Avventura della Tempesta - 2031/32

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    Sabato 15 Maggio, ore 22.30 circa



    La Capo Sguattera dei marmocchietti aveva finalmente lasciato il pollaio.
    Da quel momento in poi, la Sala Comune della Tempesta sarebbe stata in mano sua, del grande Nephyna, a cui spettava più di un onere da compiere, in cambio di tanti onori: finalmente tutti avrebbero capito quanto fosse maestoso il fantasma della Tempesta, quasi più di tutti i mari del pianeta!
    L'atmosfera che si respirava in Sala Comune, in ogni caso, non era delle più serene: l'entrata in scena della Responsabile in fretta e furia aveva insospettito i più, intimorito alcuni, incuriosito altri; il fatto poi che la stessa avesse preso Nephyna da parte, abbandonando la Sala con altrettanto fretta, di certo non era da sottovalutare.

    ALLORA, MOCCIOSETTI E MOCCIOSETTE!
    Tutti qui attorno a Nephyna, che ha delle cose importanti da raccontarvi!
    No, Mozzo Lewis, non si tratta del racconto dell'incontro notturno fra me e la maride Talise...
    E nemmeno dello scontro con quel filibustiero di Barbaverde, Johnson!
    INSOMMA, TACETE E RACCOGLIETEVI AI MIEI PIEDI SENZA APRIR BOCCA, ALTRIMENTI COL MIO UNCINO RIEMPIO IL VOSTRO BU-


    Nephyna!

    La maggior parte degli studenti si allontanò dal Fantasma, non credendo minimamente nelle sue buone intenzioni; altri, per curiosità o semplicemente ricordando la fugace presenza della Responsabile di pochi minuti prima, rimase ad ascoltare ciò che il Fantasma aveva da dire.

    Ordunque, la vostra Capo Sguattera mi ha chiesto di ragguardarvi su di un fatto.
    Tutto inizia da ciò che sto per raccontarvi e badate bene, è successo tutto per davvero... Non che gli altri racconti del grande Nephyna siano fandonie.
    GIAMMAI!


    Tornò quindi inaspettatamente serio, ponendosi al centro della Sala comune, schiarendosi la voce prima di iniziare il suo racconto, illustrato nei minimi dettagli essendo in realtà un suo ricordo...

    Nephyna Ichbad, Pirata della sua ciurma, all'epoca era poco più che un ventenne innamorato della vita e soprattutto della fi-

    Nephyna!

    ... della fila di donne che lo aspettavano ad ogni porto.
    Ma quella, quella donna, era speciale.
    I capelli corvini le cadevano come onde del suo mare sulle spalle; gli occhi chiari, dalle sfumature violacee, sprizzavano energia pura, capace di incatenare a sé lo sguardo senza padrone del grande Pirata.
    Era quella la donna da cui preferiva tornare, quella per cui sarebbe rimasto, se solo glielo avesse chiesto, lasciando all'aria tutto ciò che aveva a che fare con la pesca...


    Accontentandomi del mio pesc-

    NEPHYNA!

    Aveva dato ai suoi mozzi tre giorni di pausa, durante i quali lui si sarebbe riposato in compagnia della dama che gli aveva rubato il cuore, insieme alle braghe.
    Ricordava bene il suo profumo, il modo in cui muoveva le dita sistemando le ciocche scure dietro le orecchie. Era forte, la sua donna, mica come quelle donnette piagnucolanti a cui era mestamente abituato...
    Stava creando qualcosa, quell'ultima volta in cui erano stati insieme; qualcosa attraverso cui potessero tenersi in contatto anche a distanza di oceani.
    Lo faceva utilizzando la magia, chiaramente, e con l'uso di una bacchetta molto particolare... difficile da dimenticare.


    E, sebbene indimenticabile, non sto parlando di quella fra le mie ga-
    Sì, sì, lo so, “NEPHYNA”... mocciosi lagnosi.


    Era sottile e molto lunga, di un legno chiaro ma non troppo, probabilmente mogano, il manico a spirale con alla base una gemma violacea, di cui il fantasma non ricordava il nome ma certamente il modo in cui lo attraeva, quasi più della donna che la maneggiava.
    No, non era vero: nessuno avrebbe potuto attrarla più di lei.


    E poi l'ho rivista qui in Accademia, secoli dopo, quando il grande Nephyna era già un fantasma...
    No, idiota di uno Smith, parlo della bacchetta, non della mia donna!


    Nephyna vagava per il castello inventando rime per raccontare ai suoi mozzi di quella volta in cui aveva dovuto affrontare il kraken tutto solo e con un solo dito, poiché i suoi compagni avevano bevuto più del dovuto...
    Che fosse stato sbronzo anche lui, e che quel ricordo fosse soltanto il frutto della sua immaginazione, era tutta un'altra storia...
    E poi la vide, la bacchetta. Quell'indimenticabile bacchetta. Ma a maneggiarla non era lei, la sua donna. Era un'altra pollastrella: di lei ricordava soltanto la pelle pallida e i capelli molto colorati.
    La seguì fino a quando non fu allontanato malamente dal vecchio Preside Gaius, che invitò la strana donna ad entrare nel suo ufficio. Più tardi osservò soltanto l'uomo entrare nella Sala Comune della Tempesta.


    Al termine del suo racconto Nephyna rimase in silenzio per più di qualche istante, investito subito dopo da fastidiose domande da parte dei fastidiosi mocciosi.

    E dunque? Cos'è quella bacchetta?

    E la donna del tuo cuore, come si chiamava?

    Posso andare in bagno?

    BASTAAAAAAA!

    Interruppe con fare iroso quelle infinite domande, iniziando a svolazzare arrabbiato per tutta la stanza invadendo i corpi degli studenti.
    Una volta sfogata la sua frustrazione, Nephyna tornò al centro della Sala Comune, chiedendo ai presenti ancora un attimo di attenzione.

    La vostra Capo Sguattera vuole trovare quella bacchetta, e chiede la vostra collaborazione. Forse vi aiuterà a non essere più scemi...

    Disse in riferimento ai piagati presenti.

    So che nessuno di voi è forte e potente come il sottoscritto, e infatti non capisco a che gli servite voi mozzetti da quattro falci... Ma chi vuole può restare qui e cercare. Tranne i piccoletti: loro e gli altri possono andare in Sala Grande, allestita per la dolce notte da quei luridi degli elfi domestici...

    Molti, ancora, credettero in uno scherzo da parte di Nephyna. Tornarono quindi nei loro dormitori, lasciando il fantasma con una serie di parole poco carine al seguito.
    Altri, spaventati o eccitati da quel che poteva significare la richiesta della Responsabile, decisero di lasciare subito la Sala per recarsi nella Hall principale; gli ultimi, forse i più grandi, i più speranzosi, o i più curiosi, rimasero in ascolto di maggiori indicazioni da parte del Pirata, sempre se ne avesse avute per loro, che credessero o meno alla sua storia.
    In ogni caso, la scuola sarebbe presto caduta in fermento, con urla e risa da una parte all'altra urlando di un pigiama party improvvisato in Sala Grande, altri sicuri che presto le maledizioni sarebbero sparite.

    E questa bacchetta si trova qui? In Sala Comune?

    Nephyna sapeva più di quel che avrebbe dato a vedere. E, d'altra parte, aveva già svolto il compito che gli era stato assegnato: raccontare ai mocciosi della bacchetta e dare le ultime disposizioni del Preside.
    Tuttavia, si sentiva magnanimo quel giorno, tanto da lasciarli con un'ultima affermazione prima di svolazzare via dalla Sala Comune, in cerca di qualche bella donzella su cui inventare poesie strampalate.

    Cercate dietro la Tempesta.

    Scadenza: 25 incluso

    Hanno inizio le avventure di Casata! Leggete bene tutto il post perché ogni dettaglio del racconto di Nephyna – in corsivo, come fosse stato narrato ai presenti – è importante.

    Cosa dovete fare col vostro prossimo post?

    1) Scegliere se restare in Sala Comune per le ricerche della bacchetta, oppure se recarvi in Sala Grande in QUESTO Topic. Scegliete con coerenza a seconda di ciò che farebbe il vostro PG, utilizzando le giustificazioni che vi fanno più comodo (es. Rimase per curiosità, pur non credendoci, credeva a tutto ciecamente, voleva vedere se davvero la bacchetta avrebbe posto fine alle piaghe, ecc).
    Dopo di che, segnalate in spoiler la vostra scelta, uscendo dalla role nel caso in cui decideste di recarvi in Sala Grande.

    2) Ascoltare il racconto di Nephyna e l'indizio finale per riflettere sul suo significato: dove si troverà questa bacchetta? Ricordate che vi trovate in Sala Comune.

    Per i nuovi utenti: vi ricordo che attualmente sono in atto delle piaghe per alcuni dei vostri compagni. QUI trovate un riassunto di quanto accaduto finora a riguardo.

    Inoltre, non vi è nuova la storia di Nephyna innamorato di una fra le molte donne che aveva ad ogni porto: date un'occhiata all'avventura dello scorso anno QUI


    Edited by Il Tessitore - 1/5/2021, 16:32
     
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    Come era solito fare ogni notte prima di coricarsi si stava lavando i denti con lo spazzolino il giovane Bee, di fronte a tutti gli altri suoi compagni di stanza, in bella vista, come se nulla fosse, seduto sul suo lettino mentre guardava gli altri digrignante. Ovviamente usava un dentifricio commestibile comprato appositamente; certo vederlo deglutire quel malloppone di roba ogni singola volta era abbastanza disgustoso, ma fortunatamente erano tutti Tempesta li dentro, probabilmente quella era la cosa meno strana che accadeva.

    /GULP/

    Mando ciò tutto senza neanche volerlo all'atroce grido che probabilmente avevano sentito anche gli altri studenti nelle loro rispettive sale comuni, non potette far altro che alzarsi ed andare ad aprire il portone in fretta e furia per sapere che stava succedendo.

    INSOMMA, TACETE E RACCOGLIETEVI AI MIEI PIEDI SENZA APRIR BOCCA, ALTRIMENTI COL MIO UNCINO RIEMPIO IL VOSTRO BU-

    Sentì l'eco dalle scale. Più sentiva parlare e più cominciava a molleggiare sulle sue gambette in preda all'eccitazione, aveva capito si trattasse di Nephyna il loro personale pirata di fiducia; gli stava un sacco simpatico (in realtà molto più di questo), aveva sempre un mucchio di storie da raccontare e diciamocelo, Bee non era uno di quelli a cui non piaceva stare al gioco.

    SI SIGNOR CAPITANOOOOOOOAAAAAAAAHHHH

    Gridò come se non ci fosse un domani scaraventando lo spazzolino verso il suo letto, beh la direzione era quella poi dove sarebbe caduto non era importante. Fatto questo scaraventò se stesso giù dalla tromba delle scale dei dormitori fino alla sala comune, andò così di fretta che anche lui fu costretto a domandarsi come fosse possibile non fosse caduto e la sua testa fosse ancora tutta intera.
    Ma la vista del fantasma pirata lo eccitò così tanto che qualsiasi cosa avesse nella testa non importava più, ormai era un mozzo pronto a prendere ordini dal suo fido capitano.

    ... per raccontarvi e badate bene, è successo tutto per davvero... Non che gli altri racconti del grande Nephyna siano fandonie. GIAMMAI!

    Aveva già cominciato, ma subito si precipitò nel divano cercando di mettersi comodo. Uno dei pochi pensieri che ancora sussisteva era.. che avrebbe tanto voluto dei popcorn in quel momento, quando Capitan Nephyna cominciava una delle sue storie era l'unica cosa da fare.
    Adorava il fantasma della sua casata già dal primo giorno in cui aveva cominciato a frequentare la scuola, cioè pensateci.. un fantasma, saggio.. e pure pirata! Cosa potrebbe mai volere di più uno studente alle prime armi? Lo considerava una delle cose più fiche di Amestris, non che avesse un rapporto strettissimo con lui, si limitava tutto ad un silente fanboy-smo, Nephyna aveva il suo da fare fra le mura della scuola quindi non si permetteva mai di disturbarlo, ma quando si presentava di sua spontanea volontà, cielo aiutaci!

    Ascoltò con estremo interesse tutta la storia senza fiatare anzi, a quei "Nephyna!" degli altri studenti avrebbe voluto tirargli dei cazot- beh comunque qualcosa addosso affinché lo lasciassero parlare. Purtroppo non ebbe alcun modo di fargli delle domande, appena terminò la sua storia se andò lasciandoli soli a loro stessi.

    No ti prego! Non andare viaaaa NNOOOO

    Pensava, ma il capitano era già all'interno di un muro smaterializzatosi chissà dove. Buttò giù la testa con fare sconfortato, "ma non piangere perché è finito, sorridi perché è successo" si diceva mentre tentava di risollevarsi il morale. Chi l'avrebbe mai detto che in quella giornata avrebbe riascoltato le gesta di Nephyna il pirata, se solo lo avesse saputo prima si sarebbe vestito con abiti migliori di un semplice pigiama a due pezzi.
    Comunque non esisteva al mondo che se ne sarebbe andato in sala grande, se quella bacchetta era importante per Nephyna allora era importante anche per lui, e poi curioso com'era, nonostante fosse comunque molto stanco dalla giornata, considerando che stava per coricarsi, non si sarebbe mai lasciato sfuggire un avventura come quella.
    Ovviamente si stava già scervellando sugli indizi che gli aveva fornito, la prima cosa che gli era venuta in mente era la sala della notte stellata, ma voleva sapere i suo confratelli che ne pensavano.. se ce ne fossero stati! Molti se ne stavano infatti andando in sala grande.

    Bealtaine resta assolutamente
     
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    Quella sera Cal fece per andare a dormire presto.
    Era davvero esausto così, dopo cena, si buttò letteralmente nel suo letto, senza neppure domandarsi perché Bee ed i suoi compagni di stanza non fossero ancora arrivati.
    Poco prima di addormentarsi però, sentì un chiacchiericcio provenire dalla sala comune. Stava sicuramente succedendo qualcosa e per quanto i suoi occhi si stavano per chiudere quasi involontariamente, si alzò dal letto, infilò le calze di Iron Man ed il suo kimono-vestaglia di seta che aveva preso "in prestito" dalla signora Smith, la moglie del sindaco della sua città.
    Gli piaceva da morire quel kimono, lo faceva sembrare un po' cringe ma ai suoi occhi gli dava una nota di stile, rosso... con quei lama, si sentiva come un Hugh Henfer verginello ma in realtà sembrava più una cacciatrice di dote dei bassi borghi. Poi nascondevano le sue mutande con i supereroi, quindi era perfetto per andare in giro.
    Camminò lungo i corridoi trascinando i piedi e strofinandosi gli occhi per rimanere sveglio ma appena arrivato in sala comune, vide alcuni ragazzi della sua casata ammassarsi al centro della sala comune.
    Fu allora che sentì la voce di Nephyna sovrastare il chiacchiericcio delle altre.
    Caliban DeWitt ADORAVA Nephyna .
    Tutte le sue avventure avevano un che di straordinario. Aveva la possibilità di parlare con un pirata... un pirata vero!
    Tirò un gridolino emozionato, come quello di una quindicenne ad un concerto di una boyband, era il suo fan numero uno.
    Credeva ad ogni singola parola del fantasma, anche alle sue avventure più strampalate e fasulle... tutte quante, insomma... quel mondo era così assurdo per un nato babbano, cosa impediva a quelle storie di essere vere?
    Si mise a sedere a terra con le gambe conserte, guardando il suo fantasma preferito sproloquiare di assurdi racconti e bellissime donne, distraendosi solo per guardare male chiunque osasse zittirlo.

    La storia preannunciava una avventura folle: la ricerca della bacchetta di una delle amanti del fantasma tempesta, doveva essere lì in sala comune dunque? o avrebbero dovuto cercarla altrove?
    Fatto sta che venne data la possibilità agli studenti di partecipare a quella quest o un pigiama party in sala comune e, per quanto fosse allettante anche quella proposta, non avrebbe mai detto di no al grande Nephyna.
    Avrebbe trovato la bacchetta, costi quel che costi.

    Si girò verso il suo amico Bealtaine per sussurrare impercettibilmente

    Hey Bee, dici che possiamo cercarla insieme?
     
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    Nel fine settimana Hesper Fawley era solita anticipiare di qualche minuto la ronda notturna in modo da arrivare in sala comune prima della mezzanotte. Si trattava in realtà di un'abitudine appresa da poco, forse da quando ebbe quello scambio epistolare particolarmente pesante con i genitori che, non molto tempo prima, avevano provato ad allontanarla dalla scuola.
    Julian Helena però non erano bravi a prendersi cura di Hesper, non quanto lo erano a sorreggere quell'apparenza di perfetta famiglia almeno; avevano macchiato quella pergamena senza nemmeno pensare al fatto che presto la figlia più piccola sarebbe divenuta maggiorenne e quando ciò accadde, e loro se ne accorsero, da parte dei due coniugi non ci fu nulla da ricevere, non un biglietto d'auguri o un regalo di chissà che genere, nemmeno uno di quelli soliti che mandavano con l'intento di "farsi perdonare" niente affatto! La mattina del quindici Marzo Hesper scartò un solo pacco, contenente un vestito azzurro da usare principalmente in casa, era stato confezionato dalla nonna che nella lettera disse poteva essere usato anche come camicia da notte.

    Qualcuno vuole del té?

    Nonostante avesse continuato a comportarsi come se nulla fosse mai accaduto, lei più di tutti sapeva quanto quella goccia avesse portato ad un futuro tsunami di conseguenze, conseguenze che avrebbero certamente fatto saltare un sacco di punti che si credeva fossero ben sicuri e saldi. Anche Hesper stessa in futuro avrebbe iniziato a mutare lentamente, stufa di tutte quelle piccolezze che messe da parte avevano finito con il diventare un freno troppo grande, indescrivibile e veramente ingombrante.
    Che l'età adulta stesse facendo il suo ingresso? Probabile ma finché poteva, finché non riusciva ad esercitare pieno controllo anche sulla sua abilità allora valeva la pena continuare ad avere qualche sfumatura bambina.

    Nel tragitto che separava la sala comune da tutto il resto del castello e all'interno della sala stessa non vi era mai assoluto silenzio, si udiva sempre il brusio dei quadri che ripetutamente inventavano e scoprivano come solo delle vere tempeste potevano. Quando però ci si faceva l'abitudine nonostante quel sottofondo continuasse ad esistere nella realtà dei fatti, per qualche motivo l'orecchio non ci faceva più caso e anzi, tutto diventava quasi rilassante se non fosse che ad Amestris i momenti come quello non avevano mai vita lunga.
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    Profe-

    Era stata un'entrata in scena alquanto frettolosa quella della professoressa, portatrice di diverso scompiglio tra gli studenti presenti e dopo, con l'intervento di Nephyna, anche tra quelli che già si erano coricati e che presto iniziarono ad uscire dai dormitori per raggiungerlo.
    Inevitabile e dirompente fu la sensazione di deja-vu avvertita da Hesper quando il fantasma iniziò a "raccontare" una storia, e a mostrare a tutti la paura che poco a poco acquistava sempre più terreno vi erano i suoi capelli che come in ogni altra situazione simile si ritirarono e schiarirono fino a sostituire la lunga chioma bionda con un caschetto albino le cui estremità sfioravano appena le spalle.

    ...Era un'altra pollastrella: di lei ricordava soltanto la pelle pallida e i capelli molto colorati.

    Al sentire quella parte del racconto, ormai prossimo al termine, Hesper si sentì scossa da un brivido che la riportò con i piedi per terra. Aveva prestato talmente tanta attenzione alle parole del pescecane che nemmeno si era accorta di quanto tempo fosse passato, lo capì solo quando non vide più il fumo risalire dalla tazza di tè.
    Chiaramente ad essere stata richiamata era la parte egocentrica della Fawley, quella meno sviluppata ma comunque presente in lei come in tutti gli esseri viventi. Che per qualche motivo la donna citata fosse una metamorphomagus? O forse il fantasma aveva deciso di utilizzare quell'aggettivo al solo scopo di esaltare la brillantezza e il colore dei capelli della misteriosa ragazza?

    Dietro la tempesta... dietro la...

    In un primo momento i pensieri di Fawley vennero canalizzati verso la scelta più sicura, quella che l'avrebbe portata a seguire i più piccoli verso la Sala Grande, ma la curiosità, che tra le altre cose era una parte fondamentale del carattere di un Tempesta, si faceva sempre più forte, portando alla nascita di ulteriori pensieri che, oltre ad elaborare delle ipotesi sui possibili luoghi dove sarebbe stato possibile trovare quella famosa bacchetta, combattevano contro l'altra squadra, urlando ai muscoli di tutto il corpo di fermarsi e iniziare a cercare con gli altri.

    I due quadri all'entrata raffigurano un cielo in tempesta... però... però

    D'improvviso, quando finalmente il corpo si ritrovò a pochi passi dall'uscita, un nuovo colpo di fulmine la bloccò. Hesper dunque si voltò verso i suoi compagni guardandoli ma senza vederli davvero.

    Stava creando qualcosa attraverso cui potessero tenersi in contatto anche a distanza di oceani.
    Lo faceva utilizzando la magia...


    La domanda che si pose fu tra le più banali ma forse non troppo ovvie, almeno secondo quanto credeva lei; come potevano i pirati di un tempo troppo in là per essere ricordato con estrema chiarezza a sapere dove andare? Cosa potevano usare oltre a delle bussole?

    Le stelle? Van Gogh? La stanza della notte stellata? Vitae?

    Tantissimi erano i viaggi che la mente di Hesper aveva intrapreso, uno più convincente dell'altro, ma da sola non sarebbe stata in grado di fare nulla.

    Se provassimo ad attivare il dipinto nella stanza della notte? Forse il "cercate dietro la tempesta" è davvero un riferimento ai quadri all'ingresso, quindi in teoria la bacchetta potrebbe davvero trovarsi qui, perché è qui che si trova il "dietro la tempesta", e ricordate anche la storia, quella donna stava cercando di creare qualcosa con la magia, qualcosa che permettesse sia lei che a Nephyna di rimanere in contatto e se pensiamo che i pirati si muovevano attraverso l'oceano utilizzando le stelle per capire dove andare potrebbe aver senso pensare che magari la bacchetta si trovi tipo nascosta dietro una delle tante stelle nel dipinto di Van Gogh?

    La magia, secondo la teoria che Hesper stava pensando, era la chiave, ma oltre vi era anche un altro dettaglio che secondo lei doveva essere importante ma che tuttavia non era riuscita a collegare a quella prima bozza esposta ai compagni. Quella scritta, comparsa subito dopo la notte "da pirati" a cui aveva involontariamente partecipato in un modo che mai avrebbe dimenticato. Le due storie, forse, potevano avere un qualche legame, ma come potevano scoprirlo? Dovevano iniziare a cercare.

    Hesper resta.
    Ho cambiato il colore del parlato perché era da un po' che volevo cambiarlo!
     
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    Leen, rannicchiata nell'angolino di uno dei divani nella Sala Comune, stava studiando con attenzione la sua copia di Animali Fantastici e Dove Trovarli, più precisamente l'illustrazione di un Chizpurfle, le dita a delineare i contorni delle piccole chele azzurrine, quando sussultò per la sorpresa.
    L'attenzione era subito ricaduta sul fantasma del Pirata Nephyna, il suo "richiamo" aveva funzionato attirando vari studenti al suo cospetto.
    Aveva sempre adorato le storie del fantasma e il suo carisma, ma quando faceva così le veniva voglia di tirargli il libro in mezzo al petto, all'altezza del cuore, o dove ci sarebbe stato.
    I soffici cuscini viola sussultarono quando Bealtaine, con il suo pigiama dei Pokemon, decise di buttarcisi sopra a capofitto.
    La rossa gli rivolse un sorriso e un piccolo cenno di saluto con la mano.

    Ho bisogno di un nuovo pigiama...

    Non che il suo non le piacesse più, ma iniziava a starle un po' piccolino, però era così morbido e caldo che non riusciva a separarsene.
    E poi, se se ne fosse liberata, con cosa avrebbe abbinato i suoi bellissimi calzini?
    La ragazza distolse l'attenzione dal suo abbigliamento e tornò a concentrarsi sul fantasma che aveva iniziato a raccontare una storia piuttosto interessante.
    Aveva sempre amato i suoi racconti, anche se alcuni erano palesemente falsi, ma quello suonava così reale che si fece trasportare dalle parole del Pirata.
    Quando citò "la pietra violacea" subito le vennero in mente le ametiste, che si riferisse a una di quelle pietruzze?

    Cercate dietro la Tempesta.

    A cosa si riferiva? Ai quadri?
    In più la "misteriosa donzella" la intrigava assai, pallida e dai capelli colorati, chi poteva essere?
    Non aveva assolutamente intenzione di andarsene da lì, era troppa la sua curiosità verso quell'avventura alla ricerca della bacchetta perduta.

    I due quadri all'entrata raffigurano un cielo in tempesta... però... però


    Quindi non era l'unica ad aver pensato ai quadri della Casa, se ne rallegrò.

    Se provassimo ad attivare il dipinto nella stanza della notte? Forse il "cercate dietro la tempesta" è davvero un riferimento ai quadri all'ingresso, quindi in teoria la bacchetta potrebbe davvero trovarsi qui, perché è qui che si trova il "dietro la tempesta", e ricordate anche la storia, quella donna stava cercando di creare qualcosa con la magia, qualcosa che permettesse sia lei che a Nephyna di rimanere in contatto e se pensiamo che i pirati si muovevano attraverso l'oceano utilizzando le stelle per capire dove andare potrebbe aver senso pensare che magari la bacchetta si trovi tipo nascosta dietro una delle tante stelle nel dipinto di Van Gogh?

    La rossa si tirò su dal divano eccitata.

    Proviamoci! Dopotutto non abbiamo niente da perdere a fare "una caccia al tesoro".

    Si voltò verso Cal e Bee e gli fece segno di seguire tutti l'idea del Prefetto.
    Sarebbe stata una nottata interessante.

    Eleanor resta, non può non cedere alla sua curiosità. Scusate le modifica al post ma stavo cercando di far funzionare i colori, chiedo perdono.
     
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    E POI DICONO CHE IO SONO PAZZO!

    Nephyna, ancora fluttuante in Sala Comune, prima di recarsi dove desiderava il suo cuore da filibustiere, non poté fare a meno di ascoltare le strampalate idee delle ochette e dei mozzetti. Pensò allora di fregarsene, da vero uomo fantasma dei mari, ma alla fine ricordò l'espressione della Capo Sguattera, decidendo infine di intervenire ancora una volta vista l'ottusa incapacità di certuni di comprendere l'ovvio.

    E VOI VI RITENETE FIGLI DEL FULMINE?!
    Per i mille tentacoli del Kraken...


    Tornò di filato in Sala Comune, volando con forza in direzione degli studentelli rimasti per le ricerche: attraversò senza alcun ritegno il giovane corpo del Prefetto Fawley e subito dopo di Eleanor Smith. Si fermò poi esattamente in direzione della prima, che in realtà era stata capace di arrivare alla giusta intuizone, prima di lasciarsi catturare da altre che infangavano il buon nome della genialità della Tempesta.

    DOVE HAI VISTO LA “TEMPESTA” NEL QUADRO DI GALILEUS, MOZZETTA SLAVATA?

    A quel punto, scuotendo la testa con fare più teatrale del dovuto, iniziò ancora una volta a flutturare per la Sala Comune, lasciando trapelare in maniera decisamente più esplicita quale fosse il posto giusto in cui cercare la bacchetta, esattamente a pochi passi da dove si trovavano in quel momento.

    Scadenza: prolungata al 26 incluso

    Adesso i Fantasmi hanno parlato in modo più chiaro: che aspettate, allora? La ricerca continua, ma dovete prima recarvi nel posto giusto!


    Edited by Nephyna Ichbad - 25/4/2021, 13:07
     
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    Placa i tuoi istinti da uomo primitivo, Nephina, o la prossima volta non rimarrà nessuno ad ascoltarti.

    Coral aveva imparato a conoscere bene il Fantasma della Tempesta nel corso di quei sette lunghi anni, e sapeva che ciò che poteva fargli più male in assoluto era l'indifferenza: chi era il grande oratore dei sette mari senza orecchie ad ascoltarlo? Coral lo minacciò senza troppi timori, e senza neanche troppa sincerità: sapeva che il Fantasma avrebbe continuato a comportarsi in quel modo letteralmente per l'eternità, ma valeva la pena tentare di riportarlo con i piedi per terra comunque, anche se in quella strana situazione sembrava che il suo ruolo fosse fondamentale.
    Bacchette, ricordi di Nephyna, Responsabili furtive: tutto ciò era tanto strano quanto elettrizzante, e se c'era anche la minima possibilità che quella bacchetta potesse servire a curarla e a guarire tutti gli altri piagati, allora lei avrebbe fatto di tutto per trovarla.
    Ma non ebbe il tempo di proporre o suggerire alcunché, neanche dopo l'isteria di Nephyna, perché la sua amata mano invisibile aveva deciso di spingerla ancora una volta verso l'alto, facendola volteggiare per i tetti della Sala Comune come fosse la consorte fantasma del loro Pescecane.
    Che schifo.
    Con indosso la tuta di Alec riuscì a frenare bene la caduta, senza però fare a meno di piombare addosso ad un suo compagno, Caliban, sentendosi in colpa come ogni volta che le accadeva di cadere su qualcuno, cioè più spesso di quanto avrebbe voluto.
    Si rimise in piedi come la migliore delle vecchiette, sbraitando insulti contro la sua piaga fra sé e sé, passando poi la mano sulla sua divisa. Non vomitò, quella volta, il che la rese più felice del dovuto, ringraziando ogni giorno la Signorina Hunt per quella fantastica tisana.

    Scusa, spero di non averti fatto male.
    Non troppo, per lo meno.


    Biascicò soltanto in direzione del compagno, guardandolo appena prima di tornare a rivolgere le sue attenzioni a tutta la platea: il racconto di Nephyna era stato chiaro, nonostante tutto, e l'urgenza della ricerca lo era altrettanto da quel che poteva sentire dall'esterno.
    Sospirando, allora, sebbene non fosse più né una Caposcuola né un Prefetto, schiarì la voce per parlare a tutti i Presenti, pronta a mettersi alla ricerca di quelle fottute bacchette.

    Mi sembra chiaro a questo punto che bisogna cercare nei quadri qui fuori...
    Se solo capissimo come è possibile nascondere una bacchetta dentro ad una tela, ma dettagli...


    Alla magia non c'erano mai limiti; era proprio vero, a quanto sembrava.

    CITAZIONE
    Piaga: l’Aquila
    Una forza invisibile ti ha preso di mira, come fossi diventata il suo giocattolo preferito: in vari momenti della giornata sei sballottolata per aria a destra e a manca senza che tu riesca a liberartene o comprendere l'origine di questa "entità". Questo purtroppo ti costringe a subire ulteriori contraccolpi non appena il fenomeno s'interrompe: la forza è tale da causarti nausea, stress, difficoltà a camminare, cadute e brevi svenimenti quando tocchi di nuovo terra stabilmente.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 6 post della stessa.

    Coral beve la tisana di Eloise (5/7) e indossa la tuta di Alec


    Edited by Coral Allen - 6/5/2021, 17:55
     
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    Qualcuno vuole del té?

    Caliban si avvicinò al suo prefetto, prendendo una delle tazzine aggiungendo un cordiale

    Io, grazie mille...

    Il suo aspetto era oltremodo buffo: aveva assunto una posizione da gran pensatore, sorseggiando elegantemente del thè appoggiato con un gomito al muro, mentre il suo kimono con i lama, che lasciava intravedere i boxer degli Avengers, strideva con la sua espressione concentrata.
    Era fermamente convinto che un grande capitano pirata non avrebbe mai lasciato i suoi mozzetti vagare nel vuoto più assoluto senza dispensarli di qualche suggerimento, anche campato in aria.
    Il diavolo stava nei dettagli e dietro la marea di parole che il suo Capitano Fantasma aveva detto, doveva nascondersi qualcosa... qualcosa che legava i due amanti.
    DeWitt rimase qualche istante in contemplazione con un fare da Sherlock Holmes, accarezzandosi la barba che non aveva.

    Stava creando qualcosa attraverso cui potessero tenersi in contatto anche a distanza di oceani, giusto? Potrebbe avere a che fare con un modo loro di comunicare?

    Forse i due amanti avrebbero potuto comunicare tramite le stelle o i dipinti!
    La voce di Hesper però, fece capolino in quel momento, dando una risposta più che plausibile e sensata. Se qualcuno fosse entrato nella loro sala comune, Gallìleus doveva sicuramente saperne qualcosa!

    DOVE HAI VISTO LA “TEMPESTA” NEL QUADRO DI GALILEUS, MOZZETTA SLAVATA?

    Merda...

    Cal si trovava ad un punto morto.
    Fu proprio allora che Coral cadde rovinosamente tra le mani di DeWitt, colpa della sua piaga che la rendeva instabile, lei che era il caposaldo della loro squadra di quidditch.

    Oh... non preoccuparti, tutto bene?

    Rispose quasi d'istinto, cercando di aiutare la sua compagna più grande a ricomporsi, portando una ciocca di capelli che le cadeva sul viso dietro l'orecchio.

    capelli corvini le cadevano come onde

    Iniziò subito a riflettere su un simbolismo nascosto nella descrizione della amata del capitano, qualcosa che fosse scuro ma con... dell'energia...

    I quadri all'ingresso! I capelli corvini le cadevano come onde del suo mare sulle spalle, gli occhi chiari, dalle sfumature violacee, sprizzavano energia pura. I capelli corvini potrebbero essere una metafora del cielo mentre gli occhi dalle sfumature violacee i fulmini, può essere che sia nascosto lì nei dintorni... che so, nella cavità della parete o dietro ai quadri...

    Un'idea forse poco originale, la sua, ma aveva terminato le idee.
    Colui che aveva nascosto la bacchetta forse non sapeva nulla dell'amore dei due, quindi l'intuizione del giovane ragazzo tempesta era sbagliata ma valeva la pena tentare.
     
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    Salutò Lady Leen appena la vide, a modo suo ovviamente: con la mano sinistra face un paio di corna rock/metal/insommavetecapito mentre la destra la portò alla fronte per farle un piccolo saluto militare, ma che di marziale non aveva assolutamente nulla; quindi le notò il pigiama, lo indicò guardandolo e le fece una smorfia di approvazione con tanto di pollice alzato.
    Il secondo che vide arrivare fu Caliban sapeva benissimo fosse anche lui un fan del fantasma, condividevano parecchie cose, non era affatto meravigliato trovarlo li invece che in sala grande.

    Hey Bee, dici che possiamo cercarla insieme?

    Avvicinò l'orecchio al suo compare per poterlo sentire meglio. Pollice alzato anche per lui.
    Stette ad ascoltare con immenso piacere la prefetta della sua casata, Hesper Fawley, Bee non la conosceva benissimo, diciamo solo che la sua cerchia di conoscenze si limitasse a persone al massimo di un paio di anni più grandi di lui. Però non era male come prefetta, sapeva il fatto suo e soprattutto non scassava troppo la min- le scatole. Dava ai suoi pulcini la loro libertà e tutto lo spazio che volevano senza essere troppo invadente, anche se sapeva benissimo come farsi rispettare.
    Quando terminò il suo discorò si alzò di botto dal divano, stava per dire che gli aveva tolto le parole di bocca, anche se la sua era molto più un intuizione che un ragionamento vero e proprio, quando Nephyna si presentò di nuovo deprecando (per usare un eufemismo) le idee dei giovani tempesta. Si ammutolì immediatamente facendo una buffa espressione sconsolata, ma non potè non dirlo, ne andava della sua onestà interiore, non se lo sarebbe mai perdonato se non fosse intervenuto, anche a costo di fare una brutta figura col pirata.

    Non per difendere Hesper, ma devo ammettere che anch'io pensavo alla Notte Stellata..

    Si grattò un poco la testa sentendosi forse un po' stupido di fronte a Nephyna.
    Fortunatamente c'era Coral, non fece caso alla sua caduta, sapeva della sua piaga, intervenne uscendosene con qualcosa di forse migliore e di più gradito per il loro amabile fantasma.

    I quadri all'ingresso! I capelli corvini le cadevano come onde del suo mare sulle spalle, gli occhi chiari, dalle sfumature violacee, sprizzavano energia pura. I capelli corvini potrebbero essere una metafora del cielo mentre gli occhi dalle sfumature violacee i fulmini, può essere che sia nascosto lì nei dintorni... che so, nella cavità della parete o dietro ai quadri...

    Giusto! Magari sta proprio negli occhi la bacchetta.. cioè nei fulmini, in qualche maniera. Neph ha detto che nel manico aveva una gemma violacea, seguendo questo ragionamento potrebbe essere.

    Continuò il discorso di Caliban raggiungendoli e mettendosi al loro fianco.
    Ma non si fermò.

    E magari se non è la pista giusta possiamo comunque chiedere ai quadri, ce ne sarà pur qualcuno che si ricorda qualcosa! Che ha visto entrare il preside quella volta, o udito qualcosa..

    Non era così illogico, no? Sempre se Nephyna aveva raccontato una storia con del fondamento, non che Bee avesse dei dubbi, ma poteva benissimo non essere mai accaduto. Ma molti quadri avevano occhi e orecchie, se avevano fortuna qualcuno poteva aver visto o sentito qualcosa e ricordarsene da quella volta. Certo forse avrebbero dovuto avere molta fortuna, ma perché scartare quest'opzione a priori?
    Di nuovo non ci aveva ragionato tantissimo, era solo una cosa che gli era venuta in mente mentre stava parlando.
     
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    C'è più tempesta nel quadro di Galileus che nella tua testa ectoplasmatica, credimi.

    Per una volta non ci fu alcun cambio nell'aspetto di Hesper, perché effettivamente non era arrabbiata, appena infastidita certo ma troppo concentrata a ragionare su tutti i possibili nascondigli della famosa bacchetta per mettersi a fare la guerra contro un fantasma. Tant'è che nemmeno abbassò lo sguardo dalla parola comparsa tempo addietro sul soffitto dato che ancora - secondo lei- aveva un ruolo importante in tutta quella storia; dopo passò attraverso il pescecane con fare completamente indifferente.

    Se ci dividiamo bene i compiti possiamo fare tutto.

    Tutti i bambini che vedevano diventare Amestris la loro seconda casa si accorgevano istantaneamente di quanta magia permeasse l'aria, anche chi come Hesper vi era abituata. Nonostante non avesse alle spalle una storia lunga quanto quella della predecessora Hogwarts, a suo modo riusciva a sorprendere, con piccolezze come passaggi segreti o caratterizzazioni più grandi come l'estensione delle segrete che aveva portato gli studenti e alcuni professori a vivere una vita in compagnia di una personalissima piaga, insomma nessuno poteva dire di conoscere quella scuola come il palmo della propria mano, non ci riusciva il preside figurarsi gli studenti, loro potevano solamente dare sfogo alla fantasia, chi magari per tramortire in modo scherzoso i primini o chi semplicemente per cercare di raggruppare un po' di fama, quanto bastava per diventare una sorta di stella cadente almeno. Ma se per puro caso una di quelle storie "inventate" potesse effettivamente divenire qualcosa di reale? In quel caso se di doveva pensare come un tempesta per trovare un cimelio che la rappresentasse allora si doveva guardare più in là del solito, oltre il tutto.

    Più tardi osservò soltanto l'uomo entrare nella Sala Comune della Tempesta.

    Aspettate. Nephyna ha detto di aver visto Harmony entrare nella Sala Comune, quindi c'è qualcosa che non mi torna.

    Se il vecchio preside avesse davvero nascosto la bacchetta in uno dei quadri all'ingresso, dietro o anche nelle vicinanze, perché dopo era rientrato? Hesper pensò al luogo dove le piaghe ebbero inizio, nessuno era al corrente della sua esistenza prima di Halloween e se si provava ad applicare un ragionamento del genere anche per la loro sala comune?

    Tra i due quadri c'è lo spazio per una porta, quella che serve per raggiungere questo posto, sappiamo tutti come funziona ma se Harmony avesse usato un altro ingresso? Sono solo ipotesi ma mi viene in mente una storia che mi raccontò mia nonna, una stanza che si trovava nella sua vecchia scuola, era magica, lei l'aveva definiva "viva" e alle volte al suo interno quelli che ne erano a conoscenza o che ci capitavano ci nascondevano di tutto, tutte quelle cose che solitamente non si volevano più ritrovare. Mi pare avesse provato a lasciarci il suo primo fidanzato ma ha finito con il perdersi lei.

    Se doveva scegliere tra il non avere da dove iniziare e l'avere qualcosa che poteva anche non essere giusto, allora avrebbe scelto sicuramente la seconda opzione. Più idee venivano scoperte più probabilità di trovare il modo di raggiungere avevano per raggiungere quella bacchetta. Non era riuscita a fare nulla la sera dove tutto ebbe inizio, certo, ma ora poteva fare qualcosa per aiutarli a liberarsi dal peso delle piaghe, tutti insieme potevano, solo non dovevano arrendersi.
     
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    Quando Nephyna aveva iniziato a richiamarli con la sua voce tonante, Samantha era già lì con Svart ai suoi piedi. Di solito c'era sempre da divertirsi, quando si trattava del fantasma della Tempesta.

    Una caccia al tesoro.

    La sua mente trovò subito il focus: una bacchetta misteriosa da trovare, come un forziere da scovare dentro una grotta. Quello era il tipo di mistero con il quale vivevano i pirati ogni giorno, giusto?
    Ricordi di un evento successo lo scorso anno affiorarono alla sua mente, all'epoca era stato divertente, fingersi un pirata.
    Alzò gli occhi verso il soffitto, studiando le scritte sopra la sua testa.

    Tutto ciò che la mente immagina, può essere realizzato.
    Cor Tonat, Notio Fulgurat



    La seconda scritta era nuova, solo chi si era risvegliato da quello strano sogno probabilmente si ricordava la stranezza di averla vista per la prima volta.
    Ecco, quello era un altro mistero irrisolto, ma poteva davvero dire loro qualcosa riguardo quel nuovo enigma? Samantha non avrebbe saputo dirlo con certezza. Era il risultato di un puzzle che si era palesato tra le loro mani quando avevano preso la passaporta-tesoro di Nephyna.
    Fulmini, saette, folgori, nomi che si addicevano ad una Tempesta, ma fin dove potevano arrivare per aiutarli a trovare la bacchetta?
    Dietro la tempesta? Tecnicamente dietro i quadri c'era la Sala Comune.

    Forse possiamo lanciare un incantesimo della Tempesta sui quadri? Oppure sulla parete dietro...

    Samantha era sicura che un tempo la sua Sala Comune fosse brillante di viola e giallo, piena di quei colori che l'avevano accompagnata ai suoi primi anni in Accademia. Nel suo vedere solo grigi, non le era rimasta più molta percezione di dove doversi immaginare ciò che le pareva fosse colorato o meno. Il viola era solo un grigio più scuro del giallo, mentre l'oscurità diventava completamente nera e la sua testa iniziava a farle male.
    Una cosa potevano fare, soprattutto quelli come lei che non erano così tanto bravi con i ragionamenti complicati: ovvero cercare in giro per la Sala Comune come si cercherebbe un oggetto qualunque.

    Comunque... l'anno scorso è apparsa una scritta nuova lassù...

    Alzò il braccio contro il soffitto, prima di mettersi al lavoro.
    Non voleva mettersi a sfasciare le cose sotto gli occhi dei Prefetti, quindi preferì non iniziare a smuovere niente, per quanto stare fermi non poteva essere un'idea così tanto produttiva.
    Hesper era sicuramente una voce più autorevole della sua in ogni caso.
    Samantha sollevò la sua bacchetta, puntandola contro gli elementi che componevano la Sala Comune. Chissà quanta roba c'era nascosta in giro, di cui nessuno sapeva niente...!

    O forse possiamo sollevare tutto e vedere se c'è qualcosa?

    Oh, l'idea dei mille mobili fluttuanti era molto divertente. Sicuramente un oggetto così prezioso non poteva essere stato nascosto in maniera così ovvia. Eppure, tentare a chi poteva mai nuocere?

    Ah, dovrei cercare più seriamente anche indizi sulla Piovra...

    Samantha Silverclaw: Affinità 13 (10), Carisma 13 (9) Intuito 6 (5)
    Piaga: la Zebra
    Il mondo adesso è bianco e nero, senza più colori ma solo una vasta distesa di sfumature di grigio. Difficile distinguere il vero grigio dai falsi se non grazie alla memoria, ma se ciò non bastasse la tua vista è più sensibile alle due tonalità estreme. Una delle due, infatti, domina temporaneamente su tutto, schiarendo o scurendo quello che vedi. Guardare qualcosa realmente colorata di bianco ti infastidisce come piccole punture di spillo, guardare qualcosa di nero invece ti provoca mal di testa.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic. Ogni 4 post vedrai soltanto in bianco e nero in maniera alternata; es. il tuo primo post sarà in bianco e nero e così i 3 successivi; poi vedrai soltanto in bianco; seguiranno altri quattro post in bianco e nero, e infine un post in cui vedrai soltanto oscurità. Fino a quando non ricomincerà il giro...[1/4]
     
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    Bacchetta. Quella parola rimandava in automatico a Sert senza volerlo. Chissà come l'avrebbe presa nel sapere che ad Amestris si nascondeva una bacchetta magica legata alla Tempesta. Di come il Fantasma quando non era un Fantasma l'aveva vista usare dalla donna che amava. Ah, lo sapeva che anche lui era un gran romanticone sotto sotto! Forse al Signor Pirata sarebbe servito di più Little Keeper, così da produrre più pozione e far innamorare di nuovo la Fantasma della sua amata. Sempre che fosse in giro da qualche parte. Ma i Fantasmi le potevano bere, le pozioni?
    Persa in mezzo a un fiume di ipotesi Máiréad aveva accolto con curiosità la notizia di un oggetto del genere. La immaginò viola, con le pietre preziose viola e gli intarsi in oro come le era parso di sentire, con disegni di fulmini e saette...

    Ah, quindi Nephyna non stava descrivendo una vera signorina?

    Chiese a Caliban, del tutto sorpresa sull'interpretazione del compagno. Cavolo, e lei che invece pensava stesse parlando di una donna! Chi avrebbe mai pensato che in realtà il Fantasma stesse parlando in maniera così criptica? Capelli per il mare e gli occhi viola per la terra... no, forse non era così che lo aveva interpretato, perché mai il viola doveva essere associato alla terra? Máiréad si rese conto della sciocchezza a cui aveva pensato, ma non ricordava più quale fosse l'ordine giusto. Oh beh, l'importante era che lo avessero capito gli altri: la Callaghan preferiva sbagliare da sola piuttosto che vedere tutti gli altri cadere con lei.

    A me piacciono le tue idee, Hesper. Tá siad an-chliste agus aisteach. [Sono molto intelligenti e curiose.]

    Si rivolse alla Prefetta. Anche se Nephyna aveva i suoi diversi modi di esprimere le cose, aveva comunque aiutato tutti a far capire che Hesper avesse ragione.

    Se c'è una porta nascosta in mezzo ai quadri me lo farete sapere? Preferisco riposare la gamba, gortaíonn inniu [fa male oggi].

    Máiréad si sedette su uno dei cuscini presenti in Sala Comune, incrociando a forza con l'aiuto delle mani la gamba inerme sull'altra. A quanto aveva capito era là che aveva deciso di andare la maggior parte del gruppo rimasto a cercare, aiutati da Nephyna e dall'ultimo indizio. In quanto all'irlandese dal ciuffo colorato, usare la bacchetta mentre cercava di rimanere in piedi grazie alle stampelle avrebbe solo causato guai. E se avesse sbagliato mira scivolando, non riuscendo a eseguire le due azioni contemporaneamente? Nonono, meglio che non rovinasse nulla scegliendo di rimanere comunque a disposizione per aiutare, ma non di certo facendo l'equilibrista.

    Cosa cerchi, Sam?

    Puntò lo sguardo in alto seguendo quello dell'amica a fissare le nuove parole che dallo scorso anno erano apparse sotto il vecchio motto. Ricordava che a lei fosse capitata la parola rat, ma prima di allora credeva solo di doversela vedere con un ratto. Lei il latino non lo sapeva parlare, figurarsi unire dei pezzi per ricavare una frase in quella lingua. Di sicuro se fosse ricapitato un tranello del genere avrebbe rinunciato a prescindere.
    Máiréad rimane, ma non si accoda per il momento al gruppo e si siede in Sala Grande. Almeno per il momento vorrebbe evitare sforzi fisici, tranne se non sarà strettamente necessario :3

    Piaga: la Tartaruga
    A giorni alterni una delle tue gambe smette di funzionare: nei giorni pari la gamba destra, nei dispari la sinistra. Tutte le volte che cammini, corri o durante qualunque altra azione che costringa a muoverti occorre il doppio del tempo necessario, nonché maggiori dolori dovuti allo sforzo muscolare di una sola gamba. Inizia a saltellare, perché è la tua unica chance!
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Le vivaci menti dei giovani studenti non ci avevano messo molto ad intuire che la soluzione dell’enigma del fantasma potesse celarsi proprio dietro quei quadri che, solerti, assistevano ai loro ragionamenti ancora acerbi. Le voci che si erano accavallate avevano azzardato ipotesi disparate, ma tutte legate a quegli stessi oggetti che, di tanto in tanto, sarebbero stati sorpresi dagli studenti a ridacchiare in modo sommesso o a gettare loro occhiate di sbieco. Risultava evidente che, in un’occasione come quella, ciascuno avrebbe dovuto affidarsi al proprio istinto e cogliere qualsiasi segnale gli venisse suggerito, anche quelli apparentemente insignificanti. Talvolta, le soluzioni agli enigmi che appaiono più complessi erano proprio le più banali ed immediate...


    rBYWeCW

    Coff Coff…



    Proprio mentre gli studenti continuavano a parlottare fra loro, una voce roca si sollevò da uno dei quadri, un colpo di tosse troppo forzato per risultare naturale. Che qualcuno stesse tentando di attirare la loro attenzione?
    Se avessero sollevato lo sguardo, avrebbero notato in uno dei quadri il ritratto di un vecchio astronomo illustre, Matthew Priest, solitamente silenzioso, sontuosamente abbigliato e placidamente adagiato su un trono. La folta barba corvina arrivava a coprirgli le labbra, mentre le mani stringevano gelosamente una riproduzione del globo terreste, utile a calcolare la posizione del sole, della luna e degli altri corpi celesti. Teneva ancora la mano davanti alla bocca e pareva cercare con lo sguardo ciascuno dei presenti, quasi come se volesse lasciar intendere che fosse stato lui ad attirare la loro attenzione.
    I ragazzi avrebbero potuto proseguire indisturbati con i loro ragionamenti o mostrare quell’intraprendenza che li avrebbe spinti a cogliere gli stimoli dell’ambiente stesso, cercando finalmente un modo per interagire concretamente nei confronti dei due quadri all’entrata della Sala Comune della Tempesta.



    Scadenza: 30 incluso
    Entro questa data avrete la possibilità di formulare da voi delle ipotesi prima che vi arrivino dei soccorsi dal Tessitore. Il turno, complessivamente, scadrà giorno 2 incluso.

    A questo punto, tocca a voi scegliere come agire: dopo tanto teorizzare, è arrivato il momento di agire! Ma come? Sarete voi a sceglierlo, che sia lanciando una magia, insultando Nephyna o tentando azioni strampalate degne dei figli del Fulmine.
    Inoltre, i quadri della Sala comune sono in evidente subbuglio... significherà qualcosa?

    - Potete tentare tutte le azioni che ritenete più opportune, purché non siano autoconclusive. Ogni tentativo di azione verrà presto destinizzato.

    Buon gioco!
     
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    Finalmente si stava entrando nel vivo di quella caccia al tesoro perduto di Nephyna, ma Bee non riuscì a non notare come fossero rimasti solamente in sette, la sala comune si era praticamente svuotata!

    Casa dei curiosi il caz-!

    Si limitò a scuotere il capo arruffando anche quelle poche ciocche rimaste sane mentre con lo sguardo dava un'occhiata ai presenti; e perché no anche un orecchio magari. Tutti dissero la loro e con immensa gioia Bee notò fossero rimaste anche Máiréad e Samantha, non che le conoscesse così bene, ma almeno la presenza di una di loro gli permetteva di parlare gaeilge abbastanza liberamente senza essere considerato totalmente in preda ad una follia verbale, una delle poche persone li alla scuola con cui poteva avere una discussione da cima a fondo in lingua irlandese!
    Si sentì abbastanza avvilito quando vide Máiréad doversi sedere per via della sua piaga, ma anche Samantha.. e Coral! In cuor suo avrebbe davvero voluto esistesse un modo per trasferirle, così che potesse farsene carico e liberare loro! Era una cosa abbastanza dolce da dire, difatti tenne il pensiero per se, non fosse mai qualcuno scoprisse la sua vera natura. Era anche un tipo da "not-on-my-watch", "non finché ci sono io" ma purtroppo per quel fattaccio in particolare non poteva fare granché.. se non farle ridere e divertire!
    Prese una delle coperte che probabilmente una ragazzina aveva lasciato li, era riposta malamente su di una sedia e decise di prenderla in prestito. Se la mise dietro a mo' di mantello, come fosse un super-eroe improvvisato; peccato che quel pigiama da bambino e la coperta color lilla rendevano il tutto assai buffo. Era parecchio cresciuto da inizio anno, sia in altezza che.. grossezza, sarà stato sul metro e settanta, ma nonostante ciò dentro non era cambiato di una virgola! O meglio magari un po' era cresciuto anche dentro, ma quella sua voglia di far felici e divertire tutti era ancora con lui.

    WORRY DO NOT! Captain Bee is here for your concerne!

    Esclamò attirando l'attenzione su di se e facendo una classica posa da hero mettendosi i pugni ai fianchi e guardando verso un punto indefinito, certo magari fosse apparso Nephyna si sarebbe dibattuto sul chi fosse davvero il capitano, ma fortunatamente per tutti sembrava essersi volatilizzato.
    Fu proprio in quell'istante che si accorse degli insistenti colpi di tosse di un quadro alle sue spalle.
    Molto insistenti.

    Siii satana?? Ha qualcosa da dire??

    Fece con voce impostata cercando di sembrare un superuomo superidicolo, si avvicinò al quadro osservando il prisco signore che vi era all'interno. Ovviamente aveva ancor i pugni serrati sui fianchi in quella buffa posizione.
    Non aveva la più pallida idea di chi fosse l'uomo ivi rappresentato.

    Orsù! ... Buon uomo, mi esponga i fatti! Vi è una bacchetta da salvare, ha percaso visto qualche certo preside in qualche certa occasione armeggiare con una qual certa bacchetta nel limitrofo di qualche.. certo quadro?? Non cincischi!

    Quindi lo guardò di sottecchi cercando di assumere un'espressione solenne in volto, per quanto fosse possibile sembrare solenni a quel punto.

    Oppure è proprio lei che ci sta nascondendo qualcosa magari, eh!?

    Cominciò a scrutare il quadro andando molto vicino con il volto cercando un qualsivoglia dettaglio che fino ad allora non aveva notato.
    Terminò comunque attendendo una risposta dal vecchio astronomo Priest; di primo acchito l'unica cosa che vide fu un vecchio mappamondo fra le mani dell'astronomo, Bee concentrò la sua attenzione proprio su questo, magari, pensava, ci sarebbe stato qualcosa di più dettagliato disegnato sopra!
     
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    Era sera, era stanca e dannatamente infastidita da tutta quell'assurda situazione: non sapeva fino a quanto sarebbe riuscita a rimanere paziente di fronte alla possibilità di guarire, non adesso che sembrava così vicina.
    Nephyna non era stato particolarmente d'aiuto, e i due quadri posti di fronte l'entrata della Sala Grande erano soltanto due quadri raffiguranti un temporale, un vero e proprio cielo in Tempesta. Come poteva nascondersi lì dietro una bacchetta?
    Dovevano cercare, controllare, armarsi di larghe vedute per cercare di capire cosa intendeva dire quello strampalato di un fantasma.

    Qualcuno sposti i quadri, sia mai che la bacchetta si trovi davvero lì dietro.

    Si rivolse a gran voce a tutti i presenti.
    Avrebbe aiutato anche lei nel tentativo, almeno fino a quando non venne distratta dai bisbigli dei quadri, evidentemente incuriositi anche loro da quella ricerca improvvisata, e dal richiamo verso uno di loro di un concasato al terzo anno, se ricordava bene, Bealtaine
    Cominciò ad avanzare velocemente verso di lui, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla.

    Lascia, con loro servono le maniere forti.
    E io non ho voglia di perdere tempo.


    E così dicendo puntò la bacchetta verso l'astronomo senza troppe esitazioni, cercando di assumere l'espressione più minacciosa di cui era capace.
    Senza mai smettere di rivolgersi a lui in maniera educata, in ogni caso.

    Parli, Signore, o le giuro che taglierò la sua tela.

    E a quel punto sarebbe stato letteralmente sfrattato, costretto ad una nuova abitazione: Coral non l'avrebbe mai fatto, ovviamente, ma le serviva soltanto che lo credesse perché si dimostrasse molto più collaborativo, considerato il borbottare generale degli abitanti dei quadri in quella Sala. Chi meglio di loro poteva dirgli qualcosa riguardante un quadro?
    Era stanca infatti di tutta quella situazione, voleva trovare la bacchetta, voleva consegnarla alla sua Responsabile, voleva mettere un piede sulla sua piaga e su quella di chiunque altro per schiacciarla e ridurla in poltiglia, fino a quando non sarebbe stata che un brutto ricordo.
    Ma per allora ebbe anche un'altra intuizione: lanciò un'ultima occhiata minacciosa verso l'astronomo, per poi dirigersi in fretta verso i due grandi quadri all'entrata e lanciare verso di loro un incantesimo che, forse, avrebbe potuto fare al caso loro.

    Revelio.
     
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