Dieci Anni

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  1. Lily Anne Hale
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    Fuoco VII Anno
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    Smaterializzato
    Titolo: Ricordi
    Autore: Lily Anne Hale
    Personaggi: Lily Anne Hale, Dominil Weston, Charles Hale (padre), Ines Austen (Zia), Maurice Leroy (zio)

    Non ci aveva sperato più, arrivati alle diciotto del giorno della Vigilia, che sarebbe riuscita a tornare a casa in tempo per Natale.
    Seduta a terra ai piedi di un alto scaffale dell'archivio, circondata da fascicoli con rapporti di missioni risalenti all'epoca degli Orcrux di Voldemort, alla vista del folletto che aveva fatto irruzione nella stanza comunicandole che, non grazie a lei, il report che stavano cercando era stato trovato da almeno un'ora, il suo primo pensiero era stato che si trattasse di un'allucinazione.
    Il lavoro, se così poteva chiamarlo, nell'ultimo periodo l'aveva assorbita probabilmente più di quanto il suo fisico riuscisse a gestire, e sebbene fosse più volte arrivata al punto di dichiararsi totalmente non idonea alle mansioni assegnate e darsi alla vendita ambulante di prodotti per l'igiene personale, aveva giurato a sé stessa che piuttosto che dare a quel pitocco di Bonci la soddisfazione di vederla fallire, sarebbe morta di stenti.
    Era più di un mese ormai che dormiva quattro ore a notte, ne lavorava dieci, a volte anche dodici, e sopportava ogni forma di maltrattamento psicologico che il responsabile di reparto fosse in grado di concepire. Solo la settimana prima, l'aveva messa a riorganizzare, in ordine cronologico -e quindi di codice di archiviazione- il registro dei nuovi tesori acquisiti dalla Gringott negli ultimi tre anni, solo per scoprire, sei ore più tardi, che si trattava di tesori che erano già stati catalogati, distribuiti tra le varie sedi e in buona parte anche già venduti a terzi.
    Alla notizia, dunque, che nessuno si era degnato di avvisarla prima che il rapporto che stavano cercando dalle prime ore di quella mattina era stato già trovato da tempo, non si scompose più di tanto, limitandosi a nascondere un'occhiata di puro odio verso il folletto dietro a un sospiro di finto sollievo.

    Puoi andare. Dopodomani, puntuale.

    Era il suo modo per dire che l'indomani avrebbe avuto la giornata libera. La scontrosa creatura le voltò le spalle senza aggiungere altro.

    Buon Natale anche a lei.

    Aveva mormorato Lily, poco prima di realizzare che, finalmente, di lì a poco, sarebbe tornata a Casa.
    ---

    Suo padre viveva ancora nella casetta di Bristol che avevano acquistato dieci anni prima, quando a causa dell'espulsione di Lily dall'accademia di Beauxbatons erano tornati a vivere in Inghilterra, e nonostante lei ci avesse infondo passato poco tempo, tra i soggiorni ad Amestris e quelli alla LUMOS, rivederla adesso, con indosso il suo vestito migliore fatto di luci e decorazioni natalizie, le diede la stessa stretta al cuore che le avrebbe dato fare ritorno alla casa d'infanzia.
    Non sapeva se quel sentimento improvviso d'affetto fosse dovuto effettivamente alla nostalgia di casa, al fatto che fosse terribilmente stanca o a una concomitanze delle due cose, fatto stava che, arrivata con una Smaterializzazione davanti al vialetto, si affrettò a percorrerlo arrivando davanti alla porta quasi di corsa.
    Si fermò sul pianerottolo che aveva già un gran sorriso stampato sul viso, la porta era ancora chiusa, le finestre sigillate e le pareti spesse, eppure inalando aria in un profondo respiro, le parve di riuscire a sentire il profumo dell'arrosto che finiva di glassare al forno, l'odore di spezie in infusione nel vino caldo, il calore del fuoco nel camino che scoppiettava aggiungendosi alle voci familiari di suo padre e Maurice che, poteva immaginarli, già discutevano delle ultime decisioni prese dal Ministero in merito a questo o quell'argomento.
    Per molto, troppo tempo, Lily non era stata in grado di comprendere cosa fosse la Magia del Natale. Aveva passato l'intera adolescenza arrabbiata col mondo, e con mondo, intendeva precisamente suo padre. Lo aveva egoisticamente ritenuto responsabile del suo carattere difficile, l'aveva incolpato della morte della madre, perchè non era stato abbastanza da impedirle di unirsi a quella battaglia, perchè non era stato in grado di darle l'amore di entrambi, perchè aveva continuato a soffrire togliendo a lei le attenzioni che avrebbe dovuto ricevere. Lei, lei, lei. Non le era mai bastato quello che aveva fatto, era stato sempre troppo poco, ma la verità era che era lei ad esser stata cieca.
    C'erano voluti anni prima che arrivasse a capire che prima di essere genitore, suo padre era un uomo, che era esistito prima di lei e continuava a esistere indipendentemente da lei, e che proprio come ogni essere umano doveva conciliare diverse esistenze in un'unica vita. Era un padre, un collega, un marito, un amico, ed era stato per ognuno il meglio che aveva potuto, e da qui a comprendere che quella che non aveva dato abbastanza era stata lei, il passo era stato dolorosamente breve.
    Era stato necessario l'intervento duro di Dominil per farglielo capire, che aveva avuto il coraggio di dirle dritto in faccia quanto poco meritasse la fortuna di aver avuto una madre e un padre così, senza timore alcuno di ferirla.
    In piedi sullo zerbino, gli occhi fissi sull'enorme ghirlanda che addobbava la porta, per un attimo pensò a tutti i giorni di Natale che aveva consapevolmente reso difficili perchè vedeva serenità negli occhi degli altri e riteneva che meritassero invece di condividere il malcontento con lei, e provò vergogna e rimorso, due sentimenti che la spinsero ad afferrare il batacchio della porta con ancora maggior urgenza di riabbracciare la sua famiglia.
    Avrebbe potuto entrare direttamente in casa, ma non aveva detto a nessuno che alla fine era riuscita a liberarsi ed era elettrizzata all'idea della faccia che avrebbero fatto vedendola comparire sulla soglia di casa, quindi bussò.
    Furono secondi interminabili, temette che il suo bussare si fosse smarrito tra la cascata di parole che affollavano la casa, ma proprio mentre stava per afferrare di nuovo il batacchio, sentì dei passi oltre la porta che si aprì, e il ricordo della sorpresa che lesse sul volto di suo padre quando realizzò chi aveva davanti le sarebbe bastato a rendere felici centinaia di altri Natali.

    Lily!! C'è Lily!!

    Aveva esclamato, voltandosi per un attimo ad annunciarla al resto degli ospiti, portandosi poi entrambe le mani al petto come se avesse avuto paura che il cuore potesse fuggire via. La prese tra le braccia e la strinse.

    In carne e ossa

    Rispose lei, lasciandosi abbracciare

    ...rotte se continui a stringere così, papà!

    Aggiunse poi, perchè aveva imparato ad ascoltarlo l'amore che provava per suo padre, ma dimostrarlo con troppe effusioni, quello era un altro discorso.

    Ho fatto fuori quello schiavista di un folletto. Ho cercato di fare in fretta, spero di essere in tempo per la cena.

    Sciolto l'abbraccio, Charles le aveva lanciato un'occhiata dubbiosa, quindi Lily si era affrettata a precisare che stava scherzando e che semplicemente le avevano concesso la serata e l'indomani liberi.
    Dalle spalle del padre erano intanto sopraggiunti zia Ines, Maurice e, dalla soglia della cucina, aveva fatto capolino Dominil.
    L'avevano accolta come il miglior regalo di Natale. Era passata da un abbraccio all'altro, zia Ines l'aveva aiutata a togliere il mantello, Maurice aveva fatto alcune delle sue solite battute sulla Gringott e sui folletti, e suo padre le aveva messo in mano uan tazza fumante di vino caldo aromatizzato. Dominil, che tra tutti era quella che le capitava di incontrare un po' più spesso, aggiunse un posto a tavola per lei e si premurò di sussurrarle che era facile di vederla.
    Avrebbero potuto passare la serata a digiuno che Lily era certa non avrebbe patito la fame. La felicità, le risate e l'affetto che colmavano l'aria, sarebbero stati sufficienti a sfamarli tutti per una settimana intera.
    Si scambiarono aggiornamenti su come stavano procedendo le reciproche vite: Charles era ancora un giornalista freelance, ma era in trattativa con una rivista di attualità per il ruolo di vice direttore; Ines e Maurice avevano organizzato un viaggio in Norvegia per la prossima primavera, in occasione per loro anniversario di matrimonio. Dominil aveva da poco ottenuto un'importante promozione, mentre lei, ventisei anni compiuti appena il giorno prima, sgobbava da mesi dietro ai folletti della Gringott nel disperato tentativo di far fruttare la sua formazione come Spezzaincantesimi.

    La Gringott in mano ai Folletti è la rovina della nostra economia.

    Aveva tuonato Maurice

    E' da sempre in mano ai Folletti, Maurice. Se così fosse, saremmo dovuti cadere in rovina da molto tempo.

    Aveva controbattuto Ines, con la delicatezza che -a Lily piaceva pensare- avrebbe potuto contraddistinguere anche sua madre.

    Solo perchè una cosa è sempre stata così, non significa necessariamente che sia fatta nel modo giusto. Il modo dei Folletti di gestire la moneta è sempre stato sbagliato, pensa solo a quanto è cambiato nel corso degli ultimi anni il tasso di...

    Lily aveva nascosto un mezzo sorriso dietro al fazzoletto, poi prendendo il proprio calice, si alzò da tavola e lasciò gli adulti ai loro discorsi di politica, gestione amministrativa del Paese ed economia, decidendo di godersi il dibattito da una posizione di distanza, per riuscire a vederlo meglio e imprimere il momento più a fondo nella propria memoria.

    Sai che devi solo chiedermelo vero. La mia proposta è sempre valida. Posso fare in modo di farti inserire nella prossima missione.

    Dominil l'aveva raggiunta vicino al camino, con la bottiglia di vino in mano che aveva poggiato sul pavimento dopo aver riempito il suo bicchiere e quello di Lily.

    Lo so, e ti ringrazio, ma posso farcela da sola. Il tirocinio durerà ancora poche settimane, poi sarà tutto in salita.

    Dominil l'aveva guardata con affetto, ravviandole con dolcezza una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

    Somigli sempre di più a tua madre.

    Glielo ripeteva spesso e ogni volta, sebbene sentisse il cuore scaldarsi di orgoglio, Lily si trovava a scacciare via l'ormai debole impulso di rifiutare quella somiglianza, come per troppe volte aveva fatto in adolescenza.
    Negli ultimi dieci anni, da quando Dominil era entrata nella sua vita, Lily non aveva imparato solo a vedere suo padre, aveva anche imparato a perdonare sua madre e, cosa più importante, aveva imparato a conoscerla attraverso i ricordi che per molti anni aveva rifiutato di ascoltare.
    Da quei racconti, aveva saputo che Elisabeth Austen, fiera Grifondoro, una volta durante l'ora di pozioni aveva letteralmente sciolto un calderone in peltro a causa di una combinazione sbagliatissima di ingredienti -il talento pozionistico, Lily non l'aveva chiaramente preso dalla madre; era stata nominata Prefetto, proprio come lei, e proprio come lei aveva sempre lottato contro le ingiustizie e a favore dei più deboli. Era diventata Auror per proteggere la popolazione magica -e non solo quella- dalla corruzione e dal male, aveva preso parte alla battaglia di Hogwarts perchè credeva in una causa. Ci credeva a tal punto da accettare la possibilità di sacrificare sé stessa se il sacrificio fosse servito a rendere migliore il posto in cui sua figlia sarebbe cresciuta.
    Aveva saputo da Dominil che sua madre era morta salvando la vita ad alcuni studenti, e Lily aveva saputo, ascoltando quel racconto, di essere stata lei l'ultimo pensiero di sua madre, il pensiero in cui la sua anima avrebbe trascorso l'eternità.
    La nostalgia che lesse negli di Dominil in quel momento, la indusse a sorriderle con quel suo fare un po' beffardo per sdrammatizzare un po' la situazione

    Mh. E dici che mia madre sapeva fare questo?!

    Disse poco prima di contrarre i muscoli della faccia in una mostruosa smorfia che fece scoppiare Dominil in una fragorosa risata alla quale si unì anche Lily.
    Il rumore improvviso delle loro risate arrivò provvidenziale a interrompere sul nascere un monologo di Maurice sulla storia dell'economia magica.
    Zia Ines colse la palla al balzo per proporre, con eccessivo entusiasmo, un torneo di Gobbiglie.
    Charles portò in tavola una bottiglia di Whisky Incendiario di una prestigiosa distilleria statunitense, e Dominil e Lily tornarono a sedersi al tavolo, iniziando già a distribuire Gobbliglie tra i commensali.
    Restarono a giocare fino a notte inoltrata, finirono l'intera bottiglia di Whisky e ad un certo punto qualcuno propose persino di mettere a scaldare gli avanzi della cena.
    Fu una serata semplice, ma piacevole, una serata dal sapore leggero, vagamente nostalgico, ma sereno, e sarebbero state esattamente queste le sensazioni che qualche anno più tardi, avrebbe percepito suo figlio -o meglio, sua figlia, ma all'epoca Lily, non poteva ancora saperlo- quando, entrando in punta di piedi nei preziosi Ricordi donatigli da sua madre, l'avrebbe conosciuta per quello che era stata prima di essere messo al mondo.
     
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11 replies since 11/12/2021, 13:11   327 views
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