Riunione I - La Magia delle Case

Sala professori di Amestris

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    Già da qualche giorno il Ministero aveva indetto un nuovo Bando Ministeriale per far fronte a nuove necessità, ancora una volta relativa alle Piaghe di Amestris: discutere, finalmente, di quanto accaduto nelle Segrete e di quanto appreso sulla Porta Misteriosa a partire dai verbali degli interrogatori dei Ventidue Maledetti.
    Una delle riunioni si sarebbe tenuta nel cuore di Amestris, per discutere proprio del potere e della magia che alimentava le tre Case, apparse simbolicamente ai vertici della porta triangolare sul fondo delle Segrete. Chiunque facesse o avesse fatto parte dell’Accademia di Magia come Docente, studente o personale di ausilio, avrebbe potuto prendervi parte mandando la propria candidatura al Ministero e annesso ruolo ricoperto in essa.
    Pochi giorni dopo, altre due riunioni si sarebbero tenute in sede M.A.G.I.C., a loro volta distanziate da poche ore di distanza l’una dall’altra: la prima avrebbe raccolto esperti di Magia Bianca, Tracciamento, Arti Oscure, Illusioni, per discutere delle magie animanti le Segrete e di come poterle affrontare per arrivare illesi fino alla Porta Misteriosa. E proprio quest’ultima sarebbe stata la protagonista dell’ultima riunione, all’attenzione di pozionisti, alchimisti, astronomi, runologi, storici, aritmantici, incantatori: la porta aveva un suo meccanismo? Era in qualche modo legata alle Piaghe applicate nelle Segrete e ai Ventidue Maledetti?

    20 Febbraio 2032 - 18.00 h



    Passi rapidi accompagnavano una figura maschile dai capelli brizzolati, sicura nel dirigersi verso la Sala Riunioni al primo piano dell'Accademia di Amestris. Come sempre nessuno, a un primo sguardo superficiale, avrebbe scommesso uno Zellino che quell’uomo fosse l’illustre Sofocles Sapiens. In quei casi il volto ormai celebre parlava più del suo semplice vestiario, anche perché era raro vedere l’uomo non pervaso dalla consueta giovialità che tanto lo contraddistingueva. Non che l’avesse persa del tutto ma il Rettore della LUMOS appariva diviso fra il concitato e il turbato. Un mistero non ancora risolto attivava il suo interesse, la curiosità innata di rivelare i meccanismi celati nelle Segrete di Amestris, dall’altra la frustrazione che in quattro mesi di progressi se ne contavano sulle dita di una sola mano.
    Varcò la porta della sala scelta per la riunione e cominciò ad allestire il necessario, intrattenendosi nell’attesa che giungessero i partecipanti previsti per quella giornata. Tutto era pronto quando i primi arrivarono, occupando le sedie attorno al grande tavolo centrale.

    Buon pomeriggio.

    Salutò Sapiens verso i presenti chiudendo magicamente la porta.
    Con un tocco di magia divise fra i presenti le pergamene contenenti gli estratti finali della relazione ministeriale stilata a dicembre, inerenti alle informazioni date da ognuno dei piagati rispetto alle Segrete e alla Porta Misteriosa. Erano state spedite per missiva privata a ognuno di loro già da qualche giorno, di modo che avessero il tempo di studiare le informazioni raccolte; Sofocles, in ogni caso, teneva all’ordine, e per venire incontro ad eventuali sbadataggini aveva comunque pensato di riproporre le stesse pergamene che ognuno di loro avrebbe già dovuto aver letto, per allora.
    Quel giorno ognuno di loro si trovava in sede per discutere principalmente di uno solo fra quegli aspetti, ma Sofocles era convinto che fosse necessario avere un’infarinatura di ogni cosa per riuscire ad avere una maggiore visione d’insieme. In ogni caso, lui stesso aveva aiutato i funzionari a redigere un verbale finale riassuntivo di tutti gli aspetti più attendibili emersi dall’interrogatorio, attendibilità data dalla diffusione dei contenuti e dalla sicurezza mostrata da chi li aveva elencati.
    Schiarì la voce con un colpo secco di tosse, dopo aver dato ai presenti diversi minuti per leggere quanto riportato su quelle pergamene, prima di prendere la parola.

    Come avete avuto modo di vedere, prima di cominciare vi leggerò il verbale finale elaborato dal Ministero, riassuntivo di tutte le informazioni raccolte finora in merito alle Case di Amestris.

    Estraendo un foglio di pergamena dalla borsa e schiarendosi la voce, Sapiens lesse quanto riportato:

    "Al termine delle Segrete, i malcapitati si sono trovati dinnanzi ad una porta misteriosa di forma triangolare di colore scuro. Ai vertici, incisi sulla pietra circostante, i simboli delle Casate di Amestris, mentre ad ogni estremità del triangolo vi sono dei piccoli fori."

    Anche quella pergamena, a partire dalla sua valigetta, arrivò nelle mani di ognuno dei presenti, che così potevano contare in ben tre fogli scritti e in più su altri che Sofocles aveva messo a disposizione per permettere loro di prendere appunti prima di intervenire, o anche dopo rispetto a quanto emerso dai pensieri dei colleghi, più penna e calamaio che aveva fatto il modo di far trovare in sala a ognuno dei partecipanti.

    Bene, ora che vi è chiaro l’ordine del giorno passerei alle domande che personalmente mi sono posto.
    Alla lavagna alle mie spalle, intanto, come potete ben vedere vi è uno schema riassuntivo di quanto affermato dalla maggior parte dei piagati, con ogni dato raccolto finora.


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    Sofocles Sapiens poteva aver calato lo spirito allegro, ma non avrebbe mai smesso di rivolgersi agli altri come se si trattasse del più importante compendio storico. Con quella parlata controllata, scandita e accompagnata da chiari gesti, era impossibile non fissare l’uomo che presiedeva la riunione appena cominciata.
    Un altro foglio passò nelle mani di Sapiens.

    Intanto...
    Qualcuno ricorda altro da condividere adesso, riguardo la magia delle casate? Tutto ciò che ricordate può essere utile, data la poca mole di informazioni che abbiamo a riguardo.
    Sì? No?


    Attese che qualcuno rispondesse alla sua domanda, pur che si trattasse del silenzio, pronto in seguito a presentare qualche altra domanda, per iniziare.

    Pronti Signori?
    Allora, innanzitutto: cos'è che caratterizza la magia del Fuoco, del Ghiaccio, della Tempesta?
    Perché ci sono i loro simboli fuori la porta misteriosa e non dentro come tutti gli altri?
    Cosa sono quei fori e qual è il loro scopo?

    A voi.


    Rialzò infine gli occhi verso il tavolo, passando in rassegna i volti in cerca di volontari pronti a intervenire. Il Rettore aveva parlato, il dibattito era finalmente cominciato con la speranza di mettere ancora più in luce gli strani eventi in quel di Halloween.

    Scadenza: 20 febbraio

    Vi sono state poste diverse domande. Potete rispondere ad una o a nessuna di esse, purché agiate con coerenza: se in base ai vostri talenti e ai vostri interessi riconoscete di avere più possibilità di elaborare risposte ad una domanda piuttosto che un’altra, allora scegliete quella; allo stesso tempo, se la branca di riferimento necessaria a rispondere ad un’altra domanda non vi appartiene strettamente, ma pensate di avere una qualche intuizione generica, potrete intervenire allo stesso modo.
    Partecipate, in sostanza, con coerenza.

    La role avrà la durata di circa un mese. Ogni settimana Sofocles vi porrà nuove domande, facendo la somma delle risposte raccolte finora, per cui cercate di essere esaustivi il più possibile, se possibile.
    La role è aperta a chiunque abbia almeno il titolo base in una delle discipline dichiarate in descrizione.

    COME SIETE ARRIVATI FIN QUI?

    Avete candidato la vostra partecipazione al Ministero che, infine, vi ha selezionato e permesso di unirvi: basta infatti avere il titolo minimo di almeno una delle branche indicate per poter autoconcludere l’approvazione ON della vostra candidatura ministeriale.
    Qualche giorno dopo, per missiva privata, vi sono stati inviati gli estratti II e III della relazione finale di Dicembre, gli stessi che adesso Sofocles ha distribuito e i cui contenuti sono stati riassunti dal Rettore della L.U.M.O.S. ad alta voce, prima che anche quel verbale vi si poggiasse fra le mani.
    Alle sue spalle, invece, è presente una lavagna con uno schema rappresentativo di ciò che studenti e docenti hanno ipoteticamente affrontato nelle segrete, a partire dalle informazioni da loro concesse.

    Potete partecipare a tutte le riunioni, a una sola o a due di esse, se le discipline di riferimento interessano i vostri PG, purché per ovvi motivi tralasciate quanto detto nelle altre ON, essendo svolte tutte (OFF) in contemporanea.


    Edited by Il Tessitore - 16/2/2021, 18:04
     
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    Dopo il suo parziale fallimento o parziale successo con Coral e Luke, Catherine era letteralmente diventata ossessionata dalle Maledizioni che stavano affliggendo i ventidue di Amestris. Non era certo lo spirito umanitario ad animarla, bensì la possibilità di confrontarsi con un tipo di magia oscura che aveva dell'incredibile.
    La strega si chiedeva, in particolar modo, se, al termine di quella storia, avrebbero potuto ottenere abbastanza conoscenze per progredire in quanto a comunità magica o se il meglio a cui potevano aspirare fosse semplicemente la risoluzione delle ventidue piaghe.
    Partecipare alle riunioni per gli esperti, presiedute dal Rettore Sapiens fu quindi un obbligo per lei, che, senza alcuna timidezza, sollevò la mano per quel primo incontro, che si stava tenendo in una Sala che lei conosceva fin troppo bene in quanto ex-Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure di Amestris.

    In quanto ex-Responsabile del Fuoco, posso affermare con cognizione di causa che gli Incantesimi delle Tre Case di Amestris non sono semplici magie elementali.

    Nessuna presentazione. Nessuno sciocco ed educato convenevole. Non era necessario. Avrebbe deviato l'attenzione di tutti e avrebbe fatto perdere loro tempo. La situazione, sebbene fosse stazionaria, era critica. Non poteva essere quello un luogo per cerimonie e rituali sociali. Quell'incontro serviva loro solo per scambiarsi informazioni e tentare di trarre quindi conclusioni.

    Come scrissi in un mio articolo, infatti, essi trascendano l'affinità che il mago ha con la natura; l'evocatore può riuscire o meno in uno di questi incantesimi poiché col suo carattere incarna l'elemento da cui viene scelto al momento del suo Smistamento.

    Lei, che non aveva granché padronanza della magia più naturale, riusciva estremamente bene in quella del Fuoco. Poteva affermare che apprenderla dallo stesso Preside quando era in vita, benché non fosse stato una passeggiata, le era venuto molto naturale.

    Il clima, così come il luogo, la latitudine e la stagione in cui vengono evocati possono influenzarne la potenza. Anche determinati eventi astronomici, come le eclissi, hanno effetto su questi Incantesimi.
    Che io sappia, solo il Preside Harmony, il loro creatore, ha saputo padroneggiarli tutti e dodici.


    Il Preside Laeddis, proprio nel corso del Torneo di Duello del 2031, le aveva rivelato che non aveva ancora studiato la magia delle altre Case, fermandosi solo a quella della Tempesta. La professoressa però non escludeva che fosse possibile emulare Gaius; lei, quando Thomas, suo nipote, sarebbe stato disponibile, ci avrebbe provato per lo meno a far propria una magia del Ghiaccio.

    Prendendo vigore dal carattere del mago, in quanto Esorcista, non escludo che essi lascino tracce, anche se non quanto le Arti Oscure.

    Non-Esseri come i Mollicci e Dissennatori si originavano proprio dalla paura e dalla nostra tristezza dei maghi e delle streghe. I Poltergeist prendevano non-vita in luoghi come le scuole di magia, dove i comportamenti spesso fuori dalle righe degli adolescenti certo non mancavano.

    Eppure bisogna tenere conto che in questa Accademia quasi ogni suo abitante li pratica con frequenza giornaliera.

    Anche se apparentemente ininfluenti, le energie rilasciate da quelle magie continue potevano sommarsi.

    Che la porta sia una neo-formazione magica?

    Lei aveva tenuto lezioni nelle Segrete più di una volta, mentre era un Insegnante e mai aveva notato un'architettura simile. L'ipotesi che quella struttura si fosse originata da sola non l'abbandonava.
    Pur avendo potenzialmente altro da aggiungere, la Professoressa Nott si sedette. Aveva già dato molto materiale su cui lavorare ai suoi colleghi ed era anche curiosa di sentire cos'avessero loro da dire.
     
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    Si sentiva impotente, Mikal, di fronte gli eventi della Notte del Terrore.
    Ma di una cosa era grata, anche a mesi di distanza: della possibilità che aveva dato a lei e a tutti gli altri Docenti di confrontarsi su un tema tanto particolare quanto quello della magia delle Case. Ricordava ancora il viaggio fatto fino ad Oxford insieme agli studenti, il libro magico, le pagine che avevano dovuto interpretare, fino a trovarsi circondati da una biblioteca colma di libri, di storia e di significati che ancora oggi, ad anni di distanza, rimanevano un mistero.
    C'erano poche certezze attorno alla magia di Amestris, poche cose note, e pochi posti in cui cercare risposte che non fossero ovvie.
    Ascoltò le parole di Catherine Nott con interesse, consapevole di quanto quella donna fosse colta e influente, memore delle esperienze vissute insieme al Wizengamot.
    Annuiva ad ogni suo intervento, chiedendosi se specificare o meno in quali condizioni astronomiche le magie di Casata diventavano più forti, lasciando poi che fosse un'altra consapevolezza ad invaderla, guidata e illuminata dalla riflessione dell'ex Responsabile del Fuoco.

    Riprendendo le parole della Professoressa Nott, ciò che personalmente trovo sorprendente della Magia delle tre Case, è che sia legata a queste ultime in maniera estremamente particolare.
    Lo stesso incantesimo, scagliato da un ragazzino al terzo anno, potrebbe riuscire, fallendo invece nelle mani di un mago o una strega adulti poco inclini al mondo degli elementali.


    Poteva sembrare una ripetizione argomentata di quel che aveva appena affermato la donna, ma secondo lei non era stato posto abbastanza l'accenno su quella singolarità; che la magia delle casate, invero, fosse elementale, ma solo finché ad evocarli non fossero gli abitanti di Amestris.

    Si direbbe allora che lo siano, elementali, ma solo finché non è uno studente dell'Accademia o un Responsabile a lanciarli.
    A quel punto, pare evidente che appartengano a ben altra categoria magica: magia personale, più che elementale.


    In che modo era possibile? Non ricordava, infatti, che alla Casa di Corvonero a cui era appartenuta ci fosse mai stato un richiamo tanto forte verso una magia o un incantesimo in particolare.
    Era a conoscenza degli oggetti di Casa, soprattutto a seguito della prima guerra magica, ma di incantesimi specifici, particolarmente affini ai membri di una delle quattro grandi forze di Hogwarts, nulla. Perché, invece, ad Amestris era stato possibile giungere ad una tale associazione magica? Come era avvenuta la fondazione di quel castello, nella fattispecie?
    Forse non era esattamente il momento adatto per porre ai presenti il suo quesito, ma di certo, dato il tema affrontato, non poteva che essere una curiosità di comune interesse.

    Ad Hogwarts, che io ricordi, non vi era la medesima affinità e associazione fra Casa e Magia.
    Come se dalla prima, in qualche modo, dipendesse strettamente la seconda...
    Cosa è cambiato, da allora? Cosa è successo, fra la distruzione di Hogwarts e la fondazione di Amestris?


    Si concentrò poi sulle ultime domande del Rettore, che aveva segnato su una pergamena che teneva davanti lo sguardo. Di certo non avrebbe saputo dire se la porta fosse una neo-formazione magica, né quale fosse il senso dei suoi fori; ma su cosa si fondasse la magia della Casa giallo-viola, non aveva il minimo dubbio.

    Da Responsabile della Tempesta, posso affermare con certezza che ciò che caratterizza la magia della mia Casata è scritta nei colori dell'Elettro, nel modo in cui agisce sul bersaglio, nella sua luce.
    La Tempesta è vivacità, forza, bagliore. E' di questo che bisogna essere colmi, probabilmente, per riuscire ad evocarne la magia.
     
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    Non aveva potuto evitare di partecipare a quella riunione. Quella era la sua scuola, i maledetti erano stati suoi compagni di Casa e suoi professori. Partecipare era davvero il minimo che fosse in grado di fare, ma era un primo passo. Non aveva ancora avuto idee decenti da poter utilizzare per aiutare uno dei piagati, ma cercare le cause scatenanti poteva essere altrettanto utile.
    Salutò tutti i presenti nella Sala Insegnanti quando fece il suo ingresso e si sedette insieme agli altri. Un gesto che le parve naturale, forse perché lo aveva fatto tante volte e proprio in quella stanza. Le sembrava strano non avere una spilla da Prefetto attaccata al mantello o alla divisa, le sembrava strano riunirsi con i professori, mentre di solito le riunioni svolte in quella stanza prevedevano solo la presenza dei rappresentanti degli studenti. Eppure adesso lei non faceva più parte del corpo studentesco, adesso si trovava dall'altra parte e non le dispiaceva del tutto. Estrasse dalla borsa la piuma che si era portata dietro e utilizzò la pergamena che diede loro Sapiens. Preferiva prendere appunti su tutto ciò che sarebbe stato detto, così da poterselo rileggere in futuro in caso di necessità. La mente poteva scordare delle informazioni, ma se queste venivano scritte era molto più difficile cancellarle.
    Scrisse tutto e ascoltò con attenzione, segnandosi anche alcune cose che vennero dette dalla Nott e dalla Levi. La sau mente le riportò delle immagini vecchie di anni, ma che non erano mai state dimenticate davvero, che non erano mai svanite. Erano sempre state un piccolo tarlo, un dubbio, una curiosità che non aveva mai trovato risposta, che non aveva mai trovato un modo per sfogarsi e si era annidata in lei. Adesso quella stessa cosa la spingeva ad aprire bocca, ma l'idea di mettersi al centro dell'attenzione in quella stanza la metteva a disagio, soprattutto in presenza di personalità come quelle.
    Quando le due donne ebbero terminato di parlare e nessun altro sembrò volersi esprimere a riguardo si trovò a fremere per parlare, ma senza sapere come dire ciò che voleva. L'unica cosa che sapeva con certezza era quella: se avesse taciuto non se lo sarebbe perdonato. Preferiva dire qualcosa di stupido e farsi guardare con disdegno, ma era lì per aiutare e non per starsene in disparte. Fece un piccolo respiro e aprì bocca, lasciando uscire le prime parole spuntandole quasi fuori.

    Anni fa intraprendemmo delle ricerche riguardo l'origine delle tre Case e della loro magia...

    A quel punto aveva iniziato a parlare, quindi tanto valeva cercare di darsi una calmata ed essere il più chiara possibile. Si voltò verso la Levischmiedt e cercò in lei una conferma delle sue parole, perché allora era solo una Prefetta del quinto anno, mentre la donna era già la Responsabile della Casa.

    Ci fece leggere delle traduzioni, traduzioni di pagine scritte in runico in cui si parlava dell'origine delle tre Case.

    A quel punto le tornò in mente la sera in cui nella camera della Notte Stellata erano stati fatti sedere in cerchio, era stata data loro la prima traduzione del libro, quella che parlava della Tempesta, ed era stato chiesto loro se si sentissero pronti a intraprendere un'avventura, un viaggio verso la scoperta di qualcosa che era parte di loro.

    Le ricerche vennero poi interrotte e non potemmo più procedere, ma avevamo trovato un indizio. Avevamo trovato un indizio per proseguire con la ricerca... In ogni caso questo indicherebbe un'origine antica e mai compresa.

    A quel punto altre immagini le turbinarono nella mente: libri che li colpivano da ogni direzione, bambini impauriti che cercavano di proteggersi come potevano, mentre lei, Artemis e Narcissa cercavano di portarli al riparo. Ricordò una scala a chiocciola e una stanza riempita da un Occamy. Un uovo che brillava e poi l'anfora che aveva recuperato e in cui la creatura si era tuffata per cacciare un topo. In piccola parte capiva perché il Ministero avesse proibito alla scuola quelle avventure, ma nessuno di loro era mai stato costretto a parteciparvi, non erano state condotte durante il periodo scolastico... Avevano scelto liberamente di intraprendere quella strada e si erano visti la strada sbarrata senza poterci fare niente. Avevano provato a protestare e proprio in quella stanza avevano raccolto abbastanza firme da poter essere presentate al Ministero. Niente però aveva fatto ottenere loro il permesso di proseguire in quella direzione.

    Abbiamo avuto a che fare con delle magie antiche, incomprensibili e nessuno ha più fatto nulla in proposito. Questo potrebbe aver influito sulla formazione di quella porta? O sulla sua scoperta?

    La Nott aveva proposto che fosse una neo - formazione e nessuno poteva davvero escluderlo, ma se invece fosse sempre stata lì e nessuno l'avesse mai vista? Se ciò che avevano fatto avesse dato il via a qualcosa che aveva solo incrementato un potere nascosto nella scuola? Poteva essere oppure era solo una sua stupida idea? Cercò di tornare a prendere appunti, provando a prestare totale attenzione a chiunque avesse deciso di parlare dopo di lei e cercando di non mettersi più al centro dell'attenzione. Non poteva davvero dirsi pentita di aver parlato, nonostante fosse consapevole di essere inferiore a chiunque lì dentro, ma non poteva tacere su quel particolare. Dovevano sapere tutto ciò che riguardasse la magia delle tre Case e quello era un capitolo interrotto.
     
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    Nella magia possiamo considerare l'applicazione dei simboli o segni come qualcosa che riunisce diversi significati e, in certi casi, incide un potere per evocarlo.

    Era una considerazione ovvia, che lasciò fuggire alla bocca mentre era seduta a sfogliare i fogli dei verbali.
    La vaga titubanza che aveva avuto inizialmente, a trovarsi tra quelle persone di un certo calibro, si era affievolita man mano che il sommo Sofocles Sapiens aveva srotolato una delle tre importanti questioni di quelll'accaduto devastante.
    Mintaka aveva avuto modo di incontrare solo di sfuggita i maledetti, uno tra loro era stato Bellamy, ancor prima di poter incontrare i suoi tirocinanti.
    Non aveva potuto fare a meno, poi, di incontrare il professor Laeddis, completamente perso, e aveva concesso occhiate ben poco discrete alla Responsabile della Tempesta che, all'apparenza, sembrava quasi normale.
    Le parole della Nott non si erano fatte attendere, e Mintaka aveva finalmente alzato lo sguardo sui presenti, per ascoltare le teorie o le speculazioni con una certa attenzione.
    Le due streghe adulte erano pienamente consapevoli della magia e anche delle forze delle loro Case, ma lei, come Anita, poteva vantare ben sette anni di assiduo e forte legame con gli elementi del Fuoco e della Tempesta.
    Forse quella era una delle riunioni per cui meno credeva di essere di troppo.

    Nella simbologia più semplice scrivere o incidere qualcosa al di fuori di un'area significa intendere quel gruppo di simboli come portanti.
    In particolare, come è sempre stato anche per l'esoterismo più grezzo: un gruppo di simboli non sono mai disegnati senza una logica tradizionale. Spesso la simbologia primordiale metteva la realtà naturale e quella soprannaturale in rappesentazioni con ordine precise. La naturale era considerata esteriore alla soprannaturale, come forza atavica più potente.


    Niente poteva essere messo a caso, soprattutto non in quel contesto: qualsiasi fosse la causa di quell'atroce maledizione, doveva essere ben chiara in quei simboli, ancor prima che nelle indagini.
    E i simboli delle tre case di Amestris erano di certo quelli più importanti.
    Ma di fondamentale era capire cosa e come la magia che

    Al contrario di quello che era stato creato per le case di Hogwarts; il Fuoco, il Ghiaccio e la Tempesta sono archetipi, cioè prototipi ideali, come ciò di cui parla la professoressa Nott.

    E quel che aveva detto la Levischmiedt era chiaramente una migliore spiegazione di quella che avrebbe dato lei con parole ben più scoordinate.
    Era però fondamentale capire cosa quelle tre case rappresentassero, cosa nel loro significato intrinseco potesse essere pienamente accolto da un mago o una strega che veniva smistato nell'una o nell'altra.

    Il simbolismo in questo caso è intrinseco anche nella stessa rappresentazione: ma è chiaro che ci sia qualcosa di doppia valenza.
    Il simbolo del Fuoco non rappresenta l'elemento del fuoco come fonte principale della magia. Io non sono in grado di avere potere sugli elementi, se non su questo.
    Gli stessi simboli di questi elementi hanno un significato atemporale che traspone il contenuto psico-magico, e lo stesso individuo che entra a far parte di una casa ricerca soprattutto attraverso essa, per ritrovare una completezza della propria magia.

    Aveva sempre creduto che lo smistamento fosse un incalanamento, non uno svelare. Che l'indole avesse il potere di imprigionare o di guidare e così valeva per quello che erano le case di Amestris.

    Le Case di Amestris hanno di certo radici più profonde, ed è anche per ciò che dice Anita.
    La recluta Hamilton.


    Si corresse, ricordando poi il contesto in cui si trovavano: di fronte alle loro ex Responsabili, insegnanti di tutto rispetto nell'intero Mondo Magico, e di fronte al rettore, per di più.

    Gli insegnanti trovarono un libro, delle rune legate a ogni casa, delle mappe, dell frasi che ci stavano suggerendo di cercare più a fondo, al di là di quei significati semplci che sembrano ricordarci la potenza degli elementi delle case.
     
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    Sofocles aveva accolto tutti i presenti con un tiepido sorriso, fin troppo concentrato sulle questioni che avrebbero affrontato a breve per intrattenersi in chiacchiere e convenevoli di vario tipo.
    La riunione ebbe inizio senza troppo fronzoli, fortunatamente, raccogliendo interessanti argomentazioni e osservazioni fin dal principio.
    La prima verso cui si voltò, pur cercando poco il suo sguardo, fu Catherine Nott, sua Docente presso la L.U.M.O.S. Ed ex Responsabile del Fuoco ad Amestris.

    Che la porta sia una neo-formazione magica?

    Cara Professoressa Nott, dubito potremo averne certezza fino a quando non riusciremo a trovarci di fronte ad essa. Le chiedo, a questo punto, in qualità di Esorcista: cosa porterebbe di positivo e di negativo alla nostra situazione attuale che si trattasse o meno una neo-formazione magica?

    Ascoltò quindi i dubbi della Docente di Astronomia e Responsabile della Tempesta, la Professoressa Levischmiedt, annuendo appena in sua direzione.
    In effetti sembravano esserci delle note discordanti nella narrazione antica delle vecchie Casate di Hogwarts, e nelle più attuali di Amestris. Si voltò dunque in direzione della Signorina Al Hayes, studentessa presso la L.U.M.O.S. Al secondo anno, annuendo con ancora più decisione alle sue parole. Sospirò, allora, riunendo le dita fra di loro, mentre tornava a rivolgere il suo sguardo alla Docente di Astronomia.

    Storia di Amestris, Professoressa Levischmiedt, riporta che furono il compianto Harmony insieme al Ministro Parish, con la collaborazione delle scuole di Magia vicine, a portare alla costruzione di Amestris. Cosa è successo alla magia delle Case, invece? Magari è proprio come esposto dalla Signorina Al Hayes. Magari, le Case di Hogwarts fondavano la loro esistenza su quella di un mago o di una strega che legavano a loro ogni simbolismo; Le Case di Amestris, invece, poggiano evidentemente su una magia di tipo archetipo-arcana preesistente. Non possiamo nemmeno immaginare se queste stesse magie fossero state alla base delle vecchie case di Hogwarts, senza poterne avere certezza. Ma di certo, c'è che questa stessa magia fosse preesistente ad Hogwarts, a Castellobruxo, a Durmstrang, e così via. Ed è per questo che siamo qui oggi, per provare ad indagarne l'origine, finalmente, per la prima volta in maniera approfondita e specifica in relazione alle scuole di magia.

    Sofocles andò oltre la domanda della Docente, cercando di trovare un senso a qualcosa che lo affascinava come poche altre, e considerata la portata di ciò che conosceva, era tutto dire.
    Ascoltò quindi le ultime riflessioni della Recluta Hamilton e della Signorina Al Hayes, annuendo debolmente. Ricordava bene le spedizioni degli studenti di Amestris, essi avevano avuto l'approvazione da parte del Ministero per svolgere quelle ricerche che non potevano non aver interessato uno storico come lui, salvo poi interrompersi per volere stesso del Ministero.

    Magari, in futuro, il Ministero darà nuovamente il consenso per continuare quel genere di ricerche. Personalmente, spero vivamente che ciò accada al più presto, anche se dati i tempi che corrono...
    In ogni caso, se ricordate qualcosa di utile al caso, per discutere della magia delle Case, saremo lieti di ascoltarvi.


    Tornò dunque nel silenzio per qualche istante, dando modo ai presenti di ragionare sulle ultime riflessioni. Poi schiuse ancora le labbra, cercando lo sguardo dei Docente e degli ex studenti.

    Posto questo, signori, vi invito a cercare di rispondere alle domande poste di seguito: c'è bisogno di trovare una risposta ad ognuna di esse, infatti, per sperare di progredire nella ricerca. Ci sarà tempo dopo per formulare le vostre domande.
    Per cui, di nuovo: cosa potrebbero essere i fori nei pressi dei simboli di Casata? La loro vicinanza è fortuita o legata a qualcosa?
    E da che caratteristiche è costituita la magia delle case del Fuoco e del Ghiaccio?
    In ultimo: quale relazione può esserci fra la magia delle casate e quanto accaduto nelle Segrete, se c'è una relazione?


    Scadenza 6 Marzo incluso
    Vi invito a rispondere alle domande di Sofocles, prima di porne di vostre, perché ognuna delle ipotesi formulate può essere utile ad avvicinarci sempre di più alla risoluzione del problema.
    Chi si unisce adesso alla riunione può asserire di esservi dal principio, rispondendo o meno alle domande del primo e del secondo turno.
    Fra i PG attualmente attivi che possono unirsi alla riunione, vi sono:

    Amalia Harp (Ex Responsabile del ghiaccio)
    Michael JD Rosenbaum (Responsabile Fuoco)
    Everett Marshall Price (Responsabile Ghiaccio)
    Leonard Lennox
    Andrew E. Laeddis (Ex preside, Tempesta)
    Derek Wade
    Caleb Walker (ex Docente)
    Artemis Baskerville (ex Studente)
    Sam L. Fairfax (ex studentessa)
    Eloise Hunt (infermiera, Fuoco)
    Narcissa Harp (Ex studentessa)
    Viktor Navorski (ex studente)
    Elijah Nott
    Alec Bànach


    Edited by Sofocles Sapiens - 1/3/2021, 08:23
     
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    Ascoltò con interesse e attenzione gli interventi di Sapiens e degli altri presenti, soprattutto le parole di Mintaka, ex studentessa del Fuoco e Caposcuola, che sembravano dirette più di altre a tentare di rispondere alla sua domanda più o meno implicita nei confronti delle casate di Hogwarts e di Amestris a confronto e della magia ad esse associate.
    Ma la vera sorpresa fu l'intuizione, o l'osservazione di Sapiens: se Ghiaccio, Fuoco e Tempesta erano il risultato o l'esternazione di una magia più profonda, arcaica, originaria, allora era probabile anche che soggiacesse alle case di tutte le scuole magiche, sebbene inconsapevolmente. Non era difficile, col senno di poi, immaginare un legame fra la Casa dei Grifondoro e quella del Fuoco, di Corvonero e della Tempesta, Tassorosso e Ghiaccio; restava esclusa Serpeverde, che Storia di Amestris affermava essere stata smistata in tutte e tre le nuove casate. Chissà che genere di magia atavica soggiacesse a quella casata, se l'intuizione di Sapiens fosse stata corretta.
    Dopo quell'attimo di riflessione, Mikal tornò con la mente alle domande del Rettore, schiudendo le labbra per dar voce ai pensieri.

    Non sono sicura di cosa siano quei fori; certo è, a mio parere, che nulla sembra essere lasciato a caso in quella porta. Il loro scopo sarà sicuramente funzionale a qualcosa, e non semplicemente decorativo.
    La stessa cosa vale per i simboli delle casate.
    Credo sia essenziale fare luce sulla loro magia per riuscire ad aprire la porta, ma in che modo? Questo è il vero mistero.


    Ma fu un altro pensiero, a quel punto, a rapirla come lei stessa desiderava rubare tutto ciò che non le apparteneva: le avventure di Casa. Non era passato troppo tempo da quelle ricerche, e tuttavia sembrava un'eternità, adesso che riportava alla memoria quanto vissuto, pronta a rendervi partecipi anche i presenti.

    Anni fa venne ritrovato un libro molto pesante che tuttavia non accennava ad aprirsi.
    Fu Laeddis, l'ex Preside, a riuscirci, mostrando delle pagine colme di rune.


    L'ultima frase era stata aggiunta con un pizzico d'orgoglio, lo sguardo chino, a ricordare la figura di Andrew che aveva guidato per anni quell'Accademia, e i docenti e gli studenti a procedere con quelle ricerche.

    Quelle raccontavano delle tre casate e degli elementi che racchiudono. Della loro magia e di quanto sia antica, atavica, ricca di misteri ancora insvelati.
    La Casa della Tempesta si ritrovò a cercare maggiori informazioni ad Oxford.


    Volse dunque lo sguardo in direzione di Anita con un piccolo sorriso, incoraggiandola, se avesse voluto, a continuare il suo racconto; lei avrebbe potuto raccontare quanto vissuto dal punto di vista degli studenti meglio di quanto avrebbe potuto fare lei.
     
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    Aprire le porte di Amestris agli ex studenti ormai universitari si era rivelata un'ottima idea. Price ascoltava interessato le congetture elucubrate tanto dalla collega e astronoma quanto più dalle due fanciulle, fra cui una che conosceva molto bene. Ancora una volta Anita Hamilton si dimostrava la talentuosa HitWitch che aveva avuto modo di osservare: pur non disprezzando l'altra dall'apparenza volitiva il vampiro aveva sempre un occhio di riguardo per l'ex Tempesta così interessata a perfezionarsi in Pozioni.
    Le prime elucubrazioni ricevettero ben presto le risposte del sapiente Rettore, mentre Everett fissava la lavagna arricchita di disegni che non aveva avuto modo di osservare dal vivo. E per fortuna, altrimenti non sarebbe stato nominato come sostituto del Preside e chissà quale facoltà mentale avrebbe perduto al pari delle sventurate scese assieme all'uomo il cui unico ruolo parziale risiedeva nella cattedra di Aritmanzia.

    Se come dice lei le Case di Amestris fondassero su magie di tipo archetipo-arcana, ciò stonerebbe con la diceria che siano il semplice frutto di un rimescolamento fra gli ideali di Serpeverde e le altre tre Case.

    Rivolse lo sguardo profondo a Sofocles Sapiens, come se d'un tratto esistesse solo lui all'interno della Sala. Non che rappresentasse la realtà, avendo ben più genere femminile attorno a sé per fortuna.

    Personalmente sono entrato di recente nel corpo docenti e subentrato agli inizi di quest'anno come Responsabile del Ghiaccio. Ho visto testardaggine come richiamo alla mia Casa e la perseveranza tipica dei figli di Helga Hufflepuff, ma qui finisce. Credo più sia divenuto qualcosa a , perché ci sono molti elementi nel Ghiaccio che rimandano a Corvonero come la solitudine e la meditazione. Non conosco la situazione delle altre due Case, ma potrebbero esserci riscontri piuttosto simili.

    L'unico dettaglio che aveva appurato da esterno alla Casa di Tempesta e Fuoco erano i pregiudizi che correvano, incuranti degli ideali che avrebbero dovuto incarnare. E, ahimè, spesso corrispondeva al vero, come aveva constatato il giorno in cui la signora Dixon lo aveva nominato Preside davanti all'intera Sala Grande. Dove finiva l'orgoglio impetuoso dei Fuoco, dove si nascondeva la scaltra astuzia dei Tempesta? In nessuno dei ribelli vedeva ciò, solo un ammasso di stupide convinzioni e conferme delle voci che correvano. I Fuoco nullafacenti, i Tempesta strampalati pazzoidi. E i Ghiaccio rigidi pali privi di emozione, anche se su questo ultimo punto poteva benissimo confutare il tutto. Di nuovo, pareva sciocco attribuire le vecchie Case di Hogwarts a qualcosa che aveva assunto vie del tutto indipendenti.

    La Casa del Ghiaccio per quasi dieci anni ha avuto un solo esponente, la professoressa Harp. Un cenno cerimonioso alla predecessora, colei che aveva guidato per tutto quel tempo a capo di quella Casa. Eppure trovo quasi affascinante come, nel momento in cui ne abbia assunto le redini, sia divenuto padrone della magia del Ghiaccio senza sforzo alcuno, come se fosse il Ghiaccio stesso a elevarmi come suo eguale. Su questo punto mi associo alla professoressa Levischmiedt.

    Ora che il Responsabile era lui la magia del Ghiaccio gli apparteneva. Non aveva abbandonato la donna, non aveva ceduto col posto anche le proprie capacità nella magia dell'elemento. Aveva solo trasferito anche in lui quei poteri, definendolo parte del tutto racchiuso nel Ghiaccio. Giammai un simile accadimento avveniva nelle mura di Hogwarts, nemmeno nella tarda epoca vittoriana in cui Everett aveva vissuto. Che la magia agisse secondo vie arcane, incomprese talvolta, non avrebbe dovuto sorprenderlo eccessivamente, ma che si muovesse per mezzo di forze ancestrali sì. Un'abilità del genere avrebbe attirato le attenzioni di chiunque, perché nessuno fino a quel momento si era posto quella domanda?

    I Responsabili sono adulti, non subiscono Smistamento da parte del Cappello Parlante, tuttavia ricevono la capacità di controllare l'elemento anche senza avere sufficiente padronanza dei restanti. A memoria d'uomo non credo vi siano stati casi analoghi nell'intero globo. Forse i libri di cui discorrevano le signorine e la professoressa sono più risolutivi da questo punto di vista.

    Concluse prima di passare alle ulteriori domande poste dall'uomo che presenziava la riunione in corso.

    Se i fori avevano margini precisi, non frastagliati o grezzi, c'è da credere che uno scopo lo abbiano e che non siano semplici imperfezioni su un muro. Come per esempio essere utili per lo sblocco del meccanismo dietro la porta, probabilmente attraverso un incantesimo affine alla Casa in questione.
    Il Ghiacco è paziente, perseverante, intraprendente, cristalli geometrici che si incastrano così alla perfezione da suscitare ammirazione. È solido ma dinamico, che nasconde un pullulare di vita non appena si scioglie. È necessario molto autocontrollo per evocare la magia del Ghiaccio, un autocontrollo che potrebbe servire per la risoluzione del mistero.


    Non bambinate sul perdere il proprio scranno. Una certa persona avrebbe dovuto saperlo, in fondo.
    Interazioni con esseri umani +3 Carisma = 39 -> 42
    Tratti di vampiro celati tramite la Trasfigurazione


    Edited by Everett Marshall Price - 8/3/2021, 12:48
     
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    Catherine ascoltò tutti con attenzione, prestandone particolare al Preside Price e per le parole che rivolse riguardo alla Casa del Ghiaccio e alla sua magia.
    Quell'uomo dall'aria austera e nobiliare era dotato di un fascino raro. Che fosse un uomo erudito era palese. Egli, inoltre, trasmetteva un certo orgoglio per come parlava. Sarebbe stato bello se avesse preso parte al Corso che stava organizzando presso il palazzo dei MAGIC. Quella sarebbe stata un'ottima occasione per studiare chi, in quel momento, aveva la responsabilità sull'Accademia di Amestris.
    Per quanto riguardava la Riunione che stavano affrontando, era implicito cosa le venisse chiesto.

    La magia del Fuoco trae la sua forza dal coraggio.
    Aver coraggio per un Fuoco significa conoscere la paura ed impadronirsene.


    Molti stolti si definivano coraggiosi, ma non erano nulla se non piccole zanzare. Agivano guidati da istinti bassi, dalla noncuranza per se stessi o per gli altri. Si nutrivano del sangue di esseri più grandi di loro, di giganti capaci di schiacciarli con un solo dito, ma non perché erano valorosi, bensì perché erano semplicemente affamati. Essere Fuoco non significava affrontare un titano a testa bassa senza ragionare.

    Il panico altera la respirazione. Solo controllando il terrore si mantiene un respiro regolare ed esso corrobora i nostri Incantesimi.

    Anima Draconis, in particolare, mostrava quanto fosse vero quello che aveva appena detto Catherine Nott. Il loro Incantesimo finale, che traeva tutta la sua forza dai loro respiri, certo non poteva essere evocato da chi nel pericolo perdeva la calma e diventava polipnoico.

    Inoltre, avere un obbiettivo preciso, che guida le nostre azioni, innesca come una scintilla le nostre magie; privi dell'ambizione o di uno scopo, la fiamma non si genera e neppure il respiro più controllato può quindi alimentarla.

    Aveva visto una fiamma spegnersi per quel motivo: quella di suo nipote Elijah. La magia del Fuoco non era tanto stabile quanto lo era quella del Ghiaccio. Il suo elemento era informe, capace di riscaldare quanto di ferire e divorare.

    Ciò che differenzia maggiormente la magia del Fuoco da quella di Ghiaccio e Tempesta, infine, è la capacità di controllare il nostro elemento, animandolo.

    L'Incantesimo Ignis Agitatio dominava le fiamme e le potenziava addirittura. Era un Incantesimo straordinario, su cui Catherine, come molti altri scelti da quell'elemento, aveva più volte fatto affidamento.
     
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    Giorni prima, esattamente come agli partecipanti, oltre all’invito riguardo la riunione, le erano state consegnate al maniero anche le pergamene riguardanti tute le informazioni raccolte durante i vari interrogatori. Da quel momento, Amalia si era messa a studiarle per allargare la sua conoscenza in merito, colmando quelle zone lacunose che senza di essi, non avrebbe mai potuto riempire ed arrivare così ad avere un quadro d’insieme.
    Così, al rintocco delle sei pomeridiane, la docente di Incantesimi si trovava in Sala Professori per la riunione indetta da Sofocles Sapiens relativa alle piaghe che avevano colpito Amestris la notte di Halloween. Le piaghe però non erano le sole protagoniste di quel disgraziato evento: ruoli protagonisti giocavano anche la misteriosa Porta triangolare, i simboli e le scritture apparse su di essa e, tema centrale di quella riunione, il potere della magia che nutriva le tre Case, di cui i simboli erano apparsi ai vertici della pietra triangolare nell’oscurità delle Segrete del castello.

    Sulla superficie lignea del tavolo, il suo riflesso sfocato che se n’era stato tranquillo ed immobile fino ad allora venne oscurato dalle pergamene che il Rettore aveva fatto comparire davanti ad ognuno di loro: anch’esse contenevano gli estratti finali della relazione ministeriale stilata a dicembre e inerenti alle informazioni raccolte dai vari interrogatori sulle Segrete e alla Porta Misteriosa. Nonostante le conoscesse già poiché le stesse di quelle che le erano state mandate, la strega ascoltò con viva attenzione il riepilogo fatto da mago.
    Subito dopo prese vita uno scambio di opinioni molto interessante. Ogni intervento aveva qualcosa di particolare, un dettaglio da analizzare e che apriva la strada a diverse riflessioni. Separatamente, ogni concetto avrebbe potuto benissimo sostenere un dialogo ricco di sfumature e catalizzare l’attenzione di molte tra le menti più brillanti.

    Si ritrovò a stringere le palpebre alle parole della giovane Al Hayes, scoprendole estremamente affini ai suoi pensieri. Le Case di Amestris non erano casuali, non lo erano mai state. Amestris era giovane rispetto ad Hogwarts, ma il triplice potere che l’alimentava no: possedeva radici profonde, primordiali. "Il germoglio del loro potere"… quelle parole rimanevano impresse con chiara nitidezza nei suoi ricordi. Si voltò verso Monsieur Price seduto accanto, annuendo a ciò che stava dicendo. Anche se da solo un anno a capo della Casa del Ghiaccio, aveva descritto perfettamente le sue caratteristiche, cogliendone i punti cardine.

    I Ghiaccio sono più focalizzati, producono una magia meno spettacolare se vogliamo metterla così, ma più costante.

    Che poi per spettacolare vi erano mille sfaccettature ed era di sicuro una cosa soggettiva, oltre che per lei, di sicuro, ogni espressione della magia lo era. Ma il punto era un altro, almeno dalla sua prospettiva, della quale non aveva alcuna certezza che potesse rappresentare un inizio giusto, ma sentiva di condividerla con ognuno di loro.

    Archetipi… personalità. Ognuna delle Case ne ha una, ne rappresenta una. Esse sono state descritte dai precedenti e dai nuovi esponenti. Per come la vedo io, tutto si riconnette alla loro natura e tutti noi sappiamo che una forma di espressione della magia – se non la principale – è proprio la personalità.

    Lo dimostrava il passato, come lo dimostravano loro stessi e gli studenti ex e nuovi. I tre Elementi si esprimevano attraverso loro e avrebbero continuato a farlo attraverso tutti i figli che avrebbero acquisito. Non si poteva ignorare quel dato di fatto.

    Conveniamo tutti che quei tre fori perfettamente circolari apparsi ai vertici della porta e appena sotto ad ogni simbolo non sono casuali, non possono esserlo minimamente. Forse, dobbiamo vederli come delle porte, dei punti di incalanamento per convogliare in essi la magia delle tre Case. Credo che occorrano tutti e tre: queste tre personalità magiche che differiscono radicalmente l’uno dall’altro, ma si rispecchiano vicendevolmente perché magari sono i volti di un’unica grande magia per nutrire la fonte della porta.

    Dopo aver espresso la sua ipotesi, una parte almeno, tornò in silenzio. Giuste o sbagliate quelle parole erano si erano generate dopo vari studi e pensieri dettati da quei pezzi di puzzle.
     
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    Una volta sviscerate le idee riguardo la magia delle Case, Mintaka si rese conto di quanto il gruppo di maghi e streghe pronti a cercare una spiegazione a quel mistero avrebbe dovuto muoversi brancolando tra domande mirate, e precisazioni del rettore dell'Università Magica.
    La magia delle case di Hogwarts si ritrovava in oggetti che ne racchiudevano la memoria storica, la storia della scuola antica era chiara a tutti, così come le vite dei famosi fondatori.
    Da una parte, ad ogni modo, Mintaka credeva stessero tutti ragionando su bias di conferma.
    Era vero che la loro magia era profondamente legata al loro archetipo, ed era altrettanto vero che alcuni maghi adulti erano capaci di imparare gli incantesimi delle case, ma credeva si trattasse più di capacità di manipolare gli elementi e non l'affinità vera e propria che, invece, avevano ottenuto loro.
    Fu il vicepreside della scuola, l'uomo dai modi eleganti e affascinanti che sedeva tra loro e con cui non aveva mai avuto a che fare, a esprimere una parte del suo pensiero.

    Quel che dice il professor Price è ciò che mi fa pensare che vi sia un potere arcano maggiore, che va al di sopra dell'archetipo del singolo.
    Come è vero che un mago può imparare a utilizzare la magia delle case, persino delle altre come è accaduto a me in passato, è vero anche che perdendo l'affinità con gli elementi non riesce più a evocare tale magia.


    Lei, per esempio, aveva conosciuto un paio di incantesimi della Tempesta quando era più piccola: ora non era capace di evocarli più, se non quelli del Fuoco, e supponeva si trattasse del suo allontanarsi dalla magia degli elementi.

    Quindi un padrone degli elementi sarebbe in grado di evocarli tutti, una volta appresi. Ma questo prescinde dal potere archetipico.
    Mentre un mago che non è affine alla magia degli elementi non può imparare questo genere di incantesimi, a meno che non sia stato investito della Responsabilità della casa, o non sia stato parte di quella casa.


    Era, in effetti, uno dei tanti misteri magici, come i veri Grifondoro capaci di richiamare a sé la spada.
    Cosa davvero avesse donato a loro la nobile possibilità di essere tanto affini a elementi così potenti non era ancora dato saperlo. Ed era per questo che per le ricerche sulle case di anni prima le era rimasto l'amaro in bocca.
    Che vi fossero altre risposte arcane appartenenti a quelle case, d'altra parte, era sembrato chiaro.
    Le ultime domande del loro Rettore sembravano, d'altra parte, avere dentro di sé una risposta, di già.
    Price e Harp diedero l'unica risposta ovvia che veniva loro in mente.

    Potrebbero attivare qualcosa, ma per farlo è necessario analizzarli di nuovo, con queste consapevolezze. Serve dover tornare là.

    Disse infine, senza sapere cosa aggiungere se non uno sguardo rivolto a tutti, facendo appena più fatica a nascondere la voglia di esplorare quei sotterranei.
    Era pur vero che in uno dei verbali si parlava di qualcuno che aveva toccato quella porta, ed era altrettanto vero che qualsiasi cosa vi fosse là sotto, era necessario scoprirlo aprendola.
     
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    Ogni parola dei presenti poteva essere un utile tassello a completare un quadro dalle sfumature insolite e addirittura invisibili ai loro occhi, quello della magia delle Case. Sofocles aveva appuntato quanto riferito durante quell’incontro tramite l’uso di un’affidabile penna magica, così da potersi invece concentrare sui presenti e su ogni pista da loro proposta.
    Si trovava in parte d’accordo con le parole del Preside ad interim, così come con il resto degli interventi, d’altronde.
    La verità era che loro avevano fin troppo da scoprire a riguardo, e fin troppo poche strade da percorrere.

    Da quanto sta emergendo quest’oggi, pare che ci sia molto di più da sapere e cercare riguardo la magia delle casate.
    Ma come? In che modo potremmo saperne di più?


    La sua era una vera domanda ma anziché rivolgerla alla platea parve piuttosto parlare all'aria, come cercasse le risposte altrove, verso qualcuno o qualcosa che non poteva ascoltarli in quell'istante, dandole il tono di una domanda retorica.
    Di quella storia vi erano molte domande ma poche certezze. Fra queste la consapevolezza del coinvolgimento della magia delle case, in un modo ancora soltanto ipotizzabile, per lo meno fino a quando non avrebbero raccolto anche il resto dei dati dalle altre riunione. Dopo quelle, se non fossero riusciti a raggiungere un numero esiguo di risposte o idee, avrebbero avuto molta più fatica nel tentare di avanzare verso quel tunnel oscuro che erano le maledizioni delle segrete e la porta misteriosa.

    Inoltre, se la porta è realmente una porta e se la magia delle case ne è centrale, considerando i simboli che la racchiudono, in che modo è ipotizzabile bisogni intervenire?

    Sofocles Sapiens tacque, conscio che a breve probabilmente la riunione si sarebbe conclusa. E si sperava con molte più risposte che domande.

    Scadenza: 11 Aprile incluso
    State per ricevere dei sussurri interiori dal Tessitore… i vostri PG infatti, dopo avere ascoltato i suggerimenti degli altri e le sollecitazioni di Sofocles, hanno maturato delle nuove ipotesi in base alle conoscenze e alle capacità di intuito in loro possesso.
    Potete sfruttarli ON ovviamente, ma in che modo?

    - Alcuni suggerimenti sono delle domande dirette volte a far riflettere voi player nel tentativo di trovare da soli la risposta. Sono, dunque, un tentativo di indirizzamento verso una strada più corretta;
    Altri suggerimenti, invece, sono delle affermazioni più o meno esplicite che potrete riportare nel pensato, nel narrato, ovviamente in maniera coerente al vostro PG (non dovrete certo fare copia incolla!) e, se volete, aggiungervi altro che gli stessi suggerimenti vi suscitano.
    Considerato che alcuni di voi hanno ricevuto fino a un massimo di 8 suggerimenti, sarebbe impossibile che tutte queste intuizioni vi giungano nell’arco di 5 minuti (durata approssimativa temporale di un post), per cui potrete procedere nel modo seguente: ad ogni post potete inserire un massimo di 3 suggerimenti. Vien da sé che per inserire i restanti, sempre che non siano nel mentre stati scritti da altri, dovrete postare ancora (approfittando del Post o Croce!); il consiglio che vi diamo è di privilegiare i suggerimenti legati principalmente al vostro ambito di riferimento, lasciando quelli generici ad altri o per un eventuale secondo post.
    Potete allora fare più post, anche di seguito, senza aspettare la mediazione di Sofocles; lui vi ascolterà e appunterà ogni cosa che direte prima di fare un commento finale.
    I suggerimenti sono stati mandati a tutti i PG in possesso di Titoli inerenti alle 3 riunioni, e non soltanto a coloro i quali hanno partecipato fino ad ora attivamente. In questo modo chiunque dei sopracitati può ancora unirsi alla riunione, fingendo di esservi stato fin dall’inizio, e partecipare attivamente alla riunione.
    Per i PG che partecipano a due o tutte le riunioni, sappiate che alcuni suggerimenti potrebbero ripetersi, per cui scegliete con coerenza quale utilizzare in quale riunione, considerata la loro ambientazione differente (prima viene la riunione I, poi la II, poi la III)
    Si raccomanda di non effettuare metagame attraverso divulgazione o consulti OFF sui suggerimenti, in quanto non è detto che due PG abbiano ricevuto o vogliano parlare degli stessi input ricevuti via MP.
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    Prendeva appunti e ne aggiungeva di personali, accompagnati da segni, frecce e cancellature. Ciò non le impediva di ascoltare con attenzione gli interventi altrui, ai quali riservava subito una trascrizione sebbene in forma più coincisa. Ogni volta che ne aggiungeva uno era come se quell'enorme puzzle aumentasse i suoi tasselli. Al momento però, se ne guardava l'insieme, aveva la sensazione che per adesso stessero tutti avvicinandosi dall'esterno, come se avessero posto le basi per la fragile cornice di quella grande tela, che andando verso il centro risultava ancora sfocata ai loro occhi.
    Alzò gli occhi su Mintaka quando la studentessa ribadì la necessità di ritornare là sotto per poter elaborare un'ulteriore analisi. Con un movimento quasi impercettibile le venne spontaneo accennare un consenso verso di lei semplicemente perché si trovava d'accordo. Nei primi giorni dopo la notte di Halloween non ne voleva sapere di Segrete e compagnia bella, ma più il tempo passava, più i ragazzi, loro, la scuola intera soffriva e più il bisogno di capirci qualcosa aumentava in lei.

    Esattamente. Le avventure che le tre Case hanno compiuto anni fa non sono state che l'inizio. Abbiamo conosciuto una minima parte, ma che ci sia dell'altro è stato chiaro già alla fine di quelle avventure. Esse stesse ne hanno richiamate altre che purtroppo ancora non abbiamo avuto modo di intraprendere.

    Dal primo viaggio e dalla sua conclusione non avevano altro che trovato altri indizi per continuare, per scoprire cosa si celasse dietro ad ognuna di esse.

    Sappiamo solo quando sono nate come Case e cioè con la nascita della scuola, ma la loro origine è primordiale, come il loro potere che sappiamo tutti - o almeno chi è venuto a conoscenza del Libro degli Elementi - che si fonda su magie antichissime e sconosciute.

    Dovevano andare indietro per avanzare, riempire un vuoto che non potevano più ignorare.
    Furono le parole del Rettore Sapiens unite a quelle considerazioni a farle pensare alle parole che stava per avanzare.

    Forse, sarebbe bene rivolgerci a qualcuno che ci sia stato non solo durante la fondazione della scuola, ma che c'era già dal passaggio da una all'altra. Qualcuno più antico e saggio di noi... tipo il Cappello Parlante potrebbe dirci qualcosa di importante. Trattandosi di magia delle Case forse lui può sapere qualcosa in più, d'altronde conosce la scuola così bene da poter distinguere dove smistare gli studenti?

    Un tentativo andava fatto. Avrebbero fatto l'ennesimo buco nell'acqua o forse no, non poteva averne nessuna certezza, ma di sicuro avevano bisogno di conoscere e non potevano permettersi di escludere niente.
     
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    Amalia Harp la colpì decisamente in positivo. L'ex-Vicepreside aveva dimostrato un acume senza pari nell'indicare il Cappello Parlante come soggetto da interpellare e, infatti, quel vecchio e logoro copricapo era la costante. Dai tempi di Godric Grifondoro, che l'aveva tessuto e animato, a quelli di Harmony, in cui gli era stato insegnato un nuovo tipo di Smistamento, lui era sempre stato presente in quelle scuole di magia. Aveva visto nella mente di molti maghi e streghe, compresa quella della stessa Catherine, e sembrava possedere a volte la capacità di scrutare il futuro grazie alla grande mole di conoscieze accumulate nel corso dei secoli.
    Quando l'Insegnante di Incantesimi parlò, Catherine fece segno d'assenso con la testa.

    Chissà di cosa sarebbe capace senza la piaga ad affliggerla!

    La professoressa Harp era un asso di cui doveva tener conto. Sapiens certo avrebbe dovuto farlo visto quanto da sola aveva suggerito a chi rivolgersi.
    Piuttosto che ribadire concetti già espressi, come la necessità di collaborazione o di come la magia delle Case potesse essere la chiave per aprire la porta, la professoressa Nott scelse quindi di rimanere in silenzio.
    Era decisamente interessata alle "avventure" che le tre Case avevano vissuto qualche anno addietro ed era certa che la conoscenza di cosa fosse avvenuto in quei frangenti potesse avere una parte in quella storia oscura.

    Nessun Responsabile del Fuoco a prendere parte a questa Riunione. Che fine ha fatto Rosenbaum?

    Lo notò in quel momento e, involontariamente, i suoi occhi verdi si posarono sulle figure degli altri Responsabili presenti; il Ghiaccio poteva contare addirittura sulla presenza della sua ex-punta di diamante.

    Almeno c'è Al Hayes. Lei avrebbe saputo spiegare la magia della sua Casa; l'ha vissuta per sette anni interi. In confronto a tutti i suo Responsabili, lei è forse ben più esperta sul cosa significhi essere Fuoco.

    La ragazza, inoltre, aveva partecipato a quelle avventure e vista la vicinanza che aveva con lei, poteva chiederle di fornirle quanti più dettagli poteva su quegli eventi. Sì, Al Hayes poteva essere la chiave che avrebbe potuto permetterle d'accedere a quella conoscenza, ma - certo - non le avrebbe posto la sua richiesta in quel frangente.
     
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    Finora Calgacus era rimasto in silenzio, sentendo di non poter portare apporto concreto a una riunione che discuteva di magia elementale particolare, perché era una branca che non aveva padroneggiato in prima persona e che si limitava ad ammirare come uno strano fenomeno naturale: splendido e sorprendente, ma molto distante.
    Si era chiesto nei diversi mesi che aveva passato ad Amestris, se esistesse uno smistamento anche per gli adulti, un modo per attingere e studiare, almeno in forma teorica, quello che stava alla base di Fuoco, Ghiaccio e Tempesta. Eppure quel senso di alterità ed esclusività, che pure rispettava enormemente, l’aveva dissuaso. Non c’erano ragioni per cui Calgacus McDougall potesse accedere a un segreto privato, il segreto di un altro o di molti altri: si sarebbe limitato a considerarlo qualcosa di interessante da osservare.

    Chiedo perdono…


    Intervenne, una domanda sulla punta della lingua già da un po’, senza che avesse trovato il momento giusto per porla.

    Concordo con la p-professoressa Harp. Ho solo una domanda di carattere generale su un altro gruppo di abitanti della scuola, i fantasmi. Mi rivolgo a chi è nella scuola da più tempo di me, perché ammetto di non aver mai… a-avuto a che fare

    Tossicchiò nel pugno chiuso per dissolvere l’imbarazzo. Non era stata una manovra attuata di proposito evitare i fantasmi, ma una parte di lui si era adeguata con un certo sollievo a questa casualità. Non aveva paura dei fantasmi, anzi, sarebbe stato sciocco pensando che il suo docente preferito, ad Hogwarts, era stato a propria volta un fantasma; eppure aveva avuto il sentore che alcuni di loro avessero personalità troppo effervescenti per il suo carattere. Gli stava bene così.

    So che alcuni fantasmi sono rappresentanti delle tre Case, dunque non è da escludere che possiedano delle conoscenze particolari che a noi sono precluse, magari riguardo l’origine di questi poteri o la s-struttura fisica di Amestris.


    Non cercò direttamente lo sguardo di Amalia Harp, Mikal Levischmiedt o di Catherine Nott perché scoprì di non essere in grado di sostenerli. Evitò volutamente quello del Preside e della ragazza vestita di nero che era stata tanto arguta nel suo ultimo ragionamento, ripiegando sulle proprie nocche.

    Anche perché sono stati i fantasmi ad avvertire i docenti in Sala Grande del pericolo che correvano gli studenti. Una certa Victoria è stata vista aggirarsi nelle segrete… Non sono stati interrogati?


    Mi aggiungo in ritardo e taggo tutti.
    Amalia Harp , Catherine Nott , Mintaka Al Hayes , Anita Hamilton, Mikal Levischmiedt Everett Marshall Price
     
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