Amestris e l'eco del sottosuolo

Capitolo II - Halloween 2031

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    Non tutti avevano accolto allo stesso modo l’avvento delle voci improvvise: per ogni studente che se ne andava sbuffando, ce n’era uno terrorizzato che si guardava intorno in cerca della fonte di quell'eco macabra, sempre più vicina e insistente.

    ...Ve… ite…

    Si trattava di un suono cupo, ovattato e strascicato, come se trainasse con sé la più torbida disperazione e la più viscerale delle esigenze.
    Nessuno, in quell’antro senza uscita, avrebbe potuto esimersi dal provare almeno un brivido di terrore all’ennesimo, profondo richiamo.
    La prima ad agire fu Máiréad che, oltre a urlare e sguinzagliare i suoi famigli in giro per le segrete in cerca di indizi, evocò la luce potenziata in seguito dall'incanto di Frances: un metodo voluto o meno affinché tutti potessero fissare bene il cunicolo nel quale si erano ritrovati, in particolare il muro grigio e imponente che aveva bloccato sul più bello il loro percorso.
    Ma fu Bellamy, spinto da una magia innocua ma potente, a pensare come nessun altro e rendere reale l’impensabile: e se quel muro non fosse stato davvero un muro?
    Non poteva immaginare - o forse sì - che poggiandovi sopra le mani e l’orecchio avrebbe incontrato il vuoto anziché del freddo cemento: cadde in avanti come avesse appena fatto un tuffo nel più profondo dei mari, senza però subire danni più gravi di qualche superficiale graffio.
    Che fosse davvero uno scherzo del ragazzo? Ma quale genere di arcana e potente magia avevano dovuto applicare su quei luoghi per riuscire a illudere contemporaneamente tante persone quante erano in quelle segrete?
    Fu chiaro che quanto appena accaduto non fosse conseguenza di un gesto del Caposcuola non appena Michelle Lullaby, la regina del gossip ad Amestris, cominciò a darsela a gambe senza lesinare in urletti isterici e parole colme di terrore.
    Seguita a ruota da altri compagni, tuttavia, incontrò sul suo percorso qualcosa di più duro della verità con cui avere a che fare: un altro muro, solido, alto, imponente e impossibile da scalfire con ogni genere di magia. Chiunque avesse provato ad abbatterlo avrebbe visto i propri incantesimi dissiparsi nell’aria, segno che quel muro non avrebbe mollato tanto facilmente le sue difese.
    Lullaby aveva sbattuto il capo con talmente tanta forza su di esso da cadere per terra all’improvviso, aiutata a sorreggersi da Isaac e dalla compagine della Casa rosso-arancio.


    ...Sto bene, sto bene…
    Non vi libererete tanto facilmente di… me…


    Sussurrò a denti stretti, rialzandosi con fatica da terra tentando di sistemare le pieghe del suo abito da diavoletta.
    Era improvvisamente evidente che dalle Segrete non si poteva scappare, non più. Nessuna delle voci che si erano rincorse fino a quella sera combaciava con tutto quello che stava iniziando a capitare. C’era un solo mostro, fino a quel momento, ed era di pietra e cemento.


    ...Ve... ite.

    E poi accadde d’improvviso: un grido straziante squarciò il silenzio del tunnel, tanto assordante da costringere tutti i presenti a cadere sulle ginocchia tappandosi gli orecchi nel vano tentativo di fermare l’urlo più spaventoso che avessero mai udito in vita loro.
    Quando si fossero rimessi in piedi, ogni studente avrebbe immediatamente notato qualcosa di strano, dentro, fuori o attorno a sé.
    Come se non bastasse, era certo anche che il nuovo muro, eretto dal nulla alle loro spalle, serbasse altri poteri oltre a quello di apparire dal nulla. Emise un crepitio sinistro, come se si stesse sgretolando dall’interno, poi un altro accompagnato da un rimbombo sordo e uno sbuffo di polvere. Poi si mosse, con uno strattone improvviso, verso di loro. E, una volta partito, sembrò non voler più fermarsi: iniziò ad avanzare sempre più veloce, e a quel punto i ragazzi potevano correre verso il fondo di quel tunnel, semmai ne avesse avuto uno, o tentare di fermare il muro al massimo delle loro possibilità. Un bivio del destino aperto su due strade ignote, senza un solo istante per riflettere, e un’unica certezza: l’oscurità.


    Scadenza: 10 incluso
    Halloween 2031/32 ha ufficialmente inizio con questo post: chiunque abbia postato di trovarsi nelle segrete non ne può più uscire e subisce le cosiddette sfighe piaghe generate da… Beh, magari lo scoprirete più tardi, se nessuno lo ha già capito.


    Da questo momento in poi e fino a sempre, i vostri PG devono convivere con i seguenti malus pescati a sorte con tanto di percentuali di intensità di danno (sotto copertura con nomi di belve) QUI
    Ognuno di voi dovrà ruolare la propria piaga cercando di rispecchiare la perdita di PA subiti, e quindi la loro differente intensità di impatto: sta a voi giocarla cercando di essere il più coerenti e creativi possibili partendo dalla descrizione seguente.

    Di seguito, infatti, l’elenco delle vostre piaghe più il calo, fra parentesi, dei PA intaccati.

    CITAZIONE
    Alexandra Wigley: Affinità 9 (7), Carisma 9 (7), Saggezza 9 (7)
    Piaga: la Falena
    Sei assillata ogni notte da incubi che non ti consentono di riposarti come vorresti e ti deconcentrano durante l'arco della giornata: ogni rumore ti spaventa, rendendoti sfiduciosa anche di chi ti è intorno. Inoltre cerchi sempre conforto nella luce, preferendo le zone più soleggiate del castello o evocando con la magia fonti luminose nei luoghi più bui.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo vostro post in questo topic.

    CITAZIONE
    Bellamy Octavian Murray : Capacità Magiche 37 (25), Carisma 30 (15), Manualità 24 (17)
    Piaga: il Serpente
    La tua mano dominante non è più utilizzabile, come se non rispondesse più o fosse profondamente addormentata, il che limita pesantemente lo svolgimento della maggior parte delle azioni quotidiane. Impugnare una bacchetta, interagire con piante, fabbricare pozioni, persino scrivere: la tua manualità è compromessa e a meno che non impari a utilizzare l'altra serve trovare alternative valide.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    CITAZIONE
    Cyrene R. Huxley : Agilità 10 (8), Carisma 21 (11), Prontezza 13 (10), Prestanza da Normale a Robusto
    Piaga: il Tricheco

    Metabolismo lento o ritenzione idrica? Non ne hai la certezza, ma all'improvviso ti ritrovi con il corpo molto più gonfio del solito e in maniera spropositata. I movimenti più semplici ti impacciano e ti costano più fatica come il semplice salire le scale, oltre a costringerti a cercare qualcosa di nuovo nel guardaroba da indossare. Di certo effettuare attività sportive non migliora la tua condizione.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    CITAZIONE
    Coral Allen: Agilità 19 (15), Carisma 40 (30), Prontezza 24 (18)
    Piaga: l’Aquila
    Una forza invisibile ti ha preso di mira, come fossi diventata il suo giocattolo preferito: in vari momenti della giornata sei sballottolata per aria a destra e a manca senza che tu riesca a liberartene o comprendere l'origine di questa "entità". Questo purtroppo ti costringe a subire ulteriori contraccolpi non appena il fenomeno s'interrompe: la forza è tale da causarti nausea, stress, difficoltà a camminare, cadute e brevi svenimenti quando tocchi di nuovo terra stabilmente.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    CITAZIONE
    Frances Stitcher: Agilità 10 (5), Prontezza 11 (6), Saggezza 23 (18)
    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    CITAZIONE
    Kyle Crane: Carisma 11 (9), Intuito 8 (6), Saggezza 11 (9)
    Piaga: il Pipistrello
    La tua percezione della realtà è completamente distorta, dandoti l'illusione piuttosto veritiera di trovarti circondato da mostri e nemici spaventosi che sai di non poter affrontare in alcun modo. In più ogni rumore o suono lo percepisci più forte del normale, rimbombante in piccoli echi nella tua testa. Ciò ti porta a stordimento e a perdere la ragione per qualche minuto, lasciandoti parecchio scosso per il resto della giornata.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    CITAZIONE
    Lorenzo Fontana: Carisma 13 (3), Intuito 9 (7)
    Piaga: il Gatto
    Lorenzo ora è solo una delle tante identità che possiedi, momentaneamente quella dominante. Soffri di un disturbo multiplo della personalità cambiando allineamento (a caso, purché ci sia varietà) da un momento all'altro, senza preavviso seppur per pochi minuti. Quanti nuovi "io" sono dentro di te? Chissà, sta a te scoprire i loro nomi, ma occhio alle future crisi d'identità e soprattutto non permettere che una di loro prenda il controllo su di te.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    CITAZIONE
    Luke Lygeon: Carisma 23 (18), Saggezza 21 (9)
    Piaga: il Salmone
    Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    CITAZIONE
    Máiréad Callaghan: Agilità 6 (3), Prontezza 6 (3)
    Piaga: la Tartaruga
    A giorni alterni una delle tue gambe smette di funzionare: nei giorni pari la gamba destra, nei dispari la sinistra. Tutte le volte che cammini, corri o durante qualunque altra azione che costringa a muoverti occorre il doppio del tempo necessario, nonché maggiori dolori dovuti allo sforzo muscolare di una sola gamba. Inizia a saltellare, perché è la tua unica chance!
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    CITAZIONE
    MattiaBonkey: Affinità 5 (4), Carisma 12 (9), Prontezza 4 (2)
    Piaga: la Lumaca
    Definirti maldestro è dire poco. Qualunque oggetto che afferri ti cade irrimediabilmente di mano, come se fossi cosparso di una strana viscida sostanza che non consente ai polpastrelli di esercitare la giusta presa. Inoltre, durante alcuni momenti della giornata, sei assalito da violenti conati che si concludono nel vomitare lumache a più non posso senza controllo. Non tutti potrebbero apprezzare i bavosi ricordini che lasci in giro.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    CITAZIONE
    Michelle Montilyet: Carisma 21 (15), Saggezza 22 (12)
    Piaga: il Pappagallo
    Hai molta difficoltà a parlare e articolare le parole per via della tua lingua incollata al palato. Per questo motivo sei costretta a ripetere almeno tre volte di fila la stessa parola prima di pronunciarla bene: più sillabe ci sono, più tentativi ci vogliono per riuscire a superare il problema. Questa situazione potrebbe causarti non pochi guai, specialmente nel caso in cui stia lanciando un incantesimo o nel bel mezzo di una temuta interrogazione.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    CITAZIONE
    takasugi;: Affinità 13 (10), Carisma 13 (9) Intuito 6 (5)
    Piaga: la Zebra
    Il mondo adesso è bianco e nero, senza più colori ma solo una vasta distesa di sfumature di grigio. Difficile distinguere il vero grigio dai falsi se non grazie alla memoria, ma se ciò non bastasse la tua vista è più sensibile alle due tonalità estreme. Una delle due, infatti, domina temporaneamente su tutto, schiarendo o scurendo quello che vedi. Guardare qualcosa realmente colorata di bianco ti infastidisce come piccole punture di spillo, guardare qualcosa di nero invece ti provoca mal di testa.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic. Ogni 4 post vedrai soltanto in bianco e nero in maniera alternata; es. il tuo primo post sarà in bianco e nero e così i 3 successivi; poi vedrai soltanto in bianco; seguiranno altri quattro post in bianco e nero, e infine un post in cui vedrai soltanto oscurità. Fino a quando non ricomincerà il giro...

    CITAZIONE
    Sertoria Eburneo: Carisma 4 (3), Prontezza 7 (4), Saggezza 12 (9)
    Piaga: la Puzzola
    Ogni sorta di puzza disgustosa e maleodorante impregna te e i tuoi vestiti, senza che alcun tipo di sapone riesca a rimediare anche parzialmente al problema. La sua potenza non dà pace nemmeno a te stessa, tanto da distrarti costantemente e provocarti conati di vomito. A questo punto decretare la conseguenza peggiore, ovvero temere di avvicinarti agli altri o svenire per il forte odore, è un'ardua impresa.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    CITAZIONE
    Soobin Min: Carisma 25 (13), Intuito 5 (4), Saggezza 11 (8)
    Piaga: il Camaleonte
    Ogni giorno non è mai uguale al precedente a livello di percezione visiva. L'aspetto di ciò che ti circonda muta ogni giorno, sia di oggetti che di persone: divise di un certo colore ne hanno un altro completamente diverso, elementi fisionomici di amici e professori stravolti, anche il materiale all'apparenza non è come quello che ricordi. Gli altri quattro sensi, però, ti aiutano a riconoscere la realtà dei fatti: le voci di chi conosci sono sempre le stesse, così come i sapori dei cibi, i loro profumi e le sensazioni tattili. Attenzione perciò a non giudicare dalla copertina.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    Docenti e studenti rimasti in Sala Grande, invece, continuano la loro tranquilla cenetta in compagnia di dolcetti-scherzetti e fantasmi nevrotici… finché possono.

    Andrew E. Laeddis ,
    Everett Marshall Price,
    Mikal Levischmiedt,
    Michael JD Rosenbaum,
    Johanna Cage,
    Amalia Harp,
    Valerius Cunningham,
    Leonard Lennox,
    Astrea Olivia Gray.
    Derek Wade,
    Martin A. Campbell,
    Isobel Saltzman,
    Meredith Seaver,
    Eloise Hunt,
    Zacharias A. Fletcher
    Hesper E. Fawley


    Ogni qual volta aprirete una nuova role o parteciperete ad una lezione dovrete inserire in spoiler la vostra scheda PG con i nuovi valori, basterà farlo soltanto al primo post.
    Tuttavia, non potrete comunque aprire nuove role ambientate a Novembre prima della fine di Halloween.
    Vien da sé che queste condizioni diventeranno base di gioco per le vostre role ambientate a partire da Novembre e per le lezioni che si svolgeranno da Novembre in poi.
    Non sapete quando le piaghe smetteranno di perseguitarvi né se smetteranno mai di farlo. Ma sapete come si dice: la speranza è l’ultima a morire.
    E forse non solo…

    Come se non bastasse, avrete appena il tempo di interagire con la vostra nuova condizione che vi toccherà subito mettervi in cammino. Al momento il muro non è particolarmente veloce, ma si sa come vanno queste cose, no?
    Soprattutto quando c’è il destino di mezzo...


    Insomma, Buon gioco! :D

    Ps. sì, se avete ancora addosso gli effetti dei dolcetti sarete sfigati il doppio.
    C'est la vie ad Amestris...


    Edited by Il Tessitore - 13/12/2020, 12:50
     
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    Ghiaccio VI Anno
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    M-mu...?

    L'aver sentito di nuovo quella tremenda voce, ancor più risonante di poco prima, era tutt'altro che rassicurante.

    Non fare il cagasotto.
    Mu a-andiamo?


    Con la coda dell'occhio, il rosso cercava di osservare cosa stessero facendo gli altri, poco più indietro, mentre dava dei piccoli strattoni delicati al costume dell'amica, tanto per farla ritornare sulla Terra e farle comprendere la gravità della situazione. O almeno, la gravità che Lorenzo percepiva in quella situazione.

    Insomma, n-non c'è nulla qui.

    Proprio mentre terminava quella frase, iniziarono i problemi: prima il caposcuola riuscì letteralmente ad attraversare quel muro di pietra come se fosse burro, poi, alcuni che avevano provato a darsela a gambe davanti a quella vista, erano stati bloccati da una barriera uscita fuori praticamente dal nulla.
    Infine, di nuovo, quella voce spezzata.

    Sei fregato.
    Merda.


    Un urlo, assordante più di qualsiasi altro suono l'orecchio del parmense avesse potuto mai ascoltare nel corso della sua breve vita, eruppe senza preavviso nel corridoio che era rapidamente passato da "vicolo cieco" a "trappola per studenti"; in quel momento cadde tutto il castello di carte che il riccioluto aveva eretto a difesa dalla paura matta che provava, costringendolo a ripararsi come meglio poteva sulle proprie ginocchia, in preda al dolore per le urla misto al terrore per la situazione. Chiuse gli occhi, pregando che tutto quello fosse solo un sogno, una terribile conseguenza dell'aver mangiato pesante la sera prima di Halloween e... tutto sembrò finire davvero.
    Gli girava la testa, tanto che ci mise qualche secondo solo per riaprire gli occhi.

    Stanno tutti bene?
    Non hai idea di cosa si provi ad essere sempre uno spettatore, Fontana, soprattutto se sei tu a dirigere questa telenovela.
    C-cosa?


    Il corpo di Lorenzo si rialzò in posizione eretta, con un ghigno beffardo evidenziato da due occhi ben più spiritati del normale. Con la mancina si tolse un momento dal capo il cappello, per lisciarsi meglio i capelli confinati lì sotto con la destra, prendendo ampi respiri, come se non lo facesse da tempo.
    Tuttavia, non era stato lui a muoverlo; o meglio, sentiva esattamente il contrarsi dei suoi muscoli, i suoi ben poco soffici capelli al tatto e la freschezza sulla pelle dettata dalle segrete, ma quasi come se fosse immerso in una di quelle simulazioni in realtà virtuale che gli era capitato di provare un paio di volte a qualche fiera del fumetto con suo padre.

    P-perché?
    Perché sei uno sfigato del cazzo.


    Finalmente, la fedora scura venne riportata delicatamente sul cuoio capelluto dell'italiano, con un gesto quasi plateale, ad accompagnare quei sussurri che quello continuava a rivolgere a Lorenzo. Poi, un tremore, e l'alto muro in pietra alle loro spalle si era iniziato a muovere inesorabilmente, verso di loro.
    Il nuovo Lorenzo sorrise, divertito: potevano solo buttarsi di sotto, dunque.

    Dove sono gli altri?
    Gnove siogno gli attri?* Ma ti senti quando parli?
    M-ma io...
    Chiudi la tua inutile bocca e guarda come si fa.


    Anche se una bocca non l'aveva mossa, il neo-panchinato Lorenzo parve mantenere il silenzio, mentre il suo corpo si sgranchiva.
    Dovevano muoversi: stava per scattare in avanti, con solo un'altra figura a sbarrare la sua strada verso il buio sottostante.

    Fuori dalle palle, abbraccia-castori!

    Un calcio se il suo bersaglio fosse stato ancora a terra, una violenta spinta laterale se invece si fosse messo in piedi, e il nuovo Lorenzo si sarebbe facilmente fatto strada, afferrando la bacchetta prima di aggiungere:

    Oh, Murray! Te lo devo dire io che devi fare luce o ci arrivi da solo?
    E' un Caposcuola!
    Ma succhiatemi l'uccello.


    E, sull'ultima, stravagante affermazione, si buttò di sotto, mantenendosi il cappello con la mano sinistra.

    *E' da intendere in cantilenato.

    Ho scelto di interpretare il disturbo in questione concentrandomi sul sintomo della depersonalizzazione, e quindi derealizzazione dell'individuo, mantenendolo cosciente ma distante in qualche modo da ciò che accade in una personalità rispetto all'altra.

    Lorenzo Fontana: Carisma 13 (3), Intuito 9 (7)
    Piaga: il Gatto
    Lorenzo ora è solo una delle tante identità che possiedi, momentaneamente quella dominante. Soffri di un disturbo multiplo della personalità cambiando allineamento (a caso, purché ci sia varietà) da un momento all'altro, senza preavviso seppur per pochi minuti. Quanti nuovi "io" sono dentro di te? Chissà, sta a te scoprire i loro nomi, ma occhio alle future crisi d'identità e soprattutto non permettere che una di loro prenda il controllo su di te.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa. (1/5)
    Personalità attuale: Louie Tarhei, Caotico-Malvagio.
    Usati per ora: Lollo (LN), Louie (CM)
     
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    Fuoco VI Anno
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    Cosa era successo?
    Tutto accadde rapidamente, le voci divertite dei suoi compagni lasciarono posto al silenzio raggelante e quella voce, inizialmente come un sussurro, che si trasformò in un rimbombo fragoroso, capace di portare con se paure ed incertezze.
    Cosa diavolo erano andati li a fare?
    Quando il muro davanti a loro sparì, il mondo sembrò cambiare davanti ai suoi occhi, accecandolo con l’oscurità, assordandolo con il silenzio e scaraventandolo in un’esistenza del tutto nuova, come se i suoi occhi si fossero aperti la prima volta verso una realtà specchio, strappando il velo che lo separava da quel reame spaventoso.
    Aprì la bocca per parlare, ma la voce sembrò essere sparita, sfuggita a quegli orrori che ora lo circondavano come presenze reali e terribili.
    Kyle si voltò di colpo e dove prima aveva scorto un nuovo muro, ora vedeva un’orda di creature spaventose, la cui forma si mischiava, offuscata da una moltitudine di occhi luminosi e terrificanti, sorrisi appuntiti che lo schernivano grondando saliva per un appetito rinnovato

    “Crane… “

    Quelle voci formarono una cacofonia disorientante ma tanto chiara da fargli accapponare la pelle, mentre i pugni si stringevano cosi forte che le unghie lambirono la sua pelle, facendo scorrere poco sangue, ma quello che bastava per richiamare la fame dell’Orda

    “Ti divoreremo”

    Chiuse gli occhi, ma anche dalle palpebre gli sembrò di vedere, mentre tutte le sue percezioni si amplificavano e tremavano all’unisono, in una melodia di straziante armonia, una risata famelica come la stessa sensazione che pareva circondarlo

    “Scappare sarà inutile Kyle Crane”

    Ma cosi lui fece.
    Il mondo attorno sembrò sparire, i suoi compagni mischiarsi con l’Orda e le loro voci venir sopraffatte da quelle grida infernali che lo spinsero a correre via, lontano dal loro, lontano dalla paura e dall’oscurità che non voleva abbandonarlo ma che verso di lui continuava a strisciare e forse non l’avrebbe abbandonato mai.
    Non seppe dire per quanto corse, ne dove pensava di arrivare, ma ad un certo punto le voci scomparvero dalla sua mente ed i suoi occhi, ormai abituati al buio, non videro più nulla.
    Tutto era sparito, scomparso da occhi e sensi tutti, come un brutto sogno che lentamente si allontana dalla realtà, come l’onda che ritorna al mare dopo essersi infranta sulla terra ferma.
    Kyle Crane si fermò nel terrore, il respiro affannato e gli occhi spalancati, la bocca aperta che per la prima volta dopo tanto tempo non sapeva cosa dire, se non un grido terribile come quello nella sua mente, un urlo di terrore e disperazione, mentre le mani arrivarono sugli occhi, cercando di coprire tutto ciò che poteva, nella vana speranza di sparire da quel luogo, per sempre.
    Si sedette a terra, raggomitolandosi su se stesso, le ginocchia strette al petto e lo sguardo fisso verso il vuoto, quel vuoto che ora sentiva strisciare nel suo petto, freddo, gelido e terribile.

    Aiuto

    Un sussurro, che rimbombò nel silenzio, perdendosi nell’oscurità come parte della gioia che aveva nel cuore.

    Kyle Crane: Carisma 11 (9), Intuito 8 (6), Saggezza 11 (9)
    Piaga: il Pipistrello
    La tua percezione della realtà è completamente distorta, dandoti l'illusione piuttosto veritiera di trovarti circondato da mostri e nemici spaventosi che sai di non poter affrontare in alcun modo. In più ogni rumore o suono lo percepisci più forte del normale, rimbombante in piccoli echi nella tua testa. Ciò ti porta a stordimento e a perdere la ragione per qualche minuto, lasciandoti parecchio scosso per il resto della giornata.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.
     
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    Michelle Lullaby non la riconobbe neanche, quando la ragazza sfrecciò dietro Frances, apparentemente diretta verso l'uscita dei sotterranei.
    Ebbe modo di notare che fosse lei quando sentì il tonfo orrendo che fece il suo corpo contro qualcosa che, voltandosi verso la fonte del rumore, Cyrene non fu in grado di identificare. Michelle era a terra, chiaramente scioccata dall'essere stata rinviata indietro dall'impatto con una qualche barriera.
    Ancora appoggiata al muro, ma stavolta molto più vigile rispetto a prima, Cyrene cominciò a guardarsi intorno con occhi cauti. Non le piaceva affatto quando gli eventi di quella scuola diventavano fisicamente pericolosi per gli studenti; non che fosse preoccupata per gli studenti in generale ma era ben cosciente di esserne nel mezzo e non sentirsi in qualche modo al sicuro la destabilizzava. Quella dopotutto era a tutti gli effetti casa loro e non sentirsi al sicuro in casa propria metteva quantomeno a disagio.

    ...Ve... ite.

    Il suo sospetto si trasformò immediatamente in netto fastidio, quando l'urlo agghiacciante che ululò per il corridoio costrinse tutti sulle ginocchia, aggrappati alle proprie orecchie come se ne dipendesse la loro vita.
    La sensazione che provò la terrorizzò, perché non aveva mai sentito niente di simile nel suo corpo in vita sua e non aveva alcun controllo su essa. Era come se lentamente stesse gravando su di lei qualcosa, ma non era qualcosa che sentiva di dover sorreggere quanto qualcosa che le permeava dentro e smetteva di pesare ma cominciava a soffocarla dentro. Si rese conto dopo diversi secondi che il suono affannato che sentiva rimbombarle nelle orecchie era il proprio respiro che cercava di farsi strada tra una pesante nuvola spessa, come se avesse addosso la coperta più pesante che potesse esistere.
    Aprì gli occhi e provò a mettersi in piedi ma si disse che doveva togliersi di dosso qualsiasi cosa fosse a toglierle il respiro, prima. Si portò le mani al petto e come previsto trovò qualcosa ad ostacolarle le dita. Cercò di scavarci dentro coi polpastrelli prima di rendersi conto che si stava facendo male. Abbassò il viso e realizzò di non poterlo chinare più di un minimo, quasi ci fosse della resistenza, una sciarpa o qualcosa di simile. Rivolse lo sguardo in basso quanto poté e vide qualcosa che non riuscì a focalizzare nella penombra dei sotterranei. Le sue mani erano completamente diverse, non le sue e riposavano tremanti su un petto che non era il suo. Eppure i graffi che si era procurata sopra il seno le avevano fatto male, ancora rosseggiavano.
    Il peso, la coperta, quel qualcosa che la attanagliava in maniera soffocante era fatto della sua stessa carne. Non riusciva a controllare il suo respiro e dovette aprire le labbra per dargli spazio libero. Quel corpo non era suo, ma era lei a controllarlo.
    Per quanto non si riconosceva, la prima cosa che pensò del corpo che riusciva a muovere fu che era seminudo, uscito grottescamente da abiti scuri strappati e a malapena ancora su di esso. Attorno a lei c'era il caos più totale ma non le importava, non al momento. Quando il corridoio cominciò a tremare, Cyrene individuò con più facilità quello che le serviva, perché i drappi di velluto appesi ai muri danzarono intorno al sisma che sembrava smuovere quello spazio ormai angusto, visto quanti vi erano dentro.
    Cominciò a cercare con le mani del corpo che non era il suo, perché chiunque fosse, sperava avesse una bacchetta. Sentì un fastidio sotto l'ascella e notò spuntare dalla morbida carne che la copriva dei frammenti della stoffa interna di una giacca e il familiare legno sottile e robusto di una bacchetta. Quando la impugnò la notò che era simile alla sua, era identica alla sua.

    La mia bacchetta...la mia giacca...

    Era proprio il suo gessato, la camicia nera, la cravatta che solo ora si era resa conto la stesse strangolando. Se tutto era suo, era suo anche quel corpo.

    Che scherzo assolutamente idiota.

    Ma non aveva tempo di pensare a cercare di annullare quella che credeva essere una semplice fattura o un effetto del pasticcino che aveva mangiato. Anche se fosse tornata subito alla sua corporatura naturale niente avrebbe ricucito il suo completo, sarebbe stata comunque mezza nuda.
    Tornò a guardare i drappi appesi al muro e puntò la bacchetta contro quello più vicino a lei.

    Accio tenda

    Persino la sua voce suonava diversa, più profonda. La pesante e grande copertura di velluto scivolò in sua direzione, avvolgendola prima ancora che potesse farlo lei, che riuscì a malapena a prenderne tra le dita i lembi per coprirsi. La stoffa era morbida ma quel velluto verde scuro era impolverato e aveva l'odore tipico di stoffa attempata.
    Solo ora si rese conto di cosa le stava accadendo attorno.
    Completo caos.
    Non riusciva a muoversi, gli effetti di quel pasticcino le avevano non solo debilitato le gambe ma sembravano aver preso governo di tutto il suo corpo, rendendolo il più difficile possibile da muovere. Il problema è che tutto ciò stava succedendo nel momento più sbagliato, perché nel frattempo i sotterranei sembravano letteralmente impossessati da qualcosa che minacciava di chiuderli là sotto per sempre.
    Cercò nelle sue vicinanze Frances, nel mezzo di studenti urlanti, che correvano da una parte e dall'altra o rimanevano dov'erano, chi in preda al panico, chi ammutolito e chi addirittura in preda a risate nervose. La Ghiaccio era a poco più di un metro da lei, un metro che le ci volle tanto tempo quanto se fossero stati tre per tagliarne la distanza e avvicinarsi. Le mise la mano destra su una spalla, ché con la sinistra ancora si stava reggendo la tenda attorno al corpo. Anche solo con le due dita che le posò addosso, mentre le altre reggevano la bacchetta, si rese conto degli effetti del dolce che aveva ingerito. Il suo braccio era irriconoscibile, almeno tre volte la dimensione che aveva normalmente.

    Frances.

    Sembrava aver perso i sensi.
    Non aveva idea di cosa stesse facendo, non sapeva se si potesse fare in uno spazio chiuso, senza un cielo aperto.
    Era l'unica cosa che in quel momento le venne in mente di fare, seduta goffamente a terra con una tenda a coprire un corpo che non le apparteneva e sempre più spaventata.

    Periculum!

    alzò a fatica il grosso braccio destro ma lo alzò e riuscì a puntare la bacchetta verso l'alto. Nella sua testa, evocando quell'incantesimo, le scintille avrebbero trapassato soffitti, pavimenti, mura e qualsiasi cosa si frapponesse tra lei e il cielo, perché chiunque non fosse nella scuola potesse forse vederle. In realtà non aveva idea se avrebbe funzionato o meno; forse si sarebbe trovata semplicemente una doccia di scintille addosso e nessuno che avesse idea di quella richiesta d'aiuto.

    SPOILER (click to view)
    Riassunto: Cyrene ha un corpo grasso che al momento attribuisce sempre ad un effetto momentaneo del dolce che ha mangiato, non avendo idea di cosa sia successo. Si è coperta con un drappo appeso al muro, ha provato a lanciare l'allarme.

    Saggezza 23
    Capacità Magiche 25
    Manualità 18
    Agilità 8 Prontezza 13
    Intuito 11 Affinità 7
    Carisma 11
    Prontezza 10
    Prestanza Robusta
     
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    Quando il caposcuola scovò, più o meno volontariamente, il trucco della finta parete, Frances a malapena se ne accorse, ché già aveva preso a camminare in direzione opposta con il preciso intento di andarsene. Quella serata aveva preso una piega che proprio non riusciva più a digerire, e non teneva così tanto a fare un piacere a Price da perdere altro tempo, soprattutto dopo tutto il tatto che aveva mostrato nei suoi confronti. Certo non poteva immaginare quanto la situazione fosse sul punto di precipitare ben più in profondità di quanto lei avrebbe mai potuto immaginare.
    Si accorse ben presto che andarsene non sarebbe stato facile come dirlo; si lasciò sfuggire un mezzo sorriso che aveva un che di soddisfatto quando la Lullaby si schiantò contro una parete a tutta velocità, rimbalzando al suolo dopo quello che di sicuro non era stato un impatto piacevole. Ma quel sorriso le sparì subito dal viso quando realizzò che quell'ostacolo avrebbe impedito anche a tutti gli altri di uscire da quel cunicolo di oscurità. Come se non fosse bastato, gli echi lontani di sussurri inquietanti sembravano farsi più vicini e più nitidi ogni minuto che passava; guardandosi intorno, non poté mancare di notare le espressioni di angoscia dipinte sui volti dei presenti, illuminati flebilmente dalla luce che lei stessa aveva contribuito ad evocare, un'espressione che doveva essere dipinta anche sul suo stesso volto, per quanto non riuscisse a vederla.

    Non lo so.

    Rispose alla domanda di Cyrene dopo un tempo immenso da quando gliel'aveva posta, e senza neppure voltarsi a guardarla, ancora piegata in una posizione molto instabile da qualunque cosa avesse mangiato quella sera. Sapeva razionalmente che non sarebbe dovuta essere Cyrene, l'obiettivo del suo malumore, eppure le sue parole avevano un tono più duro del normale, come se in fondo la stesse biasimando per non essere stata più attenta a quello che metteva in bocca. Non poteva negare, tuttavia, che da un lato la presenza della ragazza la rincuorasse: era forse l'unica persona di quel gruppo di cui sentisse di potersi fidare.
    Il grido che le perforò i timpani fu così acuto e tagliente da sembrar provenire direttamente dalla sua anima. Portarsi le mani alle orecchie e chiudere gli occhi fu totalmente inutile, al punto che si ritrovò accucciata in terra sulle ginocchia senza neppure sapere razionalmente come ci fosse arrivata. Il terrore era dipinto in ogni suo gesto, ché mai aveva sentito un urlo tanto straziante e tanto terrificante; l'adrenalina schizzò nelle sue vene d'improvviso, paradossalmente paralizzandola, ed una tale scarica di energia si tradusse nell'immobilità di brividi di paura lungo tutto il corpo. Il crepitio del muro alle sue spalle, fin troppo vicino per non sentirne già la fredda superficie sulla pelle, le inviò l'ennesimo segnale di pericolo; ma Frances fece a malapena in tempo a realizzare cosa stesse succedendo. Non appena sollevò nuovamente gli occhi, le fu chiaro che nulla stava andando per il verso giusto; i ragazzi sembravano impazziti, agitati, carichi dell'adrenalina del terrore, ma lei li vedeva sfocati, rallentati da un torpore che le aveva invaso le membra d'improvviso e si stava velocemente mangiando via anche la sua lucidità. Le immagini si muovevano intorno a lei rallentate, mescolandosi al sogno lucido che stava prendendo piede al di là delle sue palpebre che parevano essere più difficili da risollevare ogni volta che le sbatteva.

    Ma che ca-

    Biascicò quel pensiero sconnesso a fior di labbra senza neppure riuscire a concluderlo, prima che tutte le energie che le erano state iniettate nelle vene dalla paura venissero risucchiate di colpo dall'oblio. Crollò addormentata sul pavimento sudicio delle segrete, in un sonno che non sarebbe stato calmo né riposante, inghiottita dal buio al di là delle sue palpebre, l'oscurità che portava dentro e che la spaventava di più di quella che l'avvolgeva nella veglia. Lasciò la presa sulla bacchetta che ancora stringeva nella destra, che rimase affianco alla sua mano sfibrata di energie, abbandonata sul suolo al pari di tutto il resto del corpo; il petto si gonfiava del profondi respiri di un sonno maledetto, che le avrebbe intorpidito la vita nell'ennesimo scherzo del destino che, di divertente, non aveva proprio niente.

    CITAZIONE
    Frances Stitcher: Agilità 10 (5), Prontezza 11 (6), Saggezza 23 (18)
    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    Visto il solito culo che ho avuto coi dadi, praticamente non sarò mai più completamente sveglia. Benssimo.
     
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    Non aveva l’abitudine di mostrare apertamente le sue emozioni. Al contrario, cercava sempre il più possibile di dissimularle, un po’ per non apparire troppo emotiva agli occhi degli altri, un po’ perché, effettivamente, non lo era nemmeno così tanto.
    Così, quel primo sussurro, seppur l’avesse colta impreparata, l’aveva comunque lasciata relativamente tranquilla, visto che non era stato niente di definito e altri suoi compagni erano ancora lì con lei.
    Quando però giunse il secondo spaventoso sbuffo, non potè proprio fare a meno di provare.. Paura. Accompagnata anche da una leggera pelle d’oca che le solleticava tutto il corpo.
    Si guardò attorno raggelata, in una smaniosa ricerca di Coral, suo punto di riferimento tra tutti gli studenti presenti, e così riuscì a cogliere per intero la scena di Bellamy che cadeva in avanti ed oltrepassava quel muro che si era appena rivelato un semplice ologramma, o un'illusione ottica, o qualcosa di simile.
    Lo stupore si aggiunse al timore precedente. Come avevano fatto a non accorgersene?

    Forse questo muro serviva solo a.. Dissuaderci?
    Chiese a tutti ed a nessuno.
    Nel senso che era stato messo qui per non fare andare avanti?

    Una finzione, un incantesimo che doveva far desistere i più curiosi dall'esplorazione delle segrete. Probabilmente c'era pure un motivo.
    Ma che differenza faceva, oramai? Aveva tutta la sensazione che stavano per fare la fine delle ostrichette nella favola di Alice nel Paese delle Meraviglie. La riprova di ciò le fu data proprio dalla disavventura di coloro che sarebbero dovuti essere gli organizzatori di quella gita proibita: la bionda ed i compagni del fuoco, rimbalzati contro un muro, stavolta vero, di pietra ed insormontabile.
    Quindi, anche volendo, non si poteva tornare indietro, ma bisognava per forza procedere.
    Verso cosa? L’ignoto al momento era piuttosto spaventoso, soprattutto perché accompagnato da quel sinistro sussurro.

    Ma non ci fu il tempo di ragionarci oltre, visto che li raggiunse un urlo straziante, reso ancora più terribile dall’eco che inevitabilmente si creava in un ambiente del genere. Era impossibile sfuggirgli, nonostante le mani di Alexandra andarono veloci a coprirsi le orecchie nel tentativo di arginare quel suono infernale. Le gambe le cedettero, ebbe l’istinto di raggomitolarsi in posizione fetale, portando le ginocchia al petto ma senza cingerle.

    Fu un attimo, ma fu abbastanza lungo da confonderla, perché quando si rimise in piedi si sentiva.. Diversa.
    Lei era la stessa, si diede una veloce controllata dal collo in giù era davvero tutto al proprio posto, ma c’era qualcosa che la turbava. Non fu immediato capire cosa, ma più si guardava intorno, più vedeva il buio intorno a sé e più sentiva il suo cuore rimbombarle nelle orecchie.
    Buio, oscurità, buio.
    I fasci di luce evocati dalle altre ragazze poco prima erano ancora presenti ed aiutavano di certo, ma non erano assolutamente sufficienti ed il nero rimanente lei, adesso, non poteva proprio tollerarlo. Era troppo. Si sentiva schiacciata da quell’oscurità opprimente, che le toglieva il fiato e le faceva perdere via via la lucidità.

    Qui non si vede niente!! È troppo buio!!
    Esclamò, quasi gridando, con una voce acuta che rasentava l’isteria.
    Come possiamo capirci qualcosa senza la luce?

    Non si stava riferendo a nessuno in particolare, perché, in quel momento di panico generalizzato, nessuno poteva badare a lei, ma non le importava.
    Strinse più forte la bacchetta, con il polso creò un’asola immaginaria e pronunciò l’unica parola che in quel momento poteva darle conforto.

    Lumos

    La punta del suo catalizzatore iniziò ad emanare un rassicurante chiarore e lei si sentì molto più calma, manco le avessero appena iniettato una bella dose di valium; il battito iniziò a decelerare e riprese perlomeno a ragionare.
    Teneva il fascio luminoso il più vicino possibile al suo viso ed in questo modo riusciva anche a vedere con più facilità chi le stava accanto. Si aspettava di scorgere Kyle, ma non lui non era più lì.

    Kyle?
    Chiese, dapprima a bassa voce, in una specie di sussurro riflessivo.
    Kyle??
    Gridò una seconda volta a voce più alta, prendendo a cercarlo con lo sguardo, ma inutilmente.

    Ed avrebbe continuato a chiamarlo, se non fosse stata distratta dal rumore profondo ed improvviso del muro alle loro spalle che aveva preso a muoversi.
    Non fu nemmeno particolarmente “rumoroso” ma lei lo percepì quasi come una valanga di pietre che le cadeva a poca distanza. Per una qualche strana ragione infatti, sentiva i suoni molto più amplificati e, uniti alla situazione poco rassicurante, riuscivano a spaventarla più di quanto l’avrebbero spaventata prima.
    Portò la mano libera dalla bacchetta al petto, come a sincerarsi della nuova velocità che stava prendendo ancora il suo cuore, e, una volta accertata che battesse ancora, esclamò:

    Cos’è stato adesso?

    Sentiva i suoi sensi amplificati a mille e a quel punto, con il muro che lentamente avanzava verso di loro, e senza aspettare una risposta da parte di nessuno, fece la prima cosa che le venne in mente.

    Diminuendo!

    Ruotando la punta della bacchetta illuminata in più cerchi concentrici, provò a lanciare l’incantesimo contro il muro, così da provare a renderlo meno “aggressivo”.
    Era sicuramente una mossa stupida, che non avrebbe portato ad alcun risultato, ma era la prima cosa che le era venuta in mente.

    E a prescindere dal successo di quella mossa sconsiderata, senza nemmeno aspettarne l’esito, prese a correre in direzione opposta a quel blocco di cemento in avanzamento, sulla scia della strada percorsa poco prima dal ragazzino del fuoco.

    Alexandra Wigley: Affinità 9 (7), Carisma 9 (7), Saggezza 9 (7)
    Piaga: la Falena
    Sei assillata ogni notte da incubi che non ti consentono di riposarti come vorresti e ti deconcentrano durante l'arco della giornata: ogni rumore ti spaventa, rendendoti sfiduciosa anche di chi ti è intorno. Inoltre cerchi sempre conforto nella luce, preferendo le zone più soleggiate del castello o evocando con la magia fonti luminose nei luoghi più bui.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo vostro post in questo topic.
     
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    Non capiva perché tutti fossero così terrorizzati. Infondo era solo la notte di Halloween e si trovavano nelle segrete dalle cui viscere riecheggiava un terribile richiamo, e ricordiamo che se il diavolo di sussurra è perché vuole la tua anima.
    Non capiva nemmeno perché tutti andassero sventolando le loro bacchette richiamando i più disparati incantesimi. Era una festa in una scuola alla fine, cosa poteva accadere di male? Quale terribile destino poteva incombere sulle loro brevi vite?
    Pensate le ultime parole famose, la giovane si ritrovò costretta in ginocchio con le mani sulle orecchie, quasi a volersi proteggere da quel dilaniante urlo, il cui dolore le stringeva cuore, mente e animo. Lei stessa emesse un urlo in risposta, quasi a voler superare quello da cui stava provando, fallimentarmente, a proteggersi. Gli occhi furono stretti, serrati tanto da portare le lacrime a straripare dalle orbite, rovinando la sua opera di make-up, dove quel leggero tratto di matita nera si trasformò in un cosplay di un panda, ma non era questo il suo problema. Poco prima aveva assistito alla scena della sua omonima, la quale si imbatté con un muro indistruttibile che vietava a chiunque la fuga, imprigionandoli in quei lugubri cunicoli.
    Non era nemmeno in condizioni, quindi, di andar via, rilassandosi avanti un calice di succo di zucca, né tantomeno di tornare nel suo dormitorio a riposare dopo uno stress così pesante.
    Gli occhi furono aperti nuovamente, ritrovando il proprio posto nell’universo, dando rapidamente uno sguardo in giro, per vedere se fosse stata l’unica soggetta a quella reazione e, rassicurata di non aver fatto una brutta figura, andò per rialzarsi, in un movimento dove le leve inferiori furono usate come leve. Prima il piede destro fu portato sul freddo pavimento, per dare una spinta ascendente assecondata dal movimento della gamba gemella. Ripresa la posizione retta, la giovane, da buon Prefetto, indipendentemente dalle casate presenti, andò a chiedere…

    ra-rag-ragazzi tutt-tutto b…

    Un momento, cosa diavolo sta succedendo?

    Gli occhi si spalancarono, la bocca si apriva e chiudeva come a controllare di avere la mobilità muscolare, per poi infilare indice e medio della destrorsa nella stessa, controllando se tutto fosse a posto…ma no, la lingua non era per nulla a posto.
    Continuiamo con i problemi? L’udito…no quello funzionava benissimo, tanto da sentire i rumori provenienti dal muro nato a caso alle sue spalle e sentire come questi stesse avvicinandosi in un moto infinito. Non era in grado di dire nulla, non voleva perdere venti minuti per spiegare un concetto, che già senza handicap avrebbe avuto problemi ad esprimere a causa delle sue barriere linguistiche. Non era capace di consolare, ordinare o guidare i ragazzini, non era capace e aveva il tempo per elaborare e discutere di un piano, ma era capace di muoversi, pewr questo cominciò a correre, cercando di farsi vedere dai gufo fuoco e, con un movimento veloce della mano destra, indicava loro di seguirla verso…non lo sapeva nemmeno lei, non era ancora così esperta da conoscere a memoria i sotterranei del castello, ma ovunque sarebbe stato meglio che quel posto.
    Giunta al bivio avrebbe atteso l’arrivo di Bellamy e lo avrebbe seguito verso la direzione da lui presa, ma in caso non avesse avuto responsi da quest’ultimo l’istinto le avrebbe detto di prendere la strada a destra, sperando di non morire portandosi sulla coscienza dei poveri gufo, stolti, che avrebbero scelto di seguirla.

    Michelle Montilyet: Carisma 21 (15), Saggezza 22 (12)
    Piaga: il Pappagallo
    Hai molta difficoltà a parlare e articolare le parole per via della tua lingua incollata al palato. Per questo motivo sei costretta a ripetere almeno tre volte di fila la stessa parola prima di pronunciarla bene: più sillabe ci sono, più tentativi ci vogliono per riuscire a superare il problema. Questa situazione potrebbe causarti non pochi guai, specialmente nel caso in cui stia lanciando un incantesimo o nel bel mezzo di una temuta interrogazione.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    La voce inquietante non si stava zittendo e man mano che il tempo passava, più appariva lugubre e sinistra anche alle sue orecchie. Non sapeva chi stesse parlando, ma sicuramente si stava impegnando per farle gelare il sangue. Chiunque si stesse inventando quel teatrino, sicuramente ci stava riuscendo parecchio bene.
    Perché era solo uno scherzo, giusto?

    Lumos!

    Samantha vide la parete sparire appena toccata da Bellamy, come divorata dal vuoto oscuro che adesso stanziava al suo posto. Le ricordava vagamente l'esperienza dello scorso anno a Storia della Magia, in quella specie di finta piramide.

    Nani?[Cosa?]

    Samantha rimase paralizzare ed il suo primo istinto fu quello di ossservare il vuoto davanti a sé, come se a malapena credesse alla sua improvvisa entrata in scena.
    E se anche quell'oscurità si fosse rivelata finta? Non poteva comunicare, quindi il suo dubbio sarebbe rimasto tale. Però Bellamy ci era caduto dentro e niente era cambiato, quindi cosa voleva dire?
    Qualcuno provò a fuggire, ma la sua fuga venne bloccata dall'impatto contro un muro che sicuramente non era sempre stato lì. Stavano succedendo cose strane ed inquietanti, era ancora parte del gioco?
    Samantha portò una mano alla sua bacchetta, strinse le dita sull'impugnatura ed in quel preciso istante, come fosse figlio di quella stessa pietra, un urlo agghiacciante investì i presenti.
    Gelata dal suono, la ragazzina si tappò le orecchie, chiudendo gli occhi d'istinto.

    No.

    Si costrinse a riaprire gli occhi ed il mondo le apparve più scuro del normale, come se fosse appena entrata in una stanza buia. Le luci che provenivano dalle bacchette dei compagni le davano l'impressione di essere quasi fastidiose. All'inizio non sembrò niente di così strano, fino a quando non si ritrovò a pensare bene a cosa stava guardando.

    C'è qualcosa che non va...


    Si strofinò gli occhi una, due, tre volte gli occhi. Il suo sguardo era improvvisamente puntato su Máiréad e suoi suoi capelli...

    Spenti, si è spento il colore, si è spenta Máiréad?

    No, si erano spenti tutti quanti.
    Stavano succedendo cose strane, ai Prefetti e a gli studenti tutti.
    Un rumore inquietante interruppe il flusso disordinato dei suoi pensieri, era come se qualcosa si stesse rompendo e d'improvviso quella grande presenza di pietra si stava muovendo. Lo stesso muro sulla quale la studentessa del Fuoco aveva sbattuto, quello che non poteva essere finto.

    Oh, no...

    Una ragazza era crollata, ma Samantha la vedeva a malapena e non capiva. Però se nessuno l'avesse salvata sarebbe stata investita dal muro, no? Anche fosse stato uno scherzo, poteva farsi male, no?
    Non era l'unica in difficoltà, ma era l'unica che non poteva chiedere aiuto perché svenuta.

    Tasukete! [Aiutatemi!]
    Okite, kudasai... [Ti prego, svegliati]


    Avrebbe provato a scuoterla per vederne una qualche reazione.
    Nessuno avrebbe capito, ma sicuramente qualcuno l'avrebbe vista, erano tutti lì! Quel muro era vero e si stava per schiantare su di loro. Avrebbe avuto cura di recuperare anche la bacchetta della Prefetta, che le era sfuggita tra le mani per il... qualsiasi cosa fosse che l'aveva fatta svenire.
    Il mondo era spento, lei era confusa e non sapeva nemmeno cosa stesse facendo. Il suo istinto sarebbe stato almeno far ricongiungere la ragazza all'altro Prefetto, anche se i suoi occhi avevano fallito nel notare la difficoltà in cui versava Cyrene.
    Nel caso Frances non si fosse svegliata e mossa nell'immediato, avrebbe provato a trascinarla via con le sue forze.

    Spero di aver capito bene l'ambientazione, comunque visto che Frances è crollata, Samantha vorrebbe provare a svegliarla ma supponendo che non ci sia tempo per aspettare che la bella addormentata si risvegli per bene, vorrebbe provare a trascinarla. Essendo un momento di panico anche per Samantha ho pensato fosse più coerente non realizzare subito che la ragazza è semplicemente addormentata.
    Chiedo scusa se ho sbagliato qualcosa :c
    Tutto non autoconclusivo (?)
    Cherry Puddin-nox: cremoso budino alla ciliegia che una volta ingerito fa parlare un mix di lingue diverse: giapponese, furettese, futurese, ecc. (+2 Saggezza) [3/3]
     
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    Stava succedendo qualcosa di brutto.
    Su questo non ci pioveva, stava succedendo qualcosa di davvero molto brutto e Soobin si diede del completo idiota per non essersene restato in Sala Grande a mangiare.
    In quel momento sarebbe potuto essere tranquillo e beato a riempirsi lo stomaco di budino al cioccolato e invece era lì nelle segrete a sentire la voce più assurdamente terrificante del creato.
    Stava già dando le spalle al muro, deciso ad uscire dalle segrete, quindi non vide Bellamy cadere e passarci oltre, tuttavia sentì il tonfo e, una volta giratosi, si rese conto tramite le interazioni degli altri che il quel muro doveva essere illusorio.
    Ciò che vide benissimo fu Lullaby iniziare a correre e ad urlare, per poi andare a sbattere contro un altro muro.
    Un muro che prima non era lì perché era proprio da lì che erano arrivati. Un muro che impediva loro di lasciare le segrete.
    Rabbrividì.

    Ma… cosa?
    Ed ora?… Ora come usciamo da qui?...


    Si fermò, per poi iniziare a guardarsi attorno, sentendo il panico strisciargli sottopelle, insinuandosi dentro di lui fino ad annidarsi nella sua testa.
    Prese a respirare più velocemente del normale e si portò le braccia a stringersi da solo, nella speranza di riuscire a trasmettersi un po’ di conforto.
    Cosa stava accadendo?
    Cos’era quella voce?
    Perché non potevano andarsene?
    Continuò a guardarsi attorno, magari il muro poteva essere distrutto con degli incantesimi? Magari potevano continuare oltre il finto muro, nella speranza di trovare una via d’uscita?
    Ma se oltre il finto muro ci fosse stata… la cosa proprietaria di quella voce terrificante?
    Non fece nemmeno in tempo a fare mente locale nella propria testa che le segrete si riempirono dell’urlo più forte e agghiacciante che avesse mai sentito.
    Fu talmente destabilizzante che le ginocchia gli cedettero, ma Soobin nemmeno se ne rese conto, preso dalla fretta di tapparsi le orecchie per non sentire.
    Si ritrovò ad accucciarsi su sé stesso con le orecchie tappate e gli occhi chiusi con tanta forza da far male.
    Quando finalmente l’urlo si quietò si rese conto non solo di essere effettivamente caduto in ginocchio, ma di essersi anche inconsciamente rannicchiato su sé stesso, quasi nel tentativo di risultare il più piccolo possibile.
    Si alzò in piedi a fatica. Voleva solo tornare dai professori, la cosa più logica era stare vicino ai caposcuola, in quel momento.

    C-Coral…?

    Chiamò, forse a voce un po’ troppo bassa per essere udito, quindi decise che l’avrebbe cercata.
    Era in quella scuola solo da settembre e le facce occidentali tendenzialmente gli sembravano tutte uguali, quindi non se ne rese conto subitissimo, ma dopo qualche istante fu chiaro: lui non riconosceva assolutamente nessuna delle persone che aveva attorno.
    Sentì il cuore iniziare a martellargli nel petto. Era ancora nelle stesse segrete di prima? Era successo qualcosa durante l’urlo?
    Ora che ci faceva caso, anche i colori erano strani, ma per un istante aveva attribuito la cosa ai vari travestimenti.
    Prese la bacchetta dalla tasca, magari con un po’ di luce in più le cose gli sarebbero sembrate più normali?
    Stava per eseguire l’incantesimo, ma si fermò appena le sue mani entrarono le proprio campi visivo.
    Era sicuro che il suo costume fosse rosa, perché adesso era verde melma?
    E non solo… perché le sue mani avevano unghie simili ad artigli?
    Gli sfuggì un urlo terrorizzato mentre provava a toccare gli artigli, rendendosi conto che questi… non esistevano. C’erano solo le sue mani, al tatto esattamente come le ricordava, lisce e con le unghie corte, un po’ mangiucchiate.

    Cosa sta succedendo? Cosa sta succedendo?!

    Urlò spaventato, in mezzo a quel mare di estranei. Pensò ancora alla necessità di farsi luce, quindi strinse leggermente la presa sulla bacchetta, tuttavia le mani non smisero di tremare.

    L… Lumos...

    Gli veniva quasi da piangere, non capiva cosa stesse accadendo, era tutto così dannatamente strano.
    Si guardò di nuovo attorno, nella futile speranza che qualcosa fosse cambiato, ma tutti continuavano ad avere facce che non aveva mai visto. I colori erano assurdi e i lineamenti irriconoscibili e in alcuni casi mostruosi, ma nulla di ciò aveva chiaramente più a che fare con eventuali travestimenti.
    Molto lentamente iniziò a camminare tra gli altri, guardandosi nervosamente attorno e con due lacrimoni che minacciavano di scendergli lungo le guance in qualsiasi momento. Doveva trovare i Caposcuola! Loro avrebbero sicuramente saputo cosa fare… ma esistevano ancora i Caposcuola? Sotto le spoglie strane che vedeva addosso agli altri c’erano ancora effettivamente i suoi compagni di scuola?
    Le voci che sentiva provenire dagli altri gli sembravano familiari, ma era ancora troppo sconvolto per rendersene pienamente conto.

    C-Coral! B-Bellamy!

    Chiamò ancora, questa volta più forte.
    Poi successe.
    Un crepitio e Soobin si fermò di scatto. Un crepitio in una situazione del genere poteva voler dire solo nuovi guai.
    Si girò subito, in tempo per vedere il muro (che adesso era improvvisamente diventato di un arancione brillante) che bloccava la fuga dalle segrete iniziare a muoversi, ovviamente verso il muro illusorio, spingendoli tutti quanti oltre esso.

    Perché?!
    Perché non me ne sono rimasto alla Mahoutokoro?!


    Non gli restò molta scelta. Tenendo la bacchetta davanti a sé, nella speranza di vedere meglio dove metteva i piedi, iniziò a correre il più lontano possibile da quel muro, sperando che più avanti non ce ne fosse un altro, questa volta reale, di fredda e dura pietra.

    Spero di aver reso bene la mia piaga! Tenendo conto che Soobin fa ancora fatica a riconoscere i compagni di scuola, ci mette un po' a capire cosa gli sta succedendo.
    Stessa cosa per i colori: essendo Halloween ed essendo che alcuni sono travestiti, ci mette un attimino in più a capire che i colori distorti non sono travestimenti.

    Coral, Bellamy, vi ho taggati perché coerentemente Soobin chiama i caposcuola in cerca di "protezione" essendo nel panico per quello che sta accadendo, ma non riconoscendovi più non interagisce direttamente con voi.

    CITAZIONE
    Soobin Min: Carisma 25 (13), Intuito 5 (4), Saggezza 11 (8)
    Piaga: il Camaleonte
    Ogni giorno non è mai uguale al precedente a livello di percezione visiva. L'aspetto di ciò che ti circonda muta ogni giorno, sia di oggetti che di persone: divise di un certo colore ne hanno un altro completamente diverso, elementi fisionomici di amici e professori stravolti, anche il materiale all'apparenza non è come quello che ricordi. Gli altri quattro sensi, però, ti aiutano a riconoscere la realtà dei fatti: le voci di chi conosci sono sempre le stesse, così come i sapori dei cibi, i loro profumi e le sensazioni tattili. Attenzione perciò a non giudicare dalla copertina.

    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic
     
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    Io odio questa festa di merda.

    Coral capì che non si trattava di uno scherzo dei Fuoco quando la simpatica Lullaby batté prepotentemente la testa contro un muro nuovo di zecca. Un gesto scenico, sicuramente, ma non costruito: qualcosa le diceva che Michelle non si sarebbe spinta tanto oltre per dimostrare quanto vero fosse quel quadretto a metà fra un film dell'horror e la realtà di ogni Halloween ad Amestris.
    Il che corrispondeva tristemente a verità.
    No, non era uno scherzo: il muro davanti a Bellamy era sparito lasciando il posto ad un altro che avrebbe inevitabilmente bloccato qualsiasi loro tentativo di fuga.
    La Caposcuola si avvicinò al muro per toccarlo e verificare che non sparisse nel nulla come poco prima, ovviamente senza successo; fece così per provare a scagliargli contro qualche incantesimo, notando come anche altri stessero facendo lo stesso.

    Nessuno lanci incantesimi esplosivi contro il muro, a meno che non vogliate fare la fine dei gemelli Lannister.

    Un'ovvietà: era chiaro che lanciare quel genere di magie su di un muro portante in una parte del castello che lo reggeva dalle fondamenta sarebbe stato stupido e rischioso, ma Coral sapeva a cosa potevano portare il panico e l'agitazione, per cui era meglio prevenire piuttosto che curare.

    Vale a dire “morire sotto un mare di macerie”.

    Specificò ulteriormente, senza riuscire a liberarsi in toto del suo sarcasmo. Anzi, erano proprio quelle le situazioni che la spingevano a dare il meglio di sé in quanto ad umorismo fuori luogo.
    E poi un urlo.
    Quel suono la costrinse a schiacciarsi addosso al pavimento con le orecchie ben coperte e gli occhi chiusi: il cuore palpitava come un cavallo imbizzarrito, mentre il respiro pareva voler scappare via da lei, via da quell'urlo acuto, stridente e malevolo.
    Si rimise in piedi a fatica, cercando Bellamy con lo sguardo prima di chiunque altro, dimenticando improvvisamente i motivi per cui l'aveva odiato fino a cinque minuti prima.
    Cosa stava succedendo?
    Cosa avrebbero dovuto fare?
    Come avrebbero potuto proteggerli?
    E da cosa?
    Coral non si sentiva terrorizzata più di quanto non lo fosse stata negli anni precedenti: ne aveva viste parecchie all'interno di quelle mura e anche al di fuori, talmente tante da averci in qualche modo fatto l'abitudine.
    Ma era giusto che una ragazzina imparasse ad accettare e a convivere col fatto che una volta l'anno la sua casa divenisse il luogo preferito per le calamità di ogni tipo? No, non lo era affatto.
    Questo pensiero spinse la Caposcuola a sentirsi prima amareggiata, e poi spaventata dalle nuove circostanze: adesso aveva anche la custodia di tutti i presenti, condivideva con Bellamy le responsabilità di una scolaresca in pericolo da proteggere.
    Deglutì, con ancora il ricordo dell'urlo ad impedirle i movimenti e i pensieri, fossilizzati dentro quella sensazione di impotenza da cui non riusciva ad uscire.
    Si voltò verso il primo richiamo, proveniente da un nuovo ragazzo di cui non ricordava nemmeno il nome, appartenente alla sua casata; lo guardò come in una sorta di stasi, aprendo e chiudendo le palpebre senza rendersene conto.

    Sì... ecco... allora...

    Quanto caspita pesava quella spilla.
    L'unica cosa che poté fare, tuttavia, fu correre: il muro cominciò ad avanzare nel giro di pochi istanti, costringendola a rimandare a dopo il confronto con i suoi timori e uno sguardo più attento a tutti i presenti.

    ...VIA, VIA!
    TUTTI VIA DA QUI!


    Ma la sua corsa ebbe vita breve: una spinta e poi il vuoto furono ciò che seguirono al suo richiamo.
    Percepì gli organi interni in subbuglio durante quel balzo che no, non era una caduta, come immaginato nell'arco di un istante, non era nemmeno una spinta vera e propria, né uno stupido scherzo da parte di qualche fallito del Fuoco.

    ...BELLA...

    Si ritrovò a penzoloni ed in giro per i tetti delle segrete senza nemmeno rendersene conto, lasciando piuttosto l'onore alle sue emozioni, prime spettatrici di uno spettacolo a cui non avrebbe mai voluto assistere, tanto meno vivere.

    ...MY...

    Il cuore chiedeva con prepotenza di uscirle dal petto e poi dalla gola, la gola chiedeva più respiro, il respiro chiedeva aiuto ai polmoni, e i polmoni rimanevano immobili a godersi lo spettacolo.
    Che stronzi.
    La ragazza poté soltanto stringere con forza il catalizzatore per evitare che le cadesse di mano, poiché incapace persino di trovare un rimedio efficace a quella fattura o qualsiasi cosa fosse, colta com'era di sorpresa.

    ...TIRAMI...

    Coral urlò con tutta la forza che aveva addosso, serva di un gesto tanto familiare quanto difficile da razionalizzare, totalmente in balia di un'improvviso vulcano d'aria, una mano invisibile che volle trascinarla e portarla con sé in giro per le segrete.

    ...GIU!!!!!!!!!!

    Ma quella sarebbe stata l'ultima parola che avrebbe pronunciato per il momento, poiché un senso di vomito aveva cominciato a farsi strada con prepotenza dentro di lei, costringendola a zittirsi e ad aspettare inerme la fine di quella centrifuga, se mai fosse arrivata.

    tumblr_pyttxhBXmx1sv8xs0o1_500



    [quote]Coral Allen: Agilità 19 (15), Carisma 40 (30), Prontezza 24 (18)
    Piaga: l’Aquila
    Una forza invisibile ti ha preso di mira, come fossi diventata il suo giocattolo preferito: in vari momenti della giornata sei sballottolata per aria a destra e a manca senza che tu riesca a liberartene o comprendere l'origine di questa "entità". Questo purtroppo ti costringe a subire ulteriori contraccolpi non appena il fenomeno s'interrompe: la forza è tale da causarti nausea, stress, difficoltà a camminare, cadute e brevi svenimenti quando tocchi di nuovo terra stabilmente.
    Frequenza:primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    Bellamy Octavian Murray Soobin Min
     
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    Lui lo sapeva, se lo sentiva che dietro quel muro c'era qualcosa. Di certo non pensava al nulla, ma qualcosa doveva esserci. Cadere in avanti e finire con il palmi delle mani al suolo non fu nemmeno così imbarazzante, perchè aveva avuto ragione e tutti avrebbero dovuto riconoscerglielo.
    Se non fossero stati impegnati a fare altro. Tipo a pensare che se quel muro non era un muro...era molto probabile che stesse per accadere qualcosa di strano. Infatti, non appena tutti quanti iniziarono a correre via da quel posto che si faceva sempre più inquietante, la Lullaby incontrò con la propria testa un altro muro. Nessuno poteva andarsene via da lì.
    Un altro sussurro, ancora più inquietante del primo, e poi un grido. Una smorfia di fastidio comparve sul volto del ragazzo irlandese, ormai tornato in piedi, incapace di spiegarsi che cosa diavolo stesse succedendo. Non era l'unico però in quelle condizioni. Nessuno di loro sapeva nulla, nessuno poteva aver organizzato qualcosa del genere, e quello non sembrava affatto essere uno scherzo.
    Tutti quanti urlavano, cercavano i propri amici, provavano a fare cose. Sentiva il suo nome provenire da diverse persone, e non aveva idea di cosa fare, a chi dare retta. Sentì le spalle farsi improvvisamente più pesanti, la spilla da Caposcuola che in quel momento non portava addosso divenne causa di una preoccupazione ancora più grande. Se l'anno precedente aveva a stento salvato un ragazzino della sua Casa da un dormitorio in fiamme, come avrebbe potuto salvare l'intera scuola da...qualsiasi cosa stesse per succedere?
    Le iridi color ghiaccio cercarono Coral, più per la preoccupazione che per qualsiasi altra cosa. Solo in quel momento si accorse effettivamente del suo costume, che non sembrava nemmeno un costume di Halloween per quanto era bello. Fino a poco prima aveva avuto stupidaggini e frivolezze a cui pensare, e non aveva avuto abbastanza lucidità per dirle quanto fosse bella.
    Ora di lucidità ne aveva fin troppa, eppure fu il tempo a mancare.
    C'erano tante cose che non quadravano affatto, e non si trattava soltanto di quel muro che aveva iniziato a muoversi. In quel tunnel c'era letteralmente il caos.
    Un ragazzo della Tempesta lo stava chiamando, ma lui non aveva idea di cosa fare. Persino un nanetto del Ghiaccio, di cui a malapena conosceva il volto, decise di prendersela con lui. Vide gente accasciarsi a terra e lo stesso Kyle, che di solito era il primo ad agire in qualsiasi situazione, mettersi seduto in preda a chissà quale crisi.

    KYLE! Alzati, corri, corri via!

    La sua attenzione, però, venne attirata da tutt'altro.
    Aveva perso di vista Coral, eppure la sentiva chiamarlo. Nel panico generale, gli ci volle qualche secondo per rendersi conto del fatto che quella figura che veniva sballottata in aria da chissà cosa era proprio la studentessa della Tempesta.

    Ma che cazzo.

    Non capiva come fosse possibile, eppure una cosa la sapeva: doveva tirarla giù ed in fretta, perchè quel muro si faceva sempre più vicino e non poteva scappare via da lì. Non poteva lasciarla lì da sola, non se ne sarebbe andato senza di lei. Mantenere la lucidità divenne ancora più difficile, la consapevolezza della sofferenza dell'altra gli rendeva difficile persino parlare, anche urlarle che lui era lì, che la stava per tirare giù, gli fu impossibile. Le parole gli si bloccavano in gola, preso alla sprovvista da quella situazione terribile.
    E ancora non aveva visto nulla.
    Quando portò la mano sinistra alla bacchetta, per poter lanciare un incantesimo e aiutare Coral, il pezzo di legno urtò semplicemente contro la sua gamba e poi cadde a terra. Inspiegabilmente, non era riuscito a fare presa sull'impugnatura. Fece per abbassarsi per raccoglierla, ma nel momento di stringere le dita attorno alla stessa, si rese conto di non essere in grado di farlo. Sbarrò gli occhi, incapace ormai di ragionare con fermezza, ogni istante che passava prendeva posto nella sua testa la consapevolezza di non riuscire a muovere la mano sinistra. Come se non fosse attaccata al polso, non la sentiva e non aveva alcun controllo su di essa. E se la sinistra era immobile e non rispondeva agli impulsi nervosi, la destra tremava appena. Destabilizzato e totalmente confuso da quella situazione che si faceva sempre più pericolosa.
    A quel punto raccolse la bacchetta con la mano destra. L'istante dopo rischiò di cadergli di nuovo, ma non perchè la stessa mano non rispondeva ai comandi, ma perchè non riusciva ad impugnare saldamente la bacchetta stessa. Non gli veniva affatto naturale, la sentiva come estranea e sembrava perennemente sul punto di scivolargli dalle dita...e così effettivamente accadeva.
    Non poteva lanciare un incantesimo in direzione di Coral in quello stato. Rischiava seriamente di farle del male, di sbagliare mira, di peggiorare la situazione. E non poteva permetterselo, con il muro che si faceva sempre più vicino.
    Perciò decise di agire senza usare la magia, anche perchè non aveva molte altre opzioni. Cercò di avvicinarsi alla studentessa della Tempesta che volteggiava, provando così con la mano destra ad attaccarsi ad una sua gamba, un suo braccio, al suo vestito, a qualsiasi cosa pur di tirarla giù e di portarla via di lì.
    Si sentiva inutile, un incapace, ci stava mettendo tutta la sua forza per provare a fermare la studentessa della Tempesta, ma era quella di un braccio solo. Senza di lei però non se ne sarebbe mai andato, non sarebbe corso via fino a quando non l'avrebbe avuta di nuovo con i piedi per terra, a costo di portarla in braccio se fosse stato necessario.

    Bellamy Octavian Murray : Capacità Magiche 37 (25), Carisma 39 (20), Manualità 24 (17)
    Piaga: il Serpente
    La tua mano dominante non è più utilizzabile, come se non rispondesse più o fosse profondamente addormentata, il che limita pesantemente lo svolgimento della maggior parte delle azioni quotidiane. Impugnare una bacchetta, interagire con piante, fabbricare pozioni, persino scrivere: la tua manualità è compromessa e a meno che non impari a utilizzare l'altra serve trovare alternative valide.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Né Pigeon né Finto Séamus avevano molta voglia di rimanere lì sotto ancora a lungo da come vollero indurla a tornare indietro, il secondo chiamandola con il nome della caramella gommosa marroncina. L'irlandese li capiva: era buio, non molto ora che c'erano più luci, neanche a lei piaceva l'idea di non essere all'aria aperta in mezzo all'amata natura. Halloween era la festa degli spiriti, dei fantasmi come ricordava Sert nel suo costume, ma il castello era pieno di fantasmi per cui non avrebbero dovuto avere tanta paura. Di chi era allora quella voce che faceva tremare così? Un animale parlante, come il Jarvey o qualcosa di più pericoloso? Poi qualcuno cadde. Il muro che bloccava il passaggio alla fine non esisteva. Però dietro di loro sì, dove prima non c'era niente una ragazza andò a sbattere contro un muro vero. Non si poteva più uscire, solo andare avanti. Peccato che ci fu già da subito un altro ostacolo, inaspettato e singolare.
    Un urlo orribile, quasi di dolore, la fece rabbrividire e spaventò i suoi cuccioli. Máiréad li abbracciò forte, tappandosi gli orecchi come poté, aspettando che finisse. Poi non ci capì più nulla, fra incantesimi e gente che cominciava a scappare lì dove il muro era scomparso, strani avvenimenti e una puzza molto forte. Neanche il tempo di rendersene conto... E si ritrovò a terra, sul fianco sinistro. Per un momento, controllando prima che i suoi cuccioli fossero sani e salvi nonostante la caduta, credette fosse stata colpa della lunga barba su cui era inciampata. Ma quella era ancora sistemata come la sua sciarpa pelosa e lei era rimasta ferma. Era come se avesse perso improvvisamente la terra sotto ai piedi, più correttamente al piede. Li toccò entrambi e si rese conto che al sinistro non sentiva più nulla, neanche i polpastrelli che schiaffeggiavano a ripetizione la gamba per farla riprendere. Niente, andata.
    Una voce, familiare ma più decisa, abbaiò qualcosa.

    Che-?

    Il calcio la colse di sorpresa, facendola ruzzolare ancor più di lato. Ci mise un po' per capire che il ragazzo inghiottito dalle tenebre era Finto Séamus. Era stato lui. Perché lo aveva fatto? Aveva sbagliato qualcosa, Máiréad? Oh sì, forse aveva fatto uno dei suoi casini, lo stava intralciando per mettersi al riparo. Doveva chiedergli scusa appena si fossero ricongiunti, perché il senso di colpa la opprimeva fortissimo. Perché non poteva averle dato un calcio solo per cattiveria...
    Tante, troppe scene da vedere contemporaneamente intorno a lei, fra spaventi e fuggifuggi generale, col nuovo muro che iniziò a muoversi spingendoli piano verso il buio. A cosa doveva prestare attenzione per prima? Máiréad si decise a seguire il consiglio di Coral: era diventata Caposcuola, lei sapeva meglio di tutti consigliare per mettersi tutti al sicuro. Era pronta a seguirla, preoccupata per come si stesse rivelando inquietante quella festa - no, non le piaceva - quando due movimenti in sequenza la colsero. Una ragazza a dir poco enorme, anzi gonfia come il muso di Charlie punto da un'ape e coperta da una semplice tenda, lanciò delle scintille rosse in aria con evidenti problemi a muoversi bene e Sam si catapultò a terra con quella parlata strana, diretta verso un fagotto informe. Puntando la bacchetta a illuminarlo la Callaghan si rese conto che quella era Frencis, vestita con la classica divisa azzurra dei Ghiaccio e sembrava profondamente addormentata, con Sam vicino. Anche se quella buffa lingua era incomprensibile, il tono allarmato e le intenzioni erano ben chiare. La voleva svegliare, perché il muro li avrebbe schiacciati presto e lei si sarebbe trovata sicuramente colpita.

    Qualcuno ci aiuti! Frenc- no, Frensis non si sveglia.

    Dovevano sbrigarsi, qualcuno si sarebbe fatto male se non fossero scappati. Anche solo per la botta ricevuta da tante pietre messe in fila. Vide alcuni ragazzi provare a fermarlo con le magie, ma non sapeva se avrebbe funzionato davvero. Rialzarsi era una faticaccia, tanto più che dovette per forza poggiarsi al muro e rimanere su una gamba sola, la destra. Sam stava aiutando chi era in difficoltà, le sembrò giusto adeguarsi cercando altri bisognosi che ancora non erano riusciti a muoversi da lì. Coral era in aria, trattenuta da chissà cosa, ma per fortuna c'era già l'altro Caposcuola pronto per lei.

    A ligean ar bogadh! [Muoviamoci!] Il muro sta arrivando.

    Voleva solo fare del bene e ci avrebbe provato nel suo piccolo, anche grazie agli altri suoi amici. Con Ske, Le e Ton alle solite postazioni, barba a sciarpa e cercando di vedere meglio con tutto quel pelo ispido fin sopra il naso, la quindicenne richiamò il ragazzino raggomitolato a terra e tese la mano alla ragazza-palloncino. L'avrebbe tirata forte, saltellando molto faticosamente sul piede destro e con l'altra gamba inerme ciondolante, oppure spinta quando si fosse stancata troppo o la gamba avesse iniziato a far troppo male. Forse insieme le difficoltà a camminare sarebbero state superate. E dall'altro lato avrebbero trovato la sfortunata Creatura in pericolo.

    Riassunto del riassunto: Máiréad cerca di aiutare chi può, allontanandoli dal muro in avanzata.

    PA modificati: Agilità 3 - Prontezza 3
    Piaga: la Tartaruga
    A giorni alterni una delle tue gambe smette di funzionare: nei giorni pari la gamba destra, nei dispari la sinistra. Tutte le volte che cammini, corri o durante qualunque altra azione che costringa a muoverti occorre il doppio del tempo necessario, nonché maggiori dolori dovuti allo sforzo muscolare di una sola gamba. Inizia a saltellare, perché è la tua unica chance!
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    Dolcetto mangiato:
    Orange Wade-ffle: un waffel con gustoso succo d’acero che una volta ingerito fa crescere una barba lunga e folta fin sotto gli occhi (+2 Carisma)
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    Ghiaccio VI Anno
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    Inaspettato ma vero, il muro quindi non era reale: un altro punto per Bellamy, che già durante l’incontro della Cage aveva dimostrato possedere quel barlume di intelligenza che negli anni Luke difficilmente era stato capace di apprezzare nel Fuoco. Alla fin fine incantesimi e accortezze varie erano valsi ben poco, così come la speranza di fuga che lui e altri avevano nutrito fino a un momento prima.

    Cosa?!

    Un nuovo muro aveva fatto la sua comparsa alle loro spalle adesso, ed era più reale che mai a giudicare dalla scena di Lullaby.
    Ora sì che potevano ufficialmente iniziare a preoccuparsi: un altro Halloween maledetto stava avendo inizio. E fece appena in tempo a pensarlo che fu colpito alla testa da un grido a dir poco lancinante, che come molti altri lo costrinse a cercare di proteggersi le orecchie con entrambe le mani, tramortito al punto da faticare a reggerne il peso. Quando tornò il silenzio avvertì una misteriosa sensazione di cambiamento e rivoluzione provenire da dentro di sé, ma non fece in tempo a prenderne reale coscienza, perché proprio in quel momento una nuova, spaventosa visione ebbe luogo davanti ai suoi occhi.
    Il muro, quello vero, stava cominciando a muoversi.
    La pietra scorreva sempre più minacciosa verso di loro e la prima preoccupazione di Luke fu di raggiungere gli amici e, solo in un secondo momento, assicurarsi con un veloce sguardo delle condizioni del resto dei compagni.

    Bene state?

    Strinse il viso in un’espressione estremamente perplessa, contrariata persino. Era sicuro che non fosse proprio quello il modo in cui aveva pensato la domanda.

    Qui di scappare dobbiamo, presto!

    E se prima era calata solo l’ombra di un sospetto ora ne era praticamente certo, stava succedendo qualcosa. A conferma di ciò lo assalì di colpo il tremendo fetore che saliva da… Sertoria, possibile? Come se già non fosse abbastanza impegnato a stranirsi per il comportamento di Lorenzo, Luke dovette allontanare il viso – e soprattutto il naso - dall’improvviso olezzo, cercando una spiegazione logica a quella serie di eventi, o quantomeno una valida soluzione. Eppure riflettere gli stava costando fin troppo tempo, quasi che persino la capacità di ragionare gli parve compromessa al pari della parola. [Saggezza=9]
    Qualsiasi cosa fosse, ennesima maledizione di Halloween oppure no, una cosa era certa: non c’era un secondo da perdere. La situazione era davvero critica, al punto che attorno a lui gli sembravano esserci più persone bisognose di aiuto di quante ce ne fossero in grado di dispensarne alcuno.

    VIA!

    Almeno con le parole singole pareva ancora riuscire a cavarsela, per quanto gli stesse chiedendo non poca fatica immaginare un modo in cui poter gestire tutto quel caos. Non avendo la minima idea su come combattere la temibile avanzata del muro, Luke si aggrappò alla sola alternativa possibile, andare avanti a dispetto di quanto l’ignoto avrebbe potuto riservare a ciascuno di loro.
    La punta della bacchetta reinguainata e il corpo ancora tutto un fuoco d’artificio, mentre cercava di aiutare Sam a trascinare via Frances con un braccio e con l’altro tentava disperatamente assieme a Máiréad di fare altrettanto per Cyrene, che… boh, non capiva minimamente cose le fosse preso pure a lei, tanto per cambiare. Così, con entrambe le mani e le braccia impegnate a tirare, Luke si sentiva come se stesse cercando di portare via due grossi sacchi di patate, uno dei quali misura extra extra large. Ormai sperava solo che lo sforzo riuscisse a valere tutta quella pena e che presto o tardi il muro si fermasse, magari non appena avessero varcato la soglia dell’illusione scoperta da Bellamy.

    Lì fermo stare non.
    Muoviti Kyle!


    Gli urlò a denti stretti, mentre ogni briciola delle sue forze era concentrata a prestare soccorso – o meglio trasporto – alle due compagne inermi.

    E niente... la situazione è disperata. Luke cerca di fare da traino assieme al resto delle amiche per le due Prefette a terra.

    CITAZIONE
    Carisma 23 (18), Saggezza 21 (9)
    Piaga: il Salmone
    Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    [3 di 3 post] Luke ha mangiato: Butter Cream Har-ffin: muffin con gocce di cioccolato bianco e crema di burro che una volta ingurgitato fa sprizzare scintille colorate da tutti i pori (+2 Capacità Magiche)
     
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    Qui non dovevo venirci. Non dovevo venirci. Non dovevo proprio venirci.
    Sei proprio scintilloso, Liuk Pigeon.
    Sei proprio scintillooooooooso, Liuk Pigeon!

    Esclamò di punto in bianco Sertoria, la voce scampanellata a scimmiottare la gioia della Callaghan.
    Le erano sempre piaciuti i fuochi artificiali e le stelle e lui doveva sempre finire coinvolto in quelle cose là. Questo perché, le avevano raccontato, la sua prima magia aveva coinvolto tantissime bacchette magiche in contemporanea che avevano brillato di mille colori. Ma la piccola italiana non aveva ancora avuto l'età per memorizzare consciamente un evento, fosse stato anche l'evento del daimon, del destino.
    Era contenta e spaventata e certa di star facendo una "cazzata", come avrebbe detto zio Cornelius.

    Non dovevo venirci, non dovevo proprio proprio proprio, non dovevo. *

    Ciononostante continuava a lasciarsi trascinare dalla combriccola, incespicando qua e là e meditando su quanto le piacesse il buio, su quanta gente molesta fosse scesa a sciupare tutto... e su quando le stessero antipatiche le persone che gemevano a pezzetti, senza dire le cose chiaramente.

    Comunque manca la parte principale del discorso, che qui c'è soltanto "ite", vale a dire il fondo cioè il culo. CULO.

    Si accosciò sul pavimento premendosi la bocca con la mano libera. ancora appesa per il polso a quella di "Liuk BimboProdigio Pigeon": aveva un marcio bisogno di soffocare la risata che le sbocciava in gola ogni volta che pensava a una parolaccia.

    Tipo CULO.
    Oh merda.
    No, un'altra.

    Ma succhiatemi l'uccello.
    FONTANA, COME SI SUCCHIA UN UCCELLO?

    Nonostante nel frattempo fosse accaduto il finimondo, Sertoria non ci aveva fatto caso: le cose nella sua testa brillavano come tanti diamanti policromatici, come nei brani dei Pink Floyd e nei fumi psichedelici. La sua ratio da Asperger contemplava Lorenzo in veste di cacciatore di merli, che afferrava a mani nude e si conficcava in bocca con voluttà, offrendo a chiunque passasse l'opportunità di condividere l'esperienza.
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    Si alzò in piedi, ridendo nel ben mezzo del panico collettivo. Così che per la maggior parte di quelle anime terrorizzate non sarebbe stata altro che una fugace visione, impossibile persino a credersi, una Sertoria che ride.
    Come tutti gli autistici, anche per lei sarebbe stato necessario un altro input tutto interiore a farla tornare almeno parzialmente in sé.
    L'input arrivò sotto forma di fetore.

    Cattivo.

    Eppure si era lavata. Sertoria si lavava ogni giorno alle 6 in punto, poi la sera prima di andare a letto. Faceva la doccia quotidianamente e lavava i capelli ogni tre giorni, frizionandoli in senso orario dopo avere applicato per due volte lo shampoo al miele e una il balsamo all'ortica. Certo, era scalza. Ma non era un elemento sufficiente a giustificare il tanfo.
    Che vergogna. Che nausea. Se avesse vomitato magari si sarebbe anche liberata da quella bizzarra euforia - uffa, ero quasi normale -.

    VIA!
    Ok.

    Si divincolò dalla presa degli amici e cominciò a correre.
    Nel verso opposto, dov'era il muro in avvicinamento. Meglio allontanarsi dalle persone, con quel terribile odore che presto, se lo sentiva, le avrebbe fatto rigettare tutto. Un muro in definitiva resta sempre un muro: può avvicinarsi o arretrare, ma fintanto che non ne urta un altro, è innocuo. Così Sertoria barcollò verso il fulcro da cui tutte le fughe si dipartivano, con lo stomaco che giocava a saltacampana su uno schema che ai numeri aveva sostituito affermazioni incredibilmente imbecilli.
    Avrebbe voluto girarsi e dire un altro paio di cose, adesso che ne aveva lo stato d'animo: avrebbe voluto dire a Luke che era veramente maschio, anche se non sapeva che significasse; a Lorenzo che diceva tante cose interessanti, come che gli uccelli si possono succhiare; a Máiréad e Samantha... beh, per loro sarebbero serviti comizi interi, perciò non ci pensò nemmeno.
    Raggiunse il muro e invertì il passo, iniziando a marciare a ritroso.

    Diminuendo!
    Eco.

    Biascicò Sertoria ruotando in senso orario la bacchetta. La teneva puntata verso la ragazza felina. Non aveva minimamente pensato al funzionamento o meno dell'incantesimo. A dire il vero non aveva pensato a nient'altro, se non al fatto che voleva tenersi alla larga il più possibile dalle persone: se fronteggiare il muro significava giungere al punto meno densamente popolato, ebbene lunga vita al muro.

    Eco.

    Ripeté. E fu l'ultima parola, prima che lo stomaco capitolasse.
    Nel buio del sotterraneo, alle spalle dei fuggitivi, Sertoria rigettò con energia sulla superficie incantata del muro.
    A riprova che Madre Natura fa il culo anche a Padre Magia.

    Ancora sotto l'effetto del drink 2/3.
    Ho il malus del fetore.
    Sertoria si è allontanata da tutti e fronteggia il muro. Lancia un Sigillo Risonante sul Diminuendo di ->Veritaserum<-, il tutto non autoconclusivo. Spero di non aver fatto casini. Pardon per il ritardo!
    :sick:
    EDIT: mi era partito un colore al parlato!
     
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    Certo che devono essere proprio buoni quei dolci.
    Aveva pensato non appena entrato in sala Grande, ma non aveva avuto il coraggio di assaggiarne nemmeno uno.
    Era il terzo Halloween per Mattia, e questa volta si era riproposto di essere coraggioso e determinato, avrebbe cercato di farsi qualche amico, sarebbe sicuramente intervenuto nella fantomatica caccia al tesoro e soprattutto ne sarebbe uscito finalmente fiero di sé stesso.
    Stava procedendo tutto normalmente gente che parlava, professori intenti in dialoghi fuori dalla portata di Mattia e qualche gruppo di ragazzi che provava i vari dolci.
    Era stato attento a quest’ultimi, sembrava infatti che alcuni dolcetti provocassero alcune cose molto strane: una ragazza, poco distante da lui, ne aveva appena assaggiato uno, ed ecco che in un attimo si era ritrovata con una folta barba.
    Dopo questa scena Mattia, che in alcuni attimi avrebbe voluto assaggiarne uno decise di farne completamente a meno.
    Buio, urla, spintoni, era il segnale la caccia al tesoro aveva avuto inizio; mosso da alcuni spintoni Mattia iniziò a correre verso l’uscita e poi via verso le segrete.

    [Segrete]



    Appena varcata la soglia un gruppo di studenti stava ad ascoltare, quello che Mattia riconobbe in seguito come Isaac Webb, un giocatore di Quidditch.
    Spostandosi un po’ riuscì benissimo a sentire cosa il ragazzo accompagnato da altri due stavano enunciando.

    Il primo che trova il mostro lancia un urlo!, Ma che stanno dicendo, quale mostro?

    La mente di Mattia vagava tra pensieri contorti e spaventosi, ma questa era la serata dei coraggiosi si era detto prima di scendere in sala Grande e così doveva andare.
    Decise dunque di seguire alcuni ragazzi all’interno delle segrete; erano fredde e tenebrose, proprio come Halloween, anche se non aveva ancora parlato con nessuno si sentiva sempre meglio, l essere in compagnia e non da solo lo rendeva più felice.
    Gli interminabili corridoi ebbero una fine, dopo alcuni passaggi in cui erano stati costretti a strisciare, di fronte a loro un muro, alcuni provarono magie altri se ne andarono, o meglio fecero la mossa di andarsene, quando uno strano verso, o almeno così lo aveva interpretato Mattia, riecheggiò nell’aria.

    ... ite...

    Un brivido partì dalla punta dei piedi del ragazzo e su per la schiena fino ad arrivare al cervello:

    Cos’è stato? cos’è stato?

    Queste furono le uniche parole che riuscì a dire, fece in tempo ad afferrare la bacchetta ma non ad utilizzarla una luce venne creata da alcuni ragazzi, e quello che fino a poco prima era un muro ora si era scoperto essere un passaggio, non solo erano tutti in trappola, un muro si era issato tra loro e la via d’uscita.

    Ma che succede?

    Non fece tempo a dirlo che il rumore si ripeté, e poi un altro diverso incominciò a farsi sempre più doloroso per le sue orecchie, un grido straziante lo fece cadere in ginocchio con le mani alle orecchie, nulla lo avrebbe protetto.
    Anche il muro appena issato inizio a scricchiolare e a fare rumori strani, ed ecco che incominciò a muoversi verso di loro.
    Mattia fece per alzarsi ma, la bacchetta che fino ad allora era rimasta saldamente nella sua mano, sgusciò via, tentò di riprenderla ma nuovamente gli cadde di mano.

    Aiutooo aiuto qualcuno mi aiu… UOH

    Non riuscì a finire la frase, sentì un qualcosa muoversi nel suo stomaco e poi salire su fino alla bocca; una lumaca, l’essere più viscido era appena uscito dal suo stomaco, ed eccone un'altra ed ancora un'altra.

    A—AIU---AIUT TO

    Non riusciva a parlare stava vomitando lumache, ma non poteva stare fermo il muro lo avrebbe raggiunto.
    E tra una lumaca e l’altra, tra un calcio alla bacchetta per spostarla, arrivò nei pressi della povera ragazza prefetto del ghiaccio, stesa a terra e avvolta da quello che sembrava un sonno profondo.
    Cercando di non vomitare addosso alla povera Frances ; cercò di parlare a Cyrene l’altra ragazza prefetto:

    ch… GLUB

    Cercò di ingoiare la lumaca ma non riuscendoci fu costretto a sputarla a fianco alla ragazza distesa a terra, poi disse:

    Che succede, è uno scherzo vero? non riesco a prendere la bacchetta è scivolosa! Che ha Franc..

    Non fece tempo a finire l’ultima domanda che una nuova lumaca gli uscì dalla bocca.
    Affinità 5 (4), Carisma 12 (9), Prontezza 4 (2)
    Piaga: la Lumaca
    Definirti maldestro è dire poco. Qualunque oggetto che afferri ti cade irrimediabilmente di mano, come se fossi cosparso di una strana viscida sostanza che non consente ai polpastrelli di esercitare la giusta presa. Inoltre, durante alcuni momenti della giornata, sei assalito da violenti conati che si concludono nel vomitare lumache a più non posso senza controllo. Non tutti potrebbero apprezzare i bavosi ricordini che lasci in giro.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.
    Cyrene R. Huxley Frances Stitcher
     
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