Dieci Anni

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  1. Moira de Winter
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    Frozen Wiz
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    Smaterializzato
    Titolo: Nessun posto è come casa
    Autore: me medesima (?)
    Personaggi: Moira de Winter, Sheevarhas N. Flamel

    Era con passo leggero che stava attraversando le vie di Diagon Alley, godendosi l’aria fredda sul viso, la neve che scendeva leggera dal cielo, le vetrine dei negozi tutti addobbati per le festività Natalizie. Le era mancata la sua casa, nelle settimane che era stata vita.
    Non sapeva neanche quando esattamente avesse iniziato a considerare Londra come casa visto che ancora si riteneva pienamente scozzese - anche se priva del tipico accento, che sua madre le aveva estirpato fin dalla nascita - ma da qualche parte, forse negli anni della Lumos, aveva messo radici in quella città, tanto da essere felice ogni volta che vi faceva ritorno.
    Si affrettò ad attraversare la strada, facendosi largo tra un gruppo di ragazzi che erano appena usciti da Accessori da Quidditch di Qualità. Si sistemò la borsa sulla spalla, la vecchia borsa ancora dai tempi di Amestris, che aveva visto decisamente giorni migliori ma a cui era profondamente affezionata. Aveva visto il mondo in lungo e in largo con quell’ammasso di stoffa su una spalla, era ancora tutta intera, anche se un po’ sbiadita, e non l’avrebbe cambiata finché non si sarebbe completamente distrutta.
    Cosa che sembrava non sarebbe successa a breve.
    Dopo qualche altro attimo di cammino e svariati slalom tra gruppetti di persone a spasso, intravide l’insegna del Ghirigoro, la sua prima meta per quel giorno. Anche se era soltanto di passaggio, passava sempre al Ghirigoro ogni volta che veniva a Londra.
    Entrò accompagnata dallo scampanellio, prima di richiudersi rapida la porta alle spalle. Tolse i guanti e il berretto per poi infilarli nella tasca del cappotto, sistemandosi i capelli che le arrivavano di poco sopra le spalle mentre si avvicinava al bancone.
    Sheevarhas era impegnata con dei clienti, quindi si limitò ad attendere in disparte. Erano passati molti anni dal loro primo incontro, ma restava una tra le più belle donne che avesse mai visto. Il tempo pareva non avere potere su di lei.
    La vide sollevare la testa e notarla e Moira le rivolse un ampio sorriso a trentadue denti.
    Aspettò quasi saltellando sui piedi che i clienti pagassero e uscissero per poi fiondarsi dietro il bancone e abbracciare quella che era stata la sua mentore. E che ancora lo era.
    Moira non era una persona da abbracci ma spesso, con certe persone particolari, quello era l’unico modo che le veniva in mente per provare a dimostrare il suo affetto, visto che con le parole spesso faceva difficoltà a trovare quelle giuste.

    Com’è andato il viaggio? - le chiese nonappena Moira decise di staccarsi per lasciarla respirare.

    Oh, è stato magnifico. Petra è magnifica! Potrebbe quasi essere il mio nuovo posto preferito al mondo - iniziò a parlare a raffica.

    Ovviamente lei già lo sapeva, le aveva mandato spesso qualche lettera ed era stata proprio lei a suggerirle di visitarla.

    I mosaici Bizantini sono stupendi - beh, come tutti i mosaici bizantini - e El Khasneh è un ca-po-la-vo-ro. Credo di aver fotografato ogni singolo centimetro dell’intera valle.

    Continuò a parlare intanto che si mise a trafficare nella borsa, da dove tirò fuori un piccolo pacchetto, incartato con un giornale. Continuando a blaterare senza sosta di tutto quello che aveva visto si mise a scartarlo, tirando fuori una piccola statuina di bronzo.

    Ti ho portato un regalo - le disse. E’ una copia, ovviamente, ne ho una uguale. Anche se ho incontrato alcuni individui un po’ strani che vendevano cose che giuravano fossero originali. E per quel che ho potuto vedere sembravano veramente degli originali.

    Non avrebbe mai comprato qualcosa da dei tombaroli, neanche per mettere in salvo quei reperti dalle loro sudice mani.

    Comunque che mi racconti? E’ successo qualcosa di interessante a Londra? - chiese alla fine, appoggiandosi con gli avambracci al bancone.

    Ho finito il libro sul culto di Ishtar - le rivelò alla fine, lasciando Moira a bocca aperta.

    E perché non l’hai detto prima? - esclamò entusiasta, ricominciando a saltellare sui piedi. Avevi promesso che mi avresti lasciato leggere il manoscritto. Posso, vero? Dai, ti prego ti prego ti prego.

    Anche se oramai alle soglie dei trenta, continuava a restare e spesso comportarsi come una ragazzina. Secondo lei era quello il segreto per restare giovani in eterno: non prendere tutto troppo sul serio, soprattutto se stessi.

    Certo - le concesse con un sorriso e roteando gli occhi al soffitto scherzosamente. Ma prima andiamo a cena. Giusto?

    Certo che andiamo a cena - ribatté Moira.

    Quella era una tradizione a cui non avrebbe mai rinunciato.
     
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11 replies since 11/12/2021, 13:11   327 views
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