Avventura del Ghiaccio- 2031/32

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    Sabato 15 Maggio, ore 22.30 circa


    Mr Todd volteggiava per i tetti del ritrovo degli studenti del Ghiaccio con il fare tetro e oscuro che lo caratterizzava, dispensando offese per chiunque di essi non fosse purosangue e rimpiangendo i tempi ormai andati.
    Si ritrovò di fronte l'algida figura di Everett Price, nuovo Responsabile del Ghiaccio e Preside ad interim, che ascoltò con attenzione nonostante la mente tentasse di fuggire altrove: un uomo tanto fermo, colto, rispettabile, come poteva aver permesso a due sporche mezzosangue di ricoprire una carica tanto importante come quella di Prefetto?
    Mano a mano che il racconto proseguiva, la consapevolezza di doverle coinvolgere gli faceva drizzare i peli traslucidi che aveva sul capo, e ancor di più sapere di non potersi esimere dal farlo. Lui, d'altra parte, era un fantasma d'altri tempi, dignitoso e composto.
    Avrebbe eseguito gli ordini richiesti, cercando di conservare il più possibile per sé il disgusto e il risentimento verso quelle due ignobili.
    Lasciò andare il Preside ad interim con un gesto secco del capo, avviandosi a passo celere verso la casata, con le braccia ben strette attorno al busto perlaceo.

    Tutti qui, attorno a me.
    E' il vostro Preside che ve lo ordina, anche se sono io a parlare.
    Sì, Signor Matthews, anche voi impuri.


    Aspettò dunque che quegli stolti ragazzini eseguissero i suoi ordini, continuando a fluttuare con compostezza sopra le loro teste biforcute.
    Dopo di che, ritenuto che attorno a lui vi fosse un numero sufficiente di spettatori, iniziò.

    Il vostro Responsabile, nonché Preside ad interim, chiede che venga trovata una bacchetta nascosta presumibilmente dentro al Castello, se non addirittura in questa o nella sala affianco.
    Per sapere di che bacchetta si tratta, dovrete ascoltarmi.


    ***



    Era il 1782.
    Il giovane Todd si trovava nel suo negozio ad affilar coltelli e rasare i menti e i volti della nobiltà magica del tempo. Non era mai stato un amante delle parole, sebbene molti dei suoi clienti le desiderassero. Si limitava per lo più ad annuire, sebbene spesso non fosse visto, o a rispondere tramite grugniti, a meno che non si trattasse di invettive contro i sanguesporco: in quel caso, era più che lieto di dire la sua.
    La maggior parte dei clienti erano uomini ricchi e frustrati dalla vita, dalle storie banali e scontate che lui era costretto ad ascoltare mentre la sua lama affilata carezzava la pelle dura.
    Ma non quel giorno. Quel giorno, Todd ascoltò con più interesse del previsto i vaneggiamenti di un uomo a cui stava prestando i suoi servizi, e senza alcuna chiacchiera sui sanguesporco nel mezzo.
    Raccontava di una bacchetta, di quanto fosse potente e glaciale, di come avesse pazientemente aspettato la morte del suo custode, a suo dire ignobile e indegno di possederla, al contrario suo, che dell'attesa aveva fatto il suo mantra e del silenzio e la brama le sue vesti.
    Adesso che era sua sentiva che tutta la sua vita avesse finalmente senso, con la forza a scorrergli nelle vene come mai prima di quel momento. In fine gliela mostrò: era chiara, snella, bellissima, adornata da una gemma dalle tonalità turchesi alla sua estremità inferiore. Nell'istante in cui la vide, Todd, sapeva che i vaneggiamenti di quell'uomo non erano soltanto fandonie, e che l'avrebbe ricordata per sempre. Ebbe quasi l' impulso di tagliare più a fondo del previsto per farla sua, ma per allora aveva già concluso il suo servizio, perso a constatare quanto quel catalizzatore fosse attraente persino per lui.
    Non rivide mai più quel cliente.

    ***



    La bacchetta, tuttavia, sì.
    Non ebbi dubbi quando la rividi ad Amestris, anni dopo, in mano ad un uomo sconosciuto dai tratti rigidi e albini: era lei, la bacchetta dello strano viandante, invitato da Gaius a bere un tè nel suo ufficio.
    Ve ne uscì diversi minuti dopo, ma a quel punto della bacchetta non vi era più traccia.


    A quel punto aveva seguito Gaius, curioso di vedere che fine avesse fatto, scoprendo suo malgrado la fine di quella bacchetta a cui smise straordinariamente di pensare fino a quel giorno, oramai rassegnato ad una vita da fantasma senza tempo.

    Chiunque voglia cercarla, è pregato di rimanere in questa sala e dare inizio alle ricerche.
    Per tutti gli altri, e obbligatoriamente per la classe T.O.P.O., vi aspettano dei giacigli in Sala Grande.
    Non ho altro da dirvi.


    Fu così che si voltò, dando le spalle all'intera casa, per poi sentirsi chiamato a gran voce da diversi di loro.

    Ma come dovremmo trovarla?!

    E dove?!

    Non penserai seriamente che riusciremo a scoprire dove si trova in una notte?!

    Lui continuò a guardarli dall'alto verso il basso, e non soltanto perché fluttuante, senza un minimo di pietà o di inflessione nella voce. Convenne infine che sarebbe stato molto più cattivo dare un mezzo indizio, piuttosto che il nulla, di modo da lasciarli frustrati e colmi di domande, soprattutto quelle due sciagurate Prefette.

    Cercate nei Dodici; vi saranno amici.

    Fluttuò via, allora, lasciando gli studenti in balia di loro stessi.
    Scadenza: 25 incluso

    Hanno inizio le avventure di Casata! Leggete bene tutto il post perché ogni dettaglio del racconto di Mr Todd – in corsivo, come fosse stato narrato ai presenti – è importante.

    Cosa dovete fare col vostro prossimo post?

    1) Scegliere se restare in Sala Comune per le ricerche della bacchetta, oppure se recarvi in Sala Grande in QUESTO Topic. Scegliete con coerenza a seconda di ciò che farebbe il vostro PG, utilizzando le giustificazioni che vi fanno più comodo (es. Rimase per curiosità, pur non credendoci, credeva a tutto ciecamente, voleva vedere se davvero la bacchetta avrebbe posto fine alle piaghe, ecc).
    Dopo di che, segnalate in spoiler la vostra scelta, uscendo dalla role nel caso in cui decideste di recarvi in Sala Grande.

    2) Ascoltare il racconto di Todd e l'indizio finale per riflettere sul suo significato: dove si troverà questa bacchetta? Ricordate che vi trovate in Sala Comune.

    Per i nuovi utenti: vi ricordo che attualmente sono in atto delle piaghe per alcuni dei vostri compagni. QUI trovate un riassunto di quanto accaduto finora a riguardo.

    La storia raccontata da Mr Todd è assolutamente inedita, ma conoscete già il suo passato per certi versi come descritto QUI.


    Edited by Il Tessitore - 1/5/2021, 16:31
     
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    Il fantasma lo aveva sempre trattato bene, la sua famiglia era una secolare Purosangue che quindi non aveva alcun motivo per essere odiata da Todd; al contrario con i nati babbani e i mezzosangue come i Prefetti stessi della Casa era sempre stato acido e spocchioso, non mancando di offenderli pesantemente solo per il loro sangue. Scese in Sala Comune subito dopo aver finito di prepararsi, per l'ora che c'era in quel momento era possibile che avesse qualche capello fuori posto e non poteva permettersi di farsi vedere in quelle terribili condizioni. Giacca sistemata, cintura ben stretta e capelli immobili andò dove era stato richiesto di andare.
    Si sedette sul divano e accavallò le gambe assumendo una posa elegante - come se da un momento all'altro qualcuno potesse fargli un ritratto - ascoltando con interesse la storia del Fantasma che parlava di magie, barbieri e bacchette. Faceva ridere pensare ad un Mr. Todd con il rasoio in mano, desideroso di sgozzare un mago solo per una bacchetta. Capì immediatamente che quello poteva c'entrare in qualche modo con ciò che era successo nei sotterranei ormai diversi mesi prima. Da quel momento le piaghe erano infatti diventate parte della quotidianità anche per chi, come lui, non ne era afflitto, condizionando ogni momento in quella scuola. Dal canto suo Cristiano era infastidito da chiunque ne possedesse una, irritato dalla visibilità e dalle attenzioni ingiuste che possedevano. Quando sentì che chi voleva poteva esimersi dal partecipare alla ricerca della bacchetta si accomodò ancora di più sul divano, per far capire che non ci pensava nemmeno ad andarsene: il prestigio, il potere e la fama che gli avrebbe attribuito il partecipare ad una ricerca dalla vitale importanza lo affascinava, richiamandolo a sé costantemente come le sirene facevano con i marinai. Non seguì nemmeno con gli occhi quelli che, insieme ai TOPO, decisero di uscire, rispettava la loro scelta ma non riusciva a capire come si preferisse dormire, probabilmente sorvegliati dai professori e costretti al silenzio. Lanciò un'occhiata veloce a Frances, per vedere cosa avrebbe fatto lei. Gli era sempre sembrata senza troppa voglia di fare e, nelle sue condizioni, ne aveva ancora meno. Era l'unica che credeva se ne sarebbe andata alla fine, ma magari si sbagliava.
    Quando il fantasma si voltò una seconda volta, dandogli un suggerimento su dove iniziare le loro ricerche, ci dovette riflettere per qualche momento. I Dodici, quanti dodici potevano esserci in una Sala Comune? Nei dormitori, nella Sala Comune, perfino nel Respiro del Ghiaccio dove raramente metteva piede. Pensò a quell'ultima stanza e a che cosa contenesse, avendo un'illuminazione che gli fece spalancare gli occhi. Diede la sua idea solo dopo aver riassunto la compostezza che lo contraddistingueva.

    Sono i dodici calici di pietra del Respiro del Ghiaccio, immagino.

    Aveva il solito tono saccente, come se fosse l'unico ad averci pensato. Indicò poi il Fiocco di Neve che faceva da porta alla stanza in cui si trovavano i Dodici. Era più fomentato di quanto si sarebbe anche lui aspettato, si sentiva come un bambino al parco giochi, nonostante quello che stava facendo fosse di fondamentale importanza per la Scuola, la Casa e ognuno di loro. Si alzò poi dal divano, con tutta la calma del mondo, avvicinandosi alla porta ma non aprendola ancora. Appoggiò la schiena alla parete e incrociò le braccia, rivolgendo il suo sguardo ai suoi compagni di Casa. Dovevano essere d'accordo tutti e, per quanto gli dispiacesse, quello era un lavoro di squadra.

    Secondo voi?

    Si stava sforzando di essere quantomeno aperto al confronto, anche se, ovviamente, riteneva la sua idea insindacabile. Non si sforzò di sorridere, ormai i suoi compagni si erano abituati ai suoi modi di fare e sperava non se la prendessero più.
    Cristiano rimane in Sala Comune.
     
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    Il richiamo al silenzio.
    Il fluttuare ectoplasmatico del fantasma di Mr. Todd.
    Le rapide stoccate agli impuri, un veleno trattenuto a fatica in una bocca che cercava ancora di ferire, nonostante non potesse più mordere alcunché.
    A Mykyta sembrava di essere tornato a casa, tra gli spettri di quegli Tsushko troppo arroganti per dipartirsi dai propri averi materiali, tra i continui insulti rivolti a un mondo che continuava a mutare, a dispetto della loro incapacità di comprenderne i cambiamenti nella morte così come non erano stati in grado di farlo da vivi.
    Sapere che, dietro le parole del fantasma, vi fossero quelle del Responsabile della Casa del Ghiaccio e ora Preside, le rese ancora più fredde e imperiose.

    Ascoltò la storia, rapito, come fosse stato trasportato a chilometri di distanza e fosse tornato un bambino con le ginocchia raccolte al petto, seduto in pigiama tra le ombre che danzavano attorno ai camini del Maniero d'Inverno, mentre suo nonno parlava di epoche passate e di sentimenti di superiorità mai sopiti.
    A Mykyta era stato insegnato a tacere quando erano gli adulti a parlare, così rimase con le labbra sigillate, lo sguardo perso nel vuoto, mentre seguiva con la mente il racconto di Mr. Todd.
    Una storia che lo mise a disagio.
    Una storia che parlava di sopraffazione, di un desiderio gelido e malato. Non riusciva a razionalizzare le emozioni che quel racconto aveva plasmato, ma era come se anche solo il sentir parlare di quella bacchetta avesse evocato delle mani alle sue spalle, pronto a strangolarlo.
    Non osò fiatare finché il fantasma non se ne fu andato e l'atmosfera venne scongelata dalle esclamazioni contrariate dei compagni di Casa e gli studenti più piccoli non cominciarono a prepararsi a trasferirsi in Sala Grande.
    Mykyta, in un primo momento, prese in considerazione di unirsi a loro. Se ne tornò in dormitorio per prendere le proprie cose e lasciare agli studenti M.A.G.O. l'onere di cercare la bacchetta che sembrava essere stata nascosta in quell'area della scuola. Dopotutto le loro capacità erano nettamente superiori e la conoscenza che avevano del castello più profonda di quanto fosse la sua, che era arrivato ad Amestris solo da qualche mese.
    Mentre rovistava nel baule, però, l'immagine della bacchetta che si era formata nella sua mente non voleva sapere di andarsene. Una bacchetta chiara, che la sua immaginazione associava a un lungo dito ossuto, adornata da una gemma preziosa del colore del ghiaccio più puro. Doveva essere davvero uno spettacolo. Se poi aveva davvero il potere di salvare i ragazzi Piagati... Un catalizzatore portentoso, a sentire le parole dell'avvento sconosciuto; una bacchetta sopravvissuta ai secoli. L'indizio che Mr. Todd aveva sputato contro di loro come fosse un pugnale, piuttosto che un vero aiuto, continuava a suonare vagamente familiare.
    Come non fosse lui a deciderlo realmente, richiuse il baule, sfilò il pigiama e indossò nuovamente la divisa della Casa, per poi scendere nuovamente in Sala Comune.

    Sono i dodici calici di pietra del Respiro del Ghiaccio, immagino.

    Cristiano era rimasto. Mykyta non seppe se stupirsene o meno: il compagno era un ragazzo diligente e sempre alla ricerca di mettersi in luce, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe fermato per aiutare qualcuno nella ricerca.
    L'intuizione che Cristiano aveva avuto dissipò le nebbie dell'incertezza in cui Mykyta aveva vagato fino a quel momento.

    È possibile.

    Mykyta convenne con il compagno di stanza, la voce resa gutturale mentre distendeva il collo per aggiustare il nodo alla cravatta fatto in fretta.

    C'è da capire cosa intendesse Mr. Todd: ci saranno degli indizi al loro interno, letteralmente?

    In effetti non gli era mai passato per la testa di guardare dentro i calici. I bagliori blu che emanavano lo avevano portato a tenersi ben alla larga da quei manufatti magici. Ora, però, sembrava necessario comportarsi in maniera opposta per dare un senso alla richiesta del fantasma.
    Si avvicinò a Cristiano e fissò la porta magica.

    Chissà se riusciremo a farci amici dei calici...

    Domandò in un sussurro, facendo eco all'indizio fornito dal Fantasma del Ghiaccio. Lui e Cristiano non sembravano proprio i più esperti in quel campo.

    Mykyta rimane in Sala Comune
     
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    Era tardi. Geneva era già pronta per andarsene a dormire e già si era messa comoda nel suo pigiama. Pantaloncini corti, rosa a cuori bianchi, e una maglietta bianca con un grosso cuore rosa di almeno tre taglie più grande, abbastanza da farle da vestito e nascondere completamente i pantaloni al di sotto.
    Non era certo una tenuta elegante, ma per stare in camera con le ragazze che la vedevano alzarsi al mattino in condizioni decisamente peggiori, andava benissimo.

    Tutti qui, attorno a me.

    La ragazzina, che a gambe incrociate sul letto chiacchierava con le altre, organizzando qualcosa per l'indomani intanto che attendevano l'ora di spegnimento delle luci, fu distratta dal richiamo del fantasma della casata.
    Non comprese le parole successive coperte dallo scalpiccio di troppi piedi che si affrettavano verso le scale o lo smuoversi di chi già in sala comune si spostava, sorpreso dalla richiesta del fantasma.

    Che succede?

    Domandò retoricamente alle compagne, che non potevano saperne più di lei. Si alzò e si affrettò verso la sala comune seguendo il gruppo.

    ***



    E non poteva semplicemente dirci dove andarla prendere, questa bacchetta?

    Borbottò la ragazzina all'allontanarsi del fantasma.
    A volte il defunto barbiere ti sapeva far rimpiangere d'essere della sua casata, tanto era poco collaborativo. Sarebbe stato tanto più semplice se avesse allungato un ditino traslucido ad indicarla, la fantomatica bacchetta, invece di lasciare solo criptici indizi.

    Sono i dodici calici di pietra del Respiro del Ghiaccio, immagino.

    Geneva riconobbe la voce di Cristiano e fece per raggiungerlo. Forse l'indizio era misterioso solo per lei - pensò - che non si era mai presa la briga di contare i calici che circondavano la sala più iconica della casa.
    A onor del vero, ci era entrata solo qualche volta nel Respiro del Ghiaccio, non essendo la ragazza particolarmente avvezza alle esercitazioni extra, che nella sala attrezzata trovavano quanto serviva.

    Chissà se riusciremo a farci amici dei calici...

    Speriamo siano più simpatici di Mr Todd!

    Si inserì lei, con un bel sorriso ai compagni, senza sorprendersi di trovarli entrambi in perfetta tenuta e senza preoccuparsi troppo della propria: se avevano passato anni assieme, almeno per Cristiano, di certo non era la prima volta che la vedeva in pigiama.

    Andiamo a vedere?

    Per lei il dubbio su cosa fare non si poneva: il preside aveva chiesto di cercare... e avrebbe cercato.

    Geneva rimane in Sala Comune
     
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    [Dormitorio ghiaccio,ore 22.30 circa]



    Luna stava nel suo dormitorio, si stava mettendo il suo pigiama, una maglietta nera che le arrivava alle gambe a causa della sua bassa statura, si mise sotto anche dei pantaloncini, voleva andare a dormire, da notti che non ci riusciva quindi quella sera decide di coricarsi prima, stava per dare la buonanotte alle sue compagne quando una voce familiare le richiamò l'attenzione

    Tutti qui, attorno a me.

    Luna riconobbe subito che a parlare fosse il fantasma, Mr Todd, di solito offendeva chiunque non fosse un purosangue, Luna lo era quindi a lei non toccava particolarmente però le dispiaceva, soprattutto per quello che aveva passato.
    Ma le stava simpatico, non appoggiava questo disprezzo ma oltre al suo fare tetro è un fantasma dignitoso, aveva quel qualcosa che attirava Luna ad ascoltarlo.

    E anche oggi si dorme domani.. Che sarà successo questa volta?

    Luna si diresse verso la sala comune, incontrò lo sguardo di Geneva, la salutò con un sorriso stampato in faccia, si mise dietro alle sue spalle e le incominciò a sussurrare

    Ciao, mi pare che non ci siamo mai presentate, sono Luna, piacere di conoscerti, carino il pigiama

    Luna da lì incominciò ad ascoltare la storia del fantasma e ripetersi nella mente alcuni dei passaggi

    Ma guarda un po' Mr Todd era un barbiere, non di molte parole e poco interessato ai vari discorsi che i clienti gli facevano, tranne un giorno, si trattava di una bacchetta.. interessante, potente e glaciale.. Non rivide più il cliente ma la bacchetta si, in mano ad un altro signore, subito dopo essa sparì ... Mm strano!

    Luna aveva tante perplessità su quel racconto, c'erano molte cose che non le tornavano..

    Perché la bacchetta stava in mano ad un altro signore? Che fine aveva fatto l'altro? Dove potrebbe stare? Come possiamo dare una mano?

    Il fantasma prima di andare via disse qualcosa che mise a Luna ancora più punti interrogativi

    Cercate nei Dodici; vi saranno amici

    Ne è davvero sicuro? Non sono cosí convinta

    A quel punto dei compagni stavano già facendo i primi passi verso il ritrovamento di questa bacchetta

    Sono i dodici calici di pietra del Respiro del Ghiaccio, immagino. Secondo voi? Chiese Cristiano

    Possibile disse Mykyta

    Luna vide Geneva inserirsi fra di loro

    Andiamo a vedere?

    Luna non volle stare da sola, questa caccia alla bacchetta le stava interessando, ma era tardi e non stava connettendo molto, quindi non voleva rimanere assolutamente sola, prese coraggio e si avvicinò a loro, con un tono amichevole disse

    Ciao a tutti, sono Luna, piacere di conoscervi, posso unirmi anche io?

    Non era da lei andare nei gruppi e immischiarsi, ma quel loro gruppo le sembrava diverso dai soliti, stranamente si sentiva tranquilla

    Luna rimane in Sala Comune


    Edited by Luna Bellatrix Black III - 24/4/2021, 13:52
     
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    Era notte e Frances era stanca, sebbene le due cose non fossero l'una conseguenza dell'altra da tanto, troppo tempo. Erano ormai passati quasi sette mesi da quella fatidica notte nelle segrete, e la sua condizione non era migliorata affatto; evidentemente, a nessuno importava. Girava con quel cane che ormai era diventata la sua ombra, ed ormai non pensava sarebbe riuscita più a vivere senza, poco fiduciosa com'era nella possibilità che la situazione migliorasse. La sua vita era un'infinita dormiveglia: avrebbe fatto meglio a farci l'abitudine, se avesse voluto continuare a trascinarsi in quella tediosa esistenza.
    Entrò in Sala Comune sbadigliando, e nessuno se ne sarebbe probabilmente stupito; forse, a quell'ora della notte, non sarebbe neppure stata l'unica a farlo. Le parole di Mr. Todd non avevano l'ombra di incertezza, né lasciavano la possibilità di intendere che gli ordini che stava impartendo fossero in qualche modo opzionali. E' il vostro Preside che ve lo ordina. Già; sissignore, signore.
    Si sedette sul divano affianco di Cyrene, a cui rivolse nulla più che un'occhiata prima che il fantasma cominciasse a parlare, raccontando una strana storia che aveva le sfumature della leggenda, a tratti. S'appoggiò con la nuca allo schienale del divano, lasciando che tutti i muscoli si allentassero come fossero in procinto di lasciarsi andare al sonno e chiudendo gli occhi in un sospiro; non sarebbe mai riuscita ad ascoltare veramente le parole del fantasma se non avesse spento tutti gli altri sensi, come se dovesse lasciare che qualcosa dormisse perché qualcos'altro potesse rimanere sveglio. Era tanto tempo che non percepiva più niente appieno; non ricordava neanche cosa volesse dire essere brillante e sveglia, attenta, percettiva.

    Che cosa?

    Aprì gli occhi quando Mr. Todd smise di parlare, come avesse realizzato le implicazioni di quello che stava dicendo solo con diversi secondi di ritardo.

    Cioè, c'è una bacchetta super forte nascosta nel castello, tu lo sapevi, e in sette mesi non hai mai detto niente?

    Stava letteralmente sbraitando al fantasma; s'era persino alzata in piedi, solo per sentire i muscoli rilassati gemere di dolore e sedersi di nuovo, non così convinta di riuscire a stare in piedi a lungo. Quel fantasma non le era mai piaciuto; non contava più la quantità di insulti che s'era presa da Mr. Todd soltanto in virtù della sua stessa esistenza, come avesse deciso lei come e da chi nascere, o avesse potuto cambiare passato e futuro. E poteva stare certo che, se avesse potuto farlo, non avrebbe sicuramente usato quello strumento per fare contento un vecchio barbiere d'altri tempi con una particolare propensione ad essere uno stronzo.

    Ma vaffanculo.

    E ce lo mandò anche fisicamente con un gesto eloquente della mano nel momento in cui il fantasma se ne andò, lasciandoli con quattro parole criptiche. Frances era narcolettica da sette mesi, i fantasmi avevano informazioni rilevanti e conoscenze profonde sulla questione e stavano mandando loro a giocare a nascondino con una bacchetta dai poteri sconosciuti? Cos'era, uno scherzo? Un gioco sadico a chi è più stupido? Posò i gomiti sulle sue ginocchia e si prese la testa fra le mani, sbuffando tutta la sua frustrazione come sentisse fisicamente la necessità di liberarsi fisicamente di tutta quella rabbia che si sentiva addosso. Non aveva neppure la forza di sostenerla. Juno le si parò davanti, sedendosi di fronte a lei così da essere nella linea del suo sguardo; era un segnale, e Frances lo sapeva: era il segnale.
    Frances si voltò verso Cyrene, guardandola per la prima volta da quando il fantasma aveva finito con la sua criptica favella; non aveva bisogno di dirle cosa sarebbe successo di lì a breve, lo sapevano perfettamente entrambe.

    Non lasciarmi toccare niente. Non lasciarmi entrare da nessuna parte. Se si apre un passaggio, io non lo voglio varcare. Se si trova un oggetto, io non lo voglio toccare. Anche se sono sveglia ma non ti sembra che io non sia più di questa idea, è tutto falso.

    Sospirò un attimo, come se le parole le stessero pesando sulle labbra. Si avvicinò a lei, poi, così che solo Cyrene potesse sentire le sue successive parole.

    Non ti attaccherei mai. Non ti farei mai del male. Mai. Se ti sembra non sia così, non sono io o sto agendo contro la mia volontà. Se ti dico che ti odio, non credermi.

    Sentiva il sonno incedere, non avrebbe avuto molto tempo per finire tutto quello che voleva dire, ad era per questo che lo stava dicendo velocemente, tutto in fila: non aveva tempo di ascoltare qualunque fosse la risposta della ragazza.

    Se devi scegliere tra aiutare me e salvare te stessa, salva te stessa.

    Si ritrasse poi, sdraiandosi su quello stesso divano ben consapevole di non avere alternative che lasciarsi andare a quel sonno maledetto ancora una volta, per quella che era probabilmente la quarantesima volta in una giornata soltanto.

    Promettimelo.

    Stava mettendo le mani avanti, era evidente; con tutto quello che avevano già passato in quella scuola, con tutte le volte che era stata avventata e stupida, aveva imparato la lezione. Ad ogni anno che passava, ad ogni guaio in cui incorrevano, si aggiungeva un punto a quella lista di cose che non avrebbe dovuto fare, a quelle cose da cui avrebbe doversi tenere alla larga. L'ultima leggerezza le era costata la narcolessia perenne, la perdita di una ragion d'essere, e con tutta probabilità la perdita anche dell'anno scolastico; aveva perso fiducia nelle persone e nel genere umano tutto, nella possibilità di una cura; l'unica persona di cui ancora si fidasse era la stessa ragazza affianco a cui si stava per l'ennesima volta sdraiando.
    Gli studenti della sua casata si stavano già adoperando a cercare di interpretare il messaggio mistico di Mr. Todd, ma lei non aveva tempo né testa per farlo, né per alzarsi e andarsene, se era per quello: s'addormentò su quel divano una volta ancora, rapita da quella maledizione feroce che non le avrebbe consentito nessuna via di scampo, né nessuna tregua.

    Wh1TqpK



    Descrizione delle caratteristiche e delle capacità di Juno qui: xxx
    Juno è un cane di servizio, il corpo docenti ne è a conoscenza e tutti i membri del personale e i professori possono considerarsi "amie" di Juno.
    Frances non si sveglia se non da sola, al mio prossimo post. Qualunque cosa le venga fatta mentre dorme, lei non la può percepire, così come tutto quello che le viene detto. Se un "non-amie" prova a toccare Frances, Juno abbaia ma non attacca nessuno per nessuna ragione.

    Frances resta nella Sala Comune perché dorme.

    CITAZIONE
    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.
     
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    Sabato 29 Maggio, ore 22.30 circa
    [Camera di Lorenzo]


    Ma che ca...?!

    Un fantasma che ti sveglia non è mai un'esperienza magica da vivere.

    Luke che succede?

    In un misto tra sonno e panico, s'era voltato verso il letto del compagno di camera.
    Non sapeva neppure perché avesse rivolto all'inglese una domanda tanto idiota, quasi s'aspettasse che quel povero ragazzo potesse avere le risposte scritte sul palmo della mano ventiquattr'ore al giorno, ad ogni strambo suo quesito esistenziale.

    [Sala Comune]


    Mr Todd, mi scusi...

    Alzò la mano destra, soffocando uno sbadiglio nella mancina.

    Possiamo sapere il perché di questa ricerca?

    Lorenzo non era un idiota: se il preside, nonché loro responsabile, aveva ritenuto utile e giusto che fossero svegliati tutti gli studenti nel cuore della notte per condurre una stramba caccia al tesoro, allora doveva esserci un buon motivo dietro. Tuttavia, nonostante avesse avuto la fortuna di accogliere la chiamata come sé stesso, non sarebbe passato ancora molto prima che dovesse cedere il controllo del proprio corpo ad uno di quegli psicopatici; un Lorenzo sbagliato poteva compromettere tutto.
    D'altro canto, in Sala Grande c'erano i T.O.P.O, altri compagni che volevano dormire, e forse qualche testa calda di troppo... anche lì sarebbe potuto andare tutto in malora molto rapidamente.
    Cosa fare?

    Vabbè, ho capito.

    Avrebbe atteso non più di qualche secondo la risposta del loro fantasma, per poi decidersi finalmente a fare qualcosa di concreto. Dovevano cercare aiuto nei dodici, no? Quella di Falasti sembrava un'ottima intuizione, quindi perché non seguirla?
    Si mosse rapido verso il piccolo gruppetto di persone che aveva iniziato a parlottare.

    Sì, piacere Luna.. Oh, io ho venti minuti prima di diventare inutile, secondo me Falasti ha ragione.
    Sto entrando.


    Cercò con lo sguardo il Lygeon e Sertoria, quasi sperando che volessero inoltrarsi con lui, prima di procedere col suo piano tanto impulsivo.
    Sonno, risentimento, nervosismo, senso di inutilità. Forse era questo quello di cui Lorenzo Fontana aveva giornalmente bisogno per cercare di poter far valere la propria opinione, ma certo la colossale nominata di ragazzo polimorfo non l'avrebbe aiutato a mantenere un briciolo di credibilità. Il suo non voleva essere un invito a seguirlo, ma più un avviso, tanto per dire che, se magari entro tre ore non fosse stato visto da nessuno, era lì che era morto.

    Ciao*.

    Detto ciò, si sarebbe altrettanto rapidamente avviato verso la parete ovest della Sala Comune, recante il grosso fiocco di neve a muro. Poggiata la mano lì sopra, avrebbe atteso la sua apertura, per poter celermente procedere verso i calici che adornavano la quieta sala del Respiro del Ghiaccio.

    Resto in Sala Comune, ma mi sposto nel Respiro se riesco.

    *Il sottolineato è da intendere in italiano.

    Lorenzo Fontana: Carisma 13 (3), Intuito 9 (7)
    Piaga: il Gatto
    Lorenzo ora è solo una delle tante identità che possiedi, momentaneamente quella dominante. Soffri di un disturbo multiplo della personalità cambiando allineamento (a caso, purché ci sia varietà) da un momento all'altro, senza preavviso seppur per pochi minuti. Quanti nuovi "io" sono dentro di te? Chissà, sta a te scoprire i loro nomi, ma occhio alle future crisi d'identità e soprattutto non permettere che una di loro prenda il controllo su di te.

    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa. (1/5)
    Personalità attuale: Lollo (LN).
    Usati per ora: May "Amichevole"(LB), Lorhippie "Animalista" (BN), Loreo "Cafone" (BC), Lollo "Complessato" (LN), Lorenzhauer "Filosofo" (NN), Lawrenstein "Dottore" (LM), Louie "Mafioso" (CM).
     
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    Poche sono le pietre miliari in cui può incorrere un'esistenza. Poche, ma totali. E se esperienze come il matrimonio, come il primo figlio o il primo lavoro impattano significamente la biografia di una persona, ve n'è una più sottile, più precoce, destinata a sbocciare in petto prima ancora che la mente sia matura a sufficienza per carpirne appieno la portata; il sentimento che segna i poeti, che travolge l'artista devoto e il più cinico dei dottori; il sentimento irripetibile, la primavera, il primo palpito.

    Mi sono innamorata.

    Pensò Sertoria.

    Mi sono innamorata.

    Disse ancora Sertoria. E lo disse perché reputava che fosse molto importante informare gli amici di un simile progresso nella propria gamma sentimentale.
    Di fronte a lei il Signor Todd dispariva come la condensa al calore. La quindicenne contemplò a lungo il punto in cui l'ectoplasma s'era involato, la mente che macinava, che si crogiolava in immagini portentose.

    C'è una bacchetta. C'è una bacchetta del Ghiaccio. La bacchetta del Ghiaccio è qui nel castello. Devo vedere la bacchetta del Ghiaccio.
    Sto entrando.
    Dove?

    Si aggrappò al braccio di Lorenzo, cosa che non mancò di sorprendere lei stessa: Sertoria non toccava volentieri il prossimo. Ma ecco, in quel momento aveva la netta impressione che chiunque si fosse mosso avrebbe potuto condurla più vicina o più lontana all'oggetto del suo novello amore. Il braccio del Fontana era improvvisamente diventato il treno dei desideri.

    Luke, vieni.

    Mormorò trasognata. Non voleva che si perdesse il miracolo.

    ***



    Non frequentava spesso il Respiro del Ghiaccio. In genere i compagni utilizzavano tale spazio per allenarsi, dunque non era poi così tranquillo come uno avrebbe immaginato. Era più tipo da appisolarsi nelle serre o trafficare nel laboratorio di pozioni, Sertoria. Aggrappata com'era al braccio di Lorenzo, l'avrebbe osservato compiere il gesto d'apertura sulla porta incantata. Fissava quella porta con pupille dilatate, come se mai l'avesse vista sino ad allora. Con la mente ricalcolava l'intera planimetria della cripta: dove mai aveva tralasciato di guardare, dove non si era soffermata la sua capacità analitica?

    Dodici calici. Dodici apostoli. Dodici mesi. Dodici segni dello zodiaco. Dodici ore. Dodici fatiche di Eracle. Dodici cavalieri della Tavola Rotonda. I calici sono dodici e sono in cerchio, come nell'orologio. Tra calice e calice c'è una stalagmite e una stalattite. Tra calice e calice...

    Borbottava queste cose a vicinanza spaventosa, di modo che un Fontana probabilmente in procinto di vomitare dal miasma non poteva perdersi una sillaba. Sertoria, che a cose normali si sarebbe tenuta a debita distanza, era ormai così direzionata col pensiero da aver dimenticato ogni cosa, persino del fatto che quel fetore nauseava lei per prima.
    Il cuore chiamava, le campane suonavano. E se nel primo amore si dimentica persino di mangiare, Sertoria aveva dimenticato come si rigetta il cibo. Era perduta, perduta e innamorata.

    Ipotizziamo il legno. Credo un sempreverde, o una pianta invernale, tipo biancospino. E il nucleo...

    Povero Lorenzo. Poveri tutti.

    Spero di non aver provocato spostamenti di location a caso. Nel dubbio mi sono arpionata a Lollo, quindi picchiate lui (scherzo).

    Piaga: la Puzzola
    Ogni sorta di puzza disgustosa e maleodorante impregna te e i tuoi vestiti, senza che alcun tipo di sapone riesca a rimediare anche parzialmente al problema. La sua potenza non dà pace nemmeno a te stessa, tanto da distrarti costantemente e provocarti conati di vomito. A questo punto decretare la conseguenza peggiore, ovvero temere di avvicinarti agli altri o svenire per il forte odore, è un'ardua impresa
     
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    Dopo la storia del Fantasma, si erano già fatte quasi le undici. Cyrene era mezza in pigiama e mezza in divisa; indossava la camicia azzurra senza cravatta e con le maniche ravviate fino ai gomiti, infossati nelle morbide braccia. Portava sotto dei pantaloni di cotone di una triste tinta unita rosa antico. Dopo una certa taglia, i vestiti cominciavano ad avere fantasie antiquate o colori smunti, come se assieme al girovita ideale uno dovesse perdere anche la personalità e già che c'era anche l'umanità.
    Sentir parlare di Price le fece inspirare un velo di frustrazione. Quell'uomo le aveva fatto ridurre i contatti con i suoi padri di almeno due terzi. Non ce la faceva più a sentirli gironzolare attorno alle uniche domande che volevano sempre farle, specialmente Paul: il Preside Price ha trovato una cura? Sta lavorando a qualcosa? Stai collaborando?
    Né l'uno né l'altro dei suoi genitori si era abituato a quella condizione, per Cyrene, mentre lei se solo non avesse avuto attorno sguardi di pietà o di disgusto avrebbe sicuramente trovato un modo per convivere con quel corpo. Ormai lo sentiva suo, era passato troppo tempo. Sapeva quanto spazio le servisse per fare tutto e l'unica cosa che le ricordava che fosse una limitazione erano gli altri. Mentre per la maggior parte dei piagati il problema era la loro piaga, per lei era la reazione degli altri, coetanei o adulti che fossero, rispetto alla sua piaga. La sua vera maledizione erano le persone attorno a lei.
    A detta di Todd e indirettamente del Preside erano giunti alla conclusione che fosse importante trovare un determinato oggetto, una bacchetta snella, bianca e con una gemma sopra.
    Le domande e le speculazioni cominciarono a pullulare, ironicamente principalmente da studenti che non avevano dovuto avere a che fare con una piaga.
    Il Prefetto Ghiaccio sedeva piuttosto passiva a quel ritrovo, più sfiduciata che speranzosa. I maghi più potenti del Paese non erano neanche riusciti a sfiorare le segrete, dalla notte di Halloween; ora credevano che una semplice bacchetta poteva fare il lavoro per tutti? E per trovarla non avevano niente di meglio come mezzi di ricerca che un mucchio di minorenni?
    Poi Todd rispose una sola frase a tutte le domande poste e quella frase attirò la sua attenzione. Perché sapeva quel dettaglio?
    Quasi si era abituata al lieve calore di Frances in abbandono accanto a lei quando questa schizzò in piedi come una molla. Gli occhi di Cyrene seguirono il movimento della compagna come se fossero connessi da un filo invisibile a lei.

    Fuoco.

    L'animo di Frances era molto più dinamico dei parametri dipici di un Ghiaccio e divergeva in maniera dirompente da quello prestabilito. Cyrene non aveva niente da ribattere alle parole di Frances che, nonostante più animate di quello che avesse il potere di manifestare l'altro Prefette, si basavano su una logica evidente. Il Fantasma aveva lanciato loro un indizio, come se lui sapesse. Come se si potesse permettere di essere anche vago con loro invece di andare con degli adulti a prendere quella bacchetta ovunque sapeva che fosse.
    Quando lei si girò, Cy le rivolse un sorrisetto amaro che confermava l'appoggiare in pieno la reazione della ragazza. Era questo che le piaceva di lei; non faceva mai qualcosa per gli altri. Avrebbe avuto quella reazione anche se fosse stata completamente sola con il Fantasma.
    L'altra le si avvicinò come se non le importasse più dello sguardo degli altri; era un cambio radicale dall'inizio di quell'anno, quando Frances si era irrigidita con terrore al pensiero che un altro Fantasma le avesse viste tenersi per mano. Cyrene guardò lì per lì nel vuoto mentre ascoltava le parole della compagna, poi vagò gli occhi chiari sui presenti in Sala, quelli che erano già pronti a cercare dentro o fuori di lì, quelli che si complimentavano per l'aspetto del loro pigiama; tutto mescolato perché dopotutto quelle piaghe erano davvero un gioco per tanti là dentro. Osservò Lorenzo e Sertoria, immaginando con loro fosse anche Luke pur non vedendolo tra la folla, muoversi per lasciare la Sala Comune. L'inesorabile trio si era mosso quasi per primo, così pronti a lanciarsi verso la ricerca di un oggetto che per quanto ne sapevano era collegato alle piaghe che li avevano colpiti. Nessuna esitazione. Come potevano non chiedersi se fosse pericoloso per loro? Come potevano non approfittare del fatto che altri studenti sembrassero farsi volontari per fare quella ricerca per loro come se tanto per loro fosse una deliziosa caccia all'uovo?
    Più le parole di Frances la raggiungevano, più sentiva di essere in accordo con esse. Anche con quelle a cui avrebbe dovuto opporsi. Quella era la natura di Cyrene e non poteva essere altro che quella. Era egoista, metteva se stessa per prima in ogni caso. Non aveva mai fatto altrimenti anche la notte di Halloween; tutto quello che aveva fatto era stato per la sua salvaguardia. Non era stata lei a trasportare Frances la prima volta che si era addormentata; erano stati altri Ghiaccio. Non aveva mai messo altri di fronte a sé.

    Non lo sai già?

    Non aveva bisogno di tenere facciate romantiche o ipocrisie perbeniste, meno che mai con Frances. Quella ragazza la conosceva dentro e fuori, persino con quel fuori, meglio di chiunque altro.

    Frances, ti aspetto. Dormi.

    non aveva senso dirle di stare tranquilla, perché quella parola non era una formula magica; poteva però dirle che avrebbero potuto parlare del da farsi qualche minuto dopo.
    Rimase seduta sullo stesso divano dove la compagna perse i sensi e riprese a osservare i compagni attorno a lei.

    Ragazzi...

    Cyrene adocchiò i primi compagni che avevano cominciato tutto il vociare sul dove andare; cercando di attirare la loro attenzione come se con la mano destra volesse prendere parola, il Prefetto sperava di attirare almeno qualche altro sguardo addosso, almeno di quelli che erano pronti a seguire lo spirito di iniziativa dei due. Non sapeva se avrebbe fermato anche quelli che erano già sulla via di uscire.

    Tenete presente che i professori non sanno probabilmente niente di questa bacchetta. Se trovate qualcosa di insolito, Chiamate.Un.Adulto. Non mettetevi ad aprire porte o scrigni o roba del genere soltanto per sentirvi utili o i primi a trovare qualcosa. Non è un gioco, state attenti.

    Il tutto poteva essere riassunto nelle ultime due parole, eppure nessuno stava mai a sentire davvero quelle due parole. Non si stava più attenti solo perché qualcuno aveva detto di esserlo. Invece, la Ghiaccio sperava che aver dato loro il motivo del perché li invitasse alla cautela li aiutasse a prenderla sul serio. Era molto chiaro che agli adulti di quella scuola non importava un fico secco in che pericoli mandare i loro studenti e la cosa migliore da fare. Dovevano essere i grandi a rischiare la pelle, non i piccoli.
    Cyrene non disse altro, vederla su quel divano per chi ricordava come fosse il suo aspetto prima di Halloween accanto a una Frances completamente priva di sensi e in balìa degli eventi doveva essere abbastanza per sottolineare cosa succedeva quando uno studente dava per scontato che non ci potesse essere una conseguenza catastrofica a seguire un percorso approvato dal Preside perché gli adulti avrebbero previsto i pericoli e applicato le adeguate misure di sicurezza. Non esistevano le misure di sicurezza, là dentro.

    SPOILER (click to view)
    Cyrene rimane in Sala Comune perché in attesa del risveglio di Frances.

    Prestanza da Normale a Robusto
    Agilità: 9 (11)
    Prontezza: 10.5 (14)
    Carisma: 13 (25)
    Piaga: il Tricheco
    Metabolismo lento o ritenzione idrica? Non ne hai la certezza, ma all'improvviso ti ritrovi con il corpo molto più gonfio del solito e in maniera spropositata. I movimenti più semplici ti impacciano e ti costano più fatica come il semplice salire le scale, oltre a costringerti a cercare qualcosa di nuovo nel guardaroba da indossare. Di certo effettuare attività sportive non migliora la tua condizione.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Il commento sprezzante di Todd verso una delle Prefette non tardò ad arrivare, con tutto lo sdegno possibile nel rispondere a una simile volgarità. Solo persone dal sangue indegno giungevano a screditare i superiori.

    La memoria di un fantasma non è così misera quale è quella umana. Specie se comparata a una Mezzosangue.

    Il silenzio non durò che pochi istanti, interrotto da una giovane e sgradita voce maschile. Con estrema lentezza il fantasma si voltò.

    E vuoi che lo racconti a te, Fontana?

    Todd non fece in tempo ad andar via dalla Sala Comune che quello stolto italiano mezzosangue gli rivolse la parola. Come osava rivolgersi a lui, per di più con una domanda tanto insolente? A Todd non sapeva nulla di quella ricerca, né gli importava, men che meno se utile a quell'ammasso di studenti dal sangue più sporco che puro.
    Tuttavia, la curiosità di rivederla ancora una volta, e soltanto quella, lo costrinse ad ingogliare le offese – più del solito.

    Chiedete al vostro Preside, se proprio ci tenete.

    Tutti, infatti, avevano avuto modo di assistere alla foga con cui era giunto fin lì: quella ricerca non era dettata dal volere del Fantasma del Ghiaccio, ma dal suo Responsabile.
    Smise dunque di fissare Fontana, tornando a guardare tutti quanti i volontari di quella ricerca, dall'alto verso il basso.

    E adesso andate, altrimenti temo dovrete vedervela con lui. Non che mi importi, in fondo.

    Scadenza: prolungata al 26 incluso

    Adesso i Fantasmi hanno parlato in modo più chiaro: che aspettate, allora? La ricerca continua, ma dovete prima recarvi nel posto giusto!


    Edited by Mr Todd - 25/4/2021, 12:40
     
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    Ormai erano tutti presenti, quando la Fall entrò nella Sala Comune del ghiaccio, facendosi largo tra gli altri ragazzi, arrivando abbastanza vicina a Geneva .
    L’aria che circolava in quella stanza era fredda e tutto era silenzioso. Molti ragazzi, come lei, erano stati svegliati e fatti riunire.
    Aveva indossato la divisa in fretta e furia anche se non aveva potuto darsi una pettinata ai capelli: sembrava una squilibrata, ma anche gli altri non erano nelle migliori condizioni, quindi si lasciò tirare un sospiro di sollievo.

    Tutti qui, attorno a me.
    E' il vostro Preside che ve lo ordina, anche se sono io a parlare.
    Sì, Signor Matthews, anche voi impuri.


    Aeryn si lasciò scappare una smorfia,non potete non alzare gli occhi al cielo a quel “impuri” del fantasma.

    Che lurido vecchietto. Ci mancava solo questo. Si accomodò sul divano, non aveva le forze di stare in piedi ad ascoltare parole barbose di Todd.
    All’inizio pativa il ragionamento del fantasma con interesse 0, per poi essere catturata dall’argomento “bacchetta potente e glaciale”, pareva che questa potesse risolvere i problemi dei piagati.

    Barbiere? Bacchetta? 12 calici?

    Vedeva -poco lontano- Frances , questa visibilmente scossa dalla notizia di una soluzione al suo problema e quello degli altri ragazzi: soluzione che risultava ormai una lontana speranza, più che speranza illusione.
    Una delle cose più difficili nella vita era, infatti, distinguere quella linea sottile che separava la speranza dall'illusione.
    Differenza che, non tutti, in quella scuola riuscivano a comprendere.

    Ma vaffanculo. In quella frase finale, la Fall non potete non dare ragione alla Stitcher.
    Non era fortemente empatica, ma in quel momento provo a mettersi nei panni della Prefetta.
    Fu il senso di impotenza a invaderla, e non poteva farci niente.

    Non aveva deciso lei di stare così. Era tutto così dannatamente ingiusto che sembrava normale. Ritornò con gli occhi sul Fantasma, questo intento a discutere con Fontana, prima di andarsene .

    Tenete presente che i professori non sanno probabilmente niente di questa bacchetta. Se trovate qualcosa di insolito, Chiamate.Un.Adulto. Non mettetevi ad aprire porte o scrigni o roba del genere soltanto per sentirvi utili o i primi a trovare qualcosa. Non è un gioco, state attenti.

    Credeva davvero che qualcuno seguisse quelle istruzioni o era solo formalità, la sua ? Chiese a sé stessa, alzando un sopraciglio.

    I 12 Calici.

    La Fall si diresse verso il Respiro del Ghiaccio, se ci fosse stata la possibilità di aiutare, Aeryn, non avrebbe perso un secondo.
    Toccò il fiocco di Neve, cosa che le permise l’accesso a quella stanza, quello che vide non fu una sorpresa: 2 studenti .

    Fontana e....maledizione! Come cavolo si chiama la ragazza!?

    Allora? Avete trovato qualcosa? Domandò, avvicinandosi alle due figure con l'intento di aiutarle.


    Aeryn resta.


    Edited by Aeryn Fall - 26/4/2021, 12:59
     
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    Da quando il fantasma aveva cominciato a parlare nella Sala Comune era scoppiato il caos, cosa che era più usuale nella Sala Comune del Fuoco rispetto a quella del Ghiaccio, solitamente tranquilla. Il caos era maggiormente sostenuto dalla sua carissima amica Frances, arrabbiata con Todd per l'omertà avuta sulla bacchetta. Era la prima volta che riusciva a capirla, se anche lui fosse stato narcolettico per tutto quel tempo si sarebbe di sicuro innervosito nel sapere che c'era una soluzione che non era però stata rivelata. La guardò mentre diceva chissà cosa a Cyrene, per essere due quasi amiche parlavano in maniera molto accesa e sembravano capirsi piuttosto bene. In quel momento si rese conto di non essere riuscito ad allontanarle con le cose che aveva detto mesi prima nel Laboratorio di Pozioni, che peccato. Nel mentre al gruppo si erano integrati Lorenzo, Sertoria, Aeryn, Luna, Geneva e Mykyta, tutti sembravano d'accordo con ciò che aveva proposto riguardo ai calici e questo gli diede non poca soddisfazione, lui era però intento ad osservare Frances e Cyrene, fino a che la prima non cadde addormentata sul divano. Cyrene, ovviamente, non l'avrebbe lasciata sola ma le sarebbe stata vicina, comportandosi nel mentre da brava Prefetto responsabile.

    Sì sì come vuoi.
    Lo farò di sicuro.


    Se i professori non se ne erano occupati personalmente voleva dire che serviva l'aiuto degli studenti, allora perché avrebbero dovuto chiamarli per avere un aiuto? Cosa poteva esserci di così pericoloso in una bacchetta che riposava in quella scuola da anni? Salutò con la mano Cyrene e Frances e continuò ad ascoltare la massa di persone che si era affiancata alla porta. Sertoria, Luke e Lorenzo sembravano essere un gruppo ben formato, a differenza sua che era a scuola da più di loro non stavano spesso da soli, erano sempre insieme come in un rapporto simbiotico. Lorenzo fu il primo a decidersi di andare verso il Respiro del Ghiaccio, salutando tutti loro come se pensasse che nessuno lo avrebbe seguito.

    Chi saluti? Penso che verremo tutti con te.*

    Parlò in italiano con Lorenzo perché anche lui aveva origini italiane, quindi non era inusuale che Cristiano si riferisse a lui in quella lingua. Lo seguì mentre varcava la porta per il Respiro del Ghiaccio, ritrovandosi così in una stanza che aveva tutto un altro fascino, un fascino quasi spettrale che rendeva la zona quasi sacra agli occhi del ragazzo. Lentamente si diresse verso il primo calice, mettendosi a guardarlo dall'alto, da sotto, girarci attorno e guardarci dentro.

    Qualcuno mi può aiutare?

    Chiese ai suoi compagni, non distaccando lo sguardo dal calice, passando successivamente ad ispezionare quello dopo. Se stesse facendo la cosa giusta ancora non lo sapeva, era però l'unica strada sensata che era stata proposta e quindi era l'unica che, per il momento, era percorribile. Sertoria nel mentre aveva cominciato a ipotizzare quali potessero essere le caratteristiche della bacchetta, erano osservazioni interessanti che potevano di certo fare comodo, per il momento però gli interessava solo ispezionare tutti i calici del Respiro del Ghiaccio.
    Breve post per tenermi al passo, Cristiano comincia a guardare nei calici.
     
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    Per Luna era la prima volta che osservava questa stanza da più vicino, lo stile di essa per lei è qualcosa di indescrivibile, si era immersa a guardare ogni dettaglio, quasi si dimenticava il motivo per cui stava là, la stanza era illuminata dai dodici calici i pietra dove c’erano dei bagliori di colore blu, notò che erano disposti lungo tutte le mura, si fermò a osservare delle stalagmiti, le sfiorava con la mano, giusto per entrare più a contatto con quella stanza, era sempre più affascinata da quanta bellezza la natura può sprigionare.
    Luna fece un giro veloce di quella stanza per capire al meglio le parole che il fantasma aveva detto

    Mmm..cercate nei dodici,vi saranno amici…in che senso?

    All’interno del perimetro segnato dai calici si poteva notare che non c’erano attrezzature comfort ma solo attrezzature per far allenare gli studenti, c’erano anche dei marchingegni di logica

    E se la bacchetta sta proprio qui? Magari in qualche specchio incantato? E se l’avessero nascosta con un incantesimo tra queste stalagmiti?

    Cercò qualcuno a cui rivolgere queste domande, magari qualcuno più grande di lei aveva qualche risposta, si diresse verso il suo compagno che aveva appena chiesto una mano, nel tragitto incrociò lo sguardo di Aeryn

    Oh ciao Aeryn, hai trovato qualcosa? Io ho solo tante domande, ad esempio, se la bacchetta stesse proprio sotto i nostri nasi? Magari l’hanno nascosta in qualche marchingegno, specchio o chissà forse proprio in qualche stalagmite, poi che cosa vorrà dire il fantasma con il farsi amici i calici? Ho tanta confusione nella mia testa, sto andando a chiedere un po’ in giro, se scopro qualcosa te lo verrò a dire

    Luna lasciò la compagna con una faccia un po’ basita, vide Cristiano ancora intento a guardare nei calici, la ragazza si avvicinò a lui, senza manco farsi sentire

    Ciao ti dispiacerebbe se ti chiamassi Cri? – Luna notò che stava facendo fatica a parlare con lui
    Scusami se ti sto disturbando nella tua ricerca ma non credo che troveremo delle risposte direttamente nei calici, qui ci sono tante attrezzature messe a disposizione per noi studenti e se la bacchetta l’avessero nascosta con un incantesimo? Sai cercarla così non mi sembra un’ottima idea , poi cosa avrà voluto dire il fantasma quella frase su Dodici, ci saranno amici? Se Poi dovremmo chiedere aiuto a Iskarhd? Si magari sto fantasticando un po’ troppo ma se il prossimo indizio lo avesse proprio lui, è lui l’essenza vitale del Ghiaccio, poi qui c’è una famosa frase per noi studenti di questa casata Il Ghiaccio non è solo Ghiaccio.
    Non lo so, tu ci avevi già pensato?


    Luna smise di parlare e si voltò per cercare qualcun altro con cui parlare, anche se la vicino c’erano anche altri studenti quindi alla fine potevano pure darle una risposta indirettamente.

    Edited by Luna Bellatrix Black III - 26/4/2021, 18:13
     
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    Si sta come
    d'autunno
    sugli alberi
    le foglie

    (Giuseppe Ungaretti)



    Le poesie, un mondo pieno di fascino e di tante emozioni. Una susseguendosi ad un'altra. Non aveva la certezza di chi le avesse trasmesso la passione per le poesie, avrebbe potuto essere sua nonna (anche se per lei più che una passione era un piccolo hobby e comunque preferiva quelle d'amore, che Nola evitava come la peste - o la piaga?)

    Ops! Brutto, bruttissimo gioco di parole. Devi smetterla Nola.

    Era arrivata solo quell'anno ad Amastris, ed era successo il delirio. Quando era salita sul treno aveva sperato che l'Accademia sarebbe potuta essere il suo posto sicuro, almeno per un po', lontano da sua madre e dal fidanzato. Che poi non è che avesse qualcosa contro di lui, al contrario! Da quelle poche interazioni tra di loro sembrava un bravo ragazzo, solo che dopo quasi 13 anni di "bravi" ragazzi, le sue speranze erano ormai diminuite fino allo 0.
    Invece, si era ritrovata coinvolta in mezzo a piaghe e cambiamenti.
    Non odiava i cambiamenti,

    Beh, non proprio…

    il problema era che, le facevano venire il voltastomaco. Nella sua piccola e breve vita aveva subito pochi cambiamenti, ma quello che aveva fatto più male e il più drastico. Le aveva fatto venire un'allergia per quella parola e il suo significato. Non voleva pensarci era ancora una ferita aperta.

    Quella sera si trovava seduta su uno dei divani che circondavano il camino. Era immersa nel suo piccolo libro di poesie, che le aveva regalato la nonna prima che partisse per la Gran Bretagna. Stava leggendo brevi poesie, una dietro l'altra, soffermandosi sulle sue preferita. Qualche anno, aveva cominciato a leggerne qualcuna, ma non ne aveva capito il significato. Quindi un giorno suo nonno l'aveva portata in biblioteca perché lei potesse capire il significato di quelle piccole poesie.

    Il vostro Responsabile, nonché Preside ad interim, chiede che venga trovata una bacchetta nascosta presumibilmente dentro al Castello, se non addirittura in questa o nella sala affianco.
    Per sapere di che bacchetta si tratta, dovrete ascoltarmi.


    La voce di Mr Todd, il fantasma del Ghiaccio, le penetrò nelle orecchie, la storia che stava raccontando sembrava verosimile, ma aveva dell'incredibile. Sembrava così tanto incredibile che esistesse una bacchetta del genere che la rese scettica. Aveva smesso di credere alle fiabe da bambina, soprattutto alle più elaborate. Nonostante tutto sapeva che, soprattutto nel modo magico, tutte le storie (fiabe o no) avevano un fondo di verità.

    Cercate nei Dodici; vi saranno amici.

    L'indizio che diede l'oro la confuse. Dagli altri aveva capito cosa intendesse con Dodici, i Calici di pietra nella stanza dello Spirito del Ghiaccio. Li aveva notato le poche volte che era stata lì.
    Ma,

    Dobbiamo farceli amici??

    Le sembrava un po' strano farsi per amici dei Calici di pietra. Lei a mala pene conosceva qualcuno dei suoi compagni d'anno, certo sapeva le cose essenziali. Chi erano i suoi prefetti, per esempio, i nomi delle sue compagne di stanza. Ma poco altro conosceva di quelle persone.
    Decise di non dire niente.

    Un paio dei suoi compagni si alzarono per andare a cercare nella stanza del Respiro del Ghiaccio. In piccoli gruppi si dispersero per la stanza, chi andando ad un calice, chi esplorando per cercare indizi.
    Nola rimase sulla soglia, il libro stretto tra le braccia. Sentì il richiamo del prefetto, che li avvertiva che se trovavano qualcosa di insolito dovevano chiamare un adulto.

    Non proccuparti, sarò la prima a mettermi ad urlare se succederà qualcosa…

    Si avviò verso il calice più vicino alla porta e posò il libro a terra,

    Forse avrei dovuto lasciarlo in sala comune.

    Non sapeva cosa stava cercando, e molto probabilmente neanche gli altri. Rimase lì a guardare quel calice, come se solo guardandolo lui avrebbe potuto darle tutte le risposte.

    Nola rimane in Sala Comune
     
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    Gli occhi alzati al cielo, alquanto esasperati dalla nuova situazione venutasi a creare, che se solo avessero potuto roteare di più probabilmente avrebbero dato vita a una pupilla bianca dell’orrore. Non sapeva precisamente da quando, ma ormai a Luke sembrava bastare il minimo sentore di imprevisto o fastidio per metterlo di malumore, già troppo preso dai suoi personali turbamenti per potersi permettere di curare più del dovuto qualsiasi altra faccenda non richiesta. Fra tante cose, però, solo una persona non sarebbe mai stata capace di recargli disturbo, neppure volendo.
    O almeno così credeva, stropicciandosi il naso prima e sgranando gli occhi l’attimo dopo.

    Mi sono innamorata.
    Cosa?

    Alzò un cipiglio perplesso, incurante dell’ennesimo e sporadico break preso dalla propria maledizione.
    Poi realizzò.
    Sertoria parlava dell’unico vero amore di cui, suo malgrado, sembrava essere capace, quello per le bacchette. E se da una parte ciò gli consentiva di tirare un sospiro di sollievo, dall’altra un peso ben più malinconico cominciava a fargli gravità sul petto, ben consapevole dei limiti che i propri sentimenti avrebbero sempre imparato a riconoscere.
    Non gli importava granché di quella misteriosa ricerca, invito o sottospecie di missione che fosse, che chissà poi fin dove li avrebbe portati… di certo ben oltre la sola e semplice visita alla Stanza del Respiro, come da poco aveva fatto notare uno dei compagni e Lawrie al seguito. Tuttavia se era Sertoria a chiederglielo, più di qualsiasi curiosità o spirito di avventura, a muoverlo verso il fiocco di neve stilizzato non poteva che essere quel caldo e consapevole peso sul cuore.

    Arrivo.

    Inoltre aveva una promessa con se stesso da mantenere e per rispettarla, innanzitutto, non poteva permettere agli amici di fare un simile passo senza di lui ad accompagnarli. Li avrebbe seguiti dunque, sì, osservando a distanza la mente e gli occhi di Sertoria aprirsi alla meraviglia di quella scoperta, a lei tanto, troppo congeniale.

    [Stanza del Respiro]



    Una volta giunti lì le teorie non potevano far altro che fioccare in numero pari o superiore a quello degli ormai rinomati calici, come d’altronde si sarebbe aspettato da qualsiasi assennato figlio del Ghiaccio, lui compreso.

    Si potrebbe anche pensare di ricorrere prima all’Incantesimo di Rivelazione, se credete. Altrimenti un semplice Incantesimo Appariscente, anche se dubito sia così facile trovare qualche indizio.

    Propose un po’ così, senza particolare impegno, osservando Cristiano all’opera e dopo aver degnato giusto di uno cenno educato il resto dei presenti lì riunti. Dubitava che tutti lo sapessero padroneggiare, d’altro canto - conoscendo Lawrie e Sertoria - era sicuro che almeno un altro studente oltre lui ci fosse, anche perché da quando la sua maledizione aveva avuto inizio tutto poteva essere meno che confidente della propria magia, in particolare quando si trattava di ricorre a incantesimi del genere. In compenso adesso, almeno in quei brevi, pallidi momenti, poteva godere dell'effimera vacanza che la professoressa Nott gli aveva concesso dalla propria piaga, senza che fosse costretto a interpellare ogni singola volta una sferzante e sospesa a mezz'aria Penny.

    Tu hai qualche idea Lawrie?
    Conoscendo Price, se ci ha affidato un incarico del genere come minimo la soluzione sarà tutt'altro che semplice.


    D'altro canto quando mai aveva nutrito particolari aspettative su di loro, a mala pena sembrava capace di dare segni di umanità o incondizionata benevolenza. Perlomeno una cosa era certa, se una simile richiesta proveniva da Price tutto poteva essere meno che un brutto scherzo, in grado di tramutarsi da un momento all'altro in qualcosa come le agghiaccianti e atroci vicende delle Segrete.

    Sertoria, Lorenzo e tutti i presenti nella Stanza del Respiro, che non ho provveduto a taggare singolarmente per pura e semplice pigrizia (mea culpa).

    Luke è uno degli studenti che sono stati maledetti durante l'ultimo Halloween. Tutti a scuola lo sanno e tutti lo conoscono.
    La sua maledizione è la seguente:
    CITAZIONE
    Piaga di Luke: Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante. In seguito al successo della Contromaledizione di Catherine Nott, la piaga di Luke si annullerà al primo post e dopo cinque post nella stessa role: per un post, quindi, parlerà normalmente mentre nei restanti tornerà a parlare al contrario e così ogni cinque post. Riassumendo: 1/5 post Luke parla correttamente, da 2/5 fino a 5/5 la maledizione è attiva, completato il ciclo a 6/5 torna a parlare correttamente.

    Tutti sono al corrente dei suoi problemi a esprimersi da allora, perlomeno nel verso giusto e con discorsi più articolati di sole 4 o 5 parole in fila. Motivo per cui si limita spesso a frasi concise o tutt’al più si aiuta leggendo direttamente le frasi alla rovescia, riportate grazie alla sua penna prendiappunti (poiché leggendo le frasi direttamente nell’ordine già invertito, la sua Piaga gli permette di tornare a esprimerle così nell’ordine corretto).

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