Amestris e l'eco del sottosuolo

Capitolo II - Halloween 2031

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    Coral si stupì delle sue stesse parole non appena le ebbe pronunciate, eppure era stata proprio lei a farlo: non perché non ritenesse la compagna carina, ma perché non era solita fare quel genere di complimenti alle sue concasate, men che meno con quel genere di parole.
    Ma si scoprì talmente tanto attratta dal candore del suo costume da non riuscire a concentrarsi su nulla che non fossero i suoi capelli lucenti, quegli occhi innocenti, e il bianco folgorante dell'angelica veste.
    Nemmeno gli isterismi di Nephyna - puntuali come un orologio svizzero - riuscirono a distoglierla da quell'intento, ritrovandosi con i piedi per terra soltanto quando proprio il fior d'angelo le pose una domanda.

    Mia cara, qualsiasi cosa esca dalle sue labbra non può che essere verità: non potrebbero mai farsi portatrice di qualcosa di tanto immondo come la menzogna.

    Sentenziò, continuando a stupirsi di se stessa; d'altra parte, ciò che avrebbe voluto dirle in realtà era che anche lei aveva sentito quelle voci con insistenza crescente, ma questo non la rendeva sicura della loro veridicità.
    Tuttavia, lei nelle Segrete ci sarebbe andata di sicuro, se non altro per rendere giustizia a tutti gli Halloween decisamente movimentati del passato. Dopo di che si sarebbe dedicata al compleanno di Bellamy, che aveva avuto la fortuna di nascere in un giorno in cui il senso di festività l'avrebbe sempre fatta da padrone.

    Ma ci penseremo a tempo debito.
    Gradisce un pasticcino?


    Si scoprì quindi ad illustrare alla ragazzina la varietà di dolciumi presenti sul tavolo, chiedendosi se non fosse stata proprio la Price-ous cheescake a camuffarle il linguaggio e gli interessi, e d'altronde non poteva che essere proprio cosi.
    Diede quindi un'occhiata al resto della Sala per cercare di capire se anche qualcun altro si trovasse nella sua stessa situazione, chiedendosi quando sarebbe passato l'effetto: l'importante era ritrovare se stessa entro la notte, ché altrimenti gli auguri per Bellamy sarebbero stati necessariamente un'ode all'elegante bellezza degli splendidi esseri femminili presenti dentro al Castello e di cui il Caposcuole, ahimé, non faceva parte.



    Edited by Coral Allen - 29/10/2020, 19:14
     
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    A scendere le scale non ci voleva molto, travestita con una tutina nera con sopra disegnato uno scheletro nemmeno: era solo il peso di avere con sé tre famigli a squilibrare il tutto. Poco per volta Máiréad ciondolò sui gradini, a passi esagerati per non cadere, fino a quando liberò Kiwi dalle braccia lasciando che gli altri due rimanessero comodi sule spalle. Almeno per quella serata avrebbe preferito non lasciare i suoi piccolini da soli, certa che bastasse il calore dei suoi abbracci a tenerli a bada. No no. I suoi piccoli assistenti sarebbero stati parte della festa, almeno per una volta.

    Go raibh maith agat [Grazie] Liuk Pigeon.

    Si sentiva molto a suo agio, il 31 ottobre. Halloween nasceva dalla sua terra, l'Irlanda, come Samhain. Proprio così, una festa non solo arancione ma bianco e verde. Un'altra magia come i Lepricani, vera e troppo difficile da far credere agli scettici come papà.
    Tirò una ciocca impensierita ma contenta dell'ennesima festa a tema. Che buffo vederli biondi piuttosto che ramati, per colpa della parrucca. Anche perché il rosso ricordava troppo il sangue e non voleva impressionare nessuno. Ripensandoci meglio, invece, forse avrebbe fatto meglio a lasciare i capelli come stavano prima cioè senza parrucca sopra.

    Loro sono invece i miei assistenti, Ske, Le e Ton per oggi. Salutate tutti!

    Disse rivolta a Sam, Sert e Finto Séamus e viceversa.
    L'odore dei dolci la attirò come miele per orsi verso il tavolo giusto un po' lontano dal pirata-Liuk, fantasma-Sert, bambina-Sam e... Boh-FintoSeamus, dai vestiti scuri. Alcuni le interessarono, specie dopo aver visto che si trattava di rivisitazioni in onore dei professori. Lesse ad alta voce quello relativo al professore di Cura.

    Orange Wade-ffle. Sembra buono.

    E subito le dita si fondarono su quella montagnetta di pastella cotta e sciroppo d'acero, così denso da rimanere appiccicato sulle dita anche dopo averlo leccato via per un po'. Cosa sarebbe mai accaduto? Saper parlare con gli animali? E invece non accadde nulla, o almeno non subito finché qualcosa di ispido e peloso non si fece strada a partire dal basso del viso e propagandosi in più direzioni. Fu difficile a un certo punto scorgere la Sala, poiché i peli - che di pelo si trattava toccando e accarezzando meglio - risalivano talmente tanto da offuscarle la vista. Le toccava tornare indietro con il nuovo accessorio. L'avrebbero riconosciuta con quella barba lunga stile Babbo Natale ma scura, cespugliosa e un po' pruriginosa? E i suoi animaletti? Non erano scappati, in effetti: Aibell e Pimpi sulle spalle, Kiwi accanto alla gamba destra. L'odore, la traccia di Máiréad Callaghan rimase la stessa, dopotutto gli animali si basavano sull'olfatto... Bene. Poteva farlo anche lei, ora che ci vedeva al limite del possibile. Avrebbe annusato in giro per ritrovare gli amici. Afferrando il pelo tra le mani per camminare meglio la ragazza cominciò a sniffare qua e là, in cerca di un profumo o qualcosa che le ricordasse memorie e ricordi portandola dagli altri.
    Che poi non erano chissà quanto lontani, ma una ricerca era sempre una ricerca. Peccato aver indossato la parrucca bionda, con i nuovi peli scuri e rossicci! Quasi quasi l'avrebbe sfilata.

    Eehm... Ehilà. Cabhrú. [Aiuto.] Prima ero uno scheletro...

    Guardò incerta per quanto possibile la lunga barba-castoro, reggendola con entrambe le mani. Il pericolo che le scivolasse tutta si avvicinava sempre più ala realtà.

    ... Adesso che cosa sono?
    NukEddy Luke Lygeon takasugi; Sertoria Eburneo

    Dolcetto mangiato
    Orange Wade-ffle: un waffel con gustoso succo d’acero che una volta ingerito fa crescere una barba lunga e folta fin sotto gli occhi (+2 Carisma)
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    Buio, urla, caos: il famoso segnale di cui non si faceva che parlare da ore aveva finalmente fatto il suo ingresso sotto forma di polvere buiopesto peruviana.
    Quella cominciò a circondare la Sala Grande in punti tutti diversi, dando l’impressione che la stanza si stesse poco a poco riempiendo di piccoli falò tenebrosi.
    Chiunque avesse voluto partecipare alla tanto chiacchierata Caccia al Tesoro nelle Segrete avrebbe dovuto approfittare di quei momenti di distrazione generale per lasciare il proprio posto in Sala Grande e correre verso l’ignoto: non che fosse vietato circolare per il Castello al di là delle ore di coprifuoco, ma in fondo era più divertente così, con le urla dei ragazzini più suscettibili e dei docenti traumatizzati dagli Halloween precedenti a fare da sottofondo alla loro simpatica fuga. Se qualcosa doveva essere un segnale, senz’altro quell’exploit era ciò che più si avvicinava ad esserlo. La scenata si risolse in pochi attimi e, in fondo, sembrò uno scherzetto da festa, esagerato sì, ma pur sempre uno scherzetto di cui non aver timore.
    A quel punto, quanti avevano scelto di fidarsi delle dicerie e fuggire al primo segnale esplicito, si sarebbero incontrati fuori la Sala Grande e dopo di che veloci giù nelle segrete.
    Umide, buie e spettrali come di meglio non si poteva sperare per la notte più oscura dell’anno: le segrete erano un mistero per tutti gli abitanti di Amestris. Strisciavano sotto il castello come radici di pietra, diramandosi in cunicoli stretti e altri larghi, con grandi sale piene solo di ragni e ragnatele, con grate imponenti e arrugginite a sbarrare la strada. Era difficile che qualcuno potesse conoscerle per intero, a parte forse i custodi che si erano succeduti ad Amestris e che avevano il loro ufficio proprio lì vicino all’ingresso.
    Quella notte non facevano eccezione: le statue di gargoyle coi loro sguardi pietrificati ma non meno inquietanti, le luci tremolanti delle torce, sospinte da folate di vento gelido e tanfo di umido e stantio che soffiavano da chissà dove, visto che i cunicoli sotto terra cominciavano e sotto terra morivano.
    Isaac Webb
    Al loro ingresso, vestito da Tristo Mietitore si ergeva fiero Isaac Webb: giocatore della squadra del Fuoco di Quidditch che della sua casa ricopriva le principali caratteristiche, fra cui spavalderia, ambizione e, soprattutto, sbruffonaggine. D’altronde, chi mai avrebbe potuto pensare di far visita al luogo più macabramente chiacchierato dell’anno proprio nella notte di Halloween se non un prodigo figlio del Fuoco?
    Così, Isaac attendeva i coraggiosi avventurieri al varco con un grosso sorriso colmo di euforia: era stato proprio lui ad organizzare i lanci di polvere buiopesto in contemporanea per consentire ai pochi eletti di fuggire, aiutato da alcuni compagni del Fuoco e dai più temerari delle altre due casate.
    Michelle Lullaby
    Accanto a lui, invece, luminosa nel suo abito da diavoletta rossa si ergeva Michelle Lullaby, degna erede del Gabby e padrona indiscussa del Gossip in Accademia: per ora in prima fila per il tempo di fare il suo gioco, poi chissà.

    Benvenuti, compagni.
    Questa sera nessuno di noi è ciò che è.
    Questa sera, ognuno di noi è ciò che deve essere per superare ciò che ci attende nelle segrete... Un degno figlio del Fuoco.
    Anche per voi di quelle altre due altre casucce da quattro soldi.
    Com’è che si chiamano, a proposito?


    Soltanto un piccolo gruppetto del Fuoco rise alle battute del giocatore, mentre altri appartenenti al Ghiaccio e alla Tempesta non la pensavano esattamente allo stesso modo.

    Reeds
    Se sei stato tu ad organizzare questa caccia, Webb, allora non sarà che una farsa.
    Io me ne vado…


    Fu Soyer Reeds a parlare, il giocatore di Quidditch più resiliente del Ghiaccio, che portò con sé le acclamazioni di qualche altro compagno.

    No aspettate!

    Ma proprio mentre stavano per voltarsi e lasciare le segrete, la voce affilata di Michelle li convinse ad arrestare il passo.

    ... Quel che Isaac intendeva dire, era che tutti voi - noi - che abbiamo accettato di adunarci qui stasera condividiamo un enorme coraggio, oltre che un briciolo di follia!
    Restate, restate.


    Le sue parole furono sufficienti a fermare l’abbandono di massa. D’altra parte, era difficile non essere sedotti da una qualsiasi richiesta di Michelle.

    Abbiamo la possibilità di confermare o sfatare un mito che ci portiamo dietro da mesi, nel bene o nel male. Queste segrete oramai hanno fatto le ragnatele come la Regina Elisabetta sul Trono per decenni…

    Thornton
    Hai finito con i tuoi isterismi, Lullaby?
    Mi stai facendo letteralmente addormentare…


    Fu Thorn a parlare, il giocatore più aitante della Tempesta, che portò con sé diversi consensi.

    Non so cosa credete o cosa pensiate voi del Fuoco, e nemmeno me ne importa: io sono qui per divertirmi.
    E voi?!


    Alle sue parole seguì un assenso generico, con il quale finalmente si riuscirono a calmare i bollenti spiriti.
    Non proprio tutti: Webb avrebbe continuato volentieri ad insultare tutti i membri delle altre casate, ma era consapevole che senza di loro sarebbe stato soltanto il Fuoco a rischiare le chiappe, il che non avrebbe di certo giocato per la Coppa delle Case, che al momento, dopo anni, vedeva finalmente il Fuoco in vantaggio.

    Bene.

    E puntando la bacchetta verso l’alto, evocò un piccolo orologio volante che li avrebbe seguiti lungo tutto il tragitto segnalando loro lo scorrere del tempo.

    Abbiamo un’ora di tempo prima del Coprifuoco, dopo di che ci toccherà ritornare in superficie.
    Il primo che trova il mostro lancia un urlo!


    Prese dunque a guardare tutti i partecipanti con un sorriso ebete stampato sul volto: quella caccia altro non era che il pretesto per inseguire una voce di corridoio mai confermata, e, in ultimo, un modo per farsi bello di fronte alle sue compagne di casata, soprattutto la tanto ambita Michelle.

    Che ci fate ancora qui?!
    Correte!


    Scadenza: 31 Ottobre incluso.

    Tutti gli studenti che desiderano partecipare alla caccia alle segrete possono farlo aggiungendo in alto la dicitura:

    CODICE
    [center]<b>[color=black][Segrete][/color]</b>[/center]


    Potete quindi avanzare liberamente per le segrete fino a nuovo turno, interagendo anche in più post se lo desiderate.

    Tutti gli altri, insieme ai Docenti e al personale, possono continuare a ruolare in Sala Grande tenendo conto dell’ambientazione proposta nel post precedente.
    Tuttavia, è caldamente invitata la partecipazione a tutti gli studenti.
    Non avrete mica paura del “mostro delle segrete”, suvvia? :3
     
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    Come spesso succedeva, aveva perso la cognizione del tempo facendo pratica con la sua chitarra. Cominciò a rendersi conto di quello che le stava succedendo intorno quando gli occhi le caddero automaticamente sulla schiena nuda di una delle sue compagne di dormitorio, bene in vista in un vestito bordato di pizzo. Il primo pensiero ragionevole dopo quella distrazione era dove diavolo andasse quella ragazza vestita in quel modo, poi aveva notato attorno a lei tutte le altre vestite più o meno a tema per la sera di Halloween. A quel punto aveva messo via la chitarra velocemente, aveva rimediato dal baule vestiti che in realtà aveva messo da parte per il ballo dello Yule e li aveva indossati velocemente. Non si sarebbe minimamente preoccupata di essere rapida se non fosse stato per il suo ruolo di Prefetto. Non solo quella sera non sarebbe stata opzionale, ma avrebbe anche dovuto buttare un'occhio sui suoi compagni per assicurarsi non succedesse loro nulla di strano.
    Si stava ancora sistemando camicia e giacca mentre lasciava la Sala Comune assieme all'ultimo gruppo di studenti che si sarebbero uniti alle celebrazioni. Sperava davvero di non ritrovarsi tra le mani una situazione come quella dell'anno precedente ma di sicuro come Prefetto se la sarebbe cavata meglio di Rheis, che era finita succube di una delle pozioni allucinogene ed aveva finito per urlare addosso a qualsiasi studente le capitasse a tiro.

    [Sala Grande]


    Cyrene indossava un gessato nero che le calzava addosso tanto bene che non dava l'impressione di essere un vecchio completo di seconda mano, precisamente uno che la ragazza aveva rimediato dalla casa d'infanzia di suo padre Eli. Era un ragazzo l'ultima volta che si era messo quegli indumenti e non gli era dispiaciuto affatto che Cyrene li riportasse alla luce per dare loro un utilizzo che fosse più produttivo del raccogliere umidità in un armadio.
    La quantità di studenti già all'interno della Sala le confermò di essere arrivata tra gli ultimi. A un evento del genere però sarebbe stato difficile sapere chi fosse lì da prima e chi avesse raggiunto gli altri dopo. Non aveva granché importanza.
    Adocchiò un paio di persone che conosceva ma non si fermò a chiacchierare con nessuno.
    Nell'avanzare verso la tavolata delle bevande, quasi si scontrò in pieno con Luke Lygeon e nello scostarsi, rallentando il passo sostenuto, le cadde lo sguardo sullo studente con cui Luke stava parlando.
    La Ghiaccio abbassò lo sguardo all'altezza del suo stesso petto, poi riguardò verso il completo di Lorenzo Fontana e gli lanciò un'occhiata per controllare che lui stesso si fosse accorto della somiglianza.
    Con un'espressione assolutamente impassibile, la ragazza alzò il braccio destro a mezz'aria, rivolgendo un pugno chiuso col dorso rivolto verso l'alto verso Lorenzo in un chiaro tacito tentativo di ottenere un gesto riflesso da parte sua. Se il compagno l'avesse assecondata, Cyrene avrebbe gentilmente impattato le nocche contro quelle del ragazzo, concludendo quel vago gesto di superficiale simpatia. Notò una ragazza della Tempesta esprimersi in una lingua strana e le venne naturale fare la domanda:

    Mi sono persa qualcosa?

    rivolta ai due compagni di casa.
    Il grido che echeggiò nella Sala seguì le sue parole quasi immediatamente. Sembrava essere arrivata in tempo, dopotutto.
    Si guardò intorno per cercare di capire cosa stesse succedendo e nel farlo qualcosa tirò i suoi occhi indietro in un punto che aveva già visto senza aver troppo focalizzato i soggetti. Si trattava di Frances , seduta accanto a nondimeno che il Professor Price. Cyrene indugiò lo sguardo sui due per qualche secondo senza una particolare espressione ad aleggiarle sul viso.
    Notò che molti studenti si stavano facendo strada fuori dalla Sala e tornò a cercare Luke e Lorenzo con occhi calmi. Era tutt'altro che entusiasta ma fu lei a pronunciarsi, serafica.

    Si va?

    •••



    Sbucando dalla lignea superficie sottostante il banchetto, Mr Todd fece andar di traverso cibo e bevande a più di uno studente. Emerse dal tavolo come sempre muovendosi a scatti rapidi come un'anima in pena, o meglio un animale in gabbia pronto a mordere chiunque avesse alla mercé.
    Guardava da studente a studente, a volte ascoltando frammenti di conversazioni per poi rimarcare in borbottii più o meno udibili che mucchio di stupidaggini i ragazzi di quella scuola fossero in grado di concepire. A fermare il passo furioso del Fantasma della casata del Ghiaccio fu quello armonioso di Amalia Harp , diretta verso il tavolo degli insegnanti. Mr Todd si fermò immediatamente dopo averla notata, concedendole la precedenza in quell'incrocio.

    Miss Harp...

    le si rivolse con un cenno di rispetto del capo. Quel fare cozzava talmente tanto col suo più che ovvio disprezzo verso la maggior parte degli studenti e professori presenti che quel brusco cambiamento lo rese quasi comico; anche perché dopo quel breve saluto riprese nel suo cammino, più sprezzante di prima verso i ragazzini vestiti a festa.
    D'un tratto il viso pallido ben oltre i limiti dell'umanità del fu-uomo si distorse in un'espressione tra il perplesso e l'oltraggiato. Si girò lentamente verso la fonte del suono che lo aveva costretto a fermare il passo; la mano destra che gli corse rapidamente al gilet, privo di materia tanto quanto lui.
    Samantha si sarebbe vista puntare addosso ad un palmo dal naso lo spettro di un rasoio che Mr Todd le avrebbe sventolato davanti rapido come un battito d'ali.
    MrTodd
    In nome di tutti gli inferi, quale insensato favellare è questo?

    Non c'era dubbio che il Fantasma si stesse riferendo direttamente proprio alla giovane Tempestina che andava camminando tra i suoi compagni. Che la studentessa si fosse fermata o avesse continuato a camminare, Mr Todd l'avrebbe seguita tenendola letteralmente sul filo del rasoio.

    La finisca seduta stante! Vada a parlare il suo ridicolo vernacolare babbano nei bassifondi dove vi appartiene!

    la voce roca e severa del departito Mr Todd era oltraggiata e boriosa allo stesso tempo ma non potente abbastanza da sovrastare il riecheggiante segnale che richiamò l'intera Sala Grande all'evento che avrebbe coinvolto i più coraggiosi, quella sera.

    Edited by Cyrene R. Huxley - 28/10/2020, 09:28
     
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    Per Hesper quello sarebbe dovuto essere il miglior anno di tutti i tempi, essere al sesto anno di corso provocava un tornado di emozioni che non sempre riusciva a comprendere pienamente, perché nonostante i buoni propositi, la forza di volontà necessaria per seguirli tutti e l'ottimismo inesauribile... un qualcosa, immerso nell'ignoto totale, trovava sempre il modo di turbarla.
    L'abito che aveva scelto non era propriamente un costume, era a tutti gli effetti un vecchio vestito della nonna al quale erano state apportate delle modifiche per renderlo quantomeno più moderno e in linea con lo stile della rampolla, ma che a tutti gli effetti ricordava una di quelle principesse tanto amate dai bambini babbani.

    È... è stupendo! Hai visto queste scarpe? Adoro!

    Il dialogo con il proprio famiglio non poteva certo mancare.

    È ora.

    Passi svelti ed emozionati l'accompagnarono sino all'ingresso della sala grande.
    Il giorno di Halloween era fonte di diverse preoccupazioni per tutti e le vicende passate continuavano ad essere presenti nella mente di tutti gli studenti, professori e sicuramente di ogni singolo essere o creatura che abitava il castello e sebbene fosse normale chiedersi perché quello sarebbe dovuto essere diverso... be' perché non lo sarebbe dovuto essere? Pensare positivo sarebbe stato il obbiettivo di Hesper, per quella sera.
    Zucche volanti, costumi unici e qualche atteggiamento strano avevano reso l'atmosfera decisamente diversa dal solito... più festiva, certo, ma al tempo stesso insolita, in pieno stile Halloween.

    C'è un'altra cosa che devi fare Hesper.

    L'ansia doveva andarsene, le preoccupazioni sparire e le scuse non dovevano nemmeno nascere. Lo sguardo si era mosso per tutta la sala, mentre i primi passi venivano mossi all'interno della sala grande, posandosi senza soffermarsi troppo su ogni persona conosciuta, finché finalmente un consunto cappello da pirata poggiato sopra dei ciuffi biondi non entrò nella sua traiettoria. Luke si trovava sempre in compagnia dei suoi amici, che a tutti gli effetti conosceva anche lei, chi più chi meno, e anche se l'anno scorso aveva lasciato perdere ogni volta, la storia stava per giungere ad un cambiamento.
    Ma qualcuno forse non lo voleva.

    Mh?

    Restavano solo pochi passi a dividere la principessa dal pirata quando il buio strinse tutti in un abbraccio terrorizzante, non trovò nemmeno il tempo di elaborare la situazione che subito, in un gesto automatico, si era buttata a terra con le mani sulla testa mentre vicino a lei uno, due o più studenti sembravano aver iniziato a correre in preda al panico.

    Non capisco... cosa sta succedendo?

    A voce alta, come se fosse sicura che qualcuno potesse sentirla, il sentore della paura opprimente che quel buio aveva fatto nascere in lei diveniva sempre più forte.

    Pensa positivo, pensa positivo... pensa positivo.

    Amestris ed Halloween. Una guerra senza fine.
     
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    Oh che bello.
    Che bello che bello che bello.
    Così bello che quasi neppure badò al fatto che al di sotto del primo strato di pasta sfoglia la crema fosse sporca di qualcosa che mai Sertoria aveva assaggiato, ma che adesso sperimentava per la prima volta, a tranello: alcool.
    La Cenerina ripose il piatto quadrato a bordo tavolo. Si soffermò un poco affinché le linee della stoviglia fossero correttamente allineate allo spigolo del mobile, novanta gradi su novanta gradi, senza abbreviare o distorcere il parallelismo delle linee. Ci mise più tempo del solito, ché la testa s'era fatta di riso soffiato e la precisione le costava una certa fatica.
    Si girò verso gli amici barcollando appena. Le scappava il bacino da sotto le vertebre.

    Sci-Scivolo., biascicò.
    Pot pot pot...
    Pot pot pot. Non devo ripetere, ma non me ne frega niente.

    E le scappò da ridere dal naso, dal momento che il sorriso era qualcosa che Sertoria non sapeva trattare. Era una vera fortuna che quella ragazzina si pulisse il naso con una regolarità maniacale: nondimeno riuscì a produrre un suono singolare, a metà tra un grugnito e un mantice in funzione.
    Avrebbe voluto interrogarsi su dove fosse la comicità in quel che aveva detto, ma in definitiva neppure di quello le fregava qualcosa.
    Soltanto quando andava a dormire si sentiva così rilassata, ma di certo non così inaspettatamente contenta.
    Guardò Luke.

    Tu..., lo indicò. Tu sei... maschio.
    Dal punto di vista biologico, negli organismi a sessi separati, l’individuo che elabora i gameti maschili destinati a fecondare i gameti femminili in vista della riproduzio...
    Wow.


    E poi c'era il Prefetto, che per qualche motivo voleva che "andassero".

    Ma dove, che è buio come... che ci-a-zetazetazetazetazeeeeeeee le metafore non mi riescono.
    Non mi riescono.
    Lorenzo, il tuo cognome è una metafora?


    Le piaceva che fosse buio. Al buio gli altri sensi si amplificano. Sertoria sentiva chiaramente il profumo delle pietanze, la pelle di chi l'attorniava - prendo le malattie - e la testa che le prendeva il volo, il volo, il volo...

    In nome di tutti gli inferi, quale insensato favellare è questo? La finisca seduta stante! Vada a parlare il suo ridicolo vernacolare babbano nei bassifondi dove vi appartiene!

    Todd. Todd e una lama. Todd e le lame e Samantha davanti alle lame.
    Sertoria lo capì subito, quel che il barbiere voleva fare. O almeno credeva. Si sentiva stranamente sicura delle proprie intuizioni, quella sera.

    Lo fa tipo per prestarsi presentarsi, come il saluto con le bacchette. Però così è per... perperper
    Per favore, più lontano. Così è inappetente inadeguato INOPPORTUNO.

    E puffete: ecco una Sertoria frapposta tra Samantha e Mr. Todd, col coltellino svizzero di zio Cornelius sguainato a fronteggiare le armi dell'ectoplasma.

    Comunque la lingua non è babbana, è... - uno sguardo alla Silverclaw - Non lo so.
    Però comunque io sono Purosangue e questo lo uso per intagare intral intagliare. Perché lei non usa la bacchetta? Un mago non ha bisogno di di di...
    Basta.
    Non ho più voglia di parlare.


    E così com'era partita, la quattordicenne era pronta a chiudere. Afferrò Samantha per un braccio e marciò nel buio dei fumogeni, un'espressione stoica e confusa dipinta in volto. Il signor Todd, ammesso e non concesso che si fosse ripreso dalla perplessità a sufficienza da poter replicare, avrebbe prima dovuto fronteggiare la schiena oscillante di una Sertoria incredibilmente ubriaca... che se la Silverclaw non avesse preso in mano la situazione probabilmente avrebbe condotto se stessa e l'amica direttamente a spalmarsi sul tavolo dei cocktail, visto che i suoi passi frenetici e cecati andavano proprio in quella direzione e con preoccupante velocità.

    Máiréad Callaghan
    Spero di non aver fatto casino con le tempistiche e di non essere andata troppo OC.
    Classic Cunning-crack, post 1/3 +2 carisma (ma di default ha l'espressività di una teiera, quindi sarà una goccia nel mare!
     
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    Ghiaccio VI Anno
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    Non si sorprese troppo del fatto che una Samantha Silverclaw tentava di comunicare con lui in una lingua che non era propriamente comprensibile, o esistente; il vero dubbio era capire quanto di quello strano linguaggio fosse frutto del suo sacco, e quanto invece fosse stato causato dall'aver ingurgitato chissà quale dolcetto maledetto. L'islandese finì la sua arringa in gibberico trascinando leggermente più verso il resto del gruppo il rosso: voleva che Lorenzo non si mettesse in disparte?

    Non preoccuparti, grazie!

    Istintivamente era finito con l'alzare un po' la voce, cercando una qualche risposta da parte della bionda che potesse anche lontanamente fargli sapere quanto capisse o meno del parlato comune in quel momento. C'era troppa ansia in quel momento in circolo per consentire ai propri neuroni di fargli metabolizzare un qualsiasi altro tipo di sentimento, tanto che, quando prese la mano che l'aveva strattonato con entrambe le sue, carezzandola con un sorriso un po' forzato disegnato sulle labbra, gli parve quasi una cosa del tutto normale.

    E' solo per non occupare il posto di chi vorrebbe mangiare, lo so che non sono solo.
    Però vuoi comunque essere il salvatore solitario di sta ceppa, giusto?


    A quel proposito, si voltò un momento ad osservare gli altri membri della combriccola: Luke era assodato che sparasse fuochi artificiali, Sertoria si stava trattenendo un po' troppo dal comunicare, ma il fatto che fosse impegnata a riallineare il piattino col tavolo rincuorò il parmense, ed infine Mu aveva sulla faccia un piccolo cagnolino... o quella era barba sua?
    Però, nulla di così grave. Tirò un sospiro di sollievo, voltandosi dall'altra parte.
    Ci mise un qualche momento di troppo a capire quale fosse la reale intenzione della sua Prefetta, un po' per il fatto che il costume che indossava era così comodo da avergli fatto praticamente scordare che fosse travestito, un po' perché probabilmente quello era il suo primo saluto fatto in quel modo a qualcuno, in tutto il corso della sua breve vita. Sobbalzò leggermente, quando intuì cosa dovesse fare per evitare di lasciare appesa la Huxley, ricambiando la noccata con, forse, più leggerezza del dovuto, ché l'ultima cosa che voleva era far male a qualcuno.

    Hai visto campione? Non era difficile.
    Se ti riferisci al segnale...


    Buio. Urla. Panico.
    Iniziò a respirare più velocemente, girandosi d'istinto, nuovamente, verso i suoi amici.

    S-state bene?
    Lorenzo, il tuo cognome è una metafora?
    Il mio... eh?

    Ci vedeva davvero poco, ma ci sentiva ancora benissimo, o almeno abbastanza da capire che il fatto che Sertoria non solo non avesse avuto una reazione chissà quanto intensa ad un palese imprevisto, ma anzi si fosse soffermata su affermazioni sulla mascolinità del Ghiacciolo che gli stava accanto e sulle metafore, era un chiaro indicatore di quanto non stesse ragionando come si deve.
    Avrebbe detto due parole a Cyrene, prima di lasciare senza risposta la sua domanda in maniera maleducata.

    Faccio una cosa, e ti seguo.

    Dopo aver atteso la frase finale della piccola invettiva dell'italiana contro Mr Todd, cercò di prenderla delicatamente per il braccio, e di avvicinarla al Lygeon, che ancora sparava fuochi a destra e a manca.

    Per favore, resta vicino alla luce di Luke.
    Io s-sto andando giù con un Prefetto.
    Perché andare da solo sarebbe stato contro le regole. No?
    Qualsiasi cosa facciate, state attenti, per favore.
    L'hai già detto per favore?


    Quindi, nuovamente verso il Prefetto, sperando che lo avesse atteso.

    Eccomi. A-andiamo?

    takasugi; Máiréad Callaghan
     
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    Era ancora in attesa della risposta da parte di Michelle alla sua domanda riguardo i koala, quando la voce di Kyle, seduto al suo fianco, aveva raggiunto le sue orecchie. La sua vaghissima provocazione non passò inosservata agli occhi del Caposcuola, tuttavia quella sera non aveva minimamente voglia di pensare a cose inutili, quindi si limitò semplicemente a cercare di incalzarlo con un tono di voce piuttosto scherzoso.

    E da quando chiedi il permesso per fare qualcosa?

    Chiese allora ironicamente, riferendosi al fatto che ogni volta che il giovane irlandese aveva lanciato occhiatacce al compagno di Casata più piccolo, era stato perchè aveva fatto qualcosa di parecchio fuori luogo o comunque abbastanza imbarazzante.

    Secondo te alle balene viene la febbre?

    Non aveva ancora finito di uscirsene con le prime stupidaggini che gli venivano in mente, ed ora sul banco degli imputati c'erano sia i koala che le balene. La faccenda si faceva sempre più complessa.
    Scosse appena il capo nel sentire le sue parole su Frances. Non sapeva esattamente cosa lui avesse combinato con la povera Prefetta del Ghiaccio e siccome in quei due mesi aveva imparato a conoscerlo, non esitò nemmeno un attimo a dare ragione - nella propria testa - alla studentessa del quinto anno.

    Guarda che ti sarebbe bastato guardarla un attimo di più in faccia per renderti conto che non era esattamente la ragazza migliore da provare a rimorchiare.
    Dovresti provarci con la Levi, almeno non sarà una sorpresa se ti dirà ''Lev-ati di torno''.


    Non aveva ancora finito di dire stupidaggini senza senso, no.
    Non che avesse qualcosa contro la faccia di Frances, ma di certo era piuttosto oggettivo il fatto che la studentessa del Ghiaccio non desse l'idea di essere la più solare sulla faccia della Terra, almeno a primo impatto. Alla fine erano state poche le volte che lui aveva avuto l'occasione di interagirci, e l'unica volta in cui l'aveva fatto sul serio avevano avuto uno scambio piuttosto inaspettato, che allo stesso tempo gli era rimasto impresso nella mente.
    All'improvviso accaddero una serie di cose che movimentarono una serata già abbastanza anomala di suo. Fu questioni di attimi, oscurità, grida, gente che correva a destra e a sinistra...e quando tutto fu più chiaro anche il Caposcuola si ritrovò radunato insieme agli altri studenti fuori dai portoni della Sala Grande, ad ascoltare le parole del Capitano di Quidditch del Fuoco, di Lullaby, Thorn e Reeds. Avrebbe dovuto immaginare che una cosa del genere fosse opera di uno dei suoi compagni di Casata, d'altronde nessun altro avrebbe avuto il coraggio di mettere in atto un piano del genere davanti ai professori e senza preoccuparsi troppo delle conseguenze.
    Con le braccia incrociate al petto, Bellamy ascoltava dalle retrovie del gruppetto le regole di quel ''gioco'', che lo attirava più del dovuto. E quando fu dato il via, il suo primo pensiero fu quello di raggiungere Coral per comunicarle i suoi intenti.
    Si avvicinò a lei cercandola tra la folla, ovunque lei fosse.

    Io vado, tu vadi? No, tu vieni? Dobbiamo controllare che nessuno veda il gargoyle con la faccia di Price che c'è nelle segrete...ah no non è un gargoyle, è proprio Price.
    Vabbè, se vieni anche tu ci vediamo di sotto.


    L'effetto del dolcetto che aveva mangiato andava a rincarare la - già abbastanza alta - dose di idiozia che metteva in alcuni discorsi che faceva. Detto ciò però, che l'altra Caposcuola avesse deciso di seguirlo o meno, si allontanò da lei per prendere la strada verso le segrete e, potenzialmente, portarsi il più possibile in testa al gruppo.

    [Segrete]



    Di là, fidatevi, è il corridoio giusto.

    Bellamy cercava di mandare fuori strada chiunque incontrasse, perchè voleva essere lui il primo a trovare il mostro e vincere la caccia al tesoro. Ammesso che ci fosse davvero un mostro nelle segrete, cosa di cui dubitava fortemente, ma chi era lui per tirarsi indietro da una sfida?
    Dalla sua parte aveva la fortuna di aver passato lunghe serate, negli ultimi anni, a fare le ronde per quei corridoi bui e polverosi, nonchè un buon senso dell'orientamento, quindi non vagava lì sotto completamente alla cieca. Sicuramente non potevano contare su una cosa del genere. Motivo per il quale cercava di dare dei suggerimenti sbagliati ogni volta che poteva, con l'intento di far perdere l'orientamento al maggior numero di studenti possibile e trovare il mostro per primo.
    Non aveva affatto paura, era la notte di Halloween, tutto era fatto a posta per avere un'atmosfera tetra e terrificante, era proprio quello a rendere il tutto più entusiasmante e a fargli sentire l'adrenalina in grado di drizzargli i capelli sulla nuca e a spingerlo a non rimanere con le mani in mano. Chi non si trovava là sotto dimostrava semplicemente di essere un fifone, infatti sperava che nessuno della Casa del Fuoco mancasse all'appello.

    Astr-eclaire: -2 Saggezza; 2 post su 3

    Nelle Segrete Bellamy non si rivolge a nessuno in particolare, ma potenzialmente a chiunque capiti di passargli vicino, perciò se qualcuno vuole interagire è il benvenuto :D
     
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    Da sorniona l'espressione di Everett mutò. Non era la risposta che si aspettava di udire. Non da lei, perlomeno. Quei discorsetti li aveva uditi da donne plagiate un'intera vita e uomini senza spina dorsale che credevano di avere la vita facile leccando i piedi di Price e farsi strada a tal maniera. Perché invece era proprio lei a parlare così? Avrebbe sorvolato sulla mancata risposta, per nulla incline a forzare la mano laddove una donna poneva uno schermo, ma quello strano porsi come un cagnolino obbediente non apparteneva alla Frances Stitcher che vedeva nei corridoi o in Sala Comune. Sprezzante, anche incurante di rivolgersi secondo canoni diversi, come più le aggradava. Chi era quella? Non la giovane che Everett aveva imparato a stimare per l'essere poco convenzionale.

    Non è necessario, infatti. Rispose fissando la parete della Sala Grande di fronte a sé. E non ho alcuna intenzione di imporle il modo di vestire se non rientra nei suoi desideri, purché non abbia timore di mostrare con fierezza quella spilla. Lei è un Prefetto, è bene che tutti se ne rendano conto a prescindere da ciò che credono di vedere. Anche se significa andare controcorrente in taluni casi, come ha deciso oggi volente o nolente.

    Guardò ancora una volta la stoffa spenta che al momento dell'acquisto doveva essere dello stesso azzurro sfavillante degli arazzi riportanti il simbolo del Ghiaccio e che in alcuni punti pareva mostrare la trama del tessuto per quanto si fosse logorato nel tempo. Le stesse condizioni in cui versava un secolo addietro una divisa nera col simbolo dei Serpeverde, la derisione di essere trattato da diverso come se fosse inconcepibile che un Purosangue potesse essere talmente povero da rubare nei vicoli per mangiare. E quegli stessi occhi cambiare di sguardi, a sedici anni, gli stessi che dapprima lo trattavano da nullità cambiare di colpo in ammirazione. Falsità, pura facciata. Quanto di tutto ciò aveva già subìto quella ragazza nella sua finora breve vita?
    Non gli spettava saperlo. Non aveva ancora una confidenza così profonda da chiederlo, addirittura non si azzardava a porre domande personali ad Amalia se non quella relativa alla figlia, e già qualche freno l'aveva percepito. Certi argomenti tabù meno si affrontavano meglio era. Il volto si distese nuovamente non appena affrontò di petto la questione.

    Poco fa ha sviato dalla domanda posta, volgendola come dovesse soddisfare chissà quale mio desiderio. Le svelo un segreto. Mostrarsi così verso persone più influenti potrebbe ritorcersi un giorno contro di lei. La gente potrebbe persino arrogarsi il diritto di credere che non abbia una sua ideologia e che viva solo per appagare il prossimo, pertanto avere la possibilità di controllarla, plasmandola magari a proprio piacimento. Ed entrambi sappiamo che non è così.

    Si era ritrovato da ambo i lati nella sua vita, manipolato e manipolatore. Il troppo zelo verso di Lei, annullandosi pur di compiacerla e vedere quella stessa condizione ritorcersi a suo favore, assistendo a molteplici donne capaci di perdere il lume del senno per ottenere anche un singolo cenno da parte sua. Povere donne non istruite a sviluppare il loro pieno potenziale, vissute quasi sempre all'ombra di un uomo con unico obiettivo quello di assecondare ogni suo recondita volontà. Lei non apparteneva a quella categoria. Non sarebbe stato lui, Everett, a farla cadere in quel baratro di accondiscendenza. Ci si guadagnava di più a conservare la propria personalità e sfruttare invece chi fosse talmente smidollato da non possederne nemmeno un briciolo.

    Se ne avesse piene facoltà sono certo che saprebbe convogliare a sé chiunque vorrebbe piuttosto che il contrario. Per questo l'ho resa Prefetto. Ma deve credere in primis lei stessa nel ruolo che possiede. Se non ci crede lei, neanche gli altri supereranno la barriera della superficialità e sarà sempre vista semplicemente come la ragazzina in divisa vecchia e consunta con una spilla qualsiasi che ha solo voglia di attaccare briga a destra e a manca o isolarsi dal mondo perché inadatta a tutto il resto.

    Everett si voltò appena per meglio cercare le iridi di lei, un appiglio visivo per centrare lo scopo primario per cui le si era avvicinato poco prima.

    Dato che per me è adatta a essere Prefetto, volevo rivolgermi a lei come tale in quanto persona fidata.

    Era stato proprio il fatto di non possedere altro che i suoi abiti a spingerlo in quella direzione, diversamente da cosa poteva credere. Era stata quella la molla, la fiducia di riporre in lei il compito a cui aveva pensato.

    Si vocifera di una festa nelle segrete, qualcosa che possa risultare come un pretesto per combinare marachelle. Temo però che se presenziassi io stesso potrebbero nascondere le reali intenzioni, troppo intimoriti da una figura istituzionale o dalla nomea che ho in giro per darsi alla pazza gioia come direbbero i giovani. Vorrei che fosse lei a gestire la situazione, a controllare cosa accade. Può anche appaiarsi con la signorina Huxley, che a quanto vedo è già intenzionata a scendere dabbasso.

    Accennò con la mano inanellata la figura dell'altra Prefetta, in combutta nientemeno che con altri due studenti. Il dubbio crebbe. Fosse stato più pratico di Legilimanzia avrebbe anche potuto capire da sé quale fosse il malefico piano architettato da chissà chi.

    Non abbia paura a riportarmi qualsiasi dettaglio, anche quello che può sembrare insignificante agli occhi di tutti. Mi fido del suo giudizio.

    E che fosse la volta buona di punire qualcuno come si deve, con la scusa pronta e una bella ramanzina per rimarcare come le imprudenze non fossero tolerate. Non con Everett Marshall Price come Vicepreside.
     
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    Non riusciva a guardare il professore negli occhi, e sarebbe stato più difficile ad ogni parola in più che pronunciava. Posò la forchetta a lato del piatto, placando di colpo il tic nervoso che ne aveva consumato il metallo fino a poco prima, come si fosse accorta d'improvviso che tutto di lei stava mostrando insicurezza e sottomissione; un magro mezzo sorriso le si dipinse in volto, espressione dell'amara realizzazione che Price l'aveva completamente inquadrata senza che lei avesse detto una sola parola.
    Intercorsero secondi interi di silenzio a seguito di quella specie di lezione di vita che pareva quasi una ramanzina, e che Frances non era neppure sicura del perché le fosse stata fatta. Sentiva che a riempire il silenzio sarebbe dovuta necessariamente essere lei, anche se non sapeva bene cosa avrebbe dovuto dire: erano bastate due parole, volente o nolente, per farle capire che Price non avrebbe avuto alcun bisogno di chiederle perché non avesse un costume di Halloween, per poi darle due opzioni per provare a giustificarsi che lui sapeva benissimo non essere possibili risposte alla sua domanda. Chissà a che gioco stava giocando.

    Vado fiera della spilla.

    E quello era fuori da ogni dubbio, ché sebbene lei stessa non avesse grande stima in sé stessa, a discapito magari delle apparenze, era contenta di sapere che qualcuno l'avesse. Ma se Price avesse voluto schiettezza da lei, allora l'avrebbe avuta, anche se mai avrebbe potuto avere con un docente lo stesso atteggiamento che aveva con i suoi coetanei, soprattutto un professore di cui aveva stima come lui.
    C'erano sempre noccioline, al tavolo imbandito, soprattutto in occasioni speciali come le feste per le ricorrenze; sembrava quasi che, più che la data sul calendario, fossero le arachidi stesse ad essere sinonimo di festa. Allungò una mano verso la ciotola e ne prese una manciata, lasciandone poi cadere una decina sul tavolo di legno, intenzionata a dimostrare qualcosa che non aveva parole a sufficienza per dire.

    Questi sono tutti gli studenti.

    Non s'era mai voltata verso Price, forse anche perché non voleva vedere la sua espressione in quel gioco di metafore che aveva un che di infantile, ma era il modo più semplice che aveva per passare quel che stava pensando.

    Anche ammesso che io sia qui...

    Spostò una nocciolina due centimetri sopra alle altre per dare espressione a quel che non era stata lei a dire, ma che rispecchiava l'opinione che l'uomo che aveva affianco diceva di avere di lei.

    ...Lei è qui.

    Prese un'altra nocciolina e la spostò almeno venti centimetri sopra le altre, aprendo un evidente divario in quella fittizia catena alimentare che lei sembrava aver molto ben schematizzata in testa. Se c'era una cosa che le era stata inculcata nella vita, quella era proprio la distinzione delle categorie in compartimenti stagni, il rispetto ed il decoro che doveva mostrare a chi si trovava sopra di lei, e la convinzione che non avrebbe mai dovuto avere la velleità di sentirsi alla pari di un adulto, né avrebbe mai potuto permetterselo. Forse era proprio così che suo padre era riuscita a tenerla al lazo per così tanto tempo, ma per quanto Frances fosse cresciuta molto in consapevolezza da quel soldatino di piombo che era al primo anno, abbattere una convinzione così radicata sarebbe stato molto più difficile di così.
    Posò entrambi gli avambracci sul tavolo prima di cercare lo sguardo del professore. Era evidente che quella non era affatto un'adulazione nei suoi confronti, ma solo un modo di esprimere il pensiero dietro alle sue parole senza aver bisogno di pronunciarne altre, col rischio di sembrare più ridicola di quel che già sicuramente sembrava.
    Lei aveva la tendenza a tirarsi completamente fuori dal gruppo, in realtà, come se ogni considerazione che faceva sulla società la facesse guardandola da fuori campo, senza considerare che tutti i conti sarebbero usciti senza l'oste; Price, invece, sembrava essere venuto a quel tavolo non solo per farle notare che non era così, ma anche che lei era la ragazzina in divisa vecchia e consunta con una spilla qualsiasi che ha solo voglia di attaccare briga a destra e a manca o isolarsi dal mondo perché inadatta a tutto il resto. Chissà quanti la vedevano realmente così.

    A quanto pare, la risposta alla domanda era comunque evidente.

    Lo disse con un filo di voce, come se quelle parole le stessero richiedendo più coraggio di quanto avesse a disposizione. Aveva preso a sfregarsi le dita con le dita, premendo il pollice della sinistra tra i polpastrelli di pollice e indice della destra, l'ennesimo tic su cui scaricava i nervi quando erano particolarmente tesi.

    Avrei dovuto dire la verità col rischio di impietosirla, o dire una bugia col rischio di perdere credibilità ai suoi occhi?

    Non v'era alcuna retorica nella sua domanda, ché la ragazza non sarebbe potuta essere più seria di così, anche se la retorica in qualche modo poteva derivare dalle due opzioni che aveva dato, una peggio dell'altra eppure le uniche che lei vedeva, che erano la ragione per cui era stata accondiscendente con il professore solo pochi minuti prima. Avrebbe fatto molta fatica ad argomentare oltre, più di quanta non ne stesse già facendo anche solo a pronunciare quelle quattro parole, ma forse non ve ne sarebbe stato alcun bisogno.
    Il grido acuto che accompagnò la polvere buiopesto in Sala Grande era evidentemente il segnale che stava aspettando per quella fantomatica festa nei sotterrai; Frances la visse quasi come la campanella che salva lo studente dall'interrogazione, in realtà, visto la situazione di evidente difficoltà in cui Price l'aveva, volente o nolente, infilata.

    Domani vengo nel suo studio dopo le lezioni.

    Era un modo di dare tacito assenso a tutto quello che il suo Responsabile le aveva detto, sebbene ancora reconditamente si chiedesse cosa spingesse il professore ad avere tanta fiducia nei suoi confronti; certo era che non sarebbe stata lei a tradirla.
    S'alzò quindi, facendo un cenno di riverente saluto al docente per poi raggiungere Cyrene, Fontana e gli altri della sua casata che, come ben le aveva fatto notare Price, sembravano già intenzionati a prendere parte a quella farsa.

    Andiamo.

    Laconica ancora più del solito, quella sera.

    [Segrete]



    Non si stupì di realizzare che, del Ghiaccio, ad organizzare quello spettacolino non v'era neppure un esponente. La spacconeria che aleggiava nell'aria puzzava di tutto il testosterone dei ragazzi adolescenti, e le poche voci femminili che s'alzavano fuori dal coro degli organizzatori appartenevano a persone che non sarebbero potute essere poste che ad antitesi alla sua persona.

    Ancora questa storia del mostro nei sotterranei? Davvero?

    Era così sarcastica che chiunque le fosse abbastanza vicino da sentire la sua voce pacata non avrebbe fatto fatica ad indovinare cosa stesse pensando di quel gioco. A braccia incrociate, se ne stava a guardare la scena con un'espressione più dura di quel che l'occasione avrebbe richiesto, ché ancora le parole brucianti di Price le aleggiavano nella mente, troppo scomode per non rimanere impresse sul suo volto in quel contesto dove poteva permettersi di lasciarle trasparire.
     
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    Accettò con un cenno del capo il compromesso di Lorenzo, aspettandolo lì dov'era mentre altri già si univano a quella che probabilmente non era che una caccia al tesoro di qualche tipo. Nell'aspettare aveva guardato verso Frances e Price accanto a lei.
    hi
    Lo vide rivolgere un saluto proprio a lei, come se avesse notato il suo sguardo su di loro. Colta di sorpresa, Cyrene alzò la mano a sua volta per rispondere al cenno dell'uomo.
    Qualcosa la fece distrarre di nuovo dai due, qualcosa di molto più vicino che quasi la fece sussultare. Alice Roberts, la ragazza della Tempesta ormai all'ultimo anno di Amestris che Cyrene aveva conosciuto l'anno prima e con cui aveva un rapporto di inspiegabile agio basato sul non doversi frequentare assiduamente per comportarsi in maniera naturale e familiare l'una con l'altra.

    Stacca gli occhi da quella bimba per due secondi, ti prego.

    Cyrene le obbedì involontariamente, più per la sorpresa di vedersi la Tempestina davanti che altro. Ricordava che l'anno prima era più bassa di Alice, mentre in quel momento si guardavano negli occhi alla stessa altezza.
    Scambiò due brevi chiacchiere con la ragazza che come sempre sembrava il suo opposto; sempre così aggiornata su qualsiasi cosa succedesse in quella scuola. Se c'era qualcosa che le diceva che Alice doveva genuinamente tenere a lei era il fatto che di natura non riusciva a non condividere tutti i pettegolezzi che ascoltava, eppure di quello che c'era tra lei e Frances la Tempestina non aveva mai fatto parola; altrimenti a quel punto sarebbe stato di dominio pubblico.
    Cyrene lasciò scappare il dettaglio di essere affamata; che non aveva avuto tempo di anche solo vedere il banchetto perché era arrivata tardi e l'attività di quella sera stava già cominciando. Puntualmente, Alice tirò fuori da un cestino che le pendeva dal braccio un pasticcino.

    Tieni, tesoro...
    Grazie.

    Non le sarebbe piaciuto il modo in cui Alice la appellava, non fosse che sapeva usasse quei termini con chiunque e lo strato di superficialità che caricava quelle parole era abbastanza spesso da farla sentire a suo agio.
    La Ghiaccio notò non solo Lorenzo e gli altri ma anche Frances avvicinarsi a lei per avviarsi verso i sotterranei. Commise l'errore di avvantaggiarsi su quel pasto fugace e mise in bocca il piccolo dolcetto che le aveva dato la tempestina. Nel mandarlo giù storse appena il naso e lanciò alla studentessa del settimo anno uno sguardo sospettoso.

    Che roba è?
    alice6a8f6450ed1d0ef8
    C'era qualcosa di sinistro nel modo in cui Alice alzò le mani in segno di innocenza; una sorta di divertimento alla base dei suoi occhi grandi.

    Non lo so, ho preso una manciata di roba al banchetto...

    Disse solo prima di sorriderle con quell'aria spensierata e provocatoria che solo lei sapeva giocarsi così bene e si dileguò nella folla dopo aver giocato con il nodo della cravatta della Ghiaccio.
    Cy sapeva di avere solo se stessa da biasimare, a quel punto. Sentiva una sensazione strana ed era sicura di aver mangiato qualcosa che avrebbe riscosso il suo prezzo in qualche modo; non sapeva ancora come.
    Si unì agli altri compagni quando furono tutti pronti, anche Frances li aveva raggiunti, anche se sembrava tutt'altro che entusiasta all'idea di proseguire.


    [Sotterranei]



    Aveva decisamente mangiato qualcosa di strano. Scese nei sotterranei meramente seguendo i suoi compagni, senza guidare il gruppo o dire nulla durante il tragitto; stava ancora cercando di capire come si sentiva. Mentre leccava la fila superiore dei denti, tenendo le labbra chiuse, sentì Frances esternare senza scrupoli il suo scetticismo per quel gioco. Non la notò particolarmente diversa dal solito quindi non indagò oltre.

    Correre, ora non esageria...

    Non fece a tempo a fare un passo in avanti che sentì le ginocchia crollarle come se non fossero intese come si fossero improvvisamente ribellate al loro ruolo. Cyrene era tutt'altro che una ragazza di corporatura piccola e crollò a terra con un tonfo.
    Si portò istintivamente le mani alla testa, chiedendosi quanti l'avrebbero calpestata nell'entusiasmo generale delle ultime parole di Michelle Lullaby.
    Fece del suo meglio per rialzarsi e si scrollò di dosso qualsiasi cosa il suo completo aveva deciso di tenersi come souvenir dal breve soggiorno a contatto col pavimento dei sotterranei.

    Sto bene, sto bene...

    avrebbe detto a scanso premure da parte di chiunque avrebbe potuto preoccuparsi per quella caduta monumentale di cui sentiva ancora il bruciore su ginocchia e palmi.
    Proseguì seguendo i suoi compagni ma non riuscì a fare neanche un paio di metri prima che le sue ginocchia le venissero a mancare di nuovo, stavolta fallendole nettamente come se una forza invisibile le avesse piegato le ginocchia premendola appena sopra i polpacci. Stavolta si aggrappò con la mano destra al muro e la sinistra al primo passante che le capitò a tiro in quel momento.

    Ma che cazzo ho mangiato.

    esalò, frustrata mentre le sue gambe ancora mancavano di risponderle.

    SPOILER (click to view)
    Cyrene ha ingerito un Milky Ice-ddis (-1 Prontezza, -1 Agilità)
     
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    L’effetto dei dolci suppongo.

    E con quella semplice e ridente constatazione, Luke era riuscito a soddisfare la domanda di Cyrene e allo stesso tempo la curiosità dei compagni per la sua manifesta esplosione di scintille multicolori. Almeno tra la neo-barbuta Marie, l’incomprensibile nuova lingua di Sam e una Sertoria più anomala del solito sapeva che sarebbe stato decisamente in buona compagnia.

    Qualcosa mi dice che hai fatto la scelta migliore non servendotene nessuno.

    Fece a Lawrie in un’alzata eloquente di sopracciglia, mentre da lontano osservava con affetto Sertoria che si frapponeva fra le ire di Mr Todd e l’amica. Poi, buio.

    Eih- co…
    Il segnale.

    Si trovò presto a circondarsi di dubbi, primo fra tutti se seguire la scia di studenti fuori dalla Sala o meno, quando le voci di Cyrene prima e quella di Lorenzo poi lo raggiunsero come una piuma, leggera ma decisiva sul piatto della bilancia.

    Forza, andiamo.

    Rispose deciso, mentre la cortina di fumo calava su di loro come un sipario fin troppo comodo attraverso cui mettere in atto la propria fuga.

    Non dire sciocchezze Lawrie, dove va un amico vanno tutti.

    Prima che l’oscurità scendesse del tutto, fece alle ragazze segno di seguirlo con un ampio gesto del braccio. Sebbene in realtà avesse già cominciato a prendere per mano Sertoria, di modo da evitare che lo strano stato in cui versava a causa del dolce non la facesse sbandare più di quanto già stava facendo. Così, come una catena umana, lui, Sertoria e Sam appesa al suo braccio sarebbero partiti alla volta delle segrete, affiancati dallo scheletro barbuto che era Marie.
    Solo quando si rivolse loro notò con stupore che persino Frances si era buttata a capofitto in quella situazione, inaspettata partecipe di un evento che difficilmente credeva le sarebbe interessato fino al punto. Incredibile, ormai non sembrava mancare proprio nessuno.

    [Segrete]



    E quando si ritrovò in mezzo a tutti gli studenti, giù nei sotterranei, sentì come se il suo pensiero avesse trovato ulteriore conferma: tanti volti familiari all’appello, più di quanti all’inizio avrebbe creduto possibile.
    Ascoltò con non poco riserbo e scetticismo le parole di chi li aveva convocati in quell’occasione, quasi certo che c’erano più possibilità di trovare la piovra tanto decantata da Sam che il fantomatico mostro delle segrete. Eppure rimaneva pur sempre la sera di Halloween, con un’intera ora a disposizione prima del coprifuoco e un passatempo che sapeva di avventura programmata ad aspettarli… cosa avevano da perdere?

    Probabilmente sarà tutto organizzato, tipo casa stregata, con qualche studente che metterà in piedi dei numeri di magia per cercare di spaventarci.

    Buttò lì fra se e gli amici, come una possibilità che ai suoi occhi non appariva nemmeno troppo improbabile e che, al contempo, lo aiutava a convincersi non sarebbe stato malvagio dare un po’ di corda all’intera iniziativa.

    Scegliete dove andare, io e le mie scintille vi faremo strada.

    Nonché da utile illuminazione, anche se in realtà aveva già attivato la luce della bacchetta per quando la batteria del suo personale spettacolo pirotecnico si sarebbe esaurita.
    Per il resto… che l’avventura fra i corridoi delle Segrete avesse inizio!

    Ho avuto il permesso da parte dei giocatori per muovere i propri personaggi verso le Segrete
    takasugi; - NukEddy - Sertoria Eburneo - Máiréad Callaghan

    [1 di 3 post] Luke ha mangiato: Butter Cream Har-ffin: muffin con gocce di cioccolato bianco e crema di burro che una volta ingurgitato fa sprizzare scintille colorate da tutti i pori (+2 Capacità Magiche)
     
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    Bellamy Octavian Murray sembrava strano, le sue risposte erano più o meno normali, ma le domani da lui rivolte avevano qualcosa di folle, colpa dei dolcetti di Halloween?
    Quella versione quasi simpatica di Bellamy non gli dispiaceva, sempre cosi pronto a rimproverarlo o a svolgere il suo ruolo di caposcuola, ma ora pareva più leggero: peccato che qualsiasi effetto fosse, sarebbe durato troppo poco.
    Ma valeva la pena approfittarne

    Ho capito che ha la faccia come un ghiacciolo, ma ogni tanto anche loro si sciolgono no? Questa mi sa che è un ghiacciaio perenne e per me non ha mai baciato nessuno, c’è il rischio che le si rimanga attaccata la lingua!

    Non gli sarebbe comunque dispiaciuto provare, ma anche quel pensiero gli mise i brividi, immaginando che tipo di risposta seccante gli avrebbe rifilato ad un semplice invito.

    Se per qualche parola di saluto mi ha fulminato nemmeno avessi messo le dita nella corrente, figuriamoci qualcosa di più

    Alzò le spalle, cercando di guardarsi nuovamente intorno in cerca di facce note

    Ho capito che non si limonerà nemmeno questa sera vero?

    La frase venne bruscamente interrotta da quello che era a tutti gli effetti “il segnale”, che scatenò finalmente le danze, quelle vere.






    [Segrete]

    Per Kyle l’unica idea intelligente parve quella di rimanere incollati al suo caposcuola, Bellamy era grande ed esperto, nonostante la poca confidenza che gli aveva dato fin dal suo arrivo, il ragazzo del fuoco si portava dietro una bella reputazione, quasi un esempio per Crane, un modello a cui aspirare, almeno a popolarità, peccato che la stima non fosse reciproca, ma forse con il quidditch avrebbe potuto fargli cambiare idea..

    Questa atmosfera è meravigliosa, chissà cosa potrà succedere!

    Forse Bellamy non si era nemmeno accorto, fino a quel momento, della presenza di Kyle, che si palesò rompendo il silenzio, sorridendo entusiasta ma allo stesso tempo un po preoccupato per quello che da li a breve sarebbe successo.

    Sai anche chi non è male? Cyrene. Sembra che io abbia un debole per il Ghiaccio, sarà per il contrasto, per la competizione o semplicemente perché quella casa racchiude le più carine.. tu che dici?

    Preferì non parlare di Alexandra, quasi che inconsciamente volesse tener la cosa per se o forse perché si rese immediatamente conto che poteva non esser il momento migliore per parlar di ragazze, ma quando gli sarebbe capitato di poter scambiare qualche trucco con il più popolare della sua Casa??

    Forse il mostro è il Professor Price, mascherato da se stesso!
     
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    Spalancò gli occhi in tempo per vedere la lama del coltello ferirle lo sguardo, la punta affilata abbastanza vicina da poter pensare di poterla toccare.
    Samantha guardò il Fantasma del Ghiaccio, scossa da genuino spavento nel vedersi l'arma puntata addosso, ma ormai a conoscenza delle invettive dell'entità.
    Non fece in tempo a dire niente, che Sertoria si frappose tra lei ed il fantasma, trascinandola lontana dalla presenza spettrale e dalle intenzioni quasi omicide.
    Samantha restituì a Todd una linguaccia, convinta che lo avrebbe rivisto presto.
    L'urgenza del momento divenne il cercare di non far schiantare Sertoria e se stessa sul contro il tavolo, ma come avrebbe potuto riuscirci senza usare la forza fisica?

    Gomen...

    Inizio, pronta a placcare l'amica un momento prima dello scontro fatale.
    E poi, puff, la Sala Grande sparì.
    Non letteralmente, ma la stanza venne inghiottita nel buio, intrappolata nella tenebra senza apparente origine.

    Pot, pot?
    Meglio se non parlo, forse.


    Prese una mano di Sertoria o quella che sperava fosse Sertoria, ci vedeva ben poco in quel momento ed il suo sguardo doveva abituarsi all'oscurità appena nata intorno a loro.
    La paura non poteva esistere, quindi cercò di cacciarla, cercando di strapparsi a qualsiasi pensiero buio, che rischiava di farla perdere come in un labirinto.
    Quando le teste dei compagni divennero almeno appena visibili, Samantha notò che Luke stava facendo loro segno di seguirlo. Il ragazzino decise di trascinarle quasi fisicamente via e come un grande serpentone, i piccoli amici decisero di seguire gli studenti verso il mistero.

    [Segrete]



    Samantha non amava i sotterranei ed ovviamente eccoli là, proprio nel suo posto preferito. Se non fosse per la prospettiva di vedere qualcosa di divertente, la bambina avrebbe iniziato a pregare per tornare ad ingozzarsi di dolci.

    Mostro...?

    Si domandò, aggrappata al braccio di Luke che continuava ad emanare scintille luccicose, che quasi le ferivano gli occhi. Cosa poteva soggiornare nelle segrete dell'Accademia? Qualcosa di spaventoso? Una Creatura Magica?

    E se ci fosse un drago?
    Ma i draghi non sono mostri...


    Forse avrebbe dovuto avere paura, ma in quel momento era parecchio incuriosita. Nemmeno si era accorta che probabilmente era una delle poche persone a credere sul serio a quella storia.

    Ikuzo, ikuzo. [Andiamo, andiamo]

    Avrebbe gesticolato le sue intenzioni, prima di infilarsi in una strada senza pensarci, cercando di trascinarci il treno di persone che si erano collegate a lei. D'altronde non potevano rimanere impalati mentre il resto della scuola li spintonava per farsi strada.

    NukEddy Luke Lygeon Máiréad Callaghan
     
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    Quella sera Michael aveva passato più tempo del previsto a decidere cosa mettere. Con le ante dell'armadio aperto, e un espressione pensierosa in volto, osservava le alternative.

    Mi vesto o mi travesto?

    Dubbio amletico ed esistenziale di Halloween.
    Gli occhi viaggiavano tra le alternative: da una parte un sobrio ed anonimo completo felpa-pantalone, dall'altro un ridicolo costume in poliestere.

    ... vada per il ridicolo in poliestere.

    Dopotutto era HALLOWEEN! A che serviva prendersi tanto sul serio? In un giorno di festa come quello, poi...
    Era pur vero che ormai non aveva più 9 anni, bensì 29... però questo non significava molto per Michael. L'età era un numero a cui non riusciva a relazionarsi. Fosse per lui sarebbe rimasto sedicenne per sempre.

    Ed eccolo, vestito da Superman, al tavolo dei docenti. Una visione distopica che almeno alleggeriva il tono al tavolo degli insegnanti, per antonomasia austeri e formali.
    Dietro il costume da impavido supereroe però, Michael nascondeva una certa preoccupazione. L'incubo di Halloween era sempre dietro l'angolo. Lui ne sapeva qualcosa, erano ormai anni che il periodo di ottobre/novembre riservava loro qualche brutto scherzetto (ma niente dolcetto), e si sa, le abitudini sono dure a morire.
    La cosiddetta "maledizione di Halloween" sembrava essersi rotta dopo che lo scorso anno nulla di male li aveva travolti, eppure Michael continuava a non sentirsi ancora tranquillo. Ne aveva vissuti tanti, troppi, per abbassare la guardia alla prima avvisaglia.

    Seppur fosse in pensiero, non lo dava comunque a vedere, troppo impegnato a mangiare. Dopotutto non era così preoccupato da avere lo stomaco chiuso. Quello mai.
    Anche quella sera passò la maggior parte della cena con la faccia nel piatto, a ingurgitare tutto il commestibile che gli capitasse a tiro.

    Ed era proprio mentre portava un raviolo alla zucca alla bocca, che accade.
    Un cortina di fumo invase i tavoli. Nella sorpresa e il trambusto Michael perse il suo raviolo, che cadde rovinosamente a terra.

    Oh Merla!

    Giusto il tempo di recuperare il boccone da sotto il tavolo che il fumo si era già diradato, rivelando una Sala Grande un po' più vuota, ma tutto sommato in ordine.

    Questi scherzetti...
    C'è sempre qualcuno che riesce a intrufolare qualche diavoleria dei Tiri Vispi.

    Alzò gli occhi al cielo e tornò a occuparsi dei suoi ravioli. Ci voleva ben altro per distoglierlo dal suo pasto.
     
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138 replies since 22/10/2020, 21:10   4827 views
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