Avventura del Ghiaccio 2033 ❄️

Chiostro - Sala Comune

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    [27 Giugno]



    Il sole era quasi sceso del tutto, illuminando debolmente i tetti aguzzi del castello e una natura erroneamente variopinta.
    Il clima s'era fatto ormai più clemente con l'arrivo della stagione estiva, tanto che l'odore di boscaglia sembrava più intenso alle narici. Si potevano notare alcuni fiori selvatici appena sbocciati nei pressi della grande quercia, la quale regnava silenziosa al centro del Chiostro dell'Accademia. Ovviamente e tristemente multicolore come tutto ciò che era figlio della natura lì intorno.
    Tra poco più di un mese e mezzo le mura del castello si sarebbero svuotate e alcuni studenti avevano intavolato già i propri progetti per la fine dell'anno.
    Michelle Lullaby ad esempio.
    La studentessa del Fuoco sembrava molto determinata a portare a termine il suo piano prima della conclusione della scuola ed era disposta a tutto per riuscirci.
    Del resto, se così non fosse stato, non sarebbe stata Michelle.
    Difatti, la sua figura sembrava confabulare qualcosa oltre la grande quercia al centro del Chiostro, insieme alla silente Chan e ad un accigliato Caleb, i quali non sembravano del tutto convinti del grande piano della bionda. I tre si erano appartati lì per sfruttare la privacy del luogo per portare a termine un accordo.

    Mi garantisci sui tuoi boccoli che funzionerà?

    Mamma mia Caleb, ti ho detto di sì.

    Rispose Michelle con tanto di occhi al cielo, senza preoccuparsi di nascondere la sua poca pazienza al ragazzo.

    Sì, ma calmati biondina.

    Chan, che era rimasta in silenzio fino ad allora, alzò lo sguardo severo sui due, fissandoli con tutta l'allegria per cui era famosa all'interno della scuola.

    Non voglio rogne o mi tiro fuori.

    Disse secca, concisa e senza troppi giri di parole, allontanando di netto ogni possibile fraintendimento. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare la sua media scolastica. Michelle fece un gesto esplicito alla ragazza, volto a farle capire che erano in una botte di ferro, per poi tirare fuori dalla tracolla dei pezzi di pergamena apparentemente intonsi, senza una sola scritta. Immacolati.

    Mi raccomando, sapete cosa fare.

    Ok.

    Rientriamo.

    Sguardi complici saettarono nei loro visi prima che i tre Malandrini si alzassero per abbandonare il Chiostro e dirigersi ciascuno per la sua strada, verso la Sala Grande per la cena.

    * [Dopo Cena] *



    Dopo una gratificante e squisita cena - firma inconfondibile delle abili manine elfiche - anche i tre malandrini si diressero nelle proprie Sale Comuni insieme ai propri compagni di casata. Come di consueto, in ogni Casa venivano sfruttate al massimo le ultime ore prima di andare a dormire: c'era chi occupava i tavolini per una giocata a scacchi magici, chi si era impadronito dei grandi tappeti per sfidarsi a gobbiglie, chi semplicemente chiacchierava davanti al camino ormai spento e chi tra i ritardatari rifiniva gli ultimi compiti per l'indomani. Insomma, regnava qualsiasi tipo di attività nelle tre Sale Comuni prima che le luci delle candele si spegnessero per un sonno ristoratore vegliato dalle guglie appuntite del castello.
    Benché appartenessero a Case diverse, sia Caleb, che Michelle, che Chan - ognuno nella propria Sala Comune - erano seduti ad un tavolino intenti a scribacchiare appunti su appunti per le verifiche del giorno dopo. Mentre per Chan si trattava solo dell'ennesimo ripasso, per Michelle torturare i libri di Erbologia e Incantesimi senza combinare assolutamente niente sembrava l'unica opzione, mentre il tempestoso Caleb si lasciava andare a disegnare ai margini dei propri appunti, ormai totalmente lontano dai buoni propositi con cui si era seduto.
    Chi per un motivo, chi per un altro, i tre baldi giovani abbandonarono la propria postazione più o meno in momenti simili, incuranti persino delle proprie cose. Libri, appunti, fogli e quant'altro vennero lasciati lì. Che avessero in mente un ultimo incontro per quella giornata volta ormai quasi al termine? O si erano semplicemente stufati di stare lì? Fatto sta, che le loro figure scomparvero oltre i propri dormitori.

    Nel frattempo, i Fantasmi delle tre Case allietavano i primini raccontando una delle storielle riguardanti la loro vita passata. Se per gli studenti del primo anno queste potevano sembrare nuove e avvincenti, per tutti gli altri studenti erano ormai trite e ritrite perché ogni anno i loro Fantasmi non perdevano occasione di rispolverare il loro aneddoti passati.


    f5hfp
    La Sala Comune, gremita di ragazzi, emanava una sensazione di calma e sonnolenza. La sera era scesa sul castello di Amestris e la scuola era quasi finita, perciò tutti sentivano la stanchezza dei mesi scolastici e si preparavano alle vacanze estive.
    Ad un tavolino, tutto d’un tratto, due bambini del primo anno iniziarono a discutere animatamente, rompendo l’atmosfera placida che aleggiava nel luogo.

    So che me l’hai nascosta tu, me lo ha detto Mark!

    E ti fidi di lui invece che di me? Perché avrei dovuto nasconderti la tua stupida piuma azzurra?

    Il battibecco infantile stava infastidendo tutta la Sala Comune, tanto che alcuni degli studenti più grandi avevano iniziato a sbuffare, chini sui libri, mentre si preparavano per gli esami MAGO che si stavano avvicinando ineluttabili. Qualcuno provò a distrarre i ragazzi invitandoli a giocare a scacchi magici, altri consigliarono (con poco garbo) di andare a discutere in camera, lasciando gli altri in pace.
    L’unico che decise di intervenire con fare deciso, sbucando dalla parete e raggiungendo i due litiganti, fu Mr Todd. Passò attraverso il corpo di entrambi i ragazzi, che immediatamente si ammutolirono, sfregandosi le mani sulle braccia e facendo un passo indietro. Quel freddo innaturale aveva dissipato la rabbia e l’aspetto inquietante di Mr Todd, che si era fermato ad osservarli dall’alto in basso, li spinse a sedersi nuovamente, in silenzio.

    Questo Mark fa parte della Casa del Ghiaccio?

    Chiese secco il Fantasma, osservando il bambino che per prima aveva iniziato ad urlare. Il piccolo fece cenno con il capo per dire di no, ma non ebbe il coraggio di parlare. Tutti quanti nella Sala erano stati attirati da quella scena, persino gli studenti più grandi erano curiosi di sapere come sarebbe andata a finire quello strano dialogo inaspettato.

    Allora non devi fidarti di lui. Puoi fare affidamento solo sui tuoi compagni ed è una lezione che ho imparato molto tempo fa.

    Nel sentire quelle parole i ragazzi più grandi si lasciarono scappare un piccolo sospiro e tornarono a chinare la testa sui propri libri o a giocare. Tutti quelli che non facevano parte del primo anno sapevano quasi a memoria quella storia, che ogni anno Mr Todd raccontava. Se non trovava un motivo valido per tramandare le sue memorie se ne inventava uno e, quella volta, i due bambini del primo anno gli avevano servito su un piatto d’argento l’occasione perfetta.
    Tutti conoscevano quella storia, tranne i ragazzi del primo anno e, se anche l’avessero saputo per vie traverse, non avrebbero potuto esimersi dal restare in ascolto, pendendo dalle labbra pallide e senza consistenza di quell’uomo algido e sprezzante. L’unica sprezzante e che se ne andò sbuffando infastidita dalla Sala fu Chan, la Malandrina, che lasciò sul tavolo, in mezzo alle pergamene di altri studenti, alcuni pezzi intonsi di pergamena.
    Mr Todd si spostò al centro della stanza e rimase sospeso a mezz’aria, lo sguardo rivolto davanti a sé senza davvero osservare niente e nessuno, probabilmente con la mente nel suo passato. Un passato ormai lontano diverse centinaia di anni, nella seconda metà del 1700.

    Ero al mio quinto anno ed ero costretto a frequentare la scuola con quegli schifosi Mezzosangue. Per fortuna la mia Casa ne era praticamente sprovvista e costringevamo all’ombra i pochi che rischiavano di macchiare la fama dei Serpeverde.

    Per nessuno della Casa del Ghiaccio sarebbe stata una novità sentir parlare il Fantasma in quel modo, con il razzismo che si sprigionava da ogni parola. Aveva persino smesso di chiedere loro chi fosse un Purosangue, dava per scontato che tutti loro lo fossero, perché nessuno con il “sangue sporco” sarebbe potuto essere degno di appartenere alla Casa che lui stesso rappresentava.

    Un giorno uno schifoso Mezzosangue di Grifondoro osò sfidarmi e trafugò il coltellino con lo stemma della mia famiglia. Anche solo l’idea che quelle sporche mani abbiano toccato il mio prezioso coltello mi ripugna tutt’ora.

    Sferzò con rabbia l’aria davanti a sé, quasi a voler scacciare quello sgradevole pensiero e riportò lo sguardo sui bambini che stavano discutendo poco prima.

    Per fortuna avevo i miei fedeli compagni Serpeverde accanto a me. Furono immediatamente al mio fianco e, insieme, riuscimmo a trovare quello schifoso, che si nascondeva nella sua tana, e ci riprendemmo ciò che ci apparteneva. Non solo il coltello, ma anche il dominio assoluto della nostra Casa, l’unica davvero Pura.

    A quel punto Mr Todd si avvicinò rapido ai bambini, che si ritrassero leggermente, ma che non ebbero il coraggio di prendere maggiori distanze dal Fantasma.

    Potete fidarvi solo dei vostri compagni. Di nessun altro.

    Proprio mentre pronunciava quelle parole dal tavolo da cui si era alzata parecchi minuti prima Chan si sollevò improvvisamente in aria una pergamena, attirando l’attenzione di tutti.
    I ragazzi nella Sala Comune avrebbero avuto modo di osservare le parole vergate sulla pergamena illuminarsi improvvisamente. Avrebbero avuto pochi secondi, ma sarebbero stati in grado di capire che ciò che vi era impresso sopra altro non era che la storia che Mr Todd aveva appena raccontato e che la gran parte di loro sapeva a memoria. Ad un tratto le parole iniziarono a sbiadire, l’inchiostro iniziò a macchiare la pagina fino a creare una grossa macchia nera, quasi come se qualcuno vi avesse fatto cadere sopra una boccetta di inchiostro. Poco prima, però, tutti avevano potuto vedere le parole che vi erano impresse sopra.
    Dalla pergamena iniziò a diffondersi una nube nera, quasi come se l’inchiostro volesse espandersi per tutta la Sala, senza accontentarsi del foglio. Alcuni si sarebbero alzati di scatto, qualcuno avrebbe persino tentato di scappare, ma non ci sarebbe stato tempo per uscire dalla stanza, perché tutti vennero immediatamente avvolti da quella nube di inchiostro.

    Videro tutto nero, i rumori svanirono all’improvviso. I ragazzi si sentirono cadere e, prima che chiunque potesse iniziare a gridare, la nube si dissolse e i loro piedi furono nuovamente poggiati sul pavimento.

    Dobbiamo riprenderci il coltello e, se riusciamo, dobbiamo farla pagare a quel verme schifoso. Quel Mezzosangue dovrà rimpiangere di essere nato. Andiamo.

    Davanti a loro si trovava un giovane Mr Todd, che a quei tempi si chiamava Richard Lloyd. Un ragazzo di quindici anni, con un bel colorito roseo sulle guance, diverso dal pallore a cui erano sempre stati abituati. Il giovane era in preda a una furia cieca, lo sguardo che sprizzava rabbia e disprezzo, cosa a cui invece erano abituati i ragazzi del Ghiaccio. I capelli neri erano corti, tagliati con attenzione e indossava una divisa che fu immediatamente riconoscibile da tutti. Il maglione a maniche lunghe che indossava mostrava sopra al cuore il simbolo dei Serpeverde, una S verde brillante che faceva bella mostra di sé. Rochard Lloyd impugnava la bacchetta con una forza che gli faceva sbiancare le nocche e, all’improvviso, fece cadere uno dei tanti quadri che si trovavano appesi alla parete accanto a cui si trovavano.
    Se i ragazzi si fossero guardati attorno si sarebbero ritrovati immersi in un altro castello, scatenando le proteste e gli insulti da parte del povero frate che era stato dipinto chissà quanti anni prima su quella tela incantata. Un castello di cui sicuramente avevano sentito parlare, di cui, forse, avevano visto le macerie nelle foto sulla Gazzetta del Profeta o sulle pagine di qualche libro. Si trovavano su uno dei tanti pianerottoli che facevano da punto di snodo per le scale magiche di Hogwarts. Il marmo bianco e roseo sotto i loro piedi sembrava più vero che mai, il corrimano era reale, i quadri che li osservavano erano reali. La gran parte di quei quadri stavano aiutando il frate a trasmettere la rabbia e l’indignazione per un comportamento del genere.
    Facendo vagare ulteriormente lo sguardo avrebbero visto pochi altri ragazzi muoversi tranquillamente sulle scale, i libri stretti al petto, gli occhi che rifuggivano il gruppetto che si trovava alle spalle di Mr. Todd. Che rifuggivano loro. Acceleravano il passo e cercavano di togliersi dalla loro traiettoria, quasi come se avessero paura di loro.

    Veloci, prima che qualche professore decida di infastidirci. Dobbiamo raggiungere la torre dei Grifondoro. Non mi interessa se dovremo stanare quel topo schifoso dalla sua tana. Non mi interessa il modo in cui lo faremo. Voglio che la paghi cara.

    Li spronò Mr Todd, ignorando il frate e i suoi insulti e sorridendo con scherno in direzione degli altri ritratti che li stavano insultando.
    Si mosse rapido senza guardarsi alle spalle, come se fosse certo che lo avrebbero seguito.
    Se i ragazzi si fossero guardati si sarebbero visti addosso esattamente gli stessi vestiti che indossavano nella loro Sala Comune, lo stemma del Ghiaccio dove Mr Todd invece mostrava quello di Serpeverde, cosa che strideva nettamente con ciò che i quadri stavano dicendo loro.

    Voi Serpeverde pensate di essere i padroni della scuola, ma prima o poi imparerete la lezione. Diremo al Preside cosa avete fatto.

    Presuntuose serpi, non subite abbastanza punizioni. Non sapete davvero cosa sia il rispetto.

    Per tutti loro non erano più gli studenti di Amestris, adesso venivano visti come se fossero anche loro dei Serpeverde. Mr Todd continuava a salire le scale.
    Si trovavano ad Hogwarts, con un Mr Todd giovane e arrabbiato, che stava cercando un modo per recuperare ciò che gli era stato rubato.
    Stavano vivendo la storia che tante volte avevano sentito narrare dal freddo Fantasma. Cosa avrebbero fatto? Avrebbero seguito Mr Todd per aiutarlo col suo piano? Avrebbero tentato di stravolgere la storia che era stata scritta tempo prima, nel 1771? Ogni possibilità era aperta. Dovevano trovare un modo per tornare a casa, ma vi era solo un problema: quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere per cercare di tornare alla realtà?


    Potete interagire con il Fantasma senza problemi. La scadenza del turno è il 25 giugno entro le ore 23:59. Se prima della scadenza farete azioni che necessiteranno della destinizzazione del Tessitore ci saranno delle piccole destinizzazioni.
    Buona avventura, Ghiaccioli! :ghiacciomini: ❄️

    - Tutti i pg conoscono la storia che il Fantasma ha raccontato agli studenti del primo anno. La conoscete perché ogni anno il fantasma è solito ripeterla fino allo sfinimento (insieme al resto pubblicato nelle Sale Comuni).

    - Come descritto nel post, la pergamena incantata ha trascritto le parole del fantasma e vi ha magicamente trascinati al tempo in cui si è svolta la storia.

    La storia è già stata scritta. Ognuno di voi ne conosce gli sfortunati esiti.
    Adesso il vostro Presente è il loro Passato.
    Come farete a tornare nel Futuro?



    Ghiaccio III Anno Ghiaccio IV Anno Ghiaccio V Anno Ghiaccio VI Anno Ghiaccio VII Anno


    Edited by Il Tessitore - 19/6/2022, 16:07
     
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    Tra il gruppo di studenti del settimo anno in preda al panico per gli esami c'era anche Cyrene Hyxley, tutti ancora nella loro divisa. Le domande a raffica aiutavano sempre, davano sul momento un riscontro tra le proprie conoscenze e quelle dei propri pari. Mentre all'inizio la Caposcuola aveva dimostrato ampiamente di non essere in grado di identificare una pozione conoscendone tre ingredienti, ora era il suo turno a mandare domande a raffica ai suoi compagni, perché paradossalmente era quella di loro che aveva seguito Aritmanzia di più, quell'anno. "Paradossalmente" agli occhi di chi non aveva fatto 2+2 vedendo la Professoressa Angle, perloméno, perché per gli altri la cosa avrebbe avuto più che senso. Era proprio nel mezzo delle sue domande a raffica quando Chan Huang si era alzata all'improvviso dalla tavolata dei MAGO più grandi e aveva lasciato la Sala Comune. Cyrene la seguì con gli occhi mentre la compagna saliva in dormitorio e nonostante fosse curioso che la Huang cedesse il proprio trono nelle domande a raffica di Incantesimi, che avrebbero seguito quelle di Aritmanzia, la Caposcuola non diede troppo peso alla cosa.
    VLsozX9


    Lemma di Floor.

    Dato un incantesimo, il suo grado G...
    ..e il suo generatore aritmantico g sono legati dalla formula!

    Jamie Worrall, un ragazzo che le discriminazioni che si era sentita addosso lei l'anno precedente le viveva tutti i giorni, andò in aiuto di Laetitia Hill quando la risposta di lei andò perdendo certezze. Girandosi di nuovo verso i compagni, Cyrene notò che le pergamene di Huang erano ancora al tavolo, quindi si disse che la sua defilata doveva essere temporanea.

    Sarà in bagno. Saranno anche affari suoi.

    Mentre passeggiava con calma, avanti e indietro, davanti al tavolo dov'erano seduti i compagni, Huxley decise piuttosto di cercare in Sala Comune una figura che la interessava molto di più di Huang. Non la trovò.

    Teorema di Mat...

    Il fantasma di Mr Todd le sfilò davanti all'improvviso e si diresse verso un paio di studenti più piccoli le cui vocine stridule sembravano lamentare di qualche problema. Mentre inizialmente si era interrotta, quasi per assicurarsi che la situazione su cui era intervenuto il fantasma non fosse più seria di quanto sembrasse, appena lo sentì iniziare la solita tiritera di una delle sue storie proseguì le domande a raffica senza ulteriore indugio.

    Teorema di Matfer.
    Aspetta... ci pensi che potrebbe essere l'ultima volta che sentiamo questa storia?

    Cyrene si voltò a guardare Laetitia Hill, poi pigramente girò l'attenzione verso la scena creata da Mr Todd. Era più probabile che Hill non avesse la minima idea di quale fosse il Teorema di Matfer e avesse trovato la scusa perfetta per ripassarlo in sordina, ma parte della Ghiaccio intrattenne vagamente quell'idea. In effetti quelli erano gli ultimi giorni in cui avrebbero più visto il Fantasma del Ghiaccio. Menomale che era così, perché Todd era un vecchio bastardo e a Cyrene non era mai piaciuto.
    Jamie Worrall trasalì, trovandosi il gomito ad essere improvvisamente d'impiccio per la levitazione di uno dei fogli sulla postazione di Huang. Nel momento in cui Worrall si era scostato, il foglio aveva cominciato a sollevarsi apparentemente di volontà propria. Cyrene non ebbe modo di notare cosa ci fosse scritto sopra, né della macchia che su esso andava espandendosi, perché si era subito cominciata a guardare intorno per vedere chi avesse la bacchetta in mano nei paraggi. Cercò con lo sguardo in direzione del passaggio che conduceva al dormitorio femminile ma non vide Huang e prima che se ne rendesse conto non stava vedendo assolutamente niente.
    Buio.
    Dove sei.
    Frances odiava il buio.
    Con un inaspettato subbuglio allo stomaco, Cyrene si sentì in caduta libera nel giro di un attimo.
    Urlò istintivamente finché non sentì di nuovo base solida sotto i piedi. Si guardò intorno appena riuscì a vedere qualcosa e non riconobbe l'ambiente che si trovava attorno, né gli studenti della scena che si stava palesando a pochi passi da lei.
    Passato il primo momento di confusione riconobbe nel ragazzo che si era rivolto a loro i tratti in carne ed ossa del grigiore del viso di Mr Todd. Per forza di cose sentì di seguirlo, anche perché i quadri attorno a loro stavano apertamente linciando lei e gli altri Ghiaccio, chiamandoli Serpeverde.
    Si guardò intorno, decisa a non fermarsi fino a che non avesse individuato Frances. Solo dopo essersi fatta strada verso di lei cercò altri compagni che potevano essere utili per l'ipotesi che le era balenata in testa.

    Qualcuno si ricorda che succede nella storia di Todd?

    Sperava in un Luke Lygeon o Geneva Thomas ...qualcuno che quando sentiva una storia per anni e anni effettivamente almeno una volta l'aveva ascoltata, a differenza sua.

    È Mr Todd da piccolo, sbaglio? Dev'essere uno dei suoi trucchetti scemi.

    Stavolta parlò solo a Frances, indicandole il ragazzino che aveva spronato tutti a quella che sembrava una spedizione punitiva.
    L'ultima volta che Mr Todd li aveva mandati in un'altra dimensione era stato quando avevano trovato la bacchetta del ghiaccio, l'anno prima. Era stato strano, ma erano anche tornati alla realtà molto presto, non ne erano rimasti intrappolati.
     
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    Stare tra gli studenti grandi era sempre un piacere.
    In primis, erano perlopiù inclini a ignorarla, e questo le piaceva. Secondariamente, parlavano spesso di cose interessanti.
    Sertoria, che aveva finito i compiti di Aritmanzia già da tempo, ascoltava gli anziani ripassare. Stupidissima in svariati aspetti della vita, aveva un certo pallino per Trasfigurazione, Aritmanzia e altre bestialità didattiche. Sedeva al loro tavolo, discosta dal gruppo, il testo del quinto anno chiuso, le braccia incrociate sulla coperta e lo sguardo di chi sta ascoltando cantare il Re degli Elfi di Tolkien.

    Lemma di Floor.
    Floooooooooor...

    Che bella parola. E che bella formula. Non aveva la minima idea di cosa fosse un generatore aritmantico g, ma avrebbe dato il suo cubo di Rubik per saperlo. Il suo libro non poteva fornirle quell'informazione. Troppo avanzata. E lei troppo introversa per chiedere.
    Forse.

    Cos'è un gen...

    Rumore. Rumore umano.
    Sertoria si girò verso la coppia litigante, portandosi le dita alla tempia sinistra. Sfregò con moto circolare. Andrà tutto bene, si azzittiranno.

    Domanda.
    Cyrene...

    Questo Mark fa parte della Casa del Ghiaccio?
    Di nuovo la storia.

    Come ogni anno, il fantasma avrebbe ricominciato a raccontare. Funzionava così, come la mente di un individuo anziano. E in un certo senso Mr. Todd era anziano. Anziano e morto. Si può continuare a invecchiare dopo che si è morti? Sertoria pensò: negativo. Poiché la morte è la fine del tempo e la vecchiaia è il suo trascorrere. Ma i fantasmi abitano un eterno presente che si ripete, così le era parso di capire. Mr. Todd era come i ritratti animati, che vivono il momento in cui li hanno dipinti e in esso si ripetono e ripetono. A Sertoria non dispiaceva la ripetizione, la confortava. Chissà se Mr. Todd sapeva cos'è un generatore aritmantico.
    Fu lì lì per aprire bocca e chiederlo, ma qualcosa glielo impedì.
    Il buio.

    Sono diventata cieca.
    Non potrò più guardare Luke.


    Silenzio otturante.

    Sono diventata sorda.
    Non potrò più guardare sentire Luke.


    Poteva decisamente essere il momento buono per lasciarsi prendere dal panico, se non ché la velocità dei fatti la precedettero. Prima che la quindicenne potesse attivare qualsiasi reazione corporea, le facoltà sensoriali tornarono a lei.
    Solo quelle. Il resto se n'era andato chissà dove.
    Si guardò i piedi. C'era un pavimento di marmo e non era il pavimento della Casa Comune. Un sentore di vecchio e perduto. Un sentore di non suo.

    Dobbiamo riprenderci il coltello e, se riusciamo, dobbiamo farla pagare a quel verme schifoso. Quel Mezzosangue dovrà rimpiangere di essere nato. Andiamo.

    Che voce strana. Familiare, al contempo diversa. Una voce boato, ma più nitida, come se avesse sempre parlato dal fondo dell'acqua e fosse improvvisamente schizzata in superficie.
    Sertoria si portò una mano alla coscia. La bacchetta c'era. Una metà del suo cuore era al proprio posto.
    Una metà.

    Luke.

    Non ricordava di averlo visto in sala comune. Si guardò attorno. E Lorenzo, Geneva... perduta com'era nei propri sogni matematici, Sertoria non aveva controllato.
    Portò lo sguardo all'orologio-pericolo: Luke risultava a "scuola", non "in pericolo". Non ancora, forse. Sertoria non era granché brava a mantenersi nel presente. Il suo cervello doveva sempre pianificare per eventuali disgrazie future.

    Voi Serpeverde pensate di essere i padroni della scuola...
    Presuntuose serpi...

    Guardò i quadri. I quadri guardavano lei. "Serpeverde", dicevano, "serpe".
    Era evidente che stessero sbagliando.

    Io non sono una Serpeverde. - spiegò balbettando. I Serpeverde appartenevano a una Casa di Hogwarts, Accademia estintasi nell'anno 2020. L'Accademia successivamente edificata, Amestris, non adopera le Cas... ah, e non sono neppure una "serpe", sono un essere umano.

    Bramante non moriva mai, neppure quando lo coglieva il terrore.
    Ah, già, un'altra cosa...

    E vorrei sapere che cos'è un generatore aritmantico. Sapete dirmelo?
    Qualcuno si ricorda che cosa succede nella storia di Todd?

    Riconobbe la voce della Caposcuola e la raggiunse con passo di marcia.

    Qua-Quale? C'è la storia della quasi decapitazione, c'è la storia del rituale, c'è...
    È Mr Todd da piccolo, sbaglio? Dev'essere uno dei suoi trucchetti scemi.
    Non si può tornare piccoli. Forse è una visione. Todd non ha mai creato visioni, credo.

    Si abbassò lo sguardo sul petto.

    La storia del coltello. Todd si comporta molto male perché il Grifondoro non è Purosangue. Gli amici Serpeverde lo seguono. Lui era bravo con i filtri d'amore. Tutti loro seguivano Todd.

    Riportò su gli occhi, cercando quelli di lei.

    Io non sono una Serpeverde e nemmeno tu. Siamo Ghiaccio, vero?

    Aritmanzia e Casata sono fatti che dovrebbero rimanere incontrovertibili, pena la pazzia.

    In inventario: coltellino svizzero e Amuleto Gelo
    *Edit: errore ortografico!
     
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    Luna e Gen dopo cena si sono incamminate insieme per tornare alla sala comune del ghiaccio, durante la cena la biondina non faceva altro che godersi gli ultimi giorni prima di tornare a casa da sua zia Phoebe, quella estate la voleva passare in modo diverso, sua zia era impegnata con il lavoro e la maggior parte dei giorni la biondina sarebbe stata a casa sola o con suo zio, almeno lui riusciva a farla divertire, era un babbano ma, pian piano, Luna, si stava rendendo conto del motivo che aveva portato sua zia ad innamorarsi di lui.
    Tra un pensiero e l'altro, il discorso con Gen continuava, si trovava bene in sua compagnia e in questi ultimi giorni desiderava tanto passare più tempo con le persone a cui voleva bene.
    Arrivate nella sala comune del ghiaccio si misero in un posticino tutto loro, quando si misero comode la biondina rivolse una domanda alla sua amica

    Gen, per caso per quest'estate hai già programmato qualcosa con Bealtaine?

    Prima di fare l'altra domanda aspettó la risposta che sarebbe arrivata molto probabilmente dopo, visto che due ragazzini si stavano litigando, la biondina aveva l'intenzione di spostarsi dal suo posto e andare a cercare di calmare gli animi ma apparve Mr Todd a mettere un po' di tranquillità e quando stava per raccontare la storia la biondina guardò la sua amica facendo una smorfia di rassegnazione perché quella storia Mr Todd la raccontava ogni volta che poteva ma a lei non era mai importato, stava là in silenzio e la maggior parte delle volte non ascoltava, ma alla vista della pergamena che si alzava prese di scatto la mano di Gen, voleva portarla in stanza, non le stava piacendo come si stava mettendo la situazione, il suo intento non riuscì perché non riusciva a vedere più nulla

    Un'altra allucinazione ?

    Disse a bassa voce la biondina ma quando si riprese, notò che non si trovavano più nella loro scuola, era un luogo molto diverso, fortuna che fosse vicino a Gen, c'erano pure i suoi compagni, almeno si sentiva un po' più a casa, in quella sera tutto voleva fare tranne affrontare un ricordo di Mr. Todd, ma appunto si trattava di un ricordo anche se loro erano personaggi secondari, la cosa migliore era quella di seguire il piccolo Todd, si rivolse a Gen ma parlò un po' ad alta voce così che tutti la potessero ascoltare

    Secondo me dovremmo andare insieme a lui, insomma è un ricordo, i ricordi non si possono cambiare, poi è stato lui stesso a dire che bisogna fidarci dei propri compagni, adesso a quanto pare siamo noi i suoi compagni

    Luna si guardò intorno cercando di ricordare la storia del fantasma

    Che facciamo? Restiamo così o lo seguiamo? Cerchiamo di restare uniti, troveremo una soluzione

    Luna avrebbe seguito il gruppo anche se il suo istinto le diceva di seguire Mr.Todd.
     
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    Probabilmente avrebbe fatto meglio a ripassare per gli ultimi compiti in classe, in particolare per quello di Storia della Magia che si sarebbe tenuto l'indomani, ma non ne aveva voglia e come al solito aveva rimandato.
    In effetti quell'anno non era andata male a livello di voti e Geneva si sentiva piuttosto tranquilla e in pari su tutto. Certo, restavano da recuperare ancora Rune e Aritmanzia, ma ormai a pochi giorni dalla fine le pareva inutile strapazzarsi. Le avrebbe riprese con calma l'anno successivo, si diceva, che dopotutto era quello importante dei GUFO.
    Così insieme a Luna si erano attardate un poco di più a parlare, scendendo in sala comune quando la maggior parte degli studenti già si erano organizzati per le attività serali.
    Il posto preferito di Geneva, i grossi cuscini a terra fra i due camini, era già occupato, così le due amiche si erano accoccolate su delle poltroncine un po' defilate e abbastanza lontane dai MAGO per non disturbare con le loro chiacchiere lo studio in corso.

    Ancora non ne abbiamo parlato, ma spero che passeremo qualche giorno assieme sia a casa mia che a casa sua.

    Rispose tranquilla alla domanda di Luna. La mancanza di organizzazione fra lei e Bealtaine era l'unica normalità rimasta nel loro rapporto e la ragazzina confidava in quelle vacanze non pianificate per ritrovare l'amico che tanto le mancava.
    Stava per chiedere alla bionda quali fossero i suoi programmi per l'estate, quando in sala due voci si alzarono oltre il nomale richiamando forzatamente l'attenzione.
    L'alterco non durò a lungo, interrotto dall'intervento di Mr Todd.
    Le due ragazze si scambiarono uno sguardo e Geneva ridacchiò per la smorfia di Luna. Entrambe conoscevano a menadito il racconto che si preparava, ma Geneva si sistemò comunque più comoda sulla poltrona, prestandosi come sempre all'ascolto.
    Non amava le storie del fantasma come non le piaceva il fantasma stesso, ma non poteva fare a meno di seguirle. Per lo meno, dopo averle sentite tante volte, avevano perso il potere di spaventarla o indignarla.
    Inizialmente, quando il fantasma tacque e la pergamena si sollevò mostrando a tutti il racconto appena concluso vergato parola per parola, Geneva pensò ad una presa in giro per Mr Todd. Non fece in tempo a sorriderne che la stretta allarmata di Luna e il fumo che si allargava le chiarirono l'errore.

    Via!

    Urlò, scattando in piedi e ricambiando la stretta spasmodica dell'amica. Voleva fuggire da qualunque cosa si preparasse, ma il fumo l'avvolse immediatamente.
    Si sentì cadere, ma anche quello durò solo un istante.

    Il capannello di studenti in cui si ritrovò attorniava un bel ragazzo bruno, infervorato in un discorso che Geneva riconobbe per averlo già sentito troppe volte.

    Mr Todd? - Si stupì. E poi: - Attento!

    Il ragazzo nella sua agitazione aveva colpito un quadro, facendolo cadere. Geneva corse avanti per recuperarlo, affrettandosi a risistemarlo mentre il frate dipinto le inveiva contro.

    Mi scusi, mi scusi!

    Trafelata la bimba cercò di riappenderlo, mentre questi la chiamava serpe e altri appellativi poco carini. Sentiva Sertoria arringare la parete di personaggi ritratti cercando di spiegare l'equivoco e poi rispondere alle domande di Cyrene, riportando ancora una volta il racconto appena ascoltato e in cui, in qualche modo, sembravano essere stata catapultati.
    Quando riuscì finalmente a sistemare il quadro ed ebbe modo di guardarsi attorno, non poté che confermare quanto gli altri avevano già capito: la distrutta Hogwarts era davanti a loro perfettamente integra in pietra e marmi.
    Ancora con il naso all'insù pensò di riconoscere l'ambiente da una delle tante foto che quell'anno aveva esaminato alla ricerca di notizie sul libro di Piton.

    Credo sia un'illusione, come quelle che ha usato Price per il seminario di Alchimia. - Considerò ad alta voce, cercando di riportare l'assurdità dell'impossibile a qualcosa che le era almeno in parte comune. - Magari è un seminario di Storia a sorpresa!

    Considerarla una lezione, per quanto strana ed imprevedibile, la tranquillizzava e le dava la certezza che fossero state predisposte misure di sicurezza per evitare incidenti, esattamente come aveva fatto il professor Price con le varie prove degli elementi, pericolose solo all'apparenza ma a tutti gli effetti completamente sicure.

    Noi siamo Ghiaccio, non i compagni di Mr Todd. - Aggiunse, sia per tranquillizzare Sertoria che pareva averne bisogno, sia per prendere le distanze dal fantasma che non le era mai piaciuto ed era stata una persona cattiva. - Ma se è così, Luna ha ragione e dovremmo seguire il fantasma... cioè... il non ancora fantasma per vederne la storia.

    Avrebbe seguito il gruppo, come sempre, lasciando che fossero gli studenti più grandi a decidere cosa fosse giusto per tutti.
     
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    L'anno scolastico volgeva al termine, e tutte le materie chiamavano i compiti in classe finali. Non era infrequente, in quel periodo, che gli studenti si radunassero tutti nella Sala Comune a studiare insieme persino a tarda sera, aiutandosi l'un l'altro per poter chiudere l'anno in bellezza. Frances non faceva eccezione, ché la si sarebbe potuta trovare china sui libri in qualsiasi periodo dell'anno, figurarsi quando il tempo sgocciolava verso la fine. Ascoltava Cyrene parlare con un orecchio solo, ché lei avrebbe saputo rispondere ad ogni problema che la ragazza stava ponendo agli studenti, eppure taceva, come non spettasse a lei rispondere, o le fosse più utile ascoltare la voce degli altri piuttosto che la sua.
    Quando Mr. Todd si mise a raccontare per l'ennesima volta quella storia, Frances sospirò all'unisono con diversi dei suoi compagni. A volte aveva la sensazione che i fantasmi fossero lì soltanto per dare fastidio, e quello della loro casa era anche piuttosto sgradevole, ché aveva ricevuto sicuramente più insulti che complimenti da parte di quell'ectoplasma, non foss'altro che per lo status non puro del suo sangue magico. Fortuna voleva che Frances sapesse bene come isolarsi mentalmente da tutto quello che la circondava; calò gli occhi sul libro di storia che stava leggendo, e con quelli anche il velo che la separava dalle voci di chi aveva intorno. Perdeva la cognizione del tempo e dello spazio, quando si concentrava fortemente su qualcosa, al punto che smise di avere percezione dei suoi compagni, di chi sedeva a quei tavoli, di chi avesse preso la parola e anche di chi, seduto, non era più.
    Sollevò lo sguardo solo quando perse la vista; lo stomaco si strinse di terrore un attimo prima di rivoltarsi su sé stesso in una sensazione di vuoto che sembrava volerla proiettare direttamente nel peggiore dei suoi incubi, dove vertigine e buio si mescolavano nel più spaventoso mostro che si fosse mai nascosto sotto al suo letto.
    Ansimava quando tornò la luce, in ginocchio su un pavimento che non riconosceva, ma di cui poco le importava; con una mano sosteneva sé stessa, mentre s'era portata l'altra sulla bocca senza neanche accorgersene, come avesse voluto trattenere qualsiasi parola avrebbe potuto uscirne. Non era neanche riuscita a gridare.
    Fece fatica a rimettersi sulle sue gambe, portando poi il palmo dalle labbra alla fronte, come se a dover essere contenuto dovesse essere il pensiero, in quel momento. Cyrene le si era avvicinata, non avrebbe saputo dire quando, ma a guardarla le parve sfocata, i suoi lineamenti rimasti vittima delle pupille ridotte a punta di spillo che portava in quel momento.

    Odio la magia.

    Perché di quello si trattava, non v'era alcun dubbio. Riprese fiato gonfiandosi i polmoni, sospirando profondamente così da poter regolarizzare il battito, e pian piano recuperò la calma necessaria a realizzare dove si trovasse, senza tuttavia riuscire a comprendere perché.

    Siamo a Hogwarts.

    Aveva letto abbastanza libri sull'antica scuola di magia e stregoneria da sapere di non trovarsi più ad Amestris, eppure continuava a sfuggirle come fossero arrivati lì e come fosse possibile.

    Cos'è successo, Cyrene?

    Le pareva assurdo che il fantasma fosse stato in grado di portarli nel passato; i fantasmi non avevano quel genere di magia né un potere neppure vagamente vicino. Nessuno l'aveva, a dirla tutta. Quindi doveva per forza trattarsi di...

    Credo sia un'illusione, come quelle che ha usato Price per il seminario di Alchimia.

    Annuì alle parole di Geneva, anche se non aveva ascoltato il resto del suo ragionamento, ché era arrivata anche lei alle stesse conclusioni. Sertoria parlava con i quadri, però, e seppur nell'ingenuità di spiegar sé stessa all'illusione di un quadro, stava comunque dimostrando in modo evidente che non erano sicuramente in un pensatoio, ché si poteva interagire con l'ambiente come fosse reale. Frances non ci stava sinceramente capendo nulla.
    Si voltò allora verso Cyrene, sospirando piano un po' di frustrazione e gli ultimi rimasugli della paura atavica che le aveva fatto schizzare il cuore in gola.

    Era qualcosa a proposito di un coltello rubato da un Grifondoro e lui e i suoi compagni che andavano a riprenderselo. Non ricordo se sia finita in una rissa, sinceramente, ma può essere.

    Quella storia del fantasma era piuttosto inflazionata, ma lei aveva smesso di ascoltarlo ripeterla anni prima. E se veramente era finita in una rissa, forse non erano esattamente al sicuro, in quel momento.
     
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    Portò l'attenzione dal viso che meglio conosceva tra quelli attorno a lei a quello di Sertoria Eburneo. Molti dicevano che la ragazza avesse la testa tra le nuvole o qualche rotella fuori posto. Al contrario, Cyrene vedeva in lei una perenne logica che a volte era quasi fastidiosa.

    Non si può tornare piccoli. Forse è una visione. Todd non ha mai creato visioni, credo.

    Da che stava quasi per alzare gli occhi al soffitto nell'esasperazione di non essersi spiegata letteralmente abbastanza per non ricevere le obiezioni della compagna di casa, la Caposcuola rimase a bocca aperta senza possibilità di ribattere alle sue ultime parole. Era vero. Non era stato il fantasma a farli piombare in qualsiasi fosse il posto innevato in cui erano precipitati l'anno prima, quando avevano trovato la bacchetta del Ghiaccio. Di chiunque fosse stata opera, era apparso chiaro anche allora che non era stato un "trucchetto" di Mr Todd.
    Diverse studentesse attorno stavano vocalizzando deduzioni che a lei non era riuscita a chiarificare nel suo cervello altrettanto velocemente. Che fosse un sintomo di essere nata e cresciuta in un ambiente babbano non era chiaro, ma a volte Cyrene ancora faceva fatica a dare logica immediata ad un'illusione magica. Tra Luna, Geneva e anche Frances sembrava che tutti avessero un'idea più chiara di cosa stesse accadendo rispetto a lei, che con una smorfia nel seguire tutto quel fiume di parole finì per alzare entrambe le mani a mezz'aria come se stesse sfiorando un muro invisibile davanti a lei.

    Ne sanno più loro di me.

    disse a Frances con solo un fulmineo, sguardo tanto per segnalare che era a lei che stesse rispondendo. Non specificò a chi si stesse rivolgendo ma dato che le altre studentesse stavano delucidando plausibilmente la situazione, doveva trattarsi di loro.
    Tornò a guardare Sertoria con calma e un briciolo di curiosità nello sguardo ancora corrucciato dalla confusione.
    Ghiaccio o Serpeverde? Sembrava una questione di punti di vista, in quella specifica situazione.

    Er... hey. Sai che stemma è questo?

    Cyrene si era rivolta al quadro più vicino a lei e la Prefetto, nello specifico al personaggio in esso, che già si era pronunciato con disdegno verso il loro gruppo, chiamandoli Serpeverde.
    Voleva assicurarsi prima di tutto che potessero davvero interagire con quello spazio, parlando con chi avevano attorno, e in secondo luogo aveva in un certo senso la curiosità di avere la stessa risposta che cercava Sertoria.
    Forse il personaggio nel quadro avrebbe riconosciuto il simbolo sulla giacca della Caposcuola come l'emblema della casa del Ghiaccio, forse non l'avrebbe affatto riconosciuto, se si fossero davvero trovati in un ricordo passato o avrebbe persino potuto non percepire affatto la sua domanda.
    Di fatto, però, se fosse riuscita a parlare con il quadro, era logico pensare che avrebbero potuto parlare anche con Todd.
    Intanto lo studente del passato o del presente che fosse si stava allontanando. Geneva e Luna avevano proposto la cosa più logica, perché al momento rimanere indietro non sembrava la scelta più conveniente.

    Va bene, va bene, seguiamolo.

    Non c'era un'ovvia via di uscita da quell'illusione e l'ambiente attorno a loro sembrava leggermente ostile nei loro confronti, per qualsiasi motivo. Ironicamente, quel becero di Todd che abbaiava contro i Mezzosangue era l'unico alleato che sembravano avere in quel momento.
    Cercò lo sguardo di Frances mentre avanzava su per le scale appresso al Todd in carne ed ossa, oltre che nettamente ringiovanito.
    Un minimo di tensione le aleggiava sul viso pacato, quel poco che fece ondeggiare la sua gola con un lento deglutire.
    Amestris continuava a tirare brutti scherzi e ogni volta si ritrovava a sperare che le conseguenze di quello che stavano vivendo non le segnasse a tempo indeterminato.

    Tessitore taggato per l'interazione con uno dei quadri.
     
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    Come molti altri anche Luke fra le mura della Sala Comune si stava dedicando ai propri studi, curando con lo sguardo tanto i suoi appunti quanto, all’occorrenza, il profilo poco distante di Sertoria che indugiava attorno a sé. Perché spiare lei e la sua espressione assorta era forse la pausa che più preferiva prendersi tra uno onere didattico e l’altro, immaginando con intimo affetto a quali piccoli o vasti pensieri stesse dando vita la mente della compagna. Un breve sorriso gli fiorì in volto nell’osservarla a cavallo di due falsarighe di Trasfigurazione, quando d’un tratto Mr. Todd reclamò l’attenzione dei presenti per l’ennesimo salto nel passato, che delle volte sembrava essere era tutto ciò che gli rimaneva a giudicare da quanto volentieri li elargisse loro.

    Ci risiamo…

    Il nocciola alzato al cielo, ricordandosi anni addietro al posto di quei primini, facile preda del dipinto, poltergeist o fantasma di turno. Lo degnò il tempo sufficiente a rendersi conto su dove sarebbe andato a parare, la solita, ripetitiva filastrocca, al che preferì tornare con lo sguardo basso sui propri fogli e ignorarlo come ormai era abituato a fare da anni. O almeno così gli sarebbe piaciuto, nonché l’imprevisto lo colse a metà di un sospiro, portandolo d’istinto a sgranare lo sguardo in direzione di Sertoria.
    Lo scatto verso di lei per raggiungerla.
    Gli appunti abbandonati alla gravità dell’urgenza.
    La voce levata in aria come uno scudo, una preghiera, una promessa.

    Sertoria-

    Poi per un attimo il buio.
    Vuoto.
    Terrore.
    Caduta.
    Il cuore di Luke aveva perso un battito infinito, ma peggio di ogni altra cosa gli occhi si erano smarriti Sertoria e… l’intera Sala Comune del Ghiaccio, persino? Stranito e spaventato, il terrore lo colse una seconda volta di più studiando i nuovi confini, lasciando a stento uno spiraglio per la speranza, ché non era il solo in quella disorientante situazione. I compagni parlavano, avanzavano proposte e commentavano l’incredibile, lui però solo una cosa voleva e doveva fare sopra ogni altra in quel momento: stare con lei.

    Sono qui.

    Mormorò appena le fu vicino, troppo interdetto dalla situazione per stringerle deciso la mano ma non abbastanza da evitare di sfiorarne con tenerezza le dita.
    Surreale eppure in qual modo vero, il fatto che si trovassero all’interno della trita e ritrita storia di Mr. Todd e in compagnia dei suoi protagonisti era evidente, compresa la versione giovane dello spettro adesso poi non più così spettrale.

    A questo punto sì, meglio assecondare la cosa e vedere dove ci porta.

    Sussurrò ai concasati, arreso agli eventi in cui loro malgrado erano stati trascinati.
    Che i dipinti magici li considerassero pure Serpeverde poi, a dispetto di quanto ciò lo stupisse e seccasse al tempo stesso, aggiungeva stranezza alla già soverchiante incredulità. In fin dei conti non erano del tutto fuori luogo per come erano vestiti e, nondimeno, per i volti sconosciuti a quel tempo che esibivano? O magari, altrettanto probabile, apparivano invece loro come i fantomatici compagni del fu Richard Lloyd e di quella sottospecie di “impresa” di cui il suo fantasma andava così tanto fiero raccontare?

    Andiamo. – Il passo spedito cercando di raggiungerlo, ma soprattutto portando infine la sua mano a prendere quella di Sertoria – Insieme.

    Dopodiché, come il resto dei malcapitati, Luke tentò per come poteva di relazionarsi con quella nuova realtà per carpirne i segreti, fosse anche solo la più insignificante parentesi di mistero. A quel punto, perché no, tanto valeva chiamare direttamente in causa il protagonista di quell’assurda situazione.

    Parola di Luke Lygeon, faremo tutto il possibile perché non la passi liscia Richard.

    Un brivido gli percorse la schiena nell’appellarsi a Mr. Todd in quel modo, assurdo, un po’ come sarebbe stato altresì chiamare Price per nome fra i corridoi o rivolgersi alla Harp senza alcuna formalità. Poco importava comunque, il suo scopo in quel frangente era recitare la parte che a quanto pare era stata data loro, ma soprattutto cercare di capire come li vedeva e riconosceva la versione viva, vegeta e giovane del fantasma.

    Una volta lì qual è il piano?

    E ovviamente anche tentare di comprendere quale direzione stesse prendendo quell’imprevista, irreale e persino esasperante vicenda, come oramai erano destinata ad essere qualsiasi cosa che ad Amestris uscisse fuori dall’ordinario, in quel caso trasportandoli in una nuova dimensione tanto nello spazio quanto nel tempo.
     
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    Ghiaccio VI Anno
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    Nel corso degli anni passati in Accademia, Lorenzo Fontana era stato in grado di coniare i suoi personalissimi comandamenti a partire dalle poche certezze che era stato in grado di estrapolare dalla sua esperienza. Il primo di questi?

    Non studierai mai in Sala Comune.


    Il parmense aveva bisogno di assoluto silenzio per poter direzionare il flusso dei suoi pensieri in modo da poter ottenere un qualche profitto dalla sessione di studio, e tentare di esigere qualcosa di simile in una stanza che aveva letteralmente "Comune" nel nome era un vero e proprio paradosso.
    Eppure, come tante altre volte, quella sera era proprio lì che s'era andato a posizionare col proprio libro di Divinazione dopo aver cercato un posto che potesse essere un minimo distante dai suoi compagni di sempre, in uno scadente tentativo di provare a concentrarsi.
    Chiedendo di tanto in tanto un fulmine da parte di un qualche dio norreno adirato che potesse bruciargli davanti gli occhi il tomo, così da poter finalmente dire di aver apprezzato qualcosa che c'era su quel libro, si ritrovò a volgere lo sguardo verso il piccolo teatrino che due primini stavano imbastendo poco più in là. Prima che potesse ringraziarli per l'intrattenimento, tuttavia, Mr Todd fece la sua comparsa; aveva sentito così tante volte quelle storie, che ormai era convinto di poterle recitare a mo' di poesiola natalizia per tentare di raccattare qualche galeone dal fantasma.

    Uh?!

    Era davvero difficile non notare il pezzo di pergamena che aveva cominciato a fluttuare, ed il denso fumo nero che iniziava a diffondersi per la sala era stato ben più che limpido nel preannunciare una nuova tragedia.

    No. Nonononono...

    Lasciando sul tavolo il tomo con ben poca grazia, il ragazzino s'era provato a fiondare verso la porta della stanza, in un bislacco tentativo di evitare quel qualsiasi cosa fosse che potenzialmente avrebbe potuto essere uno scherzo da parte del tizio che aveva lasciato le pergamene, quanto un modo semplice ed efficace per ficcargli in testa diciotto nuovissime voci in ricordo dei bei tempi andati.
    Tuttavia, com'era facilmente ipotizzabile, la fuga fallì miseramente: per un momento si sentì mancare il terreno sotto i piedi e, in un riflesso istintivo, chiuse gli occhi per qualche secondo.
    Quando li riaprì, ci mise qualche istante a metabolizzare il dove si trovasse, figurarsi il quando.

    ... Mai studiare in Sala Comune.

    Torturando una ciocca dei suoi capelli, ascoltò le parole dei suoi ben più preparati ed accorti compagni di casata, iniziando a camminare con loro quando Cyrene diede il là al piccolo plotone. Si rivolse poi al suo compagno di stanza, tirando un sospiro di sollievo al notare che anche la conterranea era sana e salva.

    La prossima volta piuttosto prendo gli appunti di Sam.
    Tu come stai? Cambiato qualcosa a causa del fumo?


    E, in effetti...

    Ragazzi, qualcuno ha visto chi ha lasciato la pergamena?

    Si rivolse a tutti le altre serpi azzurre con cui camminava, ché tra tutti loro qualcuno doveva aver visto qualcosa di sospetto o strambo; certo non erano stati catapultati in quello spazio a metà tra il ricordo di un fantasma e l'illusione collettiva per miracolo, un qualcosa di scatenante doveva pur esserci.

    La magia? Funziona?

    Ottima domanda.

    Lumos.

    Tentò un accendi-bacchetta per accertarsi della cosa in maniera rapida ed efficace, incerto sull'esito che avrebbe avuto.

    Il Tessitore Lollo prova ad accendersi la bacchetta per la scienza!
     
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    Più pallidi dei fantasmi che erano, Mr Todd, Donna e Nephyna accorsero lesti nell'ufficio della Preside Harp. L'espressione sui loro volti fu estremamente sufficiente a farli rendere conto che stavano portando la stessa sciagurata notizia, dovuta al medesimo sciagurato evento che era capitato a tutti e tre. Tre intere Case - quasi - sparite sotto i loro occhi ectoplasmatici.

    Raccontavo la mia storia e all'improvviso tutti scomparsi!

    Sbraitò un Mr Todd scioccato da quanto accaduto.

    Per tutti i Sargassi, è successo lo stesso a me!

    Si aggiunse sempre più scioccato il Fantasma della Tempesta.

    Me lo sento, i mezzosangue hanno combinato qualcosa… almeno non dovrò sentire la loro puzza.

    Ma sei impazzito? Ovvio che lo sei, ma per favore. Almeno troviamo un modo per riportare indietro i ragazzi…

    Con la sua pragmaticità era sbucato dalla parete del corridoio anche il Fantasma del Fuoco, alzando gli occhi al cielo a causa della stupidaggine appena sentita. Scrollo la testa e non perse tempo a dire l'unica cosa che potevano fare, ossia entrare nell'ufficio della Preside e vuotare il sacco.

    Ripoteremo indietro tutti e finitela con questi sciocchi teatrini. Sembrate due bambini. Adesso entriamo.

    Tre rintocchi sul legno scuro della porta anticiparono il loro ingresso. La scena iniziale aveva dell'incredibile, tanto da far alzare un sopracciglio alla Preside che - ancora ignara di tutta la faccenda - si trovava davanti i tre Fantasmi delle Case visibilmente preoccupati.

    Quello con le sfere di cristallo è Lennox.

    Il tono della donna non era che il solito, tranquillo con un'ovvia nota interrogatoria volta a capire il perché della loro visita improvvisa.

    Sì, Miss Harp.
    Vede, eravamo ognuno nella propria Sala Comune come ogni sera dopo cena e stavamo allietando gli studenti del primo anno con uno degli aneddoti della nostra vita passata. Avevamo discusso di raccontare alle giovani menti stralci del passato dei loro Fantasmi mentre si cenava in Sala Grande.


    Mr Todd aveva iniziato a sciorinare l'intro dei fatti con la sua solita parlantina, trovandosi in difficoltà man mano che si avvicinava al dunque.

    Andava tutto bene, fino a quando… ecco, come dire…

    Quando? Mr Todd parlate.

    Incredibile, davvero incredibile.

    Signor Nephyna cosa è incredibile? Volete decidervi a parlare?

    Harp
    Aggiunse adesso con un tono molto più serio e velato adesso dalla preoccupazione. A quel punto le era chiaro che fosse successo qualcosa anche se ancora nessuno dei tre non le aveva detto nulla, o almeno non la parte importante.
    Fu allora che Amalia riversò le iridi chiare su Donna Firefax, intimandole di mettere fine a quella scenetta volta solo a perdere tempo. La Signora del Fuoco ricambiò lo sguardo della Preside e, dopo un respiro profondo, prese le redini del discorso.

    Gli studenti sono spariti nel nulla.

    Disse secca e tutto in un colpo. Nei primi istanti la Preside si sforzò di non reagire male perché anche se quella donna era fatta di sangue, carne e pazienza, venire a sapere una cosa del genere mandava ai matti.

    Mi state dicendo che una scuola intera è scomparsa di punto in bianco sotto i vostri occhi? Centinaia di studenti, non tre o quattro ragazzi. Cosa che sarebbe stata strana in ogni caso.
    Deve esserci un motivo… non è successo niente prima? Siete sicuri?


    La Harp non riusciva a capacitarsi, doveva per forza essere successo qualcosa che aveva dato inizio a tutto. Non c'era niente di naturale in tutto quello.

    Io non ho visto nulla di strano Preside Harp. Comunque, ora che ci penso Canon è rimasto in dormitorio, forse ha visto qualcosa che io mi sono perso.

    Neanche Michalle Lullaby, l'ho vista allontanarsi mentre raccontavo la storia ai ragazzi.

    Non c'è due senza tre. A questo punto suppongo che sia rimasta anche Huang, quei tre sembra che vivano in simbiosi. Li convoco subito.

    Anche perché sembrava così ovvio un coinvolgimento da parte loro essendo gli unici studenti ad essere rimasti incolumi. Se poi non fosse stato così, la motivazione dei tre avrebbe dovuto essere talmente valida e ricca di dettagli che Amalia non avrebbe visto l'ora di sentirla. Ma per il momento l'evidenza dei fatti conduceva a loro. Ed era strano come i fantasmi non avessero collegato le cose e fatto subito due più due poiché estremamente palese. Probabilmente però, il tipo di situazione che si era venuta improvvisamente a creare, almeno sul momento, doveva aver annebbiato la logica, dando largo allo stupore e alla preoccupazione. E Amalia in un certo senso poteva anche capire data la sua lunga esperienza come Responsabile.
    Mentre i fantasmi cercavano di fare mente locale sull'accaduto, la Preside non aveva perso tempo a mandare un messaggio al Vicepreside Price tramite uno dei quadri, il quale suggeriva di andare immediatamente a recuperare i tre studenti e portarli immediatamente in ufficio.

    Le persone non spariscono così a caso, neanche nel nostro mondo. Nel frattempo che il Vicepreside Price recuperi i tre studenti, vi chiedo di pensare bene, di ripercorrere quei momenti: ogni dettaglio può essere importante.

    ***



    Indaffarato come al solito con le sue provette e i suoi ingredienti, Price stava lavorando nel laboratorio del suo ufficio quando la voce proveniente dal quadro appeso alla parete riferì con tono concitato il messaggio della Preside Harp.
    Price
    Mmm…

    Sebbene propenso a scagionare a priori le due donzelle e a far ricadere un eventuale colpa su Canon, Price non conosceva ancora i fatti e il messaggio dichiarava di recapitarli in un ufficio tutti e tre. Oltretutto, benché non compreso tra le parole riportate, Price avrebbe sicuramente colto l'urgenza della missiva vocale.
    Così il Vicepreside lasciò strumenti e lavoro e si mise subito alla ricerca dei tre indiziati. Ricerca che fortunatamente per lui e sfortunatamente per loro durò una ventina di minuti scarsi perché il mago li adocchiò nei pressi del Chiostro. I tre ragazzi sembravano gesticolare qualcosa, ma da lì non risultava comprensibile neanche ad un Vampiro. Il rumore dei passi di Price si avvicinava diveniva sempre più presente, financo arrivare ad essere udibile dagli studenti che, alla vista del Vicepreside, finirono in tronco qualunque cosa stessero facendo.

    Dalla Preside, subito. ORA!

    Perentorio e glaciale come al solito, soffermando lo sguardo sul ragazzo. Price non aggiunse altro, né si attardò a fare domande poiché si sarebbe goduto l'intera scena una volta che sarebbero arrivati nell'ufficio.

    Perché? Abbiamo fatto qualcosa?

    Ovviamente nessuna parola da parte del Vicepreside, il quale si limitò a sfoggiare un ghigno divertito verso il ragazzo. Occhioni dolci e malandrini invece, furono quelli che fece Michelle che, nonostante avesse l'intento di passare da santerellina, non riuscì a non subire il fascino del mago-vampiro.

    Oh, Vicepreside Price… con lei andrei ovunque…

    So io dove te ne dovresti andare… lo sapevo.

    Chan non espresse a voce alta quel pensiero, benché la sua faccia lo rappresentasse pienamente. E la ragazza del Ghiaccio continuò a sfornare maledizioni silenti verso Lullaby mentre insieme ai compagni si incamminava verso l'ufficio della Harp, seguendo Price.

    ***



    Il Vicepreside Price fece il suo ingresso nell'ufficio della Preside, seguito da Chan, Michelle e Caleb. Dei tre, l'unica che aveva lo sguardo vispo e insolente era Michelle che sembrava essere lei ad aver subito un torto.

    Vi anticipo che già sono al corrente che voi tre siete gli unici studenti ad essere rimasti nella scuola, per cui siete sospettati di essere i responsabili di quanto successo. Vi consiglio di confessare o di spiegarmi - con validi motivi - perché non c'entrate nulla. Non perdere tempo a raccontare frottole, non vi conviene.

    Li avvertì seria e sinceramente avrebbero fatto bene ad ascoltarla anche perché se avessero messo in piedi una storia fasulla, la Harp lo avrebbe capito subito.

    Preside Harp noi non c'entriamo niente, mi creda. So che ogni cosa sembra puntare a noi, ma stavamo solo facendo i compiti e poi ci siamo incontrati per ripassare insieme.
    Vero ragazzi?


    Ehmm… sì, sì. Lo giuriamo!

    Senza le vostre cose? Io e gli altri abbiamo trovato i vostri libri. Preside Harp, qui stanno mentendo.

    Intervenne prontamente Mr Todd.
    La Harp, che fino ad allora era stata con le braccia conserte, portò una mano sulla fronte, scrollando la testa.

    Forse non vi è chiaro che i vostri compagni rischiano grosso. Possono trovarsi in serio pericolo. Se parlate ci aiuterete a fare qualcosa per salvarli.

    Per tutti i mari del mondo, non si gioca con la magia! È Pericoloso!

    Ancora! Noi non abbiamo fatto niente!

    Niente da fare, la situazione sembrava bloccata. Ciò che stava aumentando era la tolleranza da parte della Harp e le probabilità di pericolo per gli altri sudenti.

    Mi permetta Preside…

    Qualche passo avanti e indietro con le mani incrociate dietro la schiena. Il capo rivolto verso il soffitto e quel ghigno divertito tra le gote, il quale divenne più marcato non appena il Vicepreside fermò il passo davanti a loro.

    La situazione è la seguente: se il colpevole non si palesa il vostro giudizio scolastico sarà sospeso all'istante, mio malgrado verso chi non lo meriterebbe. Sarete rimandati, dovrete dunque ripetere il sesto anno al pari di aver ricevuto una bocciatura.
    Se l'esito vi aggrada allora continuate pure a tacere.


    Non esiste, io non perderò un anno ! Fanculo Michelle.

    Mia madre mi ammazzerà!

    Va bene. Siamo stati noi, abbiamo lasciato queste pergamene incantate nelle Sale Comuni in modo che ci riportassero notizie varie, non volevamo che accadesse tutto questo.

    Chan, sporca traditrice!

    Riccioli d'oro, non perderò un anno per colpa tua. E a proposito, migliora con gli incantesimi perché evidentemente fai schifo.

    La Preside Harp ringraziò con lo sguardo Price poiché le sue dure parole furono in grado di far vuotare il sacco a quei tre scapestrati, evitando di passare ad altri metodi.

    Datemele.

    Le pergamene vennero esaminate dalla Strega Bianca, che ringraziando il cielo era abbastanza esperta in quella disciplina, tanto da trovare il modo di annullare definitivamente quella magia.


    ***



    Come vi è saltato in mente… come? Un comportamento del genere me lo sarei aspettato da dei ragazzini, non da dei prossimi maturandi quali siete voi.

    La Harp era visibilmente delusa da tutti e tre. Si erano comportati in modo del tutto incosciente, sconsiderato, senza considerare i rischi a cui esponevano gli altri studenti.

    Suppongo il mio lavoro sia da ritenersi concluso. Rimango tuttavia a disposizione, Preside, lieto di suggerirle l'adeguata punizione qualora ne abbia bisogno.

    Certamente professor Price, ma prima i ragazzi.

    Una punizione l'avrebbero di certo ottenuta, ma la donna decise di dare la priorità ai ragazzi intrappolati in quelle storie e riportarli indietro.
    Così la Preside poggiò le tre pergamene sulla scrivania, mettendole l'una di fianco all'altra. La punta del Palissandro danzò su di esse, sfiorando delicatamente la carta ingiallita. Nel contempo, dalle sue labbra scappavano sussurri in latino, che andavano a comporre una litania. Dopo aver ripetuto il tutto per un paio di volte, un intenso bagliore azzurrino avvolse completamente le pergamene, le quali si unirono a formarne una sola. Prima che la luce scomparisse del tutto, sulla carta emerse l'inchiostro con i tre nomi dei Fantasmi e la loro storia. Seguirono tre boati, simili a scoppi e la luce cerulea abbandonò per sempre la stanza. I rumori sembravano provenire dalle Sale Comuni. Ed esattamente lì che ogni studente venne catapultato: lo stesso bagliore azzurrino apparve d'improvviso nelle tre storie, avvolgendo gli studenti interamente. Ognuno di loro avrebbe sentito una forza molto intensa, avendo l'impressione che la luce li tirasse a sé. Ed effettivamente fu proprio così: tutti vennero risucchiati via da quei tempi lontani e riportati nel proprio presente, dove le mura della propria Sala Comune non furono mai così gradite come in quel momento.

    I ragazzi dovrebbero essere tornati nelle loro Sale Comuni. Donna, Mr Todd e Nephyna, andate ad accertarvene e tranquillizzateli. Ora.
    In quanto a voi ritengo che sospendervi e privarvi delle lezioni sia controproducente, ma da ora fino alla fine del prossimo anno renderete servigi alla scuola, risponderete personalmente a me e al professor Price, e farete tutto ciò che vi verrà chiesto.


    E vi converrà scattare all'istante una volta convocati, o lo rimpiangerete per il resto dell'anno. Maghi avvisati...

    Aggiunse il Vicepreside Price, squadrandoli da capo a piedi con un ghigno sinistro ad illuminare il suo volto.

    Nel frattempo i tre Fantasmi erano giunti nelle rispettive Sale Comuni trovando gli studenti visibilmente ancora sconvolti da quanto accaduto. Avrebbero ricevuto una spiegazione dettagliata dai loro fantasmi, ma in ogni caso la Preside stessa sarebbe passata da loro per chiarire l'equivoco in cui erano accidentalmente incappati.



    [Evento Concluso]



    Purtroppo le Avventure di Casata terminano così. Ci scusiamo per i ritardi e per i problemi annessi che ci hanno fatto prendere questa decisione.
    Ci teniamo a ribadire che non è assolutamente colpa vostra e che dal prossimo anno la vita scolastica riprenderà decisamente con più brio e puntualità!
    Detto ciò, ognuno di voi partecipanti riceverà una pergamena con la storia completa dei vostri Fantasmi, la quale potrete utilizzare in game per 3 volte: leggendola infatti, il vostro fantasma accorrerà in vostro aiuto e sarà disposto a darvi consiglio per qualsiasi cosa gli chiederete nei limiti del consentito.
    Es. desidero avere un consiglio su come entrare in cucina. In quel caso, il Fantasma mi può aiutare.

    Ovviamente, il tutto rimarrà comunque a discrezione del Tessitore.

    Vi ringraziamo comunque per la partecipazione!

    Ghiaccio III Anno Ghiaccio IV Anno Ghiaccio V Anno Ghiaccio VI Anno Ghiaccio VII Anno
     
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