Che il passato possa aiutare a comprendere il futuro

Primo servizio socialmente utile per Thodore

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    Theodore era stato valutato innocente, o almeno questo dicevano le prove inconcludenti e la poca chiarezza sulle dinamiche che lo avevano portato ad agire in quel modo, con Aiden che aveva deciso di occuparsi di lui in modi diversi e con intenti del tutto differenti.
    Aveva chiesto di poterlo seguire nel primo compito a lui affidato ed incluso in quei “servizi socialmente utili” ai quali era stato costretto come parte della pena, ovviamente Aiden sarebbe stato presente solo al primo di una lunga serie di giornate, lasciando poi ad altri colleghi o reclute l'onore di portare avanti quella cosa.
    Aiden sapeva che al San Mungo si trovava una sezione che ospitava maghi e streghe anziani, senza famiglia o la capacità di essere del tutto indipendenti per ragioni differenti, aveva parlato con i responsabili e aveva selezionato con loro un piccolo gruppo di maghi e streghe che oltre alle caratteristiche precedenti, erano tutti legati da traumi o lutti segnanti per opera di maghi e streghe oscure del passato.
    Theodore avrebbe dovuto tener loro compagnia e quindi confrontarsi con alcune conseguenze di una via che sembrava aver scelto, nella speranza che capisse e si immergesse nella realtà delle cose, senza l'edulcorata visione che spesso tali criminali pensano di avere del mondo e delle proprie scelte.
    Sarebbe servito a qualcosa?
    Forse no, ma Aiden voleva che quella spiacevole situazione potesse trasformarsi in un'utile occasione di crescita ed in minima parte redenzione, cosi se DeWitt avesse comunque proseguito per quella via, Aiden avrebbe saputo di aver fatto il possibile per lui ed in quel caso non ci sarebbe stata alcuna pietà.

    Ben arrivato Theodore

    Disse Aiden una volta che il ragazzo fu entrato nella grande sala di ricreazione, dove insieme a lui si poteva vedere un gruppetto di anziani differenti.

    In questi mesi il tuo compito sarà quello di tenere compagnia ai nostri amici, ascoltare le loro storie e chiacchierare

    Loro erano ancora lontani ed Aiden bloccò il ragazzo tenendolo per il braccio, senza esercitare alcuna pressione, solo indicandogli di fermarsi mentre la sua voce si fece più bassa.

    Sono soggetti fragili, le loro menti hanno perso la lucidità da molto tempo ma ci sono dettagli del loro passato che ricordano molto bene e tornano in superficie molto spesso. Tutti loro sono accomunati da traumi e perdite importanti ad opera di maghi e streghe oscure.

    Si fermò un istante, mentre la sua espressione si fece ancora più seria

    Spero che troverai l'esperienza interessante DeWitt

    Non era ancora arrivato il momento di presentarglieli, Aiden voleva che fosse chiara la situazione

    Evita le tue solite cazzate ok? E porta rispetto a chi ha sofferto

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    [25 Ottobre - Mattino*]


    Arrivò al luogo dell'incontro in perfetto orario, se ne stava compìto con le mani intrecciate, guardando Aiden con quel suo solito sorriso imperscrutabile. I suoi abiti, nulla di più che un paio di pantaloni a coste blu ottanio, una camicia color crema dai ricami floreali ed una cintura che gli stringeva ancor di più i fianchi stretti, erano ciò che di più comodo aveva nell'armadio (tolto il completo per il quidditch ed una tuta che non si sarebbe mai sognato di mettere per uscire di casa).

    Buongiorno Signor Crane.

    Theo sembrava essere tranquillo, ma si sentiva affamato. Questo non dipendeva dall'aria fresca del mattino, o da ciò che aveva mangiato poche ore prima. Il disagio di quella situazione gli apriva un buco nello stomaco, una voragine che per quanto avesse cercato di compensare, non sarebbe riuscito a colmare.
    Quella sensazione, che lo portava a compiere piccoli e sfuggenti gesti come arricciarsi i boccoli biondi sulla nuca o chiudersi a braccia conserte, non era dato da ciò che avrebbe dovuto fare: Theo - solitamente - era un abile conversatore capace di chiacchierare abilmente con chiunque gli si parasse davanti. Si trattava sempre ed unicamente di capire i bisogni delle persone e poi, comportarsi di conseguenza. "Ma che bel cappello signora", "Ti vedo stanco, tutto bene?", "Bella maglietta, fan degli Smiths?".
    Quella sua cura nei piccoli dettagli, apriva una breccia in ogni conversazione. Dava modo di mostrarsi un ragazzino a modo, dalla faccetta pulita e dai capelli biondi, tutto il resto, veniva da sé.
    No... Theo non era a disagio per ciò che avrebbe dovuto fare quel giorno, sempre meglio giocare a spara schiocco con degli anziani signori, che pulire Notturn Alley dalla spazzatura.
    Quello che lo innervosiva di Aiden, era quella sua spasmodica e - a detta del giovane Merlino - imbarazzante fiducia verso il genere umano.
    Aiden Crane era diverso da tutti gli altri Auror che aveva incontrato: era diverso da quelle teste di cazzo che gli capitavano sott'occhio nel suo appartamento ed era diverso anche da Morgan. Sembrava quasi che l'Auror nutrisse una vera e propria speranza di rendere il mondo un posto migliore, di educarlo.

    Spero di fare del bene oggi.

    Rispose alle parole dell'uomo con un sorriso benevolo sul volto, quando in realtà da quell'esperienza, gli interessavano solo di fare interessanti conversazioni per passare il tempo ed una buona mano di gobbiglie.
    Ci aveva provato già da sé a provare del sincero pentimento per quanto era successo ed era andato ad una funzione commemorativa per le vittime dell'incendio. Tutto quell’alzarsi, inginocchiarsi, sedersi e poi di nuovo rialzarsi… Se avesse voluto fare ginnastica leggera, si sarebbe iscritto ad un corso di aerobica. A fine funzione non si sentì diverso dal solito, si sentì solo il culo più sodo.

    Sa signor Crane, la trovo bene... devo ammettere che le luci del mio appartamento la rendevano più stanco o emaciato, mi sembra in forma o sbaglio?

    Lo guardò in viso, gli occhi erano il suo limite, forse era proprio per questo che non gli faceva paura nonostante fosse un Auror. L'unica cosa che lo infastidì - ed un po' se lo aspettava - era una di quelle frecciatine fuori posto che era solito lanciargli. Ormai Theo si era abituato alle sue uscite e seppur all'inizio, per un secondo, il ragazzo si incupì; subito dopo riprese a tornare accomodante come al solito.
    All'insinuazione della sua presunta maleducazione o Merlino sa solo cosa, Theodore rispose in fretta.

    Come al solito, signore.

    Abiti di Theo qui - Cerco di dargli un look più "magico", mi sono studiata il vestiario dei ghermidori... quindi non dovrebbe essere troppo esuberante, solo un po' per i colori. (s/s 2031 Notturn Alley)
    *Ci siamo messi d'accordo in privato sulla data.
    Comunque ciao Aiden-caro <3


    Edited by Theocracy - 3/11/2021, 19:03
     
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    Hector a braccia conserte osservava la scenetta che si stava consumando davanti ai suoi occhi. Era alle spalle del ragazzo , comodamente appoggiato con la schiena contro il muro, le braccia conserte e le gambe incrociate. Una posa rilassata, come era sua abitudine. Abbassò per un attimo le lenti colorate (oggi arancioni) e squadró da capo a piedi lo studentello, studiandone le movenze, il tono di voce, l’atteggiamento e - soprattutto -l’abbigliamento. Purtroppo colpiva lo sguardo. Fin troppo. L’ottanio non era tra i suoi colori preferiti, certo, ma d’altronde per Knight esisteva un solo colore, il nero. Eppure, gli diceva già qualcosa del ragazzo. Non era vestito a caso. Sporse un attimo il capo, facendosi scorgere solo da Aiden, sorridendogli e alzando le sopracciglia in un cenno di saluto ormai consueto tra i due. Aveva ascoltato la conversazione svoltasi tra di loro fino a quel momento, d’accordo con Crane che sarebbe sopraggiunto più tardi. Poco più tardi, in realtà. Quasi subito. Una sorpresa, per così dire.
    Trovava inutile la sua presenza lì, ma era stato incuriosito dall’amico e dalla sua dedizione a quella strana causa. Dal canto suo, il giovane per lui era solo una enorme, gigantesca rottura di scatole. Trovava i lavori socialmente utili completamente inutili, specie in quei casi. Al contrario Aiden, da perfetto romantico, credeva ancora alla buona fede della gente. Hector non più. Da molto tempo. Ma ciò non significava che avrebbe svolto il suo “lavoro” meno efficacemente di quanto gli era stato richiesto.
    La pacca sulla spalla (*), data con una certa veemenza, arrivó da dietro a colpire il ragazzo e ad annunciare la presenza dell’auror a DeWitt.

    Bene, quindi è lui.

    Gli cinse la spalla con una presa piuttosto salda in quello che avrebbe dovuto essere un paternale “abbraccio”, voltando il suo capo fino a fissarlo negli occhi. Un sorriso grande, illuminava il volto di Hector, se fosse sincero il ragazzo non lo avrebbe saputo dire. Knight amava guardare la gente. Ne era visceralmente attratto. Gli occhi erano la porta attraverso la quale l’animo delle persone faceva capolino. E se si guardava bene, molto bene, a fondo, qualcosa emergeva sempre. Non smise quindi di guardarlo, - o meglio - scrutarlo, a distanza ravvicinata. Molto ravvicinata. Il giovane avrebbe potuto sentire il profumo del dopobarba leggermente agrumato dell’Auror oltre che la sua presa salda sulla spalla.

    Ci sta facendo perdere un sacco di tempo prezioso, signor DeWitt. Quindi saltiamo salamelecchi e convenevoli ed invece veniamo a noi. Al motivo per cui Lei è qui. poi voltandosi solo per un attimo verso Crane aggiunse Ha ragione, hai una bella cera, Aiden !

    Con l’altra mano battè stavolta con più delicatezza il torace del ragazzo, prima di abbandonare definitivamente la presa finora salda che aveva avuto su di lui e tornando a fissarlo da un punto di vista più diretto. Frontale.

    Knight, Hector Knight. Ma Lei può chiamarmi Auror Knight.

    Con voce serena e suadente si presentó. Prese posto al fianco di Aiden mentre in una posa identica a quella che il ragazzo aveva assunto prima con il collega, mani giunte davanti a sè, continuava a fissarlo.

    Aiden, le ha illustrato la parte romantica del suo compito. A me l’onere e l’onore di spiegarle il resto.

    Un nuovo sorriso si stampó sul suo volto. Le parole pacate e compiste fluivano da lui elegantemente. Si giró per un attimo con il capo, scostandosi appena dalla spalla di Crane, quel tanto che bastava da far intravedere al ragazzo ciò che si stava svolgendo alle sue spalle.
    Una coppia di docili vecchietti, seduti l’uno accanto all’altro.
    Con un cenno del capo, glieli indicó, tirando su le spalle in una smorfia compiaciuta.

    Carini, vero? Erano miei vicini. altro sorriso Da oggi saranno una Sua responsabilità, signor DeWitt.

    Il sorriso scomparve. Gli occhi di Hector continuavano a fissarlo. Enigmatici. Era abbastanza evidente che per Hector il ragazzo non era neanche capace di badare a se stesso, altrimenti non si sarebbe trovato lì. Semplice evidenza dei fatti.

    Sa come si dice: ogni desiderio è un ordine. Ecco, ogni desiderio di Phoebe e Damon Arryn - questi i loro nomi - saranno una Sua priorità. Per tutto il tempo che passerà con loro. Come già detto da Aiden, deve averne cura. Molta cura. Molta.

    Sospirò vistosamente, dopo aver calcato il tono di voce basso e profondo sull’ultima parola.

    Maledizione Cruciatus. Immagino non debba spiegargliene gli effetti. Immagini se vengono prolungati per troppo tempo... stavolta il sorriso fu di circostanza mentre illustrava la condizione degli Arryn Lui è molto più instabile di lei, più rabbioso. Lei va soggetta a crisi di ansia e potrà capitare che la scambi per i suoi aguzzini. A volte... non sempre il tono assunse una sfumatura calda quando proseguì Si ricordi, sono una SUA responsabilità, signor De Witt. Solo sua.

    Si riferiva solo agli Arryn o anche ad altro?

    Cosa dirle di più? continuava a fissare Theodore Il compito è semplice. Deve badare a loro per qualche ora e fare in modo che non accada loro nulla di male. Non vogliamo altri problemi, giusto?

    Era rimasto sempre nella stessa posa, nuovamente con un sorriso sereno. Il tono era perennemente calmo e rilassato, come sua abitudine.

    Ah, dimenticavo! Ovviamente di tanto in tanto passeremo a controllare...

    Si voltó verso Crane, pronto a cedergli parola, se avesse voluto aggiungere qualcosa al quadro generale.

    (*)n.d.r. pacca alla Antonino Canavacciuolo 😬
    I due vecchietti saranno mossi solo da me e da Aiden, ovviamente.
     
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    Aiden si voltò sorridendo all'arrivo del collega, la cui presenza non era inizialmente prevista ma Hector gli aveva chiesto di poter partecipare, lui che aveva cosi a cuore la sorte di quella coppia di anziani maghi e che quindi aveva recepito l'iniziale progetto dietro alla scelta di Aiden per quel lavoro socialmente utile.
    Non c'era stato bisogno di grosse spiegazioni, i due auror avevano capito all'istante quale potesse essere il messaggio dietro a quel piccolo ma importante progetto, loro che più di tanti altri si erano dovuti confrontare con la morte e la sofferenza dovuto alle azioni scellerati di maghi e streghe oscure.
    Theodore sarebbe stato uno di questi?
    Il giovane mago stava ancora camminando su un filo sottile, guardano entrambe le direzioni senza aver ancora scelto da che parte cadere, perchè qualunque scelta avesse fatto, il destino di un uomo passava sempre da una caduta.

    Confido che tu possa trovare lati positivi in questa punizione che ti è stata data, altrimenti sarà solo tempo perso. Soprattutto per te

    Sarebbe stato capace di sfruttare quell'occasione per capire in che guaio aveva scelto di cacciarsi?
    Theodore non era una sua responsabilità, ma in qualche modo Aiden si era preso a cuore quella situazione, camminando a sua volta tra due possibilità, come in un forsennato inseguimento di un'ombra che ancora non aveva rivelato la sua vera natura.

    A dopo DeWitt

    I due auror uscirono insieme dalla stanza ed una volta fuori da essa Aiden si rivolse ad Hector

    Lo so che probabilmente non tireremo fuori nulla da lui, ma credo sia nostro dovere provarci, o daremo adito alle voci che ci vogliono come meri aguzzini. Lo siamo, ma non solo quello

    Disse sorridendo in direzione dell'amico ritrovato.

    In questi ultimi mesi ho lasciato spazio alla speranza, ma giorno dopo giorno sento che l'oscurità sta riguadagnando terreno, come se la spinta della luce non fosse abbastanza forte da farsi spazio nelle nere pieghe del tempo. Ne ho bisogno Hector

    Forse lo faceva anche per se stesso, per nutrire quella speranza sopita con possibilità concrete, ma essa non era l'unica cosa affamata nelle profondità del suo animo, sentiva la bestia sopraggiungere e chiedere lo spazio che un tempo aveva e che da mesi sembrava essergli stato negato.
    Per quanto tempo sarebbe riuscito a porvi freno?



    [Damon]

    Tu chi sei ragazzo? Sei quello che dovrebbe pulirmi il culo?

    Sorrise con tono di sfida nella sua direzione

    Non sono ancora cosi rincoglionito da averne bisogno, cosa credono quei due, eh? Diglielo Phi

    Si voltò verso la sorella ed il suo sguardo si addolcì di colpo, come se la sua presenza e la consapevolezza di essere al suo fianco riuscisse a rasserenarlo, tornando poi a guardare il ragazzo in silenzio, rivolgendosi a lui mentre la mano tremante cercò quella della sorella.

    Quindi? Cosa vuoi da noi? Mi piaceva di più quel mago con il pizzetto, era simpatico.
     
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    Bocca dischiusa alla ricerca di ossigeno, il respiro accelerato dalla rabbia. Esitò, alzando lentamente lo sguardo su Aiden, quasi per biasimarlo di aver portato con sé l’amico simpaticone.
    Se la sua posizione lo obbligava ad essere accondiscendente ed eseguire gli ordini - cosa che per altro gli causava già un bruciore alla bocca dello stomaco - il pensiero di dover essere gentile con quell’uomo, fu troppo persino per quel viscido stronzetto di Theodore.

    Beh, lungi da me volerla trattenere, personalmente credo che il signor Crane sia perfettamente in grado di poter gestire un ragazzino ed un gruppetto di anziani. - disse in tono amabile - Ma… certo è che se lei crede altrimenti… è libero di rimanere.

    E dopo aver dato il suo consenso sulla presenza dell’uomo, lasciò l’auror libero di sproloquiare compiaciuto su quello che avrebbe e non avrebbe dovuto fare, senza ovviamente esimersi dal toccarlo nuovamente, questa volta sul petto, molto più delicato di prima… quella situazione stava decisamente iniziando a diventare ambigua, tanto che guardò la mano dell’uomo, alzando nuovamente lo sguardo per cercare Aiden stranito. Si chiese se quello non fosse uno dei soggetti fragili di cui doveva occuparsi.

    Knight, Hector Knight. Ma Lei può chiamarmi Auror Knight.

    Si, lo era.
    Quindi non doveva solo avere a che fare con il fantasma del natale passato, anche con la versione di James Bond ordinata su Wizazon.
    Theodore, all’inizio dei domiciliari si era promesso di non partire prevenuto, tanto che era riuscito ad apprezzare James ed il salvatore di anime perdute che aveva lì davanti, dopo però due mesi in cui aveva avuto a che fare tutti i giorni con teste di cazzo del ministero, ora aveva la nausea solo a vedere un angolo del tessuto della loro divisa. Nel suo cuore c’era spazio solo per due Auror alla volta, quell’astio per AurorKnight non era una questione personale, solo…

    Una domanda… quanti altri Auror ci sono al ministero? Non mi pare di averla mai vista AurorKn- Oh cielo... il suo nome è uno scioglilingua, non c’è un altro modo in cui preferisce essere chiamato? Non so… Signore Auror, Signor Knight, Hector l’Auror…

    Merlino solo sapeva quanto odiasse gli auror, quasi tutti tranne la signorina Morgan . Lei riusciva a farsi perdonare persino di essere una di loro.

    A dopo signor Crane. - disse chinando il capo di lato, facendo poi lo stesso gesto di saluto ad AurorKnight.

    Il compito che gli era stato assegnato non era dei più semplici, però si sarebbe comportato nel migliore dei modi, proprio come faceva solitamente, quando non veniva trattato a sonore pacche sulle spalle e battutine del cazzo.
    Il fatto che Theodore non fosse minimamente coinvolto nelle dinamiche dei sentimenti altrui non lo rendeva uno stronzo, solo un normalissimo essere umano.
    Di questo non riusciva proprio a biasimarsi: l’ultima volta che era stato al San Mungo, aveva avuto a che fare con dei medici che per quanto empatia, parevano essere messi peggio di lui.

    Si avvicinò alla coppia di anziani con un sorriso bonario, porgendo la mano prima alla signora Phoebe e poi al signor Damon. Non sapendo cosa avrebbe dovuto fare quel giorno, non aveva portato loro né un fiore, né un dolce e neppure uno di quei piccoli pensieri che si portano alle persone quando si invadono i loro spazi, perché era quello che si sentiva di fare Theodore, entrando in una camera d'ospedale di sconosciuti: invadere spazi.

    Cielo... spero di no. - scherzò - Mi chiamo Theodore comunque.

    Il ragazzo, ricambiò l'occhiatina di sfida dell'uomo, con un espressione serafica e rilassata. Non avrebbe mai attaccato a bisticciare con un vecchio infermo; ma quello sguardo gli fece capire - o quantomeno diede conferma - che quel giorno, avrebbe dovuto raccogliere dentro di sé ogni briciola di pazienza che riusciva a raccimolare. Si mise a sedere su una sedia, guardando i due anziani signori con occhi gentili. Alle parole dell'uomo, quando Damon gli disse che avrebbe preferito AurorKnight a lui, Theo corrucciò la fronte, stringendosi il petto come se l'uomo glielo avesse spezzato.

    Non dica così... vedrà che quando mi conoscerà meglio, preferirà me al Signor Auror Pizzetto.
    Sono qui per tenervi un po' di compagnia, oggi possiamo fare tutto ciò che volete... nei limiti del possibile, ovvio.


    L'odore di disinfettante, le pareti bianche e quell'arredamento asettico, gli fecero tornare in mente il dolore che aveva provato solo qualche mese prima. D'istinto, Theo si sfiorò il mignolo... quello che aveva provato stando disteso su uno di quei lettini fu un male che andava fuori ogni concezione umana... cercando di portare via con sé la ragazza svenuta, aveva perso parte della mano, tranciata via di netto. Nessuno degli infermieri o dei dottori si era preoccupato di lenire quel dolore fino alla fine, lasciandolo per ore agonizzante.

    Vengono spesso persone a trovarvi? Immagino che qui gli infermieri ed i medici non vi dedichino molto tempo.

    Edited by Theocracy - 5/11/2021, 14:52
     
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    Lo show non era finito. Il ragazzo come prevedibile reagì arrogandosi anche lo stabilire se Hector potesse o non potesse rimanere lì, rasentando il ridicolo. Pareva non rendersi conto del guaio in cui si era cacciato. Difficilmente Hector sbagliava impressione sulle persone, ma dava sempre il beneficio del dubbio. Aveva letto l’interrogatorio del ragazzo e già quello per lui era stato di per sè abbastanza eloquente. In quel frangente le parole di DeWitt non lo sorpresero.

    Purtroppo.

    Hector rimase seraficamente calmo, il sorriso stampato sul volto, lo sguardo penetrante sul ragazzino. La prima impressione, se possibile, peggioró. Era inutile sprecare altre parole.
    Gli dispiaceva per Aiden , ancor di più quando - una volta congedati dallo studente e ormai lontani da occhi ed orecchie indiscrete - gli rivolse quella sua strana preghiera. Sospiró prima di rispondere all’amico. Knight non faceva sconti e mai li avrebbe fatti.

    Non sa contenere la rabbia, quando è provocato. Non è solo maleducato, quello potrebbe essere fisiologico vista l’età: non riconosce chi è piu forte di lui. Non ha rispetto per l’autorità costituita... e non penso che la cosa si limiti agli Auror. Vanesio. Basta guardare come si veste. Non ha mostrato pentimento, nè ha chiesto molto delle due persone di cui dovrà occuparsi: egocentrico. Nessuna empatia per le vittime. Hai notato come non ha battuto ciglio di fronte ad una maledizione senza perdono? scosse il capo.

    Hector si voltó a fissare l’amico, guardandolo per la prima volta con aria preoccupata. Spronarlo a reagire avrebbe causato maggiori problemi ad Aiden o finalmente avrebbe superato i suoi demoni? La sincerità avrebbe pagato? Hector non poteva essere diverso da ciò che era.

    Sono sempre stato sincero con te, amico mio. Se vuoi credere in qualcuno, credi in te stesso. Si aiuta chi vuole essere aiutato. Thedore DeWitt non ha alcuna intenzione di esserlo. Ma non sarò io a rovinare la tua nomea di avvocato delle cause perse!

    Sorrise all’amico, dandogli una pacca sulla spalla. Il ragazzo avrebbe avuto una miriade di atteggiamenti possibili, aveva scelto. La sua strada almeno agli occhi di Hector era già tracciata e non lasciava presagire nulla di buono. Non lo riteneva neanche capace di badare all’anziana coppia e sperava vivamente che non si sarebbe rivelato un errore dargli questa possibilità.

    Ora direi di dedicarci a qualcosa di più costruttivo. Abbiamo un paio di deposizioni da acquisire e c’era l’infermiera del reparto di Malattie da ustione che mi ha chiesto di te...

    ****


    Gli occhi di Phoebe prima dolci nel guardare il fratello, divennero sospettosi quando l’Estraneo le si avvicinò. Lo sguardo diffidente con cui guardava il ragazzo era evidente anche a chi non fosse del mestiere. Ritrasse la mano con cui l’Estraneo si era presentato con rapidità, infastidita dal gesto evidentemente per lei troppo confidenziale trattandosi di un perfetto sconosciuto che si era imposto loro con la sua presenza. Quando addirittura lo vide parlare con il fratello e sedersi di fronte a loro, Phoebe Arryn sbottó.

    Chi è costui? Cosa vuole da noi? la domanda era per Damon a cui aveva stretto la mano.

    Le nocche della mano che stringeva quella del fratello divenne bianca, a significare che la stretta era diventata serrata. Ignoró la presentazione del ragazzo ed evitó di guardarlo direttamente negli occhi. Ogni fibra del suo corpo cercava di avvicinarsi al fratello ed allontanarsi da Theodore.

    Noi non abbiamo bisogno di nessuno. Non abbiamo bisogno di nessuno. Non abbiamo bisogno di nessuno...

    Phoebe iniziò a dondolare avanti e indietro sulla sedia come se volesse muoversi e scappare da lì ma non ne avesse le forze. Era agitata e si stava agitando sempre di più...

    Mandalo via!

    Il capo era voltato verso Damon ma gli occhi azzurri così simili a quelli del fratello non fissavano neanche lui.
    Iniziavano a perdersi.
    Nel vuoto.
     
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    Hector aveva probabilmente ragione, Theodore non aveva dato un solo segno di pentimento o di dolore per tutta quella situazione e nemmeno li sembrava far trapelare nessuna emozione, ma Aiden sapeva che spesso ciò che si vede non è quello che gorgoglia furente nelle profondità dell’animo.
    L’ago della bilancia pendeva pericolosamente verso l’idea di Hector, ma finché il tempo non avesse sancito la fine di quella diatriba, Aiden avrebbe conservato un minimo di speranza per il ragazzo, prima di riversare su di lui tutta la furia che meritavano persone di quel tipo.
    Lui aveva odiato con tutto se stesso i Mangiamorte, li aveva braccati, catturati, torturati ed anche uccisi, per poi venir trascinato in una spirale di orrore ed oscurità, ora esisteva un nuovo ordine, un gruppo che sembrava raccogliere a se tutte le terribili motivazioni che aveva trovato anche in passato e lui odiava anche loro.
    Negli anni però, Aiden Crane aveva imparato a vedere il mondo in un altro modo, cosi come quelle persone che sembravano mostrare solo una faccia oscura e terribile, imparando a comprendere quanto invece le persone fossero sfaccettate e di difficile comprensione, riuscendo a nascondere luce dove si pensava esistesse solo oscurità.
    Questa era la sua via, una costante passeggiata sul filo del dubbio, logorato dalla sua natura sdoppiata tra amore ed odio, vendetta e giustizia, vita e morte.

    Vedremo Hector. Vedremo

    Gli sorrise, consapevole che quella conversazione non avrebbe portato a niente se non ad un infinito gioco di dialettica tra i due, anche perchè in fin dei conti le loro non erano visioni cosi differenti, ma erano le sfumature a fare la differenza.

    Ti giuro che non ho appiccato nessun incendio di recente

    Aggiunse con espressione divertita, provando a trovare leggerezza in una giornata che sembrava non volerne proprio accettare.



    [DAMON]

    L’uomo si voltò verso la sorella, cercando quasi di ergersi in sua difesa da un nemico che però non riusciva a vedere, in silenzio per qualche istante, confuso e visibilmente a disagio, riversando su Theodore la rabbia dietro a quella sua enorme confusione

    Tu! Tu non ci farai del male, hai capito? Io sono un auror molto importante, noi lo siamo e…

    Deglutì in presa ad un attimo di lucidità, ma il caos ebbe ancora la meglio sulla sua mente

    Sei da solo questa volta, cane, le cose andranno diversamente

    Disse frugando nelle tasche dei comodi pantaloni da ospedale, cercando una bacchetta che però non avrebbe trovato e proprio quella consapevolezza si fece largo nella sua mente molto rapidamente, spegnendo l’ira dalla sua voce e spazzandola via dal suo sguardo, facendo tornare la calma nel suo cuore, ottenebrata però da una confusione disarmante, in grado di portare solo tristezza.
    La sua voce uscì tremolante

    Phee lui è solo un ragazzo. E’ qui per tenerci compagnia

    Lo guardò quasi per interrogarsi quanto il suo pensiero fosse vero, per poi tornare a rivolgersi a lui, cercando di tranquillizzare la sorella e cosi anche se stesso

    Cosa sta succedendo la fuori ragazzo? Quando sei uscito da Hogwarts? Mi sembri molto giovane

    Hector Knight Theocracy
     
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    Il viso di Theo era corrucciato come quello di un bambino annoiato, ma la mascella rigida e quella strana ombra negli occhi con cui fissava i due fratelli, non avevano niente di infantile.
    Rimase seduto nella sedia che faceva angolo quasi fosse un ragno intrappolato nella sua stessa ragnatela; guardava fuori dalla finestra aspettando che la donna finisse di agitarsi, zitto. Proprio come faceva con i suoi fratelli quando da piccoli iniziavano a fare i capricci.
    I suoi occhi neri scrutavano il cortile del San Mungo, senza però riuscire fino in fondo a soffermarsi su qualcosa di specifico.
    Una volta che Phoebe ebbe finito, Theodore iniziò a parlare riprendendo un discorso che la donna sembrava aver interrotto, ma che in realtà l’alchimista non aveva mai iniziato.

    Voi quindi siete stati ad Hogwarts, vero? Io ho studiato a casa, mia zia mi ha fatto da tutrice e docente.

    Preferí non riferire nulla della distruzione della vecchia scuola di magia.
    Mentre il mondo magico combatteva una guerra silenziosa, I due vecchi, chiusi in quella stanza, parevano essere in un posto lontano, parallelo. Strapparli dalla loro realtà gli parve un gesto fin troppo violento, persino per lui.
    Guardò gli occhi velati dell’uomo e rimase a fissarlo mentre cercava invano la bacchetta tra le pieghe dei suoi abiti… non aveva la certezza che il vecchio fosse disarmato, ma quella scenetta non sembrò preoccuparlo, anzi… Theo sembrava divertito.

    Mi hanno parlato di Hogwarts, una volta sono persino stato ad Hogsmade… non riesco proprio ad immaginarla piena di studentelli allegri.

    Toccò l’argomento piano, cercando di vedere se l’uomo, dopo aver riacquistato un minimo di lucidità, ricordasse qualcosa di quanto fosse successo quasi dieci anni prima.
    Seduto sulla sedia, appoggiò il gomito al bracciolo, lasciando cadere la testa di lato, sorretta dalla mano. Con l'altra invece, tamburellava sull'altro bracciolo, sentendo le sue ossa suonare sul legno della seduta.
    Nonostante le rughe profonde che mappavano il suo viso, i capelli scompigliati, tenuti legati in un piccolo chignon disordinato ed i suoi occhi vitrei, Phoebe Arryn era ancora straordinariamente bella, un'affascinante vecchia rovina che era stata privata di tutto, un bellissimo guscio vuoto.

    Là fuori è tutto come al solito, signore.
    I cattivi hanno cambiato nome ed i buoni… beh, i buoni continuano a fare i buoni… ma da quanto ho capito, anche voi eravate degli Auror.


    Trovò quel piccolo particolare vagamente ironico, gira che ti rigira, ora il suo intero mondo girava attorno alla vita di Auror. Theo doveva avere a che fare con loro in università, organizzando iniziazioni per le reclute, se li trovava in giro a tenerlo d’occhio ed ora, doveva pure fare da dama da compagnia a due anziani. Era come quella bellissima piazza in quel piccolo paesino italiano… Pisa.
    Come la Piazza dei Miracoli, il suo nuovo compito pareva quello di seguire l’intero decorso della vita degli Auror dalla nascita, fino alla morte.

    Immagino abbiate visto un bel po’ di cose, voi due. Dalla seconda guerra magica alla nascita della Spirale… vi va di raccontarmi un po’ della vostra vita?

    Edited by Theocracy - 7/11/2021, 18:32
     
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    NO! È uno di loro!!!

    Incurante dei discorsi dei due, Phoebe Arryn continuava a vivere del suo mondo, parallelo alla realtà che il fratello ed il ragazzo vivevano. Gli occhi azzurri, acquosi e lontani, erano ormai persi nell’illusione che la sua mente aveva creato e che la magia oscura aveva alimentato fino a far combaciare e poi sostituire l’immaginazione con la realtà. Damon solitamente riusciva a placarla ma non in quel frangente.
    Troppe novità, un viso sconosciuto che nulla faceva per comprendere il male che la mente della donna aveva subito.
    Era impossibile avere con lei una conversazione normale in quel frangente. Lo sarebbe stato per chiunque nelle sue condizioni. Ma il ragazzo sembrava non accorgersene. Il silenzio che in altri momenti avrebbe potuto placarla invece la insospettì.
    L’Estraneo assunse ai suoi occhi le fattezze di uno dei suoi aguzzini. Non era più la realtà quella che vedeva, ma la sua immaginazione che aveva ormai preso corpo.
    La domanda del ragazzo quindi fu letta come il tentativo di estorcere loro informazioni importanti. Phoebe cercó nelle pieghe dell’abito che indossava una bacchetta che non avrebbe trovato. Stizzita dalla cosa fissó il ragazzo con odio.

    Dov’e la mia bacchetta? Hai preso la mia bacchetta!

    Sentire nominare la Spirale diede infine il colpo di grazia alla sua già compromessa stabilità mentale. La leggerezza del ragazzo nell’intavolare una conversazione che avesse ad oggetto ricordi così dolorosi non fu una buona idea.

    Damon, ci sta ingannando! Fa parte della Spirale!

    Scattó in piedi liberandosi dalla stretta del fratello ed avventandosi sul ragazzo. Le mani dirette sul suo collo, se l’avesse afferrato di sicuro la stretta avrebbe avuto un unico obiettivo.
    Ucciderlo.

    Aiden Crane Theocracy
     
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    Signora... la prego! - esordì con una voce calda ma esasperata - Sono venuto qui per farvi compagnia, e poi mi spieghi perché mai un membro della Spirale dovrebbe rischiare di addentrarsi al San Mungo, con tutti i maghi che ci sono qui dentro, quando là fuori è pieno zeppo di Auror.

    Sospirò rassegnato, stropicciandosi il viso come se volesse strapparselo via. Quel pomeriggio si stava dimostrando più complicato del previsto. Theodore aveva sempre trovato un certo ordine nel caos, ma in quella situazione non sapeva proprio come comportarsi. I due vecchi erano un miscuglio di pensieri ed emozioni che si alternavano: follia, lucidità, calma, arroganza, insicurezza, equilibrio, voglia di fuggire da quella situazione, di rimanerci dentro.
    Tutto si mischiava in maniera casuale ed imprevedibile, rendendo impossibile prevedere come quella storia sarebbe finita e se i due si sarebbero rivelati un pericolo per lui e per loro stessi.

    Non faccio parte della spirale, signora Arryn e se vuole saperla tutta... credo che siano un branco di pazzi disorganizzati che non sanno neppure loro per cosa combattono. Perché mai dovrei far parte di un'organizzazione simile?

    Rispose con sincerità, alzandosi dalla sedia per provare ad aprire la finestra.
    Sapeva che là dentro non era consentito fumare, ma tutto d'un tratto sentiva l'impellente bisogno di una sigaretta.
    Diede due colpi decisi all'infisso, agitandosi con quella smania che avevano solo le persone che, come lui, avevano una certa dipendenza da nicotina a picchiettare nel cervello. Niente.
    La finestra era chiusa, forse per evitare che quei due si buttassero giù pensando di essere dei velenotteri e con l'ennesimo sospiro che aveva il sapore di sconfitta, tornò a sedersi sulla poltrona quando si vide arrivare la donna con le braccia a mezz'aria.
    Le avrebbe preso i polsi in una stretta salda ma senza stringere troppo, sfoderare la bacchetta davanti a quei due non sarebbe stata una scelta saggia, quindi con l'ultimo briciolo di pazienza rimasta disse:

    Mi chiamo Theodore, ho 18 anni e frequento l'università magica... potrei essere vostro nipote... anzi, fate finta che io lo sia... quindi non mi uccida prego. - ultimo tentativo - Vi va di raccontarmi qualcosa? Sapete giocare a Ramino o Spara Schiocco? Possiamo chiedere agli infermieri se hanno delle carte.

    Heyy!
    Scusate, pensavo toccasse ad Aiden <3

    Volendo, provando a chiedere se è possibile avere delle carte giocare a spara schiocco non dovrebbe essere troppo complicato, si può tirare un dado ad ogni turno per vedere la riuscita o meno del posizionamento della carta sul castello.

    CITAZIONE
    Giocare a spara schiocco non è molto diverso dal semplice costruire un castello di carte, l'unica differenza sta nelle carte, che essendo incantate possono saltare in aria da un momento all'altro facendo cadere il castello.


    Edited by Theocracy - 16/11/2021, 17:25
     
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    [DAMON]

    Il ragazzo ci stava provando, i due fratelli non erano sereni ed ogni singola azione o parola poteva far scattare ricordi del passato, rivangando dolori e sofferenze capaci di costruire mostri nella loro mente, ci sarebbe voluto qualcosa in più, rassicurazioni forti capaci di fendere le nebbie di quel dolore e riportare il sereno nelle loro menti ferite.
    Damon si alzò in piedi a fatica, cercando di ergersi in difesa della sorella, dimenando una bacchetta immaginaria tremando come una foglia ma mostrando nello sguardo e con la voce un coraggio enorme, un'energia capace di riportare alla luce antichi splendori.

    Sei uno di loro ragazzo? Ti hanno plagiato come hanno fatto con quei giovani vero?

    Ricordi si confusero nella sua testa, creando un'immagine distorta di quella realtà, con il ragazzo che si ritrovò l'uomo a sbraitare in mezzo a tutti, cercando di difendere la sorella prima di tutti.

    Vi prendono sempre più giovani, plagiano le vostre menti e vi scatenano contro gli innocenti vero? Cosa ti hanno insegnato ragazzo, quale maledizioni senza perdono ti hanno promesso?

    A quelle parole i suoi occhi si fecero ancora più impauriti, forse memori di ciò che era successo in quel passato lontano ma ancora terribilmente capace di ferire la sua mente, come quella della sorella al suo fianco.

    Non avete più nulla da strapparci, avete preso tutto ciò che potevate, le nostre famiglie, la nostra vita ed i nostri ricordi!

    Damon tornò a sedersi, come in preda ad un raptus di terribile verità, una consapevolezza disarmante e capace di riportare la quiete in una mente ancora scombussolata dalla paura, ma quella non era la pace che cercava, solo un'arrendevole consapevolezza di sconfitta.

    Non abbiamo più, nulla. Ci avete gia spezzati, distrutti, piegati ad un volere alieno e terribile, cosa volete ancora?

    Il suo sguardo implorante si posò su Theodore, ormai arreso ad una verità sconvolgente, erano li per loro.

    Lasciateci in pace vi prego, non sappiamo nulla. Non abbiamo più niente da rivelarvi, siamo qui imprigionati da un'eternità.

    Chinò il capo tremando, mentre le sue mani si posarono sulle proprie ginocchia incapaci a reagire

    Hector Knight Theocracy
     
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    Io non ho nipoti

    Tutte quelle chiacchiere non facevano altro che infastidirla ancora di più. Il tono del ragazzo era sgradevole e le parole che avrebbero dovuto essere usate per placarla, non fecero che acuire una condizione già compromessa. La stabilità emotiva della donna, che il ragazzo aveva finora ignorato, era stata irrimediabilmente compromessa anni e anni prima.

    BASTA! voleva metterlo a tacere, una volta per tutte.

    Phoebe Arryn in preda al suo delirio, neanche aveva ascoltato la conversazione tra i due. Non voleva più ascoltare le parole di Theodore e non lo avrebbe fatto! Se il ragazzo pensava di rabbonirli con due chiacchiere e la proposta di un gioco a carte, si era sbagliato di grosso. Continuare a nominare la Spirale fu il secondo, tragico errore. Se la Arryn aveva solo un sospetto, il fatto che lui continuasse a recitare la parte del bravo ragazzo le aveva dato la certezza che il ragazzo stesse mentendo. Vista la paranoia dei due vecchi per la Spirale, era saggio continuare a citarla? Una mente delirante non può essere placata con la semplice logica. Un'azione andava compiuta.

    Uccidilo, Damon! E' uno di loro! la voce della donna era glaciale, mentre incitava il fratello a compiere qualcosa che a lei in quel momento era impedito di fare.

    Gli occhi dell'anziana erano chiaramente in preda al delirio che stava vivendo, la sua forza aumentava ed il fatto che il ragazzo le tenesse le mani, la contrariò ancora di più. Non amava essere toccata da estranei, già avrebbe dovuto essere evidente al ragazzo. Ogni azione di DeWitt da quel momento in poi sarebbe stata solo fraintesa. Se il ragazzo voleva uscirne indenne, avrebbe dovuto inventarsi qualcosa, impegnarsi di più nell'ascolto di ciò che i due stavano dicendo, senza ignorare i chiari segnali che gli avevano già dato.
    Cercò di divincolarsi dalla stretta del ragazzo, infastidita nell'essere stata bloccata nella sua azione.
    D'un tratto un ghigno si dipinse sul volto della donna e sputò in faccia al ragazzo, direttamente negli occhi, con tutta la forza che aveva in corpo.

    Fai schifo, come loro

    Strattonò le mani, sfruttando il momento di distrazione inevitabile che la saliva negli occhi avrebbe procurato a DeWitt, liberandosi di colpo dalla stretta del ragazzo e prendendo una bottiglia d'acqua che era poggiata sul tavolino. La battè con violenza contro lo spigolo, spezzandola a metà. La donna si era procurata un'improvvisata arma da usare contro Theodore. Si scagliò ancora volta con violenza contro di lui, puntando allo stomaco del ragazzo e cercando di colpirlo. Non era determinata a ferirlo.
    No.
    Voleva ucciderlo.

    La proposta di gioco viene fatta dai master, ovvero me e Aiden: ti sono state date varie indicazioni sia sulla condizione dei due vecchietti, che sul contesto in cui avresti dovuto interagire nei vari post. Se non fosse chiaro, non basta più intrattenerli, perchè la situazione è precipitata. Anche in questo post te ne ho ribaditi alcuni. Ti consiglio di leggerli con attenzione e di fare la tua scelta saggiamente. Sei attaccato, devi difenderti. Giocare a carte non è un'opzione nè plausibile, nè coerente con il contesto che ti è stato proposto (come già non lo era nel precedente post).
    Ultima cosa ma non meno importante: ti ricordo che non puoi decidere se il tuo pg bloccherà un altro pg/png. Cito dal Regolamento: "Muovere il PG altrui: quindi muovere arbitrariamente il PG dell'utente o degli utenti che ruolano con voi o eseguire azioni auto-conclusive."

    Scadenza: 29 novembre ore 23.59

    Malus (per aver modificato il post e per aver ignorato il contesto di gioco): se Theodore opta per l'uso della magia, potrà usare 1 solo incantesimo dei primi due anni di scuola.Nessuna autoconclusione di nessun genere (magica o non magica).
    Aiden Crane Theocracy
     
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    All’ennesimo delirio dell’uomo, Theodore si abbandonò alla sedia fingendosi morto. Ebbe torto: raccogliere lo schifo da Notturn Alley sarebbe stato molto più gradevole che trovarsi in quella situazione.

    Ancora?! Non sono stato plagiato da nessuno signor Damon, sono qui per-

    Quasi non se ne rese conto, ma quando lo sputo gli arrivò dritto sugli occhi, Theo scattò in piedi, pulendosi di fretta il viso da quello schifo. Non c’era cosa che odiasse più al mondo dell’umiliazione. Quelle parole sprezzanti che uscirono dalla bocca della donna, fecero da cassa di risonanza del suo personale disagio. La rabbia che stava provando in quel momento lo scosse dalla punta dei piedi fino ai capelli.
    Non li avrebbe uccisi, non sarebbe finito in carcere per due mentecatti. Avrebbe pisciato sulle loro tombe e bruciato i corpi dei due cani del ministero prima di finire in gattabuia.
    L’unica cosa che gli permise di mantenere quel minimo di calma per estrarre la bacchetta e lanciare l’incantesimo fu immaginare di sfilare la colonna vertebrale dal corpo di quei quattro squilibrati in loop. La situazione era degenerata quando il rumore dei cocci che si infrangevano su una superficie dura riecheggiò nella stanza. La donna era pericolosa, più di quanto si fosse mai potuto immaginare. Theo pensò a quale razza di cane ignorante avrebbe mai potuto pensare di chiudere un ragazzino di diciotto anni, senza esperienza e requisiti necessari per poter contenere una situazione simile insieme a due persone violente ed incapaci di connettere fino a quel punto? E chi diavolo aveva dato una bottiglia di quel tipo nelle mani di due squinternati?
    Tracciando a mezz’aria in direzione della donna un cerchio in senso orario, pronunciò l’incantesimo Bolla.

    Ebublio.

    Le avrebbe tranciato volentieri la testa di netto, ma sarebbe stata una punizione fin troppo magnanima per quello sputo. L’idea che la donna avrebbe continuato a bollire nel suo inferno personale lo fece sorridere.
    Le colpe di quei vecchi dementi sarebbero ricadute su quelle due teste di cazzo che lo avevano messo in quello schifo di situazione. Qual era il loro scopo? Farlo sbroccare ed incolparlo se i due avessero ferito qualcuno?
    Prima che la situazione potesse evolversi di nuovo, Theodore urlò a squarciagola il nome di Raggio di Sole, e dovette scavare nella cartella della spam per ritrovare quello del suo amico idiota.

    Infermiere! Aiden! Auror Knight!

    Dopo di che Theodore avrebbe cercato di dirigersi alla porta per uscire e cercare i due Auror. I patti erano stati chiari: servizi socialmente utili, non un malato tentativo di incastrarlo per aver schiantato due vecchi o mettere in pericolo la sua stessa vita e quella dei due malati di mente. La superficialità con cui avevano scelto la sua pena delineava perfettamente l’ipocrisia che stava dietro al loro buonismo spacciato per empatia. Se avessero voluto cercare di redimere Theodore assegnandogli delle persone che, per loro stessa ammissione, erano mentalmente instabili, allora alla lezione di sensibilità emotiva sarebbero dovuti essere presenti anche loro.
    Se il destino del mondo magico era davvero nelle mani di idioti come quelli… beh, allora che la Spirale salvi l’Inghilterra.

    Theodore lancia un incantesimo bolla sulla donna, chiama infermieri ed auror, poi cerca di uscire dalla stanza per cercare Aiden ed Hector. (Non autoconclusivo)

    Abilità:
    38 Saggezza
    37 Capacità Magiche
    38 Manualità
    14 Agilità
    13 Prontezza
    12 Intuito
    13 Affinità
    38 Carisma

    Talenti:
    Arti Oscure I, Alchimia I, Astronomia Avanzata I, Mente sul Corpo, Alchimia II
     
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    L'incantesimo Bolla fu eseguito perfettamente dal ragazzo che racchiuse l'ira e la follia della donna che lo stava attaccando in una sfera evanescente che si alzò appena dal suolo, quel tanto che bastava per far rimanere quasi sospesa nel nulla Phoebe Arryn. Paradossalmente, l'azione più elementare che Theodore aveva eseguito nei confronti dell'anziana donna fu l'unica a "distrarla" dall'incubo in cui le parole dello stesso ragazzo l'avevano fatta piombare. Un cerchio che si chiudeva.
    La mente umana ha strani percorsi che possono essere resi più impervi o al contrario più agevoli anche da un uso sconsiderato di una semplice parola.
    Per la prima volta dall'interazione con loro, il ragazzo aveva finalmente evitato di pronunciare l'unico vocabolo che aveva avuto il potere di scatenare quell'inferno nella mente dei due vecchi Auror: la Spirale. L'estrema superficialità dimostrata da DeWitt in quel frangente, la mancanza di empatia e soprattutto di ascolto di entrambi i due vecchi aveva fatto degenerare una situazione inizialmente tranquilla. Eppure era stato avvisato!
    Forse il giovane avrebbe potuto apprendere qualcosa dall'esperienza dei due anziani Auror o qualche informazione utile, ma l'incapacità di instaurare un dialogo, insistendo su temi delicati, che avevano determinato la degenerazione della condizione dei due anziani aveva impedito che ciò avvenisse. Era stata un'occasione persa (o di molto sottovalutata) dal giovane DeWitt.

    Sei ancora convinto che sia recuperabile? chiese ironicamente Hector, mentre abbassava gli occhiali a fissare Aiden senza il filtro delle lenti colorate Per quanto tu lo possa negare, sei rimasto un inguaribile romantico

    I due Auror avevano osservato gli ultimi scambi tra i tre, lontano da occhi indiscreti. La situazione scatenata dal ragazzo richiedeva un ulteriore intervento. I due non meritavano di rimanere in una condizione di evidente disagio. La bacchetta di Hector infatti si mosse in direzione dei due anziani, che tornò a guardare con dolcezza. La "S" che disegnò con eleganza nell'aria era il segno inconfondibile dell'incantesimo della Serenità, un'azione semplice che avrebbe potuto essere eseguita anche dal ragazzo, se solo avesse avuto un po' di empatia per le sofferenze di chi aveva davanti, invece di insistere in discorsi insensati e privi di tatto.

    E' inutile urlare. La situazione è sotto controllo disse al giovane che nel frattempo era arrivato sulla soglia della porta.

    Ad un cenno dell'Auror, infermiere e medimago arrivarono per riportare i due fratelli nelle loro stanze. Quello che avrebbe dovuto essere il loro momento di svago, si era trasformato per i due in un incubo, facendo rivivere loro ciò che non avrebbero voluto. Hector sospirò nel vederli allontanare, ormai placidi e tranquilli. Aiden era stato fin troppo generoso a concedere al ragazzo la possibilità di attingere dal sapere di due anziani Auror. Dal canto suo, DeWitt non solo non si era neanche accorto della possibilità che gli era stata data, ma aveva reiterato nel suo sconsiderato approccio, mancando di delicatezza, tatto, empatia.

    Lo è sempre stata.

    Lo invitò a voltarsi e a guardare i due vecchietti che si allontanavano ora tranquilli verso il loro luogo di degenza assieme al personale del San Mungo. Cosa ne poteva sapere un ragazzino egocentrico di cosa avevano passato quei due, di ciò che avevano fatto per la comunità magica e quale contributo avevano dato, che avevano pagato addirittura con la loro vita? Nessuno. Forse altre orecchie più interessate avrebbero raccolto i loro ricordi.
    Il suo giudizio sul primo servizio socialmente utile per Theodore DeWitt era pessimo. Ciò che lo lasciava ancora più titubante e perplesso era che il giovane pareva non aver neanche compreso ciò che lui stesso aveva causato. Quello era il fallimento peggiore.

    Sarai contattato dai nostri colleghi per il prossimo lavoro socialmente utile.

    Inutile: era ciò che pensava nella sua testa Hector mentre a braccia conserte aveva continuato a fissare il ragazzo. Aiden non aveva detto una parola e non lo avrebbe fatto, se conosceva bene l'amico. Anche in questo caso, ogni altra parola sarebbe stata superflua.

    Addio

    Lo congedò, facendosi da parte per farlo passare oltre.

    [Role chiusa]



    Theocracy Aiden Crane
     
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