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  1. Claire E. Wilson
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    Titolo: Regina di Meereen
    Autore: Claire E. Wilson
    Personaggi: Claire Targaryen, Alec Targaryen (Dead), Phedre Maz Duur (Dead), Dakarai, Connor Mormont, Lilith di Naath e Derek Naharis




    Avanzava con passo deciso sul promontorio, appena fuori dalla gloriosa città di Meereen. I saldali in pelle lasciavano orme sul polveroso e roccioso sentiero, insieme a quelli di una decina d’Immacolati portati con sé come scorta. La veste cerulea, leggera e delicata nel tessuto, aderiva perfettamente al minuto corpo animata dalla brezza che proveniva dal mare. Si respirava salsedine, sfiorando appena la nuda pelle e solleticando il pallido incarnato. Quei occhi ametista si specchiavano nel limpido cielo e secondo i più esperti marinai della città presto si sarebbe sollevato da ponente un vento favorevole alla navigazione. La chioma risplendeva come argento fuso al contatto con le prime luci del mattino. In lontananza si potevano notare le torce ancora accese intorno alla cinta muraria della città, per rischiarare le ombre della notte. Il fuoco del faro ardeva come sempre, rendendo Meereen uno dei migliori porti a Nord della Baia degli Schiavisti. Un nome che per volere della Regina, per suo volere dunque era stato bandito. Quel fiorente golfo sarebbe passato alla storia come la Baia dei Draghi.
    Improvvisamente una fulminea ombra attraversò l’intero promontorio. Seguita da altre due. Tre grossi esemplari di Drago sorvolavano il mare aperto, sfiorando con i loro artigli e le corazzate code le vele della flotta Targaryen. Tessuto nero con dragone scarlatto, capace d’incutere timore a miglia di distanza e scoraggiare qualsiasi attacco da parte dei pirati. Ruggiti che si diffondevano nel porto, coprendo perfino il richiamo del mare e l’urlo del vento. Un omaggio alla loro Madre, terrorizzando molti dei commercianti e marinai che faticavano ancora a credere nella loro esistenza. Ad Essos erano solo leggende, mai visto un esemplare tanto grande ed in salute da secoli ormai. Erano motivo d’orgoglio per l’ultima dei Targaryen, facendo comparire un sorriso a fior di labbra nel notare quanto si divertissero insieme i tre draghi inconsapevoli che la guerra fosse alle porte.
    La brezza animava le vesti, mettendo in risalto il giovane seno e le curve del fianco. Con le mani manteneva il mantello foderato di velluto sulle spalle, temendo di perderlo. La cascata di capelli argentei, tratto caratteristico della sua dinastia, ricadevano sullo scuro mantello. Le iridi ametista si soffermarono sulla flotta degli schiavisti, che veniva pian piano riempita di viveri per affrontare un lungo viaggio fino a Westeros. Lì dove ad attenderla c’era il suo trono, il Trono di Spade.

    Regina Claire, ne è davvero sicura?

    Un uomo alto, pelle arsa dal sole e viso dipinto con i segni dei Dothraki interruppe il silenzio. Lo sguardo della Madre dei Draghi si soffermò su colui che dal primo giorno aveva scelto di amarla e servirla. Anche quando era stata venduta come una giumenta al suo Khal e assolveva al compito di sorvegliarla ed impedirle ogni tentativo di fuga. Un ingrato compito, tanto che la Targaryen aveva creduto di odiarlo quando si era ritrovata sola ed abbandonata in una terra di selvaggi. Alla fine aveva trovato in lui il suo più fedele alleato. Era sempre stato lì, con il volto onesto e la gioia di un puledro che conosceva per la prima volta il mondo. Perduti nella Desolazione Rossa non aveva mai smarrito la speranza, credendo in lei anche quando il popolo Dothraki sacrificava i loro stessi cavalli per sfamare i bambini e dopo giorni e giorni di marcia senza scorgere la terra promessa.

    È sempre in tempo per cambiare idea.

    Sono nata per questo giorno.

    Ricordati chi sei.

    Chi sei?

    [ … ]


    Il fuoco divampava. Le urla della strega, Phedre Maz Duur, riecheggiavano nella desolata landa. Lì dove ciò che rimaneva del khalasar si era riunito per commemorare l’ultimo Khal, suo marito che era stato avvelenato dalla misteriosa donna. Si era presentata come un’amica ed era stata così ingenua da ascoltarla, tanto da sacrificare il suo stesso figlio pur di riavere l’uomo che amava. Un tragico epilogo per una triste storia. Quell’amore che bruciava nella tenda della khaleesi ogni notte li aveva consumati. Ed ora si ritrovava con il cuore infranto e senza più un futuro. Lei che aveva sacrificato tutto, per amore. Lei che era stata venduta dagli alleati del debole fratello, Alec Targaryen, con la promessa del Trono di Spade. In quelle lande desolate, insieme ad un popolo di selvaggi, si era sentita davvero felice. Ed ora, insieme alla sua eredità, le tre uova di drago, desiderava bruciare come tutto il resto.
    Dakarai aveva provato a trattenerla, ma alla fine aveva dovuto ubbidire agli ordini della sua khaleesi. Desiderava morire insieme all’uomo che amava. Nello stesso fuoco della passione, in cui l’astuta e potente strega stava bruciando. Le sue ceneri si sarebbero sparse insieme a quelle del marito nella landa rocciosa. Sposa del sangue e consumata dalla vendetta. Si privò delle leggere vesti ed entrò nuda nella pira, con quei tre sassi. La sua dote, cimeli perduti. Uova di Drago che non avrebbero mai più rivisto la luce. Era egoista in quella scelta, sancendo la fine di un’intera dinastia. Eppure era serena.
    Si abbandonò a quel caldo abbraccio. Ma non bruciò come sperava. Mentre le donne si agitavano ai piedi della pira e gli uomini intonavano un laconico urlo per omaggiarla, percepì qualcosa di diverso. I Targaryen erano immuni alle fiamme, eppure quando i Dothraki avevano versato oro liquido sulla testa di Alec il viso si era sciolto come neve al sole portandolo a morte tra atroci sofferenze. Desiderava una fine gloriosa, per lei dai nobili natali. Quel fuoco l’avvolgeva. I capelli non bruciarono come quelli della strega. Non percepiva dolore. Era forse un sogno?
    Rannicchiata tra le braci della pira si ritrovò confusa. La confusione si tramutò in sorpresa quando i tre oggetti che portava con sé iniziarono a vibrare. Le alte temperature crearono una breccia nei gusci pietrificati. Vistose crepe percorrevano i tre oggetti, che dopo secoli non avevano perso la magia della vita. Dei musi da rettili fecero capolino, non affatto intimiditi dalle fiamme. Anzi spalancavano le grosse fauci per nutrirsene, come se fosse una preziosa linfa vitale. Liberatosi delle affilate schegge delle uova, iniziarono ad arrampicarsi sul suo nudo corpo. Gli artigli non le provocavano dolore, ma solo la familiare sensazione di un bambino che cercava il seno. Socchiuse gli occhi per ricordare quel bambino che aveva da pochi giorni perso, una vita ormai perduta.
    Quando le fiamme si dissiparono si rese conto di essere rinata in nuove vesti.

    Claire, la non bruciata e Madre dei Draghi!

    Qualcuno osò proferire parola, superato il momento di shock iniziale nel ritrovare la khaleesi sana e salva, e con tre giovani esemplari di Drago. La donna dai capelli argentei si sollevò in piedi, avvertendo la difficoltà di Viserion nel risalire la sua gamba, la curiosità di Rhaegal nell’esplorare il seno ed il tenue ruggito di uno sfrontato Drogon nel mettere in riga i Dothraki restando a fatica in equilibrio sulla sua spalla. La Targaryen aveva già deciso i loro nomi, ricordando i racconti dei Draghi all’epoca del loro dominio sul continente occidentale. Alcuni li aveva sentiti proprio da Alec, ancor prima di venir sciolto nell’oro a causa della sua debolezza ed inettitudine al comando. D’animo troppo gentile e così estraneo ai giochi di potere. Eppure rinata dalle fiamme, sperava di poter realizzare anche il suo sogno e restaurare l’intera dinastia sul trono dei sette regni di Westeros.

    Claire, la non bruciata e Madre dei Draghi!

    Con sorpresa riconobbe la voce di Connor Mormont, colui che aveva giurato di proteggerla e tenerla al sicuro nel continente Orientale. Un fedele servitore ed un ottimo amico. Al fianco di Dakarai, c’era proprio lui nella sua armatura scintillante dell’Isola dell’Orso. L’intero khalasar era in ginocchio, in procinto di adorarla come una dea.

    Chi sei?
    Claire Targaryen, nata dalla Tempesta, Khaleesi del Grande Mare d'Erba, La non-bruciata e Madre dei Draghi!


    [ … ]



    Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa!

    Fuori dalle porte di Yunkai, tra le pareti rocciose che circondavano l’oasi su cui sorgeva la città, riecheggiava la voce di migliaia e migliaia di schiavi. Le loro mani sollevate al cielo, prive finalmente di catene, uniti in un accorato coro in onore di chi aveva lottato per i loro diritti. Mai nessuno aveva rivolto loro attenzione, gli invisibili. Nessuno aveva dato voce ai loro bisogni. Venduti come merce e condannati ad una vita di stenti ed umiliazioni. Molti di loro nemmeno conoscevano la libertà, respirando quella nuova vita a pieni polmoni e con un pizzico di paura. I Saggi Padroni erano stati sconfitti, spezzando finalmente le catene.
    La Targaryen aveva suggerito a Lilith di Naath, l’unica capace di tradurre le sue parole nell’idioma locale, di riferire al popolo di schiavi che potevano riprendersi la loro libertà e non che fosse l’ennesima Padrona da servire. Un annuncio che aveva sortito una reazione inaspettata. Tutti, dai più piccoli ai più grandi, continuavano a pronunciare quella parola con insistenza. Lacrime agli occhi e mani protese verso la sua veste. Si ergeva su un promontorio, per poter ammirare le centinaia e migliaia di schiavi che quel giorno erano stati liberati. Lei stessa tratteneva l’emozione. Lo sguardo ametista cercò quello chiaro della rossa, diventata amica e confidente in così poco tempo. Si era fidata di lei fin da subito. Una delle schiave da letto, addestrate nella "Via dei sette sospiri" fin dalla tenera età e sottratta dalla sua terra natia troppo presto. Aveva conosciuto solo violenza e dolore da quando aveva memoria. All’inizio aveva provato pietà per lei, convincendo i Padroni della città a vendergliela, ma poi aveva trovato una risorsa in lei. Intelligente, vivace e sfrontata quando serviva. L’aveva salvata da un destino ben peggiore, visto che il suo padrone progettava di venderla ad un gruppo di fanatici che adoravano il Dio della Luce. Forse desideravano renderla una sua sacerdotessa, dopo averne fiaccato lo spirito, o peggio bruciarla viva per onorare il loro Dio. Un destino che Lilith non doveva più temere, anche perché era entrata nelle grazie della Targaryen, oltre che a sentirla tanto vicina. La prima ed unica amica che avesse mai avuto.

    Che significa?

    Madre. Significa Madre.

    Le sorrise con riconoscenza. Se non ci fosse stata Lilith nemmeno sarebbe riuscita a rivolgersi agli schiavi che aveva appena liberato. Cercò la mano della ex-schiava, quasi per mostrare che tra lei e la nativa di Naath non ci dovesse essere così tanta differenza. Mandare un messaggio ancora più forte alla platea che li stava osservando, ancor di più agli schiavisti sconfitti.
    Poi decise di abbandonarsi alla folla, fiduciosa. Era come se volasse, con le ombre dei tre Draghi che sorvolavano la città di Yunkai. Il viso illuminato dal sole, la chioma argentea che si muoveva con il suo corpo che passava di mano in mano, e le iridi ametista che si specchiavano nel limpido cielo.

    Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa! Mhysa!

    Chi sei?
    Claire Targaryen, nata dalla Tempesta, Khaleesi del Grande Mare d'Erba, La non-bruciata, Madre dei Draghi, Mhysa e Distruttrice di catene!


    [ … ]



    Quando aveva autorizzato i Grandi Giochi nella Fossa di Daznak a Meereen, aveva pensato che rispettare le tradizioni del suo popolo potesse essere un passo in avanti per le resistenze politiche che stava trovando nell’amministrare la città. Dopo la sua conquista, ed essersi insediata nella Piramide centrale, lì dove c’era il trono, aveva faticato a trovare un equilibrio tra i suoi Dothraki, Gli Immacolati, gli schiavi liberati ed i cittadini di Meereen. Un popolo così eterogeneo, spesso in contrasto per usi e vedute. Difficile contenere il selvaggio popolo di Dothraki, abituati ad essere nomadi e vivere le loro vite in sella ad un cavallo. Alcuni ex-schiavi offrivano ancora i loro servigi, ma concordando una paga minima a causa dell’editto emanato con la caduta della Baia degli Schiavisti che vietava la schiavitù. Gli Immacolati spesso erano bersagliati dai cittadini di Meereen, considerandoli come invasori. Riluttante aveva acconsentito alle sanguinose lotte nell’Arena di Daznak, con il benestare dei suoi consiglieri e sollecitata dai Saggi Padroni.
    Non immaginava però di ritrovarsi una lama puntata alla gola. Un Figlio dell’Arpia, il movimento di ribelli che da mesi scuoteva la città di Meereen e creava massacri di Immacolati tra le strade, si avvicinava minaccioso alla Regina. Il viso coperto da una maschera, la stessa che aveva tirato giù dalla Piramide sostituendola con l’effigie dei Targaryen. La lama splendeva alla luce del sole, mentre la folla intorno a lei si agitava. Non riuscì a trattenere il terrore. Labbra schiuse ed iridi ametista puntate contro l’uomo che stava per prendere la sua vita. Aveva fatto così tanto per arrivare fino a lì, essere incoronata Regina di una terra straniera con la speranza di tornare a Westeros per reclamare il Trono di Spade. Morire per mano di un ribelle. Un brutto gioco del destino.
    Qualcosa di caldo le colava lungo il viso. Aveva chiuso gli occhi, non riuscendo più a sostenere la vista della morte. Non avvertiva alcuna fitta, o dolore. Quando riaprì gli occhi notò con orrore misto a sollievo che il petto del traditore era stato trafitto da una lancia. Poco dopo comparve dietro al cadavere il viso serio di Derek Naharis, a capo di un gruppo di mercenari chiamato Secondi Figli, che aveva assoldato qualche anno prima durante la conquista della città di Yunkai. Tutti le avevano consigliato di diffidare di un mercenario, eppure nonostante Derek avesse fiuto per gli affari le era sembrato onesto e ligio all’impegno che aveva stipulato con la corona. Un prezioso supporto agli Immacolati, oltre che valido alleato in quel gioco di trame e tradimenti. Tirò un sospiro di sollievo quando costatò che il sangue che le macchiava il viso e l’abito bianco non era suo.

    Regina, di qua!

    Lilith? Dove sei?

    Sono qui!

    Non c’è tempo. Bisogna portare in salvo la Regina!

    Fu trascinata di peso dal mercenario per metterla in salvo, seguita da una coraggiosa Lilith che era disposta ad imbracciare una lancia se fosse stato necessario a proteggerla. Sia Connor che Dakarai stavano fronteggiando gruppi di traditori sugli spalti. Avvertiva intorno a sé il clangore delle lame, le urla della battaglia, gli ultimi respiri dei morenti, il terrore degli spettatori ed il trionfo degli schiavisti. Tra le labbra avvertì uno sgradevole sapore, quello della sconfitta. Aveva provato ad amministrare il suo Regno nella Piramide di Meereen, venendo incontro ai suoi sudditi ed assecondando perfino di imprigionare i propri figli. In quel momento malediceva se stessa e chiunque le avesse suggerito di tener sottoterra i suoi Draghi.

    Fino alla fine! Disponetevi a protezione della Regina!

    Immaginava che la sabbia dell’Arena di Daznak avrebbe ben presto assorbito il suo sangue. Il sangue di colei che era Nata dalla Tempesta e destinata a diventare Regina degli Andali e dei primi uomini. Era stata così vicina alla morte così tante volte, eppure non si sentiva ancora pronta per lasciarsi andare. Desiderava mantenere la promessa fatta ad Alec e ripagare i suoi servitori della fedeltà dimostrata.
    Poi improvvisamente un ruggito.
    Drogon era tornato. Non tutto era perduto.

    Chi sei?
    Claire Targaryen, nata dalla Tempesta, Khaleesi del Grande Mare d'Erba, La non-bruciata, Madre dei Draghi, Mhysa, Distruttrice di catene e Regina di Meereen!


    [ … ]



    Ricordati chi sei.

    Dakarai, ha ragione. Ricordati chi sei qui.

    Si era assentata solo per qualche secondo, ma era come se avesse ripercorso anni dalla sua giovinezza fino a diventare regina. Lo sguardo ametista si spostò dalle piramidi di Meereen, che svettavano con le punte dorate e brillavano colpite dalla luce del mattino, al viso di Lilith. Ormai non percorreva passo senza essere seguita dalla ex-schiava, diventata sua consigliera. L’unica amica che avesse mai avuto, per una Targaryen nata sola e costretta a sopravvivere in un continente ostile.
    L’Essos era selvaggio, ricco di contrasti ed a volte duro. Ben diverso dai sette regni del Westeros, conosciuto solo grazie ai racconti del fratello. Si rese conto di non conoscere affatto il regno su cui era destinata a governare. Per diritto di nascita doveva dominare l’intero Continente Occidentale, in quanto la legittima erede del Trono di Spade. Al di là del Mare Stretto ad attenderla c’erano temibili nemici e spietati assassini. Nulla che non potesse davvero affrontare. Era sopravvissuta all’Essos e non aveva mai perso la speranza, confidando nelle persone di cui aveva scelto di fidarsi. Ad attenderla c’era solo una guerra. Morte e dolore per il suo popolo ed i suoi alleati. Non era detto che riuscisse a spuntarla in quel gioco di troni. Inoltre la città di Meereen continuava ad avere problemi amministrativi, la rivolta dei Figli dell’Arpia aveva portato con sé strascichi ed il governo di Astapor era stato rovesciato da un autoproclamato Imperatore. Il suo cammino nel Continente Orientale non si era ancora concluso. Ma era davvero pronta a rinnegare il suo destino?

    Non posso rinnegare il mio destino.

    Sicura che sia il tuo destino? E non quello che qualcun altro ha scelto per te?

    Lontana dalla città e davanti ad una ristretta cerchia di fedelissimi, Lilith di Naath poteva abbandonare ogni formalità proprio come quando ogni sera le spazzolava i capelli in camera.

    Chi sei davvero?

    Claire Targaryen… la legittima Regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini.

    Chi sei qui?

    La Regina di Meereen!

    Era così ostinata nel raggiungere un obiettivo che aveva perso di vista perfino sé stessa. Aveva avuto la risposta sotto al naso per tutto quel tempo. Forse non valeva davvero la pena affrontare una guerra, mettere in pericolo il suo popolo ed abbandonare le terre che aveva conquistato per un’utopia. Lei ormai apparteneva all’Essos.

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    Chi sei?
    Claire Targaryen, nata dalla Tempesta, Khaleesi del Grande Mare d'Erba, La non-bruciata, Madre dei Draghi, Mhysa, Distruttrice di catene e Regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini Regina di Meereen


    Ho deciso di sfruttare la cornice di Games of Thrones di George R. R. Martin.
    Ho preferito seguire l’Ambientazione dei Libri e non quella della Serie Tv, per esempio i Targaryen non sono biondi con occhi azzurri ma chioma argentea e occhi ametista.

    Mi sono divertita ad introdurre i PG di AH in avvenimenti narrati nell’opera di Martin. In particolare vengono narrate quattro scene sulla vita di Daenerys Targaryen: La partenza verso il continente Occidentale, la morte di Khal Drogo, la liberazione degli schiavi di Yunkai e la rivolta dei Figli dell’Arpia a Meeren.
    Gli avvenimenti sono fedeli all’opera ma i PG, seppur calzano le vesti dei PG di GOT, hanno mantenuto il loro carattere, punti di forza e debolezza. L’idea mi è venuta leggendo un articolo sulle motivazioni che hanno portato la “caduta di Daenerys” considerata come una tiranna invasore nel Westeros e una grande regina nel Essos (purtroppo ho perso il link altrimenti lo avrei riportato volentieri).

    E mi sono chiesta: E se Daenerys non fosse mai partita per Westeros?

    Claire (as Daenerys Targaryen): Non è mai partita per il continente occidentale ed è rimasta in Essos fondando una nuova dinastia di Targaryen nella Baia dei Draghi.
    Alec (as Viserys Targaryen): Non ha mai venduto sua sorella ai Dothraki, o almeno non per sua volontà. Non c’era posto per lui un modo pieno d’intrighi e spietato come quello di Essos.
    Phedre (as Mirri Maz Duur): Ho avvelenato con erbe ed intrugli velenosi Khal Drogo per vendicare il suo popolo. Viene arsa viva sulla pira funebre del Khal.
    Dakarai (as Dothraki Warrior): L’unico davvero innamorato di Daenerys e che veste i panni di Jorah Mormont ma con origini diverse.
    Connor (as Jorah Mormont): Tradirà i Mormont per affetto verso Daenerys e combatterà al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni.
    Lilith (as Missandei): Scaltra ed intelligente come Missandei ma non avrà mai il suo carattere mite e prudente.
    Derek (Daario Naharis): Meno cinico e borioso di Daaris ma con un buon fiuto per gli affari. Non s’innamorerà di Daenerys ma la seguirà per affetto ed onorare la promessa fatta.
     
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