Avventura della Tempesta 2033

Chiostro - Sala Comune

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    [27 Giugno]



    Il sole era quasi sceso del tutto, illuminando debolmente i tetti aguzzi del castello e una natura erroneamente variopinta.
    Il clima s'era fatto ormai più clemente con l'arrivo della stagione estiva, tanto che l'odore di boscaglia sembrava più intenso alle narici. Si potevano notare alcuni fiori selvatici appena sbocciati nei pressi della grande quercia, la quale regnava silenziosa al centro del Chiostro dell'Accademia. Ovviamente e tristemente multicolore come tutto ciò che era figlio della natura lì intorno.
    Tra poco più di un mese e mezzo le mura del castello si sarebbero svuotate e alcuni studenti avevano intavolato già i propri progetti per la fine dell'anno.
    Michelle Lullaby ad esempio.
    La studentessa del Fuoco sembrava molto determinata a portare a termine il suo piano prima della conclusione della scuola ed era disposta a tutto per riuscirci.
    Del resto, se così non fosse stato, non sarebbe stata Michelle.
    Difatti, la sua figura sembrava confabulare qualcosa oltre la grande quercia al centro del Chiostro, insieme alla silente Chan e ad un accigliato Caleb, i quali non sembravano del tutto convinti del grande piano della bionda. I tre si erano appartati lì per sfruttare la privacy del luogo per portare a termine un accordo.

    Mi garantisci sui tuoi boccoli che funzionerà?

    Mamma mia Caleb, ti ho detto di sì.

    Rispose Michelle con tanto di occhi al cielo, senza preoccuparsi di nascondere la sua poca pazienza al ragazzo.

    Sì, ma calmati biondina.

    Chan, che era rimasta in silenzio fino ad allora, alzò lo sguardo severo sui due, fissandoli con tutta l'allegria per cui era famosa all'interno della scuola.

    Non voglio rogne o mi tiro fuori.

    Disse secca, concisa e senza troppi giri di parole, allontanando di netto ogni possibile fraintendimento. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare la sua media scolastica. Michelle fece un gesto esplicito alla ragazza, volto a farle capire che erano in una botte di ferro, per poi tirare fuori dalla tracolla dei pezzi di pergamena apparentemente intonsi, senza una sola scritta. Immacolati.

    Mi raccomando, sapete cosa fare.

    Ok.

    Rientriamo.

    Sguardi complici saettarono nei loro visi prima che i tre Malandrini si alzassero per abbandonare il Chiostro e dirigersi ciascuno per la sua strada, verso la Sala Grande per la cena.

    * [Dopo Cena] *



    Dopo una gratificante e squisita cena - firma inconfondibile delle abili manine elfiche - anche i tre malandrini si diressero nelle proprie Sale Comuni insieme ai propri compagni di casata. Come di consueto, in ogni Casa venivano sfruttate al massimo le ultime ore prima di andare a dormire: c'era chi occupava i tavolini per una giocata a scacchi magici, chi si era impadronito dei grandi tappeti per sfidarsi a gobbiglie, chi semplicemente chiacchierava davanti al camino ormai spento e chi tra i ritardatari rifiniva gli ultimi compiti per l'indomani. Insomma, regnava qualsiasi tipo di attività nelle tre Sale Comuni prima che le luci delle candele si spegnessero per un sonno ristoratore vegliato dalle guglie appuntite del castello.
    Benché appartenessero a Case diverse, sia Caleb, che Michelle, che Chan - ognuno nella propria Sala Comune - erano seduti ad un tavolino intenti a scribacchiare appunti su appunti per le verifiche del giorno dopo. Mentre per Chan si trattava solo dell'ennesimo ripasso, per Michelle torturare i libri di Erbologia e Incantesimi senza combinare assolutamente niente sembrava l'unica opzione, mentre il tempestoso Caleb si lasciava andare a disegnare ai margini dei propri appunti, ormai totalmente lontano dai buoni propositi con cui si era seduto.
    Chi per un motivo, chi per un altro, i tre baldi giovani abbandonarono la propria postazione più o meno in momenti simili, incuranti persino delle proprie cose. Libri, appunti, fogli e quant'altro vennero lasciati lì. Che avessero in mente un ultimo incontro per quella giornata volta ormai quasi al termine? O si erano semplicemente stufati di stare lì? Fatto sta, che le loro figure scomparvero oltre i propri dormitori.

    Nel frattempo, i Fantasmi delle tre Case allietavano i primini raccontando una delle storielle riguardanti la loro vita passata. Se per gli studenti del primo anno queste potevano sembrare nuove e avvincenti, per tutti gli altri studenti erano ormai trite e ritrite perché ogni anno i loro Fantasmi non perdevano occasione di rispolverare il loro aneddoti passati.


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    Accovacciati a gambe incrociate sui tappeti ametista della Sala Comune, gli studenti del primo anno ascoltavano a bocca spalancata e occhi sognanti la voce risonante e teatrale del loro Fantasma, Nephyna Ichbad.

    Per tutti i Sargassi piccoli mozzi, il vostro Pescecane ne ha passate tante sapete?

    Il carisma della figura ectoplasmatica era capace di catalizzare completamente i piccoli maghetti e streghette, tant'è che ne seguivano persino i movimenti.

    E prima di diventare l'uomo di mare che sono dovetti affrontare una sfida molto pericolosa. Che possa il mare inghiottirmi se ogni tridente non ha tre fiocine, la superai! Eccome!
    Volete sentirla miei piccoli mozzi? Ma certo che volete!


    Come se avessero scelta…

    Commentò con palese scocciatura una ragazza del terzo anno alla compagna sul divano, entrambe lontane dalle "vittime" del primo anno. Caleb, visibilmente scocciato dal sentire per la trilionesima volta quella storia, lasciò sul tavolo in mezzo alle pergamene di altri studenti alcuni pezzi intonsi di pergamena.

    Siiii, dai Pescecane raccontaci!

    Nephyna strapazzò il ciuffo rossastro del primo che sprizzava entusiasmo da tutti i pori e, al centro del cerchio formato degli studenti, iniziò a raccontare, mimando le sue parole con gesti a dir poco plateali.

    Tanto tempo fa, non avevo ancora solcato i mari, ma lo desidero moltissimo, tant'è che non c'era giorno in cui non sognassi ad occhi aperti di guidare una nave tutta mia. Per tutti i tritoni, riuscivo persino a sentire l'odore del sale sulla pelle!
    Ma ero povero e non avevo né una nave, né un equipaggio.
    Non avevo niente, solo la voglia di diventare un figlio del mare.


    Il Fantasma scosse la testa nel dirlo con tanto di tristezza sul volto ectoplasmatico, ricordando ancora oggi le sofferenze di quel periodo.

    Ma un giorno miei prodi, il destino stava per cambiare le carte in tavola e darmi una possibilità. Era Agosto e tirava un'afa incredibile, di quelle che le vesti sembrano un tutt'uno con la pelle e la terra delle strade si attaccava alle scarpe. Non era raro vedere persino dei miraggi. Eh sì cavallucci marini, il caldo rendeva la testa pesante e i pensieri ancora di più.

    Le bocce dei primini erano quasi tutte spalancate, così come gli occhi sbarrati e in attesa di conoscere il continuo della storia.

    Avevo trovato un lavoro, niente di che sia chiaro, ma serviva a sfamare quest'uomo. Scaricavo i barili dalle navi mercantili che attraccavano Whitby, un porto di pescatori nella contea del North Yorkshire. Un giorno, la mia squadra stava scaricando i barili da un grande vascello e il Capitano era niente di meno che il grande Leroy Von Strass. Tra i ragazzi si vociferava che Von Strass regalava un viaggio a bordo del suo vascello a colui il quale sarebbe riuscito a portargli il famoso Sestante d’Oro, in grado di indicare sempre la traiettoria corretta. Il vecchio Von Strass era molto bravo in Astronomia e Trasfigurazione ed era venuto a conoscenza di questo magico artefatto durante la traversata sul Mar Nero e da quel momento desiderava averlo tra le sue mani per arricchirsi sempre di più.

    Nephyna gesticolava animatamente, enfatizzando ogni parola che usciva dalla sua bocca. Aumentava il tono di voce in certi punti, mentre in altri sembrava quasi sussurrare per creare ancora più suspance. Ogni tanto attraversava pure i corpicini dei ragazzini o scompariva oltre il pavimento per poi sbucare dalle pareti.

    E per tutti i Tridenti, Nephyna accettò! E non solo miei prodi, grazie ai miei compagni riuscì a trovare il magico Sestante d'Oro e ad avverare il mio sogno! Il buon vecchio lupo di mare mantenne la sua parola e grazie a lui solcai il mare per la prima volta e da allora non smisi più, fino a sposare il mare.

    Proprio mentre pronunciava quelle parole dal tavolo da cui si era alzato parecchi minuti prima Caleb si sollevò improvvisamente in aria una pergamena, attirando l’attenzione di tutti.
    I ragazzi nella Sala Comune avrebbero avuto modo di osservare le parole vergate sulla pergamena illuminarsi improvvisamente. Avrebbero avuto pochi secondi, ma sarebbero stati in grado di capire che ciò che vi era impresso sopra altro non era che la storia che Nephyna aveva appena raccontato e che la gran parte di loro sapeva a memoria. Ad un tratto le parole iniziarono a sbiadire, l’inchiostro iniziò a macchiare la pagina fino a creare una grossa macchia nera, quasi come se qualcuno vi avesse fatto cadere sopra una boccetta di inchiostro. Poco prima, però, tutti avevano potuto vedere le parole che vi erano state impresse sopra.
    Dalla pergamena iniziò a diffondersi una nube nera, quasi come se l’inchiostro volesse espandersi per tutta la Sala, senza accontentarsi del foglio. Alcuni si sarebbero alzati di scatto, qualcuno avrebbe persino tentato di scappare, ma non ci sarebbe stato tempo per uscire dalla stanza, perché tutti vennero immediatamente avvolti da quella nube di inchiostro.

    Videro tutto nero, i rumori svanirono all’improvviso. I ragazzi si sentirono cadere e, prima che chiunque potesse iniziare a gridare, la nube si dissolse e i loro piedi furono nuovamente poggiati sul pavimento.

    Avete sentito branco di pelandroni?
    Il Sestante d'Óro dovremo essere noi a portarlo al Capitano Von Strass! Noi soltanto!


    Davanti a loro si trovava un giovane Nephyna di appena una ventina d'anni, completamente diverso dalla figura ectoplasmatica a cui tutti erano abituati. Aveva i riccioli neri scompigliati al vento, due occhi grandi e pieni di determinazione e il volto completamente privo di barba. Solo un accenno di radi baffetti. Nephyna era un mago oltre che uno scaricatore di porto e impugnava
    la sua bacchetta con una forza tale che le nocche si facevano bianche. Se i ragazzi si fossero guardati attorno si sarebbero ritrovati immersi in un altro scenario, in un altro tempo che niente aveva a che fare con il loro presente. Delle mura del castello di Amestris non v'era più traccia. Il nuovo paesaggio che li circondava era fatto di barche e navi attraccate alla diga del porto e legate a grosse ancore calate in mare. Una lunga passerella in legno fiancheggiava le loro prue, dove casse di pesce, di vino, di tessuti, di cibo straniero venivano scaricate da uomini dalle forti braccia e dal vestiario povero. L'olezzo di pesce e l'odore salino si mischiavano, inondando tutta la via che costeggiava l'area portuale di Whitby. Dal lato opposto, ordinati come soldatini, vi erano una lunga serie di magazzini dalle grandi saracinesche spalancate e osterie pronte ad allietare la fine di una pesante e dura giornata.

    Muoversi, muoversi! Andiamo a trovare questo Sestante prima di chiunque altro! Il viaggio deve essere nostro!
    Noi saliremo su quel vascello! Noi e noi soltanto!


    Li spronò Nephyna, determinato a recuperare l'oggetto tanto bramato dal Capitano Von Strass e a salire sul quel dannato vascello! Non avrebbe accettato per nulla al mondo se lo avesse trovato qualcun'altro.
    Si mosse rapido senza guardarsi alle spalle, come se fosse certo che lo avrebbero seguito.
    Se i ragazzi si fossero guardati si sarebbero visti addosso esattamente gli stessi vestiti che indossavano nella loro Sala Comune, lo stemma della Tempesta.

    Voi luridi straccioni cosa credete di fare? Siete solo degli scaricatori di porto, non potete di certo competere con dei marinai!

    Questa voglio vederla Gregory, ahahah. Il massimo che riusciranno a trovare sarà un barile pieno di ratti!

    Per tutti loro non erano più gli studenti di Amestris, adesso venivano visti come se fossero anche degli scaricatori di porto - tutti maschi -, proprio come Nephyna, tant'è che erano proprio i suoi compagni.
    Stavano vivendo la storia che tante volte avevano sentito narrare dal tempestoso Pescecane. Cosa avrebbero fatto? Avrebbero seguito Nephyna per aiutarlo col suo piano? Avrebbero tentato di stravolgere la storia che era stata scritta tempo prima, nel 1620? Ogni possibilità era aperta. Dovevano trovare un modo per tornare a casa, ma vi era solo un problema: quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere per cercare di tornare alla realtà?


    Potete interagire con il Fantasma senza problemi. La scadenza del turno è il 25 giugno entro le ore 23:59. Se prima della scadenza farete azioni che necessiteranno della destinizzazione del Tessitore ci saranno delle piccole destinizzazioni.
    Buona avventura, Fulmini! :tempestamini:

    - Tutti i pg conoscono la storia che il Fantasma ha raccontato agli studenti del primo anno. La conoscete perché ogni anno il fantasma è solito ripeterla fino allo sfinimento (insieme al resto pubblicato nelle Sale Comuni).

    - Come descritto nel post, la pergamena incantata ha trascritto le parole del fantasma e vi ha magicamente trascinati al tempo in cui si è svolta la storia.

    La storia è già stata scritta. Ognuno di voi ne conosce gli sfortunati esiti.
    Adesso il vostro Presente è il loro Passato.
    Come farete a tornare nel Futuro?



    Tempesta III Anno Tempesta IV Anno Tempesta V Anno Tempesta VI Anno Tempesta VII Anno


    Edited by Il Tessitore - 19/6/2022, 16:08
     
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    Morivamo dalla voglia che la raccontasse di nuovo, vero?

    Il tono sarcastico con cui Declan pose la domanda al compagno di casata più vicino, lasciava ben intendere l'esatto contrario, e infatti l'altro non tardò a replicare, alzando gli occhi al cielo in maniera piuttosto esplicita.

    Non mi bastano le dita delle mani, e nemmeno quelle dei piedi ormai, per contare quante volte ho sentito questa storia...e poi, sbaglio o ogni volta aggiunge qualcosa di nuovo?

    Declan si strinse nelle spalle, a voler intendere che non avrebbe saputo dirlo con certezza e che neppure gli interessava poi tanto; era stato divertente, l'anno prima, conoscere il fantasma di casata e ascoltare i suoi racconti, ma quando era diventata l'abitudine avevano finito per tediarlo. Sempre uguali a sé stessi e tutti con un solo epilogo possibile, ovvero quello che vedeva Nephyna, naturalmente, come l'eroe indiscusso della sua stessa storia!
    Si guardò intorno...qualche ragazzino del primo anno pendeva ancora dalle labbra di quella figura incorporea, sussultando alle sue esclamazioni più colorite, o fremendo per fare domande. I ragazzi più grandi, differentemente, se ne stavano in disparte, continuando ciascuno le proprie attività, disturbate tuttavia dal continuo ciarlare del fantasma e dal brusio di sottofondo degli studenti più piccoli.
    Seduto sulla poltrona, gambe incrociate e un libro di Erbologia posato sulle ginocchia, il Tempesta si sforzò di tornare concentrato su quel che stava facendo; visto da fuori, si sarebbe pensato che si dava da fare nel ripasso della materia, forse in vista degli esami di fine anno, ma si sa, l'apparenza inganna...tra le pagine del tomo, infatti, aveva posato un foglio di pergamena, sul quale al momento si contavano più parole scarabocchiate di quelle leggibili.
    Ogni volta che provava a buttare giù una frase, gli sembrava subito dopo inadatta ad esprimere il concetto, oppure veniva distratto dalla voce stentorea di Nephyna e doveva ricominciare da capo, tirando una linea d'inchiostro e tracciando nuove lettere...un pastrocchio totale! E nel farlo, si assicurava che nessuno dei suoi compagni sbirciasse verso di lui, motivo per il quale aveva nascosto il foglio nelle pagine di Erbologia...a volte pensava di doverne parlare con Viktor, loro erano amici dopotutto. Ma la questione era così tanto intima, per lui, che quasi sempre vacillava e tornava sui suoi passi, preferendo tenere la cosa per sé.

    Ciao Lily Anne...
    suonava troppo formale
    Lily Anne, vorrei parlarti di quello che è successo...
    o non era successo affatto!
    Ciao Lily, mi piacerebbe vederci, al Chiostro...
    forse così poteva andare...sembrava un buon inizio. Era lì che si erano incontrati la prima volta...magari troppo sdolcinato!
    Ciao Lily, vorrei vederti, va bene ovunque...

    Era così difficile scrivere una lettera. Soprattutto di quel genere...e soprattutto per lui, che non aveva granché dimestichezza con certe cose; avrebbe potuto continuare così per tutta la serata, se qualcosa non lo avesse bruscamente interrotto, irrompendo nella Sala Comune e trascinandoli tutti nel buio. L'ultima cosa che rimase impressa nella retina dei suoi occhi furono le parole sulla pergamena...non quella che stava scrivendo per Lily, ma quella che si era sollevata in aria un attimo prima che tutto sparisse, letteralmente.

    Per un attimo rimase disorientato, come avesse preso una botta in testa, svenendo e risvegliandosi dentro ad un sogno; non riconobbe le voci di nessuno di quelli che gli urlavano attorno eppure, quando guardò verso l'uomo che si apprestava a salire sul vascello, ebbe un flashback: lo stesso Nephyna che pochi istanti prima tuonava nella sala comune stava ancora gridando, ma stavolta con diverse sembianze e non più raccontando una storia, ma impartendo dei veri e propri ordini. Cercò di mettere a fuoco il luogo, inquadrando dapprima il ponte di legno, poi le barche ondeggianti sull'acqua e le file di magazzini sulla banchina...non v'era dubbio che si trattasse di un porto. E, a giudicare da come vestivano le persone, erano indietro di parecchi secoli!

    Siamo nella sua storia!

    Esclamò, senza chiedersi se qualcuno fosse riuscito a sentirlo in quella cacofonia di voci. Ma perché? Si chiese...e chi poteva aver avuto interesse a farli tornare a quel preciso momento? Poi ripensò a Caleb e alla pergamena che stava scrivendo; possibile fosse opera sua? Finalmente si decise a cercare Viktor con lo sguardo...e se lo avesse intercettato si sarebbe avvicinato all'amico, iniziando a porsi i primi dubbi.

    Ehi Vick...nel racconto di Nephyna questo è il momento più importante. Secondo te vuole che cambiamo qualcosa di quello che è successo nella storia?

    Il solo pensiero lo fece rabbrividire. Perfino per un mago, infatti, era altamente rischioso intromettersi in eventi già accaduti e modificarne il corso...le conseguenze potevano essere terribili! Nonostante questo, ad ogni modo, Declan sarebbe salito su quel vascello con Nephyna; al momento non era di un calcolo dei rischi che si preoccupava, ma solo di scoprire come erano finiti lì e come si erano svolte realmente le cose al tempo in cui l'attuale fantasma aveva deciso di lanciarsi in quell'avventura.
     
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    Ah, le sere con il Signor Pirata, fisso ritrovo di qualsiasi Tempesta. Le sue storie avevano sempre il sapore del salmastro di un oceano mai visto se non indirettamente. Storie di pirati come lo era stato in vita, storie magnifiche, paurose, fuori dal tempo. C'era chi si sarebbe fatto crescere la barba, anche con un incantesimo, pur di sfuggire a quei supplizi. E poi c'era chi non si sarebbe mai annoiato ad ascoltare una storia, che importava se trita e ritrita da anni con vari dettagli via via diversi in base alla versione. Fra questi c'era Máiréad, neanche a dubitarne, con il mento poggiato sui polsi e l'espressione meravigliata stile assetata che osserva un'oasi in mezzo al deserto. Più o meno quello che le era capitato alla Coppa del Mondo di Quidditch, solo senza Quidditch e senza deserto, trovandosi in piena Amestris nella solita Torre dei Tempesta. Coi capelli ramati e raccolti in uno di quegli assurdi nodi arruffati, che a guardarlo si sarebbe detto fosse mantenuto in gravità dalla magia, per la Callaghan era sempre bello tornare bambina. Quando ne poteva approfittare in momenti simili e spensierati lo faceva, ricordando il passato con mamaí e dadaí dove tutto sembrava ancora un futuro lontano. La magia, il dover studiare... ma anche le piaghe e i cambi nella natura. Tutto ancora da stabilire, ma che avrebbero portato via un pochino dell'innocenza bambinesca. E ora che Máiréad di anni ne aveva diciassette attendeva con impazienza, forse un briciolo di speranza, di tornare a sognare come la se stessa di un tempo. Anche a ridere, in effetti. Troppo spesso era stata costretta a piangere, versare lacrime amare per gli altri e per Drayrdd lungo due anni consecutivi. Penultimo da studentessa, con il settimo a poca distanza ormai. Quanto avrebbe voluto rallentate le lancette dell'orologio perché i giorni ad Amestris non terminassero mai!
    A gambe incrociate sul cuscino dai tipici colori della Casa, circondata da tutti gli altri compagni interessati, la Callaghan prese a dondolare su e giù reggendosi dalle caviglie, l'unico modo per potersi permettere quel giochetto solitario senza capitombolare addosso ai compagni retrostanti. E senza inoltre distrarsi troppo dalla storia, che anche se un minimo la sapeva era sempre bello rinfrescarsi la memoria... dato che di problemi legati a essa ne aveva, eccome. Ogni tanto la testolina ramata si girava a controllare, la bocca assumeva un'espressione di palese dispiacere nel piegare gli angoli in giù con il labbro inferiore sporgente. Che alcuni fossero completamente annoiati dalla storia, addirittura infastiditi, non lo reputava possibile. Forse avevano propri dispiaceri da dover risolvere, problemi che chi più chi meno affrontava in quel modo. E la diciassettenne di aiutare tutti ne aveva voglia ma non le forze, che per sopportare supplizi si pagava spesso un prezzo più che pesante.

    E quella?

    Distrattamente la ragazza irlandese notò una pergamena svolazzante in aria e stava per chiedere spiegazioni quando tutto cambiò. Nero e vuoto comparvero, senza un motivo e senza preavviso, piombando con forza e trascinando tutti chissà dove.

    Ma... Cad a tharlóidh?!? [Cosa succede?!?]

    Gridò senza aspettarsi davvero una risposta o di poter solo udire la sua stessa domanda, finché tutto tornò come prima. Più o meno, cioè, buio e sensazione di caduta non c'erano più. Ma non c'erano più nemmeno la Sala Comune e la stessa Amestris. Il forte odore di pesce e acqua salata la invase in pieno, cosa che però non la sconvolse più di tanto. Anzi, la Callaghan quasi parve apprezzare il cambio. Inspirò a pieni polmoni la nuova brezza, le pupille che si facevano largo nel nuovo paesaggio ignoto ma semplice da identificare. Un porto di mare. Che bello il mare. Certo, flora e fauna erano piuttosto di nicchia ma non per questo meno interessanti. E poi si trovavano in un posto senza maledizione sulla natura, quindi perché disprezzare quel viaggio improvviso?
    Il verde delle iridi saettò verso il signore che parlò per primo. Non fosse stato per quel viso inconfondibile non avrebbe saputo dire chi fosse. E invece eccolo là, il Fantasma di Casa Tempesta giovane e pronto a vivere una nuova avventura. Quella della storia, presumibilmente, quella che gli aveva cambiato la vita rendendolo un vero Pirata.

    Oh, com'è suimiúil [affascinante] il Signor Pirata!

    Máiréad parlò al presente, perché un minimo di fascino il Fantasma lo aveva anche da morto. Fissò l'uomo, poi i due che presero a sbraitare contro di loro, infine passò in rassegna la nave attraccata al molo. Non di quelle tutte ferrose e metalliche, ma un perfetto vascello di legno con le vele spiegate al vento.
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    Per un attimo la ragazza ebbe un flash di quella stramba avventura sui mari che si trovò ad affrontare un paio di anni prima. Tutta vestita da pirata, fatta e finita, con l'irrefrenabile voglia di trovarsi un pappagallo da appollaiato sulla spalla e condire ogni frase a suon di "aaaargh" e altri versi marinareschi come "corpo di mille balene". La ragazza si guardò di riflesso, immaginandosi che anche per l'occasione avesse addosso quella stessa uniforme logora ma a suo modo figa. E invece no. Vedeva perfettamente il viola e oro della divisa - versione chiara, quella che aveva scelto per la sera estiva - se chinava la testa in basso, compresa di calzettoni leggeri, gonna a balzelloni e giacca bordata. Peccato. Eppure Máiréad sotto sotto era straconvinta di avere qualcosa di piratesco addosso. Forse i capelli, cosa che appurò subito tastandoseli pur non trovando nulla di strano. Né cappelli né tantomeno pappagalli o bende nere sull'occhio. In effetti scaricatore di porto non prometteva bene. E a proposito...

    Ma qualcuno sa cosa significa scaricatore di porto?

    Il Prefetto si grattò la testa con aria perplessa. Se non erano pirati, dato che lo stesso Signor Pirata non sembrava esserlo affatto da come vedeva e ricordava vagamente nella storia, cos'erano di preciso? La Callaghan cercò poi con lo sguardo smeraldino l'altra portatrice di spilla, Hesper. Sapeva che in quei casi loro due erano i diretti punti di riferimento a partire da quell'anno, ma non doveva essere poi così complicato decidere per l'occasione. Salpare tutti insieme sulla nave sembrava la strada più ovvia, ma se le cose fossero state più facili di quel che ricordava? Dopotutto se serviva solo trovare quel sen- set- ser- accidenti, come si chiamava? E com'era fatto, soprattutto? A che serviva?

    Beh... Proviamo nel modo più semplice, roimh [prima]?

    Provarci, giustamente, non avrebbe causato chissà quale problema in fondo. Con un movimento leggero di bacchetta appena tirata fuori dalla tasca, la giovane studentessa tracciò un arco da sinistra a destra, come un arcobaleno molto stilizzato, preparandosi a mormorare la formula.

    Accio... ehm, uhm, cad a tugadh air [come si chiamava]? Set- sem- ser- ah! Sestante! Accio Sestante!

    Mica aveva compreso il punto preciso della storia dove si trovavano, Máiréad! E anche se lo avesse saputo la mente di lei viaggiava sempre secondo binari del tutto diversi. Era proprio super convinta che l'oggetto dichiarato fosse solo nei dintorni, semplice da cercare come uno Knarl in mezzo ai porcospini. Circa. Alla fine era anche possibile che la storia fosse un pochino diversa, date tutte le versioni che aveva ascoltato nel corso degli anni. Ma a prescindere da cosa ne fosse venuto fuori, se il nulla o un oggetto bizzarro, la ragazza di Kilkenny si sarebbe messa a saltellare verso il vascello, intenzionata a salirci subito sopra. E a cercare qualche pesce-cane, supponendo ve ne fossero in quel mare. Per rispondere a una domanda cruciale era necessario scrutare bene il pelo dell'acqua. Esistevano anche i pesce-Crup, per caso?
    Il Tessitore Máiréad prova ad Appellare il Sestante (poveraccia...)

    Taggo tutti i Tempesta, potete interagire come piu volete :3
     
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    Al calar della sera, poco dopo aver terminato la sfiziosa cena preparata dagli elfi domestici, tutti gli studenti di Amestris si erano recati nelle rispettive Sale Comuni per il consueto momento di relax di fine giornata. I primi a riempirsi furono i divanetti davanti al camino oramai spento, poi il pavimento attorno al pirata fantasma, che in un attimo si ritrovò coperto dai mantelli e dalle teste degli studenti più giovani che ancora non avevano avuto modo di sentire la solita storiella sull'avventura di Nephyna e infine anche i letti per quelli che non erano soliti stare in piedi per tutto quel tempo.
    Hesper non aveva interesse ad ascoltare la storia del pirata, ancora intimorita dal ricordo della notte passata in sua compagnia solo tre anni prima, ma dopo essersi lavata via lo stress con una doccia si era resa conto di non avere tutto quel sonno e che, avendo già finito la moltitudine di compiti, non si sarebbe potuta coricare nel letto per guardare il soffitto in preda ad una noia mortale.

    Ahi!

    Un nodo dopo l'altro si scioglievano impotenti sotto i colpi del pettine auto-districante che non con poca grazia si muoveva per tutta la lunghezza dei capelli del prefetto, occupata nel mentre a pulire la propria bacchetta dalla moltitudine di impronte digitali e schizzi di marmellata appiccicosa; se non altro averla già tra le mani le garantiva la possibilità di agire più rapidamente in caso qualcosa fosse andato storto per l'ennesima volta.
    Il suo sguardo si alzò dalla bacchetta quando la figura di Caleb Canon si mosse, e dopo vagò pigramente sulle teste dei più piccoli seduti sui cuscini per terra tra i quali svettava la chioma ramata di Máiréad Callaghan che nonostante frequentasse oramai il sesto anno, pareva ancora una bambina.
    Sorrise e poi fece per abbassare lo sguardo di nuovo sulla bacchetta quando la voce dell'altra prefetta sovrastò per un attimo quella del fantasma, attirando l'attenzione di molti verso...
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    Oscurità.
    Hesper sentì il vuoto comparire sotto i suoi piedi, d'istinto s'alzò lasciando cadere il panno con cui stava pulendo la bacchetta ma prima che potesse anche solo pensare alla formula dell'incantesimo che avrebbe voluto lanciare ecco che l'odore della salsedine invase le narici e un improvviso mal di mare provocava un leggero mal di stomaco.

    Non credo sia opera di Nephyna, Cromwell. È pur sempre un fantasma.

    Non vi era traccia di paura nel tono della rampolla, sembrava in verità che avesse fatto l'abitudine a tutte quelle particolarità che la scuola partoriva ogni tanto. Sicuramente quanto stavano vivendo in quel momento non poteva essere più traumatico o spaventoso di Halloween.

    Se arriviamo alla fine, forse ne usciremo. Per adesso dobbiamo riuscire a salire sulla nave, suppongo.

    Fece qualche passo in avanti facendosi spazio tra i propri compagni, la lunga gonna della veste da strega indossata frusciava contro le gambe degli altri e contro la terra e poi si fermò quando arrivò giusto qualche metro dietro il giovane Pirata che tra molti anni avrebbe infestato la torre della Tempesta.

    Elettro.

    La bacchetta fendette l'aria come una frusta e per tutto il tempo che trascorse a mezz'aria le falangi del prefetto si tinsero di verde e gli occhi di nero pece. L'obbiettivo della sfera di elettricità era il marinaio che era stato chiamato Gregory, probabilmente uno degli esseri più maleducati che Hesper avesse mai conosciuto, persino da quella distanza riusciva a sentire l'acre odore di sudore misto a pesce avariato che si levava dalla camicia pezzata.

    L'esito di Elettro ovviamente non vuole essere autoconclusivo.

    Hesper ha con sé:

    ➤ Petalo della Speranza: petalo multicolore di circa 15 cm nato dal Fiore della Speranza durante il Rito di Ostara. Se tenuto con sé è capace di generare uno Scudo Massimo anche se si è sprovvisti della bacchetta. Per attivarlo è necessario stringerlo tra le mani e lo si vedrà brillare di una bagliore arcobaleno. Conferisce al mago/strega che lo utilizza un bonus temporaneo di +2 CM. [1 solo utilizzo] Una volta usato, il petalo perderà di luminosità, cristallizzandosi per sempre.

    ➤ Pentafoglio magico: aumenta di parecchio la fortuna (uso singolo per un'azione, richiede intervento del Tessitore)

    ➤ Ciondolo magico: dona + 1 Saggezza e + 1 Carisma. Il suo effetto avviene tenendolo con sé e stringendolo in un pugno, la sua degradazione magica avviene nel giro di 3 role. Al termine di questi utilizzi rimane un ciondolo dorato.

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    Eccolo che ricomincia...

    Viktor roteò gli occhi in un'espressione a metà tra il fastidio e la rassegnazione. Si era fermato sull'ultimo degli scalini che dal dormitorio portavano alla Sala Comune, con la tracolla piena di libri, pergamene e altre cianfrusaglie che gli penzolava da una spalla e il braccio opposto sollevato a reggere un impaziente Maurice, che chiaramente non vedeva l'ora di spiccare di nuovo il volo. Peter, d'altro canto, se ne stava tranquillo in una tasca dei pantaloni, facendo spuntare la viscida testolina pezzata e scrutando con scarso interesse la scena che aveva fatto indugiare Viktor sulle scale.
    La Sala Comune era gremita di studenti viola-oro, dai più diligenti alle prese con i libri ai più spensierati che invece erano intenti a chiacchierare o a godersi la serata in altro modo. Tra questi, un nutrito gruppo di primini si era radunato intorno al Pescecane, che proprio in quel momento si era messo a raccontare per l'ennesima volta la storia di come era diventato un vero pirata ritrovando il prodigioso Sestante d'Oro. Come la maggior parte dei Tempesta, Viktor aveva sentito quel racconto (e non solo quello) così tante volte che ormai gli risultava quasi istintivo far eco alle parole del fantasma ripetendo insieme a lui le esclamazioni più enfatiche.

    E per tutti i Tridenti, Nephyna accettò! disse tra sé e sé facendo eco alle parole del Pescecane mentre Maurice si lanciava verso la finestra aperta più vicina, e avrebbe potuto giurare che qualche altro studente non del primo anno aveva appena fatto lo stesso. Cercò Declan con lo sguardo, intenzionato a chiedergli di ripassare insieme le materie del giorno dopo, ma proprio nel momento in cui lo vide sollevare lo sguardo dal libro che reggeva sulle gambe incrociate, una nube densa e scura riempì il suo campo visivo. Tutto si fece nero e prima ancora che provasse a capire cosa stava accadendo si sentì cadere giù, come se il pavimento avesse ceduto sotto i suoi piedi. D'istinto, cercò di trattenere a sé la tracolla con una mano, mentre l'altra tratteneva Peter dentro la tasca dei pantaloni. Un momento dopo, i suoi piedi toccavano di nuovo terra e la vista tornava a schiarirsi. Si guardò intorno: la Sala Comune della Tempesta era sparita, così come ogni cosa al suo interno eccetto i suoi compagni. Un intenso odore di pesce, e di legno umido e di rum gli riempì le narici, mentre Viktor prendeva coscienza del fatto che tutti loro erano stati catapultati in un altro luogo, in un altro tempo. Il porto di Whitby si stagliava tutto intorno, con i suoi ponti e le sue grandi navi e la banchina su cui mercanti e marinai si affaccendavano come se niente fosse, apparentemente ignari del fatto che un gruppo di studenti di Amestris fosse comparso lì dal nulla.

    Ma che ca...

    Aggrottò le sopracciglia, arrestandosi di colpo nel momento in cui sentì la voce inconfondibile di Nephyna impartire degli ordini in maniera concitata. La folta chioma riccioluta del Pescecane si agitava oltre le teste dei presenti, e gli occhi grigio-azzurri del ragazzino si accesero di meraviglia quando un giovane Nephyna in carne ed ossa entrò per intero nel suo campo visivo.

    Wooo...

    Ehi Vick...nel racconto di Nephyna questo è il momento più importante. Secondo te vuole che cambiamo qualcosa di quello che è successo nella storia?

    Viktor si voltò di scatto verso Declan, ancora con gli occhi spalancati e la bocca aperta, per un attimo incapace di formulare una risposta sensata. Risposta che, invece, arrivò tempestiva da Hesper Fawley.

    Naah... secondo me invece siamo solo finiti nel suo ricordo... ma come è successo?

    disse dopo essersi ripreso dallo stordimento iniziale. Non aveva idea del perché si fossero improvvisamente ritrovati in quella situazione, né del perché Nephyna si stava rivolgendo a loro come se fossero membri della sua squadra di scaricatori di porto e non dei ragazzini in uniforme scolastica, né di cosa avrebbero dovuto fare per tornare alla Sala Comune in cui si trovavano fino a pochi minuti prima, ma ciò che stava accadendo aveva un che di entusiasmante.

    Gli scaricatori di porto scaricano le casse dalle navi mercantili, Máiréad

    disse rispondendo divertito all'ingenua domanda della prefetta, pronunciandone il nome con un accento gaelico piuttosto ricercato, che tuttavia mai avrebbe potuto eguagliare quello della rossa. E non mancò di sorridere e scuotere la testa per l'altrettanto ingenuo tentativo di appellare il Sestante, che gli sembrò talmente ovvio e banale da etichettarlo come inutile prima ancora di verificarne gli esiti.

    Salire sulla nave? Se rimane attraccata in porto okay, altrimenti io su quella cosa non ci salgo

    La valutazione di Hesper gli parve la più sensata, ma l'idea di dover solcare il mare aperto a bordo di una nave iniziava a minacciare il suo entusiasmo: non aveva nessuna intenzione di ritrovarsi lontano dalla costa su un'imbarcazione che avrebbe potuto avere anche una minima probabilità di affondare. Ma in base a cosa, poi, avrebbero dovuto prendere il largo? Il vecchio fantasma Nephyna Ichbad aveva raccontato centinaia di volte quell'episodio, eppure Viktor non avrebbe saputo dire con certezza dove fosse diretto il giovane scaricatore di porto Nephyna in quel momento. Aveva già un'idea di dove era nascosto il Sestante? C'era un solo modo per scoprirlo...

    Ehi Nephyna! Dov'è che siamo diretti? Come facciamo a trovare il Sestante senza neanche un indizio?

    Non era neppure sicuro che Nephyna gli avrebbe risposto. D'altra parte, se non lo avesse fatto, l'ipotesi di essere finiti in un ricordo del Pescecane avrebbe potuto dirsi confermata. Se invece Nephyna avesse risposto, allora forse avrebbe davvero avuto senso chiedersi cosa fare per poter tornare indietro...

    Chiedo scusa per il ritardo! Spero di essere ancora in tempo...
    Viktor ha con sé:
    -Alcuni libri scolastici del martedì, classe G.U.F.O. (Trasfigurazione, Erbologia, Antiche Rune, Incantesimi)*
    -Coltellino multiuso
    -Polvere buiopesto peruviana x1
    -Deluminatore
    -Ocarina magica in legno

    (*li ho presi dall'orario scolastico, se ci sono errori modifico!)
     
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    Una sfera di colore giallo elettrico era impattata veloce verso Gregory, colpendolo in pieno e paralizzandolo all'istante per una manciata di secondi. Ciò sbalordì Nephyna e gli altri mozzi, compreso la lingua lunga di Gregory e del suo compare. Di certo loro non erano estranei alla magia, ma in quel tempo quell'incantesimo non era mai stato evocato da nessuno. Almeno in quella zona.

    4HCwtKN
    Ben fatto Lucian! A quel pallone gonfiato serviva un po' di sana magia...

    Un Nephyna compiaciuto aveva dato un paio di pacche sulla spalla della Prefetta Fawley che per lui altro non era che Lucian, uno dei suoi compagni scaricatori, grande, grosso e vestito di indumenti poveri e semplici come tutta la sua squadra. La stessa cosa valeva per tutti gli altri studenti giallo-viola, che ai suoi occhi e a tutti quelli degli abitanti di quel tempo lontano adesso apparivano come se fossero tutti degli aitanti manovali. Adesso compagni del baldo Ichbad.

    State alla larga voi o ne prenderete di santa ragione! Da dei veri uomini, non da dei damerini infiocchettati come donzelle!

    E pian piano se ne sarebbero potuti accorgere loro stessi, facendo un piccolo collegamento logico con quanto detto dallo stesso Nephyna alla loro Prefetta o aguzzando la vista sul riflesso che avrebbero mostrato le pozzanghere sparse qui e là sul legno del pontile sotto ai loro piedi o su quello dell'imbarcazione. O, ancora, pesando le parole che prima il presuntuoso e maleducato Gregory aveva rivolto loro.

    Ah proposito, che roba era quella? Dove l'hai imparata?

    Aveva sussurrato Nephyna sempre verso Hesper (Lucian), cercando di parlare piano, in modo che i rivali non potessero ascoltare.

    Oh, com'è suimiúil ...

    Sean non riesci più a parlare? È colpa di una gonnella? Sei un uomo grande e grosso, riprenditi!

    Sbraitò un giovane Nephyna verso Máiréad che da tutti, eccetto per i compagni di casata, incarnava perfettamente le sembianze di Sean. Persino la voce al futuro Pescecane e agli altri mozzi non studenti risultava diversa, profonda e chiaramente maschile, proprio come quella di Hesper. Peccato che ognuno dei ragazzi non avrebbe mai potuto notarne la differenza. Poco importava in tutta quella situazione perché era ormai chiaro che il Sestante rappresentava la priorità, sia per Nephyna che per gli sfortunati studenti vittime di quello strano evento.

    Sean oggi devi avere qualche rotella fuori posto! Sì, deve essere per forza così...
    Davvero pensavi che sarebbe stato così semplice?
    Mi sa che le troppe donne che frequenti ti hanno dato alla testa.


    La magia di Appello evocata dalla rossa Callaghan si era conclusa in un nulla di fatto, ché lì del Sestante d'Oro non v'era alcuna traccia.

    Allora andiamo a prenderci questo Sestante!
    Facciamogli vedere noi! Saliamo dai!


    Incitò Fellow, un compagno della combriccola di Nephyna, tant'è che iniziò a risalire il pontile fino a sbarcare per primo sul vascello che il Capitano Von Strass aveva messo a disposizione per quella specie di caccia al tesoro.

    Che fate lì impalati come babbalucchi? Il Sestante non pioverà mica dal cielo!
    Dobbiamo essere noi a salire o non ci aggiudicheremo la corsa... eddaiiii, muovetevi!


    Dopo aver gesticolato animatamente per incitarli a salire, Fellow diede una gomitata amichevole a Declan, o meglio a Colin il Furetto perché anche lo studente appariva diverso. A lui era toccato il giovane e prestante Colin, detto appunto il furetto per quanto veloce corresse.

    Nephyna, Nephynaaaaa!

    Da lontano arrivò la voce di Dan con il fiatone che gli strozzava la gola per la corsa che stava facendo. A quanto pareva dal suo fare concitato, sembrava avesse qualcosa di estremamente importante da dire. Affiancò Ichbad, piegandosi un po' sulle ginocchia con le mani per riprendere fiato, finendo per alzare un braccio e indicando il mare aperto.

    G... we... m I...sla... n...d, lì!

    Che? Piano, non ti capisco se fai così...
    Ma perché oggi parlate tutti strano?!


    S... scusa, a... aspetta.

    Dan tirò un altro paio di respiri profondi, cercando di ricomporsi alla buona.

    Gwem Island, il Sestante si trova lì!
    A Nord, alla fine della costa di Withby Harbour. Credo che non ci sia neanche un nodo dai fari portuali o forse poco più, ma quella è la direzione. Ne sono sicuro Ichbad, l'ho sentito da due guardie del Capitano mentre scaricavo alcuni bauli.


    Alexander sentito Dan? Gwem Island.

    Carl aveva chiamato così Viktor, che aveva appena chiesto a Nephyna dove fossero diretti. Carl però continuava a scuotere la testa, borbottando parole e facendo gesti incomprensibili con le grandi braccia.

    Ma li c'è lo Stregone Vennas! È impossibile!

    Esattamente, Carl aveva detto bene. Vennas Drukyr, che a quel tempo era uno degli stregoni più potenti del continente.
    Da tempo però, correvano alcune dicerie tra gli abitanti della parte magica di Withby, le quali affermavano che ultimamente Vennas non stava messo molto bene con la testa. Questo poteva essere rassicurante per certi versi, tanto quanto terrificante per altri perché era risaputo che la follia poteva rendere tanto imprevedibili, quanto pericolosi.

    Sì, il Sestante lo ha proprio Vennas, ma lo sapete tutti che quello stregone è fuori come un balcone!

    Dovremo irrompere nella sua dimora e prenderlo. Vale la pena tentare Nephyna!

    E tenteremo amici miei, ma che nessuno sottovaluti quel vecchio barbuto.
    Non sappiamo cosa può fare e sicuramente non ci darà il Sestante tanto facilmente.


    Nephyna era coraggioso e voleva prendere il prezioso oggetto più di chiunque altro, ma non era uno sprovveduto: sapeva che avere un atteggiamento troppo sicuro di sé, avrebbe condotto ad una possibile sconfitta. E avrebbe fatto il possibile per non farlo accadere.

    Carl non vorrai frignare per tutto il viaggio come una femminuccia, vero?

    Tra i due intercorsero due occhiate taglienti, ma Ichbad riprese subito a parlare con l'intento di troncare qualsiasi risposta sul nascere.

    Gwem Island, non si discute. Sei ancora in tempo per restare a terra.

    Lo ammonì secco e con un'espressione che non ammetteva repliche.

    Sean, Colin a prua con me. Dan al timone, Fellow e Carl ai lati, issate le vele di questa bagnarola.
    Lucian e Alexander a prua, abbiamo un Sestante da recuperare!


    * [In viaggio verso Gwem Island] *

    viaggio



    Così Fellow e un Carl ancora borbottante issarono le vele del piccolo veliero, mentre Dan iniziò a navigare, seguendo il tragitto che aveva segnato in quattro e quattr'otto su una delle mappe che affollavano il tavolo della cabina anteriore.

    Coraggio mie prodi, prendiamoci il nostro tesoro!

    Non ci volle molto perché Ichbad si abituasse al comando di una ciurma, benché quella che lo accompagnava adesso non poteva definirsi tale per la particolarità del suo equipaggio. Agli studenti poteva risultare adesso evidente come quel tipo di vita calzasse a pennello per il loro fantasma e cosa fare per tornare a casa.
    Il viaggio sembrava procedere tranquillo e in serenità. I caldi raggi del sole sbattevano con vigore sulla superficie marina, creando riflessi e giochi di luci davvero suggestivi. Il vento non era fortissimo, affatto. Semmai piacevole e sufficiente a gonfiare le vele avorio dell'imbarcazione, la quale procedeva spedita su un letto d'acqua di un blu cristallino. Talmente limpido che sporgendosi dal bordo del veliero si sarebbero potuti osservare i banchi di pesci che attraversavano il Mare del Nord o la flora marina cresciuta in alcuni scogli adesso sporgenti. Dopo varie centinaia di metri, il veliero attraversò i Fari di Whitby Harbour, navigandoci in mezzo. Le ombre delle grandi costruzioni coprirono l'imbarcazione durante la traversata, tanto che sembravano accarezzare le figure dei manovali, così come l'intera nave.
    Isola-OK


    Mi sembra tutto troppo tranquillo Nephyna.
    Non è un buon segno...


    Non fare l'uccello del malaugurio Carl... E che cavolo, dai!

    Non voglio fare proprio niente, dico solo che è stato troppo semplice attraversare i fari di Withby.
    Conoscendo Vennas, questa calma è strana.


    Nephyna li guardava in silenzio, lasciandoli parlare. Sembrava che avesse altro per la testa in quel momento o, magari, il suo essere pensieroso era dovuto alla considerazione di Carl. Mentre i due discutevano, la sagoma di Gwem Island si palesò all'orizzonte, precisamente a sud-est rispetto alla loro posizione. Da lì risultava ancora difficile vederne tutti dettagli, ma i ragazzi si sarebbero potuti fare un'idea grossolana delle sue dimensioni e appurare che era interamente cosparsa di vegetazione, tanto da sembrare un'enorme cespuglio in mezzo al mare.

    Signori, Gwem Island! Vedo due luci accese o almeno mi sembra che siano delle torce.

    Sicuramente Vennas avrà messo delle trappole...

    Carl sei un frignone porta-sfiga!

    Ha ragione invece.
    Bacchette alla mano, non si sa mai.


    Disse perentorio un Nephyna all'erta, mentre stringeva la sua bacchetta e con occhi seri squadrava il mare che circondava l'imbarcazione, la quale proseguiva tranquilla verso la meta.

    Ehi! Ci sono le lucerne, guardate...
    Quasi quasi ne pesco qualcuna, sai che banchetto! La loro carne è buonissima!


    Avvisò Fellow che per primo le aveva adocchiate. Era piuttosto comune vedere quella specie nuotare per le acque del Mare del Nord.

    Chelidonichthys-lucerna-Corse
    La Chelidonichthys lucerna, comunemente chiamati i Capone Gallinella o, per la gente del posto, note come farfalle di mare per le loro ali pinnate in grado di sostenerli in volo nei brevi salti.
    Attorno al veliero si potevano contare approssimativamente una decina di esemplari. Nuotavano tranquilli a pelo d'acqua, emergendo di tanto in tanto con piccoli saltelli.
    La loro testa era grande e massiccia con il profilo della fronte dritto. Il muso era ben visibile e sporgente, mentre le spine sull'opercolo - tre per lato - non erano molto grandi. Presentavano delle pinne pettorali abbastanza ampie e colorate di nero/blu con disegni piuttosto vivaci e una macchia nera verso l'attaccatura. La pinna dorsale era a punta, invece un dentello piuttosto affilato e rivolto all'indietro era presente in ogni scaglia sulla linea laterale. La colorazione del corpo era brunastra o rossiccia/verdastra sul dorso, la quale virava sul rosa salmone andando verso i fianchi, per poi essere completamente bianca sul ventre. Le gallinelle o farfalle di mare potevano emettere dei suoni brontolanti e fastidiosi con la vescica natatoria, mentre quando venivano inseguite, intorbidivano acqua e fondali per confondere i predatori. In generale una specie totalmente innocua, non più lunga di una settantina di centimetri di lunghezza.
    In generale, appunto.

    Fermo!
    Queste Gallinelle non sono normali... sono diverse. Qui c'è lo zampino di Vennas...


    Le Gallinelle che circondavano l'imbarcazione invece erano più grandi, raggiungevano il metro di lunghezza e presentavano colori pericolosamente troppo sgargianti nelle pinne laterali. Non ci voleva un genio per capire che quelle farfalle di mare erano state incantate dallo stregone. E infatti...

    Ci attaccano!

    Neanche il tempo che Carl lo urlasse, che le Gallinelle di mare avevano iniziato a saltare da una parte all'altra del veliero, muovendo le loro pinne alate per colpire chiunque si trovasse a tiro. - Ahhhh... - Il povero Dan venne colpito in pieno dall'ala-pinnata di una di esse, perdendo il controllo del timone e finendo scaraventato a terra, visibilmente stordito. Chiunque avesse visto l'offensiva dell'esemplare, avrebbe notato scorrere delle scie elettrificate nelle pinne alate. [Intuito ≥ 13] Era ormai chiaro che Vennas le avesse incantate affinché impedissero ad ogni viaggiatore di addentrarsi nella sua isola.

    Colpiamole prima che lo facciano loro!
    Dan mi senti? Cerca di riprendere il timone...


    Io l'avevo detto! L'avevo d-e-t-t-o!!!

    Un paio di lucerne si alternavano incrociandosi a saltare sopra il timone per non fare avvicinare nessuno, mentre un'altra saltava verso Colin, Sean e Nephyna. Lucian e Alexander erano stati presi di mira da un altro esemplare, come Fellow e Carl alle prese con altri due pesci alati.
    Le quattro Gallinelle restanti, nuotavano veloci intorno all'imbarcazione, smuovendo la corrente che pian piano sarebbe aumentata. Per adesso il minore dei problemi, ma a lungo andare e senza un timoniere, sarebbe diventata una grossa gatta da pelare.

    Stupeficium!

    Stupeficium!


    L'avventura continua! Finalmente!

    Riepilogo:
    - Ci sono 10 Gallinelle che circondano il veliero;
    - 2 saltano in alternanza a X sopra il timone, 1 sta saltando verso Colin (Declan), Sean (Máiréad) e Nephyna, 1 verso Lucian (Hesper) e Alexander (Viktor) e 2 verso Fellow e Carl. Le 4 rimanenti stanno notando e smuovendo l'acqua vicino all'imbarcazione.
    - Per ogni Gallinella servono 60 cm per sconfiggerla, per cui dovete colpirla almeno 2/3 volte.
    - Le difese di Nephyna e compari valgono 5 cm a testa.
    - Ogni incantesimo o azione - non verso se stessi - non deve essere autoconclusiva: seguiranno brevi destalinizzazioni volte a farvi procedere senza blocchi. Non passerà un mese, tranquilli!

    Se nessuno colpirà i pesciotti entro4 giorni a partire da adesso, subirete un’offensiva da parte loro e la corrente aumenterà 😱
    Potete interagire con il Fantasma e gli altri mozzi senza problemi.

    Per qualsiasi dubbio potete scrivere QUI, taggando il Tessitore!

    Tempesta III Anno Tempesta IV Anno Tempesta V Anno Tempesta VI Anno Tempesta VII Anno
    Buona avventura, Fulmini! :tempestamini:


    Edited by Il Tessitore - 24/7/2022, 18:22
     
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    Hesper Fawley non sapeva esattamente cosa pensare, da una parte si sentiva già esasperata dalla situazione in cui erano stati cacciati contro la loro stessa volontà, e quindi pensava di poter utilizzare qualsiasi mezzo per arrivare alla fine, anche quelli che generalmente andavano contro il suo codice morale come lo era attaccare una persona pressoché indifesa. Dall'altra invece si scervellava alla ricerca di un indizio o comunque qualsiasi cosa che avrebbe potuto aiutarli ad uscire per tempo.
    Certo era che se dietro a quello scherzo si fosse rivelato esserci qualcuno o qualcosa di fisicamente tangibile allora la sua furia non avrebbe avuto freni, al punto che, in un pensiero a freddo, sentì di non avere paura nemmeno di essere internata nell'ospedale magico San Mungo, nel reparto dei mentalmente instabili.

    Non importa adesso, andiamo.

    Snocciolò rapidamente quella scusa quando quando il fantasma adesso in carne ossa domandò dove avesse imparato quell'incantesimo, non avrebbe saputo dire se l'espressione contrariata si fosse trasferita anche sul volto del Lucian che egli vedeva al posto di lei.

    * [In viaggio verso Gwem Island] *

    Durante tutto il viaggio, mentre la nave squarciava in due l'oceano sottostante, Hesper Fawley non pronunciò alcuna sillaba, ma aveva iniziato ad un certo punto a camminare intorno, toccando tutto quello che le sembrava strano - praticamente ogni cosa- nella speranza di trovare quel qualcosa che avrebbe infranto l'illusione prima della fine del racconto o di qualsiasi cosa stessero vivendo in quegli istanti fino a che, provando quel sentimento a metà tra la frustrazione e la rabbia, si convinse che non avrebbe trovato nulla.
    Una volta vicini alla costa di Gwen Island la maggior parti dei pirati parlò di nuovo di quel Vennas citato anche poco prima della partenza da Dan, così aveva capito si chiamasse, e anche in quel momento più che timore o ansia l'unico pensiero che aveva iniziato ad albergare tra le pareti del suo cervello era quello che identificava il famigerato Vennas lo Stregone come un grande egoriferito con manie di eccessiva grandezza.

    Immobilus!

    Gridò mentre tutt'intorno a lei fasci di luce colorati saettavano come lucciole impazzite. Bloccare da sola tutte le gallinelle sarebbe stato impossibile, aveva intuito anche lei che lo stregone le tenesse tutte sotto incantesimo dopo aver visto delle scie elettrificate attraversare le pinne alate di un esemplare che si era pericolosamente avvicinato prima di essere colpito da uno stupeficium vagante. Sarebbe bastato bloccarne anche solo la maggior parte, anche con l'aiuto degli altri, per guadagnare del tempo utile a raggiungere l'isola.

    L'esito di Immobilus non vuole essere autoconclusivo.

    Hesper ha con sé:

    ➤ Petalo della Speranza: petalo multicolore di circa 15 cm nato dal Fiore della Speranza durante il Rito di Ostara. Se tenuto con sé è capace di generare uno Scudo Massimo anche se si è sprovvisti della bacchetta. Per attivarlo è necessario stringerlo tra le mani e lo si vedrà brillare di una bagliore arcobaleno. Conferisce al mago/strega che lo utilizza un bonus temporaneo di +2 CM. [1 solo utilizzo] Una volta usato, il petalo perderà di luminosità, cristallizzandosi per sempre.

    ➤ Pentafoglio magico: aumenta di parecchio la fortuna (uso singolo per un'azione, richiede intervento del Tessitore)

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    Lascio qui anche i punti abilità di Hesper:
    24 Saggezza
    22 Capacità Magiche
    8 Manualità
    15 Agilità
    16 Prontezza
    15 Intuito
    10 Affinità
    25 Carisma

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    Per un pò Declan rimase ad osservare lo scambio di battute tra il giovane Nephyna e il suo equipaggio- quello vero!- mentre Máiréad si profondeva in entusiastiche esclamazioni da una parte, e Viktor teneva il broncio dall'altra, stranamente diffidente nei confronti di quell'imbarcazione. Beh, ripensandoci, forse non troppo stranamente, data la sua poca stabilità e l'aspetto non proprio rassicurante delle assi di legno...ma come aveva detto il pirata, non c'era tempo da perdere! E dubitando che se fosse rimasto a terra sarebbe cambiato qualcosa, il Tempesta non se lo fece ripetere due volte e s'issò a bordo.

    Soffri di mal di mare?

    Si rivolse al compagno, prima di dirigersi verso il parapetto e lasciar vagare lo sguardo attorno, dal mare di un blu quasi accecante al porto in fermento, ai suoi amici di avventura...era buffo considerarli come i membri di una ciurma, soprattutto data la sua impossibilità di vederli con gli stessi occhi del fantasma. Inspirò a pieni polmoni l'aria salmastra, fetida e carica degli odori più disparati, e si sentì subito a proprio agio; adorava il mare e non poteva sperare in un'avventura migliore di quella.

    [...verso Gwem Island]


    Per la gran parte del tempo, piuttosto che intavolare qualsiasi tipo di conversazione con gli altri avventurieri salpati insieme a lui, il ragazzino preferì starsene in silenzio, lasciando che la brezza marina gli sferzasse dolcemente il viso, scompigliandogli i capelli e rendendo salate le sue labbra. Sebbene, probabilmente, quella calma fosse solo un'illusione, era bello godersi il sole e avere la mente sgombra da qualunque pensiero; era bello anche poter esplorare un paesaggio che non fosse Amestris, e rivivere tempi lontani. Lanciò un'occhiata discreta in direzione di Nephyna e per qualche strana ragione l'idea che aveva di lui mutò: adesso non era più soltanto lo strampalato fantasma di casata, un pò esaltato e molto esuberante, ma appariva come un vero leader, in perfetta armonia con la nave e con l'elemento dell'acqua. In fondo, si disse Declan, era interessante conoscere chi era stato davvero in passato...
    I suoi voli pindarici, tuttavia, vennero bruscamente interrotti dall'enorme ombra proiettata su di loro, l'isola era spuntata all'improvviso e avvolta nel verde vivido della vegetazione sembrava una gemma che affiorasse dalla superficie del mare. Fu l'urlo di Carl a riportarlo alla realtà.
    Non sei qui per una vacanza! Datti una mossa! gli suggerì il proprio cervello, così Declan si staccò dal parapetto appena in tempo per vedere il cielo sopra di lui oscurarsi al passaggio di uno dei pesci dai colori sgargianti; non capì subito il potere letale che possedevano quelle creature e, nella confusione generale, si preoccupò innanzitutto di individuare i suoi compagni, accertandosi che stessero bene e che nessuno di loro fosse stato attaccato da una di quelle gallinelle.
    La mossa successiva, naturalmente, fu di estrarre la propria bacchetta e puntarla quanto più celermente possibile verso il pesce che voleva aggredirlo...

    Elettro Maxima!

    Non avendo cognizione del fatto che le creature fossero in grado di generare elettricità, il Tempesta non poteva sapere quale esito avrebbe avuto su di loro l'incantesimo appena scagliato. Era in grado di potenziarle? O le avrebbe messe fuori gioco?

    L'incantesimo lanciato non è auto-conclusivo, attendo quindi la destinizzazione del Tessitore
     
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    Più pallidi dei fantasmi che erano, Mr Todd, Donna e Nephyna accorsero lesti nell'ufficio della Preside Harp. L'espressione sui loro volti fu estremamente sufficiente a farli rendere conto che stavano portando la stessa sciagurata notizia, dovuta al medesimo sciagurato evento che era capitato a tutti e tre. Tre intere Case - quasi - sparite sotto i loro occhi ectoplasmatici.

    Raccontavo la mia storia e all'improvviso tutti scomparsi!

    Sbraitò un Mr Todd scioccato da quanto accaduto.

    Per tutti i Sargassi, è successo lo stesso a me!

    Si aggiunse sempre più scioccato il Fantasma della Tempesta.

    Me lo sento, i mezzosangue hanno combinato qualcosa… almeno non dovrò sentire la loro puzza.

    Ma sei impazzito? Ovvio che lo sei, ma per favore. Almeno troviamo un modo per riportare indietro i ragazzi…

    Con la sua pragmaticità era sbucato dalla parete del corridoio anche il Fantasma del Fuoco, alzando gli occhi al cielo a causa della stupidaggine appena sentita. Scrollo la testa e non perse tempo a dire l'unica cosa che potevano fare, ossia entrare nell'ufficio della Preside e vuotare il sacco.

    Ripoteremo indietro tutti e finitela con questi sciocchi teatrini. Sembrate due bambini. Adesso entriamo.

    Tre rintocchi sul legno scuro della porta anticiparono il loro ingresso. La scena iniziale aveva dell'incredibile, tanto da far alzare un sopracciglio alla Preside che - ancora ignara di tutta la faccenda - si trovava davanti i tre Fantasmi delle Case visibilmente preoccupati.

    Quello con le sfere di cristallo è Lennox.

    Il tono della donna non era che il solito, tranquillo con un'ovvia nota interrogatoria volta a capire il perché della loro visita improvvisa.

    Sì, Miss Harp.
    Vede, eravamo ognuno nella propria Sala Comune come ogni sera dopo cena e stavamo allietando gli studenti del primo anno con uno degli aneddoti della nostra vita passata. Avevamo discusso di raccontare alle giovani menti stralci del passato dei loro Fantasmi mentre si cenava in Sala Grande.


    Mr Todd aveva iniziato a sciorinare l'intro dei fatti con la sua solita parlantina, trovandosi in difficoltà man mano che si avvicinava al dunque.

    Andava tutto bene, fino a quando… ecco, come dire…

    Quando? Mr Todd parlate.

    Incredibile, davvero incredibile.

    Signor Nephyna cosa è incredibile? Volete decidervi a parlare?

    Harp
    Aggiunse adesso con un tono molto più serio e velato adesso dalla preoccupazione. A quel punto le era chiaro che fosse successo qualcosa anche se ancora nessuno dei tre non le aveva detto nulla, o almeno non la parte importante.
    Fu allora che Amalia riversò le iridi chiare su Donna Firefax, intimandole di mettere fine a quella scenetta volta solo a perdere tempo. La Signora del Fuoco ricambiò lo sguardo della Preside e, dopo un respiro profondo, prese le redini del discorso.

    Gli studenti sono spariti nel nulla.

    Disse secca e tutto in un colpo. Nei primi istanti la Preside si sforzò di non reagire male perché anche se quella donna era fatta di sangue, carne e pazienza, venire a sapere una cosa del genere mandava ai matti.

    Mi state dicendo che una scuola intera è scomparsa di punto in bianco sotto i vostri occhi? Centinaia di studenti, non tre o quattro ragazzi. Cosa che sarebbe stata strana in ogni caso.
    Deve esserci un motivo… non è successo niente prima? Siete sicuri?


    La Harp non riusciva a capacitarsi, doveva per forza essere successo qualcosa che aveva dato inizio a tutto. Non c'era niente di naturale in tutto quello.

    Io non ho visto nulla di strano Preside Harp. Comunque, ora che ci penso Canon è rimasto in dormitorio, forse ha visto qualcosa che io mi sono perso.

    Neanche Michalle Lullaby, l'ho vista allontanarsi mentre raccontavo la storia ai ragazzi.

    Non c'è due senza tre. A questo punto suppongo che sia rimasta anche Huang, quei tre sembra che vivano in simbiosi. Li convoco subito.

    Anche perché sembrava così ovvio un coinvolgimento da parte loro essendo gli unici studenti ad essere rimasti incolumi. Se poi non fosse stato così, la motivazione dei tre avrebbe dovuto essere talmente valida e ricca di dettagli che Amalia non avrebbe visto l'ora di sentirla. Ma per il momento l'evidenza dei fatti conduceva a loro. Ed era strano come i fantasmi non avessero collegato le cose e fatto subito due più due poiché estremamente palese. Probabilmente però, il tipo di situazione che si era venuta improvvisamente a creare, almeno sul momento, doveva aver annebbiato la logica, dando largo allo stupore e alla preoccupazione. E Amalia in un certo senso poteva anche capire data la sua lunga esperienza come Responsabile.
    Mentre i fantasmi cercavano di fare mente locale sull'accaduto, la Preside non aveva perso tempo a mandare un messaggio al Vicepreside Price tramite uno dei quadri, il quale suggeriva di andare immediatamente a recuperare i tre studenti e portarli immediatamente in ufficio.

    Le persone non spariscono così a caso, neanche nel nostro mondo. Nel frattempo che il Vicepreside Price recuperi i tre studenti, vi chiedo di pensare bene, di ripercorrere quei momenti: ogni dettaglio può essere importante.

    ***



    Indaffarato come al solito con le sue provette e i suoi ingredienti, Price stava lavorando nel laboratorio del suo ufficio quando la voce proveniente dal quadro appeso alla parete riferì con tono concitato il messaggio della Preside Harp.
    Price
    Mmm…

    Sebbene propenso a scagionare a priori le due donzelle e a far ricadere un eventuale colpa su Canon, Price non conosceva ancora i fatti e il messaggio dichiarava di recapitarli in un ufficio tutti e tre. Oltretutto, benché non compreso tra le parole riportate, Price avrebbe sicuramente colto l'urgenza della missiva vocale.
    Così il Vicepreside lasciò strumenti e lavoro e si mise subito alla ricerca dei tre indiziati. Ricerca che fortunatamente per lui e sfortunatamente per loro durò una ventina di minuti scarsi perché il mago li adocchiò nei pressi del Chiostro. I tre ragazzi sembravano gesticolare qualcosa, ma da lì non risultava comprensibile neanche ad un Vampiro. Il rumore dei passi di Price si avvicinava diveniva sempre più presente, financo arrivare ad essere udibile dagli studenti che, alla vista del Vicepreside, finirono in tronco qualunque cosa stessero facendo.

    Dalla Preside, subito. ORA!

    Perentorio e glaciale come al solito, soffermando lo sguardo sul ragazzo. Price non aggiunse altro, né si attardò a fare domande poiché si sarebbe goduto l'intera scena una volta che sarebbero arrivati nell'ufficio.

    Perché? Abbiamo fatto qualcosa?

    Ovviamente nessuna parola da parte del Vicepreside, il quale si limitò a sfoggiare un ghigno divertito verso il ragazzo. Occhioni dolci e malandrini invece, furono quelli che fece Michelle che, nonostante avesse l'intento di passare da santerellina, non riuscì a non subire il fascino del mago-vampiro.

    Oh, Vicepreside Price… con lei andrei ovunque…

    So io dove te ne dovresti andare… lo sapevo.

    Chan non espresse a voce alta quel pensiero, benché la sua faccia lo rappresentasse pienamente. E la ragazza del Ghiaccio continuò a sfornare maledizioni silenti verso Lullaby mentre insieme ai compagni si incamminava verso l'ufficio della Harp, seguendo Price.

    ***



    Il Vicepreside Price fece il suo ingresso nell'ufficio della Preside, seguito da Chan, Michelle e Caleb. Dei tre, l'unica che aveva lo sguardo vispo e insolente era Michelle che sembrava essere lei ad aver subito un torto.

    Vi anticipo che già sono al corrente che voi tre siete gli unici studenti ad essere rimasti nella scuola, per cui siete sospettati di essere i responsabili di quanto successo. Vi consiglio di confessare o di spiegarmi - con validi motivi - perché non c'entrate nulla. Non perdere tempo a raccontare frottole, non vi conviene.

    Li avvertì seria e sinceramente avrebbero fatto bene ad ascoltarla anche perché se avessero messo in piedi una storia fasulla, la Harp lo avrebbe capito subito.

    Preside Harp noi non c'entriamo niente, mi creda. So che ogni cosa sembra puntare a noi, ma stavamo solo facendo i compiti e poi ci siamo incontrati per ripassare insieme.
    Vero ragazzi?


    Ehmm… sì, sì. Lo giuriamo!

    Senza le vostre cose? Io e gli altri abbiamo trovato i vostri libri. Preside Harp, qui stanno mentendo.

    Intervenne prontamente Mr Todd.
    La Harp, che fino ad allora era stata con le braccia conserte, portò una mano sulla fronte, scrollando la testa.

    Forse non vi è chiaro che i vostri compagni rischiano grosso. Possono trovarsi in serio pericolo. Se parlate ci aiuterete a fare qualcosa per salvarli.

    Per tutti i mari del mondo, non si gioca con la magia! È Pericoloso!

    Ancora! Noi non abbiamo fatto niente!

    Niente da fare, la situazione sembrava bloccata. Ciò che stava aumentando era la tolleranza da parte della Harp e le probabilità di pericolo per gli altri sudenti.

    Mi permetta Preside…

    Qualche passo avanti e indietro con le mani incrociate dietro la schiena. Il capo rivolto verso il soffitto e quel ghigno divertito tra le gote, il quale divenne più marcato non appena il Vicepreside fermò il passo davanti a loro.

    La situazione è la seguente: se il colpevole non si palesa il vostro giudizio scolastico sarà sospeso all'istante, mio malgrado verso chi non lo meriterebbe. Sarete rimandati, dovrete dunque ripetere il sesto anno al pari di aver ricevuto una bocciatura.
    Se l'esito vi aggrada allora continuate pure a tacere.


    Non esiste, io non perderò un anno ! Fanculo Michelle.

    Mia madre mi ammazzerà!

    Va bene. Siamo stati noi, abbiamo lasciato queste pergamene incantate nelle Sale Comuni in modo che ci riportassero notizie varie, non volevamo che accadesse tutto questo.

    Chan, sporca traditrice!

    Riccioli d'oro, non perderò un anno per colpa tua. E a proposito, migliora con gli incantesimi perché evidentemente fai schifo.

    La Preside Harp ringraziò con lo sguardo Price poiché le sue dure parole furono in grado di far vuotare il sacco a quei tre scapestrati, evitando di passare ad altri metodi.

    Datemele.

    Le pergamene vennero esaminate dalla Strega Bianca, che ringraziando il cielo era abbastanza esperta in quella disciplina, tanto da trovare il modo di annullare definitivamente quella magia.


    ***



    Come vi è saltato in mente… come? Un comportamento del genere me lo sarei aspettato da dei ragazzini, non da dei prossimi maturandi quali siete voi.

    La Harp era visibilmente delusa da tutti e tre. Si erano comportati in modo del tutto incosciente, sconsiderato, senza considerare i rischi a cui esponevano gli altri studenti.

    Suppongo il mio lavoro sia da ritenersi concluso. Rimango tuttavia a disposizione, Preside, lieto di suggerirle l'adeguata punizione qualora ne abbia bisogno.

    Certamente professor Price, ma prima i ragazzi.

    Una punizione l'avrebbero di certo ottenuta, ma la donna decise di dare la priorità ai ragazzi intrappolati in quelle storie e riportarli indietro.
    Così la Preside poggiò le tre pergamene sulla scrivania, mettendole l'una di fianco all'altra. La punta del Palissandro danzò su di esse, sfiorando delicatamente la carta ingiallita. Nel contempo, dalle sue labbra scappavano sussurri in latino, che andavano a comporre una litania. Dopo aver ripetuto il tutto per un paio di volte, un intenso bagliore azzurrino avvolse completamente le pergamene, le quali si unirono a formarne una sola. Prima che la luce scomparisse del tutto, sulla carta emerse l'inchiostro con i tre nomi dei Fantasmi e la loro storia. Seguirono tre boati, simili a scoppi e la luce cerulea abbandonò per sempre la stanza. I rumori sembravano provenire dalle Sale Comuni. Ed esattamente lì che ogni studente venne catapultato: lo stesso bagliore azzurrino apparve d'improvviso nelle tre storie, avvolgendo gli studenti interamente. Ognuno di loro avrebbe sentito una forza molto intensa, avendo l'impressione che la luce li tirasse a sé. Ed effettivamente fu proprio così: tutti vennero risucchiati via da quei tempi lontani e riportati nel proprio presente, dove le mura della propria Sala Comune non furono mai così gradite come in quel momento.

    I ragazzi dovrebbero essere tornati nelle loro Sale Comuni. Donna, Mr Todd e Nephyna, andate ad accertarvene e tranquillizzateli. Ora.
    In quanto a voi ritengo che sospendervi e privarvi delle lezioni sia controproducente, ma da ora fino alla fine del prossimo anno renderete servigi alla scuola, risponderete personalmente a me e al professor Price, e farete tutto ciò che vi verrà chiesto.


    E vi converrà scattare all'istante una volta convocati, o lo rimpiangerete per il resto dell'anno. Maghi avvisati...

    Aggiunse il Vicepreside Price, squadrandoli da capo a piedi con un ghigno sinistro ad illuminare il suo volto.

    Nel frattempo i tre Fantasmi erano giunti nelle rispettive Sale Comuni trovando gli studenti visibilmente ancora sconvolti da quanto accaduto. Avrebbero ricevuto una spiegazione dettagliata dai loro fantasmi, ma in ogni caso la Preside stessa sarebbe passata da loro per chiarire l'equivoco in cui erano accidentalmente incappati.



    [Evento Concluso]



    Purtroppo le Avventure di Casata terminano così. Ci scusiamo per i ritardi e per i problemi annessi che ci hanno fatto prendere questa decisione.
    Ci teniamo a ribadire che non è assolutamente colpa vostra e che dal prossimo anno la vita scolastica riprenderà decisamente con più brio e puntualità!
    Detto ciò, ognuno di voi partecipanti riceverà una pergamena con la storia completa dei vostri Fantasmi, la quale potrete utilizzare in game per 3 volte: leggendola infatti, il vostro fantasma accorrerà in vostro aiuto e sarà disposto a darvi consiglio per qualsiasi cosa gli chiederete nei limiti del consentito.
    Es. desidero avere un consiglio su come entrare in cucina. In quel caso, il Fantasma mi può aiutare.

    Ovviamente, il tutto rimarrà comunque a discrezione del Tessitore.

    Vi ringraziamo comunque per la partecipazione!

    Tempesta III Anno Tempesta IV Anno Tempesta V Anno Tempesta VI Anno Tempesta VII Anno
     
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