Per toccare la luce, dovrai passare tra le ombre

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    [Domenica 8 Febbraio 2032, sera]


    Era domenica. L'occasione per sfruttare a pieno i benefici portati dal Solstizio d'Inverno era stata mancata. Purtroppo, anche se per lei non erano vitali, Catherine Nott aveva preferito aspettare la pubblicazione dei Rapporti Ministeriali affinché nessuno potesse mettere in dubbio il suo agire.

    La strega si trovava già nella Stanza del Cammino del Club Icaro. Aveva in mano la sua bacchetta magica. Si trovava al centro della stanza. Alle sue spalle c'era il bersaglio della Casa del Fuoco. Dei Ventidue maledetti, la Professoressa della L.U.M.O.S. attendeva Luke Lygeon e Coral Allen.

    Tentare di Esorcizzare le loro Piaghe in quel luogo aveva diversi vantaggi: innanzitutto, nessuno li avrebbe per sbaglio potuti interrompere; in secondo luogo, le Stanze dei Club si trovavano allo stesso piano dell'Infermeria. Quest'ultimo vantaggio l'aveva ben taciuto sia allo studente del Ghiaccio che alla Caposcuola della Tempesta; non voleva innervosirli. Il rischio che uno di loro tre avesse poi bisogno di recarsi dalla Guaritrice Eloise Hunt per ricevere delle cure era concreto e una persona paranoica come Nott non lo trascurava.

    Alcuni Esorcisti facevano ricorso alla luce delle candele per trovare la concentrazione. Catherine, dopo aver oscurato completamente quel luogo, aveva evocato e acceso due bracieri. Le fiamme che risplendevano erano azzurre, conferendo a quello spazio un'atmosfera spettrale.
    Ogni volta che i polmoni di quella strega si riempivano d'aria, il fuoco si ritraeva. Ogni volta che espirava, si ravvivava d'improvviso. Doveva aver evocato il potente Ignis Agitatio, l'Incantesimo Pirocinetico che tutti gli studenti del Fuoco s'impegnavano a padroneggiare, una volta che avevano raggiunto in quinto anno di studi arcani.

    La strega, che si era impegnata a incontrare sia Coral che Luke nel mese di Dicembre 2031, non avrebbe vacillato. Vedeva nel compito, di cui si era fatta carico, delle opportunità uniche: non solo avrebbe permesso agli studenti di Amestris di poter tornare a condurre una vita normale, ma avrebbe potuto mettersi in luce come Esorcista e avrebbe soprattutto potuto studiare approfonditamente le Piaghe di Amestris.

    Evento di Capodanno - Post 4/11


    Edited by Catherine Nott - 28/1/2021, 15:16
     
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    C’era stato un tempo, fra l’anno prima e l’inizio di quello nuovo, in cui Luke si era creduto cresciuto come persona e come mago. Eppure, guardandosi ora avrebbe faticato a capire il perché di quella straordinaria convinzione. Un po’ patetico, inutile e vinto dagli eventi: forse non era mai davvero migliorato, forse era stato sempre e solo in sospeso fra l’impressione del cambiamento e la speranza di non restare fermo al punto di partenza, o quantomeno andare all’indietro.
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    Illuso. In fondo cosa aveva raggiunto in più di tre anni di scuola se non qualche targa laccata e una nuova scopa da corsa? Ché nemmeno una volta era riuscito ad aiutare i suoi amici nel momento del bisogno… diamine, a stento riusciva a proteggere sé stesso.
    Era piuttosto avvilente e mortificante raggiungere la Nott con simili pensieri, a dispetto di quanto avrebbe dovuto sentirsi grato per la preziosa possibilità concessagli, come un uccellino in gabbia a cui veniva schiusa una finestra sul cielo. Uno scampolo di speranza che avrebbe condiviso assieme a-

    Coral…
    Ciao.


    Incrociata a metà del corridoio che portava verso l’ingresso della Stanza del Cammino, anche la Caposcuola si era rimessa all’ala esperta di Catherine Nott e, in qualche modo, lo confortava il pensiero di non trovarsi da solo in quella situazione.
    Durante ciò che restava del breve tragitto non si concesse più di un saluto e un dimesso cenno del capo, troppo preso dal corso degli eventi per pensare ad altro che non fosse quello che li avrebbe attesi al di là della porta.

    Kyklos.

    Eccola lì, illuminata alle spalle da un fuoco a tratti sinistro e magnetico, non meno misterioso ai suoi occhi di ciò che la strega aveva in mente per mettere un freno alle loro maledizioni.

    Buonasera Professoressa Nott.

    In quel momento tutto gli appariva più cerimonioso e solenne di quanto a cose normali non sarebbe stato, tanto che persino riscriversi a mente le frasi da pronunciare adesso gli sembrava un esercizio di futilità. Eppure Luke era lì in piedi davanti a lei, pressoché immobile, arreso a qualsiasi cosa lo aspettasse e al contempo emozionato come non mai all’idea di poter scacciare una volta per tutte la versione peggiore di sé.

    Evento di Capodanno – Post 7/21
    CITAZIONE
    Piaga: il Salmone
    Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Il cuore le balzava sul petto ad ogni passo, mentre le labbra secche premevano l'una contro l'altra come fossero carta vetrata. Gli occhi, che ancora subivano i residui del trucco, erano accerchiati da grosse borse: quella notte non era riuscita a chiudere occhio, e non per colpa dello Yule.
    Coral era sempre stata un'amante del controllo, che era ciò che più le mancava dalla notte di Halloween insieme alla terra sotto i piedi.
    Non sapere in che modo Catherine Nott avrebbe agito su di lei, con che incantesimi, con che speranze e soprattutto con quali conseguenze, non la faceva stare bene. Gli ultimi giorni erano stati un continuo tentare di camminare in equilibro fra la stanchezza e la follia; nel mezzo, l'ansia.
    Banalmente, pensò quando ancora dentro la sua camera, non sapeva nemmeno come ci si vestiva per un esorcismo.
    A quel pensiero, senza poterlo sopprimere, sorrise. Sorrise talmente tanto e con talmente tanta foga che Dottore cominciò a miagolare, preoccupato o disturbato da quel suono che, iniziato come liberatorio, divenne ogni istante più strozzato, l'inizio di un pianto isterico.
    Cedette per terra, Coral, con le gambe e il cuore fragili. La paura la stava divorando dentro, e tutto ciò che voleva in quell'istante non era cercare consolazione in Bellamy, in qualche docente o chiunque altro: voleva spogliarsi, trasformarsi e scappare per i boschi. Sentire l'aria fredda sulla pelle, gli odori della natura coprirle i pensieri, offuscarle la mente, ricordarle cosa fosse la felicità.
    Tirò su col naso, guardando verso l'orizzonte dalla sua finestra. Doveva andare.
    Alla fine decise che il nero sarebbe stato il colore che, almeno lei, avrebbe indossato per quell'esorcismo. Tuttavia, stavolta, il pensiero non la fece ridere nemmeno un po'.
    Portò con sé soltanto la bacchetta che stringeva di già fra le dita pallide, come sperasse in qualche modo di trarre da essa la sicurezza che non riusciva a trovare da sola.
    Scese le scalinate con calma, senza fretta, cercando di dominare l'ansia con la lentezza dei movimenti. Quando arrivò al quarto piano, riuscì a scorgere la figura di Luke da lontano. Scambiò con lui un cenno di sfortunata intesa, prima di venire catapultata verso l'alto dalla mano invisibile. Ripiombò per terra qualche istante dopo, cercando di rimettersi in piedi al meglio delle sue possibilità, fortunatamente senza vomito da ripulire. Lanciò una breve occhiata verso Luke, profondamente infastidita da quella situazione.

    Finiamo questa cosa.

    Fu tutto ciò che ebbe da dirgli, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lo seguì quindi a ruota, trovandosi immersa nell'oscurità: per lo meno sul nero aveva avuto ragione. Non voleva però dire che le piacesse.
    Anzi, il tutto era abbastanza spettrale da non migliorare affatto il suo umore già instabile. Portò le pupille sui fuochi blu respirando a pieni polmoni, come cercasse di trovare sostentamento da quella poca luce. Ascoltò poi Luke salutare la donna, notandola tutta d'un tratto nascosta fra le ombre.
    La fisso negli occhi, per quanto il buio lo permettesse, sentendosi improvvisamente carica di emozioni difficili da spiegare. Non la salutò, né fece alcun accenno con il capo in sua direzione. Quell'atmosfera, quell'ambiente, tutto era persino meno rassicurante di quel che aveva potuto immaginare: si stavano letteralmente affidando al caso. Lo realizzò in quell'istante, mentre la paura del mancato controllo arrivava al suo apice: si fidava di Catherine Nott, altrimenti avrebbe rifiutato il suo aiuto. Tuttavia, avrebbe anche voluto sapere di più, conoscere con cosa avrebbe avuto a che fare, prepararsi con la mente e con l'anima.
    Per la prima volta da mesi, Coral, più che triste o sconsolata, si sentì arrabbiata, e proprio nei confronti di chi era lì per salvarla, senza nessun reale motivo: Catherine era semplicemente diventata il capro espiatorio per il suo dolore, insieme a quel luogo, al buio, alle braci, al silenzio.

    Voglio sapere cosa ci farà.
    Cosa proveremo, come ci sentiremo, come sarà dopo.


    Deglutì, con le nocche che si facevano persino più serrate sulla bacchetta, chiedendosi dove avesse messo quella forza d'animo nelle ultime settimane, sentendone già la mancanza mano a mano che la spavalderia si sostituiva al timore di avere esagerato e di avere allontanato l'unica persona che poteva aiutarla a tornare alla sua vita di ogni giorno.

    Piaga: 1/5
    Capodanno: 13/21
     
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    Catherine Nott salutò con un cenno del capo Lygeon e poi udì e vide Allen. La ragazza era nervosa, tesa. Aveva paura. Anche se l'Insegnante non fosse stata una Legilimens, avrebbe potuto saggiare quel sentimento, che impestava improvvisamente l'aria della stanza del camino a causa sua. Mancava della stessa fede che animava la presenza di Luke. Voleva conforto e la strega adulta si rendeva conto che non aveva affatto creato un ambiente sereno per accoglierli. Ma lei non era un'Infermiera, che si prendeva cura dei propri pazienti. Lei era un'Esorcista che eradicava le Maledizioni.
    Le fiamme diventarono rosse. Nott aveva appena rilasciato la propria magia. Guardò dritta negli occhi la signorina Allen. Non avrebbe avuto pietà.

    Ha mai sentito parlare di un luogo, di una stanza o di un oggetto capace di stregare con ventidue Piaghe diverse chi lo violava?

    La domanda, evidentemente retorica, era fatta a dentistretti. Il momento per essere confortevoli era ormai passato. Non c'era più tempo per esitare e per conto suo Catherine riteneva di aver già avuto tutto il consenso per agire.

    Come Esorcista con un'esperienza decennale, non ho mai udito o letto nulla di simile.

    Lei non avrebbe detto "non dovete preoccuparvi, perché qui ci sono io". Perché persino lei stessa era impensierita per quello che stava per affrontare.

    Cos'avverrà da qui a pochi istanti non posso prevederlo, ma, a differenza di altri professionisti, che con ogni probabilità vi riempirebbero d'intrugli, agendo a casaccio, io posso Tracciarvi.

    Fece un passo verso Coral. Se la bambina avesse voluto farle perdere tempo con i suoi piagnucolii avrebbe potuto notare quanto inopportuna fosse agli occhi dell'Esorcista.

    La Tracciatura è un'arte Arcana indolore, che non presenta alcun rischio per voi. Se mi renderò conto attraverso di essa che siete al di là del mio aiuto, non farò nient'altro. Ma se dovessi intravedere anche la minima possibilità di migliorare la vostra condizione, agirò.

    In Nott non c'era alcuna esitazione. Non era permesso tremare dinanzi a energie malevole o esse avrebbero potuto approfittarne.

    Se avete obiezioni, parlate ora.

    Un invito all'apertura piuttosto incoraggiante, vista l'asprezza e la durezza che l'aveva preceduto.
    Non avrebbe detto loro che lei, nonostante l'incognita, osservava con positività le loro condizioni: infatti, già parte delle loro Piaghe era in parte regredita; non vedevano più il nemico nell'altro. Questo significava per Catherine che le energie che provocavano in loro quei malus potevano essere esaurite, a differenza di quello che avveniva dopo essere morsi da un Licantropo (per esempio).

    Evento di Capodanno - Post 5/11
     
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    A differenza di Coral, comprensibilmente agitata, Luke era così sovraccarico di emozioni da non riuscire a trovarne un centro. A un certo punto, impossibile dire quando di preciso, affidarsi alla Nott e al corso degli eventi per lui era diventato non solo inevitabile, ma persino necessario. In fondo cos’altro poteva fare a parte battere i pugni, stringere i denti o dare piena fiducia all’aiuto verso cui lui stesso aveva teso la mano?
    Ascoltò in ossequioso silenzio la risposta della strega, lontana dall’essere un rimprovero e allo stesso tempo vicina a toccare le note del biasimo, almeno in apparenza. Perché che fosse stato nelle sue intenzioni fin dall’inizio o meno, aveva cominciato per introdurli a quanto quella sera avrebbe tentato di portare avanti con loro.
    Era chiaro che non avesse né le capacità né gli strumenti per comprendere appieno cosa avesse in mente, ma per quel che diceva e come lo stava dicendo per lui era difficile far fiorire persino il più piccolo dei dubbi o ripensamenti, anche perché una volta giunto a quel momento era probabilmente l’ultima cosa che si poteva permettere. Una crepa sulla superficie, un’ombra di troppo, sarebbe bastato poco a mandarlo in frantumi e non voleva rischiare aspettando oltre. Una parte di Luke provava persino una sottile linea di risentimento nei confronti di Coral, come se fossero bastate le sue domande ad agitare più del dovuto le acque già turbolente in cui navigava, ma soprattutto a separarlo per un minuto di troppo da ciò per cui aveva aspetta così a lungo.

    Nessuna.

    Un brivido gli percorse la schiena, non si era mai sentito in quel modo, così impaziente, vulnerabile e dipendente dagli altri. In aggiunta, adesso, lo preoccupavano appena le parole della Nott, che non davano garanzie di successo, solo fatti e possibilità: se neppure lei poteva aiutarli, allora la situazione si prospettava ben più seria e buia di quanto già non fosse, ed era di sicuro l’ultima cosa in cui avrebbe sperato.

    Proceda.

    Pensò rivolto più a ciò che aveva nel cuore che non davanti a sé. Dopotutto lei non aveva davvero bisogno del suo tacito assenso, affatto, eppure Luke decise di offrirglielo ugualmente. Un cenno del capo appena percettibile, scosso da un sentimento che era la somma di tanti altri e impossibile da definire a parole.

    Evento di Capodanno - Post 8/21
     
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    Quello che Coral chiedeva alla Nott non era conforto.
    Sapeva bene che da quella donna non avrebbe mai potuto ottenere nulla di simile, né si sarebbe mai rivolta a lei in cerca di affetto: alla fine dei conti era maledetta, non stupida.
    Quel che invece voleva, pretendeva da lei, erano risposte. Non perché non si fidasse delle sue capacità ma perché aveva bisogno di sapere cosa le sarebbe successo, seppur a grandi linee, cosa avrebbe provato, come si sarebbe sentita.
    Era una maniaca del controllo e in quanto tale gettarsi nel buio senza sapere quanto sarebbe stato profondo il baratro non avrebbe fatto per lei. Ma sapeva che l'avrebbe fatto comunque, in una circostanza come quella: la Nott aveva ragione.
    Si trattava di qualcosa di inedito per chiunque, anche per i maghi più esperti. Era vero ed anche il motivo per cui, due mesi dopo, si trovavano ancora nella medesima condizione.
    Coral deglutì, consapevole che non avrebbe mai ottenuto le risposte che desiderava, nemmeno da Catherine Nott.
    Cercò quindi lo sguardo di Luke, chiedendosi come facesse a non avere i suoi stessi dubbi, le sue stesse paure. Forse le aveva, anzi, <i>doveva</> averle, altrimenti sarebbe stato un alieno.
    Osservò Catherine Nott avanzare verso di lei cercando di mantenere il più possibile il suo sguardo, anche se avrebbe preferito mille volte la morte piuttosto che sentirsi giudicata da lei.
    Coral detestava apparire debole. La sua piaga, invece, la costringeva ad esserlo o a sembrarlo continuamente, il che la rese persino più detestabile di quanto non fosse già.
    Tuttavia, la sicurezza e la mancanza di esitazione nella voce della Nott, paradossalmente, furono per lei di grande aiuto.
    Inclinò leggermente il capo in avanti, cercando di prendere un grosso respiro per sciogliere le spalle dalla tensione che fino a quel momento le avevano rese di pietra.

    La ringrazio, Professoressa.

    Cercò il suo sguardo ancora una volta, nell'ombra, a sostegno di quelle parole.
    Catherine Nott poteva essere una donna dura, persino arida sotto certi punti di vista, ma era l'unica speranza che aveva per uscire da quell'incubo.
    Si voltò dunque verso Luke, che non aveva nulla da obiettare. E dato che nemmeno lei aveva altro da aggiungere, inclinò il capo lateralmente per indicare alla donna che anche per lei non ci sarebbero state obiezioni di sorta.
    La tracciatura, da quel che sapeva, era una pratica innocua. Si chiedeva invece se anche tentare di liberarla da qualsiasi cosa l'animasse – se qualcosa l'animava – sarebbe stato altrettanto indolore.
    Deglutì, a quel punto, piegando insieme le mani sopra al ventre.
    Da quel momento in poi Catherine Nott avrebbe dato inizio a qualsiasi cosa avesse in mente di fare e se Coral non era ancora pronta, avrebbe dovuto esserlo presto.
     
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    Catherine Nott, dopo aver ricevuto da entrambi il consenso per procedere alla Tracciatura, rimase qualche secondo immobile e continuò a guardarli. La strega adulta non stava esitando. Li osservava e pensava a come avesse reagito lei con Chris, quando lui le aveva dato il permesso per ottenere informazioni del proprio passato attraverso la Legilimanzia. Lei si era rifiutata. Il mago allora era stato costretto a consegnarle quei filamenti argentei di memoria in una fiala, in modo tale da permetterle di consultarli da sola grazie all'uso di un Pensatoio. Lei aveva rinunciato alla verità immediata; aveva preferito sborsare una marea di Galeoni per avere un Pensatoio e per non essere in balia della mente di un mago, che in fin dei conti, aveva fatto parte anche del suo vissuto come studentessa di Hogwarts nella Casa dei Serpeverde.
    Chi era quindi lei per giudicare la ragazza? Lei, che era ancor più paranoica, poteva solo stimare chi aveva dinanzi per come si consegnasse al suo esame.

    Avvicinatevi.

    Nonostante l'empatia che sentiva di provare per quei due studenti, l'ordine che diede loro fu impartito con tanto distacco da apparire persino a lei freddo e metallico.

    Se sapessero che sono stata a capo della Spirale...

    La bacchetta in Prugnolo venne sollevata e puntata verso Coral e Luke.

    ... sarebbero capaci di reggere la mia bacchetta puntata contro?

    Una strana luce illuminò per un'istante i suoi occhi e sorrise per la perversione che stava per compiersi. Lei una strega che si era lasciata corrompere dalla brama di potere e si era affidata più volte alle Arti Oscure per avere ragione sui propri nemici, stava aiutando quei due studenti con un'Arte della Magia Bianca.
    Era una salvatrice o un'avvelenatrice? Era una criminale o una professoressa? Aveva fatto distruggere Hogwarts o aveva difeso i propri alunni di Amestris?
    Catherine probabilmente era entrambe le cose. Lo era stata consapevolmente fino a pochi anni prima e, dopo le rivelazioni di Chris, aveva accettato di nuovo la sua duplice natura natura, senza opporre resistenza. Lei era un Essere che meritava una condanna e, al medesimo tempo, un encomio.
    Lei, che rappresentava sia gli orrori che le virtù di cui un mago era capace, si apprestò a rivelare quali Piaghe affliggessero sia Allen che Lygeon e se fra esse vi fossero similitudini.

    Specialis Revelio.

    Mentre scandiva dinanzi a loro la Formula Magica dell'Incantesimo di Rivelazione, Catherine, facendole eseguire un movimento spiraleggiante, muoveva lentamente la propria bacchetta magica. Era in attesa che le energie arcane negative che influenzavano i due divenissero chiare al suo sguardo allenato di Tracciante. Intendeva provare a riconoscerle e a studiarle per comprendere se fosse per lei possibile eradicarle.
     
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    La Tracciatura dei due ragazzi a opera della potente strega ebbe inizio. Scoprire cosa stesse combattendo rientrava nelle iniziali intenzioni di Catherine, com'era logico che fosse, la quale a mo' di primo passo eseguì un Incantesimo di Rivelazione. Un incantesimo semplice e versatile, che nelle mani di una Tracciate poteva plasmarsi in molti modi diversi. Come individuare le tracce più recondite di magia, anche quelle apparentemente invisibili agli occhi ma presenti e dunque individuabili da chi possedeva le competenze richieste.
    Al termine del movimento a spirale dalla bacchetta non si palesò alcuna luce, tuttavia in quel caso non rappresentava un palese indice di fallimento essendo prevista l'assenza di manifestazioni evidenti. Il successo sarebbe stato chiaro pochi secondi dopo. Fumo nero, impalpabile e vorticante, attecchiva diverse zone dei due ragazzi come un parassita in cerca di nutrimento dall'ospite, fonte vitale da cui surgere a suo discapito. Nello specifico il misterioso fumo si concentrava sulla bocca e sulla sommità della testa di Luke mentre l'intero corpo di Coral ne era affetto, lasciando scoperta solo una zona circolare interna alla testa come simbolo della mente non ancora intaccata. La strega avrebbe avuto visione della magica rivelazione per un tempo limitato, esaurito il quale sarebbe scomparso alla stessa maniera di come si era palesato.

    L'Incantesimo di Rivelazione ha successo, espletandosi come descritto nella Destinizzazione. Viste le elevate CM [>60] l'effetto perdura per un abbondante minuto per poi esaurirsi. In questo lasso di tempo Catherine può osservare il fenomeno e trarre le conclusioni a lei più congeniali, oltre che decidere il passo successivo da compiere.
    Catherine Nott Luke Lygeon Coral Allen
     
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    La mano di Catherine carezzò l'aria sopra la spalla di Coral Allen, uno dei molti punti del corpo della ragazza da cui veniva emanata l'energia oscura, che, da mesi, influenzava negativamente la sua vita e quella di Lygeon. Quest'arcana forza, a cui il Ministero aveva dato il nome di Piaga, si manifestava sotto la forma di fumo nero grazie alle abilità di Tracciante della Professoressa Nott.

    Interessante.

    Tutto ciò che osservava era interessante per svariati motivi. Il primo, il più palese, è che non c'erano evidenti differenze nel modo di manifestarsi di due Piaghe apparentemente dissimili grazie a Specialis Revelio, se non nella loro locazione nei corpi dei due studenti... locazione che rivelava le aree che esse interessavano (Allen, che veniva costretta a librarsi in aria e veniva scossa, emanava il fumo nero da quasi ogni regione del suo corpo; Luke, che invertiva l'ordine delle parole sia nello scrivere che nel parlare ed aveva difficoltà nell'evocare le magie più semplici, sprigionava l'arcana e nefasta energia dalla testa e dalla bocca). Questo per lei era positivo: era, infatti, molto probabile che se fosse riuscita a eradicare la Piaga di uno, avrebbe fatto lo stesso anche con l'altro. Il secondo motivo che rendeva quella manifestazione degna di nota era il comportamento di quel fumo:

    Sembra che parassiti su di voi.

    Il verbo utilizzato da Catherine era fondamentale per comprendere quali sarebbero state le prossime mosse di quella strega nelle vesti di Esorcista. Qualsiasi cosa, infatti, stesse violando il normale scorrere delle vite di Luke e Coral non era una normale Maledizione, era qualcosa che poteva essere definito quasi come un Non-Essere; li possedeva.

    Sì... direi di poter procedere.

    La Professoressa sapeva di avere più di qualche misera possibilità di farcela. Sentiva, infatti, di poter affermare che ciò che le si trovava dinanzi fosse decisamente una sfida alla sua portata.

    Nonostante ritenga che lei, Lygeon, sia il più grave, non ho dubbi che Allen sia la più urgente.

    I concetti di gravità e urgenza, che a qualche ignorante potevano sembrare sinonimi, erano, in realtà, due cose ben distinte. Per esempio: una Maledizione che portava lentamente un mago alla morte certa, se non eradicata, era, ovviamente, un male più grave e complesso di una pugnalata al petto, ma un Medimago degno di questo nome l'avrebbe trattata in un secondo momento, dando priorità ad arrestare la banale emorragia provocata da una ferita da taglio. Luke, che aveva difficoltà nell'evocare la propria magia e che era penalizzato in ogni tentativo di relazionarsi con l'altro, era certo più grave di Coral, ma il ragazzo, al contrario di lei, non rischiava di vomitare, di rompersi qualche osso o di strapparsi un muscolo, come, invece, succedeva alla Tempesta regolarmente ogni giorno.

    Non so se potrò Esorcizzarli entrambi oggi stesso...

    La professoressa non rivelò il suo timore, ma lo pensò. Non credeva che l'Esorcismo avrebbe avuto effetti negativi su di loro, ma non poteva escludere che lei non ne sarebbe uscita indenne. Eradicare un'energia maligna da qualcuno non era facile quanto lo era dissipare un maleficio da un oggetto.

    Edited by Catherine Nott - 15/1/2021, 10:13
     
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    Sull’invito della Nott fece pochi e tesi passi in avanti, col cuore che gli batteva sempre più forte in petto, certo che la Tracciatura avrebbe potuto vedere anche quello se solo avesse voluto.
    L’Incantesimo di Rivelazione, che ironia, lo aveva insegnato ai compagni in quella stessa stanza l’anno passato, si trattava di una magia che nel suo piccolo conosceva bene, anche se di sicuro non quanto chi gliela stava applicando in quel preciso istante. Fra i tanti, anche quell’incantesimo non gli era più riuscito dalla fatidica notte giù nelle Segrete, e il pensiero che presto o tardi non sarebbe più stato così bastò a smuovergli ulteriormente l’animo, in fermento per l’esito di quella prima indagine. Neppure la bacchetta puntata su di loro riuscì a far vacillare la propria determinazione, a dispetto di quanto vulnerabile e inane tutto ciò lo facesse sentire.

    Niente?

    Non avvertiva alcun cambiamento, nulla. La professoressa Nott li aveva anche già messi al corrente a tal proposito, ma sperimentarlo in prima persona faceva tutto un altro effetto. L’unica cosa che per il momento riusciva a sentire, infatti, era lo sguardo concentrato della strega su entrambi, fisso come una freccia che puntava dritta al cuore dei loro problemi.
    Cosa studiavano i suoi occhi con tanto trasporto?
    E quale verità aveva svelato la sua sapiente magia?
    Avrebbe voluto sapere ogni cosa e subito, ma allo stesso tempo non credeva che la sua voce avrebbe retto il peso di tutto quell’insolita trepidazione. Restò così, in tormentata attesa, schiudendo appena lo sguardo nell’udire le parole della donna e prendendosi del tempo per elaborare la propria risposta.

    Scusi, in che senso?

    Domandò con assoluta reverenza, sinceramente interessato a capire quanto fosse accaduto ed emerso durante quel breve lasso di tempo e magia rivelatrice.
    Sapeva cosa volesse dire “parassitare”, ma in quel particolare contesto non riusciva a comprendere come si applicasse alla loro situazione. Cosa comportava di preciso e cosa esattamente aveva portato la Nott a una simile conclusione?
    E sebbene fosse sollevato di sapere che nulla le avrebbe impedito di intervenire sulle loro maledizioni, o se non altro provarci, una parte di lui rimase alquanto interdetta dalla dichiarazione che ne seguì.

    Nonostante ritenga che lei, Lygeon, sia il più grave, non ho dubbi che Allen sia la più urgente.

    Era un fatto innegabile e non poteva che essere d’accordo, in realtà diversi compagni al di fuori di lui erano casi ben più impellenti da trattare per una ragione o per l’altra, se ne rendeva conto da sé ogni giorno: la narcolessia a tradimento di Frances; l’eterna goffaggine e i conati lumachiferi di Mattia; comprese le condizioni in cui versavano alcuni dei suoi amici più stretti. Tuttavia, non poté evitare di sentirsene un minimo turbato, risentito quasi, pur cercando con tutte le sue forze di far prevalere la logica sul sentimento.

    Quindi…

    Una singola ed esitante parola fuoriuscì dal suo corpo in tumulto, una frase lasciata in sospeso e, di fatti, una domanda spenta sul nascere, che voleva soltanto vedere la sua risposta in un ulteriore chiarimento da parte della Nott. Perché, dal suo canto, Luke sperava esistesse almeno una possibilità per lui di veder risolto il suo problema se non il giorno stesso uno di quelli appena successivi, solo quello: è così difficile essere lasciati indietro, quando l’unica cosa che puoi fare è aspettare.
     
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    Mentre la donna lanciava su di lei l'incantesimo rivelatore, Coral cercò di rimanere ferma e dritta sulla seduta, le spalle tese e il respiro assente, come avesse cercato di trattenerlo per tutto il tempo che gli occhi di Catherine Nott la squadrarono da capo a piedi.
    Soltanto lo sguardo si spostava da quella cornice vagando ora sulla docente, ora su Luke, lo stesso ragazzino che lo scorso anno aveva insegnato a lei e ad altri proprio quell'incantesimo. Era ironico pensare che avrebbe potuto persino usarlo da sola, se solo fosse stata tanto avanti mentalmente da comprendere di avere già la chiave per scrutarsi da sola.
    Il coraggio, tuttavia, avrebbe continuato a venire meno.
    Anche mentre Catherine l'osservava come fosse una cavia sentiva l'audacia abbandonarla sempre di più: gli occhi vagavano altrove, tutto pur di non soffermarsi a pensare o anche solo immaginare cosa potesse sembrare interessante allo sguardo attento e sapiente di Catherine Nott.
    La risposta, ahimè, fu quella che temeva e anche quella che aspettava: l'idea che dentro di sé potessero esserci come dei parassiti la fece sentire sporca ed impura, come se addormentandosi su di un prato si fosse risvegliata invasa da formiche e altri insetti.
    L'idea era raccapricciante allo stesso modo se non di più, perché quei parassiti vivevano dentro di lei, prendevano il possesso del suo corpo, facevano di lei ciò che volevano e Coral detestava non avere il controllo delle cose, soprattutto se si trattava della sua persona.
    Si abbandonò ad un lungo sospiro alle parole della docente, guardandosi i piedi.
    Quali speranze migliori aveva se non quella che la donna le stava offrendo proprio in quel momento? A suo dire, avrebbe anche avuto la priorità su Luke, e nonostante il suo ruolo da Caposcuola, non riuscì a sentirsene minimamente in colpa: volare, cadere, farsi male, vomitare, non mangiare, dimagrire, rinunciare a tutte quelle piccole cose che garantivano una normale quotidianità, anche durante la notte, faceva davvero schifo. Era frustrante e profondamente debilitante.
    Quel solo pensiero le fece ritrovare la forza necessaria ad andare avanti nonostante tutto, nonostante il prurito che sentiva sulla pelle da quando la Nott aveva usato il termine parassita, nonostante l'ansia dell'ignoto, la paura del dolore.

    Se è da me che vuole iniziare...

    Coral deglutì, stringendo le dita delle mani a tal punto da sentire le unghie graffiare sulla pelle morbida dei palmi.
    Portò lo sguardo verso Catherine con tutta la decisione di cui era capace, benché i battiti dentro al petto gridassero terrore, terrore puro.

    Allora lo faccia.
    Inizi.
     
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    Osservando questa forma di magia, a cui è stato dato il nome di Piaga, ho avuto l'impressione che essa si alimentasse costantemente, signor Lygeon.

    Catherine aveva iniziato a spiegare cosa intendesse quando parlava di "parassitismo", spinta dalla domanda di Lygeon. Persino per lei che era un'Esorcista esperta, era difficile esprimere il concetto di qualcosa che aveva osservato per la prima volta in quell'occasione. Era però inequivocabile che quel fumo nero, che attecchiva nei loro corpi, si nutrisse in qualche modo grazie a loro.

    Leggendo i rapporti che mi sono stati forniti dal Ministero, sono quasi certa quindi che prenda energia dal malessere che provoca. Mi spirgo meglio: più che spossarvi, attraverso l'influenza che esercita sulle vostre vite vi fa provare sentimenti negativi e di essi probabilmente si alimenta, non dissimilmente da Mollicci, Poltergeist o Dissennatori.

    La dieta di quella Piaga però, secondo la teoria di Catherine, era molto più variegata; sembrava accontentarsi di qualsiasi sensazione negativa che riuscisse a provocare; che fosse vergogna, senso d'inadeguatezza, solitudine o difficoltà nell'intrattenere rapporti sociali equilibrati sembrava non far differenza.

    Oso supporre che non serva per forza un Esorcista per porvi rimedio; forse, bloccando le sue influenze negative per un numero sufficiente di giorni, la magia che affligge le vostre vite potrebbe perire da sola d'inedia.

    Catherine aveva compreso che utilizzare le sue conoscenze probabilmente sarebbe stato il metodo più rapido e diretto, ma non era l'unica via percorribile. Per dimostrarlo però gli altri professionisti impegnati in quella missione erano vitali. Era ovvio però che alcune Piaghe erano meno trattabili rispetto ad altre: quella di Coral, per esempio, lei non era riuscita a contrastarla con l'uso del Mobilicorpus e pure quella di Lygeon le sembrava di difficile risoluzione per una via traversa.

    Dopo che lei disse loro quale sarebbe stato l'ordine degli Esorcismi, Luke sembrò scoraggiarsi un po'. Alla professoressa non diede fastidio; lo comprendeva.

    Quindi, a differenza della maggior parte dei maghi, avrà la certezza di poter assistere a due tentativi d'Esorcismo.
    È la memoria a tradirmi o a lei apparteneva la volontà di approfondire lo studio della Difesa contro le Arti Oscure?


    Nessun occhiolino o cenno d'intesa. Quella domanda, formulata con la serietà tipica di Catherine, era un modo piuttosto goffo della strega per risollevare il morale a quel ragazzo e per cercare in lui la forza di carattere incrollabile tipica dei Ghiaccio.

    Venne quindi il momento di concentrarsi su Allen. Era giunta finalmente la prova che avrebbe decretato l'utilità di Catherine Nott nel debellare le Piaghe.
    L'Esorcista per prima cosa chiuse gli occhi dinanzi a sé. Non solo cercò di visualizzare l'energia negativa, che prima aveva rivelato grazie alla Tracciatura sulla bambina, ma fece ricorso all'Occlumanzia per sgomberare la mente da ansia e paure; persino lei provava quelle emozioni dinanzi a qualcosa che non aveva mai osservato o combattuto in vita sua.
    In quegli anni il mondo magico l'aveva vista fallire. Aveva perso contro Laeddis, aveva compromesso ancora più l'influenza che il partito Conservatore aveva all'interno del Wizengamot. Ma lei non era né una Duellante professionista, né una politica navigata. Come Esorcista però non poteva permettersi una disfatta sia per sé, sia per quei ragazzi che avevano riposto in lei fiducia. Per la sua reputazione di strega e per il loro futuro avrebbe lottato contro ogni energia negativa che loro covavano e l'avrebbe eradicata.
    Quando la professoressa riaprì gli occhi, puntò la propria bacchetta magica contro la fronte di Allen e cominciò a compiere con essa un lento moviento circolare.

    Eradicate Possessionem.

    Cosa sarebbe accaduto nell'istante successivo alla pronuncia di quella complessa formula magica era un mistero persino per la stessa Esorcista, la quale era pronta a reclutare ogni goccia del proprio arcano potere per eradicare da Allen l'incorporeo parassita che la tormentava.

    Il Tessitore
     
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    La punta della bacchetta si illuminò pallidamente di celeste, segno di un'evocazione ben riuscita: il tentativo della strega era quello di liberare la Caposcuola da un male ignoto, che credeva radicato dentro di lei come un parassita voglioso di negatività, dolore, tristezza.
    Eppure non incontrò nulla sul suo cammino: nessun genere di spirito, fantasma, poltergeist o qualsivoglia presenza oscura a importunare il corpo della giovane studentessa che, inerme, assistette al nulla di fronte alla magia eseguita dalla donna.
    Catherine era una stimata esorcista dalle notevoli capacità, lo sapeva lei e lo sapeva chiunque si interessasse a quel particolare tipo di magia nel mondo magico. Non sarebbe stato difficile comprendere che di fronte al nulla c'era un'unica spiegazione, ossia che il fumo nero visto in precedenza non fosse un vero e propria entità estranea. Per essere più chiari c'era certamente qualcosa di esterno ma non tangibile dentro gli ospiti che non dipendeva da loro, che non era alimentato dai loro sentimenti o dalla loro stessa vitalità.
    Probabilmente quei due giovani studenti non erano che i custodi, i contenitori di una maledizione molto più potente del previsto le cui radici albergavano altrove, di certo non nei corpi dei due iellati.

    L'incantesimo viene eseguito correttamente, la manifestazione ne dà a Catherine la certezza, eppure a Coral non succede nulla segno che ciò che alberga in lei non è un parassita, uno spirito, o qualunque non-essere possa nutrirsi di lei dall'interno.
    Catherine Nott Luke Lygeon Coral Allen
     
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    Da quando aveva compreso che a breve avrebbe avuto inizio l'esorcismo, Coral aveva smesso di ascoltare Luke e la Professoressa Nott e senza neanche rendersene conto.
    Si era persa in un turbinio di pensieri ed emozioni impossibili da controllare o fermare, ma la necessità di farlo era talmente forte che alla fine, semplicemente, aveva gettato un sasso sopra ogni cosa, ogni singola sensazione, ogni singolo timore.
    Non si trovava più nella Stanza del Cammino. Non c'era Luke al suo fianco, e decisamente non c'era Catherine Nott con una bacchetta puntata contro di lei nell'intento di estirparle i parassiti oscuri che vivevano dentro al suo corpo.
    Era da sola, Coral, circondata dal verde e dai raggi del sole alto in un cielo di Primavera.
    Si guardò le mani e non stringeva alcuna bacchetta. Anzi, non aveva neanche le mani.
    Correva per la radura con le zampe rossastre e, sebbene non potesse vedersi, sapeva che anche il resto del suo piccolo corpo fosse di quel colore. Riusciva ad immaginare di toccarsi e scoprirsi morbida, soffice, calda come poche altre volte, a contatto con il bacio del sole.
    La natura, un luogo ed un posto che tendenzialmente puntava ad ignorare, diventava per lei una casa accogliente in quella forma, l'odore dei fiori e delle piante a solleticarle l'olfatto e il rumore delle fronde degli alberi al vento ad accompagnare ogni suo passo.
    Immaginò una farfalla volare leggiadra sopra la sua piccola testolina, la zampa veloce che provava ad afferrarla, fallendo miseramente. Si era trasformata soltanto nei pressi dell'abitazione di Lilith fino a quel momento, esclusa la sua prima trasformazione, per cui non fece fatica ad immaginare la casa della Dragoniera sullo sfondo e Alec in lontananza ad attenderla nella forma di una lince.
    A quel punto, dovevano essere già passati diversi minuti dal tentativo della donna, eppure non sentiva nulla: nessuno strappo, nessuna lacerazione dentro al proprio corpo, soltanto lei con i suoi ricordi e la sua fantasia, la coda felina che carezzava il muso altrettanto felino di Alec, l'accenno di un sorriso.
    Riaprì gli occhi piano, come si fosse appena svegliata da un lungo sonno. La bacchetta di Catherine Nott era cosparsa da una piccola luce celeste ma ancora non riusciva a sentire nulla.
    E paradossalmente, la cosa non le piacque affatto.

    Cosa è successo?
     
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    Ascoltava la professoressa Nott con estrema attenzione, sebbene una parte di lui fosse incapace di non perdersi fra ben altri lidi, cercando a proprio modo di dipanare il senso di quanto detto solo per poi trovarsi con più zone buie che effettive risposte.
    La donna sapeva essere chiara ed esplicita quando spiegava, eppure più approfondiva il discorso più Luke cominciava a sentirsi turbato, profondamente inquieto, come se già non si fosse svegliato abbastanza volte nel cuore della notte percependosi al pari di un intruso nel suo stesso corpo. Di più. Ora realizzava che era davvero così, che una forza tanto misteriosa quanto oscura dimorava realmente in ciascuno di loro nutrendosi delle proprie sofferenze. Al punto che qualcosa di appena percettibile prese a smuoversi dentro di lui, a cercare una via di fuga dalla sua stessa pelle, da quegli abiti di una vita che nell’arco di pochi mesi avevano iniziato a stargli fin troppo stretti.
    E anche se a fatica, fece del proprio meglio per riprendere possesso di sé, con quel minimo di autocontrollo di cui ancora era capace, ma soprattutto di cui aveva bisogno per affrontare con lucidità ciò che lo avrebbe aspettato di lì in avanti.
    Far morire di fame una forza del genere gli sembrava qualcosa di surreale persino per lo sconfinato regno della magia, a dispetto di quanto suggestiva e sperata una simile prospettiva potesse essere ai suoi occhi inesperti: nessun esorcismo, non l’ombra di un incantesimo o di uno sprazzo luminoso, solo trovare un modo per chiudere la valvola da cui prendevano energia quelle inaudite maledizioni.

    E ancora mi appartiene.

    Avrebbe voluto replicare all’istante, così punto sul vivo. Invece si fermò a offrirle un risoluto cenno del capo e un sorriso obliquo, in bilico fra ciò che era e ciò avrebbe voluto essere. In realtà non era nemmeno sicuro di aver compreso le intenzioni della Nott con quelle ultime parole, tuttavia si sentì comunque grato nei suoi confronti per aver risvegliato in lui - seppur in minima parte - la forza delle proprie convinzioni, fosse voluto o meno.
    Lasciò i suoi occhi fissi sulla donna, la sua bacchetta in posizione e infine Coral, trattenendo il respiro e prendendo appena le distanze all’idea di quale magico e straordinario epilogo avrebbe potuto avere luogo di lì a breve, proprio davanti ai suoi occhi. Tanto che quando la compagna parlò, in realtà, Luke nella sua ignoranza rimase in assoluto silenzio, convinto che la magia semplicemente non avesse ancora finito di fare il proprio corso.
     
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26 replies since 5/1/2021, 09:38   445 views
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