Centri Virtvs vt Virtvs in Centrvm

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    Solo la Wilson rispose al suo accorato appello cercando di distrarla, mentre Jade continuava a guardarsi freneticamente intorno a sè alla ricerca di qualcosa che potesse arrivare a seguito del suo incantesimo di appello, aggrappandosi per un attimo al braccio della compagna, l'unica in cui al momento attuale riponesse fiducia, perchè l'unica che l'avesse incoraggiata.

    Acqua... voglio acqua, Claire !

    L'incantesimo di appello evidentemente non aveva funzionato, visto che nulla era successo e questo la fece irritare ancora di più. Possibile che di tutto quel ben di Dio preparato dagli elfi di Amestris nulla potesse giungere a loro? Forse aveva bisogno di più tempo per arrivare o forse - pensò con ira crescente - erano proprio gli elfi a non farla arrivare. Non potevano far materializzare qualsiasi cosa nel castello?

    E' colpa loro... sono loro che ci hanno tolto l'acqua! Stupidi Elfi! Non ce la fanno arrivare fin qui! il tono era rabbioso e gli occhi di Jade mandavano bagliori d'ira.

    La ragazza iniziò a stropicciarli con forza perchè non era solo la gola ad ardere adesso, ma anche gli occhi le davano problemi. Li sentiva secchi come se tutta l'acqua contenuta nel suo corpo iniziasse improvvisamente a scarseggiare.
    Battè le palpebre più volte, cercando di mettere a fuoco in quel luogo che le appariva ora angusto, poichè la vista andava e veniva.
    Ombre oscure si stavano allungando su di loro, sentì distrattamente i commenti dell'auror Crane, di Phèdre ed anche di altri a cui non badò. I suoi occhi, tutto il suo intero corpo bramava dell'acqua ed avrebbe fatto di tutto per ottenerla. La sua mente solitamente lucida era ora completamente assorbita da quell'urgenza, un'urgenza tanto più forte quanto più l'arsura iniziava ad intensificarsi. Se prima era stata supplicante nella sua richiesta, ora divenne rabbiosa.

    MALEDETTI! SIATE TUTTI MALEDETTI! E LEI, LEI PIU'DI TUTTI! gli occhi scuri di Jade si fissarono furenti su un uomo in particolare.

    Chi era stato a trascinarli lì ed a metterli in quella situazione: Jonathan Candice! Era tutta colpa sua. Anche gli elfi, non era a lui che avevano obbedito quando li aveva trascinati nelle segrete senza prevedere che avrebbero avuto bisogno di acqua?

    Mi dia IMMEDIATAMENTE dell'ACQUA! CE LA FACCIA PORTARE!! gridò con livore.

    E stavolta la sua bacchetta si puntò con decisione sul massimo esperto di Magia Oscura.
    Se nessuno l'avesse fermata, era probabile che Jade avrebbe commesso qualche sciocchezza, anche se in cuor suo in quel momento sperava che anche altri si unissero alla sua rivolta.

    Post 2/3
    Saggezza:37
    Capacità Magiche:36
    Manualità:28
    Riflessi:Agilità: 15 - Prontezza: 15
    Sensibilità:Intuito: 14 - Affinità: 14
    Carisma:36

    Prestanza:Normale

    HP:70
    Popolarità:11
    Reputazione:Pubblica: 13 - Criminale: 12

    Caro Tessitore nonostante qualche altro indizio ricevuto, vista la totale mancanza di lucidità di Jade e quanto imposto dalla maledizione, non mi sento nelle condizioni attuali di poterla far ragionare coerentemente su alcunchè che non sia la brama d'acqua.


     
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    [Cunicoli delle segrete]


    La situazione era degenerata in un battito di ciglia. Un innocuo incidente da parte della Auror e l’incapacità di resistere alle ammalianti voci provenienti dalla porta avevano scatenato il caos tra gli Esperti. Sebbene fossero ben più navigati e con un bagaglio di esperienze maggiori rispetto agli studenti discesi nelle segrete, stavano anche loro vivendo in prima persona le terribili piaghe oscure. Una potentissima illusione si era diffusa tra i presenti, scatenando diverse reazioni. C’era chi provava a sfruttare quel barlume di lucidità che gli era rimasto per risolvere l’enigma della porta triangolare, chi invece litigava per un bicchiere d’acqua abbandonandosi ai primitivi istinti e chi cercava di resistere in silenzio sperando che l’illusione fosse solo passeggera. Ognuno a suo modo cercava di superare quel momento di difficoltà, con la paura nel cuore e gli occhi persi nell’oscurità. Lì sotto erano da soli, nessuno sarebbe arrivato a soccorrerli.
    La Wilson doveva fare i conti con le distorte percezioni che flagellavano il suo corpo. Un desiderio irrefrenabile di acqua ed una gola sempre più secca. Faticava perfino a proferir parola, tenendo gli occhi socchiusi ed irritati da quei granelli di polvere e sale impossibili da rimuovere. Riconosceva che fosse vittima di un’illusione, eppure quelle sensazioni erano così vere. Avvertiva gli occhi bruciare e la lingua attaccata al palato, pastosa in bocca e con l’irrefrenabile voglia di toccare acqua. Si ritrovò a deglutire, constatando che non era rimasto nemmeno un briciolo di saliva. Colpi di tosse che la fecero piegare leggermente in due, temendo di soffocare. La sgradevole sensazione di una gola arida come un deserto. Labbra screpolate e nonostante istintivamente premesse le une sulle altre riusciva a percepirne solo i margini irregolari e la sgradevolezza di quella sensazione. Non c’era alcun sollievo in quella piaga.
    Eppure nonostante le lamentele, le urla che si diffusero tra le ombre delle segrete e la frenesia del momento, riuscì a scorgere un barlume di speranza. Aveva avvertito alcune considerazioni. Tra le varie voci si sollevarono quelle di Ethan e di Anita, che in qualche modo suggerivano che erano arrivati alla sua stessa conclusione. L’infinito trittico di simboli che innescava a catena maledizioni per tener lontano chiunque. Con lo sguardo cercò l’erudito diplomatico e la sua ex-studentessa.

    Tre. Triangolo. Trittico.

    Avrebbe tanto voluto confrontarsi ancora sull’argomento, ma un vulcano stava per esplodere proprio accanto a sé. Si trattava di Jade Queen, la Guardiana che l’aveva guidata sana e salva fino alle porte dell’inferno. Le doveva molto, anche perché era riuscita a destreggiarsi abilmente in incantesimi di difesa senza mai commettere un errore. Nonostante la giovane età era talentuosa e la Signora dei Draghi aveva scelto di fidarsi di lei ad occhi chiusi. Infondo solo la fiducia generava altra fiducia.
    Jade era fuoco, passione pura. L’insaziabile fiamma del sapere, capace di riscaldare ma anche di distruggere se fuori controllo. Le iridi acquamarina si soffermarono sulla ragazza di fianco, nonostante tutto riusciva ancora a distinguere nitidamente la sua figura. Le teneva ancora il braccio per sostenerla, per esserle vicino in quel momento di terrore. Ma non era abbastanza, anche perché offrirle quel supporto o recuperare dell’acqua non avrebbe alleviato le sofferenze della Guardiana. Si sentiva in dovere di fare qualcosa. Erano entrate insieme in quelle segrete e sarebbero uscite insieme. La Queen si era fatta carico della sua incolumità, ma per la Wilson la ragazza dalla chioma rossa era una sua responsabilità. Soprattutto ora che rischiava di generare il panico e far partire accidentalmente incantesimi, in un gruppo già durante provato mentalmente. C’era già chi si accusava reciprocamente e chi invece provava a strappare al compagno bottiglie d’acqua.

    J…Jade! Ascoltami.

    Era così vicina da poterle sussurrare. Provò ad allungare la mano libera, quella sinistra, per avvicinarsi cautamente all’arto disteso della ragazza. La mano, esitante, si sarebbe avvicinata quel che bastava per entrare nel campo visivo della Queen e per invitarla ad abbassare la bacchetta. Compiuto un mezzo passo verso la ragazza, affinché le loro spalle si sarebbero sfiorate, quasi per rassicurarla non solo con la voce. Lei era lì, ferma e concreta in una realtà illusoria. La rossa aveva bisogno di certezze, non di favole o acqua che non avrebbero placato la sua sete.

    Abbassa la bacchetta. È… è un’illusione!
    Devi essere forte. Devi resistergli e non permettere alla frustrazione di controllarti.


    La furia rossa aveva di certo perso il controllo. Inoltre sentiva la necessità di allontanarsi da quel gruppo. I volti amici che un tempo vedeva erano svaniti. Qualcosa le suggeriva che qualcuno era a conoscenza del modo per dissipare quella sete, ma nessuno era intenzionato a condividere. Un pensiero irrazionale, in contrasto con tutto ciò che pensava. Un chiodo fisso, difficile da scacciare via con tanta facilità. Diffidenza, era ciò che sentiva per le altre persone, come se la stessero ingannando. Provò ad afferrare la mano di Queen, per condurla lontano dal resto del gruppo. Aveva bisogno di aria, di uno spazio per sé.

    Stri…Stringi le mie mani.
    Troveremo un modo anche da sole!


    Colpi di tosse che spezzarono la sua frase. Era ancora vittima di quella illusione, che le rendeva la bocca arida, gli occhi ciechi e l’anima disperata. Ma forse in due sarebbe stato più semplice. Forse.

    Riassunto: Claire prova a tranquillizzare Jade e sentendo ostilità nel gruppo (credendo che qualcuno abbia la cura senza volerla condividere) decide di allontanarsi un pò.

    Maledizione [2/3]

    Anita Hamilton Jade Queen Ethan Carter
     
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    Qualcosa stava succedendo, bastava semplicemente guardarsi attorno... la paura era discesa nelle menti di tutti, e presto il sangue avrebbe cominciato a scorrere se qualcuno non fosse intervenuto col pugno di ferro. Kyran doveva rimetterli in ginocchio, non c'era tempo da perdere, ogni secondo che passava quel tormento aumentava e la tosse si faceva sempre più pressante: bisognava ricorda a quei mortali il loro posto, alla fine della catena alimentare come semplici pecore.
    I suoi occhi si chiusero, lasciando che l'oscurità avvolgesse la vista annebbiata per un'ultima volta, mentre quella sensazione di menzogna lentamente erodeva la sua ragione come un'onda contro il roccioso. L'aveva deciso qualche secondo prima, ma adesso n'era più convinto che mai... il tempo era finito, l'unica scelta giusta da fare era agire, ed agire avrebbe fatto.
    L'atmosfera nella stanza si stava riscaldando, da semplici accuse, qualcun altro aveva sfoderato come lui la bacchetta. Le urla gli davano a noia, già tormentato da quella sete che gli impediva di pensare... non voleva altre cose nella mente, altre grida estranee che tentavano di sviarlo dal colpevole: quel dannato vecchio, il primo che aveva parlato e si era avvicinato a quella porta, probabilmente causando di proposito la reazione a catena che aveva seguito. Si, quel vecchio, lo stesso a cui prima aveva dato ragione... era lui la causa di tutti i problemi e per questo avrebbe pagato caro quel suo affronto.

    Taci, dannata!

    Sputò con rabbia quelle parole, mentre con la sinistra fece leva sul pavimento e si erse, finalmente, dal suo esilio di tormento e menzogna. I capelli gli erano caduti sul viso, a celare lo sguardo in fiamme che quella piaga aveva generato nel corso dell’isolamento.
    Come faceva a non vederlo quella ragazza? Non era l'esperto la causa di quel tormento, ma quel vecchio. Il suo istinto, la voce dentro la sua testa che batteva e cresceva, gli diceva che era stato lui.
    Quella convinzione era l'unica cosa di cui si poteva fidare: tutti sembravano mentire in quella stanza, ma solamente uno lo stava facendo per davvero e lui l'aveva scoperto.
    Per fortuna della rossa, una donna intervenne nel cercare di placare il suo animo, bloccando il Darkwill dal fare qualunque altro gesto nei suoi confronti. In quel momento non gli interessava far soffrire la gente, non gli interessava essere promotore del Caos... l'unica cosa che voleva era di porre fine a quella dannata illusione e far pentire il colpevole di aver osato mettersi contro di lui.

    E' il vecchio! Quel fottuto vecchio che tanto si è crogiolato all'ombra della porta da quando siamo arrivati.
    Lui mente, non sente come noi questo tormento che ti prende dalla gola e ti strugge. Lui finge... finge di condividere con noi la nostra pena. Ma dietro quello sguardo da vecchio ebete e bacucco, degno solamente degli ospizi di Londra, lui gode nel vederci soffrire e gode ancor di più sapendo che la cura è nelle sue tasche! A un passo da noi...


    Disse guardando tutti, ma non cercando lo sguardo di nessuno. Non aveva bisogno del loro appoggio, se non l'avessero ascoltato avrebbe fatto da solo ed anche se l'avessero fatto, lui sarebbe stato il primo a prendersi la sua vendetta. Ma in che modo poteva farlo soffrire come lui aveva fatto soffrire il vampiro? Tante erano le idee che gli balenarono per la mente, ognuna più crudele dell'altra, ma prima doveva fermarlo e far si che non fosse causa di altro danno...

    Detractos Glacies

    Le parole non tentennarono un secondo ad uscire, fredde e prive di rimorso come quelle del peggior serial killer. Il suo sorriso era a trentadue denti, tagliente e crudele quanto le pene che avrebbe inflitto a quel traditore. Nessuno poteva mettersi contro di lui! Nessuno!
    Prima di provare a lanciare quell'incantesimo avrebbe preso per bene la mira, tagliando le distanze con qualche passo e calcolando con cura la grassezza di quel maiale: le funi glaciali dovevano essere larghe, molto larghe... il bersaglio era difficile da mancare, ma visto il grasso che lo formava, legare le funi attorno al suo busto sarebbe stato più difficile del solito.
    Prima l'avrebbe immobilizzato e poi, godendosi con sadica calma quel supplizio, avrebbe banchettato sulle sue carni, lacerando le membra a ogni morso, vendicandosi e scavando nella sua di sanità tramite il dolore che gli avrebbe provocato. Come lui aveva fatto con loro, Kyran gli avrebbe restituito quella pena cento volte più potente.
    L'avrebbe tagliato e spezzato come il maiale che era, separando ogni arto dal proprio corpo e rompendogli ogni osso che non avrebbe potuto condividere lo stesso fato, facendogli così pentire d’aver scelto il Darkwill come suo nemico.
    L'adrenalina aveva preso controllo del suo corpo, la tosse si era fatta meno presente e il bruciore andava svanendo... improvvisamente si sentì libero, di nuovo padrone di se stesso e in procinto di riversare su qualcuno la rabbia generata da quella piaga.
    A quella realizzazione, il Darkwill fece immediatamente un passo indietro e volontariamente cercò di deviare l'angolazione dell'incantesimo verso il suolo. Che diamine stava per fare? Tanto si era promesso di non cedere alla tentazione e per poco stava per dar via tutto quello per cui aveva lavorato per secoli... il suo sguardo brillò e il capo si scosse mentre lentamente riprendeva controllo di sè.
    La sete cominciava a svanire, restorando a ogni cedere di terreno la pace che per secoli aveva regnato dentro la sua bocca; con essa, anche quella sensazione di menzogna cominciò a retrocedere dinanzi alla ragione, reduce però di una lotta che ne aveva intaccato pienamente la sua stabilità. Era finalmente libero, mezzo scosso da quanto accaduto, ma libero... gli sarebbe servito ancora un po' di tempo per riprendersi pienamente, ma il sapore della libertà aveva ormai cominciato a rimpiazzare quello di ferro e sale, insieme alla bacchetta che aveva lasciato la posizione d'attacco.
    3/3 - Post per essere senza piaga.

    Il Tessitore Essendo il terzo post, ovvero quello dove mi libero dalla piaga, provo a deviare volontariamente all'ultimo secondo l'incantesimo. Nel caso non fosse possibile provvederò a modificare^^

    Punti Abilità
    Saggezza 35
    Capacità Magiche 37
    Manualità 29
    Agilità 19 - Prontezza 16
    Intuito 16 (+2) - Affinità 19
    Carisma 33 (+3)

    Prestanza: Esile
    HP: 70

    Talenti
    Trasfigurazione I
    Arti Oscure I

    Oggetti: Tutti quelli in borsa tranne la maschera (descrizioni in scheda)

    Bonus Vampireschi: (Sempre se il primo conta anche dopo l'uscita dalle tenebre)
    ➤ Perlustrazioni e ricerche al buio e/o in foreste/caverne/grotte/montagne: +2 Intuito
    ➤ Interazione con umani: +3 Carisma

    Bonus Vampireschi dovuti all'incantesimo/combattimento:
    ➤ Incantesimi della natura... penso si intenda quelli elementali (?) (esclusi quelli del Fuoco): +1 CM e Affinità
    #3A0057 - Per me
     
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    #7171FF

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    Auror - Hit Wizard
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    Si trovava lì a braccia aperte ad arrestare l’avanzata dell’acqua. Tramite la magia era riuscita a separare la grande massa liquida in due. Cercava di resistere con tutta se stessa, nonostante sentisse la fatica salirle su per le ossa. Si impose di non mollare, di non perdere il controllo. C’erano troppe cose in ballo per lasciarsi. Gli anni di addestramento l’avevano temprata a resistere e quello si obbligò a fare.
    Benché in quei momenti la concentrazione di Narcissa era rivolta solo ed esclusivamente a mantenere l’incantesimo, i complimenti e i ringraziamenti da parte di alcuni Esperti
    sperti le arrivarono alle orecchie. Riconobbe la voce della sua ex-docente di DCAO e ora Professoressa LUMOS, Catherine Nott. Ricevere la sua approvazione aveva sempre voluto dire tanto per Narcissa. Del resto era una delle streghe più capaci in Difesa.
    Tra esse però c’era la voce della persona a cui Narcissa desiderava di più riconquistare la fiducia. Quella e tutte le altre la spronarono ancora di più a far bene, ma non per ricevere altri apprezzamenti, bensì perché era ciò che voleva fare nella vita. Diventare a tutti gli effetti un Hitwizard. Quindi basta cazzate. Così Narcissa stringeva i denti con tutta l’intenzione di farlo finché avrebbe potuto, sperando nel contempo di riuscirci fino alla fine, in modo da poter vedere la massa d’acqua placarsi sotto il suo sguardo.
    Essa però non accennava a smettere, tanto che minuti le sembravano procedere a passi di piombo. Erano diventati tremendamente lunghi come se qualcosa li avesse dilatati nel tempo.

    Ha fatto già tanto per noi, lasci che me ne occupi io. Sarebbe meglio risparmiare le sue energie per quello che ci attende.

    Dovere Signor Carter. Grazie.

    Non staccò le ametiste da lì finché il Direttore ministeriale non agì, facendo sparire completamente l’acqua che fino adesso li aveva tenuti lontano dall’obiettivo principale di quella spedizione.
    La Porta Misteriosa.
    Terra Promessa l’aveva chiamata Mintaka e in un altro contesto, le sarebbe venuto da sorridere ripensando alla scena. Però lì non riuscì a farlo.
    Temeva per ciò che sarebbe potuto accadere.

    Sei stata molto brava, cara - che aveva tre anni? Sorvolò sul buffetto sulla guancia datole da Candice, facendo spallucce e passando sopra al fatto che Narcissa detestava essere toccata in faccia.
    Così il Professor McDougall passò con sua madre, mentre il Professor Lennox con lei e il Direttore Carter.
    Il cambio non avrebbe intaccato o moficato il comportamento della giovane Recluta, ché si sarebbe comportata ugualmente a prima.

    Professore.

    Ricambil il saluto dell’ex-Professore di Divinazione. Nonostante lei non avesse mai seguito quella materia, aveva provato sempre simpatia per il mago. Le era sempre sembrato un tipo tranquillo. Un po’ smemorato, ma apposto. Parentesi Esperti e scambi chiusa, Narcissa si mise subito a cercare di capire come agire su quella Porta e a tentare di comprendere cosa significasse la sua disposizione, come quello che era inciso su di essa. Per il momento niente potesse impedire loro di osservane le peculiarità.

    Questa porta è stata costruita dal Preside Harmony. Tutti questi simboli o la maggior parte sono legati in qualche modo al V dorato al centro. Ma come?

    Già, come. Aveva rivolto quella domanda a tutti e a nessuno, stava pensando a voce alta. Narcissa desiderava di capirne la logica e si era incaponita per riuscirci. Aveva riconosciuto alcuni dei simboli lì presenti e capito, grazie anche alle riflessioni degli altri Esperti, che le piaghe, o almeno alcune di esse, avevano a che fare con alcuni dei simboli che si accendevano a seconda di ciò che la Porta generava. Sembrava che procedesse a gruppi di tre.

    Quindi deve esserci una sorta di meccanismo. Piaghe, maledizioni di zona e i numeri...

    Ciò che di più aveva attirato la sua attenzione erano i numeri romani incisi sulla porta. Si chiese se la loro disposizione fosse casuale o voluta. Si sforzò di guardare tutto l’insieme al contrario, ossia con il vertice verso il basso. Tracciò poi nella mente un collegamento lineare, come aveva visto fare tante volte ad Anita o a James, o a Sam con quei cruciverba babbani che non perdeva occasione di sgraffignare. La figura che veniva fuori era tipo quella di una chiocciola stilizzata o, volendo, dell’incanto di Disarmo. - Mmm, ma disarmare cosa, non ha senso. - Pensò alla Sezione Aurea allora, ma anche lì le sembrava che quell’ipotesi avesse basi troppo fragili.

    Allora, c’è il 5 in mezzo e abbiamo 3 bacchette che sono delle 3 Case. Se mancasse qualcosa per avere una progressione numerica di 2-3-5? Quindi il 2… che è l’unico numero primo pari perché tutti gli altri numeri pari sono divisibili per 2.

    Il che era anche la più banale progressione di numeri primi. Non era ancora convinta, stava facendo un personale brainstorming.

    Mmm, oppure mancano 2 cose che sommate alle 3 Case o alle 3 bacchette da quel 5 al centro. Ma cosa c’è che è tanto fondamentale da rappresentare il 2?

    Narcissa era partita in quarta in un mondo tutto suo, dove valutava ogni cosa, comprese le ipotesi più ridicole e assurde. Si era estraniata talmente tanto che non aveva fatto caso agli Esperti che volevano toccare la porta. La fece tornare al presente la voce di Mintaka e le sue parole risolute.

    Non è possibile comunque che i numeri romani sulla porta abbiano solo un significato numerologico. C’è anche quello numerale, per forza.

    Disse questa volta rivolta ai presenti, cercando lo sguardo di pece della ragazza, del Professor Laeddis e di sua madre. Magari loro avevano visto qualcosa di più utile rispetto a lei.

    Avete detto e lo vediamo tutti che Raido è capovolta, nonché anche Ansuz. Impedimenti, rallentamenti e inganno. Il Sale, la sete… questi simboli sono accesi adesso e siamo…

    Ebbe il tempo di sentire la madre collegare una runa e un metallo, mentre altri Esperti continuavano a ad evidenziare simboli e avanzare teorie, ma lei non riuscì a realizzare cosa stesse veramente accadendo. Una sete improvvisa salì per la gola, che iniziò a sentire sempre più secca. La testa le girava, la confusione si era impossessata dei pensieri e della ragione e gli occhi le bruciavano da impazzire. Cosa stava accadendo? Tutti intorno a lei assumevano contorni di diffidenza, al punto da sentire come se gli altri le nascondessero la realtà e cche la stessero prendendo in giro.

    Acqua, chi ha nascosto l’acqua?
    Voi, ce l’avete voi e state facendo questa manfrina per pararvi il culo.


    Disse rivolta al Direttore Carter e al Professor Lennox che non gliela davano a bere.

    Candice che vuole fare con queste bacchette, eh? Le vuole tenere per sé? Le usi con la Porta diamine. Tre buchi, tre bacchette. Ci provi almeno! E tiri fuori l’ACQUAAA!

    Sbraitò in preda alla disperazione e al nervosismo.

    James ce l’hanno loro, lui… tu. Avanti, basta con sto scherzo, esci l’acqua… Ho sete, ho troppa sete…

    Narcissa ipotizza cose (?) Sostanzialmente sclera con i numere romani. Utilizza due sussurri:
    1 Sussurro generico;
    1 Sussurro Aritmanzia I

    Post con piaga sete 1 di 3 → Carisma 35

    #datemilacqua
    #uscitelacqua
    #acquapergliassetati

    Punti Abilità
    Saggezza 39
    Capacità Magiche 49
    Manualità 26
    Agilità 23 - Prontezza 24
    Intuito 16 - Affinità 11
    Carisma 35

    Prestanza Normale
    HP: 70

    Talenti
    Incantesimi I
    Incantesimi II
    Magia Bianca I
    Magia Bianca II
    Aritmanzia I
    Prodigio del Volo
    Mente sul Corpo

    Oggetti: (descrizioni in scheda
    ➤ Mantello Scudo blu notte
    ➤ Polvere Buiopesto Peruviana
    ➤ Boccetta d'acqua incantata
     
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    Gli sarebbe piaciuto mescolarsi al buio e osservare quella porta da solo, circondato soltanto dal silenzio e dai suoi pensieri; sfiorare con gli occhi ogni singolo simbolo, ascoltando la magia che trasudava con ogni senso del suo corpo.
    Ma le segrete erano fin troppo affollate per concedersi un tale gusto, dovendo accettare l'idea di condividere quel arcano cimelio senza troppe pretese.
    Rimase così in ascolto di tutti gli Esperti, facendosi guidare nell'osservazione dei simboli e nelle loro spiegazioni, chiedendosi a cosa sarebbe servito individuarne le origini se il suo meccanismo continuava a rimanere occulto.
    Di certo, tuttavia, c'era che fosse colma di magia oscura, e che toccarla fosse purtroppo fuori discussione; allo stesso tempo, l'esistenza di tanti simboli lo spingeva a chiedersi se sarebbe bastato evocare qualche scudo per proteggere l'intero gruppo nel caso di problemi: probabilmente no. Probabilmente, avrebbero saputo cosa utilizzare soltanto quando sarebbe stato troppo tardi.
    Amalia Harp, in ogni caso, sembrava avergli letto nella mente.

    Concordo con le parole della Professoressa Harp: cercate di tenere a freno le bacchette finché non sarà strettamente necessario utilizzarle.

    La maggior parte delle magie più prestigiose erano anche quelle più complicate da evocare, e dato che lui teneva in considerazione l'idea di farvi ricorso, se necessario, avrebbe sfoderato il suo catalizzatore soltanto a tempo debito.
    Non sapendo destreggiarsi bene fra rune e altre stregonerie, decise di focalizzarsi invece sui movimenti degli incantesimi, qualcosa che conosceva assai bene. I suoi sottoposti e colleghi, intanto, enunciavano ad alta voce i nomi di quelli che lui stesso riusciva ad individuare.
    Tuttavia, ne avevano mancato uno.
    O due.

    Ci sono due simboli rappresentanti l'incantesimo di manipolazione terrestre, in alto e in basso a destra.
    A meno che uno di loro non indichi qualcos'altro.


    Il che poteva essere altrettanto probabile, considerato quanto ne sapeva lui delle restanti discipline evidentemente partecipi nella formazione della Porta Misteriosa.
    In ogni caso, si sentiva di lasciar vibrare nell'aria un ultimo dettaglio prima di rinchiudersi ancora fra i suoi pensieri, con i sensi a mille.
    Si mosse di qualche passo verso l'enorme triangolo, squadrandola con un improbabile sorriso stampato sul volto.

    E' molto probabile che la porta generi piaghe diverse a seconda delle combinazioni di simboli attivati.
    Affascinante.


    Il resto accadde tutto troppo in fretta: non agì contro Ridgerton perché preceduto da Mintaka, ma in ogni caso non avrebbe potuto prevedere ciò che accadde subito dopo.
    Si ritrovò con la bocca arsa e una sete incolmabile senza rendersene conto, portando la mano sana alla gola e osservando i presenti con occhi sgranati: non aveva idea di cosa stesse succedendo, il che era grave considerate le sue abilità.
    Tossì, guardandosi attorno in cerca di acqua, invano, pronto ad evocarne di suo pugno pur di mettere un freno a quell'orribile sensazione.
    Ma non aveva senso. Non aveva alcun senso.
    Non poteva che esserci un'unica spiegazione.

    Illusione.
    E' solo un'illusione.


    Le voci dalla Porta le sentiva, sussurravano la stessa cosa: che non ci fosse nulla di reale, nulla di cui percepire il ferro e il sale in bocca, nulla di cui preoccuparsi realmente.
    Eppure sembrava così reale.
    Chiuse gli occhi nel tentativo di bloccare la mente, i pensieri e la magia che cercava di impadronirsi di lui.
    Quando li riaprì, la sete sembrava farsi meno frenetica e la mente più nitida.

    Basta mentire!

    Si voltò d'istinto verso Amalia Harp, comprendendo dalle sue parole che avessero avuto la stessa percezione della realtà circostante.
    Sopprimendo quelle asfissianti sensazioni, Augustus cercò fra la folla lo sguardo della donna nel tentativo disperato di rimanere ancorato a quell'unica consapevolezza, la consapevolezza che nulla fosse reale e che potesse uscirne nonostante la confusione.

    Professoressa.

    Carisma 60+ e Occlumanzia: 0 post
     
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    Ancora una volta fu solo Claire ad occuparsi di lei. La dragoniera inspiegabilmente aveva dell’ascendente sulla giovane maga che nonostante l’ira e l’arsura che continuavano a infuocarle le viscere, la gola e gli occhi, ad invadere - ospiti indesiderati - il suo corpo, le diede ascolto. Resistette un poco quando la donna cercó di farle abbassare la bacchetta ed ebbe l’istinto di schiantare anche un altro esperto a lei sconosciuto , oltre Candice ! Ma la mano Claire l’affertó proprio in quel momento.
    Jade si fece guidare, le parole della donna erano convincenti e la sentì sincera, al contrario di altri. Cosa stava facendo? Era lì per un motivo. Non poteva cedere proprio in quel frangente, alla prima difficoltà che la Porta misteriosa aveva scatenato per loro.
    Era un innesco, lo sapevano già.
    Ora Jade aveva capito di cosa: illusioni. Possibile che fosse tutto un’illusione?

    Anche le piaghe dei Ventidue potrebbero esserlo?

    Non lo esternó ma il fatto che iniziasse nuovamente a ragionare su qualcosa era indice che la Wilson aveva ragione. Si lasciò condurre docilmente più in lá, allontanandosi dal gruppo e dalla porta. Da quella distanza anche se apparente insignificante riusciva a vedere meglio. A discernere meglio.

    Illusione... hai ragione, Claire. Insieme possiamo resistere.

    Le strinse la mano, la bacchetta era stata abbassata già da tempo. Jade continuava a sentire ancora tutto. Il sale ed il ferro dentro la sua bocca, dentro ai suoi occhi le facevano sbattere le palpebre più del dovuto ma la vista non era più offuscata... bastava così poco?
    Sì e no, ma di certo ora vedeva la porta e i suoi inganni. Riuscì anche ad ascoltare i commenti di Narcissa annuendo alle sue parole.

    Tutta quella porta è un inganno! Da tempo... Harmony! Nei suoi ricordi c’erano tanti dei simboli delle diverse discipline... è lui ad averla costruita.

    Unica, naturale conclusione che si poteva trarre. Li guardó tutti: possibile che quell’uomo anche dopo la morte li avesse ingannati così tanto? Più dell’arsura, più dell’ira in quel momento provó uno sconforto infinito. Del vecchio preside di Amestris, Jade si era sempre fidata...

    È tutto un inganno... mormoró a bassa voce, guardando per la prima volta negli occhi Claire e cercando un suo cenno di assenso.

    Era l’unica di cui si fidava ora.

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    Il Professor McDougall confermò una simile dinamica da quella che avevano stabilito alla Riunione di qualche mese prima; i due avevano una comune base storica tale da poter confrontare e discutere dell'interpretazione delle lingue antiche. Era un vantaggio non da poco avere un esperto che verificasse il pensiero dell'altro. Man mano che ogni esperto aggiungeva un pezzo del mosaico che componeva quell'artefatto, le informazioni si accavallavano nella mente dell'Alchimista, riempiendo lacune laddove le sue conoscenze non potevano interpretare i tanti simboli che si incontravano su quella tavola triangolare. I professori di Amestris e l'esperta magizoologa Wilson gettarono ulteriore luce su ciò che l'Alchimista non aveva saputo interpretare della porta.
    Allo stesso tempo, alcuni interventi dimostravano altrettanti punti di conoscenze mancanti da parte di altri presenti. L'altra persona che la Signorina Hamilton avrebbe dovuto proteggere rimarcò qualcosa che almeno per chi si era seduto al tavolo delle riunioni con Sofocles Sapiens, tempo prima, sapeva già.
    Atticus Crane non era un modello di educazione e si limitò a mantenere gli occhi sulla porta mentre seguiva l'intervento dell'esperto di Arti Oscure con tono calmo e neutrale, l'espressione ancora concentrata e gli occhi che di tanto in tanto venivano strizzati più del dovuto dalle palpebre.

    Proprio grazie alla previa conoscenza dei fori, abbiamo stabilito che forma avessero le possibili chiavi e siamo giunti al ritrovamento delle bacchette. Serve comprendere l'Artefatto prima di interagire con ess...Professore...

    Che le bacchette fossero lì per i fori, era noto a tutti. Mentre era a metà nello spiegare perché non fosse saggio utilizzare subito le bacchette sui fori, l'Alchimista notò la vasta mano del Professore di Storia della Magia avvicinarsi fino al contatto contro la superficie della Porta.
    Quasi immediatamente, il mago avvertì un'estrema aridità investirlo con una precisione e rapidità che fu talmente contro natura da dover essere associata per forza a qualcosa di magico.
    Il primo istinto fu quello di sciacquarsi il viso contro le pareti d'acqua che avevano sorpassato poco prima, eppure presto l'uomo ricordò di aver sentito uno dei presenti ragionare sui simboli sulla Porta dando una spiegazione al perché lo scrosciare liquido di quella piaga non si udisse più attraverso le Segrete; l'onda aveva smesso di fluire dalle pareti. Non gli rimaneva che l'acqua che sapeva di avere su di sé. Sollevò la valigetta all'altezza del petto mentre sentiva la gola reclamare l'acqua che la borsa di cuoio rosso conteneva. Voci concitate cominciarono ad echeggiare tra le pareti, paralizzando fisicamente l'Alchimista nel disagio che naturalmente provava per rumori, espressioni risoanti di emozioni forti e soprattutto la terrorizzante sensazione del caos che prendeva il sopravvento sulla ragione. Atticus Crane indietreggiò fino alla parete laterale del corridoio con la valigetta stretta al petto assieme alla sua bacchetta e gli occhi chiusi. Il suo respiro si fece affannato attraverso le labbra dischiuse e i denti stretti.
    Stava combattendo con la sua stessa mente; parte di essa che gli ricordava che sarebbe bastato un goccio dell'acqua che aveva conservato per darsi sollievo, parte che sapeva con certezza che quell'effetto fosse dovuto all'attivazione dei simboli sulla Porta, qualcosa che prescindeva da qualsiasi controllo che avrebbe potuto esercitare materialmente.
    Voci particolarmente ostili facevano stringere sempre di più la forte presa dell'uomo sul suo stesso bagaglio e sulla sua bacchetta e quando proprio la giovane che avrebbe dovuto proteggerlo gli si avvicinò, l'Alchimista agì di totale istinto. Tracciò una linea verticale tra sé e la Hit Wizard, pronunciando la formula di accompagnamento con voce marcata dall'angoscia e resa roca dalla sete.

    Protego.

    Aveva dato per scontato che la ragazza gli si fosse avvicinata per cercare di sopraffarlo e mettere mano alla sua borsa, ma anche quella era un'illusione. Era difficile per lui distinguere cosa fosse opera della Porta e cosa fosse un genuino istinto della sua mente. Con le urla rabbiose che echeggiavano nelle segrete era ancora più complicato concentrarsi, soprattutto per un uomo che passava la maggior parte del suo tempo in solitudine e in ambienti silenziosi, laboratori o biblioteche che fossero.

    Va disattivato il simbolo del sale...
    Va disattiv...

    La profonda voce roca si perse nel deserto della sua gola, lasciando solo un'esalazione insensata a seguire. Cercò di trovare gli occhi di Hamilton per un secondo ma il bruciore che rendeva umidi quelli di lui glielo impedì presto, lasciandolo incapace di fare altro tranne starsene abbracciato alla sua stessa valigetta, fermo contro il muro delle segrete; una persona grande e grossa resa completamente impotente non solo dalla sensazione che sapeva essere irreale di una sete che dipendeva da un maleficio ma soprattutto dal violento vociare che aveva attorno, che invece era molto reale.

    Pro-hh...protegga Ridgerton...

    era verso di lui che aveva visto il terzo della loro squadra inveire e pur non riuscendo a muovere il suo corpo di un millimetro, si appellò con occhi ancora serrati ed espressione dolorante alla vicinanza della Recluta Hamilton.

    SPOILER (click to view)
    Riassunto: Atticus accusa la sensazione di sete e inganno sapendo che siano illusioni ma comincia anche ad essere preda di un attacco di panico a causa delle tante urla che rimbombano attorno. Interpreta l'avvicinamento di Anita Hamilton come una minaccia, inizialmente, ed evoca un Sortilegio Scudo (non autoconcluso) per poi capire che anche quella sensazione è causata dalla Porta. Atticus chiede ad Anita in ultimo di proteggere Ronnie Ridgerton, sentendo Aeryx rivolgersi minacciosamente nei suoi confronti.

    Inventario:
    -Kit Alchemico
    - Pozione Aguzzaingegno: 1 dose
    - 500 ml di acqua potabile

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    Illusione?
    Quando sentì le parole di quella ragazza , nella sua mente oscurata dalle tenebre si fece largo un sottile fascio di luce, portando con se quella nuova ma timida consapevolezza, fatta nascere da quelle poche parole ascoltate per caso, mentre minacce uscivano dalla sua bocca ed i suoi occhi si aprivano in preda all'ira.

    Un'illusione?

    Cercò di dar sostanza a quel pensiero, per paura che le ombre oscurassero nuovamente quella flebile luce, provando a ripeterlo di continuo mentre le gambe lo portarono vicino a lei, la fonte di quella nuova speranza.
    Però la sete era reale, il desiderio era tale da spingerlo a guardarsi attorno con sospetto, se quella ragazza avesse parlato in quel modo per fuorviarlo e nascondere l'unica cosa che lo avrebbe fatto stare bene?

    L'hai tu vero?

    La guardò negli occhi, osservandola per la prima volta, mentre nella sua testa due forze combattevano ed urlavano all'unisono la propria predominanza, il desiderio insanabile che si arrampicava dal profondo fino alla gola e la consapevolezza del suo istinto, che lo spingeva a ergere la speranza come scudo e con essa ripararsi dalle menzogne della mente.

    E' reale? Dimmelo

    Le posò la mano sulla spalla, come a tastare la vera presenza della ragazza ed allo stesso tempo bloccarla per evitare che scappasse con la soluzione dei suoi problemi, un contrasto della mente che ora prese vita anche nella realtà, incapace di resistere fino in fondo a quella terribile piaga, uno scontro che continuava a rimbalzare attorno e dentro di lui.

    I simboli

    Chiuse gli occhi per mantenere il controllo

    Dobbiamo spegnere i simboli

    Lui era li per proteggere gli esperti, ma era in parte uno di loro, ma consapevole che le sue conoscenze non fossero all'altezza di quelle di molti di loro, ma come poteva proteggere qualcuno se non era in grado di difendere se stesso da quella inesorabile forza che voleva controllarlo?

    Prima che ci distruggiamo a vicenda

    Sentì la mano che teneva la bacchetta tremare, come richiamata da un viscerale desiderio di violenza che doveva sfogare con tutti quelli che si sarebbero frapposti tra lui e ciò che avrebbe calmato quella sete terribile

    Datemela...

    Illusione 2/3 post
     
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    I sussurri erano più imponenti delle sue minacce.
    Mintaka aveva fatto un passo in avanti, un occhio alla porta, l'altro al professor Ridgerton. Era certa, o quasi, che da quella porta potessero scaturire piaghe differenti da quelle sconosciute, e gli stessi sussurri a cui aveva tentato di resistere erano la prova che la porta potesse trarre in inganno per sua natura.

    No.

    Era sul punto di alzare la bacchetta contro l'uomo, senza remora alcuna, ma il polso aveva perso la presa sul legno quando le cose precipitarono senza che quasi potessero rendersene conto.
    La sillaba uscì a stento, l'auror e gli altri si erano accalcati alla porta, e quasi quella minaccia si fosse rivoltata contro, Mintaka iniziò a sentire il battito più lento, la realtà farsi lontana, i simboli perdere luce e illuminarsi altrove.
    Fu a quel punto che, precipitata la verità e la realtà, la sensazione di essere risucchiata nel parallelo, lì dove gli occhi, la gola, lo stomaco di rimando, persino, avevano preso a bruciare.
    Sembrava di ingoiare sabbia rovente, e le sue membra non fecero in tempo a mettere in fila i pensieri che erano arrivati fin lì come un'accozzaglia.
    Non poteva essere reale, avrebbe sentito gli occhi sciogliersi per il tanto bruciore.
    Sembrava così reale, tra le grida incontrollate intorno a lei, che l'esitazione nell'impugnare la bacchetta si fece disperato appiglio, mentre gli occhi cercavano di recuperare sagome, nitidezza, e il respiro si faceva così affannato da farle credere di soffocare.
    La voce più vicina poi, quella che beffarda poco prima aveva con lei trovato la ormai consueta complicità, le si rivolse simile a un ringhio.
    Non fece in tempo ad alzare lo sguardo, con gli occhi neri e lucidi di sforzo, che la figura di Phèdre si fece macigno sui muscoli arresi.
    La caduta a terra, con le spalle, fu il tuffo nel ghiaccio per riprendere consapevolezza, appena.
    Le voci erano ora nitide e non più rimbombi ovattati, il viso e gli occhi di Phèdre erano inesorabilmente vicini, arrabbiati e minacciosi, senza che lei avesse colpa reale.
    Non riusciva a sentire ciò che sentiva lei, gli echi di un richiamo lontano, che questa volta tentava di spingerli alla soluzione e non all'inganno.

    Non-sono-io.

    Le parole uscirono a stento, la ferocia di Phèdre le era appena visibile, con gli occhi abbagliati dal bruciore, la vista sfocata, la gola tanto arida da graffiare, ma ne sentiva il peso tanto quanto sentiva l'inerzia sul suo corpo.
    Le mani si aggrapparono dove poterono, ancora sdraiata a terra.
    I sussurri, questa volta, spingevano in direzione differente; ma la sua mente combatteva distratta con il tentativo di essere bloccata.
    Memore di quanto potesse essere pericoloso rivoltarsi, tenne la bacchetta stretta, ma impedì all'istinto di trovare lo spazio per colpirla.
    Il braccio sinistro si fece scudo, le dita cercarono la nuca dell'altra, poi il collo, artigliando forse troppo forte per liberarsi da una morsa che non sarebbe riuscita a sciogliere se non con la magia.


    carisma 45: 1 post su 2 di illusione
    Mintaka cerca di liberarsi da Phédre
     
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    La vista continuava a restare annebbiata nonostante si stesse strofinando il palmo della mano su un occhio. La sensazione non cambiava di una virgola. Non migliorava - ovviamente - ma neanche peggiorava. La lingua gonfia per la sete le dava fastidio, la gola secca come carta era quasi peggio e l'irritazione che le stava salendo dal profondo avrebbe potuto rivelarsi molto pericolosa.
    Se solo avesse avuto un secondo di silenzio per pensare, ma tutti in quel dannato sotterraneo sembravano troppo impegnati ad urlarsi addosso. Certo che avevano l'acqua, ma c'erano metodi molto più efficaci per stanare un bugiardo, non serviva mica urlare.
    Un attimo... che aveva appena detto?
    Nonostante il caos che regnava sovrano riuscì a sentire fin sopra le urla un sussurro, illusione o qualcosa di dannatamente simile. Si voltò verso Narcissa che le stava indicando Candice, niente di meno. E certo, se c'era uno che doveva essere il più infame li sotto non poteva che essere lui, quello che li aveva portati in quei sotterranei maledetti, apparentemente senza nessun motivo, visto che a parte filosofare come avrebbero potuto fare nelle comodità e sicurezza di un'aula qualche piano più sotto non avevano fatto nulla.
    Si stava voltando verso lo str l'individuo in questione quando di nuovo quel sussurro la raggiunse. Perché continuava a ripetere illusione?
    Perché sembrava che l'acqua fosse appena diventata il bene più indispensabile li sotto? Cos'era successo, cos'era cambiato?
    Non riusciva a pensare ed era ad un passo dal lasciar cadere la bacchetta che ancora stringeva nella mano per smollare un pugno in faccia a suo cugino per farlo stare zitto per cinque minuti, ma riuscì a fermarsi per poi portarsi entrambe le mani sugli occhi.
    Cinque minuti di silenzio, voleva solo questo. Cinque minuti per pensare.
    Doveva essere successo qualcosa negli ultimi minuti. Forse aveva toccato la porta e si era attivato qualcosa, quindi tutto quello non era altro che una dannata illusione.
    Aveva solo bisogno di un attimo si silenzio per riuscire a pensare a cosa fare.

    Silencio! - urlò a pieni polmoni, lasciando la mano muoversi d'istinto in una stoccata verso tutti quelli che aveva davanti.

    Post 2/2 sotto illusione. Visto che non credo sia possibile far tacere tutti con un incantesimo, lascio al Sommo Mr Tessy l'onore di decretare chi colpisce <3

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    Mi perdoni. Sta bene?

    Aveva quasi infilato le mani nelle tasche del povero signor Lennox, dal momento che era caduto vittima di quella terribile maledizione, anche se solo per qualche minuto.
    Le voci che aveva sentito provenire dalla porta avevano ragione, almeno per questa volta, e lo avevano aiutato a ritornare in sé senza perdersi ulteriormente in quel bisogno fittizio di dover dissetarsi. Per molti altri, però, le cose non erano così facili, in quanto meno presenti a loro stessi di quanto lui invece avesse dato prova di esserlo. Aver sviluppato una buona elasticità mentale aveva dato i suoi frutti, finalmente, ma non era finita lì. La situazione stava degenerando, e molti maghi e molte streghe non si erano ancora ripresi del tutto. Probabilmente sarebbe dovuto passare altro tempo prima che le cose tornassero alla normalità, ma era davvero necessario tutto ciò? Se si fossero sbrigati a svelare e a risolvere l’enigma della porta, da lì a poco nessuno avrebbe più sofferto alcunché, le piaghe sarebbero stato finalmente debellate e se ne sarebbero tutti andati con una vittoria in tasca.
    Gli occhi di Ethan si muovevano lungo tutto il profilo della porta, scorgendone gli innumerevoli simboli che la decoravano dall’alto verso il basso. Un triangolo equilatero ai cui vertici venivano rappresentati i simboli delle Case di Amestris. Delle scritte in latino che avrebbe potuto tradurre senza molti problemi, e magari era quello che avrebbe fatto di lì a poco, se non fosse per il signor Craine, docente universitario, che aveva dato sfoggio alle sue strabilianti conoscenze per tradurle con relativa facilità. E poi, simboli di altri incantesimi che a una prima e frettolosa occhiata gli erano sfuggiti totalmente. Vi erano anche una serie di ideogrammi, troppi da contare, e tutta una serie di altri simboli tra cui rune, numeri romani e quant’altro. Ora capiva perché avevano deciso di radunare così tanti esperti in un’impresa così polivalente e sofisticata. Ma da qualche parte bisognava pure iniziare, prendendo ovviamente le dovute precauzioni.

    I centri del potere… le reliquie…

    Loro avevano le tre bacchette delle Case a disposizione, e poteva supporre che quelle fossero le reliquie di cui la porta parlava. Il potere del centro, invece, doveva riferirsi probabilmente al numero cinque, scritto in carattere romano con una V che riluceva più di tutti gli altri simboli. Non era un esperto in Aritmanzia né in Numerologia, dunque non poteva ricordarsi del significato preciso del numero in questione. Anche altri numeri romani erano disegnati sulla porta, ma erano spenti al momento, e andavano dall’uno al dieci incluso.
    Sicuramente bisognava interagire in maniera sicura con la porta, forse utilizzando la magia, così da non avere un contatto fisico diretto con essa. Ciò non poteva garantirgli comunque una protezione, poiché un manufatto di tale potenza e tale portata avrebbe potuto prenderlo alla sprovvista anche a centinaia di metri di distanza. Ma era per quello che con loro c’erano dei validissimi Custodi pronti a difenderli da qualsiasi male.

    Signor Candice.

    Cercò di avvicinarsi all’uomo che si era autoproclamato capitano della spedizione. Era lui che custodiva le bacchette delle Case, per il momento.

    Le scritte in latino, come ha detto il professor Craine, fanno riferimento a dei centri del potere e a delle reliquie. Si potrebbe considerare l’ipotesi di introdurre le tre bacchette nei tre fori presenti sulla porta?

    Indicò i tre fori, mantenendosi a debita distanza dalla porta per non rischiare di toccare altro.
    Qualunque fosse stata la risposta del Ministeriale, aveva bisogno di ottenere delle risposte con altri mezzi più sofisticati. La porta agiva con la magia, e solo con tale mezzo potevano comunicare con essa, se le sue ipotesi erano corrette. Poteva essere un’idea troppo avventata, ma valeva la pena tentare di fare qualcosa per non restare con le mani in mano. Se si potevano trarre delle informazioni in più sul funzionamento della porta, sugli incantesimi che vi erano stati applicati e quant’altro, allora tanto valeva fare un tentativo.

    Avrei bisogno di un Custode o un Guardiano, cortesemente.

    Cercò di richiamare l’attenzione di chiunque nelle vicinanze che fosse in grado di rispondere al suo appello. Non voleva sbilanciarsi troppo, e voleva essere sicuro di avere la giusta copertura ancor prima di agire.

    Voglio lanciare un Incantesimo di Rivelazione contro la porta. Non mi aspetto granché, ma voglio fare un tentativo. Avrei bisogno di tutte le protezioni necessarie, se è il caso.

    Annunciò dunque, rivolto alla prima o al primo che si fosse presentato al suo fianco. Avrebbe poi disteso il braccio davanti a sé, lasciandolo leggermente piegato a livello del gomito, mentre il polso si sarebbe trovato libero di ruotare completamente per tracciare una spirale in senso antiorario, puntando il catalizzatore magico verso la porta.

    Specialis Revelio.

    Avrebbe eseguito l’incantesimo in maniera Non-Verbale, cercando di interagire in maniera pacifica con la porta, con l’intenzione di voler cogliere dei dettagli, magici e non, che forse gli erano sfuggiti.
    Il Tessitore
    Post 2/1 per la maledizione (Carisma 55 + Occlumanzia) -> Guarito
    Riassunto:
    Ethan parla con Candice per suggerirgli di posizionare le bacchette delle Case all'interno dei tre fori della porta. Ho sottinteso che Ethan abbia sentito la traduzione delle due frasi in latino da Atticus. Successivamente fa appello a qualsiasi Custode/Guardiano presente - e libero dalla maledizione - per cercare di proteggersi in via del tutto precauzionale. Ho usato il condizionale, quindi soltanto dopo che un Custode/Guardiano (Aiden Crane, Jade Queen, Mintaka Al Hayes, Narcissa Harp, Anita Hamilton, A. James Morgan, Augustus Baker) posti per proteggere Ethan da possibili reazioni avverse della porta, eseguirebbe l'Incantesimo di Rivelazione per capirci qualcosa in più, ammesso che ciò abbia un senso.

    HP: 70-8 = 62

    Punti Abilità:
    Saggezza: 45
    Capacità Magiche: 48
    Manualità: 30
    Agilità: 20
    Prontezza: 20
    Intuito: 27
    Affinità: 15
    Carisma: 55
    Prestanza: Normale

    Talenti:
    Incantesimi I, Incantesimi II
    Trasfigurazione I, Trasfigurazione II, Demiurgo
    Social Climbing I, Social Climbing II
    Mente su Corpo, Occlumanzia
    Storia della Magia I
     
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    Jonathan Candice era consapevole che probabilmente non avrebbero potuto avanzare nella scoperta di cosa celava quella porta senza interagirci, al di là di ogni rischio e pericolo: d'altronde gli Esperti di Difesa erano lì per questo, per proteggere tutti i presenti da qualunque cosa potesse tentare di farli fuori in un batter d'occhio.
    Avrebbe potuto fermare Ridgerton, avrebbe potuto fermare l'enorme McDougall, ma scelse di non farlo: preferì prepararsi piuttosto ad affrontare qualsiasi cosa quei tocchi ingenui avrebbero scatenato.
    Non dovette aspettare molto.
    Sentì la sete invadergli la gola e i pensieri, gli occhi umidi di un bruciore inspiegabile, la voglia di schiantare qualsiasi essere presente nelle Segrete in un solo istante, con la porta che gli sussurrava di fermarsi, di non cedere all'istinto.
    Eppure sapeva che non ci fosse nulla di normale in quella situazione, nulla che giustificasse quella voglia matta di colpire, chiedere, pretendere qualcosa che non sapeva neanche lui cosa.
    Si voltò, e notò come attorno a lui tutto stesse lentamente cedendo il passo al caos: non andava bene. Non andava affatto bene.
    Il Ministero avrebbe avuto da ridire se avesse lasciato che tutto ciò accadesse senza tentare di porvi rimedio. Eppure, qualcosa gli diceva che quello fosse un passo necessario da compiere per poter avanzare nella scoperta della porta, e che tutto ciò che avrebbero dovuto fare fosse difendersi, osservare ed agire di conseguenza.
    Lui, in ogni caso, era il Leader di quella situazione, colui al quale spettavano gli onori e gli oneri maggiori: si voltò in direzione del Signor Carter senza l'ombra del solito sorriso ad illuminargli il volto, ascoltando le sue parole mentre tentava di non pensare all'enorme sete che lo affliggeva, pur consapevole che i suoi effetti fossero soltanto apparenti e che probabilmente sarebbero spariti a breve.
    Le tre bacchette avrebbero certamente avuto un ruolo centrale in quella faccenda, e lui era l'unico ad avere il consenso di utilizzarle, solo... non in quell'istante. Non ancora.

    Possiamo tentare, Signor Carter.
    Ma per favore, prima mi dia ciò di cui ho bisogno.


    Puntò allora il catalizzatore in direzione dell'uomo con l'intento non di ferirlo, ma di portare a sé ciò che sapeva l'avrebbe fatto stare meglio prima del tempo e che certamente si nascondeva sotto le sue vesti.

    Accio cura!

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    Indisegnabile

    Mavis Nox, comprendendo di essere vittima di un’illusione ma non avendo ancora i mezzi per liberarsene, provò a cercarseli da solo: l’uso del controincantesimo standard sarebbe stato utile per fronteggiare incantesimi generici, fatture o maledizioni minori, tutto ciò che quella magia oscura non era.
    Rivolgersi a quella magia, dunque, non l’aiutò a sentirsi meglio, lasciando soltanto al tempo e al richiamo della sua volontà la possibilità di liberarlo.
    Phèdre Ronsard, intanto, aveva visto in Mintaka Al Hayes la sua principale nemica, padrona di ciò che apparentemente avrebbe potuto farla stare meglio: le mani della francese si strinsero attorno alle braccia dell’altra con forza, che tuttavia non avrebbe fatto alcuna fatica a liberarsi dalla sua presa.
    James Morgan, vittima dell’illusione e del caos circostante, decise di porvi rimedio a modo suo: lanciò la fattura tacitante verso tutti e nessuno, colpendo alle spalle il Docente e amico Atticus J. Crane, che nonostante le sue doti intuitive non avrebbe potuto notare in alcun modo l’arrivo dell’incantesimo in sua direzione, e lo stesso valeva per la recluta posta a sua difesa. Casualmente, proprio in quegli istanti, l’uomo tentava di evocare uno scudo per difendersi da apparenti azioni malevole di Anita Hamilton, finendo con l’usare lo scudo per proteggersi da una minaccia ben più reale. Tuttavia, la velocità dell'Auror era superiore a quella di reazione dell’uomo, finendo col subire la fattura prima ancora di poter evocare il suo scudo protettivo.
    Atticus si ritrovò così ammutolito tutto d’un tratto, ma essendo una fattura minore la sua protettrice non avrebbe fatto fatica a riconoscerla e a porvi rimedio. I due però avrebbero dovuto unire le forze per contrastare efficacemente la potenza dell'incantesimo di James.
    Kyran, frattanto, figlio dell’illusione come il resto dei presenti, prese di mira il povero Ronnie Ridgerton salvo poi fermarsi all’ultimo istante: il suo colpo deviò fortunatamente in direzione del soffitto, non arrecando danno ad alcuno dei presenti.
    L'Incantesimo di Rivelazione lanciato sulla porta dal ministeriale ebbe l'esito sperato: su tutta la superficie comparve del fumo, nero ed evanescente ma a tratti brillante come se polvere d'oro fosse stata catturata dalle spire fuligginose. Un evento nuovo per chi aveva avuto modo di saperne di più circa quel fumo.
    Infine, persino un uomo importante e facoltoso come Jonathan Candice non poteva resistere agli effetti di quell’oscura magia, cercando di appellare a sé qualcosa che non sarebbe mai arrivato, poiché inesistente.
    I sussurri provenienti dalla Porta, intanto, parevano essere spariti per tutti i presenti.



    Lista dei progressi dei PG:

    Mavis: 1/3
    Jade: 3/3 → libera
    Leonard: 2/2 → libero
    Amalia: 0 → libera
    Claire: 2/3
    Anita: 1/3
    Catherine: 0 -> libera
    Aiden: 2/3
    Kim: 1/3
    James: 2/2 → libera
    Ethan: 1 post → libero
    Aeryx: 3/3 → libero
    Narcissa: 1/3
    Atticus: 1/3
    Mintaka: 1/2
    Jonathan: 1/1 → libero

    - Tutti i PG liberi - ora o quando lo diventeranno - possono assumere di avere le seguenti intuizioni generiche sulla situazione circostante:

    CITAZIONE
    E’ possibile che così come l’acqua è andata via e poi tornata, così accada anche con con l’illusione pur essendo momentaneamente svanita.

    CITAZIONE
    E’ possibile che, come suggerito dal Signor Carter, ogni piaga sia formata da tre simboli alla volta.

    CITAZIONE
    Probabilmente serve toccare i simboli illuminati per annullare la piaga, o cambiarne i connotati.

    CITAZIONE
    Probabilmente se si spengono i simboli illuminati si disattivano tutte le piaghe

    CITAZIONE
    Nei verbali è stato riferito che i piagati sono circondati da fumo nero nelle zone colpite dalla piaga, simile a quello visto sulla porta eccetto per il luccichio.

    - I PG liberi possono agire verso gli altri e sulla Porta come meglio credono.
    - I Pg ancora in stato confusionale possono usare incantesimi su loro stessi, interagire con la porta, o provare a liberare gli altri PG ancora illusi, consapevoli però che il loro aiuto potrebbe non essere utile in quelle condizioni.
    - Anita può riconoscere la fattura tacitante e liberare Atticus autoconclusivamente.

    Il Tessitore interverrà ogni qual volta i PG compieranno azioni che necessitano di destinizzazione.


    Edited by Il Tessitore - 18/6/2021, 16:16
     
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    Affascinante. Aggettivo migliore non poteva concepirlo per quella porta. Lontano dalla protezione della giovane, Everett si avvicinò alla superficie levigata, quasi deturpata nella sua perfezione da vari simboli incisi. E metalli, Price li vedeva luccicare, incastonati perfettamente come se fosse l'alloggio perfetto per loro. Riconobbe anche simboli alchemici, che il professore addetto della Lumos non tardò a sciorinare collegandone persino uno al sangue. Effettivamente aveva ragione, ma preferì continuare a osservare. Osservare e di colpo essere ammaliato e indotto a toccarla quella strana porta, colei che gli aveva permesso di divenire Preside ai danni del precedente. Price riuscì a salvare le apparenze perché ci pensò il professore di Storia. Neanche a scommetterci, sua nipote Marlene lo avrebbe certamente fatto. Stazza e intelligenza inversamente proporzionali in quel gargantuesco individuo. Dopo le accorate richieste di due donne, fra cui la sua Custode, a tenersi alla larga fino a ulteriori istruzioni... che grande occasione di cui approfittarsi, che smacco per altri non aver ceduto per primo! L'intransigente Preside ad interim non sarebbe stato accusato di aver causato guai, ma sull'essere incolume da ciò che si sarebbe scaturito con quella sequenza di simboli

    Ha premuto il f-

    Una sensazione a lungo dimenticata, quella dell'arsura dovuta a mancanza di acqua, lo stupì e le dita corsero toccarsi le labbra apparentemente secche. Bruciavano gli occhi senza bisogno di fuoco a incenerirli, il sentore che percepiva sulle papille ogniqualvolta cacciava e terminava il pasto ben palese assieme all'arido, pur essendo lontano il momento dell'ultimo sorso di sangue.
    Com'era possibile? Uomo e vampiro si fondevano nella bocca e non capiva il perché. Poi comprese. Ferro. Il professor McDougall aveva premuto il ferro. Faceva tutto parte dell'illusione scaturita dalla porta. La testa gli chiedeva impellente di cercare in giro, ché in mezzo agli esperti si celava chi nascondeva una pozione o un elisir in grado di placare la sensazione. Everett ricordò di avere una fiala di Felix Felicis nascosta all'interno di una tasca interna e fu tentato dal berla di colpo solo per porre fine alla spiacevole sensazione di sete. Tuttavia demorse dall'impulso, cercando invece di distrarsi osservando con becera discussione in corso fra due uomini. Tempismo perfetto.

    Suvvia, parete due primedonne a battibeccare così. Inutile montare ancora questa commedia.

    Credevano che fosse sciocco al punto da cascare di fronte a quel pietoso teatrino? Che impostando finti scontri sarebbero stati esenti dall'essere sospettati di possedere la cura necessaria? Persino l'uomo a capo del gruppo di esperti ne fu convinto e tanto bastò perché Everett credette di ragionare nel giusto. Sentiva l'illusione ma non vi si ribellò, una scusa dietro cui nascondersi e forse manifestare il vero io da sempre nascosto. Non aveva mai potuto accusare suoi "colleghi" in pubblico, convinto che il decoro dovuto a un Preside non si dovesse manifestare maltrattato il personale se non per vie private. Senza destare alcun sospetto avrebbe inveito contro il pavido benefattore e lo stralunato, forse anche verso qualcun altro se solo non ci fosse tutto quel caos nello spazio ristretto antistante la porta. Quella porta oggetto di attenzione da parte del signor Carter, rendendo visibile su di essa uno strano fumo aleggiante nell'etere e pervaso da uno strano luccichio.

    C'è troppo movimento in giro. Così non posso controllare.

    Pensò il vampiro, lasciandosi guidare dalla falsa sensazione di dover cercare da bere. Solo il sangue nel suo caso sarebbe stato in grado di riuscirci, ma per un'illusione anche il raziocinio lasciava il posto al fittizio e all'irreale. L'evento in corso, di qualunque natura fosse, gli risultò comodo per agire secondo lo schema che induceva tutti ad accusarsi l'uno con l'altro. Anche lanciarsi qualche incantesimo. Everett era un fautore delle Pozioni e rimpianse non aver fabbricato una pozione Esplosiva prima di scendere per placare gli animi, ma l'essere Responsabile gli aveva donato nuove armi da poter sfruttare. Il potere del Ghiaccio si era insinuato in lui, consentendogli di controllarlo e manipolarlo in modi ad altri sconosciuti, fatta eccezione per la Strega Bianca e gli studenti smistati in quella Casa. Era stato un potente vantaggio che il Ghiaccio gli fosse più affine, ché il Fuoco rappresentava il peggior nemico per Price. Anche come ideali, in effetti.
    Price reputò eccessivo placare gli animi tramite l'Inferno Ghiacciato, che avrebbe ferito le povere fanciulle e indebolito egli stesso dopo lo sforzo. Per una ricerca di cure, poi? Allo stesso tempo ferire un solo esperto avrebbe comportato l'attenzione su di sé, tacciato di colpire colleghi anche se dovuto a una condizione imposta esternamente. Avrebbe perduto la reputazione di cui disponeva. Bastava solo rallentare la troppa frenesia in quell'angusto spazio e ricorrere al più elementare degli incantesimi di Casa lo avrebbe aiutato. Con le sue capacità avrebbe certo coperto un'area maggiore di quella di uno studente.

    Elit Plerumque Nubila.

    Ghiaccio richiamò al levare della bacchetta puntandola sul pavimento, aspettandosi con sicurezza di veder illuminata la punta di celeste. Ghiaccio esigeva che cadesse sotto forma di fiocchi di neve, cristallizzandosi all'immediato contatto col suolo rallentando chiunque fosse in procinto di muoversi. Meno caos, più ordine. E se qualcuno avesse protestato Price era pronto ad accusarlo, guidato da illusioni che al momento dominavano l'animo del vampiro.
    Ethan Carter Leonard Lennox sì, mi riferisco a voi. :D
    Il Tessitore nello specchietto dell'incantesimo non ho trovato riscontri sull'area ricoperta nella versione potenziata del secondo anno, per cui mi rimetto alla decisione altrui di sapere wuanti e quali esperti rallento con il ghiaccio.

    Punti Abilità
    39 Saggezza
    37 Capacità Magiche
    41 Manualità
    15 Agilità
    15 Prontezza
    20 Intuito
    21 Affinità
    39 Carisma

    Tratti di vampirismo celati attraverso la Trasfigurazione.
    Bonus +3 Carisma per interazione con esseri umani = 39 -> 42
    Bonus + 2 Intuito per perlustrazioni e ricerche al buio (credo sia valido solo per la porzione al buio) = 20 -> 22
    Incantesimi della natura (esclusi quelli del Fuoco): +1 CM e Affinità.

    -Candela dello Yule: oggetto magico impregnato della magia di Farlas, permette al possessore di evocare un oggetto lontano semplice accendendo lo stoppino e desiderando di avere tale oggetto con sé. Uso auto-conclusivo, tranne in situazioni di scontro o pericolo destinizzate dal Tessitore. La candela può essere utilizzata una volta sola.
    -Felix Felicis: una dose
     
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    Era quasi comico vedere quanto magnetica fosse la lucida superfice agli occhi dello scozzese, tanto irresistibile da riuscire a far risultare vane persino le parole della ragazza che aveva minacciato di schiantarlo pur di evitare che l'ometto facesse una mossa tanto sconsiderata. Eppure, proprio quando era ad un palmo di naso dalla porta e dai suoi segreti, un'altra delle addette alla loro protezione si interpose tra lui ed il suo obiettivo.
    Sfortunatamente, tuttavia, non sarebbe bastato ad evitare il peggio.

    Oh...

    Bruciore agli occhi, sete crescente, leggero giramento di testa: non era un certo un medimago, ma neppure poteva definirsi tanto stupido da non comprendere quale fosse la realtà dei fatti. Ora che l'ingresso infestato sembrava non attirarlo più a sé, Ronnie era certamente libero di mettere più spazio possibile tra la sua tozza figura e quella portatrice di sventura; dunque quando si sedette a terra nel tentativo di evitare di svenire per quel clamoroso calo di pressione che l'aveva colpito, si assicurò di essere ben distante dall'ingresso triangolare e dai suoi sigilli.

    Non...

    Ansimò. Parlare gli risultava difficile con la gola tanto secca.
    Si schiarì la voce con un colpo di tosse.

    Non vi avvicinate. Per cortesia.

    Non aveva granché idea del perché, ma era sicuro che se chiunque tra i presenti avesse mosso un passo in più verso di lui, la sua condizione sarebbe soltanto peggiorata. E se fosse stato uno di loro a regalargli quella magica esperienza? Che senso poteva avere scendere fin lì sotto con il solo scopo di tentare di sabotare la spedizione?
    Batté le palpebre più volte, prima di riuscire ad avere la minima possibilità di osservare i presenti: nessuno di loro sembrava essersi minimamente interessato al male che aveva afflitto lo scozzese. Come biasimarli? La maggior parte di loro era giovane con una vita intera di possibilità e prospettive, perché mai avrebbero dovuto curarsi di una vecchia ciabatta come lui? Perché, però, volevano farlo soffrire così? Perché spingersi a tanto nei suoi confronti, senza apparente motivo?
    Una triste consapevolezza lo colpì: era da solo, lì sotto. Tuttavia, per fortuna o sfortuna, quella era una sensazione tutt'altro che aliena al Ridgerton.
    Non riuscì a mantenere la concentrazione e lo sguardo sul gruppo, neppure il tempo necessario ad accorgersi dell'offensiva verbale e letterale di uno degli esperti con cui aveva viaggiato*, notandolo con una punta di spavento sul volto solo quando questo iniziò a incedere verso di lui a bacchetta sguainata.

    P-per favor...

    Colpo di tosse. Gli serviva decisamente dell'acqua.

    È così che muore Ronnie Ridgerton? Di infarto in un sotterraneo buio?

    Almeno, Atticus aveva consegnato anche le sue di istruzioni post mortem.

    *Con l'intuito che ha il bacucco, già è tanto che riesca a distinguere le forme di voi altri mentre c'ha sta turbolenza in atto.
    Post 1/3 Carisma, i suppose.
     
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159 replies since 3/6/2021, 18:46   7266 views
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