bicchiere; -3 Riflessi e +1 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere
    Mixer Alcolico
    Su richiesta del cliente il barista può preparare ogni sorta di drink, compresi gli intrugli e i mix più impensabili… a proprio rischio e pericolo! Per ragioni di sicurezza, non si ripete questo genere di servizio oltre numero 2 di volte.
    Alcolici non Magici + Alcolici non Magici = -1 Riflessi e +1 Carisma dal primo bicchiere; -2 Riflessi e +2 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere;
    Alcolici non Magici + Alcolici Magici = -2 Riflessi e +1 Carisma dal primo bicchiere; -2 Riflessi e +2 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere; se usato Ogden Stravecchio o Sfrangicervello -3 Riflessi e +2 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere; se inclusi nel mix, permangono e si acuiscono gli effetti secondari da Acquallegra e Sfrangicervello
    Alcolici Magici + Alcolici Magici = -2 Riflessi e +2 Carisma dal primo bicchiere; -3 Riflessi e +3 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere; se usato Ogden Stravecchio e/o Sfrangicervello -4 Riflessi e +3 Carisma dal secondo bicchiere, per ogni bicchiere; se inclusi nel mix, permangono e si acuiscono gli effetti secondari da Acquallegra e Sfrangicervello
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    ~ Madama Chips ~



    PUNTI ABILITÀ

    Saggezza: 61
    Capacità Magiche: 47
    Manualità: 50
    Agilità: 11 - Prontezza: 13
    Intuito: 18 - Affinità: 16
    Carisma: 34
    Prestanza: 28

    TALENTI

    - Guarigione Avanzata I
    - Pozioni Avanzate I
    - Guarigione Avanzata II - Pozionistica
    - Magia Bianca I
    - Guarigione Avanzata II - Magica
    - Astronomia Avanzata I
    - Pozioni Avanzate II
    - Erbologia Avanzata I
    - Mente Sul Corpo
    - Incantesimi I
    - Diagnosi Finale

    ABILITÀ PP

    Cura d’Ogni Male

    Descrizione: Le capacità del personaggio nell’arte delle Pozioni e della Guarigione toccano vette irraggiungibili, che comuni infermieri e guaritori semplici possono solo sognare di possedere. Questi infatti è in grado di padroneggiare pozioni e incantesimi curativi su nuovi livelli, di tutt’altra risma e altrimenti inconcepibili.

    Il personaggio ha accumulato un’esperienza e conoscenza enciclopedica di ogni sintomo, malessere e cura esistente, nulla gli è precluso, compresi gli effetti sull’uomo di ogni figlio del creato, sia questo appartenente al regno animale, vegetale, minerale e persino dei microrganismi (magici e non).

    Prerequisiti: Vestire egregiamente la divisa da guaritrice e aver prestato servizio come Capo Infermiera a Hogwarts durante gli anni (di attentato costante alla salute) di studi di Harry calamita-ambulante-di-pericoli Potter.

    Benefici: Qualsiasi apposito incantesimo e pozione curativa tra le mani del personaggio si trasforma in un’inevitabile panacea, capace di risolvere pressoché istantaneamente il male che affligge ciascuno dei propri pazienti.
    Inoltre, il personaggio si dimostra tanto versato nell’arte della Guarigione da essere in grado di occuparsi di più malati nelle stesso momento e in maniera assolutamente autoconclusiva. Il solo dono che gli manca affinché possa curare l’intera popolazione magica, in pratica, è quello dell’ubiquità.

    Bonus: Durante la cura di una qualsiasi malattia, sia tramite incantesimi che pozioni, il personaggio ottiene rispettivamente +5 CM o +5 Manualità. Mentre nell'interazione con i propri pazienti ottiene +10 Carisma.
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    ~ Minerva McGranitt ~



    PUNTI ABILITÀ

    Saggezza: 60
    Capacità Magiche: 58
    Manualità: 25
    Agilità: 18 - Prontezza: 31
    Intuito: 30 - Affinità: 22
    Carisma: 56

    TALENTI

    - Trasfigurazione I
    - Animagus (gatto soriano)
    - Incantesimi I
    - Trasfigurazione II
    - Mente Sul Corpo
    - Magia Bianca I
    - Demiurgo
    - Storia della Magia I
    - Incantapelli
    - Studio delle Rune
    - Incantalegno
    - Aritmanzia I
    - Incantesimi II
    - Incantametalli
    - Magia Bianca II
    - Aritmanzia II
    - Difesa Bianca

    ABILITÀ PP

    Manipolazione Suprema del Creato

    Descrizione: Il personaggio in questione possiede una profonda e illimitata conoscenza di ogni minimo aspetto dell'arte trasfigurativa, non esistono limiti a ciò che è in grado di trasformare, siano esseri viventi o inanimati ogni cosa si piega e assume nuova forma sotto il proprio volere.

    Prerequisiti: Talento Personale, a solo uso e consumo di Minerva McGranitt.

    Benefici: Non esistono eccezioni quando si tratta di ricorrere a incantesimi trasfigurativi, di più, l'esito è sempre autoconclusivo e sia durata che condizioni sono a totale discrezione del personaggio senza alcuna possibilità di replica.
    Il PG è in grado di plasmare e alterare a proprio piacimento ogni stato della materia con estrema precisione, nonché di animare o far evanescere interi edifici (esseri viventi al proprio interno inclusi). È anche capace di stabilire orario e luogo esatto dove ciò su cui ha praticato l'Evanescenza ricomparirà, oltre essere in grado di richiamarlo a sé a comando.
    Non c'è limite al numero di oggetti animati e incantesimi trasfigurati di cui può mantenere il controllo contemporaneamente, indipendentemente dalla difficoltà richiesta.

    Bonus: Animazioni, Evanescenza, Evocazioni e Trasfigurazioni ottengono tutte +10 CM
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    Œuf Lumos pour moi, merci! 😘
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    Titolo: Medicina amara
    Autore: Geneviève de Lancrèt
    Personaggi: Geneviève de Lancrèt, Ariel Camelord, Daniel Rollins e altri personaggi solo citati


    ~ Medicina amara ~



    Sciocchi, folli e senza un minimo di giudizio. Era così che Geneviève vedeva tutti quanti i loro oppositori, da dietro lo sguardo impassibile e fra le trepidanti schiere del Signore Oscuro.
    Sarebbe bastato un sacrificio a salvarli, una sola vita per risparmiare quella di molti altri di più. Eppure continuavano a ostinarsi a tenere il punto, a che pro poi? La vera, giusta causa era una soltanto, quella di chi possedeva il potere per portarla avanti. Per lei d’altronde, abbracciarla era stato facile come respirare: aveva sempre voluto il potere di ergersi al di sopra degli altri, dei propri desideri, e lui glielo aveva concesso, Geneviève in cambio non aveva dovuto far altro che aiutarlo a insediarsi tra le mura del San Mungo.

    Al segnale, scatenatevi.

    Ordinò imperiosa al discreto manipolo di maghi sotto il suo comando. L’idea di sporcarsi le mani in prima persona non la allettava particolarmente, ma in fin dei conti ne valeva la pena se la ricompensa era migliorare la sua attuale posizione e mantenere il ruolo rubato ad Ackerman come primario dell’ospedale.
    Finalmente aveva tutto quello che poteva desiderare, influenza, prestigio, potere, e nessuno glielo avrebbe portato via.
    L’impetuoso e furente attacco di Lord Voldemort ruppe ogni difesa su Hogwarts, dando modo a molti Mangiamorte di andare finalmente alla carica, compresi quelli ai suoi ordini. Geneviève studiò la situazione da lontano ancora per un po’, prima di unirsi al resto dei compagni. Tollerava poco la presenza di creature disgustose come le Acromantule o i giganti sul campo di battaglia, ma fintanto che erano dalla propria parte tanto valeva tenerseli vicini. Di certo erano ottimi come avanguardia, scudi a dir poco ideali contro gli attacchi avversari e bersagli abbastanza impegnativi da permetterle di raggiungere la Sala Grande senza particolari sforzi.

    Bene bene, guarda un po’ chi abbiamo qui.

    Gli occhi freddi puntati su un profilo familiare, appena oltre uno dei tanti tavoli. Durante il tragitto parò un incantesimo vagante e ne spedì un altro paio altrove per assicurarsi di avere il via libera, dirigendosi verso quella che era…

    Ariel.
    Quale inaspettato ritrovo, non pensi anche tu?


    Il caos attorno a loro sembrava qualcosa di straordinariamente lontano, a sé stante quasi, degnato giusto di quell’attenzione che era indispensabile volgere a circostanze del genere.

    Tu.

    Una sillaba così carica di disprezzo che Geneviève fece fatica a trattenere un ghigno divertito.

    Che c’è, ora non mi saluti nemmeno più?

    Come ai tempi delle giornate trascorse insieme al San Mungo, quando ancora non sapeva che chi si stava prendendo cura del suo amato padre era la stessa persona che sarebbe stata responsabile della sua morte.

    Lurida…

    Le parole sembravano morirle in bocca dalla collera, tanto che Eve non sapeva se porre subito un freno al teatrino trito e ritrito della vendetta oppure lasciarlo libero di compiersi.
    Ci pensò Ariel a fare quella scelta per lei. Aveva preso a scagliare una fattura dietro l’altra, tutte rese nulle con estrema facilità da pochi e rapidi scatti della sua bacchetta, come se fossero insetti sul parabrezza, tentativi insignificanti di opporsi alla realtà dei fatti.

    Patetica.

    La guardava dall’alto in basso, vagamente seccata e compiaciuta di sé, come in realtà aveva sempre fatto pur senza darlo a vedere.

    Arrenditi, non potete vincere.
    Non commettere lo stesso errore dei tuoi compagni,di tuo padre.


    Aggiunse con finto rammarico.
    Una seconda, furibonda raffica di incantesimi partì contro di lei, già ben più violenta e pericolosa della precedente. Non era il caso di abbassare la guardia né di tirarla più per le lunghe del necessario. E non ci volle che qualche secondo perché le restituisse il favore, partendo all’attacco fino a tramortirla contro il muro.
    In piedi davanti al suo corpo privo di sensi, Geneviève torturava appena la punta del catalizzatore, domandandosi quale sarebbe stato il modo più indolore per finirla: era pur sempre una Guaritrice dopotutto, sapeva ancora provare quel minimo di misericordia per i poveri illusi che osavano sfidarla. Ma prima ancora che potesse levare la bacchetta verso l’alto, sentì qualcuno alle sue spalle.

    Expelliarmus!
    Protego.

    Scattò in un attimo, scocciata da quella quantomai sgradita intromissione e rispedendo al mittente l’incantesimo. Daniel la guardava ora più tremante e impaurito di quanto non fosse stato prima, disarmato da quel maldestro tentativo di salvataggio che gli si era ritorto contro.

    Stupido.

    Sibilò infastidita, prima di colpirlo e immobilizzarlo con un’altra stoccata di bacchetta.

    Diventerai cibo per Acromantule.

    Aggiunse soddisfatta, osservando gli occhi dello studente - i soli a potersi ancora muovere - continuare a lottare contro ogni loro possibilità.

    Allora Ariel, dove eravamo rimaste?

    Ma proprio mentre stava per tornare a rivolgerle le sue attenzioni, questa aveva inaspettatamente ripreso i sensi, colpendola alla sprovvista su di un fianco: il dolore era assurdamente intenso, anche una volta che ebbe spento il fuoco sulle vesti con un getto d’acqua. Quella dannata ragazzina l’avrebbe pagata cara, adesso sì che aveva davvero perso la pazienza!
    Iniziò una lotta senza esclusione di colpi, nonostante le fitte brucianti e il resto degli incantesimi che ormai saettavano da un lato all’altro del salone.

    Crucio!

    L’aveva sottomessa, alla fine. Sul pavimento, privata della bacchetta, a contorcersi per il dolore come era giusto che fosse. Se lo era meritato in fondo, e se prima aveva pensato di concederle una fine pietosa adesso non ne aveva alcuna intenzione.
    Persino la sua spilla brillava scarlatta in quei frangenti, riflettendo l’atrocità con cui la colpiva a più riprese - e pensare che fino a un attimo prima l’aveva notata a mala pena. Quante volte si era sorbita la studentessa a lagnarsi con lei o col padre per quel mancato riconoscimento e altro ancora, una noia indicibile; quando il Signore Oscuro glielo ordinò, fu un vero sollievo gettare la maschera della “brava e buona guaritrice”, ponendo fine alla vita del signor Camelord assieme quella di tutti gli altri Auror e oppositori vari ricoverati.

    Prefetto, eh?
    Così alla fine ce l’hai fatta… Eppure guardati, non sei in grado di proteggere nessuno, proprio nessuno.


    Lo sguardo partiva sprezzante da Daniel e tornava sulla ragazza, che ormai faceva fatica anche solo a riprendere il respiro.

    Neppure te stessa.

    Basta giocare.
    La mano sul fianco bruciante, l’altra a reggere la bacchetta, diretta verso il viso straziato dal dolore di Ariel e pronta ormai a infliggere il colpo di grazia.
    Tuttavia, il regno del dolore è un luogo pieno di misteri, e laddove non sembravano esserci più speranze per Ariel, questa trovò la forza per reagire un’ultima volta. Nel tempo di un battito di ciglia si era scaraventata contro il fianco infortunato di Geneviève, facendole lasciare la presa sulla bacchetta e approfittando dell’occasione per recuperare quella più vicina.

    Stupeficium!

    La colpì in pieno petto, abbastanza forte da esser certa che sarebbe rimasta svenuta per un bel pezzo, tutto il tempo che le sarebbe servito a immobilizzarla, prendere le altre bacchette e andare in soccorso del compagno.

    G-grazie, mi hai salvato.
    Anche tu.

    Quello fu probabilmente il primo vero sorriso che il suo volto vedeva dacché la battaglia aveva avuto inizio.

    Due volte.

    Continuò poi, restituendogli la bacchetta con cui aveva attaccato Geneviève, quella di Daniel, la stessa che aveva tentato di difenderla poco prima, quando ormai nient’altro avrebbe potuto farlo.
    E assieme all’amico tornò a tuffarsi suo malgrado nella battaglia, lasciandosi alle spalle Geneviève e il dolore. Forse aveva ragione, forse non poteva proteggere nessuno, ma questo non le avrebbe impedito di provarci, certa che per Daniel fosse lo stesso: in fin dei conti, quando mai il compagno era stato impavido e incurante del pericolo, eppure non aveva esitato a tendere la sua bacchetta per lei nel momento del bisogno.
    Ce l’avrebbero fatta, insieme.
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    ~ Saphira ~


    Nome VIMP: Kathleya Liliya Tchervenkova, in arte Saphira
    Prestavolto: Kailee Morgue (riquadro in alto a sinistra)
    Occupazione: Artista, interprete e cantantautrice
    Biografia: Nata l’11 Gennaio del 2004 da una coppia di pozionisti russi, poi naturalizzati bulgari. Kathleya è cresciuta a Nadezhda, dove tra le mura e gli affetti di casa propria ha scoperto non solo la sua natura magica ma anche di Metamorfomagus.
    Sarà all’Accademia di Magia di Beauxbatons che svilupperà e affinerà ulteriormente le sue doti trasfigurative, nondimeno l’attitudine per le arti dello spettacolo, fondando prima e rendendo popolare poi l’omonimo club. Tanto che già tra il corpo studentesco acquisisce una certa fama, la stessa che alla conclusione del suo ciclo di studi la indirizzerà verso quella carriera che forse ha sempre avuto nel sangue.
    Nonostante l’iniziale disapprovazione, i genitori di Kathleya accettano la rinuncia della ragazza a portare avanti la propria istruzione magica o mettersi alla ricerca di un lavoro stabile, di più. Permettono alla figlia di cominciare a viaggiare per il mondo, conoscere nuove persone e culture magiche, facendole sperimentare così ogni genere d’arte e di musica possibile.
    In tutto ciò, i lavori saltuari non mancano di certo. Tra un viaggio e l’altro trova sempre il modo per unire l’utile alle sue passioni, occupando il tempo in esibizioni occasionali come showgirl, intrattenitrice o cantante in locali magici e non.
    All’età di 22 anni trova effettivamente la sua strada, cominciando a emergere nel mondo dello spettacolo come giovane promessa, una stella in crescente e inarrestabile ascesa.
    Ormai è un’artista affermata nel mondo dello spettacolo magico e le sue esibizioni (concerti e numeri caleidoscopici) arrivano a costare fior di Galeoni. Alcune testate hanno persino riportato che un facoltoso sceicco per lei sarebbe arrivato a sborsare una ragguardevole quanto indecente somma di denaro, pur di ingaggiarla e poter assistere a un suo spettacolo privatamente, nientemeno poi che volendo riserva per l’occasione l’intero King Fahd International Stadium. Proposta che sarebbe stata declinata categoricamente dalla giovane a più riprese, rifiutandosi di svendere se stessa come persona e artista.
    Fuori dal mondo delle celebrità si dimostra una persona dal temperamento introspettivo ma anche esuberante, capace di scherzare e rallegrare persino la più semplice e formale delle interviste. Inoltre, è molto disponibile e amichevole con i fan o chicchessia, pur essendo particolarmente emotiva quando si tratta delle proprie creazioni, tanto che passare dal timido rossore ai più vivaci cambiamenti metamorfici spesso la strada è breve.
    Carriera: Gli inizi, come capita spesso, sono lenti, graduali, impegnati per lo più nella ricerca di sé, del suo stile e l’anima della propria arte. Tuttavia è girovagando per il mondo ed esplorando diverse realtà che la giovane riesce davvero a realizzarsi come performer, avendo modo di padroneggiare sia diverse lingue che generi d’arte e magia.
    La capacità di mutare il proprio aspetto a piacimento diventa sia chiave che catalizzatore del proprio successo, di particolare rilevanza poi sono le contraddistintive nuances dei capelli e degli occhi che le valgono il soprannome di Saphira. Un tratto, quello delle svariate tonalità di blu, che non perde mai, a dispetto dei ruoli interpretati sul palcoscenico o dei volti sempre diversi indossati quando si esibisce nelle proprie canzoni e spettacoli d’incanto. Perché oltre la sua innata abilità da trasformista, la giovane possiede un’incredibile destrezza nel manipolare la materia tramite l’arte trasfigurativa, dando vita a spettacoli suggestivi e a dir poco eccezionali.
    Il singolo del suo debutto sulle scene canore è “Hope”, 78 giri pubblicato nel dicembre del 2026 e dedicato sia alla sua famiglia che alla città natale.
    Dopo un primo tour di esibizioni, che le porta via quasi un anno di tempo, la sua fama raggiunge pressoché ogni angolo del mondo magico e diventa di fatti una delle celebrità più seguite su Radio Strega Network.
    Nell’aprile del 2030 però abbandona ufficialmente la carriera da cantautrice con il suo ultimo album “Anyone can be a Sapphire”, col solo obiettivo di focalizzarsi di lì in avanti sulla propria vita da interprete e artista.
    Altri suoi lavori di particolare successo tra canzoni, ruoli e spettacoli sono rispettivamente:
    - “Le Phénix ne passe pas deux fois” e “Château de cartes” dall’album “Vingt bougies”, i singoli “Русалки отважные” (Sirene coraggiose) e “The silver crown”;
    - come spirito Alifas ne “I Demoni suonano a mezzanotte”, Asha in “La Fonte della Buona Sorte” e Tabitha ne “L’Ashwinder sfortunato”;
    - Lucciole alla finestra, Fireworks, Magic on Ice e Maree: la danza delle onde.
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    Titolo: La vie de la Fée Blonde
    Autore: Geneviève de Lancret
    Personaggi: Geneviève de Lancret, Elodie e Timothée (png)


    ~ La vie de la Fée Blonde ~



    Il cielo azzurro e limpido di sempre, di quelli che solo l’estate francese sapeva donare in un singolo, caldo abbraccio, avvolgendo la pelle e schiarendo la vista sul candore della pietra levigata del Pont Neuf.
    Eppure di nuovo aveva ben poco, anzi. Il ponte si fregiava col titolo di più antico di tutta Parigi, collegando l’Île de la Cité e attraversando la Senna con le sue arcate, ma sopratutto la sua ben celata e architettata magia.

    Fa sempre piacere cominciare così una giornata di lavoro.

    Perché al di sopra di alcuni dei 385 mascarons, per pochi eletti, la Francia Magica aveva disposto l’accesso a uno dei vari passaggi segreti che silenti abitavano la città, convivendo in armonia col resto della popolazione non magica.
    Dirigendosi verso la punta ovest dell’isola fluviale, bastava fare un passo oltre la quarta arcata di sinistra, battendo un paio di volte il piede sul lastricato, per far attivare il potere delle sculture sottostanti, incantate in modo da trasportare maghi e streghe nell’atrio del vicino ospedale senza destare alcun clamore agli occhi dei Babbani - resi incapaci di percepire la magia e i suoi prodigi.

    Bonjour!

    Così un’altra delle sue mattine aveva inizio, nel sole e nella magia, elargendo il calore di un sincero quanto affettuoso sorriso a chiunque incrociasse sulla strada degli spogliatoi: la Fée Blonde del Centre de Soin parisienne aveva fatto il suo ingresso.
    Finito di abbottonare il camice si avviò verso la sua meta, piena di voglia di fare, di aiutare il prossimo.

    Allora, come andiamo oggi?
    Tutto bene dottoressa de Lancret, c’è-

    La giovane si era interrotta di colpo.
    La Guaritrice - nonché sua Responsabile di Tirocinio - le stava nuovamente rivolgendo quello sguardo, lo stesso muto e tenero rimprovero di sempre.

    Solo Geneviève, suvvia non è così difficile Elodie.
    Nemmeno dai miei pazienti mi faccio chiamare così, mentre tu non fai altro invece.


    Rise a pieno viso, con gli occhi come e lo spirito.
    L’aveva ripresa con dolcezza dopotutto, senza spigoli nella voce o durezza nello sguardo, e con lo stessa genuinità la invitò a continuare da dove si era fermata.

    Vai avanti dai, stavi dicendo?
    Sì, mi scusi dot… Geneviève.
    Allora: il signor Lemaire è guarito, sarà dimesso a breve; ci sono da controllare i bendaggi delle sorelle Dumont; e poi anche…


    Continuò con il breve elenco di appuntamenti mattutini, mentre procedevano verso il reparto di Traumatologia e Lesioni Magiche.
    La Tirocinante aveva iniziato il suo apprendistato da alcuni mesi, eppure - persino durante il tragitto - continuava a scontrarsi con quel genere di formalità che per la Guaritrice non avevano alcun peso, e su cui continuava a riprenderla con amorevole riguardo.
    Che le persone non erano fatte per essere divise in categorie o da un’arbitraria gerarchia, bensì unite da ciò che avevano in comune, fossero gli interessi di una vocazione quale la Medimagia o la voglia di curare ed essere curate.

    Ah sì! E Prima dicevo anche che c’è solo una questione da risolvere ancora.
    Sa, Timothée.

    Oh, capisco.

    Il tono consapevole, anticipando già con tono appena affranto il problema, qualcosa che ormai era l’ordine del giorno per il piccolo paziente.

    I genitori non verranno nemmeno oggi, eh?

    Elodie si limitò ad annuire, constatando tristemente la realtà dei fatti.
    D’altro canto, Geneviève dissipò presto l’espressione mesta da entrambe, in un tocco gentile e la luce del suo sorriso.

    Dai, vai pure a fargli compagnia, ne sarà felice.
    Penso io smaltire il resto del lavoro.

    Ma, dottoressa! Cioè, Geneviève.
    Io, io non posso-

    Certo che puoi. È proprio quello che sto dicendo, no?

    Non c’era condiscendenza né finta bontà nelle sue parole, solo lei, che dava l’ultima spinta che serviva alla giovane per andare avanti.

    Vi raggiungerò per l’ora di pranzo, non appena avrò finito.
    À bientôt.


    Era stata soprannominata la Fée Blonde non per nulla, la Fata Bionda dell’ospedale, un’anima dolce e premurosa, stimata e più che apprezzata dai colleghi come dai suoi pazienti. Chiunque aveva avuto la possibilità di conoscerla si vedeva annullata qualsiasi distanza, sacrificata con estrema facilità sull’altare del suo sorriso, di quelli che non lasciavano spazio ad altro che un unico sentimento: l’incondizionata dedizione per il prossimo, sempre pronta a mettere gli il bene degli altri e i loro bisogni prima di se stessa.

    Indovina, indovina, chi dei dolci ha appena saccheggiato dalla cucina?

    La voce poco alta ma sonante, in quella che voleva essere un’allegra e musicale anticipazione al suo ingresso nella stanza.
    Purtroppo il viso che lo accoglieva era sempre lo stesso, affatto sorridente, triste, abituato a ricevere sempre le visite dei Medimaghi e mai quelle dei suoi genitori.

    Non ha voluto mangiare niente nemmeno oggi.
    Vedo.

    La Fata Bionda però non si perdeva d’animo, insistendo con leggerezza sull’allettante scia che la sua confezione portava con sé.

    Peeerò… sono certa che il nostro caro Timothée non rifiuterebbe mai un assortimento di macarons e il suo parfait preferito.

    Disse vivace a simpaticamente provocatoria.
    Il bambino, al contrario, la guardava di sottecchi, cercando di mantenersi imbronciato, imperturbabile, a dispetto dell’evidente schiocco fatto dalla lingua sul palato e il goloso luccichio nei suoi occhi.

    Que-quello alle mandorle?

    Domandò esitante, nell’ostinato tentativo di dimostrarsi distaccato dall’offerta.

    Proprio quello, ma se non lo vuoi vorrà dire che ci mangeremo tutto noi.

    Fece appena un passo indietro, come per andarsene, prima che la voce del piccolo paziente si mostrasse finalmente turbata, arrendendosi con sincerità all’evidenza.

    Okok, va bene.

    Nonostante le mani tese verso di lei, Geneviève non accennava a porgergli la scatola contenente i dolci, puntando invece il mento sul vassoio del pranzo ancora intonso.
    Timothée alzò gli occhi al cielo, esasperato ma accettando - pur malvolentieri - il suo destino, tutto pur di raggiungere il prelibato traguardo posto dalla dottoressa.
    Il tempo nella stanza era trascorso privo di alcuna conversazione, nonostante i tentativi di instaurarne anche solo un barlume non fossero mancati da parte loro.
    Almeno stava consumando il suo pasto, era già qualcosa.

    Ora posso averli?
    Certo.

    Gli passò i dolci un po’ rassegnata, nonostante lo sguardo non abbandonasse una certa pena nei confronti del piccolo paziente.

    Elodie, andresti un attimo nel mio studio? A breve dovrebbe arrivare ciò per cui ho chiamato stamattina.
    Certo.

    Si assentò, allontanandosi in un cenno di saluto - mal ricambiato - verso Timothée.
    Il bambino aveva sviluppato una particolare malattia della pelle, scatenata da un incidente magico altrettanto particolare. Uno dei vicini di casa aveva deciso di improvvisarsi pozionista esperto, e lasciata una fiamma di troppo accesa aveva causato una modesta esplosione del suo laboratorio e dei vari composti, finendo per coinvolgere un Timothée di ritorno dal parco.

    Come sono? Ti piacciono?

    Annuiva in silenzio, difficile ottenere di più.
    Da che i genitori - troppo occupati con il lavoro - avevano sospeso le proprie visite, era diventato sempre più taciturno e scontroso.
    Lo capiva.
    Dopotutto nemmeno la sua di infanzia era stata chissà quale ritratto della famiglia felice, tantomeno immune da diverbi e intolleranze verso il comportamento dei genitori: due accaniti, accanitissimi lavoratori; stavano solo e unicamente a curare i propri interessi, spinti dall’avidità e dalle proprie ambizioni, ignorandola, lasciandola a se stessa.

    Su, Timothée…

    Lo portò vicino a sé, cingendolo e stringendolo appena nelle cadenti quanto immature spalle: un delicato conforto, fatto di brevi pacche e qualche placida carezza.
    A lei simili attenzioni erano sempre mancate, tanto da venirle fin troppo naturale dispensarne ad altri. Perché dove i propri genitori peccavano, lei a suo modo aveva sempre cercato di compensare. Entrambi si preoccupavano solo e unicamente di se stessi, lavorando con lo scopo di ricevere e guadagnare, mai di donare; Geneviève, al contrario, era cresciuta con la consapevolezza di voler calcare le orme opposte, di dare la precedenza alle persone, a coltivare un cuore gentile e una magia premurosa, in grado di portare aiuto laddove chiunque ne avesse avuto bisogno.

    Tanto non verranno nemmeno domani, lo so.
    Loro mi odiano.


    E per Timothée di certo era così, adesso più che mai.

    Vieni qua.

    Che lo volesse o meno, gli fece poggiare la testa sulla sua spalla. Sulle labbra sostavano ancora alcune briciole, a macchiare il camice e riempirlo di dolci note, ma non le importava, fintanto che poteva rincuorare quella piccola, tremante anima in sospeso.
    Il suo corpicino era uno stelo e gli occhi il suo fiore, dai petali di un vivo turchese.
    Mentre la sua testolina bionda era come una nuvola, ovattata e senza peso.
    Le lacrime che stillava invece, quelle sì, avevano una gravità tutta loro, caduca e infelice.
    Geneviève prese così a cullarlo, prima in un comprensivo silenzio e poi nella tenue amabilità d’una nenia: la mamma che non era per un bambino che non era il suo.

    Nessun genitore può odiare i propri figli.
    Nessuno.


    Non sapeva dire quando, ma a un certo punto della sua vita doveva averla sviluppata… quella capacità di ispirare una rosea e imperitura fiducia, un’estrema sicurezza offerta al bene del mondo e le cose belle e pure della vita. Chissà, forse si trattava della stessa che le era valsa la nomea di Fata Bionda.

    Sai, anche ai grandi capita di sbagliare delle volte, di dimenticare ciò che è davvero importante.
    E cos’è che è davvero importante?

    Forse era l’istintiva e infantile curiosità a destarlo dalla sua tristezza, o forse ancora la benevola compassione della Guaritrice. Fatto stava che il bambino era lì, riscosso, più vigile e predisposto all’ascolto di quanto non fosse stato fino ad allora.

    Le persone Timothée…
    Le persone sono importanti.

    Non capisco.
    Quindi, quindi io cosa posso fare perché mamma e papà non se ne dimentichino?


    Era la prima vera volta che abbandonava la maschera della malinconia in favore di quella della speranza, una luce fioca ma ancora viva, che la fece tornare a far mostra del suo brillante sorriso.

    Beh, tu dovrai semplicemente ricordarglielo, tutte le volte che sarà necessario.

    Con una mano iniziò a spostargli i capelli, carezzando appena la testa, come se potesse bastare il gesto a dare ulteriore valore al suo discorso.

    E come?
    Dovrai parlargli, dirgli come ti senti, anche a costo di sgridarli.
    Persino gli adulti vanno sgridati qualche volta sai? Così che possano imparare dai propri errori e non ripeterli mai più.


    E rideva ancora, questa volta un poco beffarda, al di sopra degli eventi, perché conosceva qualcosa che lui invece ignorava, e stava appena dietro la porta.
    Allontanandosi dal bambino con la bacchetta fece cenno all’ingresso di schiudersi, rivelando la sorpresa che custodiva e che dall’inizio della giornata si era curata di preparare.

    Prego, di qua.

    Si trattava di Elodie, accompagnata da altre due figure: i genitori di Timothée.
    Non ci fu bisogno di grandi gesti o particolari discorsi, il tutto era già abbastanza eloquente di suo. La famiglia si riunì in uno spontaneo ed estatico abbraccio, colmo dell’affetto che la lontananza aveva caricato dentro ciascuno di loro.
    Era il momento di lasciarli da soli.
    Assieme alla Tirocinante si avviò verso l’uscita della stanza, facendo appena in tempo a scambiare uno sguardo pieno di sottintesi col piccolo paziente: i suoi grandi occhi turchesi emanavano una calda e radiosa gratitudine, il genere di emozioni per cui Geneviève viveva, per cui altre mille volte avrebbe vissuto quella vita.
    Si poteva ricevere così tanto, donando.
    Aiutare il prossimo, dopotutto, era la più grande delle ricchezze.
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    Troppo pigra... seguo l'onda e dico anche io uovo Ghiaccio e scheda qui a fianco <.<
10 replies since 14/3/2019
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