È tempo di una nuova esperienza

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    [31-12-2031 H 10.00]



    Che sarà mai! Basta impegnarsi come fatto sino ad ora e anche alla L.U.M.O.S. le cose andranno per il verso giusto.

    Mavis se lo era ripetuto allo sfinimento per tutti i mesi che lo avevano separato dall'inizio della nuova esperienza accademica. Quando però si ritrovò di fronte quest'edificio maestoso e imponente, sebbene fosse solitamente piuttosto sicuro di sé, rimase a bocca aperta. Non fu timore, quanto più un senso di profondo stupore. E il desiderio di cimentarsi nella nuova avventura lo pervase.

    Da dove iniziare? C'è così tanto da fare, da scoprire e da conoscere. Non voglio perdermi neppure una lezione! Pensò subito dopo.

    Attorno a sé, vide un via vai di giovani maghi e streghe.

    Certo, lo studio è importante. Però - continuò a dialogare con se stesso - spero di conoscere anche qualcuno con cui fare due chiacchiere. Peccato che Rufus e Symia non siano qui, ci saremmo divertiti. Ma lo studio non è mai stato il loro forte...

    Mavis, dopo questo soliloquio, si accorse di essere rimasto immobile per una decina di minuti tenendo stretta la bacchetta che teneva nella tasca interna della tunica, quasi a voler verificare in continuazione di averla con sé. Il suo sguardo non era perso nel vuoto come in realtà aveva pensato chiunque l’avesse osservato passando di lì; stava fissando quella splendida statua in abito color malva che aveva davanti a sé. Chiunque nel mondo magico sapeva che quello era il ritratto di Queen e lo sapeva anche Mavis. D'altronde era stata una strega ed era irlandese proprio come lui.

    Magari riuscissi a fare anche solo un decimo di quel che ha fatto lei! , continuò a fantasticare Mavis prima che un altro studente, urtandolo accidentalmente, lo riportasse alla realtà facendogli cadere dalla borsa le pergamene che portava sempre con sé. Non si fermò a chiedere scusa, ma andava davvero di corsa.

    Beato lui, probabilmente starà correndo a seguire qualche lezione. Io di sicuro non farò proprio un bel nulla se resterò qui imbambolato, perciò è meglio che mi guardi un po' attorno per cercare di capire come funzionino qui le cose .

    Mavis raccolse le pergamene e li ripose nella borsa attento a non stropicciarle ulteriormente. Sistemò il cappello e il mantello, pronto ad affrontare il suo primo giorno alla L.U.M.O.S.
    Vide dei ragazzi avvicinarsi alla statua di Queen e infilarsi sotto alla sua gonna. La curiosità era troppa. Così Mavis si avvicinò. Lo fece con un po' di timore, perché non aveva alcuna intenzione di finire nei guai. Ben presto capì che si trattava di un passaggio verso un altro ambiente; niente di rischioso. Anche lui sollevò quindi la gonna della statua e si ritrovò nell'ala ricreativa del campus.

    Un bel caffè nero e bollente. Ecco cosa ci vorrebbe. . Nell'attesa dell'arrivo di un elfo domestico, si mise a sedere in uno dei tanti tavoli presenti nella stanza attorno al quale erano seduti anche altri ragazzi.

    Ciao! - disse - Io sono Mavis, sono nuovo di qui. Oggi è il mio primo giorno alla L.U.M.O.S.! Piacere di conoscervi!

    Edited by Mavis Nox - 3/1/2021, 18:55
     
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    La caffetteria della L.U.M.O.S. era sempre un gran casino. Gli anni della Scuola erano passati, ormai, ma benché il ricordo delle colazioni chiassose in Sala Grande stessero lentamente svanendo, Viktor era abbastanza certo che le pause caffè lì a Londra fossero qualcosa che trascendeva il confusionario. Alle volte gli sembrava di trovarsi in uno stadio, di quelli in cui aveva giocato a Quidditch negli ultimi anni in Bulgaria - meno e peggio di quanto avrebbe desiderato, a dire la verità - ma sugli spalti invece che in campo.
    Erano passate poche settimane da quando aveva completato le pratiche per iscriversi all'università, una mole di burocrazia da far impallidire di impotenza il recupero degli esami M.A.G.O. dopo aver lasciato la scuola alla fine del quinto. Eppure era lì a studiare, se così poteva dire, e di tanto in tanto faceva tappa sotto la gonnella della strega, come aveva sentito dire goliardicamente in Confraternita.

    Ciao caro, ci vediamo in questi giorni.

    Due dita sulla fronte, a salutare come un marinaio, Viktor si era appena congedato da un fux che aveva conosciuto da qualche giorno, dopo il suo ingresso tra i Merlino. Non era affatto un amico, né tantomeno poteva essere caro, ma in un caos del genere andare troppo per il sottile non era un'opzione. Il caos, del resto, non era quello della caffetteria ma del mondo intero che ruotava attorno alla L.U.M.O.S.: scelte, avere poco meno di vent'anni, l'esuberanza, la voglia di mostrare i muscoli, di spaccare il mondo a mani nude, di dominare eventi e sentimenti. Viktor non era in grado di fare quasi nulla di tutto ciò, ma a furia di fingerlo, aveva quasi cominciato a crederci da solo.

    Ciao Mavis.

    Si era girato d'istinto a sentire quella voce sconosciuta a un palmo dal suo orecchio, ma quando si girò con il saluto già bello che andato, come si era abituato a fare in quei tempi di prime conoscenze, si accorse che il tizio si era rivolto al tavolo affianco al suo. Pensò per un attimo di tornare a fissare la sua brioche e mettersi alle spalle la gaffe ma aveva due sedie vuote affianco. Se era il primo giorno, per quel ragazzo, un tavolo valeva l'altro.

    Se vuoi bere qualcosa di caldo qui, fai pure!

    E gli indicò a chiari gesti quanto fosse solo, circondato da posti liberi. Aveva pure il cuore in gola dallo slancio emotivo, ma ormai il danno era fatto: era passato un mese o due, a Londra, e non aveva ancora imparato a domare l'irrefrenabile desiderio di infilarsi in qualcosa che non gli apparteneva. L'estroversione senza mediazione, ad esempio, quella sfacciataggine tanto artificiale da rischiare di crollargli in faccia da un momento all'altro, di continuo.

    Anche tu ifcritto in ritaddo?

    Gli domandò, trangugiando un boccone.
     
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    Mavis sorrise verso quel giovane mago che lo aveva salutato mentre era intento a mandare giù un boccone della brioche che teneva in mano. Circostanza, questa, che lo aveva fatto sorridere.

    Ehi, ciao! Piacere di conoscerti!” – disse Mavis attaccando bottone -. “Già, come hai potuto facilmente intuire mi sono iscritto in ritardo. Sai, tra adempimenti burocratici e qualche altro casino da sbrigare non sono riuscito a iniziare prima. Spero di non essermi perso troppe lezioni e di riuscire a recuperare. Ma per ora non voglio pensarci più di tanto. L’importante, comunque, è essere qui!.

    Per evitare di farsi prendere dall’ansia, come delle volte gli accadeva quando finiva per immergersi nei suoi pensieri nella costante sfida con se stesso per cercare di raggiungere la perfezione, Mavis cambiò discorso:

    Certo che la L.U.M.O.S. è davvero enorme. Sarà un’impresa persino trovare le aule delle lezioni! Tu che corsi seguirai? Io spero di diventare un asso della Trasfigurazione, ma seguirò anche Incantesimi perché penso siano F-O-N-D-A-M-E-N-T-A-L-I per un mago.

    Mavis si rese conto che forse stava parlando un po’ troppo. Decise che era il momento di fare una pausa, anche perché non voleva passare per essere un tipo pedante e logorroico. Si tolse il cappello poggiandolo sul tavolo e si diede una sistemata ai capelli con la mano destra. Poi si mise a sedere raccogliendo l’invito del giovane mago di cui ancora non sapeva il nome.

    Sì, credo proprio che ordinerò un bel caffè bollente, disse ponendo fine al discorso sugli studi. Il giovane mago chiamò quindi un elfo domestico chiedendo, sempre con gentilezza rispettando profondamente queste creature, se fosse possibile avere una tazza di caffè caldo o in alternativa un tè nero, magari fruttato.

    Comunque scusami, come un bambino preso dall’eccitazione del primo giorno di scuola non mi sono neppure presentato per bene. Sono Mavis, come dicevo. Vengo da Dublino, ma diciamo che da anni ormai sto girovagando per il Regno Unito. Prima ad Amestris, ora qui alla L.U.M.O.S. Londra devo dire che sembra un altro mondo rispetto a Dublino. È molto più caotica e delle volte mi sento quasi smarrito. Tu invece di dove sei? Sei di qui o sei venuto a Londra per studiare?

    Evento di Capodanno 1/11


    Edited by MavisNox - 2/1/2021, 18:12
     
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    Il cappello sul tavolo fu il segno che sanciva una nuova conoscenza. Il ragazzo di nome Mavis non si fece problemi ad accomodarsi dopo l'invito di Viktor e, come fu chiaro nel giro di trenta secondi, neanche a parlare a ruota libera. L'aspirante Hit Wizard, ancora intento a gustarsi una brioche da metà mattinata, rimase con gli occhi sempre più spalancati ad ascoltare parola dopo parola ciò che lo sconosciuto aveva da dire, quasi travolto dalla marea implacabile di informazioni.
    Ne trasse che doveva essere uno bravo, ai tempi della scuola, preciso quanto bastava, pieno di entusiasmo per il suo futuro e incredibilmente estroverso. Punto per punto, il suo preciso opposto. Lui che non aveva mai eccelso in alcuna materia in particolare, al punto da scegliere il Quidditch a una classe M.A.G.O. recuperata poi controvoglia e senza particolari momenti brillanti, spinto a calci in un'Accademia a caso e a tratti a disagio con la sua stessa ombra.

    Io mi sono arruolato negli Hit Wizards.
    Sono una recluta Auror.


    Telegrafò, quasi impaurito di imbastire un confronto verbale da cui sarebbe uscito con le ossa rotte, anche se soltanto sul piano della quantità. La prima volta che nei palazzi della L.U.M.O.S. aveva azzardato un filo di confidenza in più era finito ricoperto di insulti da una giovane strega in evidente giornata no. Gli parve saggio, dopo l'esperienza, essere un po' più accorto.

    Viktor, piacere.
    Sta' tranquil-


    Fece per tendergli la mano, svelando il suo nome, ma si interruppe a metà strada strabuzzando gli occhi al sentir nominare Amestris. Il fatto che un suo apparente coetaneo di almeno apparente nazionalità inglese avesse frequentato la sua stessa Scuola di Magia, nonché l'unica del paese, in quel contesto gli apparve tanto sorprendente da farlo quasi ingozzare col cornetto. Era un contatto diretto col suo passato, qualcosa che, lanciato a tutta velocità verso il suo futuro, aveva scoperto di anelare come un nettare raro e prezioso. Con buona pace dell'ovvietà della cosa.

    Porca miseria, anche io!
    Ero Tempesta!


    I riccioli che gli ballonzolavano sulla fronte, Viktor riscoprì un vecchio cuore viola oro mai domo di passioen. Per uno come lui che aveva difeso i colori della sua casata in groppa a una scopa volante contro i rappresentanti delle altre, poi, rivalità e senso di appartenenza avevano un sapore tutto particolare fatto di velocità, sudore, e uno strano mix di gioia e delusione.

    In che casata eri? Ma di che anno sei?

    Lasciò l'ultimo boccone di cornetto nel piatto, tutto preso a fare domande a raffica, mentre con lo sguardo cercava gli zigomi, la fronte, qualcosa che gli desse un indizio su chi potesse essere. Aveva una vaga reminiscenza della Sala Grande, ma aveva incontrato così tante persone nella sua storia ad Amestris che distinguere un inganno della memoria da un ricordo vero e proprio era praticamente impossibile. Avrebbe giurato soltanto che Mavis non fosse appartenuto alla Tempesta, o avrebbe dovuto preoccuparsi seriamente: non riuscire a ricordare un volto che avrebbe invece dovuto essergli familiare, almeno più degli altri, equivaleva a malattia certa.
     
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    Arrivò il caffè in una grossa tazza fumante su cui Mavis si precipitò per iniziare a sorseggiarlo. Nel mentre, nella sua testa stava cercando di inquadrare Viktor. Gli aveva fatto una buona impressione e il suo modo di fare, naturale e senza fronzoli, lo divertiva.

    Wow! Una recluta Auror!!! Sei coraggioso! Come mai questa decisione? E che corsi seguirai?

    Mavis solamente dopo averlo incalzato, neanche fosse un interrogatorio, si accorse che forse sarebbe stato meglio evitare. Viktor avrebbe potuto tranquillamente rispondergli che non erano fatti suoi, anche perché si conoscevano – se così si può dire – da una manciata di minuti.

    Oddio, scusami Viktor forse sono sembrato un po’ inopportuno. Comunque sai che ripensandoci forse ti ho visto in giro da qualche parte per Amestris? Io ero Ghiaccio, sono del 2013! Tu invece? Comunque il tuo nome mi dice qualcosa, anche perché non mi sembra tipicamente anglosassone se non vado errato. Lo ricollego all’Accademia ma non so di preciso a cosa. Ho una memoria buona per le nozioni scolastiche tanto quanto è pessima nel ricordarmi il resto. Chissà che non esista un qualche incantesimo permanente per migliorarla! Ah ed ero Ghiaccio. Eravamo in due casate diverse.

    Mavis sorrise con un velo di imbarazzo perché non si ricordava bene chi fosse il giovane mago e tornò alla sua tazza di caffè. Fortunatamente per Viktor, la parlantina di Mavis si fermò per qualche istante a differenza dei suoi pensieri. Continuava a interrogarsi su quel giovane mago che aveva di fronte. Un flash gli ricordò di un Viktor che giocava a Quidditch contro la squadra della sua casata, ma non si sbilanciò in ulteriori domande per evitare possibili figuracce. D’altronde non era così ferrato in materia.

    Il desiderio di conoscere qualcosa in più sul suo interlocutore lo portò a riprendere il discorso. Era più forte di lui, anche se aveva capito di avere davanti a sé un ragazzo decisamente più timido e introverso. Le risposte laconiche parlavano per lui.

    Sei rimasto anche tu in zona per le vacanze di Natale?
     
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    Per la seconda volta in vita sua, Nyx si ritrovava ad affrontare una nuova esperienza tutta sola.
    Anzi, per la "terza volta" se contiamo il momento a partire dal quale aveva recuperato la memoria e incendiato una casa per finire nell'allegra comitiva dei poveri orfanelli. Poi, tre anni più tardi, era stata la volta di Amestris, dove era entrata senza conoscere nessuno e da dove era uscita col desiderio di non aver conosciuto qualcuno. Infine, dopo lunga attesa, era iniziato il capitolo L.U.M.O.S. e, con esso, la speranza che la vita di Nyx giungesse a un punto di svolta.

    Il suo ingresso all'università era stato a dir poco liberatorio. Non come il consueto lancio del reggiseno di quando si rientra a casa dopo ore di tortura, ma liberatorio come mandare qualcuno a...

    Attenzione!

    Sentì qualcosa volarle vicino al viso, smuovere un ciuffo dei suoi capelli. Aveva visto davvero un fuoco d'artificio esplodere su Queen Maeve? La sua faccia aveva davvero rischiato di ricoprirsi di nera polvere?

    Razza di idioti.

    Evidentemente qualcuno si stava già esercitando per festeggiare la fine del 2031 in occasione della festa più insulsa di tutti i tempi.
    Nyx si lasciò scappare un sospiro e una nuvoletta bianca si condensò a pochi centimetri dalle sue labbra.
    Propositi per il nuovo anno: non uccidere nessuno, pensò, anche se dubitava fortemente che il destino di qualcuno sarebbe dipeso da una studentessa al primo anno di Scienze Medimagiche. A quell'augurio, la ragazza strinse al petto "The Healer's Helpmate", il suo libro nuovo di zecca giunto ormai alla quindicesima edizione, e sparì sotto la gonnella della regina.

    La caffetteria rappresentava per la ragazza una tappa sofferta e, tuttavia, necessaria. Decisamente troppo affollata di gente che adorava ciarlare di mattina, ma anche così deliziosamente gonfia di odori. Anche se non era più una ragazzina grassottella e brufolosa da circa un anno e mezzo, ciambelle, frittelle e salsicce esercitavano ancora un forte ascendente su di lei. Soprattutto ora che era alla L.U.M.O.S., dove la probabilità di incontrare qualcuno che conosceva non rasentava la zero ma era comunque tale da garantire un rischio accettabile. E se pure il suo sguardo avesse intercettato un vecchio compagno di scuola, difficilmente Nyx si sarebbe fermata a parlare e fingere di sentire la mancanza dei bei vecchi tempi.

    Come sempre dunque, avanzò sicura di sé tra i tavoli della caffetteria, mentre snocciolava tra le dita i bottoni della sua mantella. Non appena individuò un posto libero, non stette a chiedersi se occuparlo o meno: non aveva intenzione di ritardare un minuto di più la sua colazione. Posò il pesante tomo sul tavolo e prese posto in silenzio, sorridendo debolmente al ragazzo con i capelli ricci seduto dall'altra parte. Lo fissò per qualche secondo, il tempo necessario per realizzare che non lo riconosceva nonostante la vaga aria familiare, e che ciò rendeva il suo inizio giornata un buon inizio giornata.

    Finché non volse lo sguardo su chi sedeva al proprio fianco.

    Oh.

    Lui, invece, lo conosceva eccome.
    Complimenti Nyx: stessa annata, stessa casa. Una caffetteria a disposizione e siedi accanto al tuo passato.
    Anche se non avevano mai davvero legato, da brava osservatrice quale era, Nyx aveva comunque appreso qualcosa sul conto di Mavis Nox: un Ghiaccio dotato di parlantina e col talento in Trasfigurazione (a tal proposito, ovviamente, non le era sfuggito il fatto che lui fosse uscito dai M.A.G.O. con un voto più alto del suo).

    Ciao Mavis. Le parole le uscirono quasi a forza quando lo salutò, sentendosi ancora piuttosto sconcertata da quanta "fortuna" avesse avuto nel trovarsi lì, proprio lì, in quel metro quadro della sala a quell'ora della mattina.
     
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    Niente di meno che Nyssa Harlow. Chi l’avrebbe mai detto. E a quanto pare con il solito caratterino affabile, pensò Mavis sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi forzati.

    Hey Nyx, a quanto pare ci si rivede! Bel trauma passare da Amestris, che ormai era diventata un po’ una seconda casa, a questo edificio gigantesco e totalmente “estraneo” eh?

    In attesa di trovare qualcos’altro da dire, Mavis si tuffò nella sua tazza di caffè. Con Nyssa non aveva mai avuto chissà quale rapporto. Anzi, possiamo tranquillamente affermare che ad Amestris non strinse amicizie particolarmente profonde e solide, forse perché rimasto troppo attaccato a quella che era la sua vita a Dublino. Ma era ormai tempo di voltare pagina. Anche su Nyssa.

    Tabula rasa, ripartiamo da zero e - si disse Mavis - senza pregiudizi.

    Insomma, come sono andate le cose dopo Amestris? Io ci ho messo un po’ a scegliere cosa studiare qui alla Lumos, ma alla fine ho deciso di inseguire le mie passioni… Cercherò di specializzarmi in Trasfigurazione. Proverò a seguire anche Incantesimi, perché non si sa mai… potrebbe tornare utile qualche conoscenza in più nei prossimi anni. Tu invece che mi racconti? Cosa farai?

    Mavis cercò, in parole povere, di coinvolgere Nyssa. D’altronde doveva essere un po’ spaesata come lui in quell’ambiente totalmente nuovo che agli occhi delle giovani matricole sembrava una sorta di labirinto prima che acquisissero un po’ di familiarità con l’ambiente e soprattutto con le persone.

    Sebbene Viktor fosse più attento alla brioche che a loro, Mavis fece le dovute presentazioni. Ah Nyx, lui è Viktor era ad Amestris ed era Tempesta non so se ricordi... E, rivolto a Viktor, proseguì: Lei invece è Nyssa Harlow, pure lei studiava ad Amestris. Era nel Ghiaccio con me! Ci manca soltanto qualche ex Fuoco e avremmo una rappresentanza al completo dell’Accademia, rise Mavis.

    Poi tornò a sorseggiare il suo caffè. Nyx, ti unisci a noi? Prendi qualcosa da bere o da mangiare?
     
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    Mavis lo definì coraggioso e Viktor per poco non gli sputò tutto il croissant in faccia. Coraggioso, lui che non troppo tempo prima avrebbe tremato davanti alla sua stessa ombra, o lui che appena qualche mese prima aveva scelto una specializzazione come si sceglie di ingoiare una medicina turandosi il naso per non sentirne l'amaro. In quella definizione così semplice ed immediata si celava tutto il segreto che frequentare l'Accademia Auror e Hit Wizard si portava dietro. Per quanto fosse una scelta di tutto comodo, dato che Viktor poteva dirsi eccellente nell'unica materia che si fermava al primo anno, Volo, agli occhi degli altri tutto ciò sembrava restare sommerso sotto l'idea del ragazzo giovane, forte, pieno di ideali e bei progetti pronto a lanciarsi sulla strada verso la gloria e l'eroismo. O, perlomeno, era ciò che l'ex Tempesta si raccontava per convincersi via via di aver fatto, tutto sommato, una scelta non così pessima. L'Accademia non gli dispiaceva, a ben pensarci, ma non avrebbe saputo esprimere un vero giudizio sino a quel punto. Di certo, l'ammirazione negli occhi degli altri era un notevole carburante. Ma a che prezzo?

    Me la cavo sulla scopa, sai.

    Mentì, ma non troppo. La militanza nella squadra di Quidditch della sua casata era fatto noto, a chi avesse frequentato la scuola di Amestris nei suoi stessi anni, e gli Hit Wizard erano noti per essere dei maghi specializzati su scopa. Forse non era abbastanza, ma almeno era un inizio.

    Ma, guarda…

    Fece per argomentare, la bocca finalmente sgombra ed educata, ma la quantità di parole che Mavis era in grado di pronunciare ogni secondo lo confuse al punto che non seppe più a cosa voleva rispondere esattamente. E dire che era stato un Ghiaccio, stando ai suoi racconti: dai ricordi di Amestris, non li faceva così loquaci. Ma da Tempesta finito in Accademia Auror invece che a studiare le galassie e altre stramberie in mezzo alle radure, non poteva fiatare riguardo alle incongruenze tra cappello parlante e il vero futuro degli smistati.
    Un libro sul tavolo, né di Viktor, né di Mavis, spezzò ogni pensiero. Il ragazzo seguì la mano a ritroso, fino a trovare il sorriso flebile ma stranamente familiare di una ragazza. D'istinto arretrò col capo, come per ridestarsi, e svelto ricambiò lo sguardo con una smorfia un po' ebete che doveva somigliare vagamente a un sorriso anch'essa.

    Ciao Nyx, come va?

    Si presentò, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, dai suoi occhi e dai suoi capelli. Era un istinto incontrollabile e ormai non se ne vergognava più, nel segreto dei suoi pensieri, come se si fosse macchiato di chissà quale colpa. Aveva diciannove anni, nel bene e nel male.
    Della ragazza aveva il ricordo vago che avrebbe avuto di chiunque avesse mai incrociato una o due volte tra i corridoi, o anche condiviso le gigantesche classi di Amestris senza mai sfiorarsi a parlare neppure per caso. Ma, per qualche strana ragione, era estasiato all'idea di poter recuperare.

    Quindi, per rompere il ghiaccio… preferisci Nyssa o Nyx?

    Con la bocca spalancata, in una risata muta che aspettava solo di esplodere, Viktor si rivolse alla ragazza e poi spostò lo sguardo su Mavis, aspettando che cogliessero la battuta.

    Nel senso, il Ghiaccio, la casata.

    Farfugliò a voce bassa, per non togliersi la scena da solo. Non demordeva.
     
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    Mavis rise. Era divertito, e non poco. Chiaramente non per la battuta sul “rompere il ghiaccio”, sulla quale aveva deciso di soprassedere per il bene di tutti, quanto per l’atteggiamento di Viktor . Alcuni suoi comportamenti, che erano estremamente naturali, lo divertivano terribilmente. Si rese conto che la sua parlantina lo aveva probabilmente messo un po’ a disagio: risposte sintetiche, discorsi iniziati e poi interrotti erano un indizio sufficiente. Per fortuna era arrivata Nyx a evitare il disagio che da lì a poco si sarebbe potuto creare a causa di qualche lungo e imbarazzante silenzio. Essendo ormai quel rischio superato, Mavis tornò alla carica accorciando ancor più le distanze fra lui e Viktor, come se si conoscessero chissà da quanto.

    Vik – disse Mavis abbreviando il nome della recluta Auror prendendosi una confidenza che nessuno gli aveva mai concesso – che te la cavassi sulla scopa l’avevo intuito, sennò non ti saresti arruolato negli Hit Wizards. Sorrise con sincerità all’ “amico”

    Due indizi fanno una prova, pensò Mavis. C’era un Viktor che ad Amestris giocava a Quidditch ed era piuttosto bravo in sella a una scopa (per quanto ne capisse di quello sport da un punto di vista tecnico). Ora davanti a lui c’è un Viktor, bravo pure lui sulla scopa, che viene da Amestris. Semplici coincidenze? Il giovane studente di Trasfigurazione decise di buttarsi – strano per uno come lui, ma probabilmente era merito del clima piuttosto disteso che s’era venuto a creare fra i due – e chiese: Vik, ma per caso giocavi a Quidditch ad Amestris?

    Se fosse stato lui, chissà che avrebbero pensato i suoi compagni di casata se fossero diventati amici con tutte le maledizioni che avevano lanciato – metaforicamente parlando – contro quel giocatore di Quidditch.

    Il caffè di Mavis era ormai quasi finito, ma non aveva minimamente intenzione di alzarsi da quel tavolo. Si stava divertendo e l’esplorazione della L.U.M.O.S avrebbe potuto attendere un altro po’, tanto non aveva ancora lezioni da seguire né ricerche da svolgere.
    Un certo languorino gli stava smuovendo lo stomaco. Si era svegliato presto e aveva fatto colazione all’alba, ormai erano trascorse parecchie ore. Decise quindi di ordinare un po’ di biscotti da condividere con Viktor e Nyssa, sperando che avrebbero apprezzato.




     
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    Bel trauma, già... pensò, mentre cercava di stare dietro alle parole di Mavis, senza battere ciglio e con le labbra curvate in un sorriso incerto. Si convinse di doversi sforzare di superare i propri limiti, imparare ad affrontare le persone in maniera normale. Insomma, era all'università adesso e non sarebbe sopravvissuta tanto facilmente e a lungo nei panni del lupo solitario, che le piacesse o no.

    Be' hai scelto bene alla fine. Sei sempre stato tra i migliori in Trasfigurazione, Mavis, fu costretta ad ammettere e non senza una punta di orgoglio. Ebbene sì, alla gente piaceva ricevere complimenti, giusto? E lei era appena riuscita a farne uno. Ora che non poteva più tornare indietro e fingere di non conoscere nessuno, tanto valeva giocare le carte giuste.
    Io mi sono iscritta a Scienze Medimagiche, aggiunse subito dopo, in risposta a Mavis. Già da un po' desideravo diventare un guaritore, quindi non è stato difficile scegliere.
    Quello che era stato il suo sogno da bambina, da qualche anno era diventato anche una delle ossessioni di Nyx: recuperare la sua memoria. E a prescindere da quanto questo obiettivo fosse realizzabile, studiare gli effetti a breve e a lungo termine di alcuni incantesimi la incuriosiva; per questo credeva che Medimagia l'avrebbe aiutata a risolvere molti suoi interrogativi.
    Dubitava però che questi particolari potessero interessare i suoi interlocutori, e se (più o meno) Nyx pensava di sapere qualcosa sul conto di Mavis, sull'altro ragazzo non avrebbe potuto dire altrettanto.

    Nyx, solo Nyx! Esordì con tono sicuro. Non le era mai piaciuto il suo vero nome, aveva un che di troncato e incompleto e quasi nessuno la chiamava più Nyssa. Sarebbe stata felice di cominciare quel nuovo capitolo della sua vita da universitaria sotto il nome di Nyx. Puoi chiamarmi così, concluse rivolgendosi a Viktor, e le fu presto chiaro perché il ragazzo le avesse suggerito subito un'aria familiare.
    Se rise non fu certo per via della battuta di Viktor (insomma, da un ex-Ghiaccio potevi aspettartelo), ma perché divertita dal suo modo di fare. Il fatto era che, come svelato da Mavis, Viktor era stato un Tempesta e, come il suo passato le aveva insegnato, solo un Tempesta era riuscito a scuoterla. Nonostante il rancore nei confronti di Jacob, in cuor suo Nyx non aveva mai smesso di pensare a quella categoria di studenti come a un gruppo di persone speciali e che, per certi aspetti, aveva sempre invidiato.

    A quel punto la ragazza preferì lasciar condurre il gioco a Mavis, evidentemente molto più ferrato di lei sulle "tecniche sociali". Nyx ne osservò i gesti e ne pesò le parole piuttosto incuriosita, come se stesse prendendo appunti mentalmente.
    Ma certo! Non giocavi come cercatore? Domandò, come folgorata dalla consapevolezza presa ascoltando il discorso di Mavis. Ricordò di aver sentito parlare di Viktor e di tutta la restante squadra di Quidditch dallo stesso Jacob, che aveva imparato e conosceva perfettamente le formazioni di ogni squadra e i punteggi segnati ad ogni partita giocata.
     
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    Viktor non aveva speranze radiose per la sua battuta ma gli era venuta così spontanea che ingoiarsela indietro sarebbe stato un vero e proprio crimine e, probabilmente, gli sarebbe anche andata per traverso. Il solo fatto che nessuno gli avesse messo le mani addosso o si fosse alzato in silenzio per abbandonare il tavolo e trasferirsi dalla parte opposta del pianeta la considerò una vittoria, ma quando vide sia Mavis che Nyx, come voleva essere chiamata la ragazza, aprirsi in una risata, a Viktor si gonfiò il petto e scoppiò a ridere anche lui, certo più degli altri due. Aver fatto centro con due perfetti sconosciuti era il suo riscatto per quell'inizio stentato alla L.U.M.O.S., traumatico quasi quanto quello di 8 anni prima alla scuola.

    E sì, ero proprio un Tempesta.

    Chiunque avesse frequentato la Scuola di Amestris sapeva perfettamente tutto il mondo che si nascondeva dietro quella battuta: pensieri laterali, stranezze, gusti strani e quel modo di stare al mondo come se si trattasse sempre e comunque di qualcos'altro da ciò che era realmente. Solo un vero Tempesta avrebbe potuto imbastire quel teatrino e sperare anche di far colpo. O forse era qualcosa più da Fuoco, la casata degli impulsivi e degli imbecilli? Almeno era così che li definivano gli altri. Essere all'improvviso al centro dell'attenzione, invece, era qualcosa che non aveva bandiera di casata e Viktor vi si ritrovò tutt'a un tratto, col fuoco incrociato di Mavis e Nyx colpiti improvvisamente dal ricordo delle sue imprese sulla scopa. Poche, ma almeno lui era in volo e gli altri a guardare dagli spalti.

    Eheh.

    Gongolò e annuì vigorosamente, stringendo le labbra, come a dire "sì, sì, proprio io" coi ricci che ballonzolavano contro ritmo.

    Vi ho sconfitti meno volte di quanto avrei voluto ma sì, ero io.
    Non pensavo mi avreste riconosciuto!


    Spudorato, ebbe pure il coraggio di mentire: si sarebbe stupito dell'opposto, altroché. Lui ricordava perfettamente i nomi di chiunque gli avesse soffiato il boccino da sotto il naso ed era convinto che per tutta la Casata dovesse essere lo stesso, anche se in sella scopa poi ci andava lui a beccarsi vento, acqua, bolidi e insulti. Il Quidditch era stata la sua materia preferita e la radice piantata più profonda nella sua Amestris.

    Ma insomma, Scienze Medimagiche. Forte!

    Non resistette sotto i riflettori per più di qualche battuta e si impegnò a cambiare discorso il prima possibile. Se poi avessero insistito sulle sue gesta sportive, magari avrebbe risposto con meno patemi. E poi non gli sembrava cortese nei confronti della ragazza, appena seduta al tavolo e senza nessun vero spazio per lei. Voleva diventare una medimaga, un po' come la Hunt, collegò Viktor, e gli parve una scelta nobile e delicata come gli sembrava Nyx da quei cinque minuti scarsi di conversazione.

    Avete fatto delle scelte molto decise.
    Beati voi Ghiaccio.


    L'osservazione seria gli venne subito dopo un sorso di caffè ormai tiepido. Sembrava non esserci via d'uscita dall'associare a ogni casa di Amestris un percorso senza via d'uscita: nessun Ghiaccio avrebbe mai avuto problemi di decisione, in vita sua, era evidente.

    Beh, non sembriamo destinati a studiare insieme…
    Ho sentito comunque che, ogni tanto, vengono organizzati dei Seminari a cui si può partecipare a prescindere dal percorso di studi. Quindi potremo perfino incontrarci qualche volta.


    Lo sguardo passò da Mavis a Nyssa e, per qualche evidente ragione, si soffermò sulla ragazza. Incontrarla ancora non gli sarebbe dispiaciuto, pensò in un lampo senza controllo.
     
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    Esiste una strana virtù propria della natura femminile che vuole che alcuni segnali vengano colti anche quando appena percettibili. Alcune lo definiscono "sesto senso", altre "intuito femminile". Per Nyx era semplicemente un problema.
    Non si considerava un asso nel decifrare il comportamento umano, soprattutto dopo aver analizzato, sezionato, riosservato da una diversa prospettiva lo stesso piccolo particolare. Quel tanto decantato "intuito" in lei non provocava altro che problemi, come il campanello di avvertimento che era risuonato nella sua testa ogni volta che aveva incrociato lo sguardo di Viktor. L'ingresso in fase di analisi del suo cervello, il vuoto d'aria nello stomaco e il respiro interrotto avevano aggiunto ulteriori variabili a quell'equazione già troppo complessa di suo. E non aveva ancora fatto colazione.

    Ordinò un tè nero con latte mentre ascoltava Viktor e riviveva l'emozione dei tempi andati. L'affetto che aveva provato nei confronti del suo amico Jacob l'aveva portata a tifare Tempesta quando questa non era scesa in campo contro il Ghiaccio. Al contrario non era mai stata tanto bendisposta nei confronti della restante terza squadra.

    Beati? Non so Mavis, ma per prendere una scelta decisa almeno io impiego un sacco di tempo. Anzi, a volte penso così tanto a qualcosa che mi incasino da sola. Magari parto con l'idea di fare "A" e finisco per scegliere di fare "B".

    Il che era piuttosto frustrante. Soprattutto quando la scelta finale si dimostrava essere quella sbagliata.

    So che ne comincerà uno a breve, ma... non sono molto pratica di duelli.

    In risposta a quell'ultimo commento di Viktor, Nyx si mordicchiò il labbro inferiore, sentendosi in difficoltà per dover ammettere una propria debolezza. Sarebbe sempre stata più che felice di migliorarsi sotto ogni aspetto, ma non si sarebbe mai ricoperta di ridicolo in un seminario sulle tecniche di duello alternative quando già aveva bisogno di ripassare quelle basiche.

    Però consideratemi a vostra disposizione nel caso partecipaste e aveste bisogno di una rassettata a fine seminario!
    Sempre che vi fidiate, naturalmente.


    Provò a scherzarci sopra, spostando lo sguardo da Viktor a Mavis. Potevano non essere destinati a studiare insieme, ma per un aspirante guaritore il corso di studi di un "paziente" non faceva differenza e a Nyssa non sarebbe affatto dispiaciuto rendersi utile.
    Avvicinò alle labbra la tazza fumante, cominciando a prendere piccoli sorsi della bevanda e godendo del calore che saliva a riscaldarle zigomi e naso.

    Certo, esordì, per poi schiarirsi la voce. Non siamo più ad Amestris, possiamo andare dove vogliamo e fare quello che vogliamo quando lo vogliamo.

    Non era esattamente vero, ma sicuramente Nyx aveva cominciato ad apprezzare le novità introdotte dalla vita universitaria. Lasciare l'accademia per entrare alla LUMOS le aveva donato un senso di libertà che, se da una parte rischiava di farle perdere di vista i propri obiettivi, dall'altra rappresentava un'enorme attrattiva per una neo-diciottenne in completa autogestione. Aveva anche sentito parlare di alcune confraternite, a nessuna delle quali però aveva ancora aderito. Per quanto affascinata dall'idea di far parte di un gruppo di studenti su cui fare affidamento, sentiva di non aver ancora ragionato le ere necessarie per prendere una decisione finale.

    Voglio dire... Non siamo costretti a studiare insieme per vederci.

    Nyx evitò di proposito di guardare ancora Viktor. Il suo viso, per metà nascosto dietro la tazza, e i suoi occhi, riversi sul tè al suo interno, avrebbero tradito una nota di interesse. Anche se, a ben pensarci, non aveva idea di come fosse la vita del ragazzo né di quanta libertà potesse godere una recluta.

    Mavis Nox Viktor Navorski
    Visto che la role è ambientata a fine Dicembre e il seminario in tecniche alternative di duello è ambientato a Gennaio ho fatto riferimento a questo
     
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    Mavis si stava divertendo un casino nell’osservare questo scambio di occhiate tra Nyssa e Viktor (quest’ultimo non faceva davvero nulla per non darlo a vedere). Evitò di apparire falsamente modesto di fronte ai complimenti dell’ex compagna di casata che in questo nuovo contesto, alla LUMOS, sembrava meno taciturna e solitaria. Almeno all’apparenza. E preferiva di gran lunga questa "nuova" versione. Grazie per i complimenti Nyx. La Trasfigurazione è una branca della magia che mi piace molto e, nonostante a molti possa sembrare noiosa, mi ha sempre affascinato. Nel mio caso no, la scelta l'ho presa quando ero già ad Amestris, non ho avuto grossi problemi. Invece mi preoccupa un po' di più il futuro, ma spero di essere in grado di trovare un posto in cui insegnare o fare ricerca.

    Già, l'insegnamento. Mavis aveva questo obiettivo principale per la sua carriera e sapeva bene che avrebbe dovuto applicarsi sin da ora. Restava comunque del tempo per divertirsi, magari organizzando anche qualche gita fuoriporta insieme ai nuovi compagni della Lumos... perché no. La proposta fatta da Nyx, con tutti i timori e le incertezze che trapelavano dalla sua voce, la condivideva appieno.

    Mi trovi totalmente d'accordo Nyx, sarebbe bello soprattutto vedersi fuori dalla Lumos. Magari possiamo organizzare anche qualche escursione da qualche parte!

    Dall'entusiasmo con cui Mavis fece queste affermazioni si intuiva facilmente quanto si sentisse solo, per chissà quale motivo, e soprattutto spaesato, in cerca di nuovi amici. Ancora non si era totalmente ambientato alla realtà universitaria. Un mondo ben diverso dall'Accademia di Amestris a cui ormai si era abituato. Dentro di sé, sapeva che era però giunta l'ora di cambiare aria, conoscere nuove persone e soprattutto fare nuove esperienze. E quale occasione migliore della Lumos?

    Mavis tornò a osservare Viktor e il modo in cui si stava dando un certo tono, palesemente per far "colpo" su Nyx, gli risultava spassoso. Era, all'apparenza, un'altra persona rispetto a quella che fino a qualche minuto prima parlava con la bocca piena senza farsi troppi problemi. Divertito, si rivolse a entrambi: Neppure io parteciperò al seminario sulle tecniche alternative di duello... magari potremmo organizzarci per fare qualche ripasso tra noi, che ne dite?
     
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    I duelli gli ricordavano il Quidditch e, anche se sapeva di star semplificando fin troppo l'Accademia Auror e Hit Wizard con una metafora sportiva, Viktor non riusciva a fare a meno di pensarlo; e poi, subito dopo, di pensare a quanto fosse diventato monotematico negli ultimi tempi, con la smania di raccontare di un passato ormai perduto a gente che non aveva mai visto la sua faccia fino a cinque minuti prima.

    Da recluta dell'Accademia, sicuramente sarà qualcosa di fantastico.

    Gonfiò il petto quando Nyx prospettò di non partecipare al vicino seminario tenuto dal Capo degli Hit Wizard, Augustus Baker. La medimaga invece si offrì di rimetterli in piedi dopo i colpi dei combattimenti e Viktor le sorrise divertito.

    Non so se ti farei far pratica sulle mie ossa.

    Aveva avuto qualche infortunio serio, giocando in campionato, ma era sempre finito sotto le cure di medici esperti che l'avevano rimesso in sella alla scopa nel giro di una settimana o due. Tra i babbani, probabilmente, avrebbe già appeso gli scarpini al chiodo, ma era pur vero che non avrebbe neanche dovuto sfrecciare a decine di kilometri orari in equilibrio su un bastone di legno levigato con un prato trenta metri più in basso.
    Non si aspettava, invece, che Mavis rinunciasse all'opportunità. Di lui sapeva ben poco, nonostante il ragazzo avesse parlato a profusione nel giro di quella colazione, ma il solo fatto che avesse scelto di specializzarsi in Trasfigurazione avrebbe dovuto spingerlo a misurarsi con le sue abilità contro un avversario armato. O almeno era ciò che pensava Viktor, sulla base dell'ultimo quarto d'ora. Lui, al contrario, era praticamente obbligato a presentarsi, per ovvie ragioni, ma mettere piede in campo non gli dispiaceva affatto.

    Se al seminario Baker dirà qualcosa di interessante ve lo farò sapere e magari ve lo rispiego.
    Buona idea.


    Annuì convinto in direzione di Mavis, poi ingurgitò il boccone di cornetto che aveva lasciato nel piatto da ormai troppi minuti.

    Ma la tua… è migliore.

    Sviolinò invece in direzione di Nyssa, interrompendosi a metà per ingollare un ultimo pezzettino di dolce. Stirò il sorriso più sincero che gli riuscì e credette pure di aver fatto un buon lavoro, mentre probabilmente si trovava un passo oltre l'inebetito. Dentro di sé, invece, ardeva di un misto di vergogna, adrenalina e chissà cos'altro, dopo un tale sfoggio di coraggio e savoir faire nel tentativo di sembrare brillante, sul pezzo e con la coda più maestosa di tutti gli altri pavoni in giro. Alla fine non sapeva neppure perché lo stesse facendo, ma il solo iniziare a rifletterci era l'inizio di una spirale senza fine, così si concentrò sul modo assolutamente normale in cui la ragazza teneva la sua tazza, trovandolo inaspettatamente interessante.
    In tutto quel tempo zitto, tra l'accenno di paturnie e l'attento studio della tazza da tè di Nyssa, Viktor si sforzò di trovare qualcosa di interessante da proporre per appoggiare l'idea della ragazza ma proprio non gli veniva nulla in mente. Londra era praticamente una città tutta da scoprire, per uno che l'aveva vissuta da mago due giorni all'anno, prima di settembre per rinnovare le attrezzature scolastiche, e abbandonata insieme alla scuola tre anni prima. Così i suoi propositi di sembrare pure navigato, anche agli occhi di Mavis, naufragarono miseramente.

    Ma i corsi? Non è tardi?

    Decise allora di far saltare il banco e con un sano tocco di pragmatismo riportò tutti alla triste realtà: tè caldi, cornetti dolci, ma le lezioni incombevano.
     
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    "Non so se ti farei far pratica sulle mie ossa." Quello sì che era stato un colpo basso all'autostima di Nyssa e non ci sarebbe stato sorriso in grado di incantarla quella volta. Per qualche ragione le parole di Viktor le erano giunte inaspettate. Insomma, non erano certo quelle che avrebbe voluto sentirsi dire e il suo orgoglio non aveva tempo per stare anche a sentire ragione.

    Peccato, fu il suo primo pensiero. Come la sua vocina interiore aveva proclamato, non le sarebbe affatto dispiaciuto incontrare di nuovo la recluta, ma forse quella volontà viaggiava su un solo binario a direzione unica e la sua dignità le imponeva di non dar mai, ma davvero mai, seguito a certe idee.

    Peccato, esordì, per l'appunto.
    La delusione nei suoi occhi, le sopracciglia inarcate, il sorriso sulle labbra e le spalle alzate, tutti insieme, creavano una confusa accozzaglia di elementi pronti a rappresentare le emozioni di Nyx, almeno subito prima che la ragazza si rendesse conto di aver davvero pensato a voce alta.

    Per me! Che così non potrò... dimostrarti che ne valeva la pena, si affrettò ad aggiungere non contenta ed evidentemente certa di aver scelto le parole più giuste, pronunciate, tra l'altro, con un tono di voce chiaramente più alto del normale. Con tentata nonchalance Nyssa cercò di assumere una posizione più comoda sulla sedia, ma a quel punto la consapevolezza di aver detto qualcosa di veramente stupido aveva già cominciato a strisciare tra le sue viscere.
    Non certa di averla sfangata e pregando che il discorso morisse lì, sepolto sotto strati di imbarazzo e goffaggine, si aggrappò con unghie e denti alla via d'uscita offerta da Mavis. Non era mai stata così felice di stare vicino a qualcuno così bravo a spostare l'attenzione su altro, ma, poverino, sicuramente non gli stava offrendo un bello spettacolo. Ad Amestris erano state davvero poche le occasioni in cui Nyx si era rivelata una perfetta disagiata sociale: le erano bastati pochi tentativi per imparare la lezione, infatti, ed era sicura che il ragazzo non conoscesse quel lato del suo carattere. Tuttavia, con sorpresa si ritrovò a chiedersi che razza di idea Mavis doveva essersi fatto di lei.
    Qualunque fosse, dalle sue parole non trapelò nessun indizio e Nyssa annuì energicamente alle sue proposte, giusto perché qualunque cosa le sarebbe andata bene in quel momento, compresa l'esercitazione che avrebbe potuto vederla coinvolta (anche se, in cuor suo, la probabilità che si arrivasse a qualcosa del genere era piuttosto remota).

    Perché no, sarebbe interessante.

    Con rapide sorsate terminò di bere il suo tè, ancora spiacevolmente bollente, e valutò attentamente l'ultima constatazione di Viktor.

    Già! Purtroppo devo raggiungere il mio Dipartimento per la prima lezione.
    No, non era vero. O meglio, non era così urgente. Ma essere più socievole del solito l'aveva fatta sentire più esposta di quanto avesse davvero voluto e affrontare la realtà dei fatti l'avrebbe fatta tornare lucida. Cercando di allontanare da sé la sensazione di crescente disagio, Nyx tornò a guardare il grosso tomo lasciato chiuso sul tavolo e cominciò a tirare fin sulle spalle la sua mantella.

    È stato...
    I m b a r a z z a n t e .
    ...molto bello conoscerti, Viktor. E Sono felice di averti rivisto, Mavis.

    Sorrise a entrambi inclinando un po' la testa, incerta su come congedarsi.

    Ci vediamo presto in giro allora!
    Sapevano come trovarsi dopotutto, e quella sua vocina interiore ci sperò davvero.
     
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14 replies since 31/12/2020, 14:41   328 views
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