Lo spirito natalizio è contagioso come l'influenza

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    [Giovedì 18 dicembre, ore 14.30]



    James non era una grande ammiratrice del Natale, del periodo natalizio o di dicembre in generale, il tutto per un motivo simile: non aveva molti ricordi piacevoli di quand'era bambina di quelle feste. E il fatto che fosse nata pochi giorni prima di Natale non aveva migliorato la cosa, anzi, le aveva fatto detestare il suo compleanno, Natale e pure tutto il mese.
    Nonostante ciò, c'era qualcosa di intrigante in tutte quelle vetrine addobbate di luci e colori, l'aria frizzante, la gente allegra che correva da una parte all'altra in cerca del regalo perfetto. Anche se non le interessavano particolarmente le festività, puntualmente ogni anno James si lasciava ammaliare dal trionfo di luci e fiocchi, portandola a passare ripetutamente davanti alle vetrine anche se non aveva regali da fare.
    Quel giorno, in realtà, aveva ancora un paio di regali da fare ma Diagon Alley era pure più gremita del solito, anche per gli standard di Natale, e non era ancora riuscita a trovare niente che la convincesse. In genere preferiva pensare ai regali con largo anticipo, in modo da poter evitare di dover affrontare la calca in ogni singolo negozio, ma quell'anno era stata distratta e indecisa, e si era tirata per le lunghe.
    Ecco perché si era rifugiata al Paiolo Magico, in cerca di un caffè caldo per contrastare il freddo delle strade. Pure quel locale - nonostante non fosse particolarmente popolare, non come la gelateria Fortebraccio - era gremito di gente ed era riuscita soltanto per miracolo a trovare un tavolo libero dove poter sedersi in santa pace.
    Appena seduta si tolse il cappotto grigio per poi appoggiarlo sulla sedia accanto a lei, restando con una semplice maglia di lana nera di cui rimboccò le maniche fin poco sotto i gomiti. Aveva raccolto i capelli neri in un nodo disordinato sulla nuca. Giocherellò distrattamente con l'anello al dito intanto che aspettava il suo caffè, guardandosi un po' intorno.
    Distolse lo sguardo dalla clientela quando notò la proprietaria del locale avvicinarsi col suo caffè.

    Aaaah, mia salvatrice! - ringraziò con un sorriso, prendendo tra le mani infreddolite la tazza bollente.

    Mavis Nox

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    [Giovedì 18 dicembre, 15.00]

    Non è Natale senza neve, ma così è decisamente troppo. Diagon Alley era ricoperta di un fitto e consistente strato di neve e ad ogni passo gli stivali di Mavis sprofondavano per qualche centimetro finché non incontravano la pietra della strada. Aprì in fretta e furia la porta del Paiolo Magico, non senza difficoltà visto che non si sentiva più le mani per il freddo, e si precipitò dentro quel locale.
    Dalla prima volta che vide quel locale fu amore. Un colpo di fulmine vero e proprio. Lontano da casa, quell’ambiente un po’ spartano gli ricordava i suoi pub preferiti di Dublino, dove, quando tornava da Amestris per il Natale, passava ore e ore davanti a una bella pinta di birra (all’insaputa della madre che non avrebbe apprezzato) insieme ai suoi amici.
    A Londra, in quella città caotica, il Paiolo Magico per Mavis rappresentava un modo per sentirsi un po' a casa, almeno per qualche ora. Il suo rifugio. Nel periodo natalizio, il locale veniva quotidianamente preso d’assalto. E quel 18 dicembre non fece eccezione. Quando entrò, Mavis si guardò attorno e subito si rassegnò: Mi toccherà restare in piedi oggi. Poco male… Almeno starò al caldo.
    Si tolse i guanti e il mantello invernale e, tenendoli in mano, cominciò a girovagare per il locale per vedere se ci fosse un posto a sedere. Un’impresa.
    Attorno a sé, vide facce di ogni genere. Maghi e streghe, giovani e anziani, che parlavano del più e del meno. Un vociare indistinto, interrotto di tanto in tanto dalle urla di qualche persona che aveva alzato un po’ troppo il gomito.
    Una bella birra ci starebbe bene, ma sono solo le tre di pomeriggio… meglio di no!, pensò guardando quelle pinte traboccanti. Mentre la sua mente era indaffarata nel decidere cosa avrebbe potuto essere un valido sostituto della birra, Mavis vide un tavolo. Sembrava libero.
    Mera illusione. Di quattro sedie, una era occupata da un pesante cappotto grigio; l’altra, invece, da una donna assorta davanti a una tazza fumante di chissà cosa.
    Non credo che si offenderà se le chiedo di sedermi… Giusto il tempo di bere qualcosa per scaldarmi un po’.
    Ciao! – disse Mavis – ti spiace se ti rubo una sedia? E’ stracolmo oggi il Paiolo! Piacere, io sono Mavis

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    Persa nei suoi pensieri, non si era neanche accorta del ragazzino che si era avvicinato. Se n'era rimasta li, con la tazza fumante in mano, senza fare nulla se non fissare nelle profondità del caffè, saltando da un pensiero all'altro. In realtà però i suoi pensieri continuavano a tornare su poche cose fisse, che sembravano tormentarla in quei giorni freddi.
    Come ad esempio lo Yule, che si sarebbe tenuto da li a pochi giorni. Poteva andarci, ma lo avrebbe fatto? Non ne era molto sicura, il suo umore nelle precedenti settimane era stato una sorta di cinquanta sfumature di incazzato nero, quindi non era certa di essere di essere dell'umore adatto. E poi, che diavolo si sarebbe messa? Solo l'idea di dover spendere ore per agghindarsi la spossava.
    La voce quindi arrivò dal nulla e la distrasse dai suoi pensieri, e dalla tazza in cui stava per cader dentro.
    Sollevò lo sguardo sul ragazzo - non lo aveva visto avvicinarsi quindi neanche entrare - e lo osservò un secondo. Non era bravissima a giudicare l'età, ma doveva essere uno studente della Lumos di un anno non ben precisato, o semplicemente di quell'età li. Non lo aveva mai visto prima quindi non era una delle reclute che doveva sorbirsi di tanto in tanto.

    Certo, siediti pure - rispose facendogli un cenno con la testa.

    Non abbassò la tazza ma anzi ne prese un sorso, intanto che osservava il ragazzo.
    Doveva essersi persa nei pensieri per un bel po' di tempo perché il caffè non era più bollente, ma era ancora abbastanza caldo.

    È Natale, è pieno ovunque - borbottò trattenendosi all'ultimo dal roteare gli occhi. Piacere, io sono James.

    Si spostò sulla sedia appoggiandosi allo schienale, lanciando un'occhiata di striscio al resto del locale. Quel buco sembrava anche più pieno di quando era entrata lei, se possibile. Mai visto tanta gente al Paiolo Magico.

    Anche tu in giro per regali o solo a spasso? - gli chiese, quasi distrattamente.

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    Mavis non se lo fece ripetere due volte. Prese le sue cose e si mise a sedere, sebbene James non le sembrasse molto entusiasta della sua presenza. Ma forse era solo un’impressione. Cercò qualche argomento per dialogare un po’ perché pensò che sarebbe stato davvero imbarazzante restare lì senza profferire parola, ciascuno immerso nei suoi pensieri intento a sorseggiare in silenzio la propria bevanda. La priorità, in ogni caso, per ora quella di ordinare qualcosa.

    Mi prenderò un bel tè bollente, pensò Mavis. Era un grande appassionato di quell’infuso che amava sorseggiare davanti ai suoi libroni soprattutto quando fuori pioveva. E cioè molto spesso, visto che il sole in Gran Bretagna di frequente va in ferie. Tè rigorosamente senza zucchero per il giovane mago, che da una parte amava sentire il retrogusto amarognolo dell’infuso e dall’altra era sempre molto attento alla forma fisica.

    Piacere di conoscerti James! Sei una delle prime persone che conosco da queste parti, sono venuto a Londra per studiare alla L.U.M.O.S. Sai, vorrei specializzarmi in Trasfigurazione e magari un giorno arrivare a insegnare o a fare ricerca in quel settore. Tu invece di cosa ti occupi?

    Mavis ordinò il suo tè. Intanto, mentre pensava a qualcos’altro da dire, sistemò il suo mantello sull’ultima sedia rimasta libera facendo attenzione a non spiegazzarlo più di tanto.

    Sì comunque, hai proprio ragione! C’è caos ovunque per queste feste di Natale. Io stavo facendo una passeggiata a Diagon Alley per acquistare qualche regalo da spedire a casa, dove penso che quest’anno non tornerò nei giorni di vacanza. Ho visto però anche qualche cosa per me. Spensavo di farmi qualche regalo di Natale. Niente di particolarmente costoso perché tocca risparmiare… Penso mi concederò qualche nuovo libro di Trasfigurazione o Incantesimi...

    Intanto la neve all’esterno del Paiolo Magico continuava a cadere fittissima facendo sì che il locale si riempisse sempre più accogliendo avventori in fuga dal freddo.

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    Bingo.
    Niente meno di un primino della Lumos. Per qualche motivo quelli si potevano riconoscere ad un miglio di distanza. C'era qualcosa nel loro sguardo, un misto di trepidazione, ansia e disperazione forse, che li contraddistingueva dai loro colleghi degli altri anni. Poi col tempo iniziavano ad ambientarsi, cambiava il portamento, certe cose che prima sembravano importanti ora passavano in secondo posto, cambiava lo sguardo.
    Dal secondo anno l'ansia aumentava e la trepidazione andava scemando. Dal terzo restava solo la disperazione.
    Ah, i bei tempi da studente.

    Trasfigurazione è una materia complessa - commentò mentre allungava le mani per prendere la sua tazza di caffè. Anche se per essere corretti, tutte le materie sono complesse se studiate a fondo. Io comunque sono un Auror. Niente cervello, solo forza bruta - concluse scherzando.

    Prese un sorso di caffè intanto che il ragazzo - com'era? Maris? Mavis? Mavis! - parlava quasi senza freno. Chissà perché ma le piacevano i chiacchieroni: dicevano sempre più del necessario, ma per qualche motivo la cosa la divertiva sempre.
    Aveva passato anche lei più di un Natale a scuola. Anche se non era mai stato tanto male aveva sempre provato una certa amarezza perché il suo desiderio era stato sempre soltanto uno: poter passare le vacanze in Texas. Desiderio che, più spesso che no, le veniva negato. Quindi piuttosto che dover passare anche solo un giorno con quell'arpia di sua nonna aveva preferito restarsene a scuola.

    Di dove sei? - gli chiese. È sempre bello viziarsi di tanto in tanto, ma se intendi comprare libri consideralo piuttosto un investimento, visto il tuo corso di studi - gli suggerì con tono divertito e un occhiolino. E comunque se proprio cerchi dei libri di consiglio di andare al Ghirigoro. Sono estremamente ben forniti.

    Con un mezzo sorrisetto ripensò alla donna proprietaria, valutando se poteva permettersi pure lei di farsi un regalo di Natale in libri.

    Allora, aspirante professore - esordì, rimettendo la tazza sul tavolo per incrociare le braccia sul petto. Perché proprio Trasfigurazione?

    Mavis Nox
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    Già, perché proprio Trasfigurazione? Bella domanda. Mavis cercò nella sua testa di trovare una risposta valida, non banale alla domanda di James. Ci dovette pensare un po', anche perché di fronte a sé aveva un Auror, mica un pivello qualunque! Il risultato, però, dimostrava che non era riuscito a trovare chissà quali argomentazioni. Era una sua passione. C’è chi ama il bricolage, chi la pittura, chi il Quidditch. Mavis amava la Trasfigurazione.

    Beh sai la Trasfigurazione mi è sempre piaciuta. È una disciplina “scientifica” che richiede metodo, precisione e applicazione. Sarà forse per questo, perché sono un po’ precisino di mio. Credo che si tratti di un ramo della magia piuttosto utile in diverse situazioni… ma questo me lo puoi confermare tu che sei un Auror. Fino ad ora io mi sono cimentato soprattutto negli studi. Comunque proverò anche a portare avanti per un po’ lo studio di Incantesimi, ma voglio diventare un esperto di Trasfigurazione.

    Mavis si accorse che stava parlando a raffica. Diede un attimo di tregua a James e cominciò a bere il suo tè. Intanto nella sua mente si affollavano tante domande che avrebbe voluto porre alla sua interlocutrice.

    Cavolo! Un Auror in carne ed ossa. Chissà di cosa si occupa. Ci vuole fegato per quella carriera… no no! Molto meglio la tranquilla vita accademica! pensò Mavis guardando con ammirazione James. Riprese a parlare con meno foga.

    Sono d’accordo con te per quanto riguarda i libri. La conoscenza non è mai troppa, anche se purtroppo c’è chi non ne fa un buon uso…

    Mai un provvedimento disciplinare, mai un richiamo. Mavis odiava chi non rispettava le regole, figuriamoci chi piegava la nobile arte magica a principi tutt’altor che nobili. Per loro provava profondo disprezzo.

    Sono irlandese! Credo che dall’accento si capisca anche se mi sto sforzando di migliorarlo un po’! affermò Mavis ridendo di gusto. Poi aggiunse: Sono venuto a Londra per studiare, ma sono andato via di casa da bambino per frequentare l’Accademia di Amestris. Tu invece di dove sei? Hai studiato anche tu alla Lumos?

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    James ascoltò il professorino parlare e spiegare le sue motivazioni. Per qualche motivo quel ragazzo le ricordava un piccolo cagnolino scodinzolante, di quelli piccolini che rischi di calpestare se non fai attenzione, che scodinzolano e ti saltellano addosso tutti felici.
    Riprese la tazza di caffè per un sorso e nascose dietro al bordo un sorriso divertito.

    Per diventare un esperto in Trasfigurazioni dovrai leggere un bel po' di libri - commentò senza riappoggiare sul tavolo la tazza, godendosi il calore che ancora emanava. E studiare qualcosa al di fuori del tuo campo di interesse non è mai tempo perso. Qualsiasi tipo di conoscenza è importante, anche se non ha molta rilevanza con i tuoi interessi. Tanto poi alla fine in un modo o in un altro tutte le cose sono collegate.

    Alla frase successiva però si ritrovò a borbottare un'imprecazione impercettibile e roteare gli occhi nelle orbite.

    Purtroppo il mondo è pieno di gente che legge un libro, ne capisce meno della metà ma è convinta di aver svelato i segreti dell'universo - gli disse con un sospiro prima di concedersi un altro sorso di caffè. Il trucco sta nel non dar loro troppa corda o ti intrappolano e non ti mollano più.

    Abbassò la tazza sul tavolo, continuando a rigirarla distrattamente tra le mani.

    Io sono di Londra - gli rispose, sorvolando sul tira e molla tra i due lati dell'oceano che aveva dovuto vivere da bambina.

    In realtà non si sentiva molto londinese - per dire il vero non le piaceva neanche la città - ma quelli erano dettagli insignificanti. Per molti anche soltanto nascere in un posto lasciava un marchio indelebile sulla persona.
    Gente strana.

    Non esisteva ancora la Lumos ai miei tempi, anche se l'Accademia per Auror è rimasta la stessa - proseguì. Non c'erano neanche le confraternite, anche se non credo avrei avuto molto tempo per godermi le feste. Purtroppo le reclute non hanno molto tempo libero tra gli addestramenti e le lezioni.

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    Sicuramente servirà leggere parecchi libri, ma quello non è mai stato un problema . Mavis abbozzò un sorriso cercando di strapparne uno anche alla sua interlocutrice.

    Un caratterino spigoloso e tutt’altro che semplice questa James – pensò - Ma probabilmente è anche la professione di Auror chi ti porta ad esserlo. O forse solo ad apparire così.

    Mavis tornò al suo tè. Avrebbe voluto sommergere di domande James, ma non era così convinto che lei avesse la sua stessa voglia di dialogare. Probabilmente era andata al Paiolo Magico per stare un po’ da sola e rilassarsi, mentre alla fine si era ritrovata a dover condividere il tavolo con lui, un inesperto studente immerso nel “suo” mondo fatto di studi e libri. Decisamente meno interessante rispetto a lei che era un Auror.

    Un lavoro che ti forgia lo spirito e spesso, tra ferite e cicatrici (quando ti dice bene), – pensò Mavis - pure il corpo.

    Non capita però tutti i giorni di condividere il tavolo con un Auror. Con un po’ di soggezione, come dimostravano le sue dita che si muovevano nervosamente sulla tazza ancora bollente, Mavis si rivolse nuovamente a James.

    Perdonami, davo per scontato il fatto che tu avessi frequentato Amestris. Forse sto parlando un po’ a raffica, dimmelo se ti infastidisce. Sei il primo Auror che incontro, almeno che io sappia, ed è una professione che mi ha sempre affascinato. Ci vogliono fegato e nervi saldi. Io credo che impazzirei dopo poco, pochissimo. Quando hai iniziato i tuoi studi eri già convinta di voler intraprendere questa carriera?

    Avrebbe voluto chiederle molto di più; di raccontargli di scontri, duelli, magari anche imprese. Ma sapeva bene che James non avrebbe potuto (o forse voluto?) dire più di tanto. Mavis era curioso, ma non era uno sciocco e non voleva risultare inopportuno. Allora cambiò argomento.

    Comunque Londra è una città davvero caotica. È difficile ambientarsi per chi, come me, viene da una realtà più piccola. Dublino in confronto è “grande paese”. Delle volte qui faccio fatica persino ad orientarmi. Spero di fare presto qualche conoscenza in più per esplorare meglio la città e farla "mia". Anche perché non vorrei passare i prossimi anni soltanto con i miei libri e quelli della biblioteca . Mavis rise e finì il suo tè sentendo un leggero languorino. D'altronde non aveva pranzato.

    Credo che mi ordinerò qualcosa da mangiare. Posso offrirti qualcosa?

    Evento Capodanno post 6/11
    A. James Morgan
     
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    Il ragazzino sembrava nervoso. Non poté non notare alcuni piccoli tic - non stava fermo un attimo, straparlava probabilmente più del consueto, le mani in costante movimento - e si chiese cosa potesse renderlo nervoso. Aveva lasciato casa e famiglia per avventurarsi da solo nella grande città, oramai doveva averci fatto il callo.

    No, non mi infastidisce per niente - lo rassicurò, concedendogli un sorriso. In realtà lo trovo... simpatico - esitò un attimo cercando una parola che non lo offendesse o che non gli facesse pensare che lo stava prendendo in giro. Essere così liberi nel parlare è un qualcosa che col tempo si tende a perdere, quando si inizia a vedere il mondo non come qualcosa di magnifico. Ma è solo una mia idea, è comunque sto divagando.

    Lasciò la presa sulla sua tazza e si risistemò sulla sedia un po' scomoda, incrociando le braccia al petto per poi allungare le gambe sotto al tavolo per incrociarle all'altezza delle caviglie.

    Fegato e nervi saldi? Di sicuro, ma quelli si acquistano col tempo. Il coraggio senza essere pienamente consapevoli di quello che si sta facendo non è altro che sconsideratezza, è di quello non ne abbiamo bisogno. Nervi saldi, anche quelli arrivano dall'esperienza. Quando si inizia a prendere confidenza con le proprie capacità si è più pronti ad affrontare anche l'ignoto con - non dico ottimismo - ma abbastanza realismo da impedire al panico di prendere il sopravvento. Poi, ovviamente, avere un po' di paura fa sempre bene, vuol dire che non sei totalmente impazzito.
    Per il resto, gli Auror sono esseri umani come tutti gli altri, solo un po' più ammaccati
    - gli disse facendogli l'occhiolino. Diciamo che io a scuola non ho mai avuto una sola materia che mi piacesse più delle altre al punto da convincermi a studiarla fino all'osso, come nel tuo caso. E comunque non sono una che se ne sta ferma con le mani in mano, l'Accademia mi avrebbe dato abbastanza movimento da tenermi impegnata per un bel po'.

    Tanto per usare un eufemismo.

    Nata e cresciuta qui e continuo ad odiare questa città - ammise con una scrollata di spalle. La gente va troppo di fretta, corre di continuo, sembra che la stessa città si muova per andarsene da qualche parte. Preferisco i luoghi più piccoli e più tranquilli. Ma anche le grandi città hanno i loro pregi. Solo che non li ho ancora scoperti.

    Prese la tazza e la scuotò in un paio di sorsi, prima di rimetterla sul tavolo.

    Solo ancora un caffè, sei molto gentile. Comunque, altri interessi oltre alla Trasfigurazione? Non si può vivere di soli libri, o almeno così dicono.

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    Le parole di James stavolta furono più rassicuranti. Probabilmente avevano rotto il ghiaccio dopo essersi studiati reciprocamente un po’ come durante una partita a scacchi.

    Ma figurati! È un piacere disse Mavis mentre si alzava dalla sedia per andare a ordinare un’altra tazza di caffè per la sua nuova conoscente e un pudding per sé. Il bancone non era molto distante, ma ci volle un po’ di tempo per raggiungerlo perché il locale era davvero pieno. Mavis ritornò al tavolo, si sedette e, cercando la posizione più comoda, si rivolse a James: Missione compiuta! Mi sento quasi in colpa ad occupare una sedia per poggiare il mantello. Che dici dovremmo lasciarla libera? Magari c’è qualcuno che vuole sedersi…

    Sai, su Londra ho avuto la tua stessa impressione. È una città che corre, corre sempre. Anche durante le feste, anche quando non ce n’è bisogno. Io invece ogni tanto ho necessità di fermarmi, di avere il tempo di riflettere sulle cose. Noi irlandesi siamo un po’ più “comodi", rise Mavis.

    C’è però da dire – aggiunse – che una città così grande ti offre tante opportunità che un paese più piccolo non può mettere a disposizione. Ci sono pro e contro, come in ogni cosa. Basta trovare un giusto equilibrio. Alla fine niente vieta di prendersi del tempo per sé andando in qualche posto lontano da tutto e da tutti, soprattutto dal caos.

    Questo Mavis lo sapeva bene, perché già da piccolo delle volte sentiva il bisogno di rifugiarsi per stare un po’ da solo. Gli succedeva soprattutto nei momenti di cambiamento, quando davanti a sé trovava un bivio e doveva scegliere che strada percorrere.

    Assolutamente non si vive di soli libri, confermo! Parola di un appassionato del settore – rise di gusto -. Di passioni in realtà ne ho parecchie. La musica è una di queste, ad esempio. Mi piace molto trascorrere anche del tempo con gli amici, magari viaggiando o semplicemente davanti a una bella birra. Sono un “secchione”, sì… ma mi piace anche divertirmi! Tu invece? Il tuo lavoro di consente di avere del tempo libero per fare altro?.

    Evento capodanno post 7/11
    A. James Morgan
     
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    Intanto che il ragazzino si faceva largo tra quella che sembrava una vera e propria folla nel locale, James si appoggiò con i gomiti al tavolo, passandosi le mani sul volto, per poi passare e dita prima sulle tempie e poi alla radice del naso, dove una fastidiosa pressione preannunciava un fastidioso mal di testa entro sera.
    Era troppo stressata, o almeno più del solito, e la cosa non le aveva mai fatto bene. Se non avesse trovato una valvola di sfogo al più presto - o se non avesse risolto i suoi problemi - presto o tardi sarebbe esplosa.
    Almeno quel studentello riusciva a distrarla per un po'. Forse alla fin fine lo Yule non sarebbe stata una cattiva idea, almeno avrebbe potuto incrociare qualcuno che conosceva e trascorrere un paio d'ore senza preoccuparsi troppo dei suoi vari problemi.

    Se qualcuno avrà bisogno di sedersi basterà chiedere - gli disse, stringendosi nelle spalle.

    Intrecciò le dita delle mani e vi appoggiò il mento, ascoltando il ragazzo mentre con la coda dell'occhio guardava il via vai di clienti del Paiolo Magico. Decisamente non aveva mai visto così tanta gente li dentro. Uscire a pochi giorni da Natale non era stata una buona idea.

    Noi Auror come tutti gli altri, ma forse anche un pochino di più, abbiamo bisogno di momenti di pausa. Dobbiamo... decomprimerci, diciamo.

    In realtà non aveva mai sentito quel termine usato nel contesto degli Auror, ma era una pratica obbligatoria nell'esercito. Dopo ogni missione seguiva un periodo di "decompressione" di una settimana o due, su qualche bella spiaggia tropicale, dove avevano tutto il tempo di rilassarsi e abbassare il livello di guardia prima di tornare al mondo normale.

    Non siamo sempre fuori a combattere, ovviamente - aggiunse in fretta. Ma la possibilità è sempre li e diciamo che la cosa è un po' pesante da sopportare alla lunga. Col tempo la tolleranza aumenta ma se non ci rilassiamo il più spesso possibile rischiamo di staccarci la testa a vicenda a ogni riunione. Quindi cerchiamo di svagarci come possibile, ognuno ha i suoi metodi. Io che non sto mai ferma mi piace correre e tenermi in allenamento, ma faccio anche cose più normali. Leggo molto, mi piace la musica, giardinaggio.

    Il suo giardino era l'unica cosa che amava di Londra, a dire il vero, e l'unico motivo perché non aveva rifiutato la casa di sua madre quando gliel'aveva offerta.

    Di tanto in tanto qualcuno organizza una partita di Quidditch, ma non spesso come mi piacerebbe, purtroppo.

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    A Mavis quel carattere un po’ spigoloso cominciò a risultare divertente. D’altronde era palesemente sinonimo di sincerità da parte di James. Una qualità che apprezzava, visto che era ormai cosa rara.
    Non è Natale senza pudding - pensò - e questo è uno dei più buoni che io abbia mai mangiato!. Il volto di Mavis esprimeva sinceramente tutta la soddisfazione che provavano le sue papille gustative ad ogni boccone di quel pasticcio salato pieno di chissà quanti ingredienti ma proprio per questo così buono (e calorico).

    Sorridendo a James disse: Sai, non avrei mai pensato al giardinaggio come a un passatempo per Auror… Ti piace quindi l’Erbologia? Comunque anche a me piace tenermi in forma, aiuta a stare meglio con se stessi e non solo fisicamente.

    Nonostante il vociare fitto attorno, Mavis era totalmente assorto in quella conversazione. La sua passione nel conoscere, d’altronde, non era rivolta solamente ai libri, ma anche alle persone. A quelle interessanti, ovviamente. E James per lui rientrava a pieno titolo nella categoria. Ogni racconto della strega lo spingeva a volerne sapere di più di quel mondo di maghi “guerrieri”.

    Beh… immagino che non sia un mondo facile quello degli Auror. Come funziona il vostro lavoro? Intendo dire dal punto di vista pratico, la teoria a grandi linee – rise - la conosco perché è il mio forte! Ovviamente non voglio sapere i segreti più reconditi del vostro mondo! Sia chiaro! Con quest’affermazione Mavis stava palesemente mettendo le mani avanti per evitare di ricevere qualche rispostaccia. Poi, per non calcare troppo la mano continuando a "interrogarla" su quell'argomento, cambiò discorso come era solito fare per "prevenire" possibili e imbarazzanti silenzi.

    E che mi dici del grande evento dello Yule? Io quando ero più gggiovane – col tono della voce si soffermo sull’aggettivo marcandolo per caricarlo di ironia - ogni tanto ci sono andato, ma non è troppo nelle mie corde. Quest’anno sono un po’ indeciso. Una parte di me vorrebbe andarci per fare un po’ di conoscenze. L’altra, invece, ne starebbe lontana ben volentieri. Tu ci andrai?

    A. James Morgan
     
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    Accettò il nuovo caffè con un sorriso di gratitudine e ne prese subito un sorso, rischiando di ustionarsi la lingua col liquido caldo.

    Si, beh, associato alla figura dell'Auror penso che qualsiasi cosa che non sia rischiare l'osso del collo ogni giorno suoni strano - commentò un po' divertita. Di Erbologia ho qualche vago ricordo dai tempi della scuola, quindi anche no. Le piante con proprietà magiche sono ben al di fuori delle mie capacità, io mi limito a piantare giusto qualche fiore, annaffiarli di tanto in tanto e pregare per il meglio.

    Non aveva mai avuto voglia di studiare troppo ed Erbologia non era mai stata troppo in alto tra le sue preferenze. Quella delle piante non era tanto una passione quanto un'abitudine. Durante le interminabili vacanze estive in cui era costretta a restare nello stesso edificio di sua nonna non aveva poi molta scelta su cosa fare. Evitare l'Arpia era diventata un po' una missione di sopravvivenza e i giardini erano uno dei pochi posti dove non andava mai - faceva troppo caldo per lei - quindi James aveva preso l'abitudine di bazzicare li intorno. Prima solo vagabondava per i giardini, poi aveva iniziato ad aiutare il giardiniere fino a quando aveva imparato una o due casette.
    Di sicuro non ricordava i nomi più complicati, ma era abbastanza competente da non ammazzare tutto il giardino.

    Diciamo che il nostro lavoro è stato pesantemente... romanzato? Non è esattamente come viene dipinto. Certo, di tanto in tanto le cose si fanno molto brutte e pericolose, ma per la maggior parte del tempo è lavoro investigativo. Ronde fuori, scartoffie in ufficio, una marea di riunioni noiose. Un lavoro come un altro, alla fin fine, tranne qualche sorpresa.

    Con il caffè ancora in mano sospirò.

    In realtà stavo proprio pensando al ballo. Non succede spesso che possa andarci, ma come dici tu, una parte ne starebbe ben lontana.

    In particolare se avesse dovuto di nuovo passare la serata in quella dannata boccia per i pesci.

    Forse quest'anno ci vado, se non altro per passare una sera fuori. Forse l'anno prossimo non sarà aperto agli esterni, però probabilmente deciderò all'ultimo minuto. Tu dovresti andarci. Scommetto che ci saranno praticamente tutti gli studenti della Lumos. Se mi ricordo qualcosa di quel periodo, ogni scusa è buona per fare festa.
     
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    Quindi anche sotto la corteccia di un Auror si nasconde un essere umano, pensò Mavis mentre finiva di buttar giù gli ultimi bocconi del suo pudding. Un mondo che lo aveva sempre affascinato quello degli Auror, pur essendo ben consapevole che la sua dimensione era un'altra.

    Beh sì, sicuramente c'è parecchio di romanzato sulla professione che svolgi, ma diciamo pure che è un lavoro chi si presta a lasciare ampi margini all'immaginazione. E penso che sia anche un bene, dà più autorità alla vostra professione secondo me. Qual è stata, se posso permettermi, l'operazione più pericolosa a cui hai preso parte?

    Le parole gli uscirono fuori dalla bocca prima che la sua mente potesse filtrarle. La curiosità ormai era troppa, anche se Mavis si rese conto che quella domanda, con ogni probabilità, sarebbe risultata inopportuna. Perché mai James avrebbe dovuto "confidarsi" con lui?

    Come avvenuto poco prima, cambiò repentinamente discorso e tornò a parlare di questioni decisamente più banali.

    Comunque... - la pausa fu lunga, parecchio lunga, e carica di tutto l'imbarazzo che stava provando in quel momento. Occhi bassi e fissi sul piatto, guance lievemente rosate nonostante provasse tutt'altro che caldo, Mavis continuò: E' un talento anche quello di coltivare piante senza proprietà magiche. Io non ho propriamente il pollice verde anche se un G.U.F.O. in Erbologia lo portai a casa. Poi ho smesso, non fa per me...

    Per quanto riguarda il ballo, sinceramente non mi entusiasma un granché. Quando studiavo ad Amestris qualche volta ci sono andato. Parecchio macello, gente sudaticcia... Non è il mio ambiente, diciamo così. Anche se sembro tutto precisino, preferisco di gran lunga passare del tempo in un locale come questo in buona compagnia. Che c'è di meglio di fare due chiacchiere con un amico davanti a del buon cibo o a una bella birra? Ancora non ho deciso comunque se andrò allo Yule. Di sicuro ci saranno tanti altri "colleghi" della L.U.M.O.S., ma... non credo che non ci siano altre occasioni per conoscerli e fare amicizia!
     
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    Per un momento James si chiese cosa effettivamente le persone comuni - i civili - pensassero del lavoro di Auror. Se l'alternativa era tra cavalieri in armatura scintillante su cavalli bianchi o la versione di buoni a nulla che si rincorre la propria coda come i cani dipinta dai giornali, forse preferiva restare nell'ignoranza.

    Le operazioni più pericolose in genere sono quelle che non ti aspetti - gli rispose.

    Non era da tanto che era tornata a Londra e quel periodo negli Auror in America non valeva - trattando quasi solo esclusivamente il problema del contrabbando, più che grandi scontri si trattava di battute di caccia - quindi di scontri "importanti" per fortuna non ne aveva visti. Certo, quella sottospecie di guerra fredda alla lunga le faceva effettivamente credere di essere un cane che si rincorre la coda, ma non si può avere tutto dalla vita.

    Eravamo intervenuti per un maledetto furto a un convoglio e prima che ce ne rendessimo conto ci siamo ritrovati in piena battaglia con incantesimi che volavano ovunque. Non è stato molto divertente.

    E quello si che era un eufemismo, visto che era in quello scontro che la Cage era stata rapita. Quel giorno non se lo sarebbe dimenticato così facilmente. Era un momento che sarebbe rimasto impresso nella memoria di tutti quelli che erano stati presenti.

    La Londra magica non è poi così grande e la Lumos è anche più piccola. In un modo o in un altro incrocerai tutti gli studenti, ne sono sicura - gli rispose dopo aver preso un altro sorso di caffè. Il ballo ad Amestris è un'occasione come un'altra, tra feste di confraternite, seminari aperti a tutti i corsi e biblioteche immagino che non sarà difficile conoscere tutti gli iscritti.

    Quello era uno dei motivi perché amava essere una mezzosangue: il mondo magico spesso e volentieri era troppo piccolo e si tendeva ad andare a sbattere contro le stesse persone, soprattutto se cercavi di evitarle. Pochi maghi conoscevano il mondo babbano abbastanza da avventurarvisi senza dare nell'occhio, quindi era il luogo perfetto dove nascondersi.

    Mavis Nox scusa se ci ho messo un po' 🙇
     
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18 replies since 2/1/2021, 19:42   192 views
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