Riunione I - La Magia delle Case

Sala professori di Amestris

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  1. Amalia Harp
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    Giorni prima, esattamente come agli partecipanti, oltre all’invito riguardo la riunione, le erano state consegnate al maniero anche le pergamene riguardanti tute le informazioni raccolte durante i vari interrogatori. Da quel momento, Amalia si era messa a studiarle per allargare la sua conoscenza in merito, colmando quelle zone lacunose che senza di essi, non avrebbe mai potuto riempire ed arrivare così ad avere un quadro d’insieme.
    Così, al rintocco delle sei pomeridiane, la docente di Incantesimi si trovava in Sala Professori per la riunione indetta da Sofocles Sapiens relativa alle piaghe che avevano colpito Amestris la notte di Halloween. Le piaghe però non erano le sole protagoniste di quel disgraziato evento: ruoli protagonisti giocavano anche la misteriosa Porta triangolare, i simboli e le scritture apparse su di essa e, tema centrale di quella riunione, il potere della magia che nutriva le tre Case, di cui i simboli erano apparsi ai vertici della pietra triangolare nell’oscurità delle Segrete del castello.

    Sulla superficie lignea del tavolo, il suo riflesso sfocato che se n’era stato tranquillo ed immobile fino ad allora venne oscurato dalle pergamene che il Rettore aveva fatto comparire davanti ad ognuno di loro: anch’esse contenevano gli estratti finali della relazione ministeriale stilata a dicembre e inerenti alle informazioni raccolte dai vari interrogatori sulle Segrete e alla Porta Misteriosa. Nonostante le conoscesse già poiché le stesse di quelle che le erano state mandate, la strega ascoltò con viva attenzione il riepilogo fatto da mago.
    Subito dopo prese vita uno scambio di opinioni molto interessante. Ogni intervento aveva qualcosa di particolare, un dettaglio da analizzare e che apriva la strada a diverse riflessioni. Separatamente, ogni concetto avrebbe potuto benissimo sostenere un dialogo ricco di sfumature e catalizzare l’attenzione di molte tra le menti più brillanti.

    Si ritrovò a stringere le palpebre alle parole della giovane Al Hayes, scoprendole estremamente affini ai suoi pensieri. Le Case di Amestris non erano casuali, non lo erano mai state. Amestris era giovane rispetto ad Hogwarts, ma il triplice potere che l’alimentava no: possedeva radici profonde, primordiali. "Il germoglio del loro potere"… quelle parole rimanevano impresse con chiara nitidezza nei suoi ricordi. Si voltò verso Monsieur Price seduto accanto, annuendo a ciò che stava dicendo. Anche se da solo un anno a capo della Casa del Ghiaccio, aveva descritto perfettamente le sue caratteristiche, cogliendone i punti cardine.

    I Ghiaccio sono più focalizzati, producono una magia meno spettacolare se vogliamo metterla così, ma più costante.

    Che poi per spettacolare vi erano mille sfaccettature ed era di sicuro una cosa soggettiva, oltre che per lei, di sicuro, ogni espressione della magia lo era. Ma il punto era un altro, almeno dalla sua prospettiva, della quale non aveva alcuna certezza che potesse rappresentare un inizio giusto, ma sentiva di condividerla con ognuno di loro.

    Archetipi… personalità. Ognuna delle Case ne ha una, ne rappresenta una. Esse sono state descritte dai precedenti e dai nuovi esponenti. Per come la vedo io, tutto si riconnette alla loro natura e tutti noi sappiamo che una forma di espressione della magia – se non la principale – è proprio la personalità.

    Lo dimostrava il passato, come lo dimostravano loro stessi e gli studenti ex e nuovi. I tre Elementi si esprimevano attraverso loro e avrebbero continuato a farlo attraverso tutti i figli che avrebbero acquisito. Non si poteva ignorare quel dato di fatto.

    Conveniamo tutti che quei tre fori perfettamente circolari apparsi ai vertici della porta e appena sotto ad ogni simbolo non sono casuali, non possono esserlo minimamente. Forse, dobbiamo vederli come delle porte, dei punti di incalanamento per convogliare in essi la magia delle tre Case. Credo che occorrano tutti e tre: queste tre personalità magiche che differiscono radicalmente l’uno dall’altro, ma si rispecchiano vicendevolmente perché magari sono i volti di un’unica grande magia per nutrire la fonte della porta.

    Dopo aver espresso la sua ipotesi, una parte almeno, tornò in silenzio. Giuste o sbagliate quelle parole erano si erano generate dopo vari studi e pensieri dettati da quei pezzi di puzzle.
     
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