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.Come Jade Queen avrebbe fatto in seguito, anche Calgacus McDougall propose, in quella riunione, di ricorrere all'aiuto dei Fantasmi.
Catherine personalmente non aveva granché stima di quegli spiriti. Neppure come ex-Responsabile del Fuoco aveva fatto affidamento a Donna Fireflies e non avrebbe certo iniziato quel giorno a interrogarli. Trovava le loro non-esistenze completamente prive di significato: non potevano più migliorarsi e non potevano più godere degli stimoli che aveva quel mondo, avendo una capacità sensoriale estremamente limitata. L'unica cosa che poteva distinguerli in positivo era la loro permeazione alle superfici e questa loro abilità poteva per l'appunto essere sfruttata per esplorare quei luoghi a tutti loro pericolosi. Quasi a malincuore dovette ammettere che quelle trasparenti e infestanti presenze potevano con molta pazienza rivelarsi utili. Ovviamente non si sarebbe mai fatta carico di interagirci; tentare di convincerli a cambiare le loro abitudini per dare un senso alla scelta discutibile che avevano fatto al momento del loro trapasso non rientrava fra i suoi interessi.
Quella discussione e, in particolare, l'intervento di Amalia Harp, le avevano però dato un'idea.
Rettore Sapiens, ho una proposta per quando interpelleremo il Cappello Parlante.
Prese parola qualche minuto dopo lo Storico della Magia, in modo tale da permettere a Sapiens di replicare al suo intervento.
Diamo vita a una Cerimonia dello Smistamento per tutti gli adulti e gli studenti della L.U.M.O.S. che si sono dimostrati abbastanza capaci e interessati da partecipare a queste riunioni e che, naturalmente, non sono già stati riconosciuti come membri di una delle Tre Case.
Se la collaborazione era fondamentale e la magia delle Case lo era altrettanto, allora perché non rendere tutti loro capaci di praticarla? Magari un Alchimista avrebbe saputo scorgere nell'elemento Fuoco un potenziale che a lei era sfuggito (per esempio).
Mi offro volontaria per insegnare la Magia del Fuoco a chi sarà ritenuto capace dal Cappello Parlante di praticarla.
Aumentare il numero di maghi e streghe abili di evocare questi particolari Incantesimi Personali, potrebbe ai miei occhi rivelarsi solo un vantaggio.
Forse le sarebbe stato risposto che non c'era tempo di organizzare una cosa del genere o che non erano necessari altri maghi affini a quegli elementi. Eppure era proprio l'assenza di un Responsabile Fuoco a quel confronto preliminare a convincere ancor più la professoressa Nott della validità della sua proposta.
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Nell'istante in cui Sofocles pose quelle nuove domande, la Docente di Astronomia rimase in silenzio ad ascoltare i pareri degli altri, rapita dai suoi pensieri e dalle possibili vie da intraprendere per cercare di carpirne di più sulla magia delle case.
Si chiese se il famoso libro che anni prima diede inizio a quei viaggi in cerca di risposte sulla loro magia, non potesse rivelarsi ancora utile in qualche modo: forse avrebbe dovuto parlarne con il Rettore, provare insieme ai colleghi ad aprirlo ancora una volta per capire se avesse altro da dire. Tuttavia, ricordava bene come fosse stato impossibile da aprire la prima volta, come se a dover decidere quando e dove aprirsi fosse il tomo stesso, per cui, ancora una volta, ogni strada sembrava chiusa o destinata a rivelarsi un vicolo cieco.
Tutte le strade tranne una, a quanto sembrava.
Ascoltò le ipotesi di Amalia e poi del Professor Mcdougal, trovandosi maggiormente d'accordo con le parole dell'ex Responsabile del Ghiaccio. Attese tuttavia che calasse di nuovo il silenzio prima di prendere la parola ancora una volta.
I fantasmi delle Case credo potranno rivelarsi utili, ma non hanno visto la nascita e la morte di Hogwarts, contrariamente al Cappello parlante.
E se le magie delle case sono primordiali, e quindi antecedenti ad Amestris, mi trovo molto più favorevole ad interrogare quest'ultimo anziché i primi, proprio perché c'è sempre stato.
O magari sarebbe stato ancora più utile interagire anche con le entità sopracitate, sperando potessero in qualche modo rivelarsi utili. Si chiedeva spesso a cosa pensassero i fantasmi, che concezione avessero del tempo presente e se i loro ricordi da umani sopravvivessero anche all'eternità, oltre che alla morte.
Si disse che probabilmente lo avrebbe scoperto presto.
Ascoltò quindi l'ultima, interessante proposta di Catherine Nott: l'idea di insegnare gli incantesimi delle casate ad esterni poteva forse rivelarsi utile, o forse no, e per più motivi: l'unicità della magie delle case, come avevano detto all'inizio di quella riunione, stava nel fatto di poterla acquisire e saper manipolare a prescindere dalle proprie doti elementali. Insegnare questi incantesimi non avrebbe in definitiva aggiunto nulla oltre alla mera conoscenza degli stessi a chi si sottoponeva all'esercizio; d'altra parte, il cappello parlante era davvero in grado di smistare anche gli adulti? E di donare loro l'innata capacità di padroneggiarli?
Non poteva saperlo con certezza, riponendo i suoi dubbi nelle sagge parole del Rettore Sapiens. Tuttavia, se la proposta di Catherine Nott fosse stata accolta positivamente, di certo non si sarebbe tirata indietro dal fare la sua parte.
Io potrei rendermi utile per la Tempesta, Rettore, se la proposta dalla Docente Nott è una via percorribile.. -
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Sui fantasmi lei stessa aveva avuto idea che potessero intervenire, quando aveva incontrato Donna si era chiesta come mai non potessero andare lì sotto e dare le informazioni ai vivi una volta tornati, dato che non avevano davvero più nulla da perdere.
I fantasmi sono legati alle case in base alla loro indole in vita, non in base al potere, né in base al loro smistamento.
Loro non sono mai stati Fuoco, Ghiaccio o Tempesta come accadeva per i fantasmi di Hogwarts. Anche se qualcosa può darsi li abbia condizionati nella vita con i poteri primordiali di cui stiamo parlando, ma… non sarebbero comunque consapevoli di questo.
Non potevano aiutarli riguardo la causa primordiale dei poteri, ma era ancora certa potessero essere utili come avanguardia per tornare nelle segrete.
Alla luce di quelle considerazioni, Mintaka non poté fare a meno di concordare con la proposta di Amalia Harp, invece, che ci aveva chiaramente visto più lungo.
Il cappello parlante era stato addestrato dai quattro fondatori di Hogwarts e, evidentemente, anche da Gaius Harmony alla nascita della nuova scuola.
Era uno degli oggetti più intelligenti mai creati, aveva più di mille anni, qualcosa doveva pur sapere, anche se…
La conoscenza delle case di Amestris è necessariamente limitata anche per lui.
Mentre cercava di ascoltare i suoi pensieri, non poté fare a meno di alzare gli occhi sulla professoressa Nott, sollevando invece le sopracciglia.
Difficilmente avrebbe contraddetto Catherine Nott o Amalia Harp, al contrario di quanto aveva fatto con il nuovo professore di Storia poco prima - che era nuovo ad Amestris e ai suoi misteri.
Lei, comunque, era convinta che l’affinità a una casa e a un elemento fosse una sorta di forza che si attraversava biunivocamente su misteri magici, avrebbero potuto discuterne proprio mettendo in discussione le loro convinzioni a vicenda per cercare di capire come agisse la fonte del potere.
In base a quello che io stessa vedo dei miei poteri, dovremmo supporre che invece l’affinità con le case si basi sulla capacità o meno di apprenderne gli incantesimi.
A meno che non si abbia una affinità elevata con gli elementi.
Succede anche per i Responsabili delle Case attuali, d'altra parte.
Dubitava che una volta smistati si potesse ottenere un potere improvviso, era piuttosto l’animo e l'indole che alimentavano la loro magia, quindi una persona adulta, ben più controversa e tanto formata, poteva dirsi molte più cose di una sola.
Se la magia che era a loro riservata si legava all’animo più intimo, potevano pensare di potersi smistare tramite il tentativo di apprendimento, cosa che invece agli studenti giovani e già smistati non accadeva; loro venivano suddivisi per l'animo, e il loro animo era affine agli elementi.
Ma erano delle speculazioni, e il resto delle idee le tenne per sé.
Scostò lo sguardo sulla professoressa Harp, infine.
Il cappello parlante è uno degli oggetti senzienti più intelligenti al mondo, per quanto si sa.
Lui è stato istruito dai fondatori di Hogwarts e di certo anche dal fondatore di Amestris.
Senza dubbio è l'idea migliore.. -
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Anita annuì rapida alle parole del Rettore e si sentì inibita per un attimo. Sentì di nuovo la sensazione di non essere all'altezza di quella riunione o, meglio, delle persone che ne partecipavano. Lei e Mintaka erano le uniche ex studentesse ad aver deciso di partecipare, ma Anita sentiva di essere lì più che altro perché voleva aiutare al suo massimo, consapevole dei propri limiti. Voleva essere parte della soluzione, ecco tutto.
Avrebbe voluto rispondere alla professoressa Levi riguardo agli eventi di Oxford, perché ricordava che a un certo punto lei era rimasta fuori dalla stanza con l'occamy gigantesco. Poi aveva sicuramente ascoltato molti resoconti, ma si rendeva conto che non poteva essere la stessa cosa. In ogni caso l'argomento si spostò rapidamente e non ci volle molto perché la Tempesta capisse che il suo racconto sarebbe stato quantomeno inappropriato e inutile. Ascoltò in silenzio, mentre i professori e gli ex professori si alternavano nell'esporre idee e congetture. Di quello si trattava, purtroppo. Ogni frase detta sulla magia delle Case era una congettura.
Concordo per quanto riguarda il Cappello Parlante. Potrebbe darci parte delle risposte che cerchiamo ed è l'unico a collegare il passato al presente.
Lo Smistamento sicuramente rende nota l'indole di una persona, attribuendole un nome: Ghiaccio, Fuoco, Tempesta. Però credo che sia proprio l'indole, l la nostra essenza a renderci in grado di padroneggiare la magia delle Case, non il carattere, ma qualcosa di più profondo. Il tempo può cambiarci, ma non se perderemo mai l'affinità con la nostra Casa e la sua magia.
Solo il Cappello può dirci cosa cerca in ognuno di noi in modo specifico.
Lanciò un piccolo sguardo in direzione di Mintaka, perché sentiva che forse in quella stanza era l'unica di comprendere fino in fondo le sue parole. Non erano più le bambine rimaste intrappolate ad Halloween in biblioteca nel corpo di un'estranea, a darsi una mano, a cercare di uscire da una situazione incomprensibile, ma tutte e due erano rimaste Fuoco e Tempesta. A prescindere da tutto e da tutti.
Aveva scritto tutto quello che avevano detto fino a quel momento, ma niente le permetteva di dire chi avesse ragione con totale sicurezza. L'unica cosa che poteva sapere era ciò che provava sulla propria pelle: lei non era in grado di governare altri elementi, ma la Tempesta le rispondeva come se fosse parte di lei. Questo non poteva essere dovuto solo a uno smistamento, quello era lei. Era sicura di non essere più l'undicenne che si era calata il Cappello sulla testa, in attesa di un verdetto che tale non era. Era solo l'esternazione di qualcosa che non poteva essere altrimenti, perché se anche fosse stata smistata nel Ghiaccio, se anche ci fosse stato un errore, era certa che non sarebbe riuscita a padroneggiarne gli incantesimi. Crescendo era cambiata, probabilmente la Tempesta che era in lei era diventata meno evidente, più controllata, ma sempre presente, eppure crescere le aveva imposto altre sfaccettature, si era plasmata con le azioni e gli eventi, ma la parte fondamentale di lei non sarebbe mai cambiata, non in modo così drastico e radicale. No, il Cappello semplicemente indirizzava i bambini verso ciò che era loro fin dalla nascita, ma non donava niente a nessuno, almeno non secondo Anita. Qualcuno gli aveva detto cosa cercare nelle loro teste? Nelle loro anime? Chi? Cosa doveva cercare?
Abbassò lo sguardo, pensosa, verso la pergamena con cui stava giocherellando da qualche secondo senza essersene accorta. La metteva sempre un po' a disagio parlare ad alta voce in quella stanza in presenza di tutte quelle personalità del mondo magico, però non dire niente sarebbe stato anche peggio.
Si morse l'interno della guancia e rilesse al seconda domanda posta dal Rettore.
Che i tre fori siano tre bersagli? Da colpire ciascuno con un incantesimo di una delle tre Case, in base alla disposizione dei simboli.
Si era voltata a guardare il disegno della porta con i tre simboli posti ai vertici. Sinceramente era l'unica cosa che le fosse venuta in mente e che non le paresse una totale idiozia.. -
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Sofocles guardò l'ex Responsabile del Ghiaccio con un piccolo sorriso sul volto: il Cappello Parlante era un ottimo alleato da sottoporre a interrogazione per una faccenda come quella. Appuntò personalmente quell'importante intuizione sul suo taccuino personale, lasciando alla piuma incantata l'onere di occuparsi del resto.
Anche l'idea del Professor McDougall avrebbe potuto rivelarsi molto utile, se soltanto i fantasmi si fossero mostrati collaborativi.
Abbiamo già provato ad interrogare i fantasmi, Professore, ma senza troppo successo: pare vogliano tenerci lontani dalla Segrete.
Forse riguardo la magia delle Case potremo fare un ulteriore tentativo, ma temo sia come suggerito dalla Signorina Al Hayes: dubito in una connessione tanto profonda fra i fantasmi e la magia di Fuoco, Ghiaccio e Tempesta.
Fu quindi verso Catherine Nott che si voltò, stavolta più serio, perché ciò che chiedeva era tanto ambizioso quanto complicato, oltre che, temeva, non molto utile.
Sospirò pacatamente nel tentativo di trovare le parole giuste con cui rivolgersi alla donna.
Cara Professoressa Nott, temo proprio che il Cappello Parlante non sarebbe in grado di smistare noi adulti: al contrario dei più piccoli, noi siamo già il risultato di diverse storie e di esperienza, siamo colmi di vita e di mondo, e, possibilmente, di ogni sfumatura delle tre case.
Loro, invece, hanno ancora davanti ogni strada percorribile, e ad avviarli soltanto un'indole scevra da condizionamenti che il Cappello è in grado di leggere guardando nelle loro menti.
Non sareste dunque in grado di utilizzare la magia delle case a prescindere dalla vostra affinità con gli incantesimi elementali; rimarrebbe sempre e soltanto un insegnamento esterno, che potrete comunque regalarvi in privata sede.
Questo era chiaro: il Cappello non sarebbe stato capace di smistare adulti, né tanto meno di donar loro la magia delle case. Se avessero voluto insegnarsi a vicenda gli incantesimi di Amestris, avrebbero potuto farlo a prescindere da un consenso suo o di chiunque altro, poiché era già in loro potere. L'impossibilità dello smistamento, dunque, rendeva poco utile persino il tentativo nei confronti di quella difficile situazione.
Si rivolse infine alla Signorina Hamilton, soppesando la sua idea per qualche secondo.
Mh, direi piuttosto che, come fori, potrebbero far passare qualcosa... Ma vedremo cosa ne penseranno i vostri colleghi nel corso delle prossime riunioni.
Ringraziò allora i presenti congedandoli dalla riunione, avendo raggiunto per quel giorno un unico, importante traguardo: interrogare il Cappello Parlante.Chiuso
SPOILER (clicca per visualizzare)Grazie a tutti per la partecipazione!
A breve saprete tutti di più su cosa è accaduto dopo la riunione..
Riunione I - La Magia delle CaseSala professori di Amestris |
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