Dieci Anni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Theocracy
        +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Frozen Wiz
    Posts
    1,421
    Likes
    +475
    Location
    Jaywick - Essex

    Status
    Materializzato
    Titolo: How good it is to know you're like me
    Autore: Theocracy
    Personaggi: Theo ventinovenne, Mathilda, PNG

    Iniziò in un bar, quando una ragazza con cui era uscito anni prima a metà serata se ne uscì con la frase che cambiò tutto.

    Theo, hai una figlia, ha dieci anni.

    Quella singola frase fu capace di capovolgere le sue viscere.
    “Capovolgere” fu l’unica parola che gli venne in mente, mentre cercava di dare un senso alle parole di quella donna.
    Immobilizzato davanti ad un Martini bianco, seduto al bancone di un bar di Diagon Alley, Theo assaporò un terrore che non provava da molto tempo.

    Non te l’ho mai detto perché sapevo già la tua risposta e ho evitato ad entrambi la scena patetica.

    Più lei parlava, più lui perdeva la facoltà di rispondere, paralizzato da quel caos che aveva nella testa.
    Si sentì mancare l’ossigeno, come se la ragazza che aveva davanti a lui fosse in grado di risucchiare l’energia, la luce e l’aria tutto intorno a sé, lasciandolo lì al buio e senza fiato.
    Sentiva la bocca inaridirsi, i muscoli tendersi, gli occhi spalancarsi ed il viso impallidire. Non ce la faceva, non poteva farcela e pregò che quello fosse solo un brutto scherzo, ma le sue parole furono come calci nella pancia, ed era tutto vero: Theo aveva una figlia e si chiamava Mathilda.

    Se n’era uscito con frasi da vero ipocrita: “Come hai potuto tenermelo nascosto, è anche figlia mia!”. La verità - pensò lì per lì - era che non si sarebbe mai preso una responsabilità simile.
    Aveva sempre voluto avere dei figli ma era terrorizzato, che razza di genitore sarebbe potuto essere? Ma se i suoi erano un pessimo esempio, da un’altra parte voleva esserci, voleva che lei avesse tutto ciò che non aveva avuto.
    Passarono settimane prima di prendere quella decisione, dilaniato dai dubbi, dalle incertezze, dalla miriade di domande su come sarebbe cambiata la sua vita, su come avrebbe potuto fallire miseramente, rovinare tutto come faceva sempre, farle del male o deluderla.

    Camminò per l’ingresso in punta di piedi, come se non volesse davvero palesare la sua presenza. Una parte di lui avrebbe voluto girarsi e scappare più lontano possibile, lontano da colei che avrebbe cambiato tutto.

    Ha iniziato a farmi una miriade di domande su chi fosse suo padre, non mi aspettavo di certo che ti volessi prendere una responsabilità simile ed io non ho mai avuto bisogno di niente, poi ho saputo che sei fidanzato e credevo che…

    Smise di ascoltarla, si affacciai alla porta finestra che dava sul salotto, Mathilda era seduta sul divano. Lunghi boccoli biondi, enormi occhi neri come la pece, un vestito da festa ed una chitarra tra le braccia.

    Sa che sarei venuto?

    No.
    Hai rimandato così tante volte… e sapevo che l’avresti fatto, per cui non le ho mai detto nulla per non farla rimanere male, le ho sempre detto che suo padre era un uomo integro, risoluto, ho voluto creare un’immagine di te diversa, ma le ho detto che suona la chitarra, il mese scorso ho dovuto comprargliene una per il suo compleanno… sembrava fosse una questione di vita o di morte.

    Theo sentiva il cuore occluso, batteva così forte da pulsare nelle orecchie, come se stesse per esplodere da un momento all’altro… anzi, come se il suo corpo stesse per collassare, le sue mani tremavano al punto tale di non riuscire a slacciarsi il cappotto.
    Entrò nella stanza lentamente, per inerzia. Mathilda alzò lo sguardo per studiarlo, prendendosi tutto il tempo, ma dopo poco perse di interesse, tornando a suonare la chitarra che teneva tra le mani, sempre gli stessi accordi: Mi, Re, Sol. Theo andò a sedersi accanto a lei, parlò quasi per colmare l’insopportabile abisso di silenzio.

    Se vuoi ti insegno una canzone.

    Disse con tono accondiscendente, dentro di lui però era distrutto. Nonostante sua madre gli avesse detto che lei non sapeva nulla, né del suo arrivo, né di chi fosse, era come se avesse il sentore di essere stato scoperto, come se Mathilda potesse leggere dentro di lui ed anticipare le mosse. Persino quell’indifferenza, quasi calcolata, non facevano altro che ingigantire il senso di colpa per la sua assenza. Poi però lei alzò lo sguardo, porgendogli la chitarra senza dire una parola.
    Theodore strimpellò una vecchia canzone, senza aprir bocca sotto lo sguardo di sua figlia, che lo osservava come per studiarlo.

    Posso abbracciarti? - chiese poi, tutto d’un tratto.

    Cosa?

    Posso abbracciarti? - Disse di nuovo, questa volta più lentamente.

    Annuì e lei, un poco impacciata, aprì le braccia timidamente per stringerlo un poco, si allontanò quasi subito.
    Lei lo sapeva, lo sapeva e basta, e fu come tornare a casa dopo anni di lontananza, quella sensazione che si prova quando finalmente ci si ritrova in un luogo conosciuto, in un luogo che puoi dire esser tuo, dove ogni cosa lì parla di te.
    Guardando il suo riflesso negli occhi di Mathilda si rese conto di non aver mai provato nulla di simile, che in ventinove anni della sua vita gli era sempre mancato qualcosa e quel qualcosa si trovava lì davanti a lui.

    Senti… ti va di andare a prendere un gelato?

    Annuì poco convinta e compiacente, facendolo sentire un perfetto idiota che propone un gelato nei mesi più freddi dell’anno.

    O-oppure… una cioccolata calda, a Drayrdd la fanno davvero buona.

    Il viso della bimba si illuminò.

    Ok, posso portare la chitarra?

    Certo…

    No, non voglio che mia figlia se ne vada in giro come un’artista di strada e non allontanatevi troppo.

    La donna fece una pausa e prima che se ne accorgesse, lui era già a terra ad infilare il cappotto alla bambina con occhi adoranti ed una dolcezza nello sguardo che in pochi gli avevano visto. Avevano lo stesso viso appuntito, gli stessi occhi all’ingiù che li facevano sembrare perennemente tristi, stesso colore di capelli.

    Mettile pure i guanti ed il cappello… fuori si gela.

    Theo non aveva mai creduto fosse possibile provare quel che aveva provato quando aveva sentito la sua piccola mano stringere la sua.

     
    Top
    .
11 replies since 11/12/2021, 13:11   327 views
  Share  
.
Top