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    Nome: Ignarius Revelico
    Prestavolto: Sigmund Freud
    Storia:
    Ignarius Revelico fu un magi-psicologo del XV secolo famoso per avere inventato i primi strumenti magici utili ad accompagnare verso l'ipnosi e il recupero di ricordi nascosti dal proprio inconscio.
    I primi anni della sua carriera furono contraddistinti da parecchio successo, date le sue conoscenze, la sua bravura e la sua capacità innata di relazionarsi ai pazienti.
    Celebre fu l'episodio in cui, grazie all'aiuto di esperti medimagi, riuscì a far recuperare a una strega la memoria dopo che questa bevve un litro di acqua dal fiume lete, scambiandola per sbaglio con acqua distillata.
    Ma niente durava per sempre. Col passare dell'età gli atteggiamenti di Ignarius mutavano, dapprima in modo lieve, poi in modo più evidente, fino a quando non sembrò diventare un'altra persona: la demenza senile divorò esattamente ciò sul quale lui stesso aveva fondato i suoi studi, la sua mente. I suoi discepoli, desiderosi di riportare il vecchio magipsicologo in mezzo a loro, utilizzarono su di lui le sue stesse tecniche, ottenendo un risultato mediocre: a sprazzi di pazzia in cui Ignarus insulta i pazienzi o dà loro diagnosi totalmente errate, a sprazzi in cui tornava ad essere lo stesso Ignarius di sempre.
    Morì senza riuscire a trovare una cura definitiva al suo problema, motivo per il quale decise di non passare oltre: sarebbe rimasto sulla terra fino a quando non avesse trovato una soluzione, vivendo fra le sue due personalità distinte, il folle ed il sano.

    Carattere e comportamento abituale:
    IL SANO
    Uomo saggio, rispettabile e su cui poter fare affidamento, Ignarius non si tira mai indietro quando vede studenti piangere per il corridoio o lamentare dei dolori: cerca sempre di aiutarli al meglio delle sue possibilità, pur parlando in un linguaggio incomprensibilmente tecnico e che difficilmente gli studenti comprendono.
    Ma le sue orecchie sono delle ottime ascoltatrici, e talvolta dispensa consigli che vanno oltre il puramente magimedico, cadendo nel paternale.

    IL FOLLE
    Con la stessa verve del sano, Ignarius il folle si avvicina agli studenti con viso bonario e sorriso accennato, prima di sputare su di loro tutti gli insulti più colorati di cui è capace, dando diagnosi raffazzonate ma senza mai perdere il suo linguaggio tecnico e talvolta incomprensibile.
    Gli studenti, ovviamente, conoscono bene la sua doppia natura, e allora sanno che per riconoscerlo prima di chiedere una sua consulenza c'è solo una cosa da fare. All'espressione "ho voglia di cioccolato", Ignarius risponde infatti soltanto in due modi che permettono di distinguere di quale dei due Ignarius si tratti:

    IL SANO - la tua serotonina farà i salti di gioia!
    IL FOLLE - Sei sicuro di non avere rapporti disfunzionali con tua madre in fieri?
  2. .
    CITAZIONE
    Titolo: In viaggio verso la speranza
    Autore: Augustus Baker
    Personaggi: Augustus, Alex, Esther, Alec, Andrew, Amalia, Tyrion Lannister, Daenerys Targaryen, Sam Tarly, Melisandre, Arya, Varys e Jon Snow

    - Prologo
    - Capitolo I – Il monco
    - Capitolo II – il Guardiacaccia
    - Capitolo III – La criminale
    - Capitolo IV – La giornalista
    - Capitolo V – Il Preside
    - Capitolo VI – La Donna di Ghiaccio
    - Epilogo

    PROLOGO

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    C’era qualcosa in quel mare d’inverno che placava l’animo infuocato di Daenerys Targaryen: nonostante il mondo stesse per finire, le onde continuavano a rimanere serene ed imperscrutabili, come se la fine di ciò che conoscevano non le riguardasse.
    Li avrebbe uccisi tutti, uno per uno. Avrebbe ucciso i figli della notte vendicando così il suo di figlio perduto, Viserion, che mai sarebbe tornato a scaldare il cuore della madre con il suo immenso affetto.
    Ma al momento, tutto ciò che poteva fare era attendere e sperare, insieme a tutti gli altri salpati per quel viaggio insieme a lei.

    Sei sicura che funzionerà?

    Non si voltò nemmeno quando proferì parola, sicura che la donna al suo fianco avrebbe compreso.
    Melisandre non trovava nella forza del mare il controllo sulle sue emozioni; ad animarla erano sempre e comunque le fiamme, che lei aveva davanti al suo sguardo nonostante gli occhi poggiassero su infiniti orizzonti d’acqua.

    Funzionerà, vostra grazia.

    Si lasciò sfuggire solamente, mentre la brezza solleticava le sue gote e spargeva i suoi capelli rossi al vento.

    E se non si fida di me, si fidi del suo amico.

    Sam Tarly, impacciato come sempre, stavolta non tentennò un istante dopo essere stato interpellato. Tossì piano, abbandonando il mare per cercare la tempesta negli occhi della sua Regina.

    Sì… Funzionerà.
    Cornelius Angle ne è sicuro, quindi… io ne sono sicuro.


    Cornelius Angle, l’aritmante più famoso di tutti i tempi, li avrebbe guidati verso quell’avventura all’insegna dell’ignoto e della speranza.
    Sam aveva trovato quel libro per puro caso lì alla Cittadella: l’aveva sempre avuto con sé, ma non se n’era mai accorto prima di quel momento.

    Speriamo questo Cornelius Angle non fosse ubriaco quando scrisse quelle parole.

    Ad intervenire stavolta fu Tyrion Lannister, in piedi a pochi passi da loro. Ma Sam Tarly ignorò le parole del nano, cercando invece la fiducia di Daenerys, Arya, Varys e di tutti gli altri lì vicino, escluso Jon: lui credeva già in lui.

    …Una volta superate le terre dell’est, dovremmo incontrare un portale. Quello, grazie alla magia di Lady Melisandre, ci porterà
    diritti verso… l’Inghilterra magica.


    Daenerys non rispose alle parole di Sam, né a quelle di Melisandre.
    Neanche Jon al suo fianco tradì una parola: non si fidava della Donna Rossa, ma se Daeny e Sam si fidavano, anche lui l’avrebbe fatto.

    Sarà meglio che sia come credete.

    Daenerys lasciò ancora che le sue parole venissero cullate dal vento, mentre lo sguardo continuava a braccare l’azzurro del mare.

    Altrimenti sarà tutto finito.


    CAPITOLO I – IL MONCO

    La Testa di Porco non era certamente la migliore delle locande presenti nella zona, ma in quel luogo, oltre il puzzo e l’odore di stantio, c’era qualcosa che mancava a tutte le altre: la solitudine.
    Tenersi impegnato col lavoro, l’Accademia e i tirocini era utile per sfuggire dai propri pensieri, ma quando la notte calava e la mente sopravviveva al sonno, evitare i ricordi era dannatamente difficile. Allora, subentrava la voglia d’evasione dal mondo comune: lavorare non funzionava più, tenere la mente impegnata neanche. Ciò che poteva fare era affogare i pensieri nell’alcol e senza nessuno a distoglierlo dall’intento.

    Oh, bene.
    Allora non sono l’unico menomato in città.


    Ma i desideri di Augustus, purtroppo, non sarebbero stati esauditi neanche in quel posto dimenticato da Dio. L’hitwizard voltò il capo lentamente in direzione di quella voce nuova, senza nessuna particolare espressione sul volto: non aveva capito l’insinuazione dell’uomo fino a quando non vi adagiò sopra gli occhi scuri, riconoscendovi la figura di un nano. O forse era un Goblin?
    Non avrebbe avuto il tempo di pensarci perché il piccolo uomo salì su uno sgabello, portandosi esattamente accanto ad Augustus. Quello cominciò allora a guardarlo con curiosità, senza proferire parola, mandando giù piuttosto un altro sorso di liquido ambrato.
    Il nano nel mentre si rivolse al vecchio barista.

    Non avete vino di Dorne in questo posto, vero?
    Chiariamoci: berrei qualsiasi cosa, ma il vino dorniano non ha rivali…
    Come le sue donne, d’altronde.


    Il nano diede una piccola gomitata d’intesa ad Augustus, che in tutta risposta continuò a bere con lo stesso cipiglio incuriosito tinto sul volto.

    Prendo quello che beve il signore.
    E spero che almeno compensi il lungo viaggio.


    Il barista gli porse dunque un bicchiere di Brandy, che il nano mandò giù in un sol sorso prima di voltarsi verso il monco.
    Quel liquore aveva un sapore davvero strano per i suoi gusti.

    Allora.
    Non mi chiedi da dove vengo? Pensavo che si venisse in queste bettole per trovare un po’ di strana compagnia, oltre che per l’alcol.


    Augustus non seppe cosa dire a quel punto, totalmente confuso dalla situazione. Gli lanciò una sola eloquente occhiata prima di indicare al vecchio dietro al bancone di servirgli un altro bicchiere con un silenzioso gesto della mano sana.
    Si voltò allora verso l’entrata del locale, stranito da quell’improvviso arrivo, e senza accorgersi di strani movimenti nell’aria.

    Io vengo solo per l’alcol.
    Ma qualcosa mi dice che non smetterai di parlare.


    Tornò allora a rivolgersi al nano, che alzò il bicchiere verso l’alto alla sua salute.

    Puoi ben dirlo. Io sono Tyrion.
    E non c’è bisogno che mi dica chi sei tu: Augustus Baker, dico bene?


    A quel punto, Augustus posò il bicchiere sul bancone con un tonfo, la curiosità che aveva lasciato il posto alla preoccupazione. Si voltò verso il nano con fare serio, pronto a sguainare la bacchetta se fosse stato necessario.

    Come fai a sapere chi sono?

    Ho un amico che, beh… Diciamo, sa parecchie cose su parecchia gente.
    Sapeva anche che ti avrei trovato qui.


    E cosa volevi da me?

    Farti i miei complimenti, ovviamente!
    Acciuffare una delle criminali più ricercate degli ultimi tempi non è mica cosa da tu-


    Ma Tyrion non avrebbe avuto il tempo di continuare la frase, perché Augustus gli era letteralmente saltato addosso puntando la bacchetta sulla sua gola.

    Che cosa hai detto?
    Come fai a dire ciò che dici?


    Ehy, se dovete litigare, fatelo fuori dal mio locale!

    Augustus cominciò a sentire il cuore palpitare, perché nessuno, nessuno a parte lui e il corpo Auror sapevano cosa fosse successo mesi prima, e che genere di ospite aveva accolto Akzaban per diverso tempo.
    Tyrion cominciò a guardare l’uomo con fare nervoso, cercando di spezzare la tensione con piccoli sorrisi, le mani portate in avanti come a voler mettere in chiaro le sue buone intenzioni.

    …Ehy, Ehy, non c’è bisogno di reagire così, davvero.
    Guardami, sono solo un povero nano!


    Un povero nano che parla un po’ troppo.

    E così dicendo lo lasciò andare, ma senza allontanare la bacchetta dal suo capo.

    Rispondi alla mia domanda.

    Tyrion sospirò, ringraziando il cielo che la sua lingua lunga fosse riuscita a salvarlo ancora una volta, tornando a sedersi con un piccolo groppo in gola.

    …Ricordi quell’amico di cui ti parlavo? Beh, lui.
    Sempre lui.


    E questo amico sarebbe?

    …Non ha importanza, in questo momento.
    Ciò che conta adesso, Augustus Baker, è che noi abbiamo bisogno del tuo aiuto.
    Del vostro aiuto.


    E così dicendo Tyrion nascose fra le dita un impercettibile capello dell’uomo che l’aveva appena attaccato, conservandolo in tasca piuttosto che buttandolo per terra.

    Ma nessuno di voi dovrà mai saperlo.

    Augustus, sconvolto da quelle assurde parole, non ebbe il tempo di reagire: uno strano sonno lo colse tanto all’improvviso da impedirgli di comprendere cosa stesse succedendo, il capo improvvisamente poggiato sul bancone, assente. Si sarebbe svegliato dopo diverse ore in quella stessa locanda, senza riuscire a comprendere se ciò che aveva appena vissuto corrispondesse a sogno o realtà.

    Certo che questi veleni sono davvero efficienti.
    Beh, è ora di andare.


    Tyrion continuò a parlare da solo, nel mentre, riprendendo dalla tasca la fialetta di tè della luna di cui aveva versato poche gocce all’interno del drink dell’uomo, senza che quello potesse accorgersene.

    Grazie buon uomo, e scusi per il disturbo.

    Prima di andare, lasciò quindi sul bancone una cospicua somma di galeoni – delle monete davvero strane -, consapevole che quel vecchietto non avrebbe mai riferito una parola sull’accaduto.


    CAPITOLO II – IL GUARDIACACCIA

    Il fiume Boann scorreva placido sotto il suo sguardo, perso fra le scintille d’acqua cristallina come in cerca di una boa, ma senza trovarla. Seduto sulle sue sponde, Alec rifletteva sul senso di quei giorni e di quelle settimane, di quella vita tanto infame da avergli portato via ciò che aveva di più caro, poco alla volta, fino a lasciarlo completamente solo. Ricordò le parole che lui stesso rivolse a Coral, tempo prima: le persone se ne andavano, prima o poi, e non era colpa di nessuno. Le strade si dividevano ma continuare a camminare da soli non era impossibile. Alec lo sapeva, lo sapeva bene, e per quanto avesse creduto a quelle stesse parole mentre le pronunciava, adesso, a ridosso dei tempi andati, avrebbe voluto non crederci.
    Con un gesto delle dita, fece sbocciare dinanzi ai suoi occhi una piccola primula. Avrebbe voluto far crescere il nuovo nella sua vita allo stesso, identico, modo.

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    Ma cosa…

    Dei suoni sordi, in realtà familiari, lo distrassero dai suoi pensieri. Non sapeva quanto fosse comune veder volare un drago al di fuori della loro radura, ma in fondo si trovava comunque a Drayrdd, quanto poteva essere difficile? Alec non staccò lo sguardo dalla maestosa creatura neanche per un istante, assistendo al momento del suo atterraggio: se la presenza di un drago nei dintorni non lo stupiva, vedere scendere dalla sua schiena aguzza una ragazza lo sorprese al quanto. Non aveva idea che i draghi si potessero cavalcare. Continuò ad osservarla da lontano in silenzio, senza scomporsi di un millimetro: le donò solamente il suo sguardo, insieme ad un’espressione incuriosita dipinta sul suo volto. Quella sarebbe stata destinata a diventare persino più esplicita, mano a mano che la ragazza dai capelli perlacei si andava facendo più vicina a lui, cogliendolo di sorpresa.
    Deglutì.
    Quella si fermò davanti ai suoi occhi, guardandolo con espressione impassibile prima di schiudere le labbra con fare solenne.

    Sono Daenerys Targaryen, "Nata dalla tempesta", la prima del mio nome, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, khaleesi del Grande Mare d'Erba, "la Non-bruciata", "Madre dei Draghi", regina di Meereen, "Distruttrice di catene".

    Dopo quella catena infinita di nomi, fra di loro cadde il silenzio più assoluto per diversi secondi.

    …Io sono Alec. Solo Alec.

    L’uomo era vagamente intimorito da quella ragazza, che aveva tutte le carte in regola per sembrare una… persona difficile.

    Sei una dragoni era? Non pensavo che i draghi potessero volare al di fuori dei confini della radura…

    Affermò con fare un po’ impacciato, portando la mano sul capo che grattò goffamente. A quel punto, lasciò vagare lo sguardo sulla ragazza: era giovane e dai lineamenti particolari, tanto da farla apparire come una straniera ai suoi occhi.

    Ho già detto chi sono. Sono Daenerys Targaryen, "Nata dalla tempesta", la prima del mio no-

    …Aspetta, ho capito, ho capito. Non sei una dragoniera.

    Il che spiegava perché quel drago grande e scuro somigliasse più a un ungaro spinato che a un verde gallese, ma non cosa ci facesse lì quella donna, perché fosse davanti a lui e cosa volesse.

    Sono qui per te, in realtà. Puoi aiutarmi a salvare il mio regno.

    Il tuo… cosa?

    Tutto ciò che devi fare, è darmi un tuo capello.

    Un mio… capello?

    Tutta quella storia non aveva alcun senso. Senza rendersene conto, Alec era già in piedi, senza però avere sfoderato la bacchetta: quella ragazza le sembrava soltanto stramba, non pericolosa. Che fosse scappata dal San Mungo? Questo avrebbe spiegato molte cose, ma non il drago addestrato…

    Senti, se hai bisogno di una mano… Posso aiutarti.
    Ma tu dimmi la verità.
    Chi sei davvero?


    Il tono dell’uomo a quel punto si fece più deciso, mettendo da parte tutti i suoi timori. Alzando gli occhi per aria, Daenerys si avvicinò maggiormente al Guardiacaccia, guardandolo dal basso verso l’alto. Si avvicinò tanto all’uomo da poterne sentire l’odore terroso, quasi vivesse a contatto con la flora di quel luogo. Alec, in tutta risposta, cominciò a deglutire: non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo, né il perché, ma sapeva che qualcosa non andava. Anche se era così vicina, e… carina da tentennare senza accorgersene.

    Inginocchiati e obbedisci.
    Sono la tua Regina.


    Una frase che Alec avrebbe apprezzato in altre circostanze, probabilmente, ma non in quella: la magia della loro vicinanza svanì nel nulla, portando con sé persino le preoccupazioni e la curiosità nei confronti di quella strana ragazza.

    …Io me ne vado.

    Ma Alec non avrebbe avuto modo di farlo, perché sarebbe stato colpito alle spalle da qualcosa che lo fece accasciare per terra, svenuto e senza sensi.

    Te l’ho detto che la storia dell’inginocchiarsi non avrebbe funzionato, Daeny.

    Un piccolo sorriso segnò il volto già marcato da cicatrici del ragazzo apparso nel nulla, che guardò la ragazza dagli occhi chiari senza alcun timore. Quella ricambiò il sorriso, piegandosi sull’uomo svenuto per strappargli un capello e riporlo in una fialetta.

    Andiamo via da qui, Jon Snow.


    CAPITOLO III – LA CRIMINALE

    Veloce come una lepre, furba come una volpe.
    La mano lesta, protetta dal guanto di drago, sfiorò la maniglia della camera sigillata, facendo scattare l’allarme: tutto come da programma. Arya Stark aveva organizzato il suo piano d’attacco nei minimi dettagli, grazie alle informazioni fornite da Varys. Non avrebbe mai creduto che sarebbero stati dalla stessa parte, ma non era difficile capire il perché considerato che fossero imbarcati sulla stessa nave.
    Ed eccola lì, proprio come sospettato. Aveva fatto alcune prove prima, Arya, aveva capito come funzionava, l’avevano avvertita che quegli uomini delle terre sconosciute erano strani. Ma lei si era fatta furba: aveva osservato, aveva spiato, e alla fine ne aveva raccolto i frutti.
    Si nascose nell’ombra, mentre la figura della giovane donna si appostava dinanzi alla porta della sua camera d’Accademia per capire chi avesse provato ad invadere i suoi spazi.
    Un rumore.

    Chi c’è?

    Con la bacchetta sfoderata puntata verso il vuoto, Alex Dragomir si guardò intorno, senza trovare nessuno. Con velocità, allora, aprì la porta della sua camera, chiudendosela in fretta alle spalle. Peccato che qualcun altro fosse entrato insieme a lei.

    Poco furba per essere una criminale, Hela Styles.
    O forse dovrei dire Alex Dragomir.


    Con un sorriso beffardo stampato sul volto, Arya estrasse Ago tanto velocemente da riuscire a disarmare Alex, che colta di sorpresa non fu abbastanza lucida per riuscire a reagire in fretta. I suoi occhi si tinsero di furia nel puntare quella che a conti fatti pareva essere una ragazzina, una ragazzina che avrebbe fatto una brutta fine se non le avesse risposto in quello stesso istante.

    Dimmi chi sei.
    Ti manda Esther? Perché in quel caso, non è divertente.


    Oh no, ad Esther penserà qualcun altro.
    Per te ci sono solo io.


    Continuò a sorriderle mentre si piegava in avanti a mo’ di inchino.

    Sono Arya Stark.

    Affermò con decisione, senza lasciare un momento lo sguardo dalla donna. Alex, nel mentre, adocchiava il cassetto contenente tutte le sue pozioni, aspettando solamente il momento giusto prima di buttarsi ai suoi piedi e lanciargliele contro.

    Avanti, non serve reagire male.
    Parliamo.


    Sorrise ancora, mentre lo sguardo di Alex prendeva sfumature ancora più accese di rosso.

    Non avrei dovuto mostrarmi a te, ma non potevo esimermi.
    Voglio sapere.


    Alex, coi lineamenti di Hela, continuava a guardare in cagnesco la ragazzina tanto furba quanto sfrontata. L’avrebbe afferrata per la gola, non sapeva come, ma ci sarebbe riuscita e le avrebbe fatto morire fra le labbra tutte quelle parole. Ma nel mentre, avrebbe dovuto temporeggiare finché non avesse potuto stringere fra le dita le sue pozioni.

    Cosa.

    Voglio sapere come fai a rubare la magia al Dio dei Mille Volti.

    A quel punto, la rabbia della donna si mescolò a stupore e a perplessità, cominciando a muovere piccoli passi in direzione della ragazzina. Quella si andava spostando di conseguenza, tanto che le due instaurarono una sorta di danza silenziosa in circolo.

    Non ho idea di cosa tu stia parlando.

    E non era una bugia.

    La tua faccia.
    Come fai a cambiarla tanto facilmente? Dimmelo e me ne andrò.


    Era affascinante per lei che aveva speso anni, tempo e sangue alla ricerca di Nessuno. Se esisteva un modo per esserlo con maggiore facilità, lei avrebbe voluto scoprirlo. E a quanto sembrava, un modo esisteva davvero.

    E perché dovrei?

    Ci era riuscita, Alex. Era riuscita ad arrivare al suo cassetto, girando attorno alla camera.

    Perché altrimenti dovrei ucciderti già adesso.

    E poi scattò, la pozione fumogena lanciata addosso ad Arya prima che questa potesse reagire: la sua spada volò lontano, e le due cominciarono a lottare corpo a corpo e per istanti che risultarono infiniti, mentre il fumo iniziava a dare fastidio ai sensi di entrambe. Le dita della ragazzina si strinsero allora addosso al capo della donna, cercando di tirare senza fermarsi: attorno alle sue dita si attorcigliarono i capelli della criminale, proprio come sperato. Arya allora, abituata allo scontro fisico più di Alex, riuscì infine ad assestarle un calcio nello stomaco dandole il tempo di allontanarsi, afferrare Ago e fuggire, lasciando la donna sola col proprio sconcerto.
    Non aveva ottenuto le risposte che voleva, ma aveva preso ciò per cui era giunta fin lì.

    Grazie per il capello, Alex Dragomir.


    CAPITOLO IV – LA GIORNALISTA

    Jason, hai sistemato il vaso di gigli come ti avevo chiesto?
    Hai fatto mettere le tende di quel color canarino sgargiante?
    Hai preparato il tè nel modo in cui ti avevo chiesto e con quegli infusi specifici?


    La Sede della Gazzetta del Profeta, di suo, era assai molto animata: non si trattava di un giornaletto da quattro soldi, in fondo, come quella robaccia del Settimanale delle Streghe che riusciva a raccogliere solamente i latifondi della società, quelli di cui solo una sciacquetta come la Laurens poteva acquisire e volere la fiducia.

    E tu, Amy: non fare quella faccia da troglodita quando arriverà, altrimenti potrai ritenerti licenziata.

    No, Esther Ellis mirava in alto: non per nulla in pochi anni era riuscita a creare il suo personale impero di notorietà e successo, eguagliando, se non superando, la fama dell’ormai relitto Rita Skeeter.

    Deve essere tutto perfetto, o ti ritroverai sperduto in mezzo al nulla, senza sapere neanche il tuo nome.
    Chiaro?


    Sorrise in direzione di Jason, a quel punto, con vago fare isterico, mentre lei stessa si guardava allo specchio per tentare di apportare al suo look gli ultimi, perfetti ritocchi: non tutti i giorni si presentava alla sua corte un ospite tanto importante, motivo per il quale niente quel giorno sarebbe dovuto essere fuoriposto.
    Jason ed Amy, portati alla follia dalla stessa donna, erano intimoriti da ciò che sarebbe potuto succedere se l’affare non fosse andato a buon fine.
    Quando poi arrivò quel rintocco tanto conosciuto, tutti quanti i membri dello staff di Esther si guardarono con fare terrorizzato.


    E’ QUI!


    Jason urlò talmente forte che probabilmente sarebbe stato udito anche dai passanti fuori dall’edificio, scatenando sospiri mozzati lungo tutta la sede del Profeta.
    Esther diede un’ultima sistemata alla gonna color turchese, prima di dirigersi a passo suadente e sicuro verso l’ospite tanto atteso.
    Varys, il famoso Ragno Tessitore, aveva varcato le soglie di quella porta in silenzio, guardandosi intorno con aria incuriosita, totalmente rapito da quei colori e tutta quell’esuberanza straniera. Ma quando i suoi occhi scuri si adagiarono sulla sottile figura della Caporedattrice, l’espressione sorpresa cambiò subito in una di lusinga, le labbra a schiudersi in un accenno di sorriso.



    Mia Signora.
    E’ un piacere per me fare la vostra conoscenza.


    Con fare galante, Varys piegò il capo verso il basso, prima di rialzarlo e puntare i suoi occhi vispi nuovamente sulla giornalista.
    Esther, d’altra parte, si era aspettata un tipo di tutt’altro genere. Non che avesse mai veramente saputo chi fosse il Ragno Tessitore, ma nell’ultimo mese gli erano arrivati talmente tanti gufi a suo nome riportanti una serie di notizie clamorose rivelatesi poi tutte vere, che non poté esimersi dal credere che fosse un guru del gossip.
    Quando le aveva proposto un incontro d’affari, lei non seppe rifiutarsi: sapeva cogliere un’occasione quando la vedeva, e quella era un’opportunità con la O maiuscola dai mille carati.
    Certo, il resto dello staff non la pensava allo stesso modo, soprattutto vedendo che genere di uomo fosse: grasso, calvo e dallo strano accento, un tono di voce tanto pacato e femminile da contrastare col suo aspetto da energumeno.

    Ha un luogo in cui possiamo parlare a quattr’occhi, mia cara?
    Sa, adoro il cinguettare degli uccellini, ma soltanto quando sono io a controllarli.


    Ma certo! Mi segua.

    Trillò Esther con audacia, sorridendo tanto quanto non aveva mai fatto in vita sua. Una volta entrati nell’ufficio della Caporedattrice, seguiti a ruota da Jason ed Amy, Esther si rivolse a loro con tono minaccioso, celato però dai suoi continui finti sorrisi.

    Avete sentito il nostro ospite?
    Vuole restare da solo con me.
    Fuori.


    Ordinò perentoria, mostrando un po’ di impazienza sul finire della frase. Tornò quindi a rivolgersi al suo ospite, che nel mentre aveva preso posto alla scrivania, continuando a guardarsi intorno come se non avesse mai visto nulla di simile in vita sua. Ma a quel punto, da una delle tasche del suo grande abito, estrasse una bottiglia contenente del liquido blu.

    Ombra della sera. Un vino molto apprezzato dalle mie parti.
    Sarebbe un onore, per me, se potesse assaggiarlo.


    Esther puntò gli occhi sulla bottiglia blu notte: non aveva mai visto nulla del genere, né avrebbe mai avuto intenzione di assaggiarlo.
    Ma gli affari erano affari e se quello era il prezzo da pagare perché potesse avere l’informatissimo Ragno Tessitore alle sue dipendenze, l’avrebbe pagato.

    Certamente! Vanno bene questi bicchieri?

    Tirò fuori dalla vetrina lì vicino due calici da vino molto comuni, mostrandoli all’ospite.
    Quello li afferrò senza timore, versandoci all’interno un po’ di liquido blu, con fare pacato. Tenne un bicchiere per sé, mentre spinse l’altro direttamente sul tavolo, verso la donna.

    Andranno benissimo, mia cara.
    Saranno le sue labbra a renderlo speciale.


    E, portando il calice verso l’alto, sorrise alla giornalista, cominciando a bere qualche sorso del suo vino. Vedendo che lui stesso ne aveva bevuto, Esther fece lo stesso, senza abbandonare per un attimo lo sguardo da quello dell’uomo.
    Quella robaccia era letteralmente disgustosa, peggio del catrame: faticò per cercare di mantenere un’espressione neutra del volto, così da non turbare il suo ospite.

    Oh, non si trattenga cara!
    E solo dopo qualche sorso che si riesce ad apprezzarne il sapore!


    Esther sorrise vagamente, mandando giù qualche altro sorso di quella poltiglia disgustosa. Sapeva di inchiostro misto a carne cruda.
    Terribile.
    Ma dopo pochi istanti, effettivamente il sapore cominciò a cambiare, assumendo il sentore di… pollo al curry. L’aveva mangiato per pranzo.
    Che roba era?!

    Adesso, direi che possiamo passare agli affari.
    Non trova?


    Chiese con tono squillante, tossendo per far andare via quel sapore improvviso dalla sua bocca, invano.

    Oh, ma abbiamo già cominciato a parlarne, mia cara.
    Proprio qualche secondo fa, quando ha bevuto l’ombra della sera.


    Esther non capì a pieno le sue parole.
    Seppe solo che improvvisamente la sua lingua cominciò ad assumere una… strana consistenza, e a sentirla più gonfia. Si guardò in fretta allo specchio lì vicino: la sua lingua, come le sue labbra, stavano diventando blu.
    Varys si avvicinò alle sue spalle, in silenzio, sbucando nel riflesso dello specchio nel quale si mostrava una Esther Ellis a dir poco terrorizzata, oltre che sconvolta. Cercò subito di afferrare la sua bacchetta, ma la mano di Varys fu più veloce.

    A-a-ah. Questa la prendo io.

    La Caporedattrice cominciò a tossire, chiedendosi cosa avesse ingurgitato e perché l’uomo non stesse subendo gli stessi effetti, senza neanche più domandarsi cosa volesse da lei tanto era in preda all’ansia e all’agitazione.

    Ho già bevuto l’antidoto, come forse avrai capito.
    In poco tempo tutto del tuo corpo diventerà di quel meraviglioso colore, ma non vivrai abbastanza per accorgertene.


    Non si rese neanche conto di avere cominciato a darle del tu quando le strappò un capello dalla cute, allontanandosi da lei di colpo.
    Non era esattamente vero ciò che le disse: l’unica conseguenza dell’ombra della sera sarebbe stata la bocca blu, ma nessuna morte colposa. Tuttavia, era bene che la donna non lo sapesse.
    Varys non avrebbe mai potuto avvicinarsi a quella e ottenere un suo capello se non in quel modo, con l’inganno: conosceva le sue doti, sapeva cosa era in grado di fare a chi si metteva sul suo cammino, motivo per il quale aveva dovuto organizzare tutto con estrema precisione.

    …Tu… Maledetto… la pagherai!

    Sì, mia cara. Un giorno, forse.
    Ma oggi vinco io.


    All’interno della bottiglia di vino, Varys aveva anche versato delle gocce di latte di papavero, che le avrebbero conferito la giusta quantità di riposo perché lui potesse riuscire a fuggire da quel luogo di facili predatori.
    Una volta aperto l’ufficio, gli occhi di tutto lo staff si posarono su di lui.

    Credo che il vostro Capo non si senta molto bene.
    E’ il caso che la soccorriate.


    E sarebbe fuggito verso la libertà, mentre le attenzioni di tutti sarebbero state rivolte con incredulità alla donna mezza morente sul pavimento, il terrore tinto sul volto


    CAPITOLO V – IL PRESIDE

    Emh… Professor… Preside Laeddis?
    E’ permesso?!


    Sam Tarly, in tutta la sua corposa presenza, aveva bussato alla porta dell’uomo che tanto gentilmente aveva accolto il suo invito, quando gli aveva scritto per chiedergli un incontro fondato su argomenti aritmantici. Andrew era certamente un uomo impegnato, ma non avrebbe mai rifiutato di ascoltare la voce di un giovane aritmante, come quel Tarly si era presentato, per risolvere i suoi dubbi, soprattutto quando lui stesso era stato considerato una voce capace di soddisfare le sue esigenze. Gli aveva dato appuntamento quella sera stessa in Accademia, invitando il custode ad attenderlo presso i cancelli fino a scortarlo nel suo ufficio.
    Il giovane ragazzo aveva quindi bussato tre volte, prima di sbucare con il capo all’interno dell’abitacolo.

    Lei deve essere Tarly.
    Entri pure.


    Con un cenno della mano e un sorriso cordiale, Andrew invitò Sam ad entrare e a prendere posto dinanzi a sé, mentre l’uomo si concedeva qualche occhiata più approfondita verso il ragazzo. Giovane era giovane, non c’era che dire, ma della sua intelligenza avrebbero detto certamente le sue parole.
    Di particolare, in ogni caso, c’era quella grossa valigia che il ragazzo trascinò con sé all’interno dell’ufficio, evidentemente affaticato.
    Andrew fu indeciso sul da farsi, piegandosi per dare una mano al ragazzo ma senza che questo lo accettasse, muovendo il capo in segno di no. Una volta compiuta l’impresa, Sam si sedette, guardandosi intorno all’ufficio con aria stralunata e meravigliata allo stesso tempo.

    Certo che… fa caldino qui!

    Andrew, che aveva preso posto alla sua scrivania, si portò maggiormente in avanti col busto, così da cogliere meglio le parole del ragazzo.

    Vuole che apra la finestra?

    Oh no!... Solo che… Sa, da dove vengo io, il clima è molto più freddo.
    Molto, molto più freddo.


    Affermò con serietà sul finire della frase, il nervosismo a macchiargli le parole.
    Sam cominciò ad asciugare il sudore dalla fronte, sospirando all’idea di avere già mostrato a quell’uomo tanto disponibile quanto fosse impacciato e goffo persino nel dire le cose più banali. Accennò quindi un sorriso per tentare di spezzare via la tensione, portando poi all’improvviso il grosso indice verso l’alto.

    Un… secondo.

    Così dicendo, aprì la grossa valigia che aveva portato con sé, tirando fuori uno dopo l’altro uno, due… sette enormi tomi dal sapore antico, che impilò accuratamente di fronte lo sguardo dell’uomo, stupito da ciò che vedeva.

    Posso?

    Ma Andrew non attese neanche una risposta, ché le sue mani erano già addosso a quei grossi libri: non aveva mai visto, né letto nulla di simile.
    Quelle pagine antiche parlavano di creature inedite, malattie leggendarie, eroi e nemici sconosciuti. Non sapeva di fronte che cosa si trovava, né in che modo avrebbe mai potuto essere utile lui che di quelle storie non ne aveva mai sentito parlare. Sam doveva evidentemente aver colto ciò che l’uomo provava già solo scrutando il cipiglio confuso sul suo volto.

    …Ecco, vede, Professor-Preside… Noi, io e i miei amici, tutto il regno da cui provengo, in realtà, è in grave pericolo.
    L’armata della notte è ormai giunta ad Approdo del Re, tutte le case sono state distrutte, di Grande Inverno c’è solo il ricordo. Sono morti in tanti e tanti altri ne moriranno, perché il Re della Notte non ha ancora smesso di sterminare tutto ciò che c’è sul suo cammino.
    E il suo cammino è ancora lungo!


    Andrew rimase a fissarlo in silenzio, cercando di collegare fra loro le informazioni ma senza trovargli un filo logico. Cominciò dunque a scrutarlo con sguardo scettico, le palpebre che si aprivano e chiudevano in continuazione.

    Da dove ha detto che viene, Tarly?

    Da Collina del Corno, Signore, ai piedi delle Montagne Rosse.
    Ma non è questo il punto…


    E qual è, il punto, Tarly?
    Perché, per quanto mi sforzi di comprendere, io non capisco.


    Sam sbuffò spazientito. Lo sapeva, lo sapeva che sarebbe andata a finire in quel modo. Era stato stupido da parte sua sperare che in quel mondo avrebbero trovato delle risposte, come lui stesso aveva suggerito a Jon, Daenerys e a tutti gli altri, ma sarebbe dovuto tornare a casa con niente di stretto fra le mani.

    Il punto è che noi siamo in pericolo!
    E nel momento in cui il Re della Notte avrà ottenuto tutto ciò che vuole dal nostro mondo, verrà nel vostro! Non capisce?
    Se noi siamo riusciti a trovarvi, ci riuscirà anche lui!


    Sam parlava, parlava, parlava, ma per quanto le parole talvolta fossero in grado di risolvere qualsiasi problema, in quella circostanza parevano rendere la situazione persino più caotica.
    Andrew cominciò a muovere il capo senza un ritmo ben preciso, confuso da quella mole di informazioni inesatte. Eppure le aveva lette: era scritto su quei tomi del Re della Notte e di tutte quelle follie di cui Tarly andava blaterando. Ed era impossibile che tutti quei tomi fossero stati scritti di suo pugno e per cosa poi? Prenderlo in giro?
    No, Tarly gli pareva tutto tranne che uno capace nell’arte dell’inganno, quanto in quella del farsi ingannare.

    E cosa potrei fare io, in tutto ciò, per aiutarti?

    Per la prima volta da quando aveva messo piede in quell’ufficio, Sam sospirò di sollievo. La punta della sua lingua fuoriuscì dalle labbra come accadeva ogni volta che si emozionava. Spostò allora la sedia maggiormente in avanti, sentendole fare un rumore al quanto sgradito mentre i suoi occhietti si posavano su quelli dell’uomo.

    Darmi un suo capello.

    E poi, di nuovo, Andrew cadde nello stupore misto a scetticismo.

    Un mio cape… Un mio capello?
    Un mio capello potrebbe salvare il… suo mondo dal Re dei Folli?


    Dal Re della Notte, e… Sì, potrebbe.
    Ma dovrebbe essere anche così gentile da spiegarmi un’altra cosa.


    E che cosa sarebbe?

    Andrew ormai non sapeva più a cosa credere, ma se fosse servito un solo capello per far cessare quella follia, un capello avrebbe dato. fuoco

    Deve spiegarmi come creare un sigillo di luce.


    CAPITOLO VI – LA DONNA DI GHIACCIO



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    Lo sguardo di fuoco guardava il suo simile appena evocato all’interno del camino vacante, ormai colmo di fiamme tanto rosse quanto rossa era la donna che lo fissava in silenzio.
    Quella sera il loro calore raccontava le solite storie di sempre, da qualche tempo a quella parte: guerre, morte, dolore. Sacrifici. Riusciva a scorgere le figure dei prodi eroi cadere l’uno dopo l’altro mentre le fiamme li avvolgeva con la loro danza, facendoli sparire dalla sua vista.
    Jon Snow aveva accettato il suo aiuto solamente perché vi riconosceva delle doti assenti in tutti gli altri, e lei, Melisandre, non l’avrebbe deluso.

    Chi sei tu?!

    La donna rossa non aveva bisogno di voltarsi per capire che Amalia Harp, la proprietaria dell’Ufficio, le stava puntando contro quello stupido catalizzatore dopo essere tornata da chissà dove.
    Sogghignò nell’udire l’affanno nella sua voce, voltandosi verso di lei lentamente e senza alcuna fretta.

    E’ così che si trattano le vecchie amiche, Amalia?

    Portando velocemente la mano verso l’alto, Melisandre evocò a sé la bacchetta della donna, e in quello stesso istante le fiamme alle sue spalle crepitarono.

    Non ho bisogno della bacchetta per farti del male.

    Anche Amalia, allo stesso modo della sacerdotessa, aveva portato il palmo in avanti, causando un’onda d’urto nell’aria che fece perdere a Melisandre l’equilibrio, rovinando per terra.
    La donna rossa sorrise divertita.

    Allora è vero, non ricordi proprio nulla.
    Dakarai deve avere fatto davvero un ottimo lavoro.


    E senza scomporsi, si rialzò da sola, avvicinandosi lentamente verso Amalia. Non allontanò un attimo lo sguardo dal suo, fino a quando non fu lei stessa a rimettere fra le sue mani la bacchetta magica appena sfilatale.

    Non so di cosa stai parlando.

    E’ ovvio che non lo sappia, Amalia.
    Mi hai dimenticata. Hai dimenticato tutto.


    Prima di approdare ad Essos e poi a Westeros, Melisandre aveva vissuto diversi anni in quel mondo, in compagnia di Canopus, Teimei, Hamal, Albatar e Gaius. Gli Astri, di cui lei stessa aveva fatto parte come detentrice della magia del Signore della Luce.
    Amalia, d’altra parte, era come pietrificata di fronte quella donna: non sapeva cosa c’era nel suo inconscio che le impedisse di muoversi e allontanarsi da lei.
    Melisandre, però, lo sapeva: era opera del Signore della Luce.

    Proprio tutto.

    In pochi istanti la donna rossa parve rivivere tutti quei ricordi, ripensando alla giovane Nott, istruita da Harmony mentre lei istruiva Dakarai, che da lei aveva imparato l’arte della magia senza bacchetta.

    Ma la fedeltà, Amalia… Quella non puoi dimenticarla.

    E così dicendo poggiò le sue labbra su quelle della donna di Ghiaccio, che trasportata da una sorta di voce interiore non poté esimersi dal lasciarla fare, come se in sottofondo ci fosse qualcuno a dettare delle leggi alle quali la stessa Amalia, pur dall’alto della sua potenza, non avrebbe potuto opporsi.
    Quando il baciò terminò, la Docente cadde per terra priva di sensi per opera della magia della stessa Donna Rossa.
    Quella si piegò poi su di lei, staccandole un capello bianco dalla cute. Ma prima di andare, continuò a fissarla in silenzio per alcuni istanti, un vago dispiacere nostalgico macchiato sul suo sguardo.

    Perché la notte è oscura e piena di terrori.


    EPILOGO

    Non finirai mai di metterti nei guai, vero sorellina?
    Tutti quanti avevano compiuto la loro missione, nel bene e nel mare.
    L’unica ad uscirne con delle conseguenze era stata Arya, che imprevedibile come sempre, non aveva rispettato il suo piano con precisione finendo con l’attaccar briga.

    Sto bene, ho detto, Jon.
    Non sono più una bambina.


    Ma i suoi fratelli probabilmente non avrebbero mai smesso di vederla come tale, neanche quando avrebbe raggiunto l’età adulta.
    Anche Melisandre, Varys e Tyrion avevano fatto ritorno in tempo: l’unico che mancava all’appello era Sam Tarly, colui che avrebbe dovuto avere fra le mani la chiave della vittoria.

    …ASPETTATE!

    Correndo come un ossesso, Samwell Tarly cominciò ad apparire verso l’orizzonte, scatenando l’ironia nel suo amico Jon, che trovò un momento per sorridere nonostante il cataclisma in cui stavano vivendo.

    …Eccomi, eccomi.

    Cominciò allora a respirare affannosamente, il volto imperlato di sudore mentre il rosso prendeva possesso delle sue gote. Ma loro non avevano tempo da perdere, men che meno potevano aspettare che Sam tornasse ad assumere la giusta tonalità di rosa in volto.
    Daenerys si avvicinò a lui con fare preoccupato, parlandogli a denti stretti.

    Ci sei riuscito?
    Samwell, ci sei riuscito?


    Un ultimo respiro profondo, e il ragazzo poté tornare ad assumere una posizione eretta.

    …Sì! Ci sono riuscito!
    Mi ha lasciato un foglio con delle istruzioni… è qui nella borsa.


    Melisandre, a quel punto, non avrebbe atteso neanche un secondo: portò le mani nella borsa del giovane Tarly, cercando la fialetta con l’ultimo capello e il foglio contenenti le parole di quell’uomo straniero.
    C’era qualcosa infatti che lei non avrebbe potuto fare solamente con la sua magia, dei calcoli e delle aspettative che solamente un luminare della disciplina avrebbe potuto risolvere.

    Possiamo iniziare.

    Oh bene, giusto in tempo per la cena.

    Non è il momento di scherzare, amico mio.
    Solo di sperare, e con tutte le nostre forze.


    Varys, Tyrion e gli altri, a quel punto, potevano solamente attendere che la Donna Rossa si mettesse all’opera.
    Quella chiuse gli occhi, concentrandosi e cominciando a parlare in una lingua antica e sconosciuta, le mani portate verso l’alto come a richiamare su di sé l’energia di fuoco del suo Dio di Luce.
    Ad un tratto, al centro di quel luogo sperduto fra le montagne inglesi, sbocciò un fuoco caldo e ardente, le parole di Melisandre divenute improvvisamente comprensibili.

    Signore della Luce, ascolta la tua umile servitrice!
    Salvaci con la forza del tuo calore, liberaci dalle tenebre e colmaci con la sua luce!


    Con un cenno della mano, a quel punto, indico a Jon di gettare fra le fiamme Lungo Artiglio, la spada che gli fu donata da Lord Mormont in persona.

    Prendi questi pegni che noi ti offriamo, e facci il dono della forza che essi rappresentano: la velocità del monco, la sensibilità del
    Guardiacaccia, la manualità della criminale, il carisma della giornalista, la saggezza del Preside, la potenza della Donna di Ghiaccio.
    Fondi insieme i loro poteri, e donali a noi perché possiamo affrontare questa notte oscura e piena di terrori!


    Così dicendo, uno ad uno i capelli dei sei maghi e streghe vennero gettati fra le fiamme, che assunse presto tonalità tanto luminose da accecare i presenti, fino a quando lo stesso fuoco non scomparve nel nulla.
    Al centro, soltanto Lungo Artiglio. Ma qualcosa in essa era cambiata: non riluceva più di semplice acciaio, ma di fuoco puro.
    Con un sospiro, Melisandre guardò verso il cielo con immensa gratitudine, una lacrima a rigargli la gote mentre le mani tornavano a contemplare l’alto.
    Il sigillo di luce aveva funzionato.

    Grazie, mio signore, per questo tuo dono.
    Portatrice di Luce ci salverà dai demoni di ghiaccio che infestano il nostro mondo|


    Indicò quindi a Jon Snow di tornare a stringerla fra le mani, perché quella sarebbe stata l’arma da usare contro il Re della Notte.

    Il mio compito adesso è concluso.

    Sapeva sarebbe morta in terra straniera, ma per tutta la vita aveva creduto si sarebbe trattato di Westeros,
    Si lasciò allora trascinare dalla terra, priva di sensi, mentre gli altri osservavano attoniti la scena: Melisandre, ormai morente, cominciò ad invecchiare sotto il loro stesso sguardo finché non fu assorbita dalla stessa terra sulla quale si era accasciata.
    Sarebbe morta, ma non invano: grazie al suo aiuto, a quello dei compagni di viaggio e a quello inconsapevole dei sei sconosciuti, Jon e Daenerys avrebbero salvato il mondo dalla catastrofe di ghiaccio, riportando la pace nei Sette Regni.
    Soli, ma mai realmente soli. Vinti, ma solo fino a quando la luce non avrebbe valso sull’oscurità.

    Chiedo scusa se ho mosso i vostri PG in modo non corretto, a volte per esigenza di trama ho dovuto farli apparire come dei babbalucchi, ma in fondo si tratta solo di una FF, no?
    E ricordate: la notte è oscura e piena di terrori!
  3. .
    CITAZIONE
    Velox Agitatio Paginorum Librorum
    Nome: incantesimo anti-fatica
    Manifestazione: nessuna
    Movimento: ampi movimenti delle braccia, incrociarle sopra il capo con la bacchetta puntata verso l’alto saltellando sul posto 5 volte
    Effetto: sfoglia al posto del mago le pagine di un libro, così da risparmiargli l’enorme fatica di leccarsi il dito, acchiappare la pagina e girarla per leggere così quella successiva
    Note aggiuntive:
    - La formula magica va pronunciata tante volte quanto il numero della pagina da girare;
    - Se ai saltelli si alterna una giravolta, l’incantesimo è anche in grado di chiudere e aprire il libro da solo;
    - L’incantesimo deve essere ripetuto per ogni pagina da girare;
    - E’ sconsigliato utilizzarlo in biblioteca perché potrebbe causare disturbo ai presenti.
  4. .
    papafrancesco
    Nome: Papa
    Cognome: Francesco I
    Luogo e data di nascita: Buenos Aires, 17 Dicembre 1936
    Stirpe: supereroi in incognito
    Occupazione: operatore pubblico di bontà pubblica e – segretamente - digitale
    Famiglio: colomba bianca di nome Santuzza
    Allineamento: Legale super buono – la fata madrina
    Storia: Francesco ha avuto una vita lunga e difficile, la cui descrizione può essere trovata in qualsiasi biografia presente su Google.
    L’amore per il prossimo, sia esso povero, ricco, borghese, medio borghese, ma soprattutto povero, ha dato fondamento ad ogni suo gesto che col passare del tempo l’ha reso uno degli uomini più conosciuti e potenti di tutto il mondo, pur senza tirarsela. Ma i suoi impegni da operatore pubblico di bontà lo costringono a fare molte cose noiose che gli lasciano davvero poco tempo per sé, tanto da avere avuto una crisi esistenziale: dopo un’intima discussione con l’Amico del cuore che lo guarda dal piano di sopra, ha capito di poter essere utile alla popolazione anche in modalità meno appariscenti, senza paparazzi o suore napoletane pronte ad assalirlo per qualsiasi sua parola, diventando segretamente operatore pubblico di bontà digitale.
    Così Francesco, col suo Asus da poracci e la connessione Wifi scroccata dai cardinali festaioli della stanza accanto, ha cercato dei GDR su Google, sua passione sin dall’adolescenza, per poi iscriversi ad uno di essi nel silenzio: After Hogwarts GDR. Harry Potter infatti sembrava un tipo un po’ come lui, forte e capace ma non vanitoso, sostenuto in ogni momento da un uomo saggio con la barba lunga e bianca, acerrimo nemico delle serpi. Ma decise di mantenere la sua partecipazione segreta, perché mai i suoi compari avrebbero potuto accettare un tale insieme di magie e riti occulti, seppur finti. Così decise di mantenere l’anonimato, servendo i panni di un umile e servizievole elfo, ciò che di più simile c’era rispetto alla sua indole da servitore delle genti: Pepy l’elfo, sempre pronto ad aiutare e servire i bisognosi Padroni e Padroncini del gioco.

    Carattere: Francesco è conosciuto per la sua umiltà e bontà d’animo, sempre pronto al silenzioso servizio, prostrandosi ai piedi del prossimo anche per lavarli e girare fra la gente vestito in incognito senza farsi scortare dai grossi bodyguard coi loro macchinoni. Ma, stanco di tutto il lusso e la ricchezza tipici della sua poco modesta abitazione in cui è costretto a vivere, sa che con Pepy l’Elfo può essere libero di vestire un saio senza sembrare un imitatore di bassa lega di San Francesco, di confessare e punirsi per i propri peccati senza bisogno di un interlocutore e di continuare a servire gli ordini di un superiore, proprio come è abituato a fare durante la sua quotidianità. Francesco, quindi, è un’anima libera in cerca di sfogo che riesce a trovarlo solamente quando veste i panni del piccolo elfo, felice di poter parlare in terza persona perché solo così la sua sgrammatica può passare inosservata.

    Aspetto:
    occhi chiari come la sua anima e capelli assenti come la sua cattiveria, pancia un po’ grassoccia perché si sa, i monaci sanno cucinare molto molto bene, avendo come secondo idolo l’angelica Antonella Clerici e Cielo come canale preferito sulla tv digitale.
    Borsa:
    Lui non ha una borsa, i veri poveri non hanno nulla!
    E poi nessuna potrebbe abbinarsi bene alla sua bella tunica bianca.

    Baule:
    Libri di vario genere, vesti bianche di riserva.

    Curriculum:
    - Laurea in Tuttologia
    - attestato A+ ottenuto da Babel nello studio di tutte le lingue del mondo;
    - Catechismo superato con il massimo dei voti;
    - Raccomandazioni “superiori”.

    Conoscenze:
    Sa tutto di tutti e di tutto, ma nonostante ciò riesce a sembrare comunque vagamente stupidotto e capace di parole molto molto semplici.
    Relazioni:
    Capo Supremo: seppur lui sia nominato come il Capo degli operatori di bontà pubblica, in realtà risponde solamente al volere di un Leader che sta ancora più in alto di lui, talmente in alto che nessun ascensore può arrivarci e per loro è possibile comunicare solo col pensiero, il che la dice lunga sulle sue vere capacità.
    Mondo intero: Francesco ha un rapporto a distanza con tutti i suoi amati fedeli, tanto che con molti di loro condivide degli scambi epistolari che l’aiutano nel migliorare le sue doti di scrittura per il GDR in cui gioca segretamente come Pepy L’Elfo.

    Abilità:
    - Saggezza: 100 - I suoi consigli sono buoni e saggi come quelli di tutti i migliori nonni del mondo.
    - Capacità Magiche: la sua magia risiede nelle sue parole, capaci di incantare gran parte del popolo affinché vogliano addirittura fare dei selfie con lui – che non è esattamente fotogenico.
    - Manualità: alta, ma nessuno gli dà modo di dimostrarla seppur lui voglia sempre mettersi in gioco.
    - Agilità: 0, i dolori alle sue anche potrebbero dimostrarlo, però se si tratta di gettarsi ai piedi di un povero ottiene un bonus di +50 agilità in virtù del talento in Maestro Servitore.
    - Prontezza: 0, ormai gli anni cominciano a farsi sentire, ma se deve rispondere alle accuse della fazione opposta alla sua ottiene un bonus di +50 prontezza in virtù del talento Cadere in pieditologia Avanzata III
    - Sensibilità: 100, piange persino vedendo i Film di Nicholas Sparks e ancora non ha accettato che Rose non abbia fatto spazio a Jack su quella porta del demonio!
    - Carisma: 1000, se no non sarebbe alla guida di un partito così vasto come quello di cui è a capo!
    - Prestanza: 40, il suo panzone sotto copertura lo salva da eventuali spinte da parte dei suoi oppositori
    - HP: 5 :(

    Talenti:
    - Maestro Servitore
    - Cadere in pieditologia Avanzata III
    - Bontà Superiore
    - Povertà Avanzata I
    - Arte Oratoria III
  5. .
    CITAZIONE
    Titolo: Cronache dal 2050
    Autore: Augustus Baker
    Personaggi: vari

    IL CAVILLO - 14/04/2050


















    source

    CARICHE
    TRUCCATE
    14/04/2050


    Cari lettori del Cavillo,
    E' notizia ormai certa quella diffusa da alcune fra le principali - e più corrotte - testate giornalistiche della comunità magica inglese: dopo ben 24 anni di servizio, Andrew Edward Laeddis, Preside della rinomata Accademia di Amestris, ha abbandonato i giorni da Dirigente per lasciar spazio ad una nuova guida, quella del quasi centenario Dan B. Cooper, il quale ha ottenuto la carica dopo aver ricevuto la maggioranza dei voti - si dice - da parte del corpo docenti della stessa accademia magica.
    Ma, come voi lettori affezionati del Cavillo ormai sapete, le medesime testate giornalistiche omettono sempre i dettagli più importanti ed essenziali di ogni storia per far sì che voi confondiate il criminale col benefattore, il vincitore col perdente, il vero col falso. Ma noi, amanti ed estimatori della vera verità, vi sveleremo in esclusiva la reale storia delle dimissioni di Andrew Edward Laeddis dalla carica di Preside dell'Accademia di Amestris.
    Un'attendibile fonte anonima, riporta infatti con certezza di aver udito Dan B. Cooper pronunciare ad un'avvenente Signorina in quel di Diagon Alley, le seguenti, macabre parole:

    "Vede mia cara, il nostro Laeddis non sarà Preside ancora per molto: arriverà anche per lui il il tempo del meritato riposo che gli spetta, e a quel punto, la sua unica preoccupazione sarà quella di contare i tasselli dell'Abaco (Dicasi "Abaco" lo strumento babbano utilizzato nell'antichità per fare dei calcoli numerici) all'infinito.
    Champagne?"

    A questo punto, ci pare chiaro come siano andati realmente i fatti: Dan B. Cooper, avvistato nei pressi del negozio di giochi magici di Diagon Alley, ha acquistato al suo interno l'Abaco che avrebbe regalato al Preside Laeddis per il suo 70esimo compleanno, che incauto cominciò a giocarci. Peccato che lo strumento fosse stato manipolato dallo stesso Cooper, il quale lo ha maledetto affinché il suo utilizzatore fosse costretto a contarne i tasselli all'infinito.
    Andrew E. Laeddis, allora, non ha realmente abbandonato la carica da insegnante: è semplicemente impazzito, volto all'unica occupazione alla quale la maledizione l'ha costretto per sempre: giocare con l'abaco.
    A prendersi cura di lui, nascondendolo dagli occhi del grande e feroce pubblico, sarebbe la moglie Mikal Levischmiedt, Docente e Responsabile della Tempesta dell'Accademia magica, la cui fonte anonima definisce disperata di fronte alla tragedia, costretta a far da balia al folle marito fino alla morte.
    I motivi per i quali tuttavia avrebbero dovuto mantenere il segreto sulla faccenda sono ancora sconosciuti, e seppur vi siano delle ipotesi in merito, noi del Cavillo ci teniamo, come sapete, a riportare soltanto notizie affidabili al 100%, notizie che nessuno avrebbe il coraggio di darvi.

    Perciò, cari lettori, aprite bene gli occhi: la verità è sempre dietro l'angolo, basta solo non sbagliare strada o ci ritroveremo fregati senza neanche accorgercene!

    Cabalirius Inplotter



    LA GAZZETTA DEL PROFETA - 01/03/2050



    FUGA DI MASSA DA AZKABAN:
    LA SPIRALE DELLA LUCE COLPISCE ANCORA


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    Prigione distrutta, 23 evasi, dipartimento Auror in silenzio stampa


    N
    ella notte fra il 28 Febbraio e il 1 Marzo, la Spirale della Luce ha attaccato con un centinaio di soldati oscuri insieme ai loro Patronus, la Prigione magica di Azkaban e le loro macabre guardie, imbattendo uno scontro magico a cui neanche gli Auror, seppur giunti tempestivamente, hanno saputo porre rimedio: mentre la gran parte dei criminali si dedicava al combattimento, un'altra ha attaccato la prigione, distruggendo le difese e permettendo la fuga a molti dei criminali rinchiusi al suo interno, alcuni ormai da decenni. Fra gli evasi, Alex Michaela Dragomir, il capo del gruppo criminale che negli anni 20 causò diversi problemi alla comunità inglese magica e babbana, criminale ormai ospite della prigione dal lontano 2029.
    Diversi Auror testimoniano di aver udito la voce dello sfuggente Capo della Spirale della Luce, Artemis Baskerville, canticchiare il Jingle "Tanti Auguri a Te!" durante la lotta, amplificata vocalmente dalla magia. Il destinatario di questa inquietante serenata sembra essere stata la stessa Alex Michaela Dragomir, che proprio nella notte del 1 Marzo ha compiuto il suo 47esimo compleanno. La criminale ha dunque ricevuto in dono la libertà da parte del suo ex alunno e adepto prediletto, lasciando in mano agli Auror una prigione distrutta, 23 criminali evasi e un gruppo di Dissennatori accecati dall'ira di cui occuparsi.
    Dopo i disastrosi eventi di questa notte, Il Capo Auror Grant Lancaster non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione, mentre il Capo Hitwizard Augustus Baker è stato visto allontanarsi in volo dalla prigione insieme ai suoi uomini.
    Neanche il Ministro Johanna Cage, ex Capo Auror costretta ormai alla sedia a rotelle da circa 20 anni, ha voluto rilasciare dichiarazioni.
    L'unica voce fuori dal coro è stata quella di Ian McAllan, Capo delle Reclute Auror, che si è rivolto a noi della Gazzetta del Profeta con toni discutibilmente positivi, nonostante la tragica situazione.

    <<non preoccupatevi, gli faremo di nuovo il cu**, proprio come tanti anni fa >>

    Avremo probabilmente notizie più certe questo pomeriggio alle 18PM, quando il Vicecapo Auror Mintaka Al Hayes risponderà fialmente alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa convocata d'urgenza dal Ministero della Magia inglese.

    Esther Ellis, Caporedattrice






    SETTIMANALE DELLE STREGHE - 27/02/2050



    COSA BOLLE IN PENTOLA?

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    Le stregate notizie più succose della settimana




    UNA RIVINCITA PER DRAYRDD

    Appassionate lettrici,
    Si sa, il verde ormai non va di moda da più di 15 anni, eppure vi assicuro che dovrete ricredervi!
    Se c'è una cosa su cui possiamo essere tutte d'accordo, infatti, è che i Dragonieri e le Dragoniere del magico Villagio di Drayrdd sono sì dotati di forza e di coraggio - specie quando si tratta di cambiare il pannolino dei Verdi Gallesi - , ma anche di quel tocco di eleganza che li contraddistingue nelle occasioni più speciali, durante le quali possono abbandonare le sporche tute da lavoro per indossare gli abiti più in voga del momento, le acconciature più belle e il trucco migliore, mostrando così l'altra faccia dei Dragonieri e anche di Drayrdd, oserei dire, una Drayrdd che non si arrende ai continui disagi che mettono alla prova l'intero villaggio e i loro abitanti ormai da anni.
    E così, con diverse locandine sparse in giro per il paesino Magico, siamo venuti a conoscenza dell'apertura del Beauty Like a Dragonmaster, un salone di bellezza nei pressi dello Spiazzo del Bardo che offre di tutto, dall'estetica al trucco e parrucco, e chissà che non diano anche dei consigli di abbigliamento alle loro fortunate clienti!

    > I segreti dell'eterea e immortale giovinezza di Amalia Harp, Vicepreside dell'Accademia di Amestris! pagina 20

    > I consigli di moda di Dana Goode "come indossare abiti cool senza rinunciare ai carboidrati"! pagina 21

    > Esther Ellis è la donna più ricca dell'inghilterra magica pagina 23

    > Il matrimonio fra il Principe George ed Eleanor Hastings pagina 25


    FATTI CURIOSI DAL MONDO MAGICO

    Entra a far parte dei MGWR (Magic Guinnes World Record) Bellamy Octavian Murray, che guadagna il titolo di "studente più longevo dell'Accademia di Amestris".
    Pare infatti che a causa della rete ibrida magibabbana ADMSL (Asymmetric Digital and Magical Subscriber Line), si sia verificato un errore nei database ministeriali magici, che ha reso il famoso Magizoologo parte degli elenchi magici dell'Accademia inglese per anni, senza che nessuno, prima di adesso, lo notasse.
    E' stato Finn Branson - Guardiacaccia dell'Accademia - ad accorgersi del malinteso, quando uno degli elfi domestici di Amestris, stanco di riordinare invano la roba del "Padroncino Bellamy", ha cominciato a cercarlo disperato fra i boschi della Foresta per poi imbattersi nel Guardiacaccia.
    La faccenda è stata quindi subito chiarita, ma Bellamy O. Murray non ha voluto che venisse ritirata l'iscrizione all'Accademia per l'anno in corso.
    Ha infatti dichiarato alle nostre penne:

    << Entrerò nei Magic Guinnes World Record, pensavate davvero che l'avrei impedito?! >>

    Coral Allen, Caporedattrice






    TRASFIGURAZIONE OGGI - 20/10/2050



    SCOPERTA RIVOLUZIONARIA

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    Alec Bànach, Docente presso l'Accademia di Amestris, fa una scoperta sensazionale


    E' ufficiale, siamo prossimi alla scoperta che cambierà il mondo magico per sempre: le Cinque Principali Eccezioni alla Legge di Gamp sulla Trasfigurazione Elementale, stanno per diventare quattro.
    La scoperta è ad opera di uno sbalordito Alec Bànach, Docente di Cura delle Creature Magiche presso l'Accademia di Amestris, intervistato da noi di Trasfigurazione Oggi per l'intera comunità magica.

    << Non lo so com'è successo... io avevo solo fame >>

    Ha dichiarato in principio, mostrando un atteggiamento a metà fra l'imbarazzato e il restio, grattandosi il capo in continuazione. Gli abbiamo dunque chiesto di raccontarci nei dettagli, e lui, dopo qualche secondo di esitazione, ha cominciato a spiegare.

    << Ero... lontano da casa, in mezzo ai boschi, sa... mi piace correre n*** la mattina, ma...
    Hey, questa puoi cancellarla, vero?
    Beh insomma... Avevo fame, e mi è venuta un'idea. Noi non possiamo evocare del cibo, ma possiamo richiamare qualcosa che può diventarlo. Così ho trasfigurato un sasso in una gallina, perché tanto non vedevo cosa ci fosse di male a provare. Allora l'ho preso e... preparato, diciamo, per farlo arrosto.
    Ed era... buono. Quasi come un pollo vero >>


    Continuò a grattarsi il capo, nel mentre, per poi concludere con la testimonianza.

    << Solo che... Mh. Poi credo sia tornato sasso, perché, lo stomaco, beh... ma ormai era troppo tardi.
    L'avevo già mangiato >>


    A questo punto della narrazione, noi di Trasfigurazione Oggi abbiamo insistito perché Bànach continuasse con la sua esposizione, rivelandoci il finale di quella emozionante storia.

    << E poi, mh... sono andato d'urgenza al San Mungo.
    Ma siete proprio certi che si tratti di una vera scoperta? ho sentito del cemento nello stomaco per più di una settimana >>


    La risposta è , acculturati lettori: dopo questa emozionante novità, le menti più colte dell'intera comunità magica mondiale si sono messe all'opera per far fronte alla scoperta del Docente, tentando di moderare le conseguenti problematiche con esperimenti i cui risultati, siamo sicuri, cambieranno presto il mondo così come lo conosciamo.
    Questo, dunque, non è che l'inizio: attendiamo con emozione nuovi, interessanti sviluppi.

    Chally Changers





    16/12/2050



    Ma che sciocchezze.

    La voce tagliente di Audrey Ethalyn Dixon mosse l'aria attorno a sé, ma non il suo sguardo contrariato: in preda al disgusto, scrutava la vetrina degli "editoriali più venduti dell'anno" passando dall'uno all'altro senza il minimo cambiamento d'espressione, rassegnata ormai all'evidenza: col passare degli anni, il mondo in cui viveva non avrebbe fatto altro che regredire senza alcun limite.
    E fortunatamente, Audrey non sarebbe vissuta abbastanza per vedere fin dove potesse spingersi il peggio, avendone già saggiato fin troppo nel corso degli anni.

    Persino l'editoria è caduta in basso.

    Commentò con vena polemica prima di girare i tacchi e avviarsi con passo lento verso il Ministero, pronta a svolgere le stesse, solite mansioni giornaliere di cui si faceva carico ormai da più di 70 anni.
    Perché era vero che col passare del tempo le cose cambiavano, ma era anche vero che altre sarebbero rimaste uguali per sempre.

    Edited by Augustus Baker - 20/1/2018, 04:38
  6. .

    pmM7IUS

  7. .
    Per me uovo della Spirale u.u_
  8. .
    Nome giornale: Il Settimanale delle Streghe
    Nome giornalista: Virginia Luxury-Lux
    Articolo: Quando il ghiaccio nasconde un fuoco!


    Labbra tirate, sguardo di ghiaccio, respiri impercettibili... Avrete già capito di chi parliamo, no? Chiunque si sia trovato ad avere a che fare con lei, in qualche modo, saprà che queste caratteristiche non possono che riguardare Johanna Cage, Capo Auror, Signora della frigidezza. Ad ogni sua sporadica apparizione, la Cage pare sempre troppo distante dalla comune umanità perché la si possa davvero definire umana. Ma noi del Settimanale delle Streghe abbiamo indagato per voi fedeli ascoltatori, e abbiamo scoperto, che, beh... Johanna Cage è umana eccome! Volete una prova? Vi basta guardare le magifoto che troverete alla pagina successiva.

    Proprio così, la Cage ha un uomo! Voci insistenti dicono di averli già visti insieme durante l'inaugurazione dell'Alban Eiler, locale del figlio dell'ex Ministro Regan Parish, altre di averli visti interagire persino al San Mungo, dove l'uomo - sembrerebbe un Auror - pare avere passato diverso tempo da degente. Che dire allora? La Cage parrà anche di Ghiaccio, ma adesso sappiamo che dentro di lei in realtà si nasconde un fuoco bello grosso!
8 replies since 20/6/2015
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