Centri Virtvs vt Virtvs in Centrvm

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    Frozen Wiz
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    Quanto ancora poteva permettersi di continuare a risparmiare energie? Fino a che punto il suo continuo riflettere sulla Porta, su Harmony e su quale agire sarebbe stato tollerato dagli altri? Dov'era il confine con l'immobilità del codardo?
    Dinanzi a sé, grazie a Ethan Carter si era manifestato del fumo nero: esso aleggiava su tutta la struttura in pietra e poteva distinguersi da quello che avviluppava Luke Lygeon, Coral Allen e, probabilmente, tutti gli altri piagati, da strani luccichii brillanti.

    La porta non è solo maledetta...

    Quello era ovvio. Le maledizioni, che finora la caratterizzavano, la difendevano. Quella struttura doveva avere però anche altre magie in sé. Catherine non poteva identificarne con precisione la loro natura, ma credeva che non tutte fossero nocive.
    Come Esorcista immaginava che ci fosse un modo ben più sicuro per spegnere quei simboli che toccarli uno a uno.
    Si leccò le labbra per l'eccitazione.
    Era venuto il momento di abbandonare il sentiero sicuro tracciato nel corso delle Riunioni e di iniziare a provare.

    Pensavo fosse qui solo per fare della propaganda progressista e invece finora si è rivelato ben più utile di me... ma prima di inserire quelle bacchette, dovremmo tentare di eradicare il male che ci si para davanti.

    Le parole della strega erano rivolte a Ethan, ma la sua bacchetta era già puntata contro la Porta.
    Le sue Maledizioni e Illusioni erano all'origine del caos che turbava l'intera scuola. Dinanzi a sé quel fumo le sembrava assumere sempre più le sembianze di Gaius. Il suo antico nemico, nonché, in fin dei conti, maestro. La maggior parte dei suoi ricordi legati al defunto Preside se ne era andata, ma era stata sostituita dalle memorie di O'Neil. Lei più di tutti fra loro sapeva chi era stato quello stregone... un vecchio pazzo.

    Anche se sei morto, finalmente potrò confrontarmi con la tua magia...

    Lei era fuggita da Gaius e poi, quando si stava preparando per affrontarlo, le era stato portato via da forze a lei del tutto ignote. Era avvenuto durante la notte di Halloween 2026... quella pericolosissima sera, anche se aveva perso tutte le sensazioni legate al trapasso del vecchio, lei non se l'era dimenticata.

    Tu mi hai creata.

    Gaius assieme ai suoi genitori, a Sheevarhas, a Chris, a suo fratello e persino ai suoi studenti, aveva contribuito a rendere lei la strega che in quel momento era.

    Abscindens

    Gli occhi della Professoressa Nott, mentre iniziava a pronunciare la Formula Magica della Contromaledizione, erano persi nel fumo nero che le si parava dinanzi.

    Tormenta!

    Sapeva qual era il dolore che presto avrebbe patito. Aveva provato a eradicare completamente quell'Oscura Energia ben due volte in precedenza e ne era usciata spossata. Nonostante questo era decisa a dare il tutto per tutto per erodere completamente quella coltre oscura.
    Chissà se altri maghi si sarebbero uniti a lei in quel confronto di energie arcane, o se fossero rimasti a osservare, come fino a quel momento lei aveva fatto!

    Abscindens Tormenta sulla porta.
    Il Tessitore
    58 Saggezza
    65 Capacità Magiche
    41 Manualità
    30 Agilità
    30 Prontezza
    21 Intuito
    19 Affinità
    62 Carisma

    1 Arti Oscure I
    2 Magia Bianca I
    3 Mente su Corpo
    4 Trasfigurazione I
    5 Incantesimi I
    6 Studio delle Rune
    7 Arti Oscure II
    8 Aritmanzia I
    9 Spezzaincantesimi
    10 Esorcismo
    11 Occlumanzia
    12 Pozioni Avanzate I
    13 Storia della Magia I
    14 Erbologia Avanzata I
    15 CDCM I
    16 Legilimanzia
    17 Incantesimi II
    18 Magia Bianca II

    In Borsa:
    ➤ Pozione Fumogena (2 dosi)
    ➤ Bacchetta Magica
     
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    Frozen Wiz
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    Glasgow, Scozia

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    Dobbiamo agire velocemente, prima che le illusioni ritornino.
    Quei simboli sono ancora accesi.


    Sentiva uno strano stordimento appesantirgli i pensieri, lo sguardo privo di bruciori illusori ma pieno di confusione nel tenere sotto controllo la situazione.
    C'erano troppe persone.
    Troppe persone da proteggere, di cui temere azioni fuori luogo, da cui doversi guardare.
    Aveva già raggiunto quella consapevolezza, ma adesso che molti di loro avevano iniziato ad attaccarsi l'un l'altro era diventata più che palese.
    Persino James, che di sicuro non era conosciuta per la sua pacatezza, stava agendo in maniera meno sensata del solito e temeva che tutto ciò avesse poco a che fare con l'illusione.
    Si mosse fra un Esperto e l'altro col fine di raggiungerla, sfiorarle la spalla con la mano per attirare le sue attenzioni.

    Chiudi la mente.
    Non permettere al caos di invaderla.


    La guardava negli occhi com'era abituato a fare, sguardo serio e voce decisa.
    Non serviva a nulla arrendersi al caos, tutto ciò che potevano fare era tentare di dominarlo. E per dominarlo serviva riflettere e poi agire.
    Lasciò dunque la donna a se stessa, sperando non cercasse di silenziare qualcun altro, per poi avvicinarsi a Catherine Nott nell'istante in cui intuì che avrebbe avuto intenzione di agire direttamente sulla Porta, l'evidente causa di tutti i problemi.

    State indietro.

    Invitò candidamente tutti i presenti a indietreggiare il più possibile, che nessuno di loro lì sotto aveva la benché minima idea di cosa sarebbe successo stuzzicando la porta in quel modo. Nella migliore delle ipotesi avrebbero eradicato il male che la riempiva, nella peggiore, invece, avrebbero dovuto combatterlo.
    Augustus sarebbe stato pronto a difenderla da eventuali attacchi, ponendosi alle sue spalle in silenzio, consapevole che Catherine Nott non avesse bisogno della sua protezione, ma che in quel momento la collaborazione fosse più importante di qualsiasi pecca d'orgoglio.
    Nell'istante in cui la udì lanciare verso la Porta la contromaledizione degli oggetti si teneva pronto a muovere anche lui il catalizzatore, consapevole che al momento non fosse abbastanza lucido per agire in maniera efficace, ma che probabilmente lo sarebbe stato presto.
    Intanto, ciò che sentiva di poter fare, era agire sulla Porta nel tentativo di vedere in che modo l'incantesimo della donna avesse agito su di essa, se non avesse dovuto difendersi prima.

    Specialis Revelio.
     
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    Volare è meglio che cadere




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    Auror - Hit Wizard
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    Troppa confusione, troppo caos e lei non riusciva a ragionare con totale lucidità, se ne rendeva conto lei stessa. Troppa sete per poter ragionare, troppa sete per pensare a qualcosa di diverso dall'acqua. Provò a deglutire, quasi sperando che le sarebbe bastato, ma fu difficile persino fare quello. Gli occhi le impedivano di avere una visione ottimale, ma sentiva troppe voci. Per un attimo le parve di scorgere lo sguardo di Claire verso di lei e le tornò in mente quello che che voleva dire prima. Tre simboli accesi, tre spenti. Si erano accessi quelli toccati e avevano preso il posto degli... mamma mia, che sete. Per Morgana, si poteva sapere perché non si era presa niente dietro dal banchetto? Era stata stupida. Avrebbe voluto colpirsi, ma i suoi occhi facevano fatica a mettere a fuoco uno dei due esperti che avrebbe dovuto proteggere e in tutto quel caos faceva fatica persino a pensare. Lo vide muovere la bacchetta nella sua direzione e si sentì più confusa che mai. Cosa voleva fare? Era lì per proteggerlo. Gli occhi tornarono alla porta e un piccolo pensiero le passò per la mente: la porta era stata in grado di far comparire tanta acqua. Tantissima. Sarebbe bastata per tutti... la voce di Morgan la distolse da quella malsanissima idea che le era appena venuta e che le aveva fatto fare un passo in direzione della porta. Sete. Aveva troppa sete, ma era lì per proteggere due persone. Una di esse aveva deciso fin dall'inizio che non si fidava abbastanza di lei, ma l'altra no. All'altra doveva protezione incondizionata, a prescindere da tutto.
    Si portò una mano alla gola, quasi volesse cercare un modo per placare una sensazione che era in parte consapevole fosse dovuta a un'illusione. Guardando il professor Crane per un attimo pensò di essere totalmente impazzita. Lo vide muovere le labbra senza rilasciare alcun suono e i suoi occhi continuavano ad appannarsi, impedendole di leggere il labbiale. Cosa... le tornò in mente la voce di Morgan e ciò che aveva detto. Ah, ecco. Certo, le pareva logico dover combattere contro un'illusione, un protetto che non aveva intenzione di farsi proteggere, una maledetta porta che provocava piaghe e un suo superiore. Le uscì un piccolo verso frustrato, perché la sete la faceva deconcentrare. Si avvicinò al professore e si chinò davanti a lui. Chinò un secondo la testa a terra per cercare di liberarsi la mente e si passò il palmo sugli occhi. Forza. Doveva restare concentrata, anche se doveva ammettere che la sete non glielo rendeva propriamente facile.

    Usi il controincantesimo standard... su se stesso. Io l'aiuto.

    Deglutì, ma non accadde niente. Dannazione. Picchiò una mano a terra, quasi volesse darsi una svegliata. Amestris. Era quasi abituata all'idea che le potessero accadere cose del genere in quel posto.
    Alzò di scatto lo sguardo su Crane e decise di usare la voce per castare l'incantesimo per due motivi: primo, la mente a volte le giocava brutti scherzi e preferiva parlare; secondo, se l'uomo non aveva capito subito cosa gli avesse chiesto in quel modo lo avrebbe reso palese.

    Finitus Incantatem.

    Sperava che l'avrebbe seguita, perché non era certa che la sua attenzione sarebbe durata abbastanza da ripetere nuovamente la procedura, non subito. Ah, doveva trovare anche l'altro, il signor Darkwill, per capire cosa gli stesse accadendo, le pareva di aver sentito anche la sua voce, ma c'era troppa confusione. Troppa sete. Qualcuno si era rimesso a lavorare alla porta e si chiese come ce la facessero. Dovevano schiacciare quei dannati simboli per far tornare l'acqua.

    Anita usa il controincantesimo standard per liberare Atticus e gli chiede di fare come lei, perché da sola non è in grado di contrastare Morgan. 2/3 post sotto illusione.

    Saggezza 34+1
    Capacità Magiche 41
    Manualità 35
    Agilità 22
    Prontezza 19
    Intuito 17+1
    Affinità 17
    Carisma 33
     
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    Frozen Wiz
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    [Cunicoli delle segrete]


    L’irritante sensazione agli occhi, rendendola quasi cieca, minava l’equilibrio fisico. La sete logorava lo spirito. Ed infine la diffidenza verso il prossimo finiva per gettare la mente in uno stato confusionale. Lì sotto erano soli, anche se un nutrito gruppo di volontari si era offerto per indagare sulla misteriosa porta nelle segrete di Amestris. Una maledizione difficile da spezzare. Una magia antica che custodiva dentro di sé così tante discipline, antica ancor più delle fondamenta del castello. Nonostante riuscisse, almeno razionalmente a comprendere di essere in un’illusione, era impossibile per lei discernere realtà e finzione. La mente della Wilson era completamente soggiogata dagli influssi malefici della porta, riconoscendo negli altri nemici. Per qualche strano motivo aveva deciso di soccorrere Queen, la studentessa della L.U.M.O.S. che si era prodigata nel farla arrivare alla porta sana e salva. Sentimenti di ostilità meno intensi sicuramente per le persone a lei care. Ma per gli altri? Non si fidava. E la sensazione che qualcuno di loro, chiunque, potesse avere la cura per quella sete era frustrante. Le iridi acquamarina saettavano su ogni membro del gruppo, alla ricerca del colpevole.
    Strinse la mano di Jade con maggior forza, incurante di farle male. Sperava forse quelle sensazioni fossero svanite nell’aggrapparsi come poteva alla realtà. E la studentessa era l’unico barlume di verità in un abisso di menzogna. Era vera, reale. Confusa e spaventata quanto lei, ma forse insieme sarebbero riuscite a spezzare l’incantesimo. Finì per isolarsi dal resto del gruppo, socchiudendo le palpebre e coprendo il viso con la mano libera. Le gambe iniziavano a cederle. Era stanca di tutto ciò. Di quel bisogno disperato di acqua, di quel bruciore che le irritava gli occhi e della sensazione di essere vittima dell’altrui inganno.

    B…Basta! Basta!

    Mormorò, senza avere il coraggio di proferirlo a pieni polmoni. Forse temeva che qualcuno potesse approfittare di quel suo momento di difficoltà per colpirla. Avvertiva intorno a sé urla, sferzate di bacchette che non esitavano e corpi che cadevano. La situazione stava degenerando. In ginocchio, riuscì a strofinare gli occhi ormai arrossati per controllare la situazione intorno a sé. Un delirio. Un’illusione che aveva messo in ginocchio chiunque.

    Stai lontano da noi!

    Riuscì ad urlare a fatica. Un Auror si era avvicinato con veemenza alla studentessa della L.U.M.O.S. e di conseguenza anche a lei. Si retrasse per paura, sollevando stavolta lei la bacchetta pronta a far partire incanti difensivi. L’Auror Crane stava delirando un po' come tutti, ma quell’avvicinarsi senza cautela e nel rivolgersi con così poco tatto verso la guardiana fu percepito dalla Wilson con una minaccia. Nonostante le lacrime che velavano il suo campo visivo riuscì a scorgere la sua figura, piegata verso la studentessa della L.U.M.O.S. pretendendo risposte o conferme. Non era più certa di nulla, e si sentiva così confusa.
    Confusione che rimase, anche quando la fastidiosa sensazione di sete svanì, gli occhi smisero di lacrimare e la mente fu libera dal giogo dell’illusione. Una visione ben più chiara dalle cose le si parò davanti, consapevole di non essere più schiava della maledizione. Altri intorno a sé stavano ancora combattendo con gli influssi malefici della porta. Non c’erano più sussurri o voci che la confondessero. Investita di nuove sensazioni si ritrovò a ruotare il capo ora e destra ed ora a sinistra. Espressione sorpresa per il caos generato da una singola illusione ed incapace di comprendere come fosse riuscita a liberarsi da sola. Rivolse immediatamente lo sguardo verso la studentessa Queen, per sincerarsi delle sue condizioni. Anche i suoi occhi sembravano lucidi e vigili. Erano riuscite a spezzare l’illusione.

    Come ti senti? Io meglio.

    Provò a rimettersi in piedi, sostenendosi sulla guardiana. Lo sguardo si soffermò sull’uomo su cui aveva involontariamente inveito, l’Auror Crane. Non voleva essere sgarbata con l’uomo, ma la mente era stata offuscata da un velo illusorio.

    Scusami.

    Rivolse un debole sorriso all’uomo, prima di staccarsi finalmente da Queen e riuscire a restare in piedi da sola. Era così confusa da non riuscire ancora ad ordinare i pensieri, ma le iridi acquamarina incrociarono alcuni esperti intenti ad interagire con la porta.

    Riassunto: Claire si tiene attaccata a Jade e percepisce come minaccia Aiden. Gli intima di allontanarsi e lo minaccia con la bacchetta. Poi l'illusione passa e chiede scusa all'Auror.

    Maledizione [3/3] --> Libera!

    Jade Queen Aiden Crane
     
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    Frozen Wiz
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    L'incantesimo non funzionò. Mavis aveva capito di essere vittima di un'illusione, ma il controincantesimo generale non si rivelò sufficiente. Attorno a sé, sebbene facesse ormai fatica a capire cosa stava accadendo visivamente visto che gli occhi sembravano bruciargli come se cosparsi di sale, intuì che la situazione si stava facendo caotica.
    Si rischiava che alcuni degli esperti arrivassero a fronteggiarsi, visti i toni minacciosi con cui alcuni di loro si erano rivolti ad altri.

    Deve essere questa maledetta illusione, ci manca solo che anziché concentrarci sulla porta ci scanniamo tra di noi, pensò il ragazzo.

    L'arsura cominciava a farsi sempre più intensa diventando quasi debilitante. Frugò nella sua mente per cercare i ricordi di qualche nozione utile per fronteggiare la situazione, ma non trovò nulla che potesse essergli di aiuto. Realizzò quindi che forse era meglio attendere che qualcuno più esperto di lui lo aiutasse. Anche per evitare di sprecare forze inutilmente. In questa spedizione verso l'ignoto - l'aveva ormai capito - c'era bisogno davvero di tutti, dal primo all'ultimo dei partecipanti.

    Mavis sperava che questo lo comprendessero anche gli altri prima che la situazione degenerasse. Con uno scatto d'ira, complice la sete implacabile, urlò cercando di farsi ascoltare dalle persone attorno a sé.

    Non lo capite che è un'illusione? Nessuno vi nega l'acqua, ci manca solo che ci ritroviamo a ucciderci tra di noi! Le parole uscirono a fatica e un tono così adirato, specie perché in alcuni casi usato nei confronti di persone ben più grandi di lui, non si confaceva allo stile di Mavis. Ma in quell'occasione, col rischio di non rivedere più la luce, tutto era lecito.

    Intanto, pur vedendo attorno a sé ormai più ombre che altro, il ragazzo si rese conto di alcuni movimenti in prossimità della porta. Riconobbe la voce della professoressa Nott. La sicurezza con cui nel corso di un seminario aveva affrontato le armature maledette infondeva coraggio nel giovane studente anche per la situazione drammatica che stavano affrontando. La professoressa Nott era una strega esperta e, anche se le circostanze non erano neppure paragonabili a una esercitazione, ritrovò un barlume di speranza. Di lì a poco, forse, qualcuno avrebbe trovato una soluzione liberandolo dall'atroce sete.

    Post 2/3
    37 Saggezza
    38 Capacità Magiche
    23 Manualità
    23 Agilità
    13 Prontezza
    21 Intuito
    10 Affinità
    30 Carisma

    Incantesimi I
    Trasfigurazione I
    Magia Bianca I
     
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    Londra Magica
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    Il braccio finì con l'artigliare Phèdre, sopra di lei, per tirarla da un lato, al suo fianco, la bacchetta ancora immobile schiacciata a terra dal palmo rigido e il collo si arcuò, quasi stesse combattendo con una forza invisibile ben più pesante del corpo della francese.
    Libera dalla morsa e dall'attacco, Mintaka prese il tempo per respirare, ma le sembrava di ingoiare aria rovente, e le voci intorno a lei continuavano ad accusare qualcuno di avere la soluzione.
    Rimessasi in piedi dopo tempi fin troppo lunghi, guardò Phèdre tenendola lontana dapprima con un braccio, poi il Preside Price non troppo lontano da lei.
    Non avrebbe potuto combattere contro la convinzione della prima, né intendeva alzare il Biancospino contro lei.
    Ma gli occhi continuavano a vedere attraverso la lente del bruciore, e dentro lei si insinuò strisciando la convinzione che qualcuno, tra i presenti, stesse davvero nascondendo l'unica fonte d'acqua, l'unico rimedio.

    Ansuz capovolta

    Ma quei dolori dovevano essere falsi, così come la convinzione di essere tradita da quelli che aveva intorno.
    Lottò contro la convinzione che qualcuno di loro fosse nel giusto, in combutta con i sussurri, quei vigliacchi sussurri che li usavano come burattini.

    Tradimento

    Gli echi sovrastavano più forti, per qualche assurdo motivo ciò che derivava dalla porta stava suggerendo di cosa si trattasse, che l'illusione li stava ingannando, che nessuno era colpevole.
    La porta li ammaliava, li controllava, e nel frattempo la piaga si faceva parassita nelle coscienze di tutti, faticando a evadere anche dalla sua.
    Ancora troppo debole, troppo debole per resistere a una forza tanto oscura, troppo orgogliosa per ammettere di esserlo.

    Preside Price.


    Lo chiamò quando lo vide alzare la bacchetta, era lui, il suo protetto, a sapere cosa fare? Lui aveva la cura, il rimedio.
    O forse non lui.
    Fu sul punto di puntare di nuovo il catalizzatore, tenendosi questa volta più dritta.

    Inganno
    Illusione

    Poi scomparvero.
    Non vi fu più nulla a convincerla che gli altri fossero innocenti, la sua mente si ritrovò da sola a combattere contro l'illusione, e si appigliò a una sola consapevolezza, alla sua convinzione che doveva uscirne, non essere impotente, non più come prima.
    Ethan Carter, il fumo, la polvere argentea.
    Sapeva cosa volesse dire: stavano agendo.
    Doveva raggiungere Catherine Nott e Baker, doveva essere al cospetto di qualsiasi cosa li attendesse, in prima linea a guardare la maledizione nel suo centro, senza sprecare una delle più straordinarie occasioni che a soli ventanni avrebbe potuto vivere.
    eppure la mente era ancora offuscata e i passi incerti con i quali si mosse verso di loro, incurante - o in realtà inconsapevole - di quel che avevano imposto a tutti.
    Lei non si sarebbe tirata indietro, non appena avrebbe ripreso potere di se stessa, si sarebbe avvicinata per poter affrontare tutto ciò che li attendeva.

     
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    L.U.M.O.S.
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    Parlato #660000

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    La sua gola era talmente secca che non produsse alcun suono e le parole d'urgenza che aveva rivolto alla giovane davanti a lui finirono perse nel vuoto. Non capì minimamente di essere stato colpito dalla Fattura Silenziante né che fosse quella ad avergli tolto la voce finché, senza badare ad altro che alla scena tra un uomo che non conosceva e l'altro; l'unico tra quelle mura, o in Regno Unito, o al mondo, con cui avesse familiarità sufficiente da sentirsi fortemente parziale alla prospettiva che gli si arrecasse danno.
    L'Alchimista sciolse le braccia dalla sua valigetta e lasciò che questa tornasse a pendergli dalla mano sinistra stretta al suo manico, la destra invece continuò a stringere febbrilmente sulla sua bacchetta senza la prontezza di agire invece di fare ciò che gli venne più naturale, alzare il mento e tentare di esclamare qualcosa in direzione del suo collega, in imminente pericolo. L'impressione impassibile dello sguardo del mago vacillò quando le sue labbra tremarono impercettibilmente.

    RONALD!*
    SPOILER (click to view)
    *inaudibile


    Stavolta sentiva che non fosse stata la gola secca ad avergli impedito di farsi sentire; non c'era stato neanche un rantolo, un vago suono che dimostrasse un tentativo di vocalizzazione, non aveva neanche faticato a cercare di esprimersi, semplicemente nessun suono aveva seguito il suo parlare. Ciò non gli fu immediatamente chiaro, più impegnato a osservare la scena che gli si palesava davanti. Solo quando vide che l'incantesimo dell'attaccante non andò a buon fine, l'uomo ebbe tempo per identificare cos'altro lo avesse colpito. Non credeva fosse qualcosa di connesso al primo sintomo, perché nessun altro sembrava esserne vittima. Più di una persona, là dentro, anzi, aveva il problema opposto al non riuscire a farsi sentire.
    Le istruzioni della studentessa LUMOS giunsero puntuali, dando modo all'Alchimista di agire prontamente quando avrebbe piuttosto aspettato più a lungo per stabilire cosa di preciso l'avesse colpito.
    Sentiva ancora la netta sensazione che la studentessa lo stesse cercando di ingannare, tuttavia era anche conscio che si trattasse di un'illusione, un qualche effetto di quel maleficio misterioso la cui natura andava oltre le sue capacità premature di comprensione. Dunque decise di ascoltarla, pur non fidandosi di lei. Tracciò lo stesso scudo che segnò in aria la giovane donna, affidandosi non-verbalmente all'incantesimo.

    Finitus Incantatem

    Si era sincronizzato con la recluta Hit Witch nel momento giusto e sperava tanto bastasse ad averlo di almeno una delle sue afflizioni.
    Di sicuro la sete non era passata, quella la sentiva ancora bruciargli negli occhi e graffiargli la gola e la bocca.

    La...la ringrazio.

    dapprima provò soltanto, poi concluse la frase una volta certo di essere tornato padrone della sua voce.
    Guardò oltre la giovane che aveva appena ringraziato con freddezza e cercò la figura del suo collega. Le funi di ghiaccio che erano direzionate verso di lui erano state deviate dritte al soffitto delle Segrete. La sua mente gli diceva che Ridgerton si fosse in qualche modo attirato addosso quell'attacco e allo stesso tempo si ribellava a quell'idea; era confuso e tutto ciò che riuscì a fare fu accertarsi con lo sguardo che l'uomo fosse in salute, per quanto i suoi normali livelli di colesterolo glielo permettessero.
    Sentì vagamente parlare di triadi, di significati di altri simboli e di interpretazioni su come utilizzarli, ma la sete era troppa ed era talmente forte che la consapevolezza che non fosse reale non riuscì a togliergli il bisogno di metterla a tacere. Anche solo per un attimo.
    Il Professore mise mano alla sua valigetta in pochi secondi e ne tirò fuori una vecchia bisaccia di pelle chiusa da un tappo in sughero.
    Stappò l'oggetto e ne portò il collo alle labbra, cercando di bere avidamente il suo contenuto.

    SPOILER (click to view)
    Riassunto: Atticus si libera dal Silencio grazie alla collaborazione con Anita, poi recupera la sua borraccia e prova a bere a gagganella.

    Post 2/3
    Inventario: 500 ml di acqua potabile in uso

    -Kit Alchemico
    - Pozione Aguzzaingegno: 1 dose

    Saggezza: 42
    CM: 38
    Manualità: 41
    Agilità: 11
    Prontezza: 16
    Intuito: 24
    Affinità: 13
    Carisma: 30
     
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    Salem - Contea dell'Essex

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    Avete detto e lo vediamo tutti che Raido è capovolta, nonché anche Ansuz. Impedimenti, rallentamenti e inganno. Il Sale, la sete… questi simboli sono accesi adesso e siamo...

    Aveva avuto il tempo di realizzare queste cose e poi la sete le pervase la mente. In quel momento avrebbe detto anche il corpo perché la sensazioni di arsura, secchezza alla gola e bruciore agli occhi erano state talmente reali che Amalia non avrebbe saputo individuare la linea sottile tra il falso e il vero. Gli effetti di quella triplice combinazione erano troppo forti per farla reagire in qualsiasi modo. Accadde tutto troppo in fretta. Dopo però, riuscì a trovare la forza di gridare di smetterla di mentire, forte della propria mente, della propria coscienza, della capacità di discernere il tempo illusorio da quello reale.

    Professoressa.

    Riuscì ad intercettare lo sguardo del Capo Hitwizard Baker, il quale come lei sembrava aver capito come stavano davvero le cose.

    Sì Baker, non ascoltarla. È tutta una finzione.

    Gli diede conferma che ciò che aveva capito fosse giusto e che in quei frangenti i suoi occhi e il suo animo avevano bisogno di sentire.
    La situazione stava degenerando sempre di più e per via dell’illusione in atto. Lo aveva capito prima, ma Adesso era pienamente in sé. O meglio, nella sé della versione che le Segrete l’avevano costretta ad indossare con una forza invisibile.

    Non lo capite che è un'illusione? Nessuno vi nega l'acqua, ci manca solo che ci ritroviamo a ucciderci tra di noi!

    Purtroppo no cuccioletto. Il punto è un altro: rendersi conto dell’illusione non vuol dire necessariamente saperla contrastare. Dobbiamo farla smettere, ma in un altro modo...

    Aggettivi di un’Amalia piagata a parte, era vero. Gli si poteva dire la qualsiasi cosa, ma se il loro animo era facile al coinvolgimento di‘illusione del genere, non c’era niente da fare se non provare a fare qualcosa di più efficace.
    Fece un attimo mente locale per raccogliere i pezzi che le servivano, quelli più utili, gettando via tutto il resto. Si ricordò di ciò che disse Atticus, dei simboli che erano accessi. In quel caso le serviva il simbolo del sal, per cui riportò a sé l’immagine di esso che aveva precedentemente indicato.

    La sete…

    Ad esso si collegava anche il frammento rossastro toccato dal ditone di Calgacus prima che l'illusione si attivasse.
    Collegò tutto di nuovo a ciò che aveva detto lei stessa poco prima di perdersi nell’illusione. Ansuz capovolta, inganno. Quel simbolo lo conosceva bene.

    Illusione della sete.
    Spegnerli. Disattivarli.

    Sia Catherine, che Baker avevano deciso di agire con la Porta Misteriosa.
    Decise di farlo anche lei, ma in modo diverso.
    Il Palissinadro si era già mosso rapidamente a fendere l’aria, dando una stoccata verticale. Si girò e andò dritta verso la Porta con il chiaro intento di toccare il simboli del Sale, il frammento rossastro del Ferro e il simbolo della runa Ansuz capovolta e, soprattutto, che l’illusione della sete cessasse.


    Amalia fa un incantesimo su se stessa (lo Scudo) + tocca i tre simboli che crede essere inerenti alla “piaga della sete”. La runa capovolta la riconosce subito (detto anche nel precedente post), il frammento rossastro del Ferro acceso da Calgacus e il Sale individuato grazie all’indicazione di Atticus qui (anch’essa narrata in precedenza anche da Amalia stessa qui.
    Tutto, incantesimo + azione non autoconclusivamente.
    Il Tessitore

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    Edited by Amalia Harp - 19/6/2021, 22:22
     
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    Era un'illusione, tutto quel bordello non era altro che il frutto di una perversa illusione. Ma chi era il sadico che si era inventato una porta di quel genere? Maledizioni, illusioni, pioggia di sangue acido. Era un miracolo se quei ragazzini ne erano usciti soltanto piagati e non in una bara. Pure loro "esperti" se la stavano vedendo brutta. Erano grandi e grossi ed erano comunque ad un passo dallo saltarsi alla gola l'un l'altro.
    Tutto per una maledetta illusione.
    Nel momento in cui realizzò quel concetto i sussurri sparirono e la sete iniziò a scemare. Il fastidio agli occhi iniziò a diminuire e la vista finalmente si rischiarò. Nello stesso momento però qualcuno si avvicinò a lei senza che se ne accorgesse, i rumori inghiottiti dal caos che ancora regnava sovrano in quel posto dimenticato da Dio. Vittima di una confusione data dall'illusione e dal casino che non le lasciava un momento di pace per raccogliere i pensieri e capire che diavolo stesse succedendo, non si accorse dell'uomo fino a quando non la toccò, facendola trasalire.
    Strinse la mano a pugno mentre si voltava per poi incontrare il volto conosciuto di Augustus.
    Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, per poi espirare molto lentamente, cercando di calmarsi e rilassarsi, per quanto fosse possibile.

    Non fare il sapientone con me - gli disse soltanto, giusto per fargli capire che era quasi tornata in sé.

    Si voltò verso la porta, escludendo tutto il casino che stava accadendo dietro di lei. Che diavolo era successo? Doveva aver sfiorato la porta mentre aveva cercato di fermare Aiden. Bene, fantastico. Se voleva trovare il lato positivo, almeno questa piaga sembrava meno permanente di quelle che già conoscevano, sempre se non aveva l'intenzione di tornare a giocare per un secondo round.
    Cos'avevano fatto per proteggersi dalle piaghe? Avevano evocato degli scudi protettivi, cosa che non avevano perso tempo a fare una volta attraversata l'acqua, che doveva essere l'ultimo ostacolo.
    Quello era stato un grosso errore, ma erano ancora in tempo per rimediare.

    Protego Totalum - scandì, tracciando con la bacchetta che aveva continuato a stringere in mano un arco, una U rovesciata.

    Con la coda dell'occhio vide un movimento al suo fianco ma non esitò nell'allungare la mano per toccare uno dei simboli accesi. Ne avevano già discusso alle riunioni, sul perché certi simboli erano illuminati e altri no. Ne avevano parlato anche poco prima, prima che esplodesse quel casino. Simbolo acceso uguale piaga attiva, non era complicato. James vide di fronte a se un simbolo acceso e senza pensarci troppo allungò la mano per spegnerlo.
    La teoria voleva che se li spegnevano tutti avrebbero disattivato le piaghe, no? Ci sperava.

    Riassuntiz: Scudo non autoconclusivo e cerca di spegnere la runa Raido rovesciata. NdA: io sto dando per scontato che gli ultimi post siano tutti in contemporanea, ma anche non lo fossero James è in stato confusionale quindi poco importerebbe XD Però come ho citato nell'ultima parte si avvicina alla porta nello stesso momento di Amalia.
    Scuse generali: vedendo le rune che ho spento e acceso nel salvataggio di cugi-Aiden ho realizzato che più che sfiorato la porta le ho fatto una lap dance (?) ho toccato tutto il toccabile, ma non l'ho fatto apposta XD
    Mi scuso con Atticus, vittima del destino, non è colpa mia, sorry <3
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    Quando l'uomo si avvicinò loro Jade ancora stringeva la mano di Claire . Le due donne avevano trovato conforto l'una nell'altra per vincere la strana illusione della porta. Ma tutta la fatica fatta per contenere l'illusione iniziava a stancarla: lei le illusioni le studiava, non aveva alcuna voglia di subirle!

    Maledetta Porta... sussurrò tra sè ma con un tono udibile anche dalla sua compagna ... sì, sto meglio ora. La sete non passa, ma la mia mente è molto più lucida.

    Era bastarda quella Porta, come colui che l'aveva creata. Era stato Harmony. La sua affermazione era quasi passata inosservata eppure Jade iniziava a temere ciò che avrebbe potuto scatenare ancora e se veramente spegnere tutti i simboli avrebbe placato la Magia Oscura di cui era intrisa. Non si fidava. Non si fidava più di nessuno, neanche di se stessa e doveva far ricorso a tutto il suo autocontrollo per placare l'istinto di sete che ancora sembrava arderle la gola e seccare gli occhi. Se anche il preside della sua vecchia Scuola, li aveva traditi, se era colui che aveva dato origine a quel putiferio, non poteva più fidarsi veramente di nessuno. Forse solo della donna che aveva al suo fianco e che - unica in mare di adulti più esperti di lei - sembrava essersi presa cura di colei che invece l'avrebbe dovuta proteggere. Le strinse la mano in segno di riconoscenza, cercando di infondere e restituire alla donna la stessa forza che ne aveva ricevuto lei. Poi spostò i suoi occhi sull'uomo che si era avvicinato loro: era spaesato, come lo erano state loro. Ma forse Jade aveva un'idea per farlo rinsavire...

    E' tutta un'illusione, Auror Crane. Mia madre diceva che era bravo, quindi torni in sè! il tono di Jade fu sarcastico e sprezzante, come lo era da ragazzina, indomita come il fuoco e implacabile con le paroleSe c'è riuscita una studentessa della LUMOS, dovrebbe riuscirci facilmente anche lei.

    Non spiegò all'uomo chi era, nè perchè sapeva il suo nome. Avrebbe solo capito che sua madre era stata un'Auror e che l'aveva conosciuto. Nulla di più. Nelle ricerche su suo padre, Jade aveva scandagliato ogni nome con cui Elbeth Queen era entrata in contatto, anche Crane era tra di loro. Quella ricerca era stata abbandonata da tempo dalla ragazza, ma non le informazioni che aveva raccolto sulla vita di sua madre, che in quel momento le tornarono utili.

    Stanno provando a fare qualcosa sulla porta...

    Gli occhi scuri di Jade furono attratti da altri movimenti, da ciò che stava accadendo di fronte alla porta e si fecero gravi. Anche il tono con cui aveva pronunciato quelle poche parole era di riprovazione: era evidente che al di là della convinzione di alcuni sullo spegnimento dei simboli, gli altri stessero andando a tentoni nel cercare di eradicare il male o addirittura nel suggerire di aprirla, senza neanche averne compreso appieno il funzionamento. Era evidente che Jonathan Candice avesse perso il controllo del gruppo visto che ognuno aveva deciso di fare ciò che più gradiva. Per fortuna loro erano distanti, Jade aveva assecondato i passi indietro che aveva fatto Claire per mettere distanza tra loro e la Porta Maledetta, ma forse avere un Auror lì vicino non sarebbe stato poi così inutile.

    ... senza un ordine, senza aver compreso come funziona sentenziò con biasimo scuotendo la testa Claire, non sappiamo come reagirà la Porta. Non so voi, ma io non mi fido fissò la dragoniera negli occhi e strinse ancora forte la sua mano prima di lasciarla andare e di pararsi davanti a lei, a puntare la sua bacchetta di rosa dritto in direzione della portaAuror Crane se si vuole rendere utile, anche il suo aiuto potrebbe essere gradito. Sa come si dice, l'unione fa la forza!

    Se l'uomo fosse tornato in sè, sarebbe stato un bene averlo accanto, anche se a sua volta avrebbe avuto qualcuno da proteggere. Jade era la custode di Claire ed era lei che avrebbe protetto, anche anticipando il male. Al massimo sarebbe stato un eccesso di zelo!
    Se qualcuno avesse scatenato qualcosa, anche stavolta voleva essere preparata, come avevano fatto nei cunicoli delle segrete.
    Non c'era bisogno di inventare nulla: due incantesimi finora erano riusciti a contenere per quanto in modo limitato il male scatenato da Harmony. L'incantesimo scudo e l'incanto Patronus.
    Jade scelse e come sempre - per istinto più che per raziocinio - scelse la luce.
    La luce di un ricordo.
    Socchiuse gli occhi e si preparò a rievocare il suo personalissimo ricordo felice, sua madre. Sembrava che ogni cosa, anche persone sconosciute come l'auror accanto a lei, ne richiamassero la presenza. Fu più semplice che la volta precedente: come per ogni incantesimo la pratica costante e ravvicinata ne facilitava l'esecuzione e la confidenza con esso.
    Ecco che arrivavano gli occhi, simili ai suoi... ecco, la chioma rossa che ravvivava di un colore infuocato la scena del ricordo... ecco la voce, la Vita che la richiamava a sè, l'Amore con cui era stata cresciuta... e infine il tocco, lieve e impalpabile. Un ricordo appunto, ma così vivido da estrarre da lei l'energia magica necessaria a dare forma a quel ricordo e a renderlo un baluardo che si ergeva contro il Male.

    Expecto Patronum!

    Ancora una volta, sarebbero stati nelle mani di colui che tesseva le trame del loro destino.

    Jade è un'elfa libera! (semi cit.)
    Quindi, dopo aver cercato di far rinsavire Aiden, intimorita da ciò che tutti stanno facendo giocando con la porta maledetta, preferisce scagliare il proprio Patronus per proteggere se e Claire da qualsiasi reazione avrà la porta.

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    I passi da incerti si erano fatti più sicuri, ora lo sforzo di vedere si era affievolito e i visi dei presenti erano più chiari.
    La sete e l'arsura graffiavano ancora la gola, tanto che gli occhi lucidi sentivano il bollore dello sforzo.
    La porta e tutte le figure che ormai vi erano di fronte era più vicina.
    Vide bacchette alzate, lampi di luce, polvere dorata e fumo; lo stesso fumo che nei tentativi degli esperti si era rivelato sulle persone piagate.
    Avrebbe voluto avere il tempo per agire con più calma, proprio mentre si voltava e vedeva gli altri tentare di liberarsi dalle illusioni, uniti nel terrore.
    Tutto quell'accalcarsi non permetteva di fare un punto della situazione, unendo i punti e testando poi le soluzioni; gli adulti esperti erano stati addirittura più istintivi di lei nell'agire, e questo la bloccò per qualche attimo dietro l'avanguardia.
    Era quasi impossibile infilarsi lì dove si trovavano Baker e Nott, ora che Carter, Harp, Candice e Morgan si erano fatti tutti attivi oppositori.
    Se tutti loro fossero stati colpiti, se le loro azioni contemporanee avessero avuto un effetto inaudito e potente, non sarebbero usciti di lì.
    Erano i maghi più potenti, quelli in grado di portarli fuori da lì anche se avessero dovuto affrontare la bocca dell'Inferno.
    Guardandosi indietro, con coloro che ancora erano vittime di se stessi e incapaci di agire, si chiese cosa ne sarebbe venuto se qualcosa di potente e incontrastabile avesse preso piede dalla porta, per inondarli nuovamente, renderli impotenti, colpendo chi già di loro non avrebbe saputo come difendersi.
    Il suo intervento sulla porta non avrebbe potuto nulla di più di coloro che già vi stavano agendo, ma era certa che forse il più importante dei passi che avrebbero dovuto fare era quel che aveva indicato il Direttore Ministeriale.
    Le bacchette, i fori, dovevano essere una reale soluzione.
    Continuare a agire sui simboli le pareva un gioco senza fine.
    Cosa avrebbe potuto fare, allora, nella confusione?
    Si era avvicinata al gruppo da un lato, affiancandosi proprio all'uomo del Ministero; lo sforzo di quel che avrebbe tentato sarebbe stato forse vano, forse troppo, persino debilitante per lei.
    Ma la sua mente aveva già immaginato una rete di emergenza, e lo aveva immaginato attingendo al potere sottovalutato dell'Aritmanzia.
    Il Sigillo rete avrebbe potuto creare la barriera tra loro e la porta, tra tutti loro: una rete che avrebbe compreso la cupola del sortilegio scudo più potente.
    Uno sforzo ben più grande di tutti quelli mai fatti in vita sua; agì allora nell'istante stesso in cui le bacchette si erano rivolte alla porta.

    Diktuon.

    All'interno della rete opaca che avrebbe generato allargando le braccia per indicarne il tracciato, facendola infilare tra gli avventori e la porta maledetta, Mintaka avrebbe poi evocato l'incantesimo di protezione massima, per includere all'interno di quella cupola il più alto numero di persone possibili.
    Il Biancospino si levò insieme a entrambe le braccia, l'argento avrebbe seguito il tracciato dei suoi occhi scuri.

    Protego Maxima!

    Non c'era tempo per unirsi alla ricerca dei veterani, ma avrebbe tentato di limitare qualsiasi danno per tutti.


    L'intento di Mintaka è di generare una rete frapposta tra la porta e tutti gli altri, così da incastrarvi l'incantesimo di protezione massima nell'eventualità qualcosa si sprigioni nel momento in cui vengono toccati i simboli e applicati gli incantesimi.

    Immagine orribile per spiegare la posizione della rete qui
    Non sono rappresentate tutte le persone accalcate, l'intento è far capire dove intendo creare la rete e la cupola protettiva.
     
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    [Cunicoli delle segrete]


    La gola non supplicava più e le idee iniziavano a schiarirsi nella sua mente. Quella confusione sembrava evaporare come neve al sole. Secondo dopo secondo si rendeva conto di essere nell’epicentro di una catastrofe. Con la piena consapevolezza di dover fare qualcosa, anche se tutto sembrava sfuggirle di mano, si ritrovò a cercare con lo sguardo gli altri Esperti. I Guardiani stavano facendo il possibile per proteggerli, anche se loro stessi erano impreparati ad affrontare la magia oscura o i tranelli lasciati da Harmony. Provò a proferire parola, senza riuscirci. Stavolta non per colpa di un’illusione o di qualche altro sortilegio, ma per il terrore che s’insinuava tra le pieghe della sua anima. Non aveva mai provato così tanta paura, nemmeno di fronte pericolose creature selvatiche o draghi schiavi dell’ira. Troppe persone, troppi gesti inconsulti.
    Condivideva l’opinione di Carter che bisognava utilizzare le bacchette delle tre Case e quella del professor Crane nel trovare prima la chiave di lettura della porta. Biasimava l’esitazione di Candice, che li aveva trascinati fino alle segrete senza avere né il polso e né le capacità di guidare una simile spedizione. Aveva quasi l’impressione che stessero andando a tentativi e ben pochi dei presenti avevano la chiara idea di cosa stessero facendo. Deglutì a fatica. Gli occhi sbarrati e le iridi acquamarina che saettavano sulla lastra oscura in cerca di risposte.

    Così non va bene.

    Fu inghiottita dai pensieri, rimanendo lì ferma ed immobile a trovare una soluzione. Forse altri nella loro incoscienza stavano facendo più di lei, provando ad entrare in contatto con quell’antica magia oscura. Un rischio che dovevano assumersi e che aveva lei stesso accettato di correre scendendo nelle segrete. Fu Jade a farla rinsavire. La stretta della sua mano la riportò tra gli oscuri cunicoli. Annuì appena alle sue considerazioni. Nemmeno lei sembrava fidarsi, forse viziata dagli influssi illusori appena disillusi. Cercò lo sguardo della Guardiana, lucida e ferma. Era fuoco, era determinazione. Nonostante non si conoscessero per nulla avevano deciso di affidarsi l’una a l’altra fin da subito. Le sorrise, quasi per rassicurarla. Era lì e non si sarebbe arresa.

    Ho bisogno di qualche minuto.

    Mentre il caos si abbatteva sulle segrete, lei aveva bisogno di preziosi minuti per riflettere. Lasciò la rossa alle prese con l’Auror, ancora vittima delle terribili illusioni della porta, per potersi isolare un momento. Ripose tracolla e bacchetta a terra, sull’umido pavimento delle segrete, ed in ginocchio iniziò a frugare in essa. Le dita sfiorarono la ruvida pergamena. Con un po' di difficoltà riuscì ad estrarre dalla borsa anche un carboncino, macchiandosi la punta delle dita. Appoggiandosi sulla pelle lavorata della tracolla e piegata in avanti disegnò una figura triangolare. Era la porta con i simboli delle casate di Amestris ai suoi vertici. Una “V” centrale e poi rivolse lo sguardo verso la porta originale. In basso a sinistra riprodusse la vecchia combinazione ora spenta, il Kanji “Onda” – il simbolo astronomico “Nettuno” – il movimento di bacchetta di “Engorgio”. Unì i tre punti con il carboncino, tracciando delle linee non troppo dritte a causa della fretta ma abbastanza chiare da creare un triangolo. Poi fece lo stesso nella porzione centrale della porta disegnata, più sulla destra. Erano gli stessi simboli che aveva notato poco prima dell’arrivo dell’illusione: La runa “Ansuz capovolta” – il simbolo alchemico “Sale” – il frammento del “Ferro”. Ancora una volta si ritrovò a tracciare le tre linee ed anche stavolta un triangolo. Era questo quello che aveva cercato di comunicare al docente di Aritmanzia, nonché ex-preside di Amestris. Era questo ciò che aveva notato, oltre che alle relazioni antitetiche rispetto ai vertici che si univano nel simbolo centrale.

    Guarda… non è un caso che le piaghe si generano con l’attivazione di tre simboli. Tutti formano un triangolo, con diverso orientamento… ma se noti… il numero tre ricorre sempre!
    Non è detto che l’illusione non torni, visto che “Ansuz capovolta”, “Sale” e “Ferro” sono ancora illuminate. A differenza della maledizione delle onde generata da “Onda”, “Nettuno” ed “Engorgio”.


    Si rialzò, dopo aver recuperato bacchetta e tracolla, per mostrare quella bozza a Jade e a qualsiasi persona fosse nei paraggi. Era chiaro che i simboli andavano disattivati in qualche modo altrimenti si finiva per cadere in un circolo vizioso da cui era impossibile uscirne. Grazie alle varie considerazioni degli esperti la Wilson era riuscita ad unire i vari tasselli, in una chiave interpretativa tutta sua ma l’evidenza dei fatti era a suo favore. Con la bacchetta indicò i tre vertici del triangolo che aveva costruito.

    Non ne sono sicura… dovrei chiedere a qualcuno di più esperto di me… ma siamo davvero sicuri che la magia delle nostre bacchette possa contrastare quella della porta?
    Le bacchette di Amestris non necessariamente sono chiavi, ma potrebbero essere chiavistelli per favorire l’apertura della porta. Forse bisogna interagire con la porta con quelle… esempio il frammento di ferro è orientato verso la Tempesta ed in virtù della relazione antitetica dei simboli centro-vertice forse dovremmo usare la bacchetta della Tempesta.


    Supposizioni. Solo supposizioni le sue. Non ne era sicura, ma reputava un azzardo ciò che stavano facendo alcuni Esperti. Probabilmente erano a conoscenza dei rischi e stavano agendo forti delle loro conoscenze, ma la Wilson preferiva rimanere nelle retrovie per ora. Condivideva lo scetticismo di Queen, annuì seria e pensierosa. Scosse appena la testa con aria greve, sentendo una sensazione di oppressione alla bocca dello stomaco. Era pericoloso, troppo pericoloso. E non erano le uniche a voler ereggere delle difese preventive, chi per sé stessi e chi anche per gli altri. Provò a tirare su un sorriso, quasi per ringraziare la rossa dell’Incanto Patrono che l’aveva salvata nella traversata dell’oscurità. C’era Al Hayes, forse l’unica davvero preoccupata per eventuali reazioni della porta. Quel cimelio oscuro aveva dimostrato più e più volte di sapersi difendere, ed anche bene contro eventuali avventurieri. Agire senza difese era un errore.

    Qualcuno deve aiutarla!

    Indicò Mintaka intenta ad ereggere barriere protettive per coloro che erano ancora intrappolati tra le grinfie illusorie. Un gesto nobile, coraggioso. Degna erede del Fuoco. Ma da sola non sarebbe riuscita a portare a compimento quell’impresa. Purtroppo non era abbastanza capace negli incantesimi protettivi da fornirle supporto. Fece un passo in avanti per affiancarsi a Jade.

    Protego Totalum!

    Provò a tracciare con l’Acero una “U” capovolta, movimento necessario per evocare un Sortilegio Scudo Circolare. La bacchetta si sarebbe illuminata, circondandosi di un alone immacolato. Con determinazione e precisione sperava di erigere una barriera intorno a sé e alla studentessa, abbastanza solida da proteggerle. Aveva un brutto presentimento, un terribile presentimento.

    Riassunto: Claire, libera dall'illusione e passata la confusione, decide di concedersi qualche minuto per sè. Recupera pergamena e carboncino per tracciare i disegni sulla porta (quelli già ampiamente segnalati dagli altri Esperti) e prova ad esporre congetture su come aprirla e comprenderne il funzionamento. Poi affianca Jade per lanciare un Protego Totalum e proteggerle da eventuali reazioni della porta all'interazione con gli Esperti.

    Punti Abilità
    Saggezza 43
    Capacità Magiche 50
    Manualità 46
    Agilità 22 - Prontezza 22
    Intuito 22 - Affinità 35
    Carisma 40

    Prestanza Normale
    HP: 70

    Talenti
    CDCM I - II - III
    CDD I - II - III (Dorsorugoso Norvegese e Nero delle Ebridi)
    Erbologia Avanzata I
    Astronomia Avanzata I
    Magia Bianca I
    Incantesimi I
    Pozione Avanzate I - II
    Guarigione Avanzata I
    Medimagia Veterinaria

    Atticus J. Crane Ethan Carter Jade Queen Aiden Crane Mintaka Al Hayes
     
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    Volare è meglio che cadere




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    Fortuna o comunicazione, poco importava: il professor Crane fu libero in pochi secondi, il tempo necessario per un controincantesimo standard. Dannazione, che sete. Abbassò la mano che stringeva la bacchetta magica e si portò la sinistra nuovamente alla gola. Illusione, era un'illusione, ma era dannatamente difficile tenerlo a mente. Era difficile pensare a qualunque cosa di diverso all'acqua. Dopo essere stata ringraziata si limitò a un cenno della testa, prima di seguire la direzione dello sguardo di Crane. Ah, ecco dov'era finito il signor Darkwill, che però non le pareva in pericolo. Vicino a lui vide il professor Ridgerton, ma nessuno dei due pareva ferito, quindi... che sete. Aveva bisogno di acqua. Gli occhi tornarono alla porta maledetta: sarebbe bastato toccare il simbolo che si era spento poco prima e forse tutto sarebbe tornato come prima e loro avrebbero avuto acqua. Tutti loro. Fece un piccolo passo in quella direzione, tanto vi erano già molte persone affollate e pareva che già altri avessero avuto la sua stessa idea. Bravi, erano esperti e avevano capito che serviva dell'acqua al più presto. No. No, era un'illusione, non le serviva proprio niente di niente. Certo che era difficile crederci, quando gli occhi e la gola le bruciavano in quel modo. Non si era mai trovata a dover lottare in quel modo contro la propria stessa mente, era come se i suoi neuroni facessero a pugni. Prima qualcuno gridava che era un'illusione, poi qualcuno gridava che non gliene fregava niente e che dovevano semplicemente bere della dannata acqua. Vide del fumo attorno alla porta. Stavano cercando fi fare qualcosa, ma non riusciva davvero a capire cosa, perché pensava solo alla sua dannata sete. Sentì un rumore dietro di lei, doveva aveva lasciato il professore di Alchimia nuovamente in grado di parlare e si voltò d'istinto. Ormai i ragionamenti erano frammentati.

    Lei ce l'aveva.

    La sua voce, che fino a quel momento era stata affaticata, frammentata, in lotta per non uscire o per riuscire a dire cose sensate, quella volta fu come un macigno scagliato con tutta la sua forza in direzione dell'uomo. Lo aveva protetto per arrivare a quella dannata porta maledetta. Tre. I tre simboli. Tre attivati e tre disattivati. La voce di Claire le arrivò nuovamente alle orecchie, ma era come se si trovasse in un altro universo, come se si trovasse sott'acqua e tentasse di comunicare. Sì, lo aveva pensato anche lei prima, che...
    La bisaccia conteneva tutto ciò che le serviva per sopravvivere. Fece un passo in direzione di Crane. Voleva afferrargli il braccio, doveva darle quella dannata acqua.

    Me ne dia un po'.

    Un altro passo e allungò la mano sinistra, che si trovava ancora sulla sua gola, in direzione del braccio dell'uomo. Doveva afferrare la borraccia. No, lei doveva proteggerlo non le serviva. Falso, quell'acqua era la soluzione. No, la soluzione era legata alla porta, ci stavano lavorando e lei si stava perdendo tutto. Con l'acqua tutto sarebbe tornato a posto e lei avrebbe aiutato gli esperti. Senza nemmeno accorgersene era arrivata abbastanza vicino e si slanciò in avanti per afferrare la bisaccia, pronta a usare la magia per fermare il suo avversario se fosse stato necessario.
    Mentre si scagliava in avanti sentì nuovamente la Dragoniera e, questa volta, qualcosa scattò nella sua testa. Dovevano proteggere. Lei era lì per proteggere. Non per l'acqua, non per altro. Fu come se nella sua testa finalmente qualcuno avesse smesso di bisbigliare cose assurde, ma stranamente convincenti. La gola tornò normale, gli occhi smisero di bruciare e lei vacillò, la mano inutile e allungata, pronta ad afferrare la bisaccia. Si bloccò all'improvviso e sgranò leggermente gli occhi. Dannata porta. Era stata solo un'illusione e, per la prima volta, ci credette totalmente.

    Mi scusi, professore. Metta via la bisaccia e mi stia accanto.

    Si guardò attorno ancora un po' confusa. Si sentiva rallentata, mentre cercava di rimettere ordine nei suoi pensieri.
    Vide che i più importanti esperti si erano radunati vicino alla porta e che avevano iniziato ad agire su di essa. Non era stata l'unica ad avere l'intuizione del tre, ma non era riuscita a svilupparla oltre, perché poi era stata impegnata a cercare acqua che non le serviva. Poco importava. Lei era lì per proteggere, perciò c'era una cosa cosa che potesse fare. Mintaka ci aveva già pensato e Claire la stava seguendo a ruota. Lei doveva unirsi a loro. Sì, ma prima doveva assicurarsi che Crane non finisse travolto da chissà chi. Quella bisaccia poteva creare parecchi problemi. Gli si parò davanti per evitare che altri, ancora afflitti dall'illusione, lo vedessero, senza essere certa di come agire o cosa fare. Si sentiva confusa e rallentata, ma finalmente si sentiva più libera.

    Anita si lancia contro Atticus, ma visto che è l'ultimo post ho scritto che si ferma e che finalmente si libera dall'illusione, anche se resta confusa, infatti si limita a pararsi davanti a Crane per cercare di nascondere alla vista di altri la bisaccia. 3/3, finalmente liberi!

    Saggezza 34+1
    Capacità Magiche 41
    Manualità 35
    Agilità 22
    Prontezza 19
    Intuito 17+1
    Affinità 17
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    Purtroppo no, cuccioletto...

    La professoressa Amalia Harp aveva utilizzato davvero quell'appellativo per rivolgersi a Mavis. Segno evidente che la piaga ancora non aveva smesso di dare filo da torcere alla docente, che tuttavia riusciva a mantenere un notevole autocontrollo "addomesticando" quella forza ignota che l'aveva colpita e che, fortunatamente, solo in parte di tanto in tanto riusciva a manifestarsi.

    La spiegazione fornita dalla docente all'affermazione di Mavis, che suonava più come un appello rivolto agli altri esperti che a causa dell'improvvisa arsura stavano rischiando di combattere fra loro, era impeccabile. Riconoscere l'effetto di un'illusione non era sufficiente a farla scomparire, a dissolverne gli effetti. Sarebbe stato troppo facile.

    Mavis ne era la prova vivente. Aveva capito in fretta che quella malsana sete che si era impossessata di tutti loro e quel bruciore improvviso agli occhi erano frutto di una illusione. Un sortilegio che, come era avvenuto nel caso delle piaghe che avevano superato, era stato attivato toccando alcuni dei simboli presenti su quella dannata porta.

    Per questo motivo alcuni degli esperti, coloro che erano riusciti a liberarsi in fretta dall'illusione, stavano rivolgendo le loro attenzioni a quel manufatto intriso di magia. Avevano deciso di dare priorità alla porta anziché prestare soccorso agli altri membri della "spedizione" ancora sotto effetto del sortilegio. Una scelta che il ragazzo comprendeva, visto che in ballo c'erano cose ben più grandi di lui e della sua sete. Sperava però che riuscissero a trovare una soluzione efficace nel minor tempo possibile. Non sapeva quanto avrebbe resistito ancora.

    Nella mente, intanto, una marea di interrogativi. Uno su tutti, avendo ora toccato con mano l'ignoto non sapendo ciò che li aspettava, capeggiava fra gli altri: Ne usciremo vivi?

    I maghi più esperti, ciascuno in base alle proprie intuizioni, stavano cercando d'interagire con la porta per provare a disattivare l'illusione. Probabilmente ci sarebbero anche riusciti, ma nessuno poteva dire loro cosa, toccando qua e là i simboli e le rune, si sarebbe scagliato contro di loro. Una perplessità, quella di Mavis, che evidentemente avevano avuto anche altri esperti, i quali, ormai liberi dall'oppressione della sete, si stavano prodigando a lanciare incantesimi protettivi per creare una sorta di barriera fra il gruppo e la porta.

    Il ragazzo si sentiva inutile. Tremendamente inutile. Sino ad allora non era riuscito a dare il benché minimo contributo alla causa comune. Baker gli aveva fatto da balia consentendogli di attraversare indenne le tre piaghe e subito dopo era caduto in balìa dell'illusione che lo stava fiaccando nel corpo e nello spirito.

    Il fato volle che proprio in quel momento, quando i pensieri più cupi si stavano affacciando nella sua testa, Mavis riprese a poco a poco il controllo di sé. Sentiva la sua gola "rinverdire" come una pianta rattrappita dal sole alla quale si dà dell'acqua. Anche gli occhi cominciavano a restituirgli delle immagini più nitide. Le ombre sfocate lasciavano spazio a figure sempre più chiare.

    So... sono tornato balbettò a coloro che erano attorno a lui. Credo che l'effetto stia svanendo...


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    Questi non stavano capendo un bel niente e il bello era che erano convinti che Narcissa si sarebbe bevuta le loro balle.

    La volete piantare. Siete ridicoli.
    Allora, la vogliamo uscire quest’acqua o no? O ancora volete continuare questa patetica scenetta.


    Ma che cavolo, erano scesi fin laggiù offrendo il loro aiuto, mettendosi a disposizione per proteggerli e quelli avevano pure il coraggio di negar loro dell’acqua? Era fatta d’oro? In realtà, in quel momento era proprio come l’oro per Narcissa e per coloro che ancora erano sotto l’effetto maligno dell’illusione. Un’illlusione che si prendeva gioco di tutti loro in modi diversi. Una giocatrice sleale, la quale se ne fregava altamente di usufrire di armi molto più potenti.

    Suvvia, parete due primedonne a battibeccare così. Inutile montare ancora questa commedia.

    Esattamente. Grazie al cielo qualcuno che non ha perso il senno.

    Lo sguardo cadde sul Preside attuale della scuola, il quale sembrava anche lui non credere minimamente a quella ridicola scenetta teatrale. Ridicoli, sì ridicoli. Ma l’acqua? Niente, neanche una goccia del cavolo.
    Stava uno schifo: gli occhi bruciavano da morire, mentre l’arsura ormai sembrava essersi preso pieno possesso della gola, così come della mente.
    E quelle dannate voci intorno a lei che non le concedevano un attimo di tregua. Le sentiva, purtroppo. Si sforzava con tutta se stessa di ignorarle, ma era tutta una fatica vana perché quelle maledette non cessavano, ma continuavano ad affollarle i pensieri, accusando tutti gli altri di avere la cura. Ormai sembrava averle marchiate nel cranio. Poi il dubbio che invece fosse tutto il contrario si insinuò in lei. Tra gli Esperti c’era la madre ed era troppo strano che neanche lei le desse dell’acqua. Era troppo strano. Poco dopo la sentì dire che era tutto falso, che non dovevano dare retta alla sete e alle voci. Era vero o era lei a mentire? Ma perché poi?
    Era tutta colpa di quella Porta triangolare. Tutto quel casino era solo e soltanto opera sua, ma a Narcissa rimaneva ancora preclusa la verità.

    Perché ci fate questo! Perché!

    Scusate per i ridicoli, patetici e company. E’ la piaga a farla straparlare :( Sì, maaa USCITE L’ACQUA!

    Post con piaga sete 2 di 3 → Carisma 35

    Punti Abilità
    Saggezza 39
    Capacità Magiche 49
    Manualità 26
    Agilità 23 - Prontezza 24
    Intuito 16 - Affinità 11
    Carisma 35

    Prestanza Normale
    HP: 70

    Talenti
    Incantesimi I
    Incantesimi II
    Magia Bianca I
    Magia Bianca II
    Aritmanzia I
    Prodigio del Volo
    Mente sul Corpo

    Oggetti: (descrizioni in scheda
    ➤ Mantello Scudo blu notte
    ➤ Polvere Buiopesto Peruviana
    ➤ Boccetta d'acqua incantata


    Edited by Narcissa Harp - 20/6/2021, 20:31
     
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