Avventura del Fuoco- 2031/32

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    Sabato 15 Maggio, 0re 22:30 circa



    Sarebbe stata una lunga notte. Mentre gli insegnanti si sarebbero riuniti per riflettere sulla magia delle casate e indagare sui custodi del passato, alcuni studenti, quelli più intraprendenti e spinti dalla brama di andare a fondo alla questione delle maledizioni, avrebbero impiegato le loro forze e il loro ingegno nella ricerca delle tre bacchette, della cui esistenza il capello parlante li aveva illuminati dopo mesi in cui ogni ipotesi pareva condurre ad un vicolo cieco. Coloro i quali non si fossero uniti al gruppo di volontari, invece, avrebbero raggiunto la sala grande, che il preside aveva predisposto in modo che passassero la notte lì e che le sale comuni rimanessero inaccessibili.
    Non sarebbero bastate severe raccomandazioni per placare l’animo audace degli studenti del fuoco. Le due prefette avevano raccolto una cospicua adesione per l’operazione di ricerca, avevano raggruppato tutti i volontari attorno a quel camino che ardeva incessantemente, così da fare il punto della situazione per capire da dove convenisse partire. Ciò che non sapevano era che un aiuto sarebbe arrivato, probabilmente da chi meno se lo sarebbero aspettato. 
Persa nella contemplazione delle fiamme purpuree, Donne Fireflies non aveva rivelato granché del proprio colloquio con il responsabile di casata, si era limitata a scandire istruzioni in modo a tratti svagato, del tutto distante dalla fermezza che normalmente la contraddistingueva. Era come se la sua mente fosse assorta in una riflessione che l’aveva trascinata lontano, indietro nel tempo e nello spazio e che ancora non accennava a riportarla lì, in mezzo a coloro che naufragavano nell’incertezza e che cercavano risposte.

    Sedetevi, tutti

    

Il tono fermo di Donna si elevò sopra il brusio degli studenti, provocandone l’estinzione immediata, come se si fosse servita di un incantesimo silenzio per metterli tutti a tacere.

    Non voglio che si sollevi neanche un sussurro, ché la storia che sto per raccontarvi affonda le sue radici nel passato, un passato tanto remoto quanto vivido e, adesso, più che mai rilevante. La vidi anch'io la bacchetta che il vostro responsabile vuole che ritroviate, proprio qui, ad Amestris, ma non fu la prima volta in cui assistei ai suoi prodigi.

    Donna non si dilungava mai a parlare di sé o di quella vita che s’era consumata nell’elemento a cui, alla fine, aveva scelto di consacrarsi al suo arrivo ad Amestris. Le mani giunte all’altezza del busto, la figura eterea si posizionò al centro della sala, intimando a chiunque dei presenti di lasciar perdere qualsiasi elucubrazione per ascoltare quanto avesse da dire.

    
Nelle malinconiche lande irlandesi era cresciuta con il nome di Abigaille ‘O Brian, poco distante dal mare. Il fuoco aveva dominato la sua esistenza sin dalla tenera età, quando, per difendere il più piccolo dei suoi fratelli dalle angherie del figlio del signorotto della zona, s’era servita di un incantesimo di incendio per provocargli delle ustioni che lo sfigurarono a vita ed era stato proprio il fuoco a vincerla, quando venne condannata al rogo per stregoneria, perdendo la creatura che aveva in grembo. 
La sua predilezione per gli studenti più giovani e per i bambini in generale non era mai stata un mistero e chiunque ormai ne conosceva la ragione, ma a nessuno aveva mai raccontato di quel bambino. 
Aveva pellegrinato a lungo dopo la sua morte, ora aggirandosi per borghi che rievocavano nella sua mente il ricordo del villaggio in cui aveva trascorso l’infanzia, ora perdendosi nella rigogliosa campagna irlandese. Un giorno, mentre vagabondava lungo le scogliere di Moher, era stata attirata dalla sagoma di un bambino che aveva intravisto in lontananza. Questi era intento a lanciare delle magie di fuoco prodigiose, si trattava di un controllo dell’elemento che non aveva mai riconosciuto in nessun altro mago, una potenza tale da spingerla ad avvicinarsi.

    Lingue di fuoco d'un vigore mai visto, che egli evocava direttamente sull'acqua salmastra della costa. Scintille purpuree che lo circondavano come se egli fosse il detenitore di quell'elemento..

    Scoprì che gli occhi l’avevano ingannata, non si trattava affatto di un bambino, ma di un umano dall’aspetto deforme, il volto adulto che pareva imprigionato nel corpo di un infante. Tuttavia, il suo istinto non l’aveva tradita: quella a cui aveva assistito non era una magia comune, legata semplicemente alla straordinaria abilità del fattucchiere che l’aveva evocata. La bacchetta che l’aveva generata era diversa, pareva permeata da un potere superiore, dall’essenza stessa del fuoco.
    Così, quando parecchi anni decenni più tardi l’aveva rivista ad Amestris, la sua mente ne aveva evocato il ricordo senza alcuno sforzo, riconducendola a quel momento in cui aveva assistito al prodigio della magia del fuoco.
    Doveva essere un mago molto potente colui che la portava con sé. Ricordava il duello fra questi e il vecchio preside di Amestris, Gaius Harmony e di come aveva riconosciuto quest'ultimo stringere avidamente la bacchetta fra le proprie mani, dopo un combattimento nella foresta con lo stesso mago.


    Il responsabile di casata chiede il vostro aiuto per ritrovare la bacchetta. Solo chi è disposto a consacrarsi a questo onere potrà rimanere in sala comune, tutti gli altri dovranno raggiungere la sala grande, com'è stato indicato dal preside Price. Non serve che vi affanniate per rimanere se il vostro intento è di bighellonare, ma tenete a mente che Amestris ha bisogno di voi. Dimostrate una buona volta di avere quel fuoco che il cappello parlante ha riconosciuto in voi il giorno dello smistamento.

    Ma cosa sarebbe, una specie di caccia al tesoro?
    Da dove dobbiamo partire?
    Tu sai dov'è? Perché non ce lo dici?

    Donna non avrebbe potuto ritrovare la bacchetta al loro posto. Toccava agli studenti, coloro che incarnavano alla perfezione la magia delle casate, recuperarle affidandosi al proprio istinto, ricercandole dove l'intuito li avrebbe guidati. Ma prima di congedarsi, la creature eterea lasciò loro un indizio, una frase enigmatica che forse sarebbe stata risolutiva e determinante, o forse no.

    Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.


    Scadenza: 25 incluso

    Hanno inizio le avventure di Casata! Leggete bene tutto il post perché ogni dettaglio del racconto di Donna – in corsivo, come fosse stato narrato ai presenti – è importante.

    Cosa dovete fare col vostro prossimo post?

    1) Scegliere se restare in Sala Comune per le ricerche della bacchetta, oppure se recarvi in Sala Grande in
    QUESTO topic. Scegliete con coerenza a seconda di ciò che farebbe il vostro PG, utilizzando le giustificazioni che vi fanno più comodo (es. Rimase per curiosità, pur non credendoci, credeva a tutto ciecamente, voleva vedere se davvero la bacchetta avrebbe posto fine alle piaghe, ecc).
    Dopo di che, segnalate in spoiler la vostra scelta, uscendo dalla role nel caso in cui decideste di recarvi in Sala Grande.

    2) Ascoltare il racconto di Donna e l'indizio finale per riflettere sul suo significato: dove si troverà questa bacchetta? Ricordate che vi trovate in Sala Comune.


    Per i nuovi utenti: vi ricordo che attualmente sono in atto delle piaghe per alcuni dei vostri compagni. QUI trovate un riassunto di quanto accaduto finora a riguardo.


    Edited by Il Tessitore - 1/5/2021, 16:31
     
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    Kyle Crane non sapeva se credere a ciò che sentiva o perdersi in un’illusione inutile, come le tante voci che in quei mesi si erano accumulate ed intrecciate all’interno della scuola, sussurri che parlavano di enigmi e risposte, di chiavi e scritte misteriose che li avrebbero salvati dalla maledizione, ma ognuna di esse si era infine rivelata solo per come era nata: una semplice diceria.
    Crane aveva smesso addirittura di ascoltarle, navigando senza vento e sospinto solo da un naturale ed istintivo desiderio di sopravvivere e di credere di poter fare qualcosa, poichè cocciuto e testardo come sempre, non voleva cedere all’idea di esser perso e cosi di dover per sempre convivere con quella terribile maledizione, oltre al vedere i propri compagni piagati soffrire in modo diverso, ma forse altrettanto pesante.
    Come avrebbe mai potuto tirarsi indietro?
    Era stato chiesto di partecipare attivamente ad una ricerca, una misteriosa e leggendaria bacchetta, una chiave per quel particolare enigma che la piaga ancora rappresentava, un piccolo passo verso la verità, ma un enorme balzo per il suo cuore e quell’istinto indomabile che lo spingeva.
    Aveva deciso ancora prima di ascoltare la storia di Donna Fireflies, perchè mai avrebbe permesso ad altri di rischiare per qualcosa che lui sentiva cosi importante, terribile e viscerale, era un fuoco e come tale avrebbe lottato per se stesso e per gli altri.
    Il cuore batteva all’impazzata ascoltando il racconto, mentre quelle parole sembravano rimbombare in tutto il suo corpo, prendendo forma in immagini e suoni, come a ricostruire una storia proprio di fronte ai suoi occhi.
    Proprio pochi minuti prima dell’incontro, Kyle era stato vittima della piaga, costringendo se stesso a strisciare come un verme sotto i letti della sua stanza, nel vano tentativo di fuggire a mostri dalle fattezza simili ad enormi ovini, con occhi di fuoco e zampe simili alla nebbia.
    La sua mente si era abituata alla follia ed anche in momenti di estrema lucidità, fluiva lontano verso lidi remoti, cercando conforto in luoghi che non conosceva ma che sentiva amichevoli, sognando ad occhi aperti incredibili creature dai colori sgargianti, versi malinconici e richiami ancestrali in grado di cullarlo in una veglia continua.
    Quello era il modo che la parte lucida della sua mentre, aveva trovato ed elaborato per sopravvivere e che forse mai se ne sarebbe andato.
    Cosi fece anche quella sera, gli occhi persi di fronte a lui, mentre le immagini del mago deforme e della sua bacchetta, scivolavano tutte intorno, prendendo vita come in enorme pensatoio.
    Sarebbe partito per quella ricerca anche da solo, sentiva quella missione come qualcosa di personale, viscerale e tremendamente sua, ogni parte del suo corpo fremeva al richiamo che la voce narrante sapeva suscitare, il cuore batteva ad un ritmo musicalmente disarmante, quasi a volerne creare un perfetto sottofondo.
    Il suo sguardo era stranamente concentrato, non vi era sul viso alcuna traccia di ironia o il minimo desiderio di sviare dall’obbiettivo principale, l’unico che ora poteva considerare all’interno di quella scuola.
    Se quella ricerca avrebbe aiutato tutti loro, lui ci si sarebbe buttato anima e corpo, senza paura o timore di rimaner nuovamente leso da quella curiosità fremente, poichè nemmeno una ferita incurabile o un’ulteriore piaga, lo avrebbe spinto a rinunciare a tutto quello.

    Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.


    “Il Camino”
    Quello fu il primo pensiero che passò nella testa d Kyle Crane, illuminando il suo sguardo deciso e facendogli stringere i denti per la tensione.
    Il fuoco perenne della sala comune, le fiamme che in modo cosi naturale splendevano costantemente e danzavano all’interno del camino senza quasi farsi notare, tanta era l’abitudine di quei ragazzi a vederlo li.
    Fiamme che ne erano il cuore.
    Fiamme che ne rappresentavano lo spirito.
    Forse li avrebbe trovato parte della soluzione?
    Lui che ormai era cosi abituato a vedere cose che altri nemmeno percepivano, scrutare ombre anche dove nemmeno splendeva il sole, percepire il freddo glaciale della paura anche sotto i raggi cocenti del sole.
    Avrebbe cercato nelle fiamme, nella speranza di ritrovare se stesso in esse.

    Ovviamente io rimango.
     
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    Erano le 22:30 e gli studenti si dovevano riunire per una missione molto speciale, Simone era molto fomentato perché non sapeva a cosa stava andando in contro, era solo sicuro che avrebbe voluto partecipare da protagonista, per dimostrare il suo valore. In quell’anno in cui molti degli studenti stavano soffrendo era giusto organizzare quel tipo di cose, alleviava la mente e scacciava i pensieri, inseriva nuovi stimoli i tutti gli studenti.
    Si trovava lì insieme a molti altri, a parlare era il fantasma della sua casa, Donna Fireflies. Tutti sembravano ascoltarla con estrema attenzione, in effetti era quella la forza del Fuoco, l’animo dei ragazzi era simile, tutti sarebbero stati pronti a battersi l’uno per l’altro, Simone guardava il fantasma raccontare. Iniziò a narrare la storia che parlava di un uomo che era stato dominato dal fuoco sin dalla tenera età, quando, per difendere il più piccolo dei suoi fratelli s’era servita di un incantesimo di incendio per provocargli delle ustioni , la strada venne condannata al rogo per stregoneria, perdendo persino il suo figlioletto che ancora doveva vedere la luce del sole. A Simone iniziò ad accelerare il battito cardiaco, il sangue che gli scorreva nelle vene accelerava, come se quella storia lo stesse prendendo con se per portarlo in un universo parallelo, infine il racconto parlò dell’oggetto del desiderio, una bacchetta talmente forte da poter governare il fuoco in tutta la sua interezza. Stava iniziando a desiderare di averla, si stava immaginando con tutto quel potere in mano, governare quell’elemento, ovvero il più forte fra tutti, gli avrebbe conferito il potere supremo. Pensare che quella bacchetta era stata mossa e agitata proprio nella scuola dove adesso lui stava studiando lo emozionava, era pazzesco! La sfida consisteva nel andare alla ricerca della bacchetta, nessuno di loro sapeva dove si trovasse, tutti però, desideravano possederla. Infine il fantasma fece un’indovinello, un indizio per capire dove andare a cercare, un modo per iniziare.

    Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.

    Questa frase lo stava assillando, ovviamente la cosa più rossa che c’era ad Amestris era proprio la loro casa, lì dove il fuoco regnava sovrano, dovevano partire da lì, era quello il loro primo punto. Non disse nulla ad alta voce, voleva sentire il punto di vista degli altri.
    Aveva scelto di partecipare per diversi motivi, dimostrare agli altri era di sicuro uno delle prime ma anche per verificare di persona che tutto fosse vero, non avrebbe sopportato il non sapere, era curioso ma spaventato, dove li avrebbe portati quella ricerca? Magari avrebbero scovato miseri che nessuno sapeva, belli o brutti non faceva differenza.
    Rimango!
     
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    In tutto quegli anni Bellamy non era mai riuscito a capire esattamente cosa pensare di Donna. Era una figura così misteriosa a tratti inquietante, avvolta nella sua malinconia, che l'irlandese aveva sempre cercato di evitarla il più possibile. Mai aveva ascoltato con tanta attenzione e concentrazione ciò che aveva da dire loro.
    Li aveva invitati tutti quanti a sedersi e stare in ascolto, ma lui era rimasto in piedi, aveva cercato Manon e si era messo di fianco a lei con le braccia incrociate, chè se c'era qualcuno in quella Sala Comune che poteva anche soltanto immaginare quanto tutto quello fosse di vitale importanza per lui - e per tutti gli altri piagati, ma era troppo egoista per pensarlo - quel qualcuno era proprio lei.
    Non aveva esitato a rispondere all'appello quando era stato chiesto loro di impegnarsi per dare una svolta a questa dannata faccenda, avrebbe fatto tutto quanto anche da solo se ce ne fosse stato il bisogno, pur di riportare le cose alla normalità, pur di mettere un punto a quella storia e chiuderla definitivamente.
    Erano tanti i dettagli del racconto di Donna che lo affascinavano, si ritrovò per un attimo a pensare che sarebbe stato bello avere quella bacchetta, la bacchetta che permetteva di dominare il fuoco senza alcun limite, l'essenza stessa del fuoco. Ma non doveva distrarsi, doveva invece concentrarsi, attivare la propria testa ed il proprio corpo, perchè avrebbe messo l'anima in quella ricerca. Avrebbe fatto qualsiasi cosa, a qualsiasi costo.
    Aveva sentito parlare delle scogliere di Moher, in Irlanda erano un punto turistico piuttosto famoso. Era un dettaglio importante di tutto quel racconto? Non lo sapeva, ma l'avrebbe tenuto a mente.
    Un bambino. O meglio, un adulto nel corpo di un bambino. Questo sì che era interessante, e subito la sua mente iniziò a far girare gli ingranaggi e a collegare fili.
    Se quella dannata bacchetta era nella loro Sala Comune, l'avrebbero trovata.
    Donna aveva dato loro un indizio piuttosto scarno, enigmatico. Lei sapeva e allo stesso tempo sapeva anche che loro non erano i più adatti a risolvere gli indovinelli in quella scuola.

    Che significa che dobbiamo perderci in quello, Donna?
    Se non abbiamo tempo da perdere perchè non ci dai indizi più semplici?


    Chiese con tono vagamente frustrato alla fantasma, ma non si aspettava nemmeno che gli desse una risposta.
    Dovevano cercare lì dove il rosso c'era sempre ed in questo dovevano perdersi. Non aveva senso, nella sua testa. E sarebbe stato semplice cercare nel camino, il fuoco al suo interno bruciava per tutto l'anno scolastico...ma quando loro andavano via e la scuola rimaneva chiusa? Probabilmente no. E poi sarebbe stato troppo semplice, lui era solito cercare sempre la via più veloce e facile per risolvere qualsiasi cosa, ma si trattava di roba grossa, enorme, ed era certo che non se la sarebbero cavata così facilmente.

    Il rosso deve essere il fuoco.

    E su questo probabilmente erano tutti d'accordo, pur non avendone una certezza assoluta. Bellamy conosceva quel posto come le sue tasche e per questo motivo il racconto di Donna aveva fatto scattare nei meccanismi della sua testa.

    Non abbiamo solo quello di fuoco, qui dentro.

    Disse allora riferendosi al camino, ragionando ad alta voce come a cercare sostegno nei propri compagni, o in caso contrario per avere qualcuno che lo smentisse e che lo facesse ragionare in maniera diversa...anche se probabilmente non avrebbe cambiato idea troppo in fretta.

    Nel racconto c'era un bambino, un uomo-bambino, e dobbiamo guardare dove il rosso c'è sempre.

    Lanciò una veloce occhiata a Manon, poi non attese un minuto di più prima di camminare in fretta in direzione della Sala dei Leodraghi e del Bambino.
    L'odore di bruciato invase immediatamente le sue narici, portandolo a stringere la bacchetta tra le dita della mano destra. Era abituato a quel calore, a quegli odori non proprio piacevoli, ma per lui erano casa. Non solo, ma gli davano la forza, gli facevano provare quella ferocia che soltanto persone come loro avrebbero potuto capire.
    Senza esitare ulteriormente, arrivò al cospetto di quella magnifica incisione che per tanti anni aveva guardato senza troppa attenzione, ma che soltanto in quel momento stava guardando davvero.
    Quel bambino avvolto dalle fiamme e la leggenda che narrava potevano essere il punto di partenza che cercavano. Dovevano perdersi in quel rosso, ma Bellamy non aveva idea di cosa potesse significare. Non era nemmeno certo del fatto che fosse quella la soluzione corretta, ma era la più plausibile a cui riusciva a pensare, considerando il camino veramente troppo scontato.
    Appese la bacchetta al fianco, allungando la mano verso la roccia incisa, proprio lì dove le fiamme circondavano quel bambino. Così come aveva toccato quel muro nelle segrete, che poi si era rivelato un falso muro, magari sarebbe successo qualcosa anche quella volta. Ne dubitava, ma a quel punto potevano soltanto provare.

    C'è davvero bisogno che lo dica? <3
     
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    Il battito dei presenti tace e tutti gli occhi -in pochi secondi- finirono sul fantasma di Casata, Donna.

    Insicurezza, Perfezionismo, Ambizione e Rabbia.

    In quel momento dentro la Achard convivevano quei quattro mostri.
    Insicurezza è sempre stato con lei sin dalla tenera età; camminava al suo fianco senza lasciarla. A volte sentiva che le si avvicinava troppo facendola inciampare o cambiare strada. Altre volte si metteva a cavalcioni sulle sue spalle, costringendola a sostenere il suo enorme peso, rallentandole rispetto agli altri.
    Perfezionismo è nato quando aveva 14 anni. Pur non avendolo mai nutrito è cresciuto in fretta, e ora era abbastanza grande da prenderle per mano e trascinarla avanti nonostante tutto.
    Echo le ha sempre voluto bene, perché a volte Insicurezza diventava molto pesante e non sapeva se sarebbe riuscita a proseguire se Perfezionismo non si fosse imposto con così tanta violenza.
    Tuttavia -a parer suo- era un po’ troppo diretto, osservava tutti coloro che camminano al suo fianco e ne commentava continuamente l’andatura. Nonostante il peso di Insicurezza loro erano tra i più veloci. La Fuoco se n'era sempre andata fiera, ma Perfezionismo sembrava non dar peso a queste persone.
    Le faceva notare, continuamente le persone che le erano davanti a noi e allora si sentiva come se non stesse camminando affatto.
    “Però guarda quanta gente c’è dietro di noi, Perfezionismo.” Avrebbe voluto rispondere.
    Ma Insicurezza le bloccava la testa con le sue lunghe dita e, non potendo guardare indietro, le capitava di dubitare dell’esistenza di quelle persone.
    Ambizione è uscito fuori ai suoi 16 anni.
    Quando è nata ha cercato di soffocarla, ma sua madre era Rabbia e, nonostante Insicurezza le abbia aiutato, Ambizione è sempre stata troppo forte.
    Ambizione, una bambina vivace, correva davanti a loro esplorando il mondo circostante. Aveva un talento particolare nel trovare luoghi bellissimi e quasi impossibili da raggiungere, per poi tornare indietro sorridente chiedendo a Echo di seguirla. Insicurezza rideva sempre ogni volta che la bambina faceva questa domanda, mentre Perfezionismo era concorde con la ragazzina: dovremmo proprio andare a visitare quei posti. “Non visiteremo quei luoghi”, rispondeva Echo, “non sono in grado di andarci...la strada troppo è lunga, potrei ferirmi durante il percorso e allora nascerebbe qualche altro mostro.”
    Ma Perfezionismo e Ambizione sono davvero chiassosi e insistenti nel trascinarla verso le mete a lei ambite, mentre lei vorrebbe solo stendersi un attimo e dormire. Va bene così, vorrebbe dire a loro, fermiamoci un attimo.
    Gli altri ogni tanto si fermavano e riposavano, non sarà forse per questo che andavano più veloci?
    Perfezionismo e Ambizione non si fermavano mai, non si stancavano, mentre Insicurezza taceva per tutto il viaggio.
    A volte rideva della faccia stanca della Achard, sorrideva compiaciuta al suo comportamento docile. Le capitava di pensare che se si lasciasse cadere a terra loro non sarebbero riusciti a farla rialzare.
    Ma Perfezionismo, come sempre era molto abile nell'intervenire con i suoi commenti crudeli, proprio quando stava per arrendersi e così continuava a camminare. “Arroganza potrebbe mangiarsi Insicurezza” le ha detto l’ultima volta. “un mostro in cambio di un altro. Pensaci”
    Alla fine, non fu necessario uccidere L’insicurezza, sua madre le aveva dato la Rabbia prima di scomparire.
    La Rabbia aveva preso controllo, era una delle poche cose ereditate da Emma, non sapeva se esserne felice o vergognarsi, per le sue uscite di ira.

    La vidi anch'io la bacchetta che il vostro responsabile vuole che ritroviate, proprio qui, ad Amestris, ma non fu la prima volta in cui assistei ai suoi prodigi.

    Poteva dire che in quel momento provava Rabbia- non che fosse una novità-, era un’ingiustizia.
    Non era capace di immaginarsi ciò che provavano, non sarà stato facile e normale per loro sentirsi di merda, quando vedevano qualcuno che ce la faceva senza problemi.
    Loro lottavano per una cosa con tutte le forze possibili ma non ottenevano nulla mentre gli altri ci riuscivano benissimo a fare tutto… senza troppi sforzi.
    Avrebbe provato.
    Rendersi utile per portare via tutti quei piegati da quella situazione che li circondava, da ormai mesi.
    La speranza che sembrava essere soppressa da un odio e una tristezza con radici tanto profonde da sradicare qualsiasi certezza, il cuore ansimava, gemeva, senza sapere che prima o poi una luce sarebbe entrata, forse sarebbero riusciti, dovevano.
    Erano Fuoco, no?

    Un bambino? Una bacchetta? Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso? Echo se ne stava lì, incapace di dire o muoversi.
    Certo, molto utile. Se non fosse che quella era la sala Comune del Fuoco. Sentiva Murray, questo che continuava a ipotizzava varie teorie.

    Il camino? Sempre rosso? Casomai, nei mesi invernali.

    Rosso...un vulcano? Sciocchezze, dove lo trovo un vulcano qui dentro.

    Perderci nel rosso…nel senso allegorico?


    O effettivamente?
    Il rosso è -quasi sempre- associato a prosperità e potere, avvolte anche dolore…



    Echo resta.
     
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    Riflettere sulle cose non era il suo forte.
    Di solito prendeva decisioni d'impulso e solo dopo si arrovellava il cervello con i dubbio di aver fatto la scelta sbagliata, e quella volta non fece eccezione.
    Alla notizia della missione, era immediatamente uscito tutto il suo spirito combattivo: si, certo che avrebbe partecipato, non avrebbe potuto tirarsi indietro davanti ad una richiesta del genere. Poi però aveva iniziato a pensare a com'era finita male l'ultima volta che qualche studente aveva preso parte a qualcosa di simile.
    Dalla festa al Lago, le era capitato altre volte di assistere alle crisi di Kyle, ed in generale, aveva iniziato a far caso agli strani atteggiamenti degli altri studenti. E se quella volta fosse finita allo stesso modo? Se partecipando avesse rischiato di prendersi qualche maledizione? Non voleva andare in giro per la scuola e puzzare di pesce marcio nonostante le decine di bagni quotidiani!
    Certo, aveva anche abbastanza fidacia nei confronti del personale scolastico da credere che non li avrebbe mai messi seriamente in pericolo... a meno che, ovviamente, neanche loro conoscessero l'entità della cosa a cui stavano andando incontro.
    Nonostante i milioni di dubbi, leciti, dopotutto, per la sua età, ad avere la meglio fu il senso di appartenenza che da qualche mese aveva iniziato a nutrire per quella Scuola e per la sua Casata, in particolare.
    E poi c'era Kyle che ogni volta che aveva una crisi le faceva riempire il cuore di frustrazione per l'impossibilità di poterlo aiutare.
    Aveva deciso di restare dunque, mettendo su la migliore delle sue maschere, quella della determinazione e della sicurezza.
    Si era accomodata su una poltroncina accanto a Kyle. Prima di dedicare la sua completa attenzione alla storia del Fantasma, aveva guardato il ragazzo e raggomitolandosi sulla poltrona aveva oscillato verso di lui per dargli una leggera spallata sul braccio, in segno di saluto, come a volergli dire che ci avrebbe provato anche lei ad aiutarlo. Poi fu rapita dalla bellezza eterea di Donna Fireflies.
    Fin dal primo momento in cui era arrivata ad Amestris, Lily aveva provato un forte senso di soggezione nei confronti del fantasma della sua Casata. Un misto tra fascinazione e riverenza che in quel momento la faceva letteralmente pendere dalle labbra della donna.
    Come una bambina incantata dal racconto di una fiaba, se ne restò in silenzio con gli occhi chiusi, a disegnare nel buio della sua mente le immagini rievocate dalla Storia. Riusciva a sentire il suono del mare, le onde che si infrangevano sulla scogliera e lo stupore, misto quasi a paura, di scoprire le deformità di quel Figlio del Fuoco. Chi era? Perchè aveva quell'aspetto? Da dove arrivava la bacchetta che teneva in mano?
    Le domande degli Studenti che ruppero il silenzio la riportarono indietro, fino al presente.
    Molti avevano espresso quel dubbio che lei, per riverenza, non avrebbe mai espresso: se Donna conosceva l'ubicazione della Bacchetta, perchè non dirglielo direttamente?

    Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.

    La risposta enigmatica del Fantasma non aveva fatto altro che complicare la questione.

    Dov'è sempre rosso...

    mormorò corrugando la fronte. Aveva sempre odiato gli indovinelli, a Lily piaceva avere tutto e subito, e dover invece ragionare per trovare la soluzione non faceva altro che innervosirla e accrescere la frustrazione.
    C'era di buono che almeno non doveva ragionare da sola. Erano in tanti in quella sala e sebbene mettere d'accordo tante teste spesso poteva essere distruttivo, l'idea di conoscere altri punti di vista la aiutava a ragionare meglio.
    In molti avevano pensato al camino all'interno del quale le fiamme bruciavano perpetue, e sul momento parve la cosa più logica anche a lei. E poi l'enigma parlava di perdersi in esso...

    Non esiste una forma di divinazione che induce una trance proprio tramite la contemplazione delle fiamme? O forse era del fumo...

    Maledizione, avrebbe dovuto prestare maggior attenzione durante le lezioni di Divinazione!
    Echo, poco distante da lei, aveva ipotizzato che potesse trattarsi di un rosso allegorico, mentre Bellamy -Lily arrossiva sempre un po' quando l'ex prefetto era nei paraggi- si era lanciato verso la Sala dei Leodraghi e del Bambino.
    Dal canto suo, Lily si limitò a sciogliere l'abbraccio attorno alle proprie gambe e sedersi in maniera più composta per poi perlustrare con lo sguardo la miriade di quadri appesi alle pareti. Nel racconto si parlava delle scogliere di Moher, magari c'era un quadro, tra i tanti, che raffigurava quel luogo e all'interno del quale avrebbero potuto trovare un indizio. Un tentativo in cui non credeva nemmeno lei, ma praticamente anche solo stando seduti in quella stanza erano già persi nel rosso!

    Lily resta!
     
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    Erano le 22:30 circa e Skye si era ritrovata nel gruppetto di studenti che stavano davanti al camino per una missione. Skye si era trovata lì per caso, il suo intento era quello di andare in sala grande, ma la curiosità di capire di cosa trattasse la missione e di come si sarebbe svolta presero il sopravvento sulla ragazza. Obbedendo al comanda del fantasma della loro casa si sedette e chiuse gli occhi ascoltando il racconto di Donna Fireflies e immaginando le scene da lei raccontate, dalla vita della donna vinta dal fuoco alla figura del mago deforme e della sua bacchetta. Skye sentì il suo battito aumentare e il sangue pulsare nelle vene, era una sensazione strana che non aveva mai provato, un misto tra eccitazione e interesse. Riaprì gli occhi lentamente e ascoltò le parole del fantasma in cui si chiedeva l'aiuto agli studenti del fuoco per ritrovare quella bacchetta, se prima la ragazza aveva avuto dei dubbi sul rimanere o recarsi in sala grande, ora la storia di Donna e la curiosità di trovare la bacchetta le avevano schiarito ogni sorta di dubbio; ora era pronta a trovare la bacchetta e ad aiutare la scuola. Inoltre sarebbe stata una grande occasione per rafforzare il rapporto con i suoi compagni di casa, era sicura che quella ricerca l'avrebbe rafforzata sia caratterialmente che fisicamente.

    Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.

    Richiuse gli occhi ripetendo nella sua mente l'indizio che Donna gli aveva dato, il punto di partenza di quella ricerca; ormai era diventata un abitudine quella di chiudere gli occhi quando doveva concentrarsi e trovare una soluzione. La prima cosa che le venne in mente fu il camino davanti a lei, ma scartò subito l'opzione, era troppo scontato

    Deve essere qualcosa di più profondo. Coraggio Skye, pensa a cosa può essere sempre rosso e ci si può perdere in esso.

    Il camino era l'unica cosa che le veniva in mente, si sforzò cercando di pensare più a fondo ma non le veniva in mente niente. Aprì gli occhi osservando i suoi compagni che non dicevano nulla, solo Bellamy si era messo a fare supposizioni che potevano avere un senso. all'improvviso si diresse verso la sala dei Leodraghi e del Bambino senza dire nulla, come se fosse guidato da una persona invisibile.

    deve aver capito qualcosa, lo seguo oppure resto a ragionare sull'indizio?

    Skye era molto indecisa sul da farsi ma le venne in mente la promessa fatta a Kyle, e della punizione nel caso non fosse stata rispettata; oltre a ciò fare quell'azione per la ragazza era un passo verso il cambiamento. Quindi dopo qualche secondo di esitazione per evitare di fare brutta figura, si alzò e lo raggiunse nella sala dei Leodraghi e del Bambino, lo trovò a fissare un incisione nella pietra. All' inizio non capì il perchè ma avvicinandosi vide un bambino avvolto nelle fiamme, proprio come quello del racconto; deglutì, voleva dirgli qualcosa ma la timidezza e l'ansia stavano prendendo il sopravvento, fece un respiro profondo cercando di tranquillizzarsi mentre cercava le parole con cui esprimersi. Si fece coraggio e si avvicinò di più a Bellamy, che nel frattempo stava toccando la parete come se stesse cercando un passaggio segreto.

    P-pensì che l'indizio si ri-riferisca a questa incisione o a qual co-cosa in questa stanza?

    Furono le uniche parole che uscirono dalla bocca di Skye, imbarazzata nel parlare con il ragazzo.

    Ragioniamo un attimo, mettiamo che Bellamy avesse interpretato bene l'indizio e avesse trovato l'oggetto rosso, come facciamo a perderci dentro? Non possiamo mica attraversare il muro.

    Si guardò intorno, la stanza era illuminata da tantissime torce.

    E se fossero quelle la soluzione, forse tirandole o facendo qualcosa si sarebbe aperto qualche passaggio segreto.

    Fu l'unica cosa sensata che le venne in mente ma nonostante ciò dubitava fortemente che potesse essere la soluzione, attese la risposta di Bellamy sperando che lui avesse capito qualcosa in più.

    Skye rimane
     
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    Assumere le vesti di mera spettatrice non era mai stato nelle sue corde. Non importava se quella notte non fosse stata lì, se non avesse assistito ai terrificanti prodigi che avevano portato gran parte dei suoi compagni ad essere maledetti, non aveva bisogno che la questione la toccasse in prima persona per trovare un valido motivo per restare. Amestris non costituiva un mero porto d'attracco, per quattro anni aveva incarnato la più fedele rappresentazione di casa, un'immagine che non aveva mai ricondotto al vecchio rustico nella campagna normanna, sebbene vi avesse trascorso l'infanzia. La Manon che era cresciuta in Francia non aveva nulla a che fare con quella che si affannava avanti e indietro per sala comune, intimando ad ogni studente di radunarsi assieme agli altri attorno ai divani: vinta dall'antico istinto al comando che pareva averla forgiata alla nascita, non prendeva più le redini col solo scopo d'appagare la propria sete di controllo sugli altri. C'era uno scopo ad animarla, un'impellenza che non individuava se stessa come principale destinatario di quello sforzo.

    Di qualsiasi cosa si tratti, l'affronteremo insieme. D'accord?

    Aveva afferrato il braccio di Bellamy un istante prima che lui prendesse posto, gli occhi scuri s'erano incatenati a quelli cerulei dell'irlandese, come a suggellare una promessa che, quella volta, non avrebbe mancato di portare fino in fondo. Non si sarebbero più ritrovati l'uno senza l'altra, non avrebbe più dovuto interrogarsi su dove fosse lei, gli sarebbe bastato guardare al proprio fianco. Manon s'era nutriva di senso di colpa ogni volta in cui aveva incrociato lo sguardo dell'ex caposcuola e ne aveva avvertito il vivido cambiamento. Forse, un nuovo cambiamento li avrebbe attesi di lì a poco, ma stavolta non avrebbe dovuto domandarsi come vi fossero arrivati.
    Si sistemò accanto a lui sul divano, assecondando involontariamente la secca disposizione di Donna che pareva aver inghiottito con sé qualsiasi vocio, facendo sprofondare la sala comune in un'insolita quieta. Nessuno dei suoi compagni avrebbe avuto fegato d'interrompere il racconto della creatura eterea che aveva occupato il centro della stanza, vittima di quel timore reverenziale che, consapevolmente o meno, ella generava attorno a sé e che non veniva stemperato nemmeno dalla malinconia celata dal suo sguardo.

    Una bacchetta. Una bacchetta che permettesse di acquisire pieno controllo di quell'elemento che avvertiva scorrere nelle proprie vene, una bacchetta che consegnasse alle proprie mani la travolgente e violenta potenza del fuoco, trasformandole nel suo custode. Una parte di lei, chissà quale e quanto marginale, avrebbe anelato quello strumento per sé; appropriarsene l'avrebbe resa superiore persino a coloro i quali aveva designato come punti di riferimento, perché, a quel punto, sarebbe stata lei ad ispirarli.
    Si ritrovò a tormentarsi il labbro inferiore con vigore, mentre la mente si figurava l'energia del fuoco irradiarla, penetrare nei tessuti, rinvigorirne i muscoli e renderla viva come non s'era mai sentita. Avrebbe dovuto lottare contro se stessa per non cedere alla consapevolezza che, a dispetto di quel trasporto caritatevole che l'aveva investita, avrebbe voluto la bacchetta per sé e che se ne sarebbe servita per padroneggiare il fuoco meglio di chiunque avesse attorno, così da essere ammirata, magari temuta.

    ..dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.

    Quoi?

    Balbettò, come se si fosse appena destata da qualche revêrie che l'aveva portata ad allontanarsi, magari a perdere punti cruciali del racconto di Donna. Scosse la testa, raccogliendola poi fra i palmi.

    Putain que tu es conne..

    Si sollevò di scatto, intenzionata ad affiancare Donna per assumere le redini del comando, ma i suoi compagni parevano essere già andati per la tangente, avevano iniziato ad affollarsi per la sala, azzardando le più disparate ipotesi.

    D'accordo, cerchiamo di non essere troppo caotici mentre..mais où tu vas, bordel?!

    Era chiaro che Bellamy avesse altri piani ed era altrettanto cristallino che Manon l'avrebbe seguito, avendo ben a mente l'irrisorio istinto d'autoconservazione dell'irlandese che, per quanto poteva saperne, avrebbe pure tentato di gettarsi fra le fiamme pur di arrivare alla soluzione dell'enigma. Lo raggiunse nella Sala dei Leodraghi, abbandonando il resto degli studenti all'altra perfetta. Li dentro, i suoi occhi si persero a contemplare la scritta incisa sulla cornice bronzea in cui era incastonata la parete di pietra che illustrava la leggenda da cui aveva tratto origine il nome della stanza:

    “Non sperate di dominare il Fuoco se non riuscite a comprendere il dolore che può provocare.”



    Dolore..e distruzione. Non credo che basti toccarlo, forse dovremmo..forse dovremmo usare il fuoco sul fuoco.

    In bocca al lupo a chi si occuperà dei restauri <3
    Manon raggiunge Bellamy Octavian Murray e rimane, obv.
     
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  9. Teddy Rose
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    Quella sera, l'atmosfera al primo piano del castello era differente, diversa da tutte quelle del mese prima e di quello prima ancora, fino a tornare indietro alla sera dell'ultimo giorno dello scorso Ottobre.
    Gli eventi di quella notte erano scolpiti indelebilmente nella mente di tutti gli studenti dell'accademia, non tanto per ciò che successe ad alcuni sventurati ma per le conseguenze che si presentarono sul conto anche di chi non era stato maledetto.
    Il Ministero sembrava aver preso di mira la scuola e molti avevano addirittura lasciato Amestris, per paura loro o dei loro genitori, Teddy invece era ancora lì: non si sentiva affatto in pericolo, stava provando solo ad abituarsi a quella surreale situazione, cercando di aiutare i suoi sventurati compagni come meglio poteva.
    Aveva imparato a sopportare Lorenzo e i suoi continui cambi d'umore, aveva trascinato diverse volte la Prefetta del Ghiaccio su e giù per le scalinate di Amestris, probabilmente anche contro quella che era la sua volontà, senza mai pretendere un ringraziamento.
    Era il minimo che poteva fare, lo sentiva quasi un dovere.
    Quando le sue Prefette fecero richiesta di adesioni per prendere parte a una qualche specie di missione di ricerca, il giovane Rose non ci pensò due volte a dare la sua disponibilità.
    Quella sera tutti i volontari del Fuoco erano riuniti nella sala comune, nessuno di loro aveva la ben che minima idea di cosa stessero andando incontro, ne avevano indizi su cui basarsi per iniziare le ricerche.
    Erano solo tante piccole fiammelle disunite che ancora non riuscivano a fare chiarezza sulle tenebre di quel mistero.
    Nella Sala, l'unica figura che spiccava, tra la massa di casacche dai dettagli rossi, era quella di Donna.
    Il fantasma, sempre ammantato da un'aria malinconica ad un tratto richiamò l'attenzione di tutti i "ricercatori".
    Iniziò un racconto, il racconto di una bacchetta capace di dominare il potere delle fiamme, che si andò ad intrecciare immancabilmente con la vita terrena della stesso spettro.
    Teddy ne era affascinato. Cosa avrebbe fatto se quella bacchetta così prodigiosa fosse stata nelle sue mani? Si morse il labbro, non sapeva bene nemmeno se sarebbe stato in grado di domarla...
    I ragazzi più intraprendenti e carismatici si gettarono per primi alla ricerca del "posto sempre rosso" che aveva menzionato il fantasma alla fine del suo racconto.
    Una frase così enigmatica eppure era il loro più grande indizio.
    Molti iniziarono a mettere a soqquadro la stanza, altri, come Bellamy, li vide dirigersi verso la sala dei Leodraghi e del Bambino.
    Teddy si riteneva un ragazzo più riflessivo rispetto alla media dei suoi concasati, aspetto ad agire e si sedette sul divano davanti al fuoco.
    Aveva come l'impressione che il vero punto di partenza si nascondesse da qualche altra parte nel racconto di Donna.

    Ha detto di aver visto la bacchetta ad Amestris... in mano ad un mago che ha combattuto contro il preside Harmony e ormai lui è morto e sepolto.

    Pensava ed intanto lanciava occhiate verso i ragazzi che si erano diretti nella sala d'allenamento.
    Secondo lui stavano andando completamente fuori strada, l'Accademia era stata costruita relativamente di recente dopo la distruzione di Hogwarts e quella sala era una creazione di...

    E se non fosse un mago ad aver combattuto contro il primo preside ma...
    Una strega.


    Disse piano ma dando per la prima volta aria ai suoi pensieri.
    Corse a raggiungere i compagni che si stavano adoperando nel controllare ogni singolo anfratto della stanza adiacente e disse tutto d'un fiato.

    RAGAZZI!
    Ci ho riflettuto un secondo... Donna ha detto di aver visto la bacchetta in mano ad un mago con cui l'ex preside si è battuto e ha vinto.
    A quel punto mi sono chiesto, chi è stato uno dei più grandi maghi - o streghe - ad aver messo piede in Accademia e che ha un qualche legame con il Fuoco?
    So che vi sembrerà un'assurdità ma... se c'entrasse qualcosa con Catherine Nott?
    Non prendetemi per pazzo, sembra assurdo lo so ma... ha creato lei questa sala dopotutto, è risaputo, come è anche risaputo che era scomparsa misteriosamente da tanti anni prima di rispuntare improvvisamente...


    Teddy leggeva spesso libri per diletto e soprattutto leggeva i giornali, ricordò il giorno in cui lesse del ritrovamento dell'ex responsabile del Fuoco sulla Gazzetta del Profeta, si ricordò di quante speculazioni circolavano sul suo conto e sul mistero che ancora ammantava quella vicenda.
    Sperò che le sue parole e i suoi ragionamenti non cascassero nel vuoto e che qualcuno di più esperto e abile di lui raccogliesse quello spunto e provasse a collegare le cose.
     
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    Donna seguiva con gli occhi i movimenti dei ragazzi, cercando di nascondere la preoccupazione dietro la fierezza con cui era conosciuta. Ogni tanto fluttuava osservando da lontano i vari gruppi che avevano cominciato ad agire, a rispondere alla chiamata con coraggio e intraprendenza. Da un lato il fantasma apprezzava la voglia di mettersi in gioco per il bene di tutti, ma temeva che le cose sarebbero peggiorate in seguito. Era come osservare una madre apprensiva in pensiero per i propri figli.
    Nonostante le idee di alcuni il Carisma di Bellamy prevalse sul resto, inducendo il gruppetto a seguirlo. Donna fece lo stesso, rivolgendosi poi al leader dubbioso sul contribuito che lei aveva donato ai compagni.

    Se avessi potuto scegliere non vi avrei mai rivelato il mio ricordo sulla bacchetta.

    Esclamò dapprima a mento alto, con tutta la dignità di cui era capace. A quel punto la donna eterea chinò il capo e un velo di malinconia e tristezza trasudò dalla voce, in cui però si distingueva una nota di convinzione.

    Ma ho dovuto perché mi è stato chiesto. Per il vostro bene.

    Nient'altro al momento importava se non salvare i ragazzi dalle terribili piaghe e dal terrore di una nuova maledizione a tormentarli. Se cercare e trovare la bacchetta avesse rappresentato l'unico mezzo per liberarli Donna, seppur riluttante, li avrebbe aiutati. Per quel motivo le successive parole furono rivolte ancora all'ex Caposcuola.

    Non guardare più in là di quanto dovresti, Bellamy. Quella è prerogativa dei Tempesta, non di noi Fuoco. Ascolta le idee dei tuoi compagni.

    Il Fuoco ardeva di orgoglio e spesso di impulsività, sperticarsi in mille ragionamenti o teorie dai risvolti strampalati non apparteneva ai princìpi della loro Casa.

    Lo stesso vale per voi altri.

    Disse, riferendosi alle affermazioni di Teddy e Lily Anne. Fu sorpresa che alcuni avessero esposto delle inesattezze, ma non era certo colpa loro. Probabilmente la memoria li aveva semplicemente traditi, troppo presi dalla foga di cercare. Quando parlò di nuovo gli occhi si posarono principalmente sulla ragazza che aveva esposto l'idea giusta, anche se frammentaria.

    Avete mai davvero visto spegnersi il fuoco dentro al camino?
    Lì dov'è sempre rosso...


    Un lieve sorriso apparve fra le ciocche ondulate di Donna dopo aver ripetuto l'indizio, esortando con quell'ultima affermazione a proseguire verso l'impresa che avevano deciso di affrontare.

    Scadenza: prolungata al 26 incluso

    Adesso i Fantasmi hanno parlato in modo più chiaro: che aspettate, allora? La ricerca continua, ma dovete prima recarvi nel posto giusto!
     
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    Donna, non gli aveva mai dato troppo retta, perché lei non ne aveva mai data troppo a lui. Darren si ricordava bene dei suoi anni da T.O.P.O gli anni dove Donna concedeva più attenzioni agli studenti, ma lui a quanto pare era troppo poco infantile e smaliziato per piacere a quel fantasma. Rimase in silenzio, seduto sugli scalini in fondo alla Sala, esattamente verso l'imboccatura delle scale per andare ai dormitori. Dovevano cercare una bacchetta, a quanto pare piuttosto potente visto la storia che essa portava sulle proprie spalle. Ma a che pro? Serviva a salvare i piagati? Da quel che raccontava era una bacchetta affine agli incantesimi elementali, diciamo una sorta di bacchetta leggendaria. Tipo Sambuco? Cazzo non così forte, ma comunque una bacchetta che sarebbe riuscita a controllare meglio l'elemento del fuoco e male non faceva. Sarebbe rimasto per curiosità, perché era curioso di vedere la forma e la forza di quella bacchetta. Magari sarebbe riuscito ad ottenerla lui, gli avrebbe fatto comodo una bacchetta del genere, avrebbe potuto conciare una certa strega poco-chiara come Donna Fireflies.

    Dovete guardare lì dov’è sempre rosso e perdervi in esso.

    Il camino scaturiva fiamme, ma era tanto banale quanto scontato, se avesse dovuto fare un discorso un po' più filosofico avrebbe potuto pensare al sangue, che era sempre rosso o al cuore. Quindi doveva perdersi in sé stesso, chiuse gli occhi per circa trenta secondi, forse troppo filosofico. No, non avrebbe trovato la bacchetta perdendosi all'interno di sé stesso. La bacchetta se esisteva era fisica, era tangibile materialmente quindi risiedeva in un luogo fisico, in uno scompartimento segreto, in una botola, dietro ad un mattone. La sala comune era permea di studenti che cercavano, forse i dormitori, arazzi rossi, tendaggi rossi, ma perché nasconderla lì? L'unico uomo che rappresentava davvero il fuoco era la Sala dei Leodraghi e del Bambino, racchiudeva la storia del fuoco, la storia dell'incantesimo incendio. Anche quello era filosofico. Si alzò in piedi dirigendo i suoi passi verso la sala.
    Dentro quella stanza quadrata si poteva sentire il calore della casata stessa, era un posto mistico, quasi spirituale e l'odore di bruciato faceva pensare a Darren cosa significasse essere un fuoco e cos'era il fuoco stesso. Nonostante il pensiero romanzato e dolce che alcuni davano alla loro casata, il fuoco era altro, ambizioso e solo Merlino sapeva quanto Darren fosse davvero ambizioso, tanto da giocarsi la pelle con degli sconosciuti, il fuoco scottava e faceva male e soprattutto era esoso, mangiava e bruciava tutto quello che poteva. Avrebbe potuto stare a riflettere in silenzio a cosa volesse davvero dire essere membro della casata fuoco, ma la risposta era che lui era fuoco, di questo ne era certo. Manichini, rocce, bersagli e tappetini. Ma gli occhi venivano sempre richiamati dal muro inciso, c'era più fuoco in quelle incisioni di parete grigiastra che in tutto il resto della sala comune e dormitori. Fiamme incise, sempre presenti e soprattutto quella frase “Non sperate di dominare il Fuoco se non riuscite a comprendere il dolore che può provocare.”, inspirò, dove cazzo era quella bacchetta? Di solito ci si allenava sui manichini, sui bersagli, ma l'origine del fuoco richiamava le fiamme e Till doveva fare un tentativo. Tirò fuori la sua fedele bacchetta in noce, pronta ad obbedire nel bene o nel male, avrebbe potuto dar fuoco a una culla con un bambino o al più oscuro dei nemici, per lei non ci sarebbe stata differenza. Devozione, non vi era altro per descrivere il noce. La puntò contro la targhetta, con l'intenzione di passare in un secondo momento al resto del muro inciso.

    Incendio.

    Darren si sposta nella sala coi muri incisi e lancia un incendio. Donna Fireflies
    Scusate il ritardo sono stato incasinato e spero di starci ancora dentro. Donna Fireflies puedo mia signora?
    Mi scuso in anticipo ma non ho letto i post dei colleghi (solo Daenerys <3)perché sono davvero tirato! Domani sarà la prima cosa che farò arrivato al lavoro
    baci
     
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    Kyle sorrise all’arrivo di Lily, rispondendo alla sua spallata con una altrettanto amichevole, mentre nei suoi occhi vi era un silenzioso ringraziamento per la sua presenza li.
    Lily e gli altri ragazzi del Fuoco che non erano stati toccati dalla piaga, non avevano i suoi stessi motivi per stare li, ma se molti di loro avevano scelto di partecipare per il desiderio della scoperta, la curiosità e la bramosia dietro ad una ricerca tanto affascinante, alcuni erano li per aiutarli davvero.
    Kyle non sapeva hi di loro fosse li per quello, ma nello sguardo della compagna sembrò leggere qualcosa di più della semplice curiosità, o forse era solo una sua vana speranza, cercando di attribuirsi attenzioni desiderate ma probabilmente che vedeva solo lui.
    Non era il momento di porsi certe domande, anche se era impossibile negare che sapere che qualcuno di loro potesse essere li anche per lui, lo riempiva di nuova forza ed uno spirito battagliero rinnovato.
    Kyle aveva pensato al camino fin dal primo istante, ma complice una determinazione fuori dal comune ed una certa tensione nel comprendere l’importanza di quella ricerca, aveva fatto si che mettesse da parte il suo desiderio di prevalere o mostrarsi capace, preferendo ascoltare i compagni più grandi ed esperti di lui, quelli che li avevano vissuto lunghi anni e non solo 8 mesi, anche se l’ultimo indizio di Donna Fireflies gli strappò un lieve sorriso.

    Il camino. Il fuoco non si spegne mai. Dove è sempre rosso

    Balzò in piedi, muovendosi rapidamente verso il primo luogo che aveva percorso la sua mente nel breve brainstorming silenzioso, andandosi a sedere proprio di fronte ad esso, gambe incrociate e mani posate sulle ginocchia.

    Non so cosa possa significare “Perdersi in esso” ma possiamo iniziare a ragionarci.

    Prima di compiere gesti inutili, in attesa di ricevere ulteriori idee anche dai suoi compagni, Kyle si mise a fissare le fiamme, osservando il rapido movimento danzante, lo scoppiettio del fuoco e sentire il calore da lui emanato, tutte sensazioni conosciute ma quasi date per scontate.
    Forse le fiamme avrebbero mostrato qualcosa ad occhi più attenti?
    Attorno a quel camino aveva chiacchierato, scherzato e spesso li si era nascosto dalle visioni, ma mai si era sognato di restare immobile ad osservare il dolce danzare delle fiamme.
    Sentire i compagni spremersi per trovare un significato a quelle parole, gli riportò alla mente l’entusiasmo che tutti loro avevano avuto all’ingresso dei sotterranei, quella dannata notte di Halloween che aveva cambiato le vite ad alcuni di loro, ma che ora erano tornati a lottare per risolvere quel misterioso enigma insieme, circondati da amici pronti a rischiare per loro e per quello spirito di ricerca e scoperta che poi contraddistingueva.
    Era ovvio che tutti seguissero Bellamy o la splendida Manon, perché oltre ad essere i compagni più anziani, avevano il carisma dei più esperti, il fascino di chi non era più un ragazzino e quindi capace di attirare i desideri di tutti loro.
    Il compagno faceva ammutolire al suo passaggio molte chiacchiere di Piccole fuoco starnazzanti, cosi come Manon richiamava brusii concitati dai gruppi di ragazzi in preda ai bollori dell’adolescenza, ma Kyle quel giorno aveva deciso di ascoltare le proprie sensazioni, restando federe a quella che era stata la sua idea iniziale.
    Però c'era qualcosa in più che forse avrebbe potuto fare, dando ascolto a quella voce che lo spingeva ad andare oltre, a non fermarsi, a rischiare ogni volta.
    La stessa voce che lo portava ogni volta a parlare a sproposito o a cacciarsi in guai sempre peggiori, ma questa volta forse valeva la pena rischiare.
    Forse doveva davvero spingersi più in la.
    Forse doveva realmente sentirsi un fuoco e non temere le avversità.
    E cosi fece
    Allungò la mano verso quelle fiamme durature, verso il cuore pulsante di quel fuoco, simbolo della sua nuova casa e guida per lui e tutti i suoi nuovi amici, cercando qualcosa in quel Rosso perenne, perchè se qualcuno doveva rischiare li dentro, allora quel qualcuno doveva essere lui.

    Edited by Stramarvelous - 25/4/2021, 21:39
     
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    My soul is Red.

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    Vedeva li studenti dirigersi verso la Sala dei Leodraghi e del Bambino, altri seduti sul divano a riflettere sull’indovinello. Echo, per una volta -forse- si fermò a pensare, invece di fare la ragazzina istintiva.

    Avete mai davvero visto spegnersi il fuoco dentro al camino?

    No… Vedeva kyle, questo occupato a ispezionare il cammino e il fuoco da vicino, i dettagli.

    Qualcosa che rappresenta il fuoco è la Fenice…controlla il fuoco e rinasce dalle proprie ceneri.

    Il fuoco: ceneri, profondità, rosso, caldo, esplosivo.
    Il fuoco: luce, potenza, energia, azione, passione.
    Siamo noi…siamo fuoco, siamo rossi, dovemmo perderci in noi stessi?


    Respirò profondamente e spostò gentilmente la sua consapevolezza sul cuore. Visualizzando al suo interno una piccola fiamma rossa che ardeva.
    Si andò a sedere, chiudendosi gli occhi, mentre visualizzava la fiamma pronunciare mentalmente le seguenti parole: NOI SIAMO, concentrandosi solamente sul significato delle lettere.
    Iniziava ad alimentare lentamente quella fiamma.
    Guardava espandersi in tutte le direzioni: espandersi verso il volto e la testa, verso le spalle e le braccia, verso la schiena, il petto e l’addome e ancora giù verso le gambe ed i piedi.

    Noi siamo pieni di Fuoco, ce l’abbiamo sempre insieme. Fuoco allegorico.

    Immaginava quella fiamma crescere e sentiva ardere dentro tutti i presenti in sala.
    Immaginava, si, ma non bastava.

    Il fuoco: essenza, divinazione, illuminazione, unificazione.
    Ok, basta Echo
    . Si fermò, convinta che stesse andando oltre e, di quanto tutto ciò fosse folle.
    Ci manca soltanto che impazzisca.

    Si alzò, senza una idea precisa.
    Si incamminò verso la piccola biblioteca che c’era in quella Sala, in cerca di un libro dalla copertina completamente rossa.

    No, questo no, no, no...MERLINO, NO! Stava mettendo sotto sopra quello scaffale

    Eh, che cavolo, nemmeno questo, si ecco! Dubitava fortemente che si trovasse lì, ma provare non costava niente.
    Scuoteva il libro, in cerca di qualsiasi cosa. Un indizio, una foto, una lettera, un qualsiasi cosa da collegare con la bacchetta.

    Vabbe adesso sto dicendo ca**arole Si avvio lentamente verso l’uscita dalla Sala, quando improvvisamente cambiò rotta dirigendosi vicino al cammino.

    Scusa Kyle, permesso. Oltrepassò Crane, avvicinandosi al fuoco.
    Luminoso e arido era quel luogo, sentiva il calore che emanava, sulla pelle.
    Era uno spettacolo unico, gratuito ogni giorno.
    Uno show certo, che continuava ad eseguire repliche, meravigliando tutti.
    Nessun regista, nessun attore, nessuna parola a formare un testo. Solo l’incanto rosso a farle da padrone.
    Si fermò poco lontano da quelle fiamme, sentiva la faccia e gli occhi ormai inumiditi, infastiditi da quell’accaloramento.

    ll fuoco… la fiamma, il calore, la pelle, l’anima, l’istinto.
    Fissava dritta al Fuoco quasi ipnotizzata, lo percepiva vivo, quel caldo così pieno, che sembrava asciugarle il fiato.

    Il fuoco e la fiamma ce le ho davanti, il calore quello riesco a sentirlo sulla mia pelle: pelle che brucia da quell’avvicinamento spinto.
    L’anima la percepisco, e quanto riguarda l’istinto…


    Vedeva kyle, questo che aveva tutte le intenzioni di bruciarsi.

    Sei impazzito !? Oh si, sei andato completamente fuori.

    E se fosse un fuoco illusivo..

    Merlino! Fermati. Niente, il ragazzo non voleva darle ascolto, non le restava altro che assecondarlo. Certo, non poteva starsene lì mentre Crane metteva in atto un piano suicida.
    Sapeva che molti l’avrebbero presa per una Fuoco pazza, ma le importava? Era consapevole che -forse- si sarebbe ustionata.

    Sentirò male? Può darsi. Importa qualcosa? Nah…
    Ma poi, brucerà? Dopotutto sono una Fuoco, no?
    La Archard decise di mettere la mano sul fuoco, alzò il braccio portandolo davanti a quella luce, per poi toccarla.






    Non ho la minima idea di quello che ho scritto. 🙃


    Edited by Echo Archard - 26/4/2021, 00:44
     
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    Donna Fireflies era così seria mentre parlava. Quei ricordi la portavano lontano, rendendola ancora più inconsistente di quanto non fosse di solito.
    L'intera sala comune del fuoco era in silenzio. I ragazzi erano stati tutti convocati lì senza ricevere troppe spiegazioni, Donna doveva parlare con tutti loro.
    Amabel se ne stava seduta sul bracciolo di uno dei divani rossi mentre le parole del fantasma del fuoco si trasformavano in immagini nella sua testa. Vide la piccola Abigaille correre per le brughiere irlandesi, poi lanciare un incedio per proteggere il fratello e venire avvolta da quelle fiamme che posero fine alla sua vita terrena.
    Che triste storia quella di Donna, forse qualcuno avrebbe dovuto scriverle una biografia, sarebbe stata a dir poco struggente.
    Il racconto del fantasma proseguì e l'attenzione si spostò su una bacchetta che Miss FireFlies aveva incontrato due volte nella sua vita. Una bacchetta speciale, dai poteri eccezionali. Quella bacchetta era giunta fino ad Amestris, non si sa come, nelle mani di un potente mago che aveva affrontato il defunto Preside Harmony proprio lì all'Accademia.
    A quant sembrava il loro responsabile voleva l'aiuto di tutti i fuoco per ritrovare quella potente bacchetta. La piccola Indiana Jones che era in lei si svegliò di botto. Una reliqua misteriosa nascosta in un castello, che avventura meravigliosa, finalmente quella scuola le dava una soddisfazione. Da dopo il casino di Halloween erano talmente controllati che anche solo bigollonare in giro a caccia di nuovi passaggi segreti era diventato impossibile. Beh sì, oltre quello aveva avuto anche dell'altro da fare, in effetti. Un sorrisetto le comparve sul viso mentre andava a cercare Darren con lo sguardo. Se ne stava da uno parte tutto serio, le braccia incrociate. Sicuramente stava già macchinando le informazioni date da Donna. Che bello che era.

    Dovete guardare lì dove é sempre rosso e perdervi in esso.

    Si voltò di scatto verso Donna. Che cosa voleva dire? Dove è sempre rosso... Perdervi in esso...
    Amabel si mise a scandagliare la stanza con gli occhi, mentre il loro ex capocasa prendeva la parola rivolgendo domande al fantasma del fuoco.
    Intanto Kyle e Lily si erano avvicinati al camino insieme ad altri. Gli occhi nocciola di Amabel li seguirono.

    Dove è sempre rosso...
    Le fiamme perpetue...


    Si alzò in piedi, gli occhi fissi sul fuoco che si intravedeva oltre i suoi compagni.
    Con la coda dell'occhio vide Darren allontanarsi, si voltò per un attimo per vedere dove stesse andando. La stanza dei Leodraghi. Scosse la testa, lì di sempre rosso non c'era niente, solo pietre e storie incise. Riportò la sua attenzione sul camino avvicinandosi.

    Dovete perdervici dentro.

    Ma come ci si poteva perdere nel camino? Le venne in mente la storia della piccola babbana che era passata attraverso uno specchio, ma quello era uno specchio magico. Beh, anche le fiamme erano magiche. Erano sempre accese.

    Avete mai davvero visto spegnersi il fuoco dentro al camino?

    Perchè erano sempre accese? Nascondevano qualcosa? Tipo... Un passaggio segreto! Come quell'armadio che portava in un altro modo.
    Si avvicinò rapida al camino.

    Ragazzi, ragazzi! Forse c'è un passaggio segreto oltre le fiamme!
    Perché non si spengono mai? Forse perché nessuno deve mettere le mani nel camino!


    O magari i piedi.
    Prese la bacchetta d'ebano dalla tasca dei jeans neri e la puntò verso il camino.

    Se ho torto, al massimo non succede niente!

    Rise rivolgendosi prima verso Teddy e poi verso Kyle.
    Riportò lo sguardo sulle fiamme, si concentrò sul volerle rendere inoffensive, come una carezza sulla pelle.

    Freddafiamma!

    Non voleva spengere il fuoco, semplicemente renderselo amico per poter ispezionare il camino. Chissà se avrebbe davvero trovato un passaggio segreto. Era così eccitante l'idea!

    Donna Fireflies
    Io provo a rendere innoquo il fuoco, magari c'è un passaggio segreto!

    Ragazzi spero di non aver scavolato le posizioni... Ho cercato di leggere tutto, ma sono un po' scordarella. Vi voglio bene!
     
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    Il supporto di Manon era stato fondamentale in quelle ultime settimane ed averla al suo fianco anche quando avrebbe potuto invece occuparsi d’altro, tirarsi fuori da quell’impresa pericolosa e starsene a dormire in Sala Grande. Ma Bellamy non aveva mai dubitato di lei, perché la conosceva bene e sapeva che niente sarebbe stato abbastanza grande da spaventarla, soprattutto a spingerla a lasciarlo da solo in un’impresa del genere. In fondo se l’erano detto che non si sarebbero separati più.
    Convinto della sua ipotesi era quindi corso verso la Sala dei Leodraghi, rendendosi conto soltanto dopo qualche istante del fatto che più di qualcuno avesse deciso di seguirlo. Ascoltò le parole di Manon, riflettendoci su per un attimo, poi fu Skye a rivolgergli la parola e allora le rispose.

    Può dars-

    Ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Donna intervenne di nuovo, invitandolo a non andare troppo oltre con la fantasia e che la soluzione probabilmente era più semplice di quella che sembrava.
    Seriamente? Il banalissimo camino? Lui che per una volta credeva di aver avuto l’intuizione del secolo, di essere riuscito a fare un collegamento importante, interpretando gli indizi dati…invece non era servito a nulla. Apparentemente non serviva fare chissà quale ragionamento contorto, perché quello non era compito loro.
    Stava già iniziando a perdere la pazienza e ad innervosirsi ed erano soltanto all’inizio.
    Sbuffò, decidendo di tornare nella Sala Comune ed incontrando sul proprio tragitto Darren, che stava invece andando nella Sala dei Leodraghi. Lo ignorò, non sapeva che cosa avesse in mente, ma Donna aveva dato un altro indizio che doveva essere apparentemente più chiaro del precedente, ma che non aiutava comunque.
    Il problema non era il rosso, il problema era perdersi in esso. E annuì alle parole di Kyle, concordando con lui sul fatto che avrebbero dovuto ragionare su cosa significasse ‘’Perdersi in esso’’.

    Forse significa che dobbiamo esserne circondati. Quindi letteralmente persi. Dobbiamo dare fuoco a tutta la Sala Comune? Dobbiamo infilarci nella cappa del camino?
    No perché se serve lo faccio.


    Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di risolvere quella faccenda, o meglio, pur di avere il punto di partenza che cercavano.

    Dobbiamo…usare il fuoco sul fuoco?

    Come aveva suggerito Manon, ma invece di usarlo nella Sala dei Leodraghi potevano usarlo nel fuoco del camino. Lui poteva manipolare il fuoco, avvolgerli tutti nelle fiamme, non si sarebbe fatto alcun tipo di problema. Anzi, era già pronto ad agire, ma vide Kyle ed Echo finire per buttarsi letteralmente nel fuoco stesso, infilandoci la mano senza farsi alcun problema.
    Avrebbe potuto farlo anche lui, ma l’aveva lasciata come ultima opzione. Quel fuoco era forse finto ed in realtà non avrebbe fatto loro del male? Serviva soltanto per scaldare l’ambiente nella stanza ma non feriva? E possibile che da quando era stata creata Amestris nessuno se ne fosse accorto?
    Decise allora di avvicinarsi a sua volta, stando però ad osservare che cosa sarebbe successo ai due, se si fossero fatti male e basta o se sarebbe successo altro, mentre nel frattempo continuava a ragionare su cosa potesse significare ‘’perdersi in esso’’.
     
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