Il Cappello Narrante

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Frozen Wiz
    Posts
    121
    Likes
    +78

    Status
    Indisegnabile
    Due coppie di docenti avevano anticipato Calgacus nell’immersione nel Pensatoio. Erano riemersi diversi minuti dopo ma le loro espressioni non avevano lasciato trapelare granché. Calgacus era onestamente preoccupato di quello cui avrebbe dovuto assistere, ma l’odore di umidità e muffa stava avendo la meglio su di lui e non vedeva l’ora di potersi distrarre concentrandosi su qualcosa. Accanto a lui stava l’infermiera Hunt, non propriamente parte del corpo docenti, ma convocata ugualmente. Si rimproverò mentalmente per quell’osservazione: non c’era gerarchia che reggesse, l’infermiera era la persona più qualificata di tutti in caso qualcosa fosse andato storto, e tuttalpiù era il professor Laeddis a non essere propriamente parte degli insegnanti…
    La professoressa Harp e il professor Lennox riemersero e Calgacus deglutì, conscio del fatto che fosse giunto in suo turno. Inspirò forte, gonfiando il petto d’aria come se temesse di non trovarne altra una volta all’interno di quei ricordi altrui. Si sporse in avanti e –

    Il primo ricordo era dal punto di vista di un uomo, ma non somigliava per nulla al Preside Harmony raffigurato nel quadro. La scena si apriva sul capezzale di una donna morente con capelli che sembravano scolpiti nel ghiaccio. Calgacus spostò lo sguardo da una figura all’altra, poi cercò quello dell’infermiera. Si sentiva un intruso in quel dettaglio privato di due amanti che si dicevano addio e sperava che la condivisione di un’esperienza simile generasse lo stesso tipo di imbarazzo anche nella sua accompagnatrice. Si aspettava un sorriso timido, uno sguardo complice, qualcosa che lo facesse sentire meno colpevole.
    Tornò a concentrarsi sulla conversazione tra i due sconosciuti e in men che non si dica si ritrovò quasi commosso da quello cui stava assistendo. Con l’ultimo soffio vitale la donna cedeva il pegno della propria potenza. Il suo amato aveva cambiato radicalmente aspetto, arrivando a somigliarle quasi come un fratello, non fosse stato per il fatto che nel medesimo istante lei aveva smesso di somigliare a se stessa.

    La scena cambiò mostrando Harmony lavorare con impegno febbrile a qualcosa non poteva individuare, scordandosi persino di mangiare e accumulando manuali su manuali in ogni centimetro di spazio a sua disposizione. Calgacus si ritrovò in equilibrio per evitare di calpestare un tomo dall’aspetto piuttosto antico, prima di ricordarsi che al massimo ci sarebbe passato attraverso.

    Sembra che stesse studiando qualcosa di specifico.

    Non poteva capire quale fosse il nesso tra tutte le materie coinvolte, riconosceva alcune delle figure e poteva al massimo indovinare che avessero a che fare con l’Astronomia, ma non possedeva sufficienti competenze per indovinare a che cosa stesse lavorando.

    Il numero dell’uomo…

    Questo attirò la sua attenzione. Ricordava che alla riunione con Sapiens Catherine Nott aveva affermato che in Aritmanzia non vi fosse un’attribuzione netta per il numero cinque. Possibile che tutto questo fosse collegato?
    Una cosa era certa. Gaius Harmony non gli stava ispirando particolare fiducia. Il suo sguardo era altero anche in forma di quadro, ma vederlo tanto assorto in quello studio matto e disperatissimo lo pose sotto una luce diversa agli occhi di Calgacus, soprattutto quando poté ammirarne l’altra faccia della medaglia che lo vedeva essere un ottimo duellante. Gaius Harmony era eclettico, era famoso per aver fondato Amestris, ma viste le numerose catastrofi verificatesi negli anni Calagacus si riscopriva a provare della diffidenza nei suoi confronti. Che vi fossero così tanti segreti rimasti nascosti tra quelle mura, che vi fossero così tante mine inesplose sotto il terreno, era in qualche misura colpa del fondatore della scuola.

    Quella… è la professoressa Harp!

    Esclamò in direzione dell’infermiera. Non avrebbe dovuto sorprendersi, in effetti, ma vederla parlare e relazionarsi agli altri nel modo che doveva esserle consueto lo meravigliò ed era stata una reazione perfettamente naturale considerando che da quando era stato assunto aveva sempre avuto a che fare con la versione di Amalia Harp post Halloween. Non c’erano soprannomi personalizzati e sguardi maliziosi, risatine, commenti fraintendibili. Era un blocco di ghiaccio al confronto e Calgacus non poté che percepirlo come un comportamento incoerente, così fuori dal personaggio della collega di Incantesimi.

    Seguì un ricordo relativo alla bacchetta della Tempesta, utile per chiarificare le modalità di acquisizione.

    Dunque si presentano da sé al mago che ritengono degno di possederle oppure passano di proprietà per cessione volontaria o furto… e il possesso modifica l’aspetto del proprietario.

    Si accigliò in battuta finale, ripensando ad Harmony. Non gli sembrava un uomo piacevole e se era riuscito a impadronirsi di tutte e tre le bacchette elementali sicuramente aveva dovuto ricorrere al secondo sistema anziché al primo. Il ricordo del Fuoco era stato sufficientemente emblematico. Ma perché nascondere le bacchette in giro per la scuola? E perché l’aspetto di Harmony non era cangiante, con occhi di brace, capelli caratteristici?

    Probabilmente se n’era assicurato il possesso, ma non voleva rischiare di dichiararlo al pubblico temendo che potessero essergli rubate.

    Per ultimo venne il ricordo pescato proprio da lui. Calgacus si era abituato ai bruschi cambi di scena, al roteare dei dettagli fino a perdere fuoco per poi modificarsi in dettagli diversi. Di nuovo, davanti a lui c’era Harmony e davanti ad Harmony stava una quarta bacchetta.

    Come–

    La voce gli morì in gola. Non voleva rischiare di disturbare l’osservazione alla sua compagna né tantomeno di perdersi un dettaglio rivelante del successivo monologo. Calgacus non poteva distinguere i dintorni, non poteva comprendere cosa l’uomo stesse dicendo. La sua voce appariva filtrata, appesantita da chissà quale intervento, e gli fu subito chiaro che il ricordo era stato manomesso.

    Crux.

    Mormorò tra sé quasi senza accorgersene, perché era quello che si diceva dei manoscritti antichi quando presentavano lacune o guasti di tradizione non risolvibili in nessun modo. Crux desperationis, cioè quando l’editore si arrende e ci mette una croce sopra. Harmony consegnava dei ricordi ai posteri in una versione modificata, insanabile, anche se c’era di mezzo il destino degli studenti.

    Riemerse assieme all’infermiera Hunt col cipiglio battagliero di chi voleva saperne di più.
    Restavano ancora dei ricordi insondati nell’armadio anche se nessuno dava l’idea di aver intenzione di prenderli ad eccezione di Lennox. Calgacus fece un passo in avanti e, senza aspettare una conferma di poterlo fare, afferrò la fiala più vicina e la rovesciò nel bacino del Pensatoio, osservando i filamenti argentei diventare un tutt’uno con quelli che vi erano stati versati precedentemente.


    Calgacus sceglie il ricordo numero 10
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    #536878



    Group
    Responsabile Ghiaccio
    Posts
    724
    Likes
    +337
    Location
    London - England

    Status
    Smaterializzato
    Hybris. Una parola che svelò dietro un gonfalone di Amestris una stanza segreta. La notizia che per quei pochi mesi Everett fosse stato a pochi centimetri da uno scrigno pieno di chissà quali segreti lo intrigò, come se quel castello avesse ancora molti assi nella manica da svelare ignoti perfino da chi ne abitava le mura da tanto, tanto tempo. Senza fiatare dopo essere tornato dalla Sala Comune, ripensando a quante nozioni sfruttabili conoscesse il Cappello a cui aveva certamente assistito, il Preside sostituto passò oltre quello precedente, gli altri insegnanti fra cui la docente che per prima aveva aperto il sospetto armadio e neanche attese di comprendere appieno le sue parole per sporgenti a guardare.
    Ricordi e Pensatoio. Una combinazione molto potente.

    Salti nella memoria. Nuove conoscenze.

    La domanda di Laeddis forse non aveva ricevuto la risposta desiderata, ma Everett fremeva di cominciare. Da qualche parte dunque si nascondevano segreti arcani e lui desiderava solo scoprirli tutti, farli suoi e acquisire un quid che avrebbe sbloccato molteplici opportunità. Quando ricapitava l'occasione di attingere dalle memorie di qualcun altro?
    Uno a uno i Docenti riversarono le argentee memorie nel Pensatoio e tutti ne assistettero agli eventu, come un evento collettivo. Di ricordi se ne susseguirono diversi, in cui la stessa figura vista nel quadro appariva come la protagonista e altri in cui erano altri a dominare le scene. In un solo caso una donna si vide in due distinti ricordi: in uno acquisiva una particolare bacchetta, nell'altro la perdeva in una partita a scacchi. Chiaro che fossero consecutivi come eventi, collegati da un filo logico chiaro: una bacchetta che passava di testimone fino a giungere nelle mani del vecchio Preside. Il colore richiamava chiaramente la Tempesta, così come furono lampanti j collegamenti con l'azzurro e il rosso. Erano così dunque che apparivano le bacchette? Ciò che i ragazzi nelle rispettive Sale Comune erano alla ricerca con i fantasmi e avrebbero probabilmente afferrato con mano?
    Pochi ricordi attirarono la sua attenzione realmente. Il vampiro interagito attivamente nel ricordo dell'uomo solitario, cinque come numero dell'uomo era un'informazione che ricordava citata in una delle riunioni. Accanto, diversi libri fra cui spiccavano titoli legati all'Alchimia e all'Astronomia letti non appena Price ruotò il capo. Non titoli qualunque, legati a precisi argomenti. Oro e Sole. Il collegamento era netto, ma i restanti libri che trattavano di materie a lui sconosciute non gli consentivano di creare un quadro generale della situazione. Poteva significare qualsiasi cosa, a partire dal più banale delle associazioni: l'oro rappresentava, alchemicamente, proprio l'astro fulgido che illuminava il giorno. E la questione del cinque... la V al centro della porta come segnalato dagli altri...
    Il secondo ricordo fu in certi sensi più piacevole. Everett posò lo sguardo sul ricordo di Amalia a quella vera. Non era cambiata di molto, forse appena qualche ruga che il suo stato da immortale riusciva a percepire maggiormente, o forse era solo una sua suggestione. Sicuramente non avrebbe mai smentito quanto la trovasse attraente o come emanasse potere anche nella drammaticità. Le rovine del castello dove da ragazzo aveva studiato e imparato... strano e suggestivo al contempo vederle miseramente ridotte in macerie, come a significare che nulla durava per sempre. Neanche egli stesso. Sarebbero bastate le giuste conoscenze e una massiccia dose di fuoco e fiamme perché anche le spoglie mortali di Everett raggiungesse il medesimo destino.
    L'ultimo ricordo fu quello che lo lasciò interdetto.

    Verde?

    Che cosa significava? Una quarta bacchetta invero esisteva? Per di più il ricordo si dimostrò essere completamente diverso rispetto agli altri: frammentato, distorto, confuso. Ma certo. Non era integro, sia nella forma che nel contenuto. Manomissione. Ma perché?
    Riemergendo solo un pensiero dominava le volontà dell'immortale. Ignorava se il mistero dell'ultimo ricordo sarebbe stato svelato, ma lo sperava. Significava una fonte di potere sconosciuta, dato che quel colore non riusciva ad associarlo a nulla legato ad Amestris.

    Finiamo di vuotarli tutti. Dobbiamo scoprire quante più informazioni possibili.

    E nell'attimo stesso in cui concluse, la mano di Price aveva già raggiunto la mensola dove gli ultimi ricordi imbottigliati attendevano solo di essere rivelati all'intero corpo docenti.
    Everett prende e vuota il ricordo numero 4.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Preside
    Posts
    11,002
    Likes
    +871
    Location
    Salem - Contea dell'Essex

    Status
    Smaterializzato
    Non appena Mikal ed Andrew riemersero, ebbe inizio il turno per lei e Leonard. Così la pelle del suo viso venne a contatto con il liquido magico del Pensatoio nascosto fino ad allora e la realtà che la circondava venne sostituita da alcune memorie del passato.
    Il primo ricordo che incontrarono i suoi occhi scaturiva proprio dalla boccetta che aveva versato lei, dove un Harmony poco più giovane di come lo aveva conosciuto lei iniziava un duello. Non c’era nessuno a parte lui e lo sfidante, né platea, né arbitro. Non aveva mai visto una bacchetta simile, ma le fu subito chiaro che quella fosse l’arma del Fuoco. Impreziosita di rubini e intarsiata di lingue di fuoco. Ed era brandita dal suo legittimo Custode, vestito di fuoco tanto quanto la sua alleata magica. E il Fuoco era dalla sua, gli obbediva come non aveva visto mai fare a nessuno. Dopo una lotta lunga e intensa fu Harmony ad avere la meglio, ma ciò che la docente si immaginò che dovesse finire come una normale contesa, prese una piega del tutto diversa: il Custode del Fuoco giaceva a terra stremato, con la rabbia ancora vivida negli occhi e un Gaius senza pietà, avido di potere che, senza remore alcuna, fece sua la Bacchetta di fiamme e rubini.

    La scena cambiò e la catapultò in una visione completamente diversa. La donna sdraiata sul letto e in punto di morte doveva essere senza alcun dubbio la Custode del Ghiaccio. Bellissima, la pelle di candida porcellana e lineamenti fini circondati da lunghi capelli striati di bianco e blu. Sembrava che avesse fili di argento e ghiaccio. Clara era il suo nome. Aleksej quello di lui. Del suo amato che le stringeva la mano con affetto. La scena era dolorosa, tanto che la nuova versione Amalia ne fu toccata nel profondo. Non c’era null’altro che si potesse fare per le sue condizioni. Prima di spirare, la strega cedette la sua bacchetta, l’armadel Ghiaccio, tappezzata di zaffiri lucenti. Con quel dono, non cedette solo la bacchetta, ma anche il compito di guidare i Figli del Ghiaccio.
    Non appena lei morì e il potere del Ghiaccio passò al mago, entrambi cambiarono aspetto: il castano si impadronì della chioma femminile, mentre le sfumature del ghiaccio vestirono il nuovo Custode.

    Le ceneri di Hogwarts e la nascita di Amestris…

    Le macerie di Hogwarts a fare da scenario e un Gaius accasciato, visibilmente scosso da ciò che era appena successo. Ovviamente Amalia - quella Amalia privata del passato e ignara di esserlo - non poteva minimamente ricordare quegli eventi nella loro totalità a causa della potente obliviazione che le aveva cancellato tutti i ricordi riguardanti la Spirale. Vedeva solo un mago in preda alla disperazione, pronto a gettare la spugna e distrutto. Rivide lei stessa accanto alla figura maschile, che cercava di incoraggiarla. Lo stava spronando a reagire e ricostruire dalle ceneri. Quel ricordo per lei non era che il preludio di ciò che poi avvenne nella realtà.

    Gli occhi di ghiaccio passarono ad un altro ricordo che aveva come scenario la medesima stanza dov’erano entrati tutti loro. Ancora una volta vide Gaius Harmony intento come non mai a lavorare su qualcosa di specifico perché riconosceva alcune somiglianze con quello che c’era scritto in alcuni dei manuali aperti a terra. Libri di Aritmanzia e forse di Astronomia e di qualcos’altro. Ma se poteva asserire con certezza che la numerologia rientrasse tra queste [Aritmanzia Avanzata I - Intuito 25], per le altre non riusciva bene a comprendere poiché non ne aveva le competenze.

    Un altro ricordo dove una ragazza osservava un trofeo con in viso l’espressione soddisfatta di chi aveva lottato tanto per conquistare una meta, nel suo caso il campionato scacchistico. Quando la ragazza aprì la scatola degli scacchi invece dei trentadue pezzi, vi trovò una bacchetta. In mogano, impreziosita con ametista. Ciò che avvenne quando la ragazza la brandì, svelò la natura di quel catalizzatore: pelle, capelli e labbro cambiarono aspetto e sfumature di colore, trasformandola nella Custode della Tempesta.

    Questo ricordo non può chiaramente appartenere a Gaius.

    Ancora una volta era Gaius il protagonista di quell’ennesimo ricordo, ma non era il solo: una bacchetta nera, ornata di smeraldo che giaceva ai piedi del mago. - Una quarta bacchetta? Che fosse collegata a quello che ha detto prima il Cappello Parlante? -. Ebbe il tempo di esprimere quel pensiero che quando Gaius si piegò per afferrarla un velo di fumo le impedì di vedere cosa sarebbe accaduto dopo. Riuscì a vedere solo Gaius circondato dal fumo che parlava in modo incomprensibile.

    È manomesso… perché?

    Quando riemerse l’unica cosa che le sembrava sensato fare era quella di continuare a scrutare le fiale per provare a vedere se in quei ricordi rimasti c’era il continuo riguardante le tre bacchette delle Case. Così afferrò anche lei una delle fiale rimaste e come prima la versò nel Pensatoio, aspettando di vedere cosa avrebbe rivelato.

    Amalia prende la fiala numero 8
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fato

    Group
    Destino
    Posts
    6,063
    Likes
    +1,435
    Location
    Dalle vostre azioni

    Status
    Indisegnabile
    I docenti ebbero modo di scoprire di più su Gaius Harmony, il primo Preside di Amestris, ma i ricordi a disposizione non erano ancora terminati.

    ***



    SnappySarcasticGavial-max-1mb
    Non le mentirò, Scarlett.
    E' la sua bacchetta che voglio. Ormai dovrebbe saperlo.
    Mi conceda una sola partita.


    L'Ufficio del Preside aveva una luce più tetra ora che ad abitarlo vi era Gaius Harmony, seduto alla sua scrivania col portamento fiero e serio che aveva ostentato ogni giorno della sua vita.
    Ma a portare in quella stanza un po' di luce vi era una strana donna sedutagli di fronte: indossava abiti fuori dal comune dai colori brillanti, adornati dai capelli raccolti dentro una parrucca ingombrante e sgargiante, mentre il trucco evidenziava i lineamenti delicati di un volto stravolto dalla magia e dal potere che custodiva dentro di sé.
    Potere di cui Gaius era a conoscenza, e di cui avrebbe voluto servirsi per la sua causa: Scarlett Sparkles era una donna eccentrica, vanesia, fastidiosamente saccente, ma era anche una mente di cui Harmony non poteva fare a meno per i progetti che aveva per Amestris, e soprattutto per la casa che immaginava indossare i colori del viola e del giallo.


    821406f3c3b9c1f262a860c4c2417088
    Oh.

    Un sospiro.

    E così, vuole ottenere la mia bacchetta al mio gioco, Gaius?
    Ho inteso bene?


    I due si scambiarono un lungo sguardo d'intesa mentre sorseggiavano vino elfico. A guardarli potevano sembrare due vecchi amici, ma era evidente la tensione fra i due, tanto tangibile da potersi tagliare con un coltello.
    La donna sorrise, infine, piegandosi proprio per afferrare la bacchetta tanto bramata dal vecchio Harmony.


    E chi sono io per rifiutare una partita a scacchi dei maghi,dico bene?

    Si lasciò sfuggire un sorriso stucchevole mentre richiamava dalla borsa la sua personale scacchiera da gioco.
    Si muoveva con una delicatezza quasi ostentata, lanciando ad Harmony intense occhiate di tanto in tanto.
    A quel punto, i docenti più avvezzi al mondo degli scacchi o all'arte della Trasfigurazione avrebbero potuto riconoscere quella donna senza troppa fatica: Scarlett Sparkles era stata una famosa scacchista magica inglese, caduta in disgrazia da una decina d'anni, si diceva, per pazzia.


    Ma useremo i miei scacchi.

    Affermò con tono perentorio, allontanando con un tocco di bacchetta tutto ciò che ostacolava la permanenza della sua scacchiera sopra il legno bruno.
    La bacchetta della donna era sinuosa, vistosa, eccentrica tanto quanto la padrona: in legno di mogano, era circondata da gemme violacee, probabilmente ametiste, che le conferivano un aspetto al contempo magico e misterioso.


    Mi sembra giusto.

    La partita durò diversi minuti: i due muovevano gli scacchi con velocità e audacia, regalando agli occhi degli invisibili spettatori una partita singolare e affascinante, fatta di strategia, silenzi, sorrisi affettati.
    Poi qualcosa di strano successe all'improvviso: la donna parve immobilizzarsi di colpo, guardando l'ufficio con sguardo confuso, abbandonando tutta la sicurezza e l'audacia di cui si era vestita fino a pochi istanti prima. Quando tornò ad osservare la scacchiera, mosse esattamente il pezzo che avrebbe segnato la sua partita in negativo, concedendo la vittoria al vecchio Preside.
    Harmony, sorridente, anticipò il colpo che la donna provò a riservargli sfruttando il suo catalizzatore, bloccandola sul corpo e privandola di quella stessa bacchetta, pronto a liberarle la mente da ogni fardello.


    Un matto senza precedenti, lo ammetto.
    Bella partita.


    Un grosso sospiro.

    Oblivion.


    Leonard, 5: il Trabocchetto della Tempesta

    - Tutti comprendete che Scarlett è la ragazza del ricordo precedente con in mano la scacchiera da cui fuoriuscì la bacchetta, nonostante la diversità estetica.
    - Chiunque abbia Intuito uguale o maggiore di 24 intuisce che Gaius ha lanciato contro Scarlett un Confundus molto potente.


    ***



    AQ5uDIBGaius fissava incuriosito a dita intrecciate l'uomo che gli sedeva di fronte nell'ufficio della nuova scuola, prossima ad aprire i battenti con egli stesso come Preside. Provato dall'età, come dimostrato dalla candida barba bianca, aveva tuttavia un aspetto ben curato e il portamento fiero indicava un uomo che nonostante l'avanzare del tempo ci teneva a non mostrarsi fin troppo debole. L'elegantissimo completo di un brillante azzurro risaltava magnificamente con il colore della pelle, rendendolo certamente la persona più interessante all'interno dell'ufficio. Un paio di occhiali dalle lenti scure celavano l'unico difetto dell'uomo: due iridi spente e velate ma con barlumi di ghiaccio a renderlo quasi un essere sovrannaturale comparvero quando li sfilò brevemente per asciugarsi un ciglio umido.

    È un piacere averla qui, signor…?

    Dahl, signor Harmony, ma se preferisce può chiamarmi semplicemente Aleksej.

    Gaius rimase per pochi istanti interdetto, causando una piccola smorfia nell'altro.

    Non è il primo e dubito sarà l'ultimo a stupirsene. Lunga storia… ma non siamo qui per questo, non è così?

    Il volto anziano poteva aver perso parte della giovinezza, ma non si poteva dire che non emanasse un'aria di solennità mentre parlava. Dalla postura delle mani alla schiena appoggiata quasi rigidamente allo schienale, le parole cadenzate e misurate risuonarono nella stanza come un'eco in un profondo crepaccio ghiacciato. Solo un leggero tremore nella barba striata di azzurro rivelava il reale stato d'animo di Aleksej.

    Tempo fa mi furono ceduti degli oggetti importanti da una persona a me molto cara. Avevo giurato che li avrei protetti a costo della mia stessa vita, come lei prima di andarsene eseguì fino al suo ultimo respiro. Io non sono stato degno quanto lei. La Clessidra mi è stata rubata e non ho più le forze di cercarla, dopo tutti questi anni trascorsi per il mondo cercando anche la minima traccia.

    Dalla tasca della giacca azzurro cielo l'uomo estrasse un lungo bastoncino chiaro adornato di pietre azzurre e un grosso pezzo di ghiaccio, posandoli sulla scrivania a poca distanza da sé.

    Mi sono rimasti solo questi… un frammento proveniente dal Respiro del Ghiaccio e questa bacchetta insolita, i cui poteri sfuggono persino a me nonostante anni di studio intrapresi a svelarne i misteri.

    Trascorsero minuti in cui Aleksej Dahl raccontò la leggenda del Respiro del Ghiaccio come fece Clara con lui molto tempo prima di morire, come si dicesse che da esso fossero stati originati due degli oggetti, fra cui la fantomatica clessidra perduta tempo prima. Lo scopo dell'uomo era passare il testimone a qualcun altro, avere anche la minima speranza di ritrovare ciò che l'amata gli affidò molti lustri prima. Poche strade percorribili rimanevano da fronteggiare e una di queste si intersecava con quella di Harmony, uomo colto e famoso che forse avrebbe potuto aiutarlo nella ricerca.
    Sul volto di Gaius passò un lampo di malizia e avidità.


    Perché non lascia qui questi cimeli? Potrebbero donare un valore aggiunto alla nuova scuola che aprirà a breve.

    Quando Aleksej manifestò il proprio essere restio a separarsi anche dai due oggetti rimasti titubando sulla risposta, il Preside insistette.


    Ci pensi, signor Dahl: questa scuola aprirà a breve e se la leggenda del Respiro è vera, qui dentro ci saranno molto più Figli del Ghiaccio disposti ad ascoltarne i sussurri, a sentire la chiamata e insieme cercare l'oggetto perduto. Potrebbero riuscirci.
    Un vantaggio più che ottimale, non crede?


    Le dita rugosa accarezzarono la base della bacchetta per un po' prima che Dahl si decidesse a parlare. Qualcosa di incerto pervadeva la voce, ma l'intento pareva chiaro.

    D'accordo, mi ha convinto. Lascerò qui la bacchetta e il frammento del Respiro… nella speranza che un giorno qualcun altro continui a seguire il sentiero tracciato.

    Nel momento in cui la bacchetta passò di mano in mano, ceduta volontariamente dal padrone, la barba perse le strane sfumature bluastre, un piccolo ma significativo cambiamento. Gaius sorrise amabilmente non appena ebbe i due oggetti alla propria mercé.

    Ha scelto per il meglio, mi creda. Un'ultima domanda, se non sono indiscreto. Perché questa clessidra è così importante?

    Lo sguardo di Aleksej si fece enigmatico prima di congedarsi.

    Francamente è proprio quando si è capito tutto che, spesso, la migliore soluzione è far finta di non aver capito niente.



    Calgacus, 10: Il Dono del Ghiaccio

    Tutti intuiscono che l'uomo del ricordo che dona a Gaius la sua bacchetta altri non è che Aleksej, l'uomo a cui la donna morente del ricordo precedente ha ceduto la bacchetta evidentemente anni prima.


    ***





    Aveva preso a nevicare. Il cielo plumbeo del pomeriggio opprimeva ancora quella piccola distesa, una lingua di prati spogli protetti dalle montagne aguzze intorno, e dai boschi fitti e scuri alle loro pendici.
    Sembrava che nessun’anima viva avesse calcato quei suoli da secoli, e perfino l’erba s’era stancata di crescere attorno ai ruderi che gettavano ombre oblunghe sul terreno.
    Frammenti di pietra si stagliavano dal terreno come alberi spogli: archi spezzati a metà, colonne, capitelli consunti, tracce di muratura, e il disegno appena percettibile di quel che era stata, centinaia d’anni addietro, una maestosa cattedrale.


    Che magnificenza.

    Una voce ruppe il silenzio. Una figura incappucciata, solitaria, se ne stava ferma nel centro della radura, a qualche metro di distanza da ciò che sembrava essere l’ingresso alla navata centrale di quei ruderi. Gaius Harmony fissava con mistica adorazione, gli occhi spalancati e le labbra che tradivano un sorriso tra le guance non ancora così scavate dall’età.
    Si voltò alla sua sinistra: uno specchio d’acqua si perdeva fin sotto i monti all’orizzonte, dove la nevicata sembrava già più fitta. Tornò ai ruderi e s’incamminò svelto verso il fondo della navata, quando anche le basi del colonnato si interrompevano. Un tempo doveva sorgere un altare, di cui ormai s’era persa ogni traccia. Il mago infilò il braccio destro nell’altra manica e sguainò la bacchetta come un cavaliere la spada dal fodero: la agitò con decisa eleganza, la bocca che scandiva un ritmo indecifrabile e nessuna voce che ne fuoriusciva. Poi, d’un tratto, il suolo sembrò trafitto da forme di luce perfette, che si spandevano dall’esatto punto in cui si trovava Gaius tutt’intorno, fuori dal perimetro dei ruderi. Gli occhi del mago si spalancarono e il sorriso era ormai svanito: cadde in uno stato di profonda concentrazione e la neve sembrò avvolgere tutta la scena in un turbinio violento, mentre il ricordo s’avviluppava in un vuoto totale e la storia si arrestava inconclusa.



    Everett, 8: l'Origine

    Chi ha partecipato alle tre Riunioni comprende che la cattedrale altro non è che "l'abbazia" di cui si è parlato nel corso della seconda e a cui si accenna anche nei verbali delle Riunioni.


    ***



    Auror in carriera, appassionato di duelli e scontri magici, Isaiah Ghouma era un nome, una garanzia nel mondo del duello magico: ne era stato il campione arabico per ben undici anni di fila, perdendo l'ultimo scontro, a suo dire, soltanto per “noia”.
    Ma la verità era un'altra, e Isaiah era l'unico a custodurla.
    Durante uno degli ultimi scontri era stata messa in palio una speciale bacchetta, a dire dei più, che si narrava custodisse poteri di fuoco fenomenali e fuori dall'ordinario sebbene non tutti riuscissero a saperne gestire la potenza.
    Il suo più recente proprietario, Momo Pabatou, malato terminale, aveva scelto di donare quella speciale bacchetta soltanto a chi se ne sarebbe dimostrato degno nel corso dell'ultimo torneo di duello imbandito in Arabia Saudita proprio per l'occasione.


    ...E così, per onore e desiderio dello Sceicco Pabatou, la speciale bacchetta di Ebano andrà in mano al vincitore del prossimo duello, l'ultimo in lista.
    Lo scontro, ricordo, non vieta la morte dell'avversario.


    Isaiah era un uomo alto, in forza, dotato di una barba scura e possente mentre i capelli corvini rimanevano celati da un turbante viola.
    Il suo sfidante, Alì Rabat, era pallido, smilzo e molto agile, pronto a dar battaglia fino alla morte se fosse stato necessario a prendere il controllo di quella bacchetta.


    Non ci resta che assistere e vedere chi sarà il vincitore!

    Sarò io il vincitore.
    Che domande.


    Sussurrò Isaiah a denti stretti, lasciandosi sfuggire un sorriso spavaldo.

    Porterò dei fiori sulla tua tomba, ogni tanto, Ghouma.
    Te lo prometto.


    Lo scontro iniziò nel modo più feroce possibile, esplosioni e sangue a sgorgare da nuove ferite dall'una e l'altra parte. Fu emozionante, strabiliante, ma non tanto quanto quel che successe dopo qualche minuto di lotta: Alì, sfuggente come una mosca, riuscì a raggirare Isaiah colpendolo alle spalle e privandolo della bacchetta sotto gli occhi sorpresi di tutta la platea.
    Gli puntò la bacchetta alla gola, a quel punto, sorridendo al suo avversario con fare sadico.


    Scherzavo, prima.
    Non porterò proprio un cazzo sulla tua tomba.


    E proprio mentre una luce verdognola iniziava a scaturire dal catalizzatore di Alì, qualcosa di strano avvenne sotto gli occhi di tutti: il catalizzatore di Momo Pabatou, il premio in palio per quello scontro, si materializzò fra le sue dita insanguinate, facendo vibrare il terreno per lunghi istanti e rendendo il suo sguardo rosso e colmo di energia.
    Quel duello finì col fuoco, sancendo l'ultima strabiliante vittoria pubblica di Isaiah Ghouma, che da quel momento in poi considerò sprecato utilizzare quella particolare bacchetta per affrontare inetti come Alì Rabat, cercando in tutto il mondo combattenti degni e meritevoli, di cui l'ultimo, prima di morire per sua mano, fu Gaius Harmony.



    Amalia, 10: Del Fuoco

    Tutti intuite che Isaiah è l'uomo a cui Gaius ha rubato la bacchetta del Fuoco uccidendolo in duello.


    Scadenza: 21 incluso
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Frozen Wiz
    Posts
    1,331
    Likes
    +195
    Location
    Londra, Regno Unito

    Status
    Smaterializzato
    Nell'istante in cui Mikal riemerse dai ricordi ebbe bisogno di allontanarsi dal pensatoio, dai docenti, da chiunque, cercando un posto dove sedersi.
    Si sentiva schiacciata da un peso che con la sua piaga non aveva nulla a che vedere, un peso difficile da capire, misurare, accettare. Non aveva mai conosciuto Gaius Harmony, né avuto mai modo di sapere di lui più di quanto riportato dai periodici.
    Eppure, l'idea che chi aveva creato Amestris potesse avere avuto al contempo a che fare con qualcosa di tanto oscuro come la maledizione delle segrete era per lei aberrante: chi poteva voler prendersi cura degli studenti e al contempo distruggerli? E per quale motivo?
    Accanto al peso di quella domanda senza risposta, o forse di una risposta insita nella domanda, vibrava forte in lei uno strano barlume di speranza: le tre bacchette. I tre possessori.
    Da qualche parte nel mondo, probabilmente anche in quell'istante, viveva qualcuno dotato di un potenziale magico tanto grande da impadronirsi di corpo e mente, da forgiarlo, da renderlo degno di abitarlo. Un potenziale sprecato, se le bacchette si trovavano davvero fra le mura di Amestris.
    Le bacchette. La bacchetta.
    Mikal, che era tornata nell'ufficio del Preside Price, lanciò una lunga occhiata al quadro di Harmony prima di lasciare la stanza con l'intento di recarsi in Sala Comune: che il cappello avesse continuato a parlare o meno, la donna non sarebbe rimasta un minuto di più intrappolata in quell'antro di misteri e segreti opprimenti, fuggendo a passo svento verso qualcosa che sembrava più sicuro, verso la speranza di poter riportare i ragazzi alla normalità, se stessa alla normalità, sebbene il dubbio che le bacchette funzionassero soltanto in mano ai degni frenava quella stessa speranza.
    Si rimise in piedi, allora, cercando lo sguardo di Andrew un'ultima volta prima di fuggire da quella stanza e dal morso della fame che l'obbligava a rovistare fra i cassetti di Price ad ogni costo.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Preside
    Posts
    11,002
    Likes
    +871
    Location
    Salem - Contea dell'Essex

    Status
    Smaterializzato
    E fu così che ancora una volta la pelle candida del viso di Amalia venne bagnata dal liquido magico contenuto nel Pensatoio.
    In quei momenti non si era accorta neanche che Mikal avesse abbandonato la stanza, tant’era presa dal visionare i ricordi legati alle bacchette e cercare di andare più a fondo alla questione.
    Era imperativo per loro comprendere di più, districare quella faccenda e con la speranza di vedere ancora qualche memoria legata ai tre catalizzatori elementali, si immerse nuovamente.

    Un furto, un tranello, un dono e un'abbazia.

    Il primo ricordo che si riflesse nelle iridi chiare riportava un uomo alto, in salute con una barba scura e capelli corvini che poco si intravedevano dal turbante viola che indossava. Amalia si rese conto che quell’uomo era lo stesso di quello che duellava con Gaius Harmony nel precedente ricordo. Lo stesso a cui Gaius aveva poi rubato la bacchetta di Fuoco e ucciso. Ghouma l’aveva chiamato l’altro. Lo sfidante, di cui Amalia non percepì né nome, né cognome. Ghouma, doveva essere lui, solo che lì ancora non brandiva la bacchetta di rubini. Non ancora. Un certo Sceicco Pabatou aveva indetto il duello. Un duello che contemplava la morte dell’avversario e che come premio aveva in palio proprio l’arma del Fuoco.
    Il ricordo mostrava uno scontro avvincente e ricco di colpi di scena: l’uno potente, rabbioso quasi nei movimenti; l’altro sfuggevole, scaltro e molto agile. Quest’ultimo arrivò persino a colpire alle spalle Ghouma e a disarmarlo. Ma fu lì che le sorti dello scontro cambiarono radicalmente: la bacchetta di rubini si era materializzata nel palmo di Ghouma, tingendoli lo sguardo di fiamme e sangue, al punto che il mago sembrava che emanare energia. La vittoria fu sua, come la bacchetta di rubini fino a quando Gaius non spezzò definitivamente quel legame e la sua vita.

    Ancora una volta Amalia si trovò davanti la stessa protagonista di uno dei ricordi precedenti: Scarlett, la giocatrice di scacchi e nuova custode della bacchetta della Tempesta. Un look diverso, ma le fattezze erano le sue. La professoressa di Incantesimi giochicchiava a scacchi. Con Sertoria capitava spesso di passare qualche oretta sugli scacchi. Ricordò la prima partita fatta a Mondomago durante l’inaugurazione. Ovviamente non giocava solo con la studentessa, che nonostante l’età se la cavava piuttosto bene, ma di certo non poteva minimamente paragonarsi a Scarlett. Tale passione però le servì per riconoscerla meglio non solo come il soggetto del ricordo precedente, ma come la famosa scacchista magica inglese.
    Scarlett non era sola, ma lì c’era Gaius, che senza nascondersi dietro a niente, le diceva di volere la bacchetta di ametiste. Uno strano e indefinibile istinto tentava Amalia di urlarle di non accettare quella sfida, anche se non sarebbe servito a niente. Scarlett non l’avrebbe mai udita e il passato era già stato scritto.
    Più che una classica partita sembrava una rapida dove il tempo a disposizione dell’intera partita risultava essere minore. Infatti, la partita in pochi minuti si era già espresso apertura e medio gioco in mosse veloci e sapienti. Amalia si aspettava di giungere al finale con quel ritmo e quel livello di gioco, ma qualcosa d’improvviso cambiò Scarlett: da sicura ed esperta giocatrice, passò ad essere l’opposto di se stessa, spaesata, finendo per commettere l’errore che le costò la partita e la bacchetta. Sarebbe stato strano, inspiegabile se Gaius non le avesse rivolto una Fattura Confondente [Intuito 25]. Così Scarlett perse l’arma della Tempesta, venendo infine obliviata.


    Il terzo ricordo mostrava di nuovo l’ufficio di Gaius. Amestris doveva essere pronta all’apertura. Un uomo dalla barba bianca, occhiali scuri, dal portamento fiero e vesti eleganti stava dinanzi all’ex Preside.
    Aleksej Dahl. Fu ovvio che si trattava dello stesso Aleksej che aveva visto prima e a cui “Clara” aveva donato la bacchetta del Ghiaccio e la custodia dei suoi Figli.
    Aleksei parlava di una Clessidra che gli era stata rubata. Ma…

    Il Frammento del Respiro...

    Amalia sgranò gli occhi perché aveva sempre cercato di sapere cosa fosse successo prima, ma non aveva mai ricevuto o trovato una risposta. Adesso sì. L’avventura in Norvegia risaliva a molto prima, ma era ebbe la conferma che in qualche modo anche quello era collegato.
    L’arma del Ghiaccio era lì, ma Amalia la vedeva solo per la seconda volta .
    Conosceva bene la leggenda del Respiro del Ghiaccio: durante il suo mandato come Responsabile ne aveva letto le pagine del libro banco più e più volte, ma non ebbe fretta nel sentirla nuovamente dalla voce del mago.
    Dopo vari incitamenti da parte di Gaius, Aleksej donò di sua spontanea volontà la bacchetta e il Frammento, che al contrario di quast’ultimo, Amalia non ne seppe niente fino a quel giorno.

    Il quarto ricordo ebbe uno scenario diverso: nevicava e montagne dalle sagome spigolose vegliavano su prati spogli di vegetazione.
    Rovine di pietra emergevano dal terreno silenti e solenni. Resti di quella che un tempo era una cattedrale. Ed ecco ancora Gaius Harmony che fissava con aria strana quel posto. Doveva essere molto prima di quando lo conobbe lei perché l’ex Preside appariva più giovane.
    Amalia aveva preso parte alla Prima e alla Terza riunione, ma aveva letto i verbali di tutte e tre: collegando i pezzi, non poteva che trattarsi della stessa abbazia di cui essi parlavano. Gaius sguainò la bacchetta, ma nessuna parola precedette le manifestazioni di luce che avvennero qualche istante dopo. Esse si generavano dal mago e andavo ad espandersi verso il perimetro delle rovine di pietra. Lì, tutto si imbiancò in un vortice frenetico e il ricordo sfumò con esso, lasciando senza una fine quello stralcio del passato.

    Amalia riemerse dal Pensatoio con maggiori consapevolezze, pur sentendo ancora l’amaro in bocca per il mancato epilogo dell’ultimo ricordo.

    In un modo o nell’altro, lui le ha avute tutte. Ma perché nasconderle…
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar



    Group
    Responsabile Tempesta
    Posts
    910
    Likes
    +230
    Location
    London - England

    Status
    Smaterializzato
    Avevano appena rivissuto una grande quanto fondamentale parte di storia, di magia celata e di riscoperte verità persino. Cosa farne però era tutta un’altra questione. Non c’era da sorprendersi, dunque, se Leonard tornava ancora una volta a gettare sguardi smarriti accanto a sé, da un capo all’altro di quell’anfratto segreto e dei suoi colleghi.
    Lì tra loro il silenzio pareva regnare ormai sovrano, come minimo carico di sottintesi ed emozioni contrastanti. Quanto si poteva essere grati di venire a conoscenza di simili antefatti, quando le conseguenze di quella fatidica notte riecheggiavano ancora per tutto il castello? Ben poco probabilmente, o se non altro quello fu il primo pensiero a fargli capolino nel vedere il profilo della collega di Stelle allontanarsi da loro di gran lena.

    Qualcuno dovrebbe seguirla?
    Magari non si sente bene.


    Certo lui non le sarebbe stato di alcun aiuto, il contrario semmai. Non osava neppure immaginare la gravità a cui le persone sotto il giogo delle Segrete dovevano essere costrette, ché se per lui spesso era già un’impresa decifrare le persone in condizioni normali, adesso lo era diventato anche di più.

    Io-

    Lui cosa? Come avrebbe mai potuto aiutare in quella situazione, oltre vuotare un paio di fiale e offrire il suo sguardo rapito ai presenti?
    Anche se adesso facevano meno male, ricordava ancora i colpi al cuore della propria gioventù, delle persone che sdegnavano lui e le sue passioni. Persino due anni prima, nel Limbo, si era trovato a incassare malignità che non credeva di meritare e tuttora non stentava a sentirne. Ed era un comportamento ingiusto e deplorevole, perché a dispetto di quanto trasognato e distante sapesse essere il suo mondo anche lui aveva qualcosa che desiderava raggiungere con tutte le sue forze. E, ne era certo, quella sera lo stesso Destino gli aveva lasciato in tasca proprio i mezzi per fare un passo in avanti verso il suo traguardo.

    Io voglio fare un tentativo.

    Aggiunse senza spiegarsi oltre. Il che non era proprio una novità.
    Prese con sé l’ametista con una mano e l’ulivo con l’altra, lasciando per un istante i suoi occhi a contemplare i riflessi violacei della pietra e il piano che Madama Sorte aveva in serbo per lei.

    45736025-255045345185094-8243005851296595968-n
    Grafo Semeion.

    La formula fiorì dalle sue labbra come fiori di ciliegio in primavera, delicata eppure esplodendo tutta in una volta, disegnando quella che era l’unione tra la magia di Nettuno e di Ansuz. L’introspezione, il mondo dei Sogni e delle Sensazioni. La contemplazione più assoluta del Tempo accompagnata alla Voce dello Spirito, di Odino in persona che porta consiglio, ispirazione e conoscenza.
    Qualcosa riposava sotto la superficie di quei ricordi, qualcosa di più doveva celarsi ed era sua responsabilità provare a Svelarlo.
    Gli occhi chiari chiusi. Le mani strette sull’ametista incantata. La mente un lenzuolo bianco riscosso nel vento, in preghiera. In attesa.

    CITAZIONE
    Pietre semi-preziose: utili per la creazione di amuleti, talismani astronomici, sacchetti propiziatori e bigiotteria:
    - Ametista: pietra della mente. Può essere utilizzata in ambito divinatorio.

    Tentativo di Leonard: incidere sull’ametista i simboli di Nettuno e Ansuz, di modo da sfruttare la combinazione magica di pietra, pianeta e runa per ottenere qualche responso di più dal Fato riguardo quanto appreso fino ad ora dai ricordi di Harmony.
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fato

    Group
    Destino
    Posts
    6,063
    Likes
    +1,435
    Location
    Dalle vostre azioni

    Status
    Indisegnabile

    Dopo aver conquistato le tre bacchette, i ragazzi tornarono nelle loro Sale Comuni nel giro di pochi minuti.
    Gli studenti del Fuoco, una volta vista e percorsa la scala, riuscirono a sfuggire dalla bocca del camino ritrovandosi in quel luogo caldo e accogliente che avevano imparato a conoscere fin dal loro primo anno. Ma sarebbe bastato lanciare un'occhiata al camino per notare una differenza sostanziale rispetto a prima: il fuoco al suo interno era sparito, animato com'era dalla bacchetta che adesso non vi giaceva più.
    Da quel momento in poi avrebbe ricoperto il compito di un normale camino e tutti gli studenti, anche coloro che non avevano partecipato alla ricerca, sarebbero stati consapevoli del perché.

    Gli studenti del Ghiaccio, afferrato o sfiorato almeno uno dei calici vibranti, si ritrovarono nuovamente in Sala Comune: per giorni sarebbero rimasti col dubbio che ciò che avessero vissuto nella landa desolata fosse stata un'illusione; altri, invece, avrebbero sostenuto che si fossero trasferiti davvero in qualche posto da cui poi avrebbero fatto ritorno tramite delle passaporte, gli stessi calici da cui avevano bevuto.
    Al loro rientro, proprio i calici erano tornati al loro posto e nessuna luce blu proveniva più da loro interno.
    Nei giorni successivi sarebbe circolata un’ipotesi al quanto strampalata - ma non meno realistica - sul significato delle parole sotto i calici, o meglio di quelle che gli studenti avevano definito “fuori posto”: non modo Glacies Glacies et.
    Non solo il Ghiaccio e Ghiaccio.
    Non solo il Ghiaccio è - cattiva traduzione - Ghiaccio.

    Il Ghiaccio non è solo Ghiaccio.

    Il motto che per anni aveva vibrato sulle labbra di tutti gli studenti di quella Casa, altro non sarebbe stato che un refuso, un modo erroneo di interpretare una frase ben più complessa e significativa nascosta sotto dodici calici impolverati, spostati in precedenza e rimessi al posto in maniera casuale, sì, ma in modo tale da far supporre che sotto quegli stessi si nascondesse apparentemente una frase a sé stante.

    Per un po', anche gli studenti della Tempesta avrebbero continuato ad avvertire l'eco impetuoso dei fulmini di quel paesaggio. Si sarebbero aggirati per la sala comune, gettando occhiate dubbiose a quei quadri che, sebbene infine li avessero guidati dietro generoso compenso, per anni avevano taciuto il proprio sapere, nascondendo una verità che avrebbe potuto risultare determinante. Avevano portato a termine quella bizzarra missione celando nel petto una nuova speranza, ma nessuno di loro aveva una chiara idea di cosa sarebbe successo da quel momento in poi. Eppure, un dettaglio prezioso non sarebbe sfuggito, un cambiamento che s'era manifestato negli stessi quadri da cui avevano fatto ritorno: quella pioggia torrenziale aveva smesso d'infuriare. Come se l'effetto degli incantesimi avesse sortito uno stravolgimento permanente, il cielo irradiato da lampi dorati aveva lasciato spazio ad un tinta plumbea, ma non si trattava affatto dell’effetto della sorprendente destrezza dei protagonisti dei quadri. La cessazione della magia della bacchetta al loro interno aveva irreversibilmente alterato l’atmosfera di quei paesaggi, il ché, da quel momento in poi, avrebbe spinto gli studenti a sottoporsi alle prove dei quadri ogni qual volta intendessero accedere alla sala comune, replicando, seppur in maniera meno celebrativa, quanto avesse avuto luogo quella sera.
    Tutto il resto, invece, pareva fedele a com'era sempre stato: non si avvertivano più echi che incitassero all'intraprendenza, le notizie viaggiavano veloci e con quell'imprecisione che le contraddistingueva, mentre gli studenti si mostravano irrequieti ed impazienti di avere risposte.

    Non passò molto tempo prima che i Responsabili facessero ritorno alle rispettive Sale Comuni, colmi di nuove consapevolezze date dai ricordi di Gaius Harmony.
    Il Ministero venne avvertito subito dopo, prendendo in custodia le bacchette e i ricordi di Harmony seduta stante, perquisendo il luogo occulto dietro l’ufficio del Preside in cui erano stati rinvenuti.
    Pochi giorni dopo, iniziarono ad utilizzarle su ognuno dei 22 piagati nella speranza di guarirli tramite l’uso di catalizzatori dal potere, si sperava, formidabile. Avrebbero fatto riferimento ai metodi già utilizzati dagli Esperti con esito positivo anche solo in maniera parziale. Il risultato, tuttavia, non fu quello sperato: ognuno dei 22 parve ricevere un miglioramento dalla propria condizione, ma nulla in confronto ad una vera e propria guarigione.
    Questo fallimento, più il contenuto dei ricordi di Harmony, aveva reso evidente una nuova consapevolezza: le bacchette non potevano funzionare in mano a chiunque.
    Cercavano un degno padrone.

    Nel mentre, gli Esperti volontari si stavano preparando all’ennesima chiamata da parte del Ministero per entrare finalmente nelle Segrete e svelare una volta per tutte i misteri che si celavano dietro la porta.



    Grazie a tutti per la partecipazione!

    - ON siete a conoscenza di tutto ciò che è narrato nel post, per esperienza diretta o voci di corridoio.
    - Tutti i piagati hanno ricevuto un miglioramento a seguito del tentativo da parte del Ministero di guarirli con le bacchette speciali.
    Ognuno di voi può asserire di esser stato sottoposto alla magia della bacchetta della propria casata, con gli esiti sopra descritti.
    Off, ricevete i seguenti miglioramenti:

    Andrew E. Laeddis
    -dado d4 per esito incantesimi (3 successi e 1 fallimento)
    -recupera 30% PA persi = Saggezza 43 -> 47 ; CM 39 -> 45

    Amalia Harp
    -Da costante a 1 ogni 5 post si comporta normale
    -recupera 30% PA persi = Affinità 17 -> 23 ; Carisma 80 -> 75

    Eloise Hunt
    -Da costante a 1 ogni 5 post appare adulta
    -recupera 30% PA persi = Affinità 17 -> 19 ; Carisma 18 -> 25

    Johanna Cage
    -Ira da 1 ogni 5 a 1 ogni 6 post
    -recupera 30% PA persi = Saggezza 33 -> 41 ; Intuito 11 -> 14; Carisma 34 -> 41

    Mikal Levischmiedt
    -Cleptomania da 1 ogni 5 a 1 ogni 6 post
    -recupera 30% PA persi = Saggezza 53 -> 55; Intuito 17 -> 18 ; Affinità 28 -> 29


    PUNTI
    Everett: 6 pe
    Valerius: 3 pe
    Mikal: 9 pe
    Leonard: 12 pe
    Amalia: 12 pe
    Andrew: 3 pe
    Eloise: 3 pe
    Calgacus: 6 pe


    Chiuso



    Edited by Il Tessitore - 28/5/2021, 20:23
     
    Top
    .
22 replies since 22/4/2021, 19:40   854 views
  Share  
.
Top
Top