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  1. Claire E. Wilson
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    Frozen Wiz
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    [Cunicoli delle segrete]


    Inferno.
    Era la parola più giusta per descrivere le segrete di Amestris. Un luogo tanto antico quanto oscuro. Il cui fondatore, Gaius Harmony, aveva pensato bene di sigillare con le tre bacchette delle Case. C’erano fin troppi misteri da risolvere. Prima le urla dei dannati, poi la profonda disperazione, ora la pioggia acida ed infine le agitate acque capaci d’inghiottire qualsiasi cosa. Mente, corpo e spirito ne sarebbero usciti visibilmente provati, se solo Queen non si fosse prodigata a difenderla da quella magia oscura. Si chiedeva davvero se quei bui e freddi cunicoli non fossero davvero l’anticamera dell’inferno. Oltre le acque, assimilabili ad una dei fiumi demoniaci, c’era la porta dove s’invitava di lasciar ogni speranza. Dubitava che una volta aperta quella porta, qualora ci fossero riusciti, le sventure per gli abitanti del castello e della vicina comunità magica di Drayrdd, si sarebbero placate.

    Già!

    Ormai si esprimeva a monosillabi. Preoccupata per l’incolumità dei maledetti, o piagati come venivano definiti dalle testate giornalistiche di maggior spicco, e per coloro che insieme a lei si erano lanciati in quella folle avventura. Non essere d’intralcio ed essere una risorsa per il gruppo era la sua unica preoccupazione. Anche perché la studentessa della L.U.M.O.S. si stava dimostrando un’abile strega dalle mille risorse, nonostante la giovane età. Forse un po' irruenta, guidata dal tipico spirito giovanile dei suoi anni, ma affidabile come poche. Stava affrontando la magia oscura delle segrete con abilità e coraggio.
    Era alle spalle di Queen, correndo insieme a lei stando ben attenta a dove mettere i piedi. Aveva ancora molto fiato, anche perché il duro lavoro lo stava facendo la studentessa nel lanciare incantesimi difensivi e nel correre a perdifiato per superare nel minor tempo possibile gli ostacoli. Colpisci e fuggi. Una strategia che approvava, ma non prima di aver riguarnito Jade nell’essere in ogni caso cauta. Nessuno poteva assicurarle che tra le ombre delle segrete o dietro l’angolo del prossimo cunicolo non ci fosse l’ennesimo tranello, non documentato nei verbali del Ministero. Il viso una lastra di marmo, concentrato e serio. Con i capelli biondi che si agitavano ad ogni passo, e perle di sudore che le solcavano appena la fronte. Di certo in tutto quel marasma non si aspettava di sentire il nome di Alec, coinquilino di Lilith ed ex-Docente di CDCM.

    B-Bànach?

    Balbettò un po' per l’improvvisa mancanza di fiato ed un po' per la sorpresa. Erano ormai a pochi passi dalla pioggia di sangue acido, per poter affrontare un simile argomento. Il mite e riservato uomo passò subito in secondo piano, anche le curiosità relative al legame che lo univa con la sua Guardiana.

    Nessuna distrazione.

    Annuì alle parole della rossa. Stringendo maggiormente a sé la borsa che si portava dietro e la bacchetta d’Acero nel suo pugno. La mano era sempre lesta e pronta ad intervenire, per coprire la compagna di sventura. Avrebbe messo a disposizione le sue poche conoscenze in Magia Bianca, se fosse stato necessario. Si avvicinò maggiormente alla studentessa, per essere quasi con il fiato sul collo. La pioggia acida imperversava intorno a loro, solo con lo scudo evocato dalla ragazza a protezione. Cercò di mantenere lo stesso passo della compagna, adeguarlo al suo per diventare un unico corpo ed invitare d’essere d’intralcio. Si tenne ben lontana dai limiti dello scudo magico, temendo di veder bruciare i lembi dei suoi vestiti ed avvertire il dolore che molti studenti avevano patito quella notte. Una distesa di sangue. Pozzanghere scarlatte, così pericolose anche solo esitare su una di esse. Quella pioggia battente, che urtava contro le difese della Queen sembrava più una scarica di letali proiettili. Ad ogni tonfo, urto sentì il suo cuore sussultare. Era forse la maledizione meno pericolosa, ma sicuramente quel rosso incuteva più timore delle ombre delle segrete. Lasciare lo stomaco vuoto era stata una scelta saggia. Ciò che lo scudo non poteva coprire era il tanfo di sangue, l’acre odore d’acido e l’aura di morte che aleggiava nell’aria. Era un odore nauseabondo, il peggiore che avesse mai avvertito. Pungente e forte, capace di sciogliere qualsiasi forma di resistenza per coloro che si avventuravano privi di difese.
    Insieme a Queen ed altri gruppi di Esperti si ritrovò a gestire minacciose onde capaci di trascinare sul fondo qualsiasi cosa. Era come se si fosse abbattuta l’ira di Nettuno in quelle segrete, la cui volontà era quella di spazzare via qualsiasi persona. L’ultima maledizione a difesa della porta triangolare, o almeno tra quelle riportate in sui verbali del Ministero. Fu la recluta Harp, figlia della Sorella del Velo, ad agire per prima e creare uno squarcio tra le acque. Sospinte dalla magia della studentessa le onde andarono ad infrangersi contro le mura delle segrete, restandone intrappolate. Era come sopprimere una bestia feroce, che provava a ribellarsi a quel momentaneo contenimento. Le iridi acquamarina su soffermarono sul viso concentrato di Narcissa.

    Ottimo lavoro!
    Si andiamo… prima che le acque si richiudano.


    Rivolse un sorriso alla figlia di Amalia, rendendosi conto che ormai non era più la studentessa di Amestris ma una giovane strega. Iniziò a correre, fianco a fianco, alla sua Guardiana per poter attraversare quel corridoio bagnato ma sicuro. I passi che s’infrangevano negli specchi d’acqua, pochi frammenti di quell’ira che aveva colpito quella parte delle segrete. Le iridi fisse verso quel blocco di pietra di forma triangolare. Era nero, era oscuro e pericoloso. Ad ogni passo si avvicinava sempre di più, sentendo la preoccupazione crescere dentro di sé. C’era però una speranza, quella di trovare la chiave di lettura delle misteriose incisioni e sfruttare il potere delle antiche bacchette. Dubitava però che l’avventura si fosse conclusa lì, con la semplice apertura della porta.
    Con la bacchetta ancora sguainata, pronta a difendere sé stessa e la stessa Jade nel caso Narcissa non fosse più riuscita a contenere la forza dell’acqua. Era molto portata per gli incantesimi elementari, soprattutto dopo anni ed anni trascorsi nella culla della magia naturale. Il dono di Drayrdd, oltre alla possibilità di lavorare con centenarie creature ospiti di quei meravigliosi luoghi. Gestire quell’acqua con un incantesimo forse non sarebbe stato un problema per lei. Quei pensieri sfumarono, quando riuscì a superare sana e salva anche quel tragitto. Tirò un sospiro di sollievo, piegandosi in due per la folle corsa in cui si erano lanciate. Con la mano libera riportò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre raddrizzava la schiena e ruotava il capo per verificare che tutti fossero riusciti a superare l’anticamera dell’inferno.

    Post 2/2

    Partis Temporum di Narcissa [5/20 Post] - Per facilitare gli altri che posteranno dopo di me.

    Jade Queen Narcissa Harp
     
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