Avventura del Ghiaccio- 2031/32

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    [Sala Comune]



    Il primo a rivolgergli la parola fu Lorenzo, che gli chiese in che senso i calici fossero messi in disordine.

    Non erano tutti nel centro della colonna, alcuni erano un po' spostati e non allineati.

    Successivamente Geneva propose di riordinare la frase latina, Cristiano non pensava fosse quella la soluzione al loro problema, però non disse niente, sarebbe risultato ancora più antipatico di fronte ai suoi compagni.
    Non si preoccupò invece di sembrare scortese Cyrene, che commentò le ultime parole di Cristiano. Ci volle tanta forza di volontà per non risponderle come avrebbe meritato, creare però ulteriori tensioni sarebbe stato inutile e controproducente per la ricerca.
    Con Frances invece non ce la fece proprio, adorava stuzzicarla.

    Per carità, no. Non vorrei mai che esaurissi tempo che hai a disposizione per stare sveglia solo per parlarmi più lentamente. Vai tranquilla.

    Alla fine Cyrene si diresse verso il Respiro del Ghiaccio, lasciandosi indietro i compagni. Lorenzo fece lo stesso e Cristiano lo seguì, di nuovo.

    [Respiro del Ghiaccio]



    Arrivato per la seconda volta nel Respiro si sentì invadere completamente dalla magia di quella stanza, non importava quante volte uno ci era stato, ogni volta era come la prima.
    Si sentì gli occhi di Cyrene puntati addosso quando quando propose di versare il liquido sulle stalagmiti. Da quello che lui aveva capito quel liquido non si poteva versare, non poteva uscire dal calice nemmeno se fosse stato capovolto.

    Come possiamo versare un liquido che non si può far uscire dal calice?

    Chiese con fare dubbioso, anche se quella non era davvero una domanda, era più uno scherno, un'imitazione dello stesso modo di fare che lei aveva avuto con lui in Sala Comune. Non avrebbe però proseguito oltre, ci aveva pensato un ammasso di ectoplasma a catturare la sua attenzione: Mr Todd era di nuovo andato a vedere come procedesse la ricerca della bacchetta, probabilmente solo per insultare i sanguesporco. Cristiano non aveva mai sopportato quel fantasma, si divertiva a vederlo mentre insultava i mezzosangue ma in generale il suo modo di fare gli stava piuttosto antipatico.
    Anche questa volta il consiglio da lui dato era completamente inutile, versare non si poteva versare, bere non ci avrebbe pensato nessuno, anche se ormai sembrava l'unica opzione rimasta.

    E' stupida come idea, quindi precedo chi potrebbe dirmelo dopo. - Disse per anticipare persone come Frances o Cyrene. - Però qualcuno che non è ancora stato piagato, così da evitare di peggiorare ulteriormente la loro situazione, potrebbe berne un goccino, forse. In sintesi: sono d'accordo con Lorenzo.

    Chiese, senza aspettare davvero che qualcuno gli dicesse qualcosa prima di andare in direzione di uno dei calici. Ripensò alle parole del fantasma, "Qual è la cosa più ovvia da fare con un calice pieno di liquido?!", berlo?
    Richiamò con la magia uno dei calici, scosse un po' il bicchiere specchiandocisi dentro: era l'idea più stupida che avesse mai proposto, per quanto ne sapeva sarebbe potuto essere veleno potenzialmente mortale. Capì poi che, forse, non si era concentrato abbastanza sulla frase latina.

    Non solo il Ghiaccio resta, mentre il resto svanisce: il Ghiaccio resta, si irrobustisce.


    Il Ghiaccio si irrobustisce. Un'altra idea era quella di congelare il liquido, serviva però un'incantesimo potente, Glacius forse non sarebbe bastato per un artefatto che si trovava in quel luogo da anni.

    Forse dovremmo congelarlo?

    Propose ad alta voce, aspettando una risposta. Tra tutte le idee date quella più quotata era stata quella di bere il liquido, nessuno però lo aveva effettivamente fatto, giustamente.
    Qualcuno però doveva fare qualcosa, in fondo se avevano lasciato quel liquido lì per tutto quel tempo doveva esserci un motivo, se fosse stato avvelenato qualcuno lo avrebbe spostato.
    Sentire però Frances lamentarsi - oltre a non essere una novità - era terribilmente fastidioso, se c'era una cosa da fare andava fatta, senza se e senza ma.

    Oh, al Diavolo. Lamentarsi non serve a nulla, anche se ci dicesse cosa contengono i calici dovremmo comunque berli per fare una cosa che, tra parentesi, aiuterebbe più voi che me. Faccio io.

    In un attimo ingerì buona parte del contenuto del calice, sarebbe morto? In un attimo vide tutta la sua vita passargli davanti, la sua più grande paura era quella di morire e ora era come se fosse già nell'abbraccio dell'Aldilà. In alternativa gli piaceva pensare che grazie a quello avrebbe ottenuto dei fantastici superpoteri.
    Pensava poi ai piagati e a ciò che avevano passato, lui era uno degli studenti più grandi a non aver preso una piaga, da un lato gli sembrava giusto farlo.
    Cristiano è nel Respiro del Ghiaccio e si avvelena beve dal calice. (Non fatemi morire il PG perfavore) 🙁)
    Mr Todd
     
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    Bene ok va…

    Ed che la giostra di parole maledette poteva ricominciare, condannandolo nuovamente a un ben più preferibile e conveniente silenzio. Si limitò così a chiudersi in un muto assenso mentre vedeva Lariw lanciarsi verso la Sala Comune, per il resto non contribuì minimamente alla dissertazione fatta di calici e congetture varie, dimesso ad ascoltare gli altri e accennare un sì comprensivo del capo verso Sertoria. D’altro canto, con il peggioramento della propria maledizione c’era ben poco che potesse fare se non offrire confusione e frasi a dir poco incomprensibili, tanto valeva cadere nel silenzio cosmico piuttosto. Anche senza di lui, comunque, la stanza come da previsioni si era riempita di una variegata gamma di teorie, il cui capolinea andò a scontrarsi sul velo diafano e sprezzante di Mr Todd.

    Sì, come no…

    Se inizialmente aveva appena sgranato gli occhi, subito dopo questi avevano preso una posa tra l’esasperazione e l’incredulità. L’ultima cosa che si sarebbe sognato di fare, adesso, sarebbe stata quella di bere un liquido tanto sconosciuto quanto sospetto da dei calici che fino al giorno prima neppure si era mai azzardato a prendere in considerazione.

    Ecco.

    Giusto il lusso di parole solitarie o monosillabi poteva permettersi, e in quel caso non gli serviva altro. Concordare con Frances gli fu a dir poco inevitabile, a maggior ragione quando quella situazione - anomala, come minimo - instillava tutto in lui meno che un senso di assoluta sicurezza, d’altro canto c’erano ben poche cose capaci di farlo da diversi mesi a quella parte, ché persino l’escamotage di Penny e poche dosi di Aguzzaingegno avevano finito per fargli tutt’altro che bene. Luke ancora risentiva delle sgradevoli ripercussioni che le proprie scelte avevano avuto su di lui, e si augura che nessuno dei compagni dovesse mai passarci, tantomeno per mezzo di un’improbabile e imprevista missione affidata loro dal misandrico Price.
    Dall’altro capo di quel sentimento, tuttavia, c’era invece chi nuotava controcorrente incurante delle possibili conseguenze. Certo, doveva essere facile infischiarsene del pericolo e ignorare ogni rischio quando, come loro, non si aveva vissuto ogni sorta di diavoleria e maleficio nelle Segrete.

    Non fermo, farlo!

    Troppo tardi, Cristiano aveva fatto la sua scelta. E in cuor suo Luke non poté che sperare una cosa, che quei calici si rivelassero davvero propri amici come il fantasma aveva premesso loro.

    Sertoria me resta con.

    In realtà era più un invito a non seguire le orme del compagno, non che ci fosse pericolo da quel punto di vista parlando di Sertoria, tuttavia l’ultima cosa che desiderava era rischiare di avere un ulteriore peso e debito di coscienza nei suoi confronti. Nella migliore delle ipotesi l’esempio di Cristiano avrebbe portato un passo avanti in quell’enigma senza alcuna ripercussione, nella peggiore, invece, sarebbe stato cartina tornasole del fatto che nulla di ciò che appariva magicamente in quel castello esisteva per fare del bene ai suoi studenti.

    Luke è uno degli studenti che sono stati maledetti durante l'ultimo Halloween. Tutti a scuola lo sanno e tutti lo conoscono.
    La sua maledizione è la seguente:
    CITAZIONE
    Piaga di Luke: Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante. In seguito al successo della Contromaledizione di Catherine Nott, la piaga di Luke si annullerà al primo post e dopo cinque post nella stessa role: per un post, quindi, parlerà normalmente mentre nei restanti tornerà a parlare al contrario e così ogni cinque post.

    Tutti sono al corrente dei suoi problemi a esprimersi da allora, perlomeno nel verso giusto e con discorsi più articolati di sole 4 o 5 parole in fila. Motivo per cui si limita spesso a frasi concise o tutt’al più si aiuta leggendo direttamente le frasi alla rovescia, riportate grazie alla sua penna prendiappunti (poiché leggendo le frasi direttamente nell’ordine già invertito, la sua Piaga gli permette di tornare a esprimerle così nell’ordine corretto).

    NOTA A partire dal 28 aprile Luke non parla più al contrario, bensì inizia a farlo in ordine sparso e non controllabile. Motivo per cui da allora è diventato ancora più schivo e silenzioso, astenendosi più di prima a proferire parola salvo quando indispensabile.
    Riassumendo: 1/5 post Luke parla correttamente, da 2/5 fino a 5/5 la maledizione (parlato e scritto sparso) è attiva, dopodiché a 6/5 a parlare ancora correttamente e si ripete il ciclo.

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    Niente. Non si era meritata quell'incantesimo.
    Sertoria ritirò la mano e osservò il recalcitrante catalizzatore. Era delusa, delusissima.

    Ho sbagliato?

    Sì, doveva aver sbagliato qualcosa. Le bacchette non fallivano mai se individuavano un senso in ciò che il mago voleva fare. Decise che doveva essersi sbagliata nel ragionamento e che il catalizzatore l'aveva salvata dalla propria stessa incoerenza.

    Qual è la cosa più ovvia da fare con un calice pieno di liquido?!
    Liquido.
    Berlo o rovesciarlo?
    Berlo.
    Non lo berrei neppure se stessi morendo di sete, a meno che non ci dici che cos'è.
    Logico.

    Sì, erano del Ghiaccio. Certo che lo erano. E dunque prolissi, irresoluti, pignoli e lenti a reagire. Ma sicuramente non si sarebbero lasciati cogliere da un colpo di testa.
    Soltanto un pazzo debosciato si sarebbe avventato sui misteriosi calici per berne il contenuto.

    Oh, al Diavolo.

    Sbottò Cristiano Falasti, avventandosi sui misteriosi calici per berne il contenuto.
    Sertoria era allibita, paralizzata dal dubbio.

    Sertoria me resta con.

    Non avrebbe dovuto neppure ripeterlo. Coi problemi che avevano tutti loro, ci mancava soltanto di attirarsi addosso una piaga aggiuntiva; peraltro quelli come lei non erano esattamente le tipologie d'individuo che avrebbe potuto precipitarsi su qualcosa d'ignoto con l'intento d'ingerirlo. Sertoria, ben coscia di questo, inguainò la bacchetta e si riparò da "mamma Luke." Una parte di lei avrebbe anche asserito con la teoria del congelamento, ma a ben pensarci la cosa più ovvia che avrebbero potuto fare era proprio bere. Lasciò che il suo sguardo si disponesse sul Falasti, osservando le eventuali conseguenze del suo atto.

    Vedo che succede e poi...

    Sì, stavolta avrebbe fatto qualcosa di utile, posto che la bacchetta avesse acconsentito a venirle in aiuto. Ma la mossa potenzialmente vincente era già stata messa in atto e darle man forte sarebbe stato poco utile, ammesso e non concesso che lei fosse stata in grado di compierla a sua volta. Si dispose tra Lygeon e il Falasti, in attesa.
    Era proprio un bravo cagnolino.
     
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    Luna aveva le idee confuse, era sicura che la soluzione stava là sotto ai loro nasi, c'erano i calici con dentro il liquido, alcuni erano spostati, Luna stava ancora pensando alla frase che avevano trovato, si irrobustisce, vuoi vedere che il liquido non può uscire dal calice perché nel mentre lo si capovolge aumenta il volume e diventa solido?
    Nel mentre Luna stava osservando i calici, il fantasma tornò di nuovo a dare qualche specie di pista

    Quale è la cosa più ovvia da fare con un calice pieno di liquido?

    La risposta più ovvia era berlo, Luna espose le sue idee a bassa voce giusto per pensarci meglio e non infastidire nessuno, ma pian piano la voce di Luna si alzava un pochino di più

    Quindi bisogna bere il liquido per farlo sparire? Ma non sappiamo di che natura esso sia, ma da una parte sono fiduciosa, anche perché Mr Todd all'inizio aveva detto "cercate nei dodici, vi saranno amici", non dovrebbe succedere nulla a noi che apparteniamo a questa casata, poi ci sono alcuni calici un po' più spostati rispetto gli altri che può significare? Mm, ma aspetta la frase è "Non solo il Ghiaccio resta, mentre il resto svanisce: il Ghiaccio resta, si irrobustisce" ma dei calici si nota che il primo, il secondo, il quarto, il decimo e l'undicesimo sono spostati, insieme formano la frase Non modo glacies, glacies et ..dalla traduzione di prima possiamo capire che c'è scritto Non solo ghiaccio e ghiaccio... Che vuol dire? Il liquido che c'è allora è solo ghiaccio niente di preoccupante? Allora bisogna fare sparire il liquido per andare avanti con la ricerca, si sbloccherà qualcosa, o bisogna fare sparire tutte le cose non fatte di ghiaccio ?

    Mentre Luna stava riflettendo ad alta voce vide un suo compagno bere dal calice, riconobbe che era Cristiano

    Che mossa avventata, spero che ci abbia pensato prima, spero stia bene...
    Non solo ghiaccio e ghiaccio, strana frase ma con molteplici significati


    Luna non riusciva a concentrarsi, soprattutto dopo aver visto un suo compagno bere quel liquido, ancora non si sapeva nulla di che entità fosse
     
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    Più Todd rimirava l’operato degli studenti del Ghiaccio, più l’istinto di tornare in vita solo e unicamente per mutilare con le sue cesoie i giovani visi di quelle nullità diveniva forte.
    Fu una di quegli studenti ad infastidirlo in particolar modo, la sporca mezzosangue eletta inspiegabilmente a Prefetto dal Preside Price, la quale gli parlava come fosse stato un suo suddito, o peggio, un suo pari.

    Un prode figlio del Ghiaccio, Signorina, fa ciò che è giusto fare.
    E un vero Ghiaccio, ancora, avrebbe capito fin da subito in che modo servirsi dei calici.
    È disgustoso visionare cotanta inettitudine in voi, a differenza della perseveranza a cui dovreste anelare di principio.


    Iniziò con inspiegabile calma, trattenendo la rabbia fra i denti stretti, prima di perdere completamente le staffe e piombare velocemente dinanzi la stolta Prefetta, sfiorando il suo volto con la punta traslucida del naso.
    La guardava dritto negli occhi e senza alcuna esitazione, celando a stento il malcontento di dover avere ancora a che fare con lei.

    Lei crede che a me importi qualcosa di quello che pensa, Stitcher? Di quello che lei teme? Della sua... condizione?
    Pensa che lo abbia inventato io quel liquido, ragazzina impertinente, tanto da saperne più di voi?
    Sappia che non è di mia creazione, né è affar mio addossarmi le vostre preoccupazioni. Se non vi sta bene la verità rivolgete a qualcun altro le vostre ridicole lamentele, ad esempio al vostro amato Preside.
    Non sono morto per divenire lo schiavo di mocciosetti dal sangue indegno.


    Fece dunque per allontanarsi, le braccia ben strette dietro la schiena, la bocca tremante di insulti trattenuti e di pensieri contrastanti: era stato proprio il Responsabile della Casata a chiedergli di avvertire gli studenti e di guidarli. Lui in quanto Todd non aveva alcun interesse nel farlo, ma in quanto membro attivo di quella Casa, seppur a modo suo, era chiamato a rispettare il suo dovere, lo stesso che gli studenti erano chiamati a perseguire a qualsiasi costo anche in quella circostanza.
    Fu così che, cercando ancora di trattenere gli istinti peggiori fra i denti, si voltò cercando stavolta lo sguardo di tutti quegli insolenti.

    Con mio grande disappunto, se proprio volete saperlo, soltanto una persona prima di voi ha ingerito il contenuto di ogni calice: il vecchio Preside Harmony, anni prima di passare a miglior vita.
    Ergo, se avete ancora bisogno che vi spieghi l'ovvio, di certo quel liquido non è qualcosa di mortale. Avreste potuto persino scoprirlo da voi se solo foste stati in grado di lanciarvi contro un semplice incantesimo rivelatore…


    A quel punto il suo sguardo di rimprovero fu tutto per Sertoria Eburneo, la ragazzina stralunata ma quantomeno purosangue.
    Nel mentre, soltanto uno fra i figli del Ghiaccio sembrava aver deciso di concedersi alla causa, assumendo lo spirito che si addiceva ai membri di quella casata: Cristiano non percepì nulla di strano dopo aver ingerito il liquido ghiacciato, se non un freddo sempre più insistente. Partiva dalle ossa, come fossero state appena gelate, per poi diffondersi sui muscoli e attorcigliarsi alle membra.
    La stessa sensazione ma in maniera più lieve raggiunse tutti i membri della casata presenti nel raggio di pochi metri: si trattava con evidenza di un liquido capace di agire sulla magia degli studenti, perché soltanto i veri Ghiaccio ne avrebbero sentito gli effetti.
    Per di più, accanto al freddo, una strana sensazione di potere iniziò a farsi viva dentro di loro, come se la magia avesse iniziato all’improvviso a divampare, lasciandosi percepire in maniera più tangibile senza però mostrarsi.
    Cosa fare a quel punto, continuare a bere da ogni calice o fermarsi? Cosa c'era di assimilabile al Ghiaccio in quella prova, a parte il contenuto dei dodici calici?
    E soprattutto, portando a termine quella sfida, sarebbero riusciti a mettere le mani sulla bacchetta?

    Non è morto, a quanto sembra.

    Fu di nuovo al Prefetto mezzosangue che parlò sprezzante Todd, lo stesso che fino a poco prima gli si era rivolto contro con tono insolente.

    O i miei occhi mentono, Signorina Stitcher?

    Alcuni dei ragazzi, inoltre, avrebbero improvvisamente avvertito delle strane voci echeggiare nella loro testa. Voci ammalianti che sussurravano, si compiacevano con loro, li spingevano a non arrendersi proprio quando l’obiettivo era così vicino.
    Questo li avrebbe spinti maggiormente a continuare per quella strada, anche più degli altri.

    Scadenza: 14 incluso
    Lo scopo della prova è ormai chiaro: bere da tutti e dodici i calici.
    Cristiano è stato il primo a farlo, perdendo 3 HP per il freddo improvviso. Tutti gli altri membri della Casata perdono di rimando 1 HP.

    - I ragazzi con Carisma ≤ 15 udiranno alcuni echi che li invoglieranno maggiormente a continuare nella direzione scoperta. Essi saranno dunque più persuasi e propensi a compiere le azioni necessarie per il recupero della bacchetta senza controbattere o porsi ulteriori domande.

    Cosa fare allora? Continuare a bere o rinunciare?
    Ogni scelta che farete avrà delle conseguenze.
    Il Tessitore interverrà ogni qualvolta uno di voi ruolerà di bere da uno dei calici.
     
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    Era sempre molto chiaro, il Signor Todd.
    Più o meno.

    Avreste potuto persino scoprirlo da voi se solo foste stati in grado di lanciarvi contro un semplice incantesimo rivelatore...
    Infatti.

    Ovviamente non aveva colto il rimprovero implicito, dunque non dichiarato. Era evidente che il fantasma l'aveva osservata perché desiderava una risposta. O no?
    Sertoria annuì con espressione grave, ma del tutto imperturbata. La successiva constatazione del fatto che il calice - Quel calice - non fosse avvelenato valse a rasserenarla per un buon quaranta percento. Non di più.

    Dodici calici. Uno non è velenoso. Forse non è lo stesso liquido, forse.
    Ha senso che sia lo stesso.
    Todd ha detto che il Preside morto l'ha bevuto prima di morire. Perché da morto non poteva berlo. Dopo però è morto, però diversi anni dopo, quindi non è morto per il liquido. Credo, forse.

    Freddo.

    Borbottò. Fu una di quelle poche, pochissime volte in cui Sertoria si riscoprì a parlare prima di pensare. O meglio, constatazione e affermazione giunsero pressoché all'unisono, assieme alla sorpresa.
    Non era troppo freddolosa. O meglio, aveva una certa sensibilità; ma le percezioni tattili non la turbavano troppo, a differenza dei suoni. Osservò con algido interesse la peluria sottile delle braccia che si tendeva, quasi che la pelle levasse un grido di aiuto al cielo.
    Sentì anche il potere. Soltanto che non fu in grado di adoperare quel termine, "potere". Non poteva adoperare un concetto astratto tanto liberamente, non ne era capace. Decise che era "muscolo carico", "doccia", "voglia di correre."

    Io non ho mai voglia di correre.
    Appunto.
    Un caso straordinario.
    Bevi.
    Chi è?


    Non era Bramante. Quello là non era Bramante. Qualcosa di estraneo, direttivo come lui, ma incoerente e avventato.

    Non ho la certezza matematica che tutti i calici...
    Bacchetta.
    Ma prima accertarsi...
    Bacchetta.

    Bevo.

    Si portò con passo strascicato in direzione del calice più vicino. Lo prese con mani trepidanti. Squadrò i compagni a lungo, gli occhi ingigantiti dall'inquietudine.

    C'è una voce. Obbedisco alla voce.

    Le sembrava così adulta, così autorevole. Abbastanza illogica, è vero; l'unica cosa logica al cento percento era l'influenza che suddetta voce stava avendo su di lei. Ecco, a quella sensatezza sottostava Sertoria: alla certezza di dover obbedire alla voce incerta.

    Se è velenosa sei stata tu, vero?
    Certo, bevi.
    E se fa così freddo che muoio?
    Bacchetta.


    Accostò le labbra al calice. Se non altro, aveva sentito dire in giro, la morte per assideramento è pressoché indolore.

    Yep, beve. Ha un carisma così basso che suppongo possa crollare come una susina agli ordini della voce.
    Perdonatemi.
     
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    Sertoria, dopo Cristiano, portò uno dei dodici calici alle labbra per berne il contenuto, ammaliata più di altri dalle strane parole sussurrate dagli echi.
    Nell'istante in cui il liquido blu passò le difese delle labbra Sertoria iniziò a sentire freddo, molto più di prima, e lo stesso accadde ai compagni nelle vicinanze: sembrava quasi che qualcuno avesse appena applicato un incantesimo congelante alla Stanza.
    In più, persino la sensazione di essere avvolti dalla magia aumentò d'intensità, così come i sussurri degli echi.



    Sertoria perde altri 3 HP per un totale di 4 HP persi.
    Tutti gli altri perdono 1 HP, per un totale di 2 HP persi.
     
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    Luna stava vicino a uno dei calici, lo stava osservando, notava che se lo teneva troppo fra le mani le sembrava sempre più freddo, ma per lei non era un problema, quella sensazione le piaceva, voleva sentire quella sensazione dentro di lei, nelle ossa. Con la coda dell'occhio Luna osservò attentamente il comportamento di due suoi compagni che avevano bevuto il liquido, sembravano come rinvigoriti,che quel liquido desse davvero maggior potere ai maghi della casata del ghiaccio? Il fantasma era stato chiaro,il liquido non era mortale per di più Luna era tentata già da tempo a bere da uno di quei calici,sin da quando aveva messo piede in quella stanza si sentiva come attratta da essi, in più l'indizio che era stato dato a lei e ai suoi compagni suggeriva che la cosa più ovvia da fare con un calice pieno sarebbe stata anche la giusta azione da compiere e quell'azione non poteva essere altro se non bere dal calice,solo la titubanza la fermava,il dubbio che potesse essere un tranello,prendendosi tempo per pensare,magari,sarebbe arrivata ad un altra soluzione ma così non fu,la sua mente le suggeriva una sola risposta,la stessa che le sembrava troppo ovvia ma il suo istinto la portava sempre più vicina a quei calici,come se la chiamassero a loro,

    Ehi, vieni più vicino.
    Bevi.
    Sappiamo entrambi che lo vuoi.


    Luna si voltò alle spalle, senti dei bisbigli, che il suo istinto avesse preso il sopravvento?

    Bevi.
    È la cosa giusta.


    Luna si avvicinò di più al calice, i bisbigli si facevano più forti come se quel liquido avesse vita propria

    Continua con la tua sensazione.
    Bevi.


    Alla fine la tentazione fú troppo forte,Luna prese coraggio e sollevò il calice che aveva di fronte, bevve anche lei il contenuto, tutto d'un sorso, quasi come non volesse più lasciare spazio a ripensamenti, come se non avesse mai bevuto fino ad allora

    Luna si fa trasportare dai bisbigli, la tentazione è stata troppo forte, ha bevuto anche lei, ha un carisma basso
     
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    Anche Luna si aggiunse a Cristiano e Sertoria, poggiando le labbra sul calice da cui bevve presto il liquido: il freddo cominciò ad invadere in maniera insistente anche lei e di rimando tutti gli altri, che oramai iniziavano a sentirsi persino un po' insonnoliti di fronte quel repentino e continuo cambio di temperatura.
    Inoltre, gli echi divennero più forti e insistenti persino alle orecchie di quanti avevano una maggiore presenza a loro stessi. Infine, anche l'aria parve farsi più magica.
    Ormai erano tutti infreddoliti, ma persino chi aveva già bevuto, se avesse voluto, avrebbe potuto tentare di vuotarne altri nel caso altri si fossero rifiutati, poiché ormai sarebbe stato chiaro a tutti che fosse necessario vuotarli tutti e dodici per sperare di vedere la magia compiersi davanti ai loro occhi.
    Avrebbero resistito a quella prova che si prospettava sempre più ardua? O avrebbero preferito rinunciarvi?



    Luna perde 3 HP per un totale di 5 HP persi.
    Cristiano e Sertoria perdono anche 5 HP.
    Tutti gli altri salgono a quota 3 HP persi.

    Chi ha già bevuto può berne altri.

    Adesso sentono gli echi al punto da sentirsene attratti anche i PG con Carisma uguale o minore di 18.
     
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    Per quanto potesse spingerli o irriderli il fantasma, Geneva non aveva alcuna intenzione di avvicinare quel calice alle labbra.
    Cyrene le aveva appena consigliato di non aprire nulla di misterioso e, benchè non fosse stato esplicitamente sconsigliato, era certa che infilare liquidi random in bocca rientrasse fra le cose stupide da fare. Insomma, anche non glie lo avesse consigliato la compagna più grande, sicuramente la bimba ad una ovvietà simile sarebbe arrivata da sola.
    Dopo vari inutili tentativi di rovesciare il liquido (a lei già questo pareva un azzardo!), ancora con la coppa in mano si era voltata a seguire le invettive della Stitcher al fantasma, annuendo con convinzione alle richieste di spiegazioni della ragazza.
    Poteva non essere d'accordo con il suo modo di porse, ma lo era totalmente con quanto diceva.
    Per'altro, il fatto che un antico preside avesse bevuto il contenuto dei calici significava meno di niente, se non che allora non era stato velenoso. E poi, appunto, era un preside! Potente e in grado di capire la magia, e di certo non si era semplicemente limitato ad affidarsi all'ignoto, come veniva chiesto loro.
    Il preside Harmony, sicuramente, aveva saputo cosa stava bevendo.
    Poteva essere ovvio al mondo che bere fosse l'unica soluzione, ma esattamente come non aveva intenzione di farlo lei, avrebbe preferito che a prestarsi a cavia non fosse una delle persone lì presenti.
    Avevano il compito di cercare la bacchetta, mica di suicidarsi.

    Se siamo certi che vada bevuto andiamo a dirlo a Price... - Suggerì. Insomma, che se ne occupassero i grandi, come giustamente proposto da Cyrene. - O almeno facciamolo in infermeria, dove la Hunt può intervenire con prontezza in caso risultasse velenoso.

    La presenza di un adulto capace li avrebbe certamente protetti dai pericoli più seri, pensava. Poteva essere necessario farlo, alla fine, ma tentare così alla cieca era troppo pericoloso.

    Oh, al Diavolo. Lamentarsi non serve a nulla, anche se ci dicesse cosa contengono i calici dovremmo comunque berli per fare una cosa che, tra parentesi, aiuterebbe più voi che me. Faccio io.

    Sembrava una statuina del presepe, Geneva, a girarsi da una parte e dall'altra ruotando con tutto il corpo e la coppa sempre nella stessa posizione all'altezza del petto.
    L'intento del ragazzo, per quanto estremamente esplicito, era talmente al di là del buonsenso che la ragazzina non riuscì a comprenderne le intenzioni finchè non lo vide avvicinare il calice alle labbra.
    Sgranò gli occhi, spaventata.

    Non farlo!

    La sua voce si sovrappose a quella inversa di un altro compagno, ugualmente inascoltata.
    Cristiano aveva cià svuotato la coppa.
    Geneva si limitò a guardarlo di lontano, ad occhi sgranati, aspettandosi di vederlo crollare a terra.
    Il freddo che sentiva nella ossa, per quel che ne sapeva, era paura allo stato liquido. Le mani, invece, si stavano ghiacciando in modo quasi doloroso, al punto da farle ricordare la coppa che ancora stringeva nella sinistra.
    Abbassò gli occhi sul liquido, mobile eppure magicamente aderente al contenitore, poi tornò su Cristiano, ancora in piedi e apparentemente incolume.
    Per un momento Geneva ebbe la strana sensazione di aver vinto qualcosa, d'essere stata brava e capace. Ancora fissando Cristiano in attesa di un cenno, aggrottò la fronte, sorpresa da se stessa.
    Non era ancora riuscita a realizzare che quella sensazione le fosse stata imposta dall'esterno che la costrizione aumentò.

    Bisogna farlo.

    Era un pensiero suo, abbastanza forte da farle nuovamente abbassare gli occhi sul liquido e sollevarne il calice qualche centimentro.
    Era un pensiero suo, ma così stonato da parere più una voce altrui che cercasse di imitare la propria. Eppure era ben più convincente di qualunque pensiero Geneva avesse mai partorito, estremamente più deciso di qualunque intento si fosse mai proposta.

    Va fatto e velocemente.

    Si ribadì, estraniata completamente da quel che le accadeva attorno. Erano lei e il liquido nella coppa, che ballava senza poter strabordare tanto la mano che lo reggeva tremava, quasi che il corpo fosse invece rimasto cosciente e coerente alla cautela che l'aveva sempre contraddistinta.
    Il suo istinto di sopravvivenza era forte, ma il braccio si sollevò spontaneamente comunque, avvicinando il bordo del bicchiere alla bocca.
    A quel punto i compagni avrebbero anche potuto cominciare a cadere in terra morti e non se ne sarebbe accorta.
    Non si accorse neppure che Sertoria e Luna avevano a loro volta seguito l'esempio di Cristiano, limitandosi ad accogliere le ondate di gelo, ormai comunque già ghiacciata sul posto da quell'imposizione che aveva luogo solo nella sua testa.
    Svuotò il bicchiere in un lungo sorso.
    Controllò di non aver lasciato niente sul fondo e lasciò cadere il bicchiere a terra.
    Freddo e torpore.
    Non vi prestò attenzione. Una parte di lei le diceva che si sarebbe congelata dall'interno, alla faccia del ghiaccio che rimaneva quando il resto scompariva.
    La parte convinta, quella che non le apparteneva, se ne fregava. Non parlava neanche più... rotti gli indugi di quel piccolo corpo, nulla più l'averbbe arrestato. Bastava la sensazione di dover far presto.

    Veloci

    Intimò ai compagni, dirigendosi verso il calice più vicino. Lo tirò giù.
    Una volta in viaggio, il ghiaccio non lo fermi.

    Se posso fare 2 in post, Geneva ne beve due di seguito

    Mr Todd
     
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    [Respiro del Ghiaccio]



    Cristiano Falasti a fare il paladino della giustizia era l'assurdità che mancava a quel quadretto per rendere il tutto surreale. Si lasciò sfuggire un sorrisetto, un secondo prima di abbassare lo sguardo evidentemente delusa; evidentemente, bastava poco per verificare cosa sarebbe successo a chiunque avesse bevuto da un calice: bastava dire di non farlo.

    Non è morto, a quanto sembra.
    Peccato.

    Una risposta sarcastica ad all'osservazione saccente del fantasma. Rimase a guardare, come se stesse aspettando che succedesse qualcosa di drammatico, e qualcosa effettivamente successe: sentì un gelo improvviso avvolgerla, così freddo da farle fisicamente male, il che era già sufficiente di per sé a convincerla che tutto avrebbero dovuto bere tranne che il contenuto di quelle fiale. Rimase basita ad osservare la scena surreale che le si parò davanti, ché nonostante potesse sentire le forze venirle meno anche solo per effetto dei sorsi degli altri, diversi studenti si fiondarono a seguire l'esempio di Falasti, come avessero perso il senno.

    Ma cosa fate? Non sentite il freddo? Non sentite che vi sta facendo male?

    Non riusciva a credere ai suoi occhi, ma non si stupì più di tanto di constatare che nessuno la stava realmente ascoltando. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma qualunque cosa fosse, non voleva averci nulla a che fare; ne aveva abbastanza, di giochetti, aveva subito le ripercussioni di quei malefici oscuri sulla sua pelle e ancora sveniva ogni venti minuti senza colpo ferire. Bere quelle pozioni sconosciute che pure la stavano indirettamente congelando ad ogni nuovo sorso dei suoi compagni era completamente fuori discussione.

    Fate quello che vi pare, io torno fuori.

    Girò i tacchi ed uscì dal Respiro del Ghiaccio senza pensarci una volta di più, lasciandosi alle spalle una delle scene più senza senso a cui avesse mai assistito. Frances non aveva mai fatto finta di essere impavida e nonostante tutto la sua codardia non l'aveva mai protetta da tutto quello che negli anni aveva subito, come se la sfortuna fosse sufficiente a compensare la sua mancanza di sconsideratezza. Questo non significava che si sarebbe gettata fra le fauci del leone solo perché Falasti non era morto nel tentativo di morire.
    Sarebbe tornata sullo stesso divano della Sala Comune su cui aveva dormito fino a dieci minuti prima e dove a breve si sarebbe riaddormentata di sicuro, come la sua maledizione perenne voleva. Quel che avrebbero fatto gli altri, a quel punto, non le interessava più.

    [Se nulla glielo impedisce, Frances torna in Sala Comune]



    Post di veglia 3/5.
    Frances ha Carisma 25, quindi non sente nessuna voce e per questo non solo non beve, ma cerca di uscire dal Respiro del Ghiaccio per scampare agli effetti negativi che la pozioni stava avendo anche su di lei.
    CITAZIONE
    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.
     
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    Molti dei ragazzi, guidati o meno dalle voci, scelsero di bere: cinque calici furono presto svuotati. Geneva sentì un'immediata fitta di freddo dolore allo stomaco nell'istante in cui ingurgitò il liquido per la seconda volta, facendo scendere ancora di più la temperatura della Sala Comune e del Respiro del Ghiaccio. Nonostante il freddo, molti di loro iniziarono a respirare con affanno, come avessero appena iniziato a scalare una montagna insormontabile.
    Ne restavano ancora sette: cosa sarebbe successo una volta che avessero svuotato il contenuto di ognuno di essi?
    E soprattutto, cosa sarebbe successo se, al contrario, ne avessero lasciato pieno anche solo uno?
    Nel mentre, la magia attorno a loro così come gli echi continuavano a farsi sentire da tutti i membri del Ghiaccio con la stessa insistenza.



    HP PERSI TOTALI:
    Sertoria: 7 HP
    Cristiano: 7 HP
    Geneva: 9 HP
    Tutti i Ghiaccio: 5 HP

    Gli echi continuano ad essere percepiti con interesse da chi ha Carisma uguale o minore a 18.
     
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    Il liquido che era contenuto nel calice attraversò la gola finendo fino allo stomaco, Cristiano era visibilmente terrorizzato, chiunque lo avrebbe potuto notare senza alcuna difficoltà. Incredibile come un attimo prima si sentisse coraggioso come un leone, tanto da bere un liquido che, per quanto ne sapeva, sarebbe potuto essere veleno di Acromantula; mentre ora, invece, era terrorizzato, pentito fino al midollo di essere stato preso da quell'impeto di coraggio. In quel momento desiderò tanto di possedere una Giratempo, ma così non era, ovviamente. Non era mai stato messo di fronte ad un Molliccio vero e proprio, però sapeva bene che si sarebbe visto morto, esattamente come si vedeva in quel momento. Questa sua paura crebbe a dismisura quando sentì il liquido oltrepassare lo stomaco e arrivare fino alle caviglie, risalendo però subito dopo. Con sé si portò però una strana sensazione, le gambe si congelarono, la vita si congelò, il busto fece lo stesso e anche le braccia e la testa. Si sentiva come in un cubo di ghiaccio, non era però immobile, si poteva muovere tranquillamente, agitò il mano per esserne sicuro. Non era morto e, sembrava, nemmeno piagato. Sospirò di sollievo, era salvo.
    Todd era ancora lì, a screditare Frances a quanto pareva. Poco male, gli andava benissimo così.
    Nel mentre anche Sertoria cominciò a bere dal calice, evidentemente era davvero la cosa giusta da fare. Non la guardò troppo, fu qualcos'altro a fargli distogliere l'attenzione dalla ragazza: degli echi sussurravano qualcosa, inizialmente non capì cosa fossero e cosa gli stessero comunicando, poi sentì una voce che assomigliava molto a quella della madre o, almeno, nella sua testa erano così. Lo spronavano ad andare avanti, a continuare con quella ricerca che ormai era da un po' che proseguiva, cosa farne però di quel Ghiaccio che possedeva nel corpo?

    Incanalarlo.

    La soluzione era forse incanalare quella magia nei calici del Respiro del Ghiaccio, non doveva agire però da solo, avrebbe dovuto sentire il parare degli altri. Doveva però fare qualcosa per i suoi compagni di Casa, aveva apprezzato il modo di fare di Geneva, intraprendente e coraggioso, proprio come Luna, entrambe consapevoli di ciò che andava fatto. I calici dovevano essere bevuti tutti, e ognuno di loro doveva berne, anche se questo avrebbe danneggiato tutti loro. Infatti ogni volta che qualcuno beveva si sentiva più debole, più congelato.

    Ragazzi, dobbiamo tutti bere almeno un po' di liquido, tutti. - Il suo sguardo andò poi su Lorenzo, quello che sembrava più spaventato. - So che chi deve convivere con una piaga ha paura, ma dopo questa sarà tutto finito, sarete curati. Vedrete.

    La verità era che non lo sapeva con certezza, ma sapeva che per far lavorare gli altri doveva dare loro qualcosa a cui credere, in quel caso era la fine delle piaghe. Tra tutti però doveva per forza esserci quella che non aveva voglia di farlo, quella che si voleva estraniare e fare tutto l'opposto di ciò che andava fatto, e chi se non Frances Stitcher . La seguì con passi pesanti afferrando un calice e avvicinandosi a lei prima che uscisse dal Respiro, piazzandosi di fronte alla porta così da bloccare l'uscita.

    Frances, no. - Si grattò il capo, non sapeva davvero quello che le avrebbe detto. - So che tu non vuoi stare così, so che sei stanca, letteralmente, e che non vedi l'ora che tutto questo finisca. Ma ora che hai la possibilità di farlo, la speranza di avercela finalmente fatta, e invece di provarci ti ritiri?

    Scosse il capo guardando il calice. Con Frances le cose non andavano bene, ma era necessario essere maturi per superare quella situazione. Non si sarebbe arreso di fronte ad una sfida, non lo faceva mai, tantomeno di fronte ad una ragazza apparentemente matura che si comportava da bambina.

    Sei pure un Prefetto, dovresti dare il buon esempio.

    Non si era ancora mai comportata da Prefetto, doveva pur iniziare. Le porse il calice invitandola a bere, ognuno doveva fare uno sforzo e Frances non era esclusa.
    Cristiano è davanti alla porta per bloccare l'uscita di Frances.
     
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    Delirio, puro e semplice.
    E il gelo. Il più intimo e improvviso che lo avesse mai colto.
    D’un tratto si trovò a sgranare gli occhi, col terribile sentore di star rivivendo gli eventi di sei mesi prima: gli altri che si facevano del male e lui lì, che non era riuscito né riusciva a fare nulla tranne farsi prendere alla sprovvista.
    Dapprincipio il freddo lo aveva avvolto lieve, sconcertandolo il tempo necessario da non riuscire neppure a reagire prontamente alla scelta di Sertoria, così irrazionale e priva di centro, non da lei e tantomeno da qualsiasi degno figlio del Ghiaccio. Erano tutti usciti di senno? Quando Frances fece per uscire la guardò di traverso, profondamente interdetto.

    Ma fai che?!

    Nemmeno pretendeva una risposta a dirla tutta, quell’esclamazione, al più manifestava il suo sconcerto nell’osservare la posa presa da uno dei propri Prefetti e l’apparente incuranza con cui aveva deciso di tenerne le distanze. A prescindere dal ruolo che ricoprisse o meno, lì stava succedendo qualcosa e lei voleva dargli le spalle?
    Il tempo di proferire quella manciata di parole che fu costretto a portarsi le mani alle braccia e il resto del corpo, ormai scosso dal freddo che aveva cominciata ad abitare l’aria e l’inaspettata fatica che aveva preso possesso del proprio respiro.

    Cosa diamine sta succedendo?

    Si guardava attorno, incapace di realizzare l’evolversi degli eventi, per poi puntare poco dopo gli occhi su Cristiano, il suo profilo stagliato tra Frances e quell’irresponsabile uscita. Non gli importava tanto che la compagna fosse persuasa a restare lì o meno, era invece più concentrato sulle parole di lui: che certezze poteva dare a supporto di un simile pensiero? Che ne sapeva di quello che stavano passando e di come risolverlo? La professoressa Nott avrebbe forse sorriso beffarda a una supposizione del genere, campata per aria, mentre Luke dal suo canto ne era quasi risentito e stupefatto a un tempo. L’ultima cosa che ci mancava adesso era incoraggiare simili idee, come se davvero la soluzione a ogni loro problema potesse racchiudersi in dei calici che, ora come ora, sembravano aver liberato più un’ignota quanto incontrollabile magia che non chissà quale fonte di salvezza.

    Favore figuriamoci, per!

    Replicò tra sé e sé, ma a tono abbastanza alto da essere udibile a chi se ne era uscito con una teoria tanto dissennata, prima di tornare a preoccuparsi per la situazione in cui il Respiro e i presenti erano piombati da un momento all’altro.

    Smettetela. Lorenzo, tutti, Sertoria fermi.

    Implorò i compagni, cercando di frapporsi tra loro e ulteriori dissennati sorsi.

    Attimo ragioniamo un.

    Sì, riflettere un momento sul da farsi tutti assieme, evitando di far degenerare oltre la situazione, quella ormai gli sembrava essere una delle ultime possibilità rimaste loro.

    Piuttosto insegnanti chiamiamo gli.

    A dispetto di qualsiasi fosse il parere spettrale di Todd al riguardo o di ciò che quell’improvvisata missione pretendesse da loro, se era in corso un bis delle sfortune avvenute ad Halloween lui non aveva alcuna intenzione di correrne il rischio, tanto per sé stesso quanto per il bene di chiunque altro. E già che Frances voleva prendere la via della porta, tanto valeva almeno che ne approfittasse per fare qualcosa di utile.

    Luke è uno degli studenti che sono stati maledetti durante l'ultimo Halloween. Tutti a scuola lo sanno e tutti lo conoscono.
    La sua maledizione è la seguente:
    CITAZIONE
    Piaga di Luke: Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante. In seguito al successo della Contromaledizione di Catherine Nott, la piaga di Luke si annullerà al primo post e dopo cinque post nella stessa role: per un post, quindi, parlerà normalmente mentre nei restanti tornerà a parlare al contrario e così ogni cinque post.

    Tutti sono al corrente dei suoi problemi a esprimersi da allora, perlomeno nel verso giusto e con discorsi più articolati di sole 4 o 5 parole in fila. Motivo per cui si limita spesso a frasi concise o tutt’al più si aiuta leggendo direttamente le frasi alla rovescia, riportate grazie alla sua penna prendiappunti (poiché leggendo le frasi direttamente nell’ordine già invertito, la sua Piaga gli permette di tornare a esprimerle così nell’ordine corretto).

    NOTA A partire dal 28 aprile Luke non parla più al contrario, bensì inizia a farlo in ordine sparso e non controllabile. Motivo per cui da allora è diventato ancora più schivo e silenzioso, astenendosi più di prima a proferire parola salvo quando indispensabile e, in qual caso, sempre con frasi stringate e telegrafiche (così da poter risultare il meno comprensibile possibile).
    Riassumendo: 1/5 post Luke parla correttamente, da 2/5 fino a 5/5 la maledizione (parlato e scritto sparso) è attiva, dopodiché a 6/5 a parlare ancora correttamente e si ripete il ciclo.

    3° post di 5
     
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    [Respiro del Ghiaccio]



    Stava già censurando mentalmente tutte le parole che stava sentendo nell'uscire dalla stanza del Respiro del Ghiaccio, come sentisse la necessità di proteggersi dai pensieri senza senso che stavano aleggiando al di fuori della sua testa molto più che da quelli che vi erano dentro, il che, già di per sé, era una vera novità.

    Frances, no.

    Sussultò appena quando i suoi occhi bassi incrociarono di coda la figura di Falasti un attimo prima che ci andasse a sbattere contro, tanto che dovette inchiodare i piedi sul posto per evitare quella spiacevole eventualità. Sollevò lo sguardo sul ragazzo che le si era parato di fronte, ripercorrendo dal basso il suo profilo infiocchettato; Falasti era diversi centimetri più alto di lei nonostante avesse la stessa età, il che non aiutava di certo ad avere un confronto alla pari da distanza così ravvicinata, ma a Frances non importava affatto. Esitò diversi attimi fissandolo negli occhi, come stesse cercando di processare una risposta sensata a quello che le aveva appena sputato in faccia.

    Ah, ma va, adesso te ne fotte? Ricordavo che i problemi fossero altri.

    Il sorriso che le comparve in faccia non aveva nulla di divertito, anzi; era quasi feroce, almeno quanto il rancore profondo di cui quella frase era condita. Il ragazzo non avrebbe probabilmente neppure ricordato di averle mai detto una cosa simile, ma se c'era una cosa di cui si poteva stare certi con Frances quella che era che non avrebbe mai dimenticato nulla, troppo intenta a gettare nuova brace sul rancore che coltivava quotidianamente, tacendo e accumulando ogni singola parola per poi legarsela al dito come un laccio emostatico.

    La speranza di chi, Falasti? Se stai cercando la mia credo di averla persa sei mesi fa da qualche parte tra un pisolo e l'altro.

    Quel sarcasmo era ben più amaro di quanto avrebbe voluto, affogato anch'esso in una speranza che forse non aveva mai neppure avuto. Era così disillusa, Frances, che ben poche cose sarebbero riuscite a ripescarla dall'abisso in cui s'era rintanata, tanto meno un ragazzo che non aveva perso occasione di umiliarla finché non aveva avuto bisogno di lei per improvvisarsi eroe.

    Ah, quindi questo è il buon esempio? Bere una pozione sconosciuta e palesemente nociva solo perché un fantasma che finora non ha fatto altro che prendermi per il culo mi dice di farlo?

    Non aveva ancora scollato gli occhi da quelli del ragazzo e non l'avrebbe fatto finché non avesse finito; per questo il gesto della mano con cui intendeva indicare qualcuno puntò ad un punto imprecisato alle sue spalle, sebbene fosse evidente che il dito fosse pensato per Mr. Todd. Più la gente beveva, più lei sentiva il freddo crescerle nel petto, le membra fiaccate da una fatica che sapeva non essere ricollegabile a quella che da sette mesi l'affliggeva costantemente; si trovò inconsciamente a chiedersi se anche Juno, al suo fianco, stesse sentendo quello che sentiva lei, senza neppure sapere quando di preciso avesse cominciato a preoccuparsi della salute del cane oltre che della sua.

    L'unico che sta dicendo cose con un senso, qui dentro, mi pare Lygeon.

    Il che era tutto dire.

    Ma sai cosa? Toh.

    Non ci pensò troppo, anzi, non ci pensò affatto. In un attimo, sciolse l'appunto della spilla da prefetto che portava sulla divisa che indossava e l'avrebbe appuntata al bavero della giacca da damerino che stava indossando Falasti senza alcuna esitazione, per poi batterci leggermente sopra con la mano, sul petto del ragazzo, come a volersi assicurare che fosse ben fissata. Era un'evidente provocazione, ché quella spilla non era altro che un simbolo; nessuno la stava minimamente ascoltando, tra l'altro, e Frances neppure riusciva realmente a capire come mai, sebbene fosse evidente che il ruolo, almeno in quel frangente, significasse davvero poco.

    Lasciami passare, vado a cercare aiuto.

    Nonostante fosse ben conscia che non sarebbe successo a breve, visto che sapeva che non mancava molto al momento in cui sarebbe svenuta di nuovo, Frances era seria: per quanto fosse abbastanza disillusa anche dalla possibilità di ricevere aiuto da qualcuno, forse a Price sarebbe importato del pericolo che tutta la casa del Ghiaccio stava correndo molto più di quanto in sette mesi non si fosse interessato a lei.

    Post di veglia 4/5.
    Frances ha Carisma 25, quindi non sente nessuna voce. Se non glielo impedisce per qualche ragione, Frances dà a Cristiano la sua spilla da prefetto.

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    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.
     
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