Avventura della Tempesta - 2031/32

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    Era strano.
    Tutto in quella stanza aveva un qualcosa di strano, se ci si fermava ad osservare meglio.
    Nonostante Cal non dubitasse delle doti da condottiero di Nephyna, il fantasma non stava di certo aiutando molto i ragazzi, lasciandoli completamente allo sbando.
    Dopo minuti interi di ricerca, non fu difficile notare che i ragazzi perdere pian piano le speranze. La bacchetta sembrava essere così vicina ma allo stesso tempo, nessuno si stava degnando di aiutarli a risolvere il mistero, nessuno... tranne un quadro.
    Sembrava assurdo a pensarci bene, se Cal avesse dovuto raccontare quella faccenda ai suoi fratelli, lo avrebbero di certo rinchiuso in qualche manicomio statale a mangiare gelatine alla frutta e brodaglia scadente.
    Sir Matthew Priest, in un silenzio privo di conforto, si fece sentire schiarendosi la voce.
    Bee , di fianco a lui, subito scattò ad interrogare il quadro e Cal gli fece manforte.

    Già Matt... dicci quello che sai!

    Ormai le attenzioni erano rivolte tutte a lui, a quel dipinto ad olio che aveva osato tagliare quella fitta coltre di noia ed esasperazione cui erano riversi i giovani della tempesta.
    Qualcuno aveva suggerito di chiedere ai quadri prima, ed in effetti non era di certo una cattiva idea! Se qualcuno era entrato nella sala comune, loro avrebbero di sicuro saputo indicare cosa stavano facendo.
    Quindi, senza pensarci troppo, chiuso nel suo kimono di seta rossa con i lama, DeWitt si girò verso le pareti che scrutavano gli studenti, chiusi in un silenzio oltremodo insolito.
    Inoltre, la teoria dei due quadri all'ingresso risultava ancora valida, agli occhi di Cal, ma interagire con loro non sarebbe stato facile... non erano di certo delle persone con cui parlare del più e del meno... ma era anche vero che i quadri potevano comunicare tra di loro, le persone nelle tele potevano spostarsi e magari chissà, entrare dentro ad uno dei due quadri.

    Sentite... Cal alzò la voce, rivolgendosi direttamente ai quadri Per caso qualcuno sa qualcosa o è disposto ad aiutarci con i quadri all'ingresso? So che lì il tempo è terribile... ma forse c'è nascosto qualcosa là dentro... non è che potreste farci un salto per dare un'occhiata?
     
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    Benché Nephyna Ichbad non vestisse propriamente le vesti di un eroe benevolo e una delle sue storie avesse portato più chaos che relax, Hesper Fawley non poteva negare che da qualche parte dentro di lei, nascosta sotto strati e strati di personalità, orgoglio e curiosità verso qualsiasi altra storia riguardante il mondo dei pirati, provasse tanto piacere nell'immaginare quell'ultima come una di quelle che si potevano leggere nei romanzi.
    Un uomo innamorato, il mare, una donna e la sua bacchetta. Merlino solo sapeva quanto l'eccitazione aveva preso della prefetta, che subito aveva cercato di mettere in moto la testa per partorire idee di ogni genere al solo scopo di trovare quel "tesoro". Là dentro infatti, nella sua testa, non si trovavano dentro la sala comune perché quella era stata sostituita da un vascello, anzi più precisamente l'Olandese Volante, che solcava i mari in eterno senza una meta precisa e loro, tutti loro, avevano scacciato il pigiama per sostituirlo con vesti piratesche. La meta che nessuno era in grado di precisare era ovviamente la bacchetta ma quanti mari avrebbero dovuto solcare per raggiungerla?

    Cor Tonat, Noto Fulgurat

    L'istinto parlava chiaro quando sussurrava che quella frase poteva essere la chiave per aprire il forziere, ma senza una mappa, una rotta, come sarebbero riusciti a raggiungerlo? Tutti si mossero, Capitan Kühn andò a prua dove la polena aveva dato colpi di tosse nel tentativo di attirare l'attenzione di tutti, Capitan Allen lo aveva seguito ma poco dopo il suono dei suoi passi si era diretto verso l'ingresso della stanza del tesoro ove ogni oggetto splendente o apparentemente di valore veniva lasciato affinché tutto, con il tempo, avrebbe assunto la forma di un vero tesoro. Che qualcuno vi avesse nascosto la mappa? Infine giunse anche la voce di Capitan DeWitt che non si rivolse solo alla stessa polena di Kühn, anche a tutte quelle di altre navi che una ad una bucarono il sottile strato di nebbia che li circondava, che fossero tutte li per aiutarli?
    Capitan Fawley invece non s'era ancora mosso, tutti insieme avevano aperto una moltitudine di rotte ma quale poteva essere la più giusta da percorrere?

    Una formula? Una Parola d'ordine?

    Lo sguardo non poté non ricadere su chi si era ritrovato colpito da quella maledizione fuoriuscita dagli abissi più neri, alcuni seduti perché impossibilitati a prendere parte alla ricerca, altri che, proprio come Allen, si sforzavano per tener testa a qualsiasi cosa provassero mossi molto probabilmente da quella minuscola speranza che la scoperta dell'esistenza di quella bacchetta aveva insinuato nei cuori di ciascuno. Anche se i tentavi fallimentari dovessero essere stati più di quelli giusti nessuno si doveva arrendere e anche la più banale delle intuizioni doveva essere provata.

    Cor Tonat, Noto Fulgurat.

    Aveva quasi corso per raggiungere Coral davanti all'igresso della sala del tesoro, in tempo per vederla tentare il Revelio laddove vi potesse essere qualcosa di celato agli occhi di tutti. Qualsiasi cosa fosse accaduta, qualsiasi effetto avesse provocato quel tentativo, dalle labbra di Hesper - ferma e con la bacchetta puntata verso lo stesso obbiettivo della compagna- sarebbe uscita la frase misteriosa che tempo addietro aveva fatto la propria comparsa al di sopra delle teste di tutti i capitani in quella notte particolarmente tempestosa.
     
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    S'era creato un discreto affollamento attorno al ritratto dell'astronomo che, compiaciuto per quell'improvvisa ondata di attenzione riservatagli, aveva gonfiato il petto e, stringendo gelosamente il globo di bronzo fra le dita, si era lanciato in una serie di elucubrazioni che avevano ben poco a che fare con le risposte che bramavano gli studenti. Neppure la ferma determinazione dell'ex caposcuola, Coral Allen* , l'avrebbe distolto dalla rivendicazione dei suoi quindici minuti di celebrità. Ciò che i figli della tempesta non sapevano era che Matthew Priest non costituisse affatto un personaggio di rilievo in quella circostanza e che, concedendogli quell'infervorata attenzione, non erano affatto vicini alla risoluzione dell'enigma, stavano solo contribuendo a fomentare il suo ego. Se il fiasco dell'incantesimo della studentessa più grande non fosse bastato, sarebbe spettato agli altri quadri di illuminarli su quell'abbaglio, ma l'avrebbero fatto a modo loro.


    2dj9zSPCome se quello svitato stellare ne sapesse più di noialtri!




    dHQxT9FNemmeno se chiedesse l'aiuto degli altri potrebbe appagare da solo le vostre richieste!




    Nel frattempo, uno degli studenti, forse preda di un'illuminazione improvvisa, era tornato a rivolgere la propria attenzione ai due quadri all'ingresso della sala comune. Il fatto che raffigurassero proprio una tempesta non poteva essere una coincidenza e questo non gli era sfuggito, ma come fare ad individuarne il nesso con la bacchetta del ricordo di Nephyna? Il biondo non ebbe bisogno di arrovellarsi troppo sulla soluzione, ché subito si precipitò dagli altri ritratti, nella speranza di ritrovare in loro una guida utile. Ma loro l'avrebbero accolta subito la sua richiesta?
    Furono due voci in particolare a sollevarsi, una apparteneva al quadro di Sir Douglas Waterloo, emerito scienziato dell'epoca delle grandi rivoluzioni d'Europa e l'altra era di un filosofo italiano di qualche decennio successivo, Serafino Montecassino, noto per la sua spiccata meteoropatia.


    dHQxT9F
    Din din din, finalmente han compreso che il vecchio strampalato non è nessuno di speciale! Osava pure gongolare di queste immotivate attenzioni!


    Gkz7IOUMi dispiace, ragazzo. Questo clima equatoriale non è affatto di mio gradimento.






    dHQxT9FOrbene, potresti sempre farlo tacere o forse non rammenti la formula?





    Gkz7IOULa rammento eccome e potrebbe essere più utile dei tuoi sproloqui, ma i miei servigi non sono libere concessioni, van guadagnati. Se tutti adottassero le maniere di questa signorinella qui*, temo che, da agognati privilegi, diverrebbero sogni infranti.





    dHQxT9FIl tuo aiuto non sarebbe più prezioso del mio, vecchio borioso!






    2dj9zSPDel nostro, vorrai forse dire!






    Le manie di protagonismo di quei quadri li avrebbero portati a discutere per ore intere, ignorando tutto il resto, se solo gli studenti non si fossero decisi a sottrarli dalle loro superflue questioni e a convincerli a divenire un aiuto concreto. Per quel branco di testardi sarebbe servito un abile oratore!



    Scadenza: 7 incluso
    I quadri intervengono parlando fra di loro, ma nel farlo vi elargiscono preziosi indizi. Leggete bene fra le righe e tutto vi sarà più chiaro.
    Sappiate inoltre che servirà un'intensa opera di convincimento per spingerli a divenire un aiuto concreto rispetto a quanto avviene entro la cornice dei due quadri all’ingresso della Sala Comune.
     
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    Ehssì, quel piccolo mappamondo non nascondeva proprio un bel cazz- di niente!
    Tornò con gli occhioni verdi su quel maledetto astronomo con uno sguardo da detective misto a supereroe misto a pischello troppo cresciuto. Tese le orecchie verso Coral facendo una buffa espressione di sorpresa quando le sentì dire quelle sue parole non proprio gentili verso l'uomo dipinto nel quadro.

    Parli, Signore, o le giuro che taglierò la sua tela.



    Yooo, what the fu-! Chiiiill girl!

    Ancora un poco sorpreso alzò le mani arretrando di qualche passo lasciando che l'ormai da lui denominata Wonder Coral facesse quel che volesse con la tela di quell'astronomo. In cuor suo le sarebbe mancata, in quel momento Bee pensò a quanto fosse un peccato che militasse nel settimo anno, probabilmente non l'avrebbe più rivista nella scuola se non in circostanze speciali, i Tempesta avrebbero perso un membro assai essenziale! Avrebbero dovuto tutti fare il doppio per riuscire a sopperire alla sua assenza.
    In ogni caso a quelle sue parole seguì un brusio e un chiacchiericcio allucinante da parte di molti altri quadri della stanza. Gli faceva piacere vedere che Caliban stesse utilizzando anche lui un po' di diplomazia, ma dopo le parole di Coral-Fontana (Nota del narratore: vedi Lucio Fontana) mi sa che non avrebbero più cooperato così tanto.
    Quindi fece

    Okay Wonder Coral, sei tu il leader, vediamo che hanno da nascondere sti lezzi..

    Cercò di tirare fuori la bacchetta, ma ovviamente tastando non la trovò dopotutto era in pigiama!

    Ah già..

    Si allontanò scattando su per le scale, nella stanza del suo dormitorio, la afferrò e torno giù di nuovo di corsa cercando di evitare di inciampare in quella coperta rosa che ancora teneva sulle spalle come mantello.
    Comunque tornò giù con un incantesimo Lumos già ben visibile sulla punta della sua enorme bacchetta; non è un allusione, 14 pollici di bacchetta erano decisamente notevoli.

    Aaaallora.. io ci vado di forza brutta, voi controllate dentro i quadri, gracias.

    Si diresse verso i quadri dell'ingresso, avrebbe iniziato da quelli, cominciando a guardarne il retro, uno per uno, spostandoli un poco dalla parete, senza toglierli completamente dal muro, e infilandovi nello spiraglio la bacchetta così da illuminarne il retro, se vi fosse stato qualcosa dietro, che fosse nella cornice, o nel muro, o nel quadro in se, lo avrebbe notato sicuramente.
    Certo magari avrebbe preferito continuare sulla strada della diplomazia, ma quando si trattava di "lavori di gruppo" tendeva sempre a cercare di seguire il membro più anziano, o quanto meno quello più intelligente e con più buon senso, ed in quel caso era Coral! Aveva chiesto di guardare dietro i quadri ed insomma, autorità rilevata: ipse dixit.
     
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    L'ira del fantasma l'aveva ammutolita, non si aspettava una reazione del genere per colpa di una semplice proposta.
    La rossa decise di tapparsi la bocca, cucirsela per bene, in modo da non poter essere ripresa nuovamente.
    Anche se non lo voleva dare a vedere Nephyna l'aveva spaventata.
    Si sistemò i riccioli su una spalla e si mise a seguire con lo sguardo quello che facevano gli altri.
    Pensandoci i quadri all'ingresso erano la soluzione più adatta all'enigma di quella preziosa bacchetta che stavano tutti cercando.
    In più aveva carpito, fra i bisticci dei quadri del filosofo e dello scienziato, l'informazione che andava a confermare l'esistenza di un incantesimo per placare la tempesta che imperversava nei quadri.
    Cosa potevano fare per convincere quegli uomini ormai morti da tempo ad aiutarli?
    Uno di loro aveva detto che il suo aiuto se lo dovevano conquistare con modi gentili, di certo non avrebbe mai provato a imitare Coral, già non era nel suo stile, se poi i quadri glielo sconsigliavano allora era un motivo in più per sfruttare la gentilezza che risiedeva in tutti loro.
    Peccato che l'ansia di trovare l'oggetto non aiutasse.
    Leen provò ad avvicinarsi alle cornici strascicando i piedi fasciati dalle calze coi pinguini su pavimento.
    Non era sicura di quello che stava facendo ma tanto valeva provare.
    Sperava soltanto di non beccarsi una nuova ramanzina.

    Ecco...Scusatemi se vi interrompo, so di non essere nessuno per infilarmi nelle vostre discussioni da uomini studiosi quali siete, ma vorrei chiedervi... C'è un modo per ottenere il vostro preziosissimo aiuto? Chiedo infinitamente scusa per aver origliato la vostra discussione, è che mi è parso di capire che esiste una formula per mettere fine alla Tempesta che scroscia nei quadri all'ingresso, siete in grado di effettuare l'incantesimo? Ci sarebbe molto d'aiuto e vi renderebbe i benefattori che hanno aiutato nella riuscita di questa impresa. In cambio potrei pulire ogni giorno le vostre cornici, sarebbero costantemente splendenti, come le vostre menti dopo tutto. Oppure potrei farvi qualche altro favore, qualsiasi cosa per voi.

    Le mani le tremavano leggermente per l'agitazione.
    Sperava che le sue lusinghe avessero funzionato, non voleva fare un fuoco nell'acqua ancora una volta.
     
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    Il mistero dietro le bacchette aveva dato vita a un sacco di idee che a Máiréad piacquero molto. Persa a fissare il soffitto in alto come aveva fatto Sam, l'irlandese udì appena il tossicchiare proveniente da uno dei muri. Anzi, in un primo momento pensò di esserselo immaginato tanto che non capì a chi fossero rivolte le parole dei compagni rimasti in Sala Comune. Solo quando riabbassò la testa comprese che non fosse del tutto frutto della sua invenzione.
    Sia Coral sia Bealtaine si arrabbiarono con il signore nella tela che tossiva. Un velo di apprensione tinse gli occhi smeraldini, soprattutto dopo la minaccia della ragazza più grande a rovinare la tela, ma per fortuna neanche un incantesimo sembrò funzionare sulla cornice.

    Ná bí ar buile leis. [Non arrabbiatevi con lui.] Ha solo bisogno di una caramella per la gola.

    Avrebbe volentieri perso qualche minuto, anche più di qualcuno in realtà, a zoppicare di sopra e cercare nel baule il dolce alla menta che ricordava aver comprato tempo prima, ma in effetti come sarebbe riuscita poi a dargliela? Esisteva un modo perché gli oggetti potessero passare nel quadro?
    Caliban disse qualcosa ai quadri, Máiréad stava fissando il mantello da supereroe di Beltaine chiedendosi se avesse un nome segreto con cui chiamarlo quando riuscì a cogliere l'idea dell'altro ragazzo. Mica male in effetti, poteva funzionare. Forse.

    Ma... perché la forza è brutta?

    Aveva il sentore che si dicesse in un altro modo o che al solito non avesse capito un altro criptico riferimento, ma chiedere ancora era da escludere perché il compagno irlandese si gettò a capofitto verso l'ingresso. E nel frattempo altri quadri si agitarono, parlottarono, schiamazzarono e soprattutto si pungolarono a vicenda.

    Forse anche voi soffrite di mal di gola, come il signore nel quadro laggiù. Se volete una pozione per la tosse la cerco nel libro. O una caramella alla menta.

    No, evidentemente non era quello il succo del discorso. Peccato, l'avrebbe cercata solo per il signore con il mappamondo più tardi. I due quadri sembravano avercela con qualcosa, ma non era la tosse. Non più, quella per loro era solo un modo del terzo quadro di attirare l'attenzione. La Callaghan non abbandonò comunque l'idea che gli servisse un dolcificante per calmare la gola, ma continuò ad ascoltare seduta sul giaciglio violaceo.

    Si può davvero far tacere un clima equatoriale? Cioè dicendo solo shhhhh, bí ciúin [silenzio]?

    Domandò Máiréad ai quadri con aria sperduta quando essi finirono di conversare. Qualcosa non tornava. Di solito la parola clima si riferiva al tempo, come il sole, le nuvole o la pioggia mentre il tacere era riferito a zittire una voce. Come potevano unirsi i due elementi? O si trattava di un modo di dire inglese che lei non conosceva oppure la soluzione era più semplice di quanto credesse, solo che non riusciva a vederla.
    Al solito fu qualcun altro a capire meglio il tranello nella frase. Eleanor chiese ai quadri circa un incantesimo capace di far smettere di piovere. Ecco cosa volevano intendere! Tacere nel senso di far smettere di piovere? Si poteva davvero interrompere la pioggia animata nei quadri?

    Esiste questo incantesimo? Woooow! Cé chomh álainn! [Che bello!] Esclamò la ragazza, facendosi sentire inevitabilmente anche nel resto della Sala Comune. Non sapeva che la magia potesse coinvolgere anche il cielo! Potreste insegnarcelo, mas é do thoil é [per favore]? Possiamo fare come ha detto Eleanor, se vi piace qualcosa ve la diamo.

    E a quel punto si alzò balzellando con fatica dal cuscino. Stava riempiendo tutti di domande e proposte, Máiréad, però avrebbe davvero dato tutto ciò che aveva se i quadri chiedevano quello. Fosse stata come altri suoi compagni quell'indecisione non sarebbe mai apparsa. Ma da Halloween il rifiuto di poter decidere per altri si era acutizzato. Preferiva risultare ripetitiva piuttosto che maleducata verso i suoi amici.
    Máiréad si alza e parla ai quadri, appoggiando l'idea di Eleanor. Chiunque sia vicino può interagire con lei se lo volesse.

    Piaga: la Tartaruga
    A giorni alterni una delle tue gambe smette di funzionare: nei giorni pari la gamba destra, nei dispari la sinistra. Tutte le volte che cammini, corri o durante qualunque altra azione che costringa a muoverti occorre il doppio del tempo necessario, nonché maggiori dolori dovuti allo sforzo muscolare di una sola gamba. Inizia a saltellare, perché è la tua unica chance!
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Più passava il tempo e più quel mistero si intensificava: i quadri sembravano essere diventati indemoniati tutto d'un tratto, pronti a inveire l'uno contro l'altro, a rinfacciarsi ostentazioni, stupidità reciproca e mancanza di capacità.
    Probabilmente ogni singolo quadro in quella sala peccava di tali lacune, ma doveva ammettere che nonostante la difficoltà e l'agitazione del momento riuscivano comunque a divertirla. Il suo incantesimo di rivelazione, inoltre, non aveva mostrato nulla di rilevante, per cui o Nephyna aveva mentito riguardo l'indicazione dei due quadri all'ingresso, oppure quella bacchetta era avvolta da una magia tanto potente da non poter essere individuata in altro modo.
    Sospirò, allora, poggiandosi su uno dei muri per poi trascinarsi esasperata sul pavimento, continuando a tenere il catalizzatore ben stretto fra le dita.
    Priva di idee e colma di frustrazione, Coral rimase ad ascoltare i borbotti dei quadri e le ipotesi dei compagni, trovando nuova luce alle parole di Eleanor prima e di Máiréad poi.

    Insolo.
    L'incantesimo meteorologico del sole.


    Pronunciò ad alta voce, rivolgendosi più a se stessa che ai compagni: aveva imparato quell'incantesimo molto tempo prima, grazie ad Alec. Le era servito per portare a compimento una delle fasi della trasformazione in Animagus, e da allora non ne aveva più fatto uso.
    Si rimise in piedi con nuovo vigore facendosi più vicina ai concasati, cercando un confronto con loro.

    Dite che funzionerebbe sui quadri?

    Coral nutriva i suoi dubbi: aveva effetto soltanto se rivolto verso un cielo vero, per cui dubitava potesse trarvi beneficio lanciandolo su un uno fittizio.
    Forse serviva davvero la collaborazione dei quadri ma in fondo cosa aveva da perdere? Conosceva la formula, sapeva come evocarlo, per di più in una circostanza come quella valeva la pena di fare un tentativo, per quanto potesse sembrare stupido.

    Beh, tentar non nuoce.

    Tornò a rivolgersi ai due quadri per la seconda volta, allora, puntando con la bacchetta il cielo presente nei due quadri. Non poté fare a meno di alzare gli occhi in aria, a quel punto, infastidita dal continuo ciarlare dei quadri.

    Posso avere un attimo di silenzio, per favore?

    Sapeva che sarebbe stata bellamente ignorata, ma anche in quel caso valeva la pena di fare un tentativo. Disegnò allora una piccola spirale in aria, concentrandosi sul richiamare il potere della natura al meglio delle sue possibilità, socchiudendo appena gli occhi e schiudendo invece le labbra.

    Spostati un secondo, Beal.

    Attese dunque che il ragazzino si facesse da parte prima di provare a castare quella magia, pronta a vederne gli eventuali risultati.

    Insolo.
     
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    Quando Alice Liddle fece ritorno nel paese delle meraviglie nulla di quello che il suo sguardo incontrava riportava indietro nel tempo, perché quei ricordi non esistevano più, facevano parte di un tempo in cui tutte le conseguenze che il divenire adulti portava all'uomo non sfioravano nemmeno l'innocenza bambina di cui, più di molte altre, era dotata.

    Hesper Fawley in quel momento si sentiva una piccola grande Alice, perché vedeva il mondo attorno a lei non come era bensì come sarebbe potuto essere trasformando quella caccia alla bacchetta in una caccia al tesoro in pieno stile piratesco, che tra le altre cose aveva finito con l'aumentare tutto, le idee a partire dall'elaborarle in maniera teorica fino ad arrivare alla loro applicazione su campo pratico. Qualcuno le avrebbe potuto dare della pazza, soprattutto i suoi genitori e chi come loro perseguiva un certo stile di vita povero di fantasia, concentrato sui pensieri materialistici come il denaro, la reputazione della famiglia e la purezza del proprio sangue; se tutti invece avessero iniziato a vivere senza quei pensieri così tanto realisti da far rabbrividire anche il quadro più tempestoso forse il mondo sarebbe stato davvero leggermente migliore. Ma perché accendere solo adesso quel lato così bambino quando all'inizio, prima dell'arrivo del pescecane, i pensieri sembrava avessero virato verso pensieri riguardanti un futuro carattere più adulto e meno dotato di colori? Semplicemente perché più il tempo passava più Hesper che non valeva la pena sprecare tempo prezioso a inseguire un futuro che volente o nolente sarebbe giunto in ogni caso, tanto valeva continuare a credere che tutto quello che la sua mente stava dando per vero, avrebbe certamente alleggerito il peso del motivo che spingeva tutti gli studenti della tempesta - e quasi sicuramente delle altre case-a muoversi per trovare quel piccolo e apparentemente insignificante pezzo di legno.

    Niente.

    Proferì, a bassa voce, nel constatare assieme agli altri che non vi fosse nulla di celato all'ingresso della stanza del tesoro. La prima delle tante rotte si era quindi rivelata inutile, ma nessuno dei capitani presenti pareva volersi arrendere, in primis Coral Allen.

    Il tempo.

    L'ex caposcuola fu più rapida, ma probabilmente le parole di Capitan Callaghan e Capitan Smith avevano spinto le loro bussole a puntare nella stessa direzione. Dietro la tempesta, dietro le nuvole, il sole! Il tesoro celato nella stanza -dove era stato tentato di rivelare quel qualcosa di nascosto che si è rivelato inesistente- aveva bisogno della luce, doveva essere irradiato, o almeno quella era l'idea che la prefetta si era fatta, tutto in realtà dipendeva dal risultato che quel secondo tentativo avrebbe potuto regalare. Mal che fosse andata Hesper non mancò di pensare che potevano provare a porre fine alla tempesta con un contro-incantesimo di qualche tipo. Avrebbe approfittato di quei pochi istanti a sua disposizione per riflettere.
     
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    Bealtaine alzò la voce e la fece sobbalzare, rischiando di calpestare la coda di Svart ai suoi piedi. Samantha si voltò verso di lui, il cui entusiasmo non poté che contagiarla, non che ci volesse molto.
    La sua attenzione venne rapita dal problema della gola di uno dei quadri.

    I quadri possono prendere medicine? Le puoi versare sulla loro tela o mettergli vicino il quadro di un dottore?

    Le sembravano interrogativi leciti, non poteva essere facile dare una pastiglia ad un uomo dipinto, dopotutto. Non era quella la priorità del momento, ma un quadro sano era meglio di uno malato, giusto?

    Comunque, una bacchetta non può essere così impossibile da trovare...

    Rinchiusi nelle loro cornici, i dipinti iniziarono a parlare dal nulla, animati dalla loro investigazione. Gli occhi della bambina si spostarono immediatamente sulle figure disegnate, iridi azzurre impegnate a studiarli, privata della possibilità di poter vedere i loro colori. Gli uomini in bianco e nero sembravano avere qualcosa da dire contro il quadro della Sala della Notte stellata. Forse tra le varie opere c'era una sorta di rivalità di cui loro non erano a conoscenza.

    Dovrebbero farsi compagnia invece di litigare... a volte penso che non vorrei mai essere un quadro.

    Le parole dei quadri dovevano avere un senso, ma Samantha li stava fissando un po' stranita.
    Qualcuno più sveglio di lei arrivò alla conclusione dell'enigma, che di conseguenza annullava la sua fantastica idea di mettere a soqquadro la Sala Comune.
    Quando Coral chiese silenzio le venne spontaneo voltarsi verso di lei, tenendo la bocca chiusa su qualsiasi altra cosa poteva voler dire, che in realtà non c'era.

    Mmmh... quindi adesso abbiamo bisogno di sole... Dopo la tempesta arriva sempre il sereno, no? Magari con un arcobaleno... Quindi dietro la tempesta...la calma?
    Possiamo aiutare anche noi?

    Decise di parlare poi, chiedendosi quale aiuto potesse fornire in quella situazione.

    Possiamo creare un arcobaleno con la magia? Perché dopo la tempesta, oltre al sole c'è anche quello...

    Sarebbe stato interessante provare, non c'era forse la storia dei Leprecauni e dell'arcobaleno che portava ai soldi? Forse stava correndo troppo con la fantasia, ma non poteva farne a meno.
     
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    Aveva appena indossato il pigiama ed era pronto a trovare ristoro in una lunga dormita quando, mentre scostava il lembo della coperta per infilarsi a letto, una voce sconosciuta risuonò in tutto il dormitorio...per una frazione di secondo calò il silenzio e anche il brusio dei suoi compagni di stanza fu atterrito da quelle note acute...ma l'istante subito dopo la camera si riempì del trambusto di scalpicci e squittii eccitati, e in un attimo furono tutti fuori nei corridoi. Naturalmente anche Declan venne pervaso dalla curiosità di scoprire cosa stesse accadendo...una rissa, forse? Una dichiarazione in piena regola? Una sfida a duello? Più che altro, però, sembrava che qualcuno li stesse invitando a radunarsi in Sala Comune...
    Non perse tempo, indossò una felpa sopra i pantaloni della tuta e seguì il flusso di studenti giù per le scale, fino a ritrovarsi davanti l'immagine sbiadita di un uomo ancora affascinante, ma la cui anima era ormai intrappolata per sempre nel limbo del passato. Il fantasma di Tempesta... pensò tra sè...fino a quel momento aveva sentito molti parlarne, ma finalmente riusciva ad incontrarlo in "carne ed ossa" (si fa per dire, certo!). Si avvicinò al piccolo gruppo dei compagni che erano rimasti in Sala Comune e vedendoli assorti restò ad ascoltare con attenzione il racconto strampalato di Nephyna...

    E chi sarebbe la donna in questione?

    chiese, cercando di moderare il tono di voce, per non interrompere lo slancio nostalgico del fantasma, ma abbastanza udibile dal resto del gruppetto.

    Magari una Sirena...lo avrà sedotto con il suo canto e fatto infatuare perdutamente.

    ...e non che occorresse chissà quale magia di livello avanzato con un tipo del genere! Trattenne a stento una risata, ad ogni modo non aveva idea di dove potesse trovarsi la bacchetta; e comunque, chiunque ne fosse entrato in possesso, chissà come ci era riuscito, si domandò...
    Seguì con attenzione, e anche con una certa intima speranza, i tentativi dei suoi compagni per far venire alla luce il mistero...ma i quadri non si rivelarono granchè d'aiuto, e neppure gli incantesimi purtroppo...
    Se c'era qualche indizio nei loro discorsi apparentemente senza senso, Declan non riusciva proprio a coglierlo. Si augurò che qualcuno fosse più sveglio e preparato di lui, ma non intendeva comunque rinunciare alla caccia al tesoro...si trattava di una sorta di avventura, dopotutto, la prima da quando era arrivato ad Amestris.

    Aaaallora.. io ci vado di forza brutta, voi controllate dentro i quadri, gracias.

    La voce di quel ragazzo, Beltaine gli pareva si chiamasse, attirò più volte la sua attenzione..chissà che alla fine le minacce si sarebbero rivelate più efficaci delle bacchette!
    Cercare dietro i quadri sembrava un'idea valida...ma la soluzione sarebbe stata fin troppo facile per essere quella giusta...o almeno così credeva lui. Se solo Nephyna si fosse sbottonato un pochino di più...e non certo i pantaloni!
    Si concentrò ad ascoltare tutte le possibili opzioni proposte dai compagni, ognuna di esse poteva essere papabile...avrebbe voluto dare anche lui il suo contributo, ma al momento si ritrovava a corto di suggerimenti brillanti. Non gli restava che attendere...
     
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    2dj9zSPSciocca ragazzina con manie di protagonismo..





    dHQxT9FL'hai vista? Crede di poter fare l'eroina della situazione!





    Gkz7IOUSe solo i giovani fossero un po' meno spavaldi e sbrigativi..ohimè!



    Su una cosa sola i tre quadri furono d'accordo: le loro voci ampollose si sollevarono quasi all'unisono per canzonare il tentativo fallito dell'ex caposcuola. Forse, contrariamente a quanto sostenessero con i loro toni supponenti, l'egocentrismo stava colpendo proprio loro, impazienti di conquistare i propri quindici minuti di celebrità, prima di tornare ad essere meri elementi di contorno nelle vicissitudini dell'accademia o forse era solo troppo banale credere che fosse compito degli studenti mettere a tacere l'imperante tempesta nei due quadri all'ingresso.
    Mentre il il ragazzino dalle ciocche di ruggine si faceva prendere da un'esuberanza che l'avrebbe portato all'ennesimo fiasco, solo una studentessa aveva intuito quale fosse il modo appropriato di approcciare i tre vecchi boriosi.



    2dj9zSPLei sì che ha capito come ci si rivolge a uomini del nostro calibro!





    dHQxT9FNon che la sua insulsa supplica basti come incentivo, nevvero? Vecchio mecenate!





    Gkz7IOUVia via, signori, l'ora è tarda. Tempus fugit, quindi che vi decidiate una buona volta ad intervenire per questi sventurati fanciulli!






    dHQxT9FMa il tempo non è immagine mobile dell'eternità, secondo il suo vecchio amico Parmenide?
    Quanto a me, non ho alcuna fretta. Non agirò finché qualcuno di questi presuntuosi infanti non mi darà un buon motivo per farlo. Ad esempio, qualcuno saprebbe dirmi come nasce un fulmine?





    2dj9zSPE sarebbe una colpa essere un fervido sostenitore delle arti? A proposito, ragazzi miei, qualcuno vorrebbe deliziarmi con dei versi di suo ingegno? Magari un sonetto, una quartina...una filastrocca.




    Gkz7IOUQuanto a me, non credo che ci sia lusinga che possa farmi cedere..certo, se solo ci fosse qualcosa di divertente in questo acquazzone...




    Era evidente che per cedere i tre ritratti esigessero un compenso che adulasse le loro passate inclinazioni. Trascorrendo la loro esistenza adagiati su una parete, avevano bisogno di ritrovare quel brio che si addiceva alle umane passioni. Se lo scienziato avrebbe gongolato nello sfoggiare le vesti di un emerito professore che interrogava i suoi alunni, il vecchio mecenate avrebbe trovato appagamento nella lirica più sempliciotta, mentre il filosofo aveva solo bisogno di qualcuno che solleticasse il suo umorismo raffinato.
    Eppure, c'era qualcun altro, la cui voce gracchiante s'era fatta udire solo all'inizio, che era stanco di quell'insopportabile vanità del trio. Il vecchio Matthew Priest, zittito dal coro che si era creato dopo il suo modesto intervento, s'era lanciato in un sospiro di insofferenza e, senza annunciare le proprie azioni, era stato il primo a puntare la bacchetta contro il temporale e a lanciare la formula che tutti quanti stavano aspettando.



    rBYWeCW

    Orbene, miei boriosi colleghi, chi indugia perde il favore del fulmine..guardate un po', comincia già a schiarire.







    dHQxT9FIl fulmine deve proprio averti colpito in testa se credi che il tuo intervento da solo basti.








    Il contributo di uno, per quanto volenteroso, non sarebbe stato sufficiente a far tacere la tempesta.
    Eppure qualcosa era di già cambiato attorno a loro: una strana sensazione di potere iniziò a farsi viva dentro i presenti, come se la magia avesse iniziato all’improvviso a divampare, lasciandosi percepire in maniera più tangibile senza però mostrarsi.
    Alcuni dei ragazzi, inoltre, avrebbero improvvisamente avvertito delle strane voci echeggiare nella loro testa. Voci ammalianti che sussurravano, si compiacevano con loro, li spingevano a non arrendersi proprio quando l’obiettivo era così vicino. Questo li avrebbe spinti maggiormente a continuare per quella strada, anche più degli altri.



    Scadenza: 14 incluso
    Ormai è chiaro che perché i quadri cerchino la bacchetta sia necessario far cessare il temporale e toccherà proprio a loro occuparsene. I quadri collaboreranno, ma vorranno qualcosa in cambio da voi. Il solo aiuto di Matthew Priest non sarà sufficiente.

    Recap:
    - Lo scienziato vi fa una domanda a cui dovrete rispondere
    - Il mecenate vuole che lo deliziate con dei versi in rima
    - Il filosofo vuole che lo divertiate con una barzelletta sui temporali
    - Matthew Priest ha lanciato il primo incantesimo metereologico del sole.

    Potete rispondere ad una o a più prove e provarci anche se qualcun altro prima di voi ha già tentato.

    Nel frattempo, I ragazzi con Carisma ≤ 15 udiranno alcuni echi che li invoglieranno maggiormente a continuare nella direzione scoperta. Essi saranno dunque più persuasi e propensi a compiere le azioni necessarie per il recupero della bacchetta senza controbattere o porsi ulteriori domande.


    Il Tessitore interverrà man mano per rivelare l’esito delle vostre azioni sui quadri!


    Il Tessitore interverrà man mano per rivelare l’esito delle vostre azioni sui quadri!
     
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    Caaaachio doveva davvero rivedere le sue facoltà cerebrali!
    Pensava che dopo l'uscita di Coral i quadri avrebbero tutti cucito le loro labbra di tela, marmorizzandosi, invece fu grazie al buon senso e alla gentilezza di Leen che quelle figure cominciarono a vuotare il sacco! O almeno in parte. Li ascoltò lanciando un finite sulla bacchetta, non avrebbe più avuto bisogno di quella blanda lucina; quanto più sembrava necessitare di una splendente illuminazione cerebrale!

    AH!- Gridò ponendosi la bacchetta nelle natiche. Cioè non letteralmente nelle natiche, ma non aveva ne borsa ne cintura, quindi infilarsela nel retro delle mutande gli parve il luogo più comodo. -Sonetto? VUOI UN SONETTO?

    Lo disse ad alta voce così che tutti potessero udirlo.
    A quella parola non ci vide proprio più.

    Beh ragazzi, ovviamente io mi prendo questo.

    Non esitò nell'andare verso quel simpatico e barbuto dipinto.

    2dj9zSP


    Ma prima volle rispondere a Máiréad, una spiegazione sembrava obbligatoria al giovane dopo quell'uscita.

    Comunque no May, la forza è bruta di solito, solo la mia è brutta!- Rise da solo cercando di spiegare quell'illogico discorso che aveva in mente. -Sai bruto mi da l'dea di un.. non so.. gorilla pachidermico senza cervello, tipo un uomo tutto UHUHhUHh- Fece il verso del gorilla imitandolo anche con le movenze e le espressioni facciali. -Invece un brutto non è detto che sia stupido! Quindi sempre meglio brutto che bruto.. - Si batté la mano sulla tempia. -Ovvio, no mo chara?

    No, non era affatto ovvio. Era illogico e forse aveva senso solo nella sua testa, ma sul serio.. era Bealtaine, ancora questionate?
    Comunque un anziano signore necessitava della sua attenzione!
    Si mise davanti al quadro legando le sue braccia dietro la schiena e guardando negli occhi la figura raffigurata.

    E' così.. tu vuoi delle rime, vuoi dell'arte.. una filastrocca. Ma prima hai detto una parola che mi ha fatto illuminare la mente. Sonetto. Quindi di questo ti farò dono mio buon signore, ma apra bene le orecchie perché non lo ripeterò due volte.

    E probabilmente me lo dimenticherò..

    Appoggiò ora le mani sul muro, entrambe, e si abbandonò cercando nella sua testa, creando con la sua immaginazione delle parole che fossero sia in metrica che in rima. Secondo i dettami del poeta e drammaturgo che conosceva meglio: William Shakespeare.

    Ma prima, mi lasci pensare un poco.. inventare dei versi in metrica non è così semplice.

    Pensò alla situazione, a lui, all'uomo del quadro, all'aiuto di cui aveva bisogno. Il tema era abbastanza semplice; aveva scelto di operare così, pensare sia ad un tema profondo che a rimare e ritmare il tutto sarebbe stato troppo complesso per lui. Per la mente di un quasi quattordicenne! Stiamo pur sempre parlando di una poesia estemporanea, fatta al momento! Anche i migliori letterati sarebbero crollati senza qualche dote improvvisatoria. Ma lui era Bealtaine, e conosceva Shakespeare.

    Okay, inizio ad esserci.- Parte era completa. Gli bastò un'altra manciata di minuti per raffinarla e completarla. Batteva ritmicamente il pugno sulla parete, a simulare il battito di un cuore. Ci sono.

    /da DUM da DUM da DUM/

    Lo guardò.
    Cominciò.
    Sarebbe stato composto come i migliori sonetti di W.S. : tre quartine e un distico finale, versi decasillabi rimati secondo lo schema ABAB CDCD EFEF GG, il pentametro giambico.

    L'introduzione, il pleased-to-met-you:

    I (eye) of the storm, bringin' out the tempest!
    Seekin' wisdom and a bit of concerne
    from those whos knowledge's far from all men-must's
    pursuit, and the one I will never spurn.


    I (eye)/of/the/storm,/brin/gin'/out/the/tem/pest!
    See/kin'/wis/dom/and/a/bit/of/con/cerne
    from/those/whos/know/ledge's/far/from/all/men/must's
    pur/suit,/and/the/one/I/will/ne/ver/spurn.

    Io della tempesta (O inteso come, occhio del ciclone), scateno la tempesta!
    Cercando saggezza e un po' di riguardo
    in coloro la cui conoscenza va oltre quella dei semplici uomini
    di ogni giorno, quella che io non respingerò mai.

    [La traduzione non è totalmente letterale]


    La spiegazione del suo parlare, la preghiera di essere ascoltato.

    Knowlegde is power, and power is strength
    and THAT is the strength I am looking for!
    The one you deteined, yet the one which lenght
    I am far to fathom; please end my war!


    Know/legde/is/po/wer,/and/po/wer/is/strength
    and/THAT/is/the/strength/I/am/loo/king/for!
    The/one/you/de/teined,/yet/the/one/which/lenght
    I/am/far/to/fa/thom;/please/end/my/war!

    La conoscenza è potere, e il potere è forza,
    e quella è la forza che io cerco!
    Quella che voi possedete e quella che io ancora (per gioventù)
    son lontano dall'avere; per favore cessate le mie pene!


    L'affinità con gli artisti, gli scienziati e tutta la conoscenza in generale.
    Figli della tempesta sotto un unico tetto.
    Con lui o contro di lui..

    Because peace in this case was never pondr'd.
    We fight against all men darkest shadows,
    the end of curiosity and immagination!
    Like a white numbin' garden deadly froze.


    Be/cause/peace/in/this/case/was/ne/ver/pondr'd.
    We/fight/a/gainst/all/men/dark/est/sha/dows,
    the/end/of/cu/rio/si/ty/and/im/ma/gi/na/tion!
    Like/a/white/num/bin'/gar/den/dead/ly/froze.

    Perché la pace in questo caso non è mai un'opzione.
    Combattiamo contro le ombre più desolanti dell'umanità,
    la fine della curiosità e dell'immaginazione!
    Il bianco giardino congelato (come una mente fredda e vuota).


    Il distico finale.
    Il congedo, la provocazione, la citazione a Shakespeare (Sonetto 116).

    If this be error and upon me prov'd,
    I never joked, n'no draw has never spoked.


    If/this/be/er/ror/and/u/pon/me/prov'd,
    I/ne/ver/joked,/n'no/draw/has/ne/ver/spok'd.

    E se sono in fallo e questo mi sarà provato,
    Io non ho mai scherzato, e nessun dipinto ha mai parlato.


    L'unico verso sbagliato era "the end of curiosity and immagination" che contava tredici sillabe e non dieci, e che non rimava assolutamente (ABAB CDCD EFGF HH). Ma Bee lo fece apposta, licenza poetica, voleva dare spessore a quella parola sconosciuta a molti ma che sostanzialmente a suo modo di vedere era il motore dell'umanità.
    Terminata l'opera fu davvero spossato, dovette indietreggiare di qualche passo e appoggiare le chiappette su qualcosa di indefinito, forse lo schienale del divano o un tavolo, per potersi riprendere appieno.
    Magari qualcosa aveva anche sbagliato e non era totalmente corretto, ma ci aveva provato con tutto se stesso. Sperava che al dipinto fosse davvero piaciuta e che avesse reso un po' di giustizia a William Shakespeare.

    Edited by Bealtaine Kühn - 9/5/2021, 17:27
     
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    "Non che la sua insulsa supplica basti come incentivo, nevvero?"


    Quelle parole la scocciarono un poco, ma cercò di non darlo a vedere ai quadri, avrebbero sicuramente notato un gesto di disdegno nei loro confronti e a quel punto i vecchi boriosi si sarebbero rifiutati di aiutarli nella loro missione.
    Un brivido percorse la sua schiena all'idea di quello che avrebbe potuto dire o fare Nephyna se non fossero riusciti a trovare la bacchetta.
    Gli avrebbe sicuramente urlato dietro i peggio insulti, perseguitati nel sonno, li avrebbe sorpresi al bagno.

    Uhg... Orrendo...

    In più le richieste dei quadri la spaventavano un poco, quella sera non riusciva a togliersi dalla mente l'dea di rovinare tutto, aveva compreso che si trattava di qualcosa d'importante e non voleva far sprecare energie ai suoi compagni.
    Forse avrebbe fatto meglio a recarsi in Sala Grande, un bel Pigiama Party in Accademia, lì non avrebbe mai fatto danni.

    Non abbatterti.

    La rossa si guardò intorno per vedere chi aveva parlato, ma nessuno in particolare sembrava star guardando lei.
    Se lo era sognata?

    Non è la tua immaginazione che ti fa brutti scherzi, tranquilla.

    Questa volta era sicura di aver sentito una voce echeggiare nella sua testa e anch'essa aveva cercato di farle intendere che si trattava di un agente esterno che agiva sul suo subconscio.

    Ma che accidenti...

    Va tutto bene, sei stata brava a comunicare coi quadri. Guarda, un tuo amico si sta già adoperando per arrivare alla soluzione finale!

    Gli occhi azzurri della rossa di spostarono sulla figura di Bee che stava iniziando a comporre un sonetto per uno dei dipinti, come su richiesta.
    Lo ascoltò con occhi pieni d'ammirazione.

    Vai! Buttati, sai a quale quesito rispondere.

    Effettivamente lo sapeva.
    Si ricordava di una giornata di pioggia, una di quelle dove ti sembra che le nuvole vogliano sfondare le finestre della scuola e rapirti nella loro rabbia più buia e cieca.
    La luce era saltata e nella classe era calato un silenzio assordante, nemmeno l'insegnante osava parlare, come se avesse paura di turbare ancor di più il meteo.
    E poi un fulmine aveva illuminato il cielo e l'aula come se non ci fossero mai state le nuvole.
    Qualche urlato impaurito, sia da parte delle ragazze che dai ragazzi, si era innalzato seguendo il fragore del lampo.

    Sapete ragazzi, questo mi sembra un ottimo momento per spiegarvi da dove arrivano i fulmini.

    Leen tornò a concentrarsi sui quadri e sulle loro richieste.
    Si ricordava quelle parole, ma non sapeva se davvero era quello che l'uomo nel dipinto si voleva sentir dire.

    Ecco... Posso provare a rispondere alla sua domanda? Sono sicura che lei saprebbe spiegarlo cento, anzi, mille volte meglio di me, ma per quanto la mia insulsa mente può ricordare i fulmini nascono dalle correnti presenti all'interno delle nubi che vanno a caricare di elettricità statica le particelle d'acqua che incontrano. -Stava semplicemente ripetendo quella breve spiegazione che le era stata data alle elementari-Poi le cariche positive del terreno e quelle negative delle nubi si attraggono e generano la scarica elettrica. Spero di aver risposto correttamente, ma nel caso io avessi sbagliato potrebbe insegnarmi lei quello che non so? Sono sicura che ad ascoltare le parole di un personaggio intelligente e acculturato riuscirei anch'io a sviluppare la mia mente.

    Sì va bene, stava facendo un po' la ruffiana, ma a quanto pareva doveva aumentare il loro ego per farli parlare.
     
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    I quadri si sentirono compiaciuti dalle attenzioni ricevute da quelle prove, consapevoli di non essere mai stati presi in considerazione tanto quanto in quel momento.
    Tuttavia, non erano ancora pronti a darlo a vedere, soprattutto se ciò significava rinunciare ai loro cinque minuti di notorierà: strambi, si, ma molto molto furbi.

    2dj9zSPMolto ben fatto, giovanotto ... Però... Non sono ancora pronto a concedere così presto i miei servizi...


    Gkz7IOUMi trova stranamente d'accordo, mecenate.
    La sua risposta è corretta, signorina , ma...



    Che scusa trovare? Cosa dirle perché le attenzioni dei presenti perdurassero, nonostante avessero portato a compimento la prova?

    Ma... c'è da migliorare sulle proprietà di linguaggio. Sì, direi di sì...

    Oh, per dinci! Il ragazzo e la ragazza si sono impegnati molto a mio dire!

    Intervenne il quadro di una donna grassoccia, ma dal volto bonario e simpatico. Dagli strumenti da cui era circondata, si sarebbe detto che in vita fosse stata una guaritrice.
    Lasciò presto la sua cornice, allora, raggiungendo non senza fatica i due quadri all'ingresso, puntando il minuscolo catalizzatore contro il cielo in tempesta.

    Insolo!

    Il Temporale parve allentare maggiormente la sua presa, ma non tanto da estinguersi: i ragazzi avrebbero dovuto impegnarsi ancora.
    La magia, tuttavia, si sarebbe fatta sentire in maniera più forte attorno a loro, così come gli echi all'udito dei ragazzi con maggiore presenza a loro stessi.

    I quadri fanno i furbi e vogliono ancora essere allettati da voi per concedervi i loro servigi. Tuttavia, siete riusciti a convincere una guaritrice a darvi una mano!

    Potete ancora prestarvi alle prove dei quadri, anche chi ha già postato.

    Inoltre, da adesso anche chi ha carisma minore o uguale a 18 sente gli echi ammalianti.
     
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    C-Cooosa??


    Ascoltò le parole del dipinto abbastanza demoralizzato, e anche un po' arrabbiato a dirla tutta.
    Come si era permesso? Ci aveva messo tutto se stesso Bee nel trovare quelle parole.
    Ma aveva la più pallida idea di quanto fosse complicato ciò che aveva appena fatto?
    Anche Leen era stata più che corretta, l'aveva sentita dall'altra parte!

    E' stato.. è stato geniale! Portava tutto! E aveva anche senso! T-tu!

    Indicò il, a questo punto, scorbutico signore avvicinandosi di nuovo verso la tela.

    Tu vuoi una filastrocca vero?!- Dato che la poesia era abbastanza perfetta, il giovane tempesta credeva che fosse li l'inghippo, che il quadro non fosse soddisfatto perché era un'altra la cosa che chiedeva! -Io.. io ti-ti sforno un sonetto dal nulla e tu vuoi una filastrocca?!

    Gli stava quasi per riversare addosso un'illimitata quantità di insulti a quel barbuto marrano, probabilmente togliendolo per sempre dai giochi, dato quanto se la tirassero i quadri si sarebbero sicuramente offesi e non gli avrebbero più parlato! Fortunatamente per lui fu abbastanza sano di mente dal cominciare ad udire delle voci nella sua testa.

    Non affliggerti.. giovane! Sei stato bravo.. geniale! Firulì!

    Scosse i capo voltandosi immediatamente, notando come gli studenti fossero tutti troppo presi per aver potuto pronunciare quelle parole. Fece una faccia assai confusa dischiudendo un poco la bocca.

    Ma che cazz-..

    Si, geniale! Firulà!

    Okay, pensò, era completamente impazzito, spremersi troppo le meningi gli aveva fottuto quel po' di cervello sano che gli rimaneva.
    Ora allarmato si mise l'indice della destra nell'orecchio per cercare di sturarlo da un tappo di cerume che non v'era assolutamente.

    Ma non mollare, Firulà! Tu sei Bealtaine! Sai quel che devi fare ragassuolo! Firulì!

    Si guardò in torno un poco disperato, non credeva fosse possibile sentire delle voci dal nulla! Insomma per lui poi, aveva finito davvero con l'impazzire.

    Si! Dai fuoco alle tele, bruciali tutti! Firulà!

    Aprì completamente la bocca con lo sguardo perso, sembrava uscito da un horror psicologico. Uno di quelli in cui tutto accade per la maggior parte nella testa del protagonista e che si ripercuote sulla realtà.
    Comunque non ascoltare quelle vocine era davvero difficile.
    Tanto difficile che alla fine cedette, mostrando ai quadri un malefico e diabolico sorriso. Gli venne una qual certa idea, perché non utilizzare di nuovo il metodo Coral?
    Passò lo sguardo su tutti e tre i quadri, mostrando loro lo stesso sorrisetto e afferrando da dietro le natiche la sua bacchetta; iniziò a contare, conosceva la filastrocca a menadito e contava 47 tempi ritmici, gli sarebbe bastato cambiare un po' le parole! Aveva imparato a farlo alle elementari, per barare a nascondino, per non contare si era "inventato" questo metodo così da sapere a priori a chi sarebbe toccato mettendosi nella giusta posizione sapendo con chi doveva partire. Odiava contare a nascondino.
    Quindi cominciò la conta in modo che l'ultimo quadro fosse stato proprio quello del suo ormai "amico" mecenate.

    Va bene..- Disse ancora sorridente agitando un po' l'enorme bacchetta. -Vi darò una filastrocca allora..

    Cominciò a far rimbalzare la punta della bacchetta da un quadro all'altro, ritmicamente seguendo il testo che con immaginazione e anche abbastanza rabbia si stava estemporaneamente creando nella sua testa.

    Anghingò!
    Tre quadretti o tre buffon
    che volevano non so,
    forse un taglio sulla tela
    dritto dritto sul faccion!
    Forse il fuoco che ardeva
    per bruciar la loro vita!
    Forse solo attenzion?
    Mi farebber nero nero
    da portarli al cimitero!
    Uno due e tre,
    Brucio proprio te!


    An/ghin/gò
    Tre/quadretti/e tre/buffon
    Che/vole/vano/non so
    Forse/un taglio/sulla/tela
    dritto/dritto/sul/faccion!
    Forse/il fuoco/che/ardeva
    per/bruciar/la loro/vita!
    Forse/solo/atten/zion?
    Mi/farebber/nero/nero
    da/portarli/al cimi/tero.
    Uno/due/e tre
    Bru/cio/pro/prio/te!


    Quando la bacchetta finì sul mecenate evitò di dire l'ultima parola, quel "te" si trasformò in un

    Com'è che era la formula?.. Infla.. mare? L'olio dei colori è infiammabile vero?..

    Non si toglieva dal volto quello sguardo da maniaco omicida, sembrava davvero del tutto intenzionato a lanciare l'incanto.
    Stava scherzando o era serio?

     
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