Avventura del Fuoco- 2031/32

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    Quando le fiamme non lo bruciarono, lo sguardo di Fred, in cui albergava solitamente la paura, si riempì di meraviglia; ce l'aveva fatta. La sua teoria era esatta!
    Nonostante avesse confermato quel che supponeva, la bacchetta non finì subito fra le sue mani; in quello sforzo si dovette unire praticamente il resto della Casa del Fuoco lì presente e con la loro forza congiunta quell'impasse venne superata.

    Per un momento le mani di Frederick Spicer strinsero quella che poteva essere definita come la bacchetta della Casa del Fuoco. Provò orgoglio sincero e fu fiero di sé. Per una volta non era il perdente piagnucolone. Per una volta, osservandolo negli occhi, i suoi compagni forse avrebbero potuto il suo sguardo vittorioso.
    Quella fierezza ebbe però vita per un solo istante. Una volta entrati in possesso della reliquia della sua Casa, vennero tutti catapultati all'interno del camino. La sua presa su quell'artefatto di natura arcana ebbe vita assai breve.

    Lui che l'aveva trovata, l'aveva anche persa. Dopo il trionfo quindi sopraggiunse il senso di colpa e la familiare insicurezza che gli faceva credere di essere un "mani di burro" incapace.

    Maledizione!

    Aveva appena imprecato. Non era affatto da lui quel genere di linguaggio, eppure, in quel contesto, gli venne del tutto naturale per dar voce al suo stress.
    Spicer si guardò attorno. La Sala Comune era sparita. Ciò in cui erano stati intrappolati era -così la mente del quattrocchi lo definì- un "Paese delle Meraviglie Infernale".
    Crepe minacciose solcavano il pavimento scuro che li ospitava. Faceva caldo e gli occhiali di Spicer si erano appannati a causa del brusco cambio di temperatura.
    Con la giacca della sua uniforme tentò di stropicciarne le lenti per riguadagnare la vista e, dopo aver tirato su col naso, si guardò attorno. L'ex-Caposcuola sembrava già aver individuato la bacchetta; Bellamy avrebbe pensato al suo recupero. Fred, invece, stava tentando di studiare la situazione e di mettere in moto gli ingranaggi del suo cervello ancora una volta per capire come uscire da quel focolare, ma, al momento, non vedeva alcuna soluzione, se non quella già espressa da Crane, che continuava a dargli fastidio a causa dei suoi modi.

    Per non perdersi, basta non muoversi.

    L'unione, che prima si era creata era un fenomeno momentaneo. Spicer non vedeva gli altri suoi compagni come la sua grande famiglia e a Crane non voleva affatto bene. Non era così stolto da sottovalutare la cooperazione, ma non era neppure così ipocrita o superficiale da fingere o credere di avere con la maggior parte di loro un legame profondo; a malapena si parlavano.

    Comunque concordo sulla bacchetta... penso sia fondamentale per uscire da qui.

    Oltre questo, quella bacchetta era il motivo per cui si trovavano nel Paese Infernale delle Meraviglie... di conseguenza, senza di essa non potevano andarsene.

    Bellamy Octavian Murray Str
     
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    Allora? L'hai presa?

    Neanche il tempo di finire quella frase che Darren e tutta la combriccola vennero catapultati all'interno del camino. Sbatté con forza gomiti e avambracci, evitando di sbattere il cranio al suolo. Si rialzò. sbattendo le mani sulla divisa scolastica per scrollarsi la polvere secolare di dosso. Quando alzò lo sguardo vi era una sola cosa ad illuminare il volto dei suoi compagni, un fuoco che lentamente ma inesorabilmente avanzava verso di loro. Si passò le nocche sotto il naso, inalando successivamente un misto di polvere e fumo. Non si dilungò troppo ad osservare i suoi amici, compagni ed ex, non vi era tempo per quello. La sua attenzione era tutta per le fiamme.

    Cazzo.

    Ragazzi, là!

    Darren puntò gli occhi verso la direzione indicata da Bellamy, la bacchetta era lì, a terra. Bisognava prenderla e uscire presto da quella stanza. Tirò fuori la bacchetta in noce, puntandola contro il catalizzatore,

    Accio bacchetta.

    La bacchetta del fuoco vibrò senza muoversi di mezzo centimetro, come se fosse munita di una protezione contro gli incantesimi. Digrignò i denti, era la bacchetta o la stanza? O forse una cosa come lo spirito del fuoco, quella cosa non gli era ancora chiara.

    Niente incantesimi anche in questo caso.

    Bellamy si lanciò, ben volenteroso di recuperare la bacchetta, Kyle invece iniziò a fare un discorso tanto bello quanto ipocrita, cose scontate e battute che sembravano uscite direttamente da un libro d'avventura. Alzò le sopracciglia, sarebbero usciti da quel luogo solo con la bacchetta in mano, quello era abbastanza ovvio. Si girò verso il compagno, allargando leggermente la mano e muovendola piano avanti e indietro. Calma Kyle, calma, respira e fly down.
    Incrociò gli occhi dello Spicer, per una volta il ragazzino aveva dimostrato di aver carattere e tra l'altro concordava sulle sue due ultime uscite.

    Lumos.

    L'unica cosa sensata che potevano fare era recuperare la bacchetta e illuminare un po' la stanza, tentando di non morire asfissiati dal fumo e dal calore. Vi era la scala e la bocchetta chiusa del camino.

    Magari con uno stupeficium...
     
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    Mi nascondo mostrandomi

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    Fu un attimo, un lampo, un baleno. La mano di Echo afferrò la sua e fu come prendere una passaporta diretta all'inferno. Sbatté il sedere a terra, tossendo per la fuliggine che le si era alzata intorno. Dove diavolo erano finiti?
    Era buio pesto, il pavimento era caldo, come se ci fosse stato sopra del fuoco acceso fino a qualche ora prima. Il fuoco.
    Fiamme ardenti divoravano ceppi enormi, sembrava quasi si muovessero, senza quasi, si stavano muovendo. Espandendo. Da terra arrivavao sbuffi roventi d'aria. Sentì una crepa aprirsi sotto la sua mano. Erano davvero all'inferno? Forse.
    Sollevò gli occhi verso l'unica fonte di luce che c'era, mentre gli altri parlavano della bacchetta, di stare uniti. Quant'era lontana quell'uscita, le sembrava d'essere finita in un pozzo.
    Te lo ricordi che ci chiedevamo sempre come sarebbe stato?
    Una voce familiare le riempì la testa. Niente più echi a dare coraggio, solo Didi.
    La bocca del camino si chiuse e loro rimasero al buio, la paura cominciò a muoversi sotto la pelle di Amabel. Potevano morirci lì dentro, non sarebbero stati né i primi né gli ultimi. Il fuoco intanto continuava a muoversi ad espandersi in quello stanzone buio. Le iridi nocciola di Amabel si inchiodarono ad esso.
    C'era chi diceva di stare uniti, chi di non muoversi per non perdersi. Bellamy stava indicando qualcosa. Forse la bacchetta, Amabel non si voltò.

    Ehm... Ragazzi, il fuoco. Si muove. Ragazzi!

    Cercò di attirare l'attenzione di qualcuno di loro mentre si rimetteva in piedi, ma tutti sembravano troppo intenti a dare ordini, incitamenti e a cercare quella maledetta bacchetta.

    Echo! Teddy! Aiutatemi, cerchiamo di non morire bruciati vivi mentre gli altri cercano quella bacchetta!
    Fate luce voialtri o come la trovate la bacchetta?


    Prese la bacchetta d'ebano alla cintola e la puntò contro il fuoco che continuava lentamente ad espandersi.

    Glacius!

    Disegnò un cerchio antiorario, cercando di evocare alla sua mente tutto ciò che di freddo le venisse in mente, la neve, le candele di ghiaccio che si formavano sulle grondaie d'inverno, l'acqua gelata del laghetto delle papere vicino al ranch dove era caduta da bambina. Poteva sentire ancora le lame del gelo sulla pelle, nonostante lì dentro fosse come stare in un vulcano pronto ad eruttare.

    Amabel attira l'attenzione di Echo e Teddy per farsi dare una mano.
    Lancia un incantesimo di giaccio contro le fiamme che si stanno spandendo nel camino.

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    Saggezza:13
    Capacità Magiche:14
    Manualità:14
    Riflessi:Agilità: 09 - Prontezza: 08
    Sensibilità:Intuito: 09 - Affinità: 10
    Carisma:13
     
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    Una sensazione come quella, Lily non l'aveva mai provata in vita sua.
    Quando la mano aveva toccato le fiamme e queste, invece di ferire, l'aveva abbracciata, solleticandola; quando uno ad uno i suoi compagni si erano uniti in quell'abbraccio -si toccavano appena, eppure non potevano essere più connessi-; e ancora, quando aveva udito le voci e non aveva avuto bisogno di domandarsi da dove arrivassero, perchè le sentiva già dentro di lei.
    Quel legame che aveva sentito forte in quegli attimi. Doveva essere quello che intendeva Amabel quando tempo addietro le aveva detto che Amestris poteva essere Casa. Ciò a cui Lily anelava, ma che continuava a sfuggirle.
    L'entusiasmo per aver finalmente raggiunto la bacchetta si tramutò in fretta da un incitamento a prelevarla rivolto a Frederick ad un gemito di dolore quando senza neanche capire cosa fosse successo, Lily si era ritrovata schiantata su un pavimento di pietra duro. Non era stata abbastanza pronta da attutire il colpo e qualcosa le diceva che il fianco e la spalla ne avrebbero risentito.
    La prima cosa di cui si rese conto, ancora prima del buio, ancora prima del fuoco, fu dell'incessante sensazione di calore, un caldo soffocante che le si strinse attorno alla gola.
    D'istinto aprì la bocca per respirare, per prendere più aria possibile perchè le sembrava di non riceverne abbastanza, ma si pentì subito di averlo fatto perchè quello che sentì fu solo un raschiare di aria rovente che le fece bruciare la gola.
    Tossì e quando da un punto poco distante da lei, da una crepa sul pavimento uscì all'improvviso uno sbuffo di calore, Lily si ritrasse di scatto, alzandosi in piedi alla svelta.
    Era spaventata, piuttosto inutile negarlo, e lottava contro una sensazione di panico che sentiva montare con insistenza sempre maggiore.
    Attorno a lei sentiva le voci dei suoi compagni e si costrinse a concentrarsi su di esse, ignorando il fatto di aver appena visto richiudersi la loro unica via di fuga.
    Fu il discorso di Kyle ad arginare completamente le sue paure, a ricordarle che lì giù non era da sola, ma aveva i suoi compagni su cui poter contare e lei doveva essere altrettanto d'auto per loro.
    Senza nemmeno accorgersene, si era avvicinata a Kyle e la mano, lei, gliel'aveva stretta. E non perchè credesse che, come era stato prima, unendosi avrebbero potuto risolvere la situazione, ma perchè quelle parole d'incoraggiamento aveva bisogno di toccarle, per mettere un sigillo sulla paura.
    L'avvertimento di Amabel sull'avvicinarsi del fuoco, poi, fu la stoccata finale. Avere qualcosa da fare, fisicamente, contribuì ad arginare ogni timore.
    Estrasse subito la bacchetta.
    A giudicare dal calore che quel fuoco emanava, non doveva essere più molto innocuo come in Sala Comune, quindi le parve ottima l'idea di Amabel di tentare di arginarlo.
    Dal canto suo, Lily seguì le indicazioni della compagna: una fonte di luce avrebbe potuto aiutare Bellamy a raggiungere la bacchetta e comunque sarebbe stata utile per capire qualcosa in più dell'ambiente che li circondava. Puntò quindi la bacchetta verso l'alto, prese un respiro profondo perchè aveva bisogno di trovarla prima di tutto dentro di sé quella luce che avrebbe voluto creare.
    Strinse di più la mano di Kyle, poi disegnò una N in aria. Un movimento lento, ma deciso

    Lumos Maxima

    Pronunciò la formula e si stupì di non sentire la propria voce tremare.

    Lily prima si impanica un po', poi tenta di lanciare Lumos Maxima per creare una fonte di luce.
    Capacità Magiche: 20
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    Bellamy corse per la stanza buia agevolato dalla forte luce evocata da Lily, mentre il resto dei compagni rimaneva unito e Amabel cercava di fermare le fiamme con un incantesimo di Ghiaccio.
    Aiutato dalla sua agilità e da un pizzico di fortuna, l'ex Caposcuola riuscì ad arrivare lì dove l'intuito aveva spinto il suo sguardo senza scontrarsi con gli schizzi di fuoco, poggiando gli occhi e le dita della mano destra su una bacchetta del tutto singolare: lunga, sinuosa, nera come l'ebano e incorniciata da pietre rosse, la bacchetta del Fuoco era finalmente giunta nelle mani dei suoi fedeli discepoli.
    Nell'istante in cui l'afferrò, inoltre, la bocca del camino si spalancò lasciando entrare nella stanza buia molta più luce: a quel punto non restava che salire le scale in fretta e furia, prima che le fiamme li avvolgessero totalmente e che l'aria divenisse ancora più pesante e difficile da respirare, ritrovandosi finalmente nella più nota Sala Comune.


    ]URL=?t=77640455&st=225#entry650098720]Dado[/URL]: siete riusciti a recuperare la bacchetta del Fuoco!
    E adesso correte verso l'uscita, forza forza!
     
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    I suoi compagni sembravano aver ascoltato ciò che aveva detto loro. Nessuno si era messo a correre insieme a lui, piuttosto avevano cercato di ingegnarsi su come sopravvivere all'interno di quel posto, riguardo cui Bellamy non si era ancora fatto troppe domande poichè troppo preso dall'adrenalina e dalla voglia di portare a termine la loro missione il prima possibile. Ci sarebbe stato il tempo per le riflessioni ed il ragazzo irlandese era convintissimo del fatto che non fosse proprio quello il momento adatto.
    Corse senza fermarsi mai, schivando di qua e di là sbuffi di fuoco che rischiarono di farlo rallentare. Ormai aveva preso il via ed inquadrato il suo obiettivo, come un carrarmato proseguì senza sosta fino a quando non raccolse da terra la speciale bacchetta magica. Gli sarebbe piaciuto soffermarsi ad osservarla, studiarla, perchè non gli era mai capitato di avere un oggetto così tanto potente tra le mani, eppure - di nuovo - sapeva benissimo che non c'era tempo da perdere e che dovevano prima di tutto mettersi in salvo.
    Le iridi color ghiaccio si spostarono nella direzione da cui improvvisamente vide comparire un fascio di luce sempre più intenso: doveva essere l'uscita, anche se diffidente com'era gli sembrava davvero strano che fosse bastato così poco per liberarsi.
    Tanto meglio però, ora dovevano fare in fretta e tornare in Sala Comune.

    L'ho presa, correte! Forza!

    Gridò a tutti i suoi compagni mentre ripercorreva al contrario la strada verso l'uscita stringendo con forza le dita della mano destra attorno alla bacchetta del Fuoco, il fiato ormai corto ed i muscoli delle gambe che iniziavano a fargli male per la fatica, raggiungendoli ed invitandoli con una certa veemenza a salire quelle scale.
    Non andò per primo ma lasciò istintivamente che fossero gli altri a farlo, rimanendo dietro di loro per assicurarsi che nessuno restasse in quel posto, dimenticato da tutti i suoi compagni. Era da tempo ormai che non gli capitava di fare qualcosa del genere nei confronti di qualcun altro, forse da quando c'era stato l'incendio nel dormitorio l'anno prima. Anche in quel caso si era messo al secondo posto pur di provare a salvare i suoi compagni, e lo faceva senza minimamente pensarci, senza esitare, in maniera del tutto istintiva. I suoi occhi finirono però per cercare più insistentemente le figure di Manon e di Kyle, ché per motivi diversi erano per forza loro quelli a cui teneva di più, in particolare la ragazza.
    Forse ce l'avevano fatta, forse era finita, forse avrebbero potuto riportare la bacchetta da Cunningham e compiere un passo in più verso la fine di quella dannata storia.
     
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    Il nero aveva cancellato il mondo intero.
    In qualunque direzione si girasse, ovunque posasse lo sguardo, non vedeva altro che il buio: una distesa immensa, senza fine, una vastità schiacciante di fuoco la circondava da ogni parte, opprimendole la mente, facendo vacillare la sua ragione.
    Com'era possibile? Come!?
    Girava e rigirava su sé stessa come una trottola impazzita, ancora incredula, con la paura che si infiltrava nei suoi pensieri come una malattia.
    Non riusciva più a connettere.
    Si rese vagamente conto di avere la bocca aperta per lo stupore, in un atteggiamento da povera scema, e la richiuse con violenza.
    Il suono secco che seguì fu assai simile ad un colpo di pistola in quel silenzio di tomba. Alzò gli occhi in alto, in una preghiera muta e disperata, ma ciò che vide fu buio, tenebre e altro buio, non che le fu di alcun conforto. Il calore lì dentro era una palla di fuoco insopportabile, che la costringeva ad abbassare subito lo sguardo, prima di ridursi gli occhi a due tizzoni ardenti.
    Sudava, e non solo per il caldo torrido: non riuscivo più a formulare pensieri coerenti, si sentiva un animale in gabbia. E che la gabbia fosse tanto grande da parere infinita non migliorava affatto le cose.
    Ancora incredula osservava i compagni, Amabel, Lily, Darren, Kyle, Spencer, tutti intenti ad aiutare un Bellamy e a sopravvivere.
    La bacchetta, le fiamme, la connessione.
    Questo, era più o meno, ciò che riusciva a ricordare di quegli attimi concitati. Era tutto troppo insensato per accettarlo come reale, voleva convincermi di stare sognando, o di essere vittima di un'allucinazione. Stavo per darsi il classico pizzicotto, quando invece si chinò e mise la mano su una delle crepe dalla quale fuoriusciva del vapore.
    Si, era una crepa che si apriva, spezzando in due il pavimento. Osservava il fenomeno senza provare particolare stupore, il fuoco non la sbalordiva per niente.

    Echo!Teddy! Aiutatemi, cerchiamo di non morire bruciati vivi mentre gli altri cercano quella bacchetta!

    Bruciati vivi…

    Dopo qualche istante si aprì un'altra lesione, non molto lontana, e poi un'altra e un'altra ancora: nel giro di pochi secondi le crepe si moltiplicarono.
    Si aprivano simili a ferite nell'ambiente sempre più irreale, che ricordava ormai una finzione di cartone, prossima a collassare su sé stessa. Si sentiva come se si trovasse nella "tomba del mondo".

    L'ho presa, correte! Forza!

    E se ne stava lì, sul bordo, con le mani tremanti e il labbro torturato per i troppi morsi nervosi. Si vedeva che aveva paura, tantissima paura.

    Basta fare due passi, no?

    Paralizzata da 5 minuti, ferma immobile, come se il mondo potesse sgretolarsi sotto un suo passo.
    Aveva il terrore, ma non voleva nessuno.
     
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    Bellamy aveva raggiunto la bacchetta, mentre gli altri suoi compagni avevano provato in qualche modo a rendersi utili, anche se Kyle sapeva che l’amico non avrebbe fallito.
    Solo Lily prese la sua mano, un gesto istintivo che lo riempì di serenità, trasmettendogli la forza e la tranquillità per affrontare tutto ciò che si sarebbe riversato su di loro.
    Si fermò un istante a guardarla, sorridendole e stringendo con più vigore la sua mano, mentre Bellamy iniziò ad indicargli al via, guidandoli e spronandoli verso l’uscita, per fuggire da quella strana stanza segreta dove erano precipitati tutti insieme.

    Coraggio!

    Disse quasi a bassa voce a Lily, mentre il suo sguardo cercò tutti i suoi compagni, da quello a lui meno legato come fino a chi considerava un amico vero, tutti loro erano li per lo stesso motivo, per la prima volta dopo tanti mesi.
    Forse Darren non lo riteneva importante, forse Spicer non lo reputava un amico e nemmeno un compagno vero, ma per Kyle questo era poco importante, le parole di Mintaka avevano risvegliato in lui uno spirito dormiente ed ora sentiva di dover cambiare, o almeno spingere quella sua parte nascosta a brillare, per crescere e mostrare al mondo chi era il vero Kyle Crane.

    VERSO l’USCITA!

    Questa volta il suo urlo fu rivolto a tutto il gruppo, poco importava se non lo avessero ascoltato, poichè ciò che a lui interessava era fungere da faro in quella oscurità interrotta solo dall’incantesimo di Lily, per aiutare Bellamy che come sempre cercava di mettersi al servizio del gruppo, voltandosi verso di lui e facendogli cenno di seguirli, mentre anche lui iniziò a correre verso l’uscita, tirando per mano Lily e con alcuna intenzione di mollare la presa.
    Avevano la bacchetta, non gli restava altro che fuggire da li e tornare nella sala comune, dove forse avrebbero capito quale ennesimo passo avrebbero dovuto fare per risolvere quella terribile situazione.
    Se Kyle in cuor suo non aveva mai veramente abbandonato l’idea di poter “guarire” ora sentiva che la possibilità era reale, tangibile e forse un poco più vicina, spingendolo a tirar fuori tutte le risorse in suo possesso, stringendo i denti ed ignoranti il dolore alla mano e la paura di non farcela.

    RAGAZZI MUOVIAMOCI!!

    Non era necessario ricordarlo loro, ma forse quelle urla di incitamento erano più per se stesso, per spronare quel suo cuore malandato a spingersi oltre i limiti, mentre i suoi occhi ora erano fissi verso l’uscita, stringendo la mano di Lily.
     
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    Skye sentì nel suo corpo una forza che non aveva mai provato, una forza mista di potenza e sostegno. Si voltò verso Frederick attendendo che prendesse la bacchetta, per qualche secondo il ragazzo la tenne tra le mani, Skye non fece in tempo ad alzare un pugno in segno di vittoria che subito fu trasportata dentro il camino con tutti gli altri, si ritrovò sul pavimento e si guardò intorno, per un attimo pensò di trovarsi al inferno. Non fece neanche in tempo a realizzare dove fossero che uno sbuffo di calore non la colpì per un soffio. Sentì bellamy urlare di aver individuata la bacchetta e subito dopo lo vide gettarsi all'inseguimento; già la bacchetta, era stata così occupata pensare dove fossero che si era completamente scordata della bacchetta. Amabel chiese ad altri compagni di aiutarla a tenere indietro le fiamme e di far luce, gli aiuti non si fecero attendere e prima che Skye si mosse sentì la voce di Bellamy di correre verso l'uscita, la ragazza vide la bacchetta in mano all' ex-caposcuola ma nel contempo vide le fiamme avvicinarsi sempre di più. Sentì una fitta al cuore, non era stata di aiuto in alcun modo e adesso la sola cosa che doveva fare era quella di correre verso l'uscita, si mosse verso di essa con l'amarezza in bocca. Tutti gli altri si mossero nel suo stesso momento, tutti tranne una: Echo, sembrava paralizzata dalla paura, Skye non ci pensò due volte a tornare indietro e con un pò di difficoltà nel evitare i gas che fuoriuscivano dalle crepe raggiunse la ragazza. Le mise una mano sulla spalla cercando di tranquillizzarla e di spronarla a muoversi nello stesso tempo.

    Coraggio Echo. Non è proprio adesso il momento di fermarsi, dobbiamo andare verso l'uscita.

    Vedendo che la ragazza non si mosse e che le fiamme si avvicinavano sempre di più a loro provò un senso di impazienza che però cercò di tenere a bada.

    Senti, sò che hai paura di questo posto, io stessa ne ho. Ma è proprio per questo motivo che ci dobbiamo affrettare a raggiungere l'uscita.
    Insieme ce la faremo, siamo fuoco no? Qualunque sia la difficoltà noi la supereremo insieme.
    Allora ci muoviamo? Sta iniziando a fare un pò di caldo.


    Disse quel ultima frase con un sorriso sul volto, di sicuro non voleva morire ma neanche di lasciare una sua compagna a morire. Prese per mano la compagna guidandola verso l'uscita facendo attenzione alle crepe nel pavimento.

    Skye va da Echo e cerca di tranquillizarla
     
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    La sfera di luce che aveva preso forma dalla punta della sua bacchetta si era lentamente staccata e come una lanterna volante era lentamente salita verso l'alto, ad illuminare una buona porzione della stanza in cui erano precipitati.
    Con la mano ancora stretta in quella di Kyle, Lily riuscì finalmente a guardarsi attorno e, fiduciosa del fatto che Amabel e gli altri stessero perfettamente riuscendo nell'intento di tenere a bada il fuoco, la figura che cercò fu quella di Bellamy .
    Lo trovò a zigzagare tra le crepe del pavimento, agile come solo un giocatore di Quidditch sapeva essere. In un contesto differente, Lily sarebbe rimasta incantata a guardarlo.
    Il modo sinuoso in cui schivava gli sbuffi di calore, destra, sinistra e poi eccolo, che riemergeva dal fumo come un miraggio. Sembrava riuscisse ad anticipare le mosse delle fiamme, come se queste avessero avuto una testa e lui fosse riuscito a leggervi dentro. Uno spettacolo che si sarebbe goduta a bocca aperta, in un momento diverso, ma non adesso. Adesso riusciva solo a guardarlo con il cuore che fremeva di adrenalina e quando finalmente raggiunse la bacchetta e lo sentì gridare di averla presa, Lily esultò con lui, stringendo la mano di Kyle talmente forte che se avesse avuto una prestanza fisica diversa avrebbe potuto persino fratturargliela.
    Oltre ad un grido di entusiasmo non ebbe modo di dire molto altro perchè venne letteralmente trascinata da Kyle verso le scale.
    L'improvvisa riapertura della bocca del camino aveva immediatamente attirato la sua attenzione e correndo insieme al ragazzo, fece scorrere lo sguardo sui compagni

    Andiamo, avanti! Amabel, lascia stare le fiamme adesso! Darren, sulle scale! Frederick, Skye... Echo!

    Richiamò l'attenzione di tutti, mossa da un'entusiasmo incontrollabile, ma con una nota d'improvviso allarme nel pronunciare il nome della rossa.
    Nel correre l'aveva notata immobile a fissare il pavimento.

    Echo! Dannazione muoviti!!

    Gridò concitata verso la ragazza, e avrebbe voluto fermarsi, correre dall'amica e prenderla persino in braccio se fosse stato necessario, provò a liberare la mano dalla presa di Kyle, ma era troppo salda e la ragazza non potè fare altro che assecondare la corsa di lui.
    L'improvviso terrore che se Bellamy fosse uscito da quella stanza con la bacchetta, l'ingresso si sarebbe sigillato lasciando indietro chiunque non fosse riuscito ancora ad uscire le strinse lo stomaco e fu sul punto di dire a Kyle di fermarsi, che dovevano recuperare Echo, che non potevano lasciarla lì, e invece si guardò indietro, determinata a strattonare via la mano da quella di Kyle e correre verso di lei, ma vide Skye che con la dolcezza che la contraddistingueva aveva preso la rossa per mano e la stava guidando verso le scale, quindi leggermente più sollevata, ma continuando comunque a guardarsi spesso indietro, continuò a correre fino a raggiungere l'uscita.
     
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    Guardava il fuoco, tutti i suoi compagni si unirono a quella sorta di ritrovo. Sentiva un’adrenalina incredibile in corpo, qualcosa di inarrestabile e potentissimo. Il fuoco si avvicinò sempre più a loro, forse era il contrario, non lo sapeva. Ad un tratto chiuse gli occhi, un po’ per la paura di bruciarsi, un po’ per il timore dell’ignoto, appena li riaprì si ritrovò avvolto dal buio, semplice ma allo stesso tempo fastidiosissimo buio, sembravano essere in un vulcano pronto all’eruzione, faceva caldo e stava sudando. Pochi minuti e le forti personalità iniziavano ad uscire , quella di Bellamy che da vero leader iniziò a correre verso un oggetto, anche l’inglese l’aveva visto ma non aveva fatto nulla, che brutte figure che stava facendo, era tutta la prova che non riusciva a immergersi, non riusciva a cacciare le palle, forse per paura di sbagliare, forse perchè non era così coraggioso come gli altri. Onorevoli furono anche le persone che provarono a riscaldare l’ambiente con degli incantesimi, stava per cacciare la bacchetta allo scoperto quando una sagoma iniziò a correre indietro, era Bellamy che aveva raggiunto il suo obbiettivo, come sempre l’irlandese si era dimostrato molto coraggioso, un vero Fuoco. Ad un tratto, quando si stavano avviando verso l’uscita, Echo si fermò, rimase immobile in un punto come se mangiata dalle sabbie mobili, che le stava succedendo? Cosa teneva dentro la testa che la tormentava? Tante domande ma nessuna risposta. Doveva andare ad aiutarla, aveva una possibilità enorme, avrebbe sia contribuito che guadagnato punti contro DeWitt il tempesta. Iniziò a correre verso la rossa, cercare di darle una mano era il suo obbiettivo primario, non poteva sbagliare. Ad un certo punto, quando si trovava a pochi metri dall’Archard i suoi chi finirono su Skye, lei, che da subito era diventata amica del ragazzo, l’aveva tradito e messo all’angolo.

    Mannaggia a Merlino, ma perché, perché, dai che ti scotti

    Alla fine proprio Skye si mise in mostra aiutando la rossa, lui rimase immobile, le due gli passarono anche di fronte. Aveva appena subito un’ingiustizia, davvero clamoroso. Troppo lento? Probabile.
    Non si perse d’animo, le due stavano andando eccessivamente con calma e mai avrebbero fatto in tempo, non era da escludere che quella stanza che era stata chiusa per anni non si potesse richiudere, si avvicinò alle due, Echo ancora molto scossa mentre Skye sembrava poter correre.

    Ci penso io qui, tu corri!-Disse prendendo la rossa in spalla, non gli interessava se alla ragazza non andava bene, lì si stava combattendo contro il tempo e rischiare non era nei piani.

    Stai tranquilla, presto saremo tutti salvi ed al sicuro!

    Disse.Lily si girò spesso verso di loro, Simone le fece un cenno con la mano per farle capire che era tutto apposto. Iniziò a correre, correva veloce, era adrenalina e voglia di salvare la rossa, dopo poco si ritrovò quasi vicino a tutto il gruppo e, a chiudere la fila il solito Bellamy, ce la stavano facendo, mancava poco.

    skye barnes Non te la prendere, sono stato ironico TUTTO il post. (Skye mi ha dato il permesso di muoverla)
    Spero di non aver sbagliato nulla
     
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    Mi nascondo mostrandomi

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    La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce.
    E luce fu. Lily aveva ascoltato il suo "consiglio" e il camino s'era illuminato a giorno. Le fiamme davanti a lei avevano smesso di correre, intente a divorare quel ghiaccio che cercava di domarle e poi arrivò la voce di Bellamy. Aveva preso la bacchetta.
    Poteva dirsi felicità quella che provò per un istante? Forse, sicuramente era sollievo.
    La botola della bocca del camino si aprì di scatto, facendo filtrare di nuovo la luce all'interno del camino. I ragazzi cominciarono ad urlare di muoversi, d'uscire da lì.
    Sferzò l'aria con la bacchetta interrompendo l'incantesimo che stava eseguendo sul fuoco. Si voltò verso gli altri. C'era già chi s'era fiondato su per le scale.
    Echo veniva soccorsa da Simone e da Skye. Amabel non capì cosa le era successo. Forse aveva battuto la testa quando erano atterrati lì, non avrebbe saputo dirlo.
    Dov'era Teddy? Lo cercò con lo sguardo e lo trovò già su per le scale che stava correndo verso l'uscita.
    Doveva andare. Si mise a correre verso le scale, incontrando la schiena di Darren all'inizio delle scale. Se la prendeva comoda il principe

    Dai Till muoviti quel culo!

    Lo spintonò su per le scale cercando di farlo correre. Forse avrebbe dovuto lasciarlo lì o scagliarlo in mezzo alle fiamme. Ma non ne avrebbe avuto il cuore.
    A metà del percorso si voltò per un attimo indietro a guardare quell'imensa stanza che era la bocca del camino della loro sala comune. Le faceva così tremendamente paura. Quel fuoco avrebbe potuto divorarli vivi e quell'oscurità inghiottirli per sempre. Erano soli, chi sarebbe venuto ad aiutarli se non fossero stati in grado di uscirne?
    Se non avessero collaborato, forse, sarebbero morti tutti o, nella migliore delle ipotesi, ne sarebbero usciti gravemente feriti.
    Qual'era la lezione che dovevano tutti imparare da quella cosa? Che l'unione fa la forza?
    Ma si potevano dire davvero uniti quei fuoco che tanto avevano faticato per trovare una connessione?
    Senza Fred forse sarebbero ancora lì a tentare di entrare nel camino. Senza Lily forse sarebbero ancora lì al buio. Senza Bellamy non sarebbero mai usciti di lì.
    Guizzi di genio dei singoli che avevano aiutato tutto il gruppo. Forse era stato il tempismo ad aiutarli, più che l'unione.
    Una volta usciti di lì, forse, tutto sarebbe tornato come era stato per tutto l'anno. I rancori e le antipatie non sparivano così nel nulla.

    CORRI!

    La voce di Astrid le rimbombò nella testa. Si rimise a correre, salendo gli ultimi gradini a due a due e fiondandosi fuori dalla botola del camino.
    Erano salvi. Forse.
     
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    L'aspetto di quel luogo era inusuale, ci era arrivato perfino Clemens, perché non avendo le sembianze di un cammino della metropolvere, seguendo l'analogia fatta da lui stesso nell'attimo precedente, tutto sarebbe stato imprevedibile lì dentro. L'ambiente era a dir poco ostico, con un'aria rarefatta e soffocante, nonché quanto ci si aspetterebbe in un post così chiuso. Il tempo era poco, giacché il focolare in lontananza cresceva sempre di più e le distanza si accorciavano istante dopo istante. Per loro fortuna, l'ex-caposcuola fu agile abbastanza da recuperare subito la bacchetta senza troppi impicci, nel mentre il pagliaccetto si munì dell'ironia per affrontare con leggerezza quella pericolosa situazione: era l'unico metodo da lui adottato, altrimenti la pressione sarebbe stata fin troppa per rimanere lucido.

    Guardate, i fuochi d'artificio!

    Esclamò, indicando una crepa da cui fuoriuscì un buffo infuocato. Evidentemente ci aveva visto male, tuttavia non era poi così sbagliato sperare che quelle trappole sismiche fossero nient'altro che un giocattolo, per quanto denoti un certo smarrimento.

    Ah no... era più un fuoco che un artificio.

    Cosa aveva appena detto lo poteva sapere solo lui, in ogni caso per sua fortuna - e per fortuna di tutti, dato che un pagliaccio da quattro spicci non avrebbe di certo fatto la differenza - la bacchetta venne assicurata da Bellamy. Il fuocherello, per un attimo, non si accorse del resto dei compagni, trovando interesse nell'osservare la vampata che, poco a poco, si avvicinava sempre di più.

    Gasp.

    Quale onomatopea migliore per sintetizzare il suo stato d'animo, per quanto lo stupore fosse presto sostituito dall'adrenalina generata per via del pericolo che stava correndo. Irrigidì i muscoli, si voltò e iniziò a salire le scale con il resto dei suoi compagni, seppur appena indietro. Avrebbe saltellato, in modo piuttosto buffo, nel divertente tentativo di saltare due scalini con un solo passo, si divertiva sempre a farlo da quand'era bambino. Se prima si erano sentiti accolti dal candore di una fiamma rinvigorente, presto fu la luce dell'uscita ad invitarli verso quella direzione, d'altronde sembrava l'unica via per ritornare in sala comune e, soprattutto, per tornare a udire la voce saggia e rassicurante di Donna. Non ci aveva ancora prestato attenzione più di tanto, ma qualora fosse tornato sano e salvo di fronte al camino avrebbe voluto posare i suoi occhi sulla bacchetta del fuoco, quella simpatica bacchetta per cui avevano appena rischiato di ustionarsi.
     
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    Dopo aver conquistato le tre bacchette, i ragazzi tornarono nelle loro Sale Comuni nel giro di pochi minuti.
    Gli studenti del Fuoco, una volta vista e percorsa la scala, riuscirono a sfuggire dalla bocca del camino ritrovandosi in quel luogo caldo e accogliente che avevano imparato a conoscere fin dal loro primo anno. Ma sarebbe bastato lanciare un'occhiata al camino per notare una differenza sostanziale rispetto a prima: il fuoco al suo interno era sparito, animato com'era dalla bacchetta che adesso non vi giaceva più.
    Da quel momento in poi avrebbe ricoperto il compito di un normale camino e tutti gli studenti, anche coloro che non avevano partecipato alla ricerca, sarebbero stati consapevoli del perché.

    Gli studenti del Ghiaccio, afferrato o sfiorato almeno uno dei calici vibranti, si ritrovarono nuovamente in Sala Comune: per giorni sarebbero rimasti col dubbio che ciò che avessero vissuto nella landa desolata fosse stata un'illusione; altri, invece, avrebbero sostenuto che si fossero trasferiti davvero in qualche posto da cui poi avrebbero fatto ritorno tramite delle passaporte, gli stessi calici da cui avevano bevuto.
    Al loro rientro, proprio i calici erano tornati al loro posto e nessuna luce blu proveniva più da loro interno.
    Nei giorni successivi sarebbe circolata un’ipotesi al quanto strampalata - ma non meno realistica - sul significato delle parole sotto i calici, o meglio di quelle che gli studenti avevano definito “fuori posto”: non modo Glacies Glacies et.
    Non solo il Ghiaccio e Ghiaccio.
    Non solo il Ghiaccio è - cattiva traduzione - Ghiaccio.

    Il Ghiaccio non è solo Ghiaccio.

    Il motto che per anni aveva vibrato sulle labbra di tutti gli studenti di quella Casa, altro non sarebbe stato che un refuso, un modo erroneo di interpretare una frase ben più complessa e significativa nascosta sotto dodici calici impolverati, spostati in precedenza e rimessi al posto in maniera casuale, sì, ma in modo tale da far supporre che sotto quegli stessi si nascondesse apparentemente una frase a sé stante.

    Per un po', anche gli studenti della Tempesta avrebbero continuato ad avvertire l'eco impetuoso dei fulmini di quel paesaggio. Si sarebbero aggirati per la sala comune, gettando occhiate dubbiose a quei quadri che, sebbene infine li avessero guidati dietro generoso compenso, per anni avevano taciuto il proprio sapere, nascondendo una verità che avrebbe potuto risultare determinante. Avevano portato a termine quella bizzarra missione celando nel petto una nuova speranza, ma nessuno di loro aveva una chiara idea di cosa sarebbe successo da quel momento in poi. Eppure, un dettaglio prezioso non sarebbe sfuggito, un cambiamento che s'era manifestato negli stessi quadri da cui avevano fatto ritorno: quella pioggia torrenziale aveva smesso d'infuriare. Come se l'effetto degli incantesimi avesse sortito uno stravolgimento permanente, il cielo irradiato da lampi dorati aveva lasciato spazio ad un tinta plumbea, ma non si trattava affatto dell’effetto della sorprendente destrezza dei protagonisti dei quadri. La cessazione della magia della bacchetta al loro interno aveva irreversibilmente alterato l’atmosfera di quei paesaggi, il ché, da quel momento in poi, avrebbe spinto gli studenti a sottoporsi alle prove dei quadri ogni qual volta intendessero accedere alla sala comune, replicando, seppur in maniera meno celebrativa, quanto avesse avuto luogo quella sera.
    Tutto il resto, invece, pareva fedele a com'era sempre stato: non si avvertivano più echi che incitassero all'intraprendenza, le notizie viaggiavano veloci e con quell'imprecisione che le contraddistingueva, mentre gli studenti si mostravano irrequieti ed impazienti di avere risposte.

    Non passò molto tempo prima che i Responsabili facessero ritorno alle rispettive Sale Comuni, colmi di nuove consapevolezze date dai ricordi di Gaius Harmony.
    Il Ministero venne avvertito subito dopo, prendendo in custodia le bacchette e i ricordi di Harmony seduta stante, perquisendo il luogo occulto dietro l’ufficio del Preside in cui erano stati rinvenuti.
    Pochi giorni dopo, iniziarono ad utilizzarle su ognuno dei 22 piagati nella speranza di guarirli tramite l’uso di catalizzatori dal potere, si sperava, formidabile. Avrebbero fatto riferimento ai metodi già utilizzati dagli Esperti con esito positivo anche solo in maniera parziale. Il risultato, tuttavia, non fu quello sperato: ognuno dei 22 parve ricevere un miglioramento dalla propria condizione, ma nulla in confronto ad una vera e propria guarigione.
    Questo fallimento, più il contenuto dei ricordi di Harmony, aveva reso evidente una nuova consapevolezza: le bacchette non potevano funzionare in mano a chiunque.
    Cercavano un degno padrone.

    Nel mentre, gli Esperti volontari si stavano preparando all’ennesima chiamata da parte del Ministero per entrare finalmente nelle Segrete e svelare una volta per tutte i misteri che si celavano dietro la porta.



    Grazie a tutti per la partecipazione!
    - ON siete a conoscenza di tutto ciò che è narrato nel post, per esperienza diretta o voci di corridoio.
    - Tutti i piagati hanno ricevuto un miglioramento a seguito del tentativo da parte del Ministero di guarirli con le bacchette speciali.
    Ognuno di voi può asserire di esser stato sottoposto alla magia della bacchetta della propria casata, con gli esiti sopra descritti.
    Off, ricevete i seguenti miglioramenti:

    Bellamy Octavian Murray
    -da mano inerme costantemente a 1 ogni 5 funziona la mano
    -recupera 30% PA persi = CM 28 -> 31 ; Manualità 18 -> 20; Carisma 17.5 -> 22.5

    Kyle Crane
    -1 ogni 8 post mostri
    -recupera 30% PA persi = Saggezza 10 -> 11; intuito 9 -> // ; carisma 11 -> 12

    Michelle Montilyet
    -balbettio da 1 ogni 5 a 1 ogni 6 post
    -30% PA persi = Saggezza 12 -> 15 ; Carisma 15 -> 17

    PUNTI
    Kyle: 1 Carisma + 6 pe
    Simone F.: 1 Carisma + 2
    Bellamy: 1Carisma + 4 pe
    Echo: 1 Carisma
    Lily: 1 Carisma + 6 pe
    Skye: 1 Carisma
    Manon: 4 pe
    Darren: 8 pe
    Amabel: 12 pe
    Teddy: 6 pe
    Frederick: 1 Carisma
    Clemens: 6 pe


    Chiuso



    Edited by Il Tessitore - 28/5/2021, 20:26
     
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73 replies since 22/4/2021, 19:57   2937 views
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