Amestris e l'eco del sottosuolo

Capitolo II - Halloween 2031

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    L’ira




    L'esplosione che li investì fece strillare i pensieri e i sensi di Johanna. Aveva i nervi così tesi che quando si coprì il viso accovacciandosi fu quasi un rombo perso in mezzo a tutti quelli che aveva in testa.
    Non fece neanche in tempo a rendersene conto, che si trovò la mano vuota.
    Disinteressata quasi a quanto fosse appena accaduto, si era rivolta al Preside con una voce dal tono perentorio.

    Mi ridia la bacchetta!

    Un affronto bello e buono, quello.
    E la strega lo guardò in cagnesco, quasi irriconoscibile ormai, dilaniata da sensazioni tanto esplosive da impedirle il suo solito filtro di alterigia e rigidità.
    Si avventò quasi verso l'uomo prima di accorgersi che le mani erano vuote, così prese a guardarsi intorno, come un cane che aveva perso l'osso, e si lanciò sulla bacchetta non appena la intravide.

    Doveva aprire il muro!

    Disse indicandolo ai colleghi quando finalmente si rese conto che quel che aveva tentato era stato inutile, senza realizzare, poi, quanto fosse banale e inutile un'osservazione di quel genere.

    Ma è per caso rimbecillita? Faccia qualcosa contro il muro!

    Johanna non capiva proprio come la professoressa di Incantesimi non fosse stata tra i primi a trovare una soluzione veloce per quel dannatissimo muro. Aveva un tono di una leggerezza insopportabile, e per di più la stava chiaramente sbeffeggiando.
    Tolse i detriti dai vestiti, e raccolse una goccia di sangue sporco dalla guancia quando, alzando poi gli occhi azzurri sulla luce un attimo prima di distoglierli, capì che era evidente avessero ben altre strade a cui pensare.
    Eppure lei non riusciva a capire cosa dovessero fare, né cosa potesse essere successo.
    Sentiva solo la frustrazione, la mente improvvisamente più leggera, i pensieri disconnessi, come se non sapesse più legare le informazioni per trarne un vantaggio, proprio come aveva sempre fatto.
    L'aveva sempre fatto?
    Quando riaprì gli occhi dopo averli serrati al cospetto di quella luce abbagliante, si ritrovò cieca, e per un attimo credette di essersi bruciata le retine.
    Arrancò con le braccia alzate, mormorando "Lumos" senza riuscire a capire se qualcuno l'avesse bendata.
    Piano piano, a ogni passo incerto, a ogni inciampo, quel buio sembrava farsi denso, le pareva di inalarlo, di sentirlo dentro di sé, di richiamare quella parte recondita in cui tutta la sua coscienza si comprimeva.

    Sentì le urla indistinte, il cuore sciogliersi nello stomaco ghiacciato.
    Si volse una volta, due, si scontrò con qualcuno, e il respiro le era parso gelido.


    No!
    Manteniamo la calma.
    Li stanno ammazzando

    Stanno ammazzando tutti lì fuori.

    Qualcosa sta cercando di entrarci in testa.
    Parlate ad alta voce.


    Qualcuno sta gridando.
    Dobbiamo muoverci!
    Expecto...


    Ma non riuscì a pronunciarlo, le sillabe le morirono in gola.
    Mosse la bacchetta più volte, mormorando formule, brandendola; cercava il muro galleggiando su un pavimento e nel vuoto.
    Avrebbe voluto correre, ma cadde più di una volta miseramente, nel cercare di andare in una direzione che non conosceva.
    Ad un tratto la luce li abbagliò e inspirò così forte da fare un passo indietro.
    Alzò la testa e una goccia rossa come il sangue le cadde sulla guancia, bollente, dolorosa, scivolandole fino al collo.
    Johanna stette un attimo ferma, quasi persa in un'illusione che aveva davvero il sapore del sangue, l'odore di cadavere, il retrogusto della colpa, della perdita, della morte.
    Non fece in tempo a riprendere fiato che la pelle prese a bruciare, abbassò il capo coprendosi il viso, respirando con gli occhi sgranati.
    Un altra goccia sulla nuca, il fuoco le squarciò in due la schiena.

    È pioggia acida!

    Per sua fortuna, Johanna aveva chi sembrava voler suggerire e chiarire ai presenti cosa stesse accadendo, perché la sua mente sembrava sul punto di collassare.
    La bacchetta si mosse veloce contro il tetto.
    Non c'era niente che potesse fare, la mano tremava.

    Protego.
    Maxima



    -Saggezza: 21 e 35 puoi capire che dietro vi è una magia di tipo illusorio e ideare un modo logico per contrastarla, ma con poche speranze di farcela;
    -Carisma: Fra 21 e 35 il terrore ti sconvolge ma sei anche abbastanza forte mentalmente per sapere metterlo in discussione con più forza, pur con effetti limitati;
    -Intutio: 11 e 21 riesci a intuire appena che sei sotto l’effetto di qualcosa che non nasce da te, che ti porta a dubitare

    Saggezza 33
    Capacità Magiche 60
    Manualità 23
    Prontezza 27
    Agilità 26
    Intuito 11
    Affinità 10
    Carisma 34
     
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    Lasciò cadere la domanda della Prefetta con un enigmatico sorriso, sia perché in parte retorica sia perché lui stesso non avrebbe saputo come rispondere. E forse in quel momento tacere era stata la scelta migliore, anche durante la metaforica spiegazione con delle noccioline come tramite. Che gli riconoscesse il merito di avere potere decisionale su tutti lo apprezzava, ma le sfuggiva che la nocciolina a cui aveva attribuito il ruolo di se stessa doveva anche nel concreto trovarsi al di sopra degli altri. Secondo quali meccanismi lo avrebbe deciso lei e soltanto lei, con la fortuna che dalla sua parte avrebbe trovato Price, il Vicepreside nonché Responsabile del Ghiaccio.

    La aspetto.

    La salutò semplicemente. Cosa gli avrebbe comunicato? Lo avrebbe scoperto di lì a poco.

    ***

    Scompiglio, agitazione e malelingue aveva portato il poltergeist di Amestris. Curioso che come Hogwarts così anche la nuova accademia sorta dopo il disastro occupasse quasi gli stessi abitanti, in linea di massima. I poltergeist erano creature bizzarre che persino i Babbani riuscivano talvolta a identificare come tali, fra oggetti volanti e mossi come di propria volontà. E pensare che ai suoi tempi credessero fosse colpa di un fulcro scatenante, spesso minorenni a cui attribuire l'eradicazione del problema una volta allontanati. Che sciocchezza. Solo persone di poco cervello potevano elaborare simili ipotesi strampalate, etichettando come pazze e visionarie chi vedeva la verità. In realtà era così che doveva girare il mondo, lontani dal manifestare a tutta l'umanità la presenza della Magia, ma faceva sorridere che chi ragionava nel giusto passava sotto a chi credeva nel falso. Una visione d'insieme che a scalare le vette non fossero sempre le persone che lo meritavano, come ripensare a quell'inetto ministeriale che aveva promulgato quella stupida tassa.
    Se inizialmente le parole di Laice parevano prive di fondamenta il Responsabile dovette ricredersi quando vide aggiungersi le testimonianze di altri studenti ritornati dalle segrete. Il primo pensiero fu subito evidente.

    Dove sono i due Prefetti del Ghiaccio, signor Reeds? Non mi dica che la signorina Stitcher e la signorina Huxley sono rimaste laggiù.

    Arcigno, al limite del furioso, Everett si scagliò contro il ragazzo dei Ghiaccio. Aveva osato gettare la spugna da codardo, noncurante dell'autorità concessa alle due studentesse? Price non si sarebbe mai spinto in pericolo, ma le due Prefette insieme... Anche uno senza il minimo di cervello avrebbe colto l'importanza di entrare fra le loro grazie prodigandosi per salvarle. Lui stesso correva il rischio giunto a quel punto, qualora si fosse palesato uno scenario catastrofico, di veder saltata la fiducia nella sua figura. Era stato lui a spingerla nelle segrete, lui a esortarla a prendere in mano la situazione e sempre lui ad assegnare il compito di riportare dettagli. L'unica discolpa su cui poteva far leva era che credeva sinceramente ci fosse una banale festa illegale giù nelle segrete, null'altro. Non l'avrebbe mai spinta di propria volontà nelle braccia dell'inferno, non senza un motivo valido. E al momento Price traeva più vantaggio a non inimicarsela piuttosto che vederla morire, rischio che avrebbe corso a meno che la signorina Stitcher non avesse dato prova al solito di stupirlo. La ragazza aveva promesso di recarsi nel suo ufficio l'indomani, contava che avrebbe rispettato il patto a prescindere dalla condizione in cui avrebbe versato.

    Questa è la volta buona per deletare, anzi eradicare, la vostra squadra di Quidditch da Amestris. Vi rende solo degli insulsi inetti a dispetto di cosa ci si aspetta da un Figlio del Ghiaccio. Le mie parole a inizio anno non contano più?

    Sbraitò il Vicepreside per smorzare la tensione, riversando la furia contro lo studente che aveva come uniche colpe l'essere maschio e in più membro della squadra. Uno sport che non portava chissa quali vantaggi se non qualche muscolo, nasi rotti ed eliminare gli ultimi cenni di raziocinio rendendoli più simili ai primati. Disgustoso.
    Cercando di ricomporsi ascoltò la proposta dell'uomo a comando della scuola, sorpreso di vedere una frotta di personale femminile pronta a seguirlo nel pericolo. Pur non avendo il fascino di un vampiro Laeddis sapeva come smuovere la massa ed esercitare potere sull'altro sesso. Lo aveva sottovalutato sotto quell'aspetto, ma in effetti un Aritmante talentuoso (e gli duoleva doverglielo riconoscere a voce) non si incontrava tutti i giorni. L'immortale fece scorrere lo sguardo sulla professoressa Harp prima di esprimere il proprio parere.

    Se il Preside ha deciso di scendere, allora rimarrò qui. Sono pur sempre il Vicepreside, credo sia inutile aggregarsi in massa laggiù. Pochi basteranno.

    Se si trattava di salvarsi la pelle Everett era il primo a tirarsi indietro. La logica inoltre giocava a suo favore: essere secondo solo a Laeddis gli attribuiva in sua assenza l'essere il riferimento centrale. Privare la scuola e gli studenti rimasti anche del braccio destro del Preside avrebbe comportato seri problemi in futuro. in più gettarsi insieme nella mischia e forse subire il medesimo destino non lo rendeva poi così intelligente in ambito di valutazione del rischio quantomeno. Peccato solo stesse trascinando con sé le migliori di tutto il personale accademico.

    Teniamo sotto controllo la Sala Grande per ora.

    Ordinò ai Fantasmi e ai colleghi codardi, prendendo in mano le redini del controllo generale.
    Taggo chi non è sceso giù nelle Segrete o chi si suppone sia ancora in Sala Grande, qualora volessero interagire. Suvvia, che conviene anche a voi ruolare di questi tempi... 😏
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    Lussuria



    Non sono una vecchia stantia, io
    Senta, esca dal loop, l’ho sentita già prima. Si risparmi le ripetizioni per i suoi amici dell’ospizio.


    Nonostante si trovasse a dover sopportare tutto quello e in barba al divertimento perché, ovviamente, loro dovevano trovarsi con qualche gatta da pelare ogni santo Halloween, doveva sorbirsi pure l’insistenza nell’essere chiamata.

    Se stare bene per lei vuol dire… - fece un ampio gesto a presentare i sotterranei putridi -QUESTO… non c’è male, grazie.

    Disse schietta, senza nascondere il disappunto che aumentava.
    Nel dirlo non aveva avuto la minima intenzione di nascondere il pizzico di sarcasmo che da quella notte era diventato necessario per fronteggiare ciò che stava accadendo.

    Aggiunga pure la Florence Nightingale dell’Isola che non c’è e non potrebbe andare meglio, direi. Alzò le braccia e nel farlo le maniche velate del vestito scivolarono lungo di esse, insieme al tintinnio di un bracciale a due fili d'oro intrecciati. Le allargò verso l’esterno, mentre un mezzo inchino le fece piegare il capo in avanti. M-i-r-i-f-i-c-o oserei dire.

    Il sale appunto, quell’ingrediente che rendeva saporita ogni cosa, persino quell’assurda situazione in cui erano finiti.
    Freni? Non si poneva neanche il problema che dovessero esserci, figuriamoci il doverli imporre ai suoi pensieri che, come in un fiume in piena, traboccavano e inondavano chiunque non fosse lei, incuranti di andare alla deriva.
    Anzi, il divertimento stava proprio lì e l’euforia nel non considerare tale conseguenza.
    L’Amalia di prima, quella strega che avrebbe pesato dieci volte ogni sillaba prima di dare il permesso alla voce di esprimerla, quella donna che non si sarebbe mai rivolta con quei toni né ad Andrew e né ad Eloise, non c’era più.
    Quella donna era stata sostituita da un’altra completamente all’opposto.
    Eppure vi erano le stesse fattezze, gli stessi colori.
    Ma il cambiamento era più sottile, interiore… più subdolo.
    Eppure era lei.
    Eppure non lo era totalmente.

    NO!

    Ah.

    E lui chiedeva a lei se stesse bene? E cosa aveva da urlare poi?
    Urlo sconclusionato a parte, bloccare la magia esplosiva generata da Johanna fu una cosa sensata.
    Certo che non c’era bisogno di disarmarla.
    Certo che...

    Un tantino prima non avrebbe fatto male.

    Si forzò un palese e fintissimo sorriso verso Andrew.
    Come se non bastasse, loro stessi si stavano mettendo i bastoni tra le ruote e il bello che quegli imprevisti la divertivano, sebbene la sua pelle non aveva affatto gradito la pioggia di schegge pietrose ad opera di Johanna. Ma tutto sommato a una maliarda qual era la collega di Difesa si poteva perdonare persino un black-out.

    E dimmi, fai esplodere soltanto i mostri, o anche le lenzuola?

    Ammiccò invece verso la bella frigidona dai capelli corvini, che però stava dando segni davvero preoccupanti.

    Ma ascolta: che tipo di droghe usi? No sai, in caso le possiamo condividere...
    Non c’era nessun muro comunque, non in questo punto del tragitto.


    Concluse con la mano ad indicare l’evidenza del gargoyle appena fatto esplodere.
    “Drogata sei anche tu”, avrebbe detto l’Amalia reale a quella che aveva preso il suo posto. D’accordo che il muro non c’era più perché avanzati nel buio, ma un incanto di luce così potente poteva anche evitarselo.
    Ma cosa gliene fregava a lei in quel momento? Niente. Non ci stava neanche pensando.
    Di positivo c’era solo una cosa ed era il fatto di aver potuto vedere quanto lungo fosse il corridoio. Vista che durò molto poco, lasciandola in impasse perché ormai riusciva ad eseguirlo ad occhi chiusi.
    Appunto, chiusi.
    Di negativo, oltre alla breve durata della magia, c’era che i suoi stessi occhi vennero accecati dal bianco che produsse il Palissandro.
    Tornò il buio ad accompagnare il loro passi, rendendoli quasi sfocati. Quell’oscurità non aveva niente di buono e per un breve attimo la sentì penetrare fin dentro le ossa e con essa le urla, i bisbigli e il terrore che tentava di farsi largo senza trovare ostacoli. Si sentì come se avesse perso qualcosa, ma tutto durò brevi istanti perché capì che tutto quello altro non era che un qualche tipo di illusione. Niente di tutto ciò era reale. Non erano loro la causa della loro stessa perdizione.
    Rinsavì da quello stato a cui aveva ceduto per un attimo le redini e se le riprese con prepotenza, scacciando via da sé quelle falsità.

    Laeddis ha ragione.

    Ammise pur sapendo che quell’Amalia fosse contrariata nell’effermarlo.

    Ehi, come siamo catastrofici. Per niente poi.
    Non c’è niente di reale, è un trucco per rallentarci.


    Ad opera di chi, non aveva il tempo di scoprirlo. Non adesso almeno.
    Uscire da lì era la sua priorità e se per farlo dovevano trovare gli studenti, cadere prede di quell’illusione non era per niente utile. E se doveva avanzare, loro non potevano restare lì.

    Ve lo posso assicurare. Non dategli retta, non sono vere.

    E adesso lo aveva detto senza fare battutine, senza doppi fini in pieno possesso della certezza che fosse così. Per cui facevano meglio a crederle.
    Per volere di Morgana, Merlino e tutta l’allegra famigliola, i docenti più la poppante riuscirono ad avanzare: i cunicoli si susseguivano uno dopo l’altro, così come l’apprensione nell’aspettarsi chissà cosa e la speranza di trovare gli studenti e, al tempo stesso, la delusione di rimanere a mani vuote.

    Cos…

    Sangue dall’alto.
    Pioggia rossa.

    È pioggia acida!
    Mikal attenta!

    Le uscì istintivamente, come l’occhiata contrita verso Andrew. Sempre in mezzo. Nonostante ciò, non riuscì a fare a meno di guardare Mikal negli occhi e sebbene volesse perdersi nei suoi, non c’era tempo da perdere.

    Dobbiamo andarcene da qui, subito!
    Dobbiamo correre.


    Disse con voce categorica, al limite della pazienza che fino a prima di quella sera poteva dirsi una seconda pelle della donna. Adesso però era sparita, come il raziocinio che l’aveva governata fin la discesa nelle Segrete.
    La bacchetta era già scattata a tracciare una U capovolta e nel movimento che stava facendo cercò di inglobare - oltre a se stessa - le quattro persone che erano con lei. Il suo intento era quello di creare una cupola che fosse in grado di fornire protezione sia a lei, che agli altri e con tutto quello che stava accadendo, cercare di parare l’attacco rosso da più parti.

    Protego Totalum!

    Piaga: Più volte al giorno i consueti freni inibitori presenti in ciascun individuo cessano di esistere in te, costringendoti a diventare una persona senza filtri. Dai comportamenti al limite dell'eccessivo a esternare ogni minimo pensiero senza doversi curare della forma o degli effetti che provocherebbero, tutto denota il mancato raziocinio di sapere quando fermarsi con le parole o spingersi più in là con i gesti. Potrebbero insorgere situazioni compromettenti che non individui come tali, l'unica cosa che ti governa è l'essere disinibita come mai nella tua vita fra un ammiccare e l'altro.

    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    Riduzione malus con: //

    PA intaccati:
    - Affinità 35 x2: (33%, 33%) -> Affinità 16
    - Carisma 62: + 25% -> Carisma 78

    Andrew E. Laeddis, Johanna Cage,Eloise Hunt, Mikal Levischmiedt ricordo sempre che non è Amalia, non è Amalia D:


    Edited by Amalia Harp - 5/12/2020, 13:55
     
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    Quella sera una strana sensazione gli vibrava nell’aria, forte e a tratti pungente, ma non avrebbe saputo spiegarsene il perché e d’altro canto neppure ne aveva bisogno. Perché una parte di lui, profonda ed estremamente in contatto con le corde dell’universo, già sapeva senza in realtà conoscere nulla.

    Prevedo pioggia.

    Condivise la sua sensazione con i colleghi, forse più impegnati a parlare e riversare le proprie attenzioni sull’ampio salone addobbato a festa che non a lui. Leonard però il suo dovere di divinatore lo aveva fatto, gli altri poi - come sempre - erano liberi di decidere se ascoltarlo o meno.
    Durante i festeggiamenti in Sala Grande il nero gli era calato sullo sguardo tutto d’un tratto, rendendolo impacciato quanto bastava da fargli sbattere il fianco sui bordi del tavolo vicino e contro qualche studente in movimento.
    Osservò scomparire quel fumo scuro con occhi sgomenti, più disorientato del solito. E dire che Marybeth gli aveva anche accennato di una voce che girava per il castello, ma Leonard fino a quel momento se ne era del tutto scordato. Anzi, a dirla tutta fu sufficiente poco meno di un’ora perché persino quel vago ricordo si perdesse fra i suoi pensieri fatti a sogno, così come fra le prelibatezze e l’atmosfera della serata. O almeno così fu fino a quando un tumulto di poltergeist, fantasmi e infine anche studenti non si avventò sul signor Preside al canto di Segrete e compagni in pericolo.

    E dire che avevo avvertito a lezione di evitare luoghi sconosciuti per tutta la settimana, gli Arcani lo suggerivano chiaramente.

    Commentò sovrappensiero incrociando le braccia, preoccupato eppure un po’ deluso per il suo monito così ingiustamente ignorato.
    Le cose non sarebbero andate bene, lo sentiva, e probabilmente sarebbero potute andare solo peggio se anche lui si fosse unito alla squadra dei soccorsi. Non aveva dubbi sul fatto che la sua fosse stata la scelta più saggia, inoltre così sarebbe sempre potuto rimanere per tranquillizzare tutti con l’aiuto e il conforto della propria Arte.

    A disposizione Vice-Pro-… Pro-Vice… Professor Price.

    Non aveva la più pallida idea di come rivolgersi a lui da che aveva preso il posto della Professoressa Harp, ma confidava che l’uomo - comune “amico di stelle” qual era - non gliene avrebbe fatto una colpa. Dopodiché dedicò qualche tenera attenzione a un paio di studentesse del primo anno, raccontandogli del fascino della Divinazione e di una storia che vedeva un adorabile furetto in grado di leggere il Futuro, evitare i pericoli e salvare il proprio reame, investito infine del titolo di cavaliere dalla regina furetto e sposando la sua amata lady.

    E vissero tutti felici e contenti.

    Morale: furetti e Futuro portavano sempre a un lieto fine. Questo gli ricordò quanto gli dispiaceva non poter avere i suoi Ku e Ka-chan con sé durante i banchetti, ma perlomeno li teneva sempre vicini al cuore, nei pensieri e nelle favole più sconosciute. Al che le studentesse si congedarono con insolita velocità, probabilmente perché volevano lanciarsi sui dolci rimanenti pensò ingenuamente lui.
    Ormai era passato diverso tempo da che i colleghi si erano avventurati nelle Segrete e, proprio come il suo furetto fiabesco, qualcosa dentro di lui continuava a dirgli che il pericolo era reale. Così si avvicinò al Professor Price per farglielo presente, pur sapendo che nessuno lo avrebbe fatto cavaliere per questo: solo nelle favole la sua amata Divinazione poteva ottenere il giusto merito.

    Sarà meglio indagare la Sfera, non avverto nulla di buono.

    Tirò fuori dalla propria borsa il cristallo, lo poggiò su un tavolo e vi si sedette accanto, fiducioso che il Fato non avrebbe tradito le proprie aspettative. Perché qualcosa non andava, glielo suggeriva un sussurro lontano, reale o immaginario che fosse. Cosa stava accadendo? E, soprattutto, cosa sarebbe accaduto?
    Gli occhi chiari di Leonard si perdevano spesso su orizzonti infiniti, più di quanto lui stesso non si rendesse conto, ma almeno in quelle circostanze lo facevano per una ragione ben precisa, Vedere. E in una notte come quella, unica nel suo antico significato e magia, sentiva che Madama Sorte avrebbe risposto alla propria chiamata, per accoglierlo nel suo misterioso regno e svelare parte delle sue trame più nascoste.

    Hesper E. Fawley, Derek Wade, Valerius Cunningham, Michael JD Rosenbaum, Martin A. Campbell, Isobel Saltzman e dulcis in fundo Everett Marshall Price... so che le mancavo!

    Tessitore a Voi la mossa 🔮
     
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    Non credeva potesse sentirsi sollevata nel vedere Frances colpita, annientata, quasi in fin di vita. Soprattutto considerato che era lei stessa ad averla ridotta così. Si sentiva tutt'altro che in colpa, non aveva spazio nella sua testa per ciò che i suoi pensieri avrebbero naturalmente maturato, perché il seme di una delle maledizioni che stava subendo germogliava forte nella sua mente, convincendola che la ragazza era una minaccia letale alla sua vita.
    Dopo aver colpito Frances, la Ghiaccio non tardò a puntare di nuovo la bacchetta su di lei. Vedeva il catalizzatore della compagna pendere dalla sua presa ormai debole...finalmente debole. Era la sua unica occasione per disarmarla ed essere in vantaggio su di lei.
    Tracciò a fatica un semicerchio orizzontale.

    Accio bacchetta.

    sentenziò in un mormorio che tradiva quanta fatica facesse a mantenere la voce stabile senza farla tremare.
    Sentiva lo stomaco torcersi su se stesso, le bruciavano gli occhi, sentiva il viso appiccicoso di lacrime e sangue, soffocava ad ogni respiro sotto il peso di carne che non era sua. Eppure riuscì a farsi forza e strisciare più lontana da Frances, facendo del suo meglio per proseguire lungo il corridoio perché non poteva trovarsi ancora lì quando la ragazza sarebbe tornata in forze.

    non voglio morire.

    sussurrò nello sforzo, in netto contrasto con la richiesta - quasi implorazione - che uscì dalle labbra della ragazza dai vestiti consunti e rovinati, la ragazza dal corpo sottile e ferito che spuntava da quegli stracci come le deboli ossa di un uccellino. Quello stesso corpo che l'aveva ossessionata non aveva potere su di lei in quel momento se non l'orripilarla, il farla sentire in pericolo di vita. Avrebbe voluto colpirla di nuovo ma aveva troppa paura di ottenere in qualche modo un effetto opposto, quasi risvegliarla da quell'apparente debolezza. Preferiva fuggire, arrancare lungo il corridoio senza neanche riuscire a mettersi in piedi sulle pesanti gambe che doveva trasportarsi dietro. Più andava avanti e più incrociava altri studenti sul suo cammino. Aveva paura anche di loro, sentiva i loro occhi addosso come se la volessero calpestare per correre avanti a lei. Rallentò per puntare grossolanamente la sua bacchetta e quella di Frances allo stesso tempo contro nemici immaginari, altri studenti che stavano solo cercando la loro strada verso la bocca del corridoio ma che a lei sembrava le stessero correndo attorno per prenderla in giro, ridere di lei, farle del male. Non era una paura paragonabile a quella che la spingeva a guardarsi indietro ogni pochi secondi per assicurarsi che l'unica persona a cui tenesse in quella scuola non stesse cercando di raggiungerla per darle il colpo di grazia, ma era comunque un netto timore che la rallentava più di quanto il suo corpo già non stesse facendo.

    SPOILER (click to view)
    riassunto: Cyrene cerca di rubare la bacchetta di Frances e arranca lungo il corridoio, paranoica un po' di tutti ma terrorizzata soprattutto da Frances.

    Agilità 8, prestanza robusta, - 27 HP
     
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    Per ogni ragazzo che pensava a se stesso, ce n'era uno impegnato ad affatturare, maledire o danneggiare chi gli era più caro senza nemmeno rendersene conto.
    Michelle, ad esempio, più che ad attaccare gli altri pensò a proteggere la sua persona, lanciando un incantesimo di luce molto meno potente del previsto, considerate le sue scarse capacità linguistiche: chiunque avesse guardato verso di lei, allora, avrebbe avuto fastidio alla vista soltanto per qualche breve istante ma nulla di più grave.
    Pochi metri più in là, prese invece vita un particolare triangolo a cui diedero inizio due punte, prima dell'arrivo della terza: Lorenzo e Samantha.
    Questi ultimi si attaccarono quasi con la stessa velocità, così che i due incantesimi si scontrarono l'uno contro l'altro, seppur maggiormente nelle vicinanze della Tempesta: Samantha sentì lo scoppio di energia più di chiunque altro, sentendosi stordita per solo qualche istante senza però trovarsi con più danni di prima.
    E poi si aggiunse la terza punta di quello strano triangolo. Soobin, che in un primo momento si era estraniato da tutti per via delle sue paure, ne riemerse poco a poco, prendendosela niente meno che con Fontana: il suo tentativo di attaccare Lorenzo con l'illusione Abbagliante riuscì con successo, soprattutto perché il ragazzo nel mentre era stato impegnato a fronteggiare Samantha. Gli effetti dell'incantesimo giallo-viola lo accecarono con una forte e confusionaria luce bianca.
    Poco più in là, il dramma fra i due Caposcuola continuava a consumarsi a colpi di insulti e rimandi al passato, prima che Coral scegliesse di passare direttamente alle maniere forti: scagliò perfettamente la fattura ammutolente contro il suo avversario, che però, di nuovo, fu più veloce schivando la magia senza troppi problemi.
    Al contempo, il disastro fra le due Prefette del Ghiaccio proseguiva imperterrito, con Cyrene che era riuscita a sottrarre il catalizzatore alla sua compagna.
    In ultimo, mentre Máiréad falliva nel tentativo di evocare uno scudo protettivo, Luke, dopo avere subito un gran numero di attacchi, ricorse ad un'arma difensiva molto particolare per cercare di sfuggire ad ulteriori attacchi da parte dei compagni: il corallo blu dei mari del nord, un cimelio molto particolare che consentiva di mimetizzarsi con l'ambiente circostante per un breve lasso di tempo.
    Dopo il suo utilizzo, fra i compagni, soltanto Coral sarebbe stata ancora in grado di intravedere la sua presenza fra le scure rocce delle Segrete.
    Almeno fino a quando tutto, di nuovo, non cambiò.
    E non necessariamente in meglio.

    ***



    Gli adulti, decisamente più capaci degli studenti, erano riusciti a sopravvivere alle piaghe precedenti con molta più efficacia, superando la barriera della pioggia acida con praticamente nessun graffio oltre a quelli subiti dall'esplosione del gargoyle.
    Tutti gli incantesimi dei Docenti infatti erano riusciti alla perfezione, soprattutto il Protego Maxima evocato da Johanna, che diede a tutti quanti avevano già chiamato la magia una doppia protezione: aiutati da una sviluppata agilità e dagli scudi protettivi, riuscirono quindi a raggiungere la nuova sezione delle segrete.
    Davanti a loro, in seguito, un muro: avrebbero trovato il modo di farlo sparire o aprirvi un varco senza troppi problemi, scoprendo che da fuori quella parete rocciosa era una normale parete di pietra, senza sapere che fosse apparentemente indistruttibile soltanto dall'interno, come avevano tristemente sperimentato i giovani maghi.
    Si ritrovarono così davanti a uno spettacolo allarmante: studenti in fin di vita stremati per terra con ferite sanguinanti lungo tutto il corpo; altri affaccendati ad attaccarsi a vicenda, in maniera del tutto insensata; un’imponente apertura triangolare incastonata in lontananza nella roccia viva.

    Si trattava di un portone di metallo intarsiato con innumerevoli simboli di natura diversa, mischiati fra di loro. Soltanto alcuni, sette, splendevano di una particolare luce: si trattava di rune, numeri, simboli alchemici e astronomici, più alcuni altri difficili da decifrare a un occhio non esperto.
    Oltre a quelli, in ogni caso, incisa nella roccia in prossimità di ogni angolo si trovavano i più familiari simboli delle tre Case di Amestris, seguiti da tre piccoli fori nella porta ad ogni punta.
    I più attenti avrebbero persino potuto notare in alto, incisa nella roccia, una scritta che sormontava il vertice superiore del triangolo, e alcune parole lungo lati dell’enorme triangolo di metallo.

    Ma la situazione attuale di crisi avrebbe impedito ad ognuno di loro di concentrarsi come avrebbero voluto sulla porta misteriosa.
    Studenti e adulti ebbero infatti appena qualche secondo per ritrovarsi nel buio delle Segrete, prima che un suono molto familiare e decisamente fuori luogo cominciasse ad invadere il loro campo uditivo: acqua. Acqua raccolta in onde, da lontano, scagliata contro i muri, dal suono sempre più forte mano a mano che si faceva più vicina, trasportava il terrore che stesse per travolgerli tutti e per sancire tragicamente la fine di quella già sfortunata serata.
    Fortunatamente, gli studenti non erano più da soli: i Docenti, che ben si destreggiavano con la Difesa magica, avrebbero portato in salvo gli studenti senza troppi problemi, soltanto la fatica di dover fuggire dall'acqua che si era accumulata tutta sul fondo delle segrete, rendendo quella porzione di corridoio una vera e propria piscina.
    Avrebbero trovato la salvezza soltanto quando il pavimento si sarebbe fatto rosso sangue, ciò che rimaneva della pioggia acida che aveva colpito i ragazzi e i docenti prima di accedere all'ultima, destabilizzante sezione delle segrete maledette.
    Ma guardando in alto non avrebbero né visto né sentito cadere per terra neanche una goccia di sangue: la strada era dunque libera e poterono attraversarla senza difficoltà, così come anche il corridoio immerso nel buio, facilmente illuminabile, stavolta, tramite la magia.
    Giunti nella sezione delle segrete più comune a tutti, ad accoglierli i rintocchi delle campane che segnavano l’arrivo della mezzanotte: quel giorno maledetto era finalmente giunto al termine.
    E Leonard? Il Docente di Divinazione aveva potuto osservare alcune immagini salienti degli ultimi avvenimenti all'interno della sua sfera, avendo così la possibilità di avvertire chi di dovere per portare i soccorsi all'uscita dalle Segrete e permettere agli studenti di essere curati immediatamente a chi di dovere.
    La notte, per loro, sarebbe diventata il giorno: piaga o meno, nessuno riposò bene né ebbe sogni tranquilli.
    Anzi, probabilmente non avrebbero avuto una notte serena per un po' di tempo.

    Scadenza: 12 Dicembre
    Halloween è giunto alla conclusione, piccoli e grandi eroi. Adesso, se volete, potete fare un ultimo post di chiusura sulla base di quanto narrato dal Tessitore.
    I Docenti possono assumere di avere evocato incantesimi andati a segno (purché chiaramente abbiano senso) per combattere l’improvvisa onda d’acqua che ha attraversato tutte le segrete. Da questo momento in poi ad accompagnare gli studenti rimangono i post di illusione residui e le vostre sfighe personali con annessa perdita di PA come descritto in Questo Post. L'ultima piaga, una volta usciti dalle segrete, dura un post in meno rispetto a quello pattuito al momento dell'innesco ed è molto più lieve di come l'avete affrontata.
    Che rispondiate o meno, in ogni caso, la discussione verrà chiusa il giorno 13 Dicembre.

    Da adesso in poi potete aprire nuove Role purché vi atteniate a quanto scritto di seguito:

    - La stessa notte di Halloween siete stati soccorsi da alcuni medimagi giunti ad Amestris pochi minuti dopo la segnalazione fatta dal Preside. Essi sono riusciti a curarvi dalle ferite riportate nelle segrete, ma non dalle piaghe che vi portate appresso. Potete aprire delle role a riguardo, che non vi impediscono di aprirne altre ambientate più in là poiché la vostra guarigione fisica (recupero HP) è certa. Siete stati in cura in infermeria tra i 7 e i 14 giorni a seconda della gravità delle vostre ferite.
    - Il Ministero è stato informato dell’accaduto: il 1 Novembre, tre funzionari del Dipartimento Catastrofi sono scesi nelle Segrete di gran carriera per vedere cosa vi si nascondeva, beccandosi anche loro le stesse piaghe di studenti e adulti senza neppure riuscire a superare la pioggia acida. Sono ricoverati al San Mungo da quasi un mese.
    - Nei giorni successivi sono usciti vari articoli a riguardo nelle più famose testate giornalistiche del mondo magico. Presto verranno scritti degli articoli anche ON, fino ad allora vale quanto scritto in breve in questo spoiler.
    - I malcapitati studenti e docenti sono diventati nel giro di pochi giorni delle star: la vostra Popolarità è salita a 25 per gli studenti e a 19 per gli adulti, si fanno approfondimenti sulle piaghe che vi hanno colpito, i giornalisti vi bombardano di gufi per chiedervi interviste e sta a voi scegliere se rilasciarle o meno.
    - Nel mese di Novembre il Castello è diventato un via vai di figure esterne, funzionari ministeriali, medimaghi, e persino giornalisti, se il Preside lo consente.
    - Non soltanto i quotidiani si interessano a voi: medimaghi, membri delle Leghe e funzionari del Ministero di vari livelli vi chiedono dei momenti di confronto, anche fra una lezione e l’altra per cercare di compilare dei documenti con la descrizione delle vostre piaghe, il modo in cui prendono vita, le tempistiche, le emozioni suscitate, tutto. Si cerca, in sostanza, di formulare delle diagnosi, senza tuttavia apportare alcun tentativo riparatore o comunque nessuno di funzionante se non in maniera parziale. Il Ministero vuole infatti vederci chiaro prima di agire con troppa nonchalance in un ambito della magia inedito e inesplorato, di modo da non creare agli studenti ulteriori disagi.
    Qualsiasi tentativo proviate a mettere in atto per risolvere la vostra piaga dovrà essere sottoposto all’intervento del Tessitore, ma nell’ultimo mese nessuno ha avuto reale successo.
    - Non temete, tuttavia: le visite e le domande che vi vengono fatte dagli specialisti non sono fini a loro stesse; servono piuttosto per dare la possibilità alle menti del mondo magico di mettersi in gioco nel tentativo di trovare una soluzione al problema.
    - Nell’ultimo mese nessuno ha più fatto accesso alle Segrete per diretto divieto del Ministero: non è ancora noto, infatti, cosa succederebbe se vi si facesse ritorno o accesso per la prima volta. Con le vostre interviste si è anche cercato di mettere in piedi una diagnosi per le piaghe nelle segrete da sottoporre a traccianti ed esperti in magia bianca, di modo da trovare una soluzione anche ad esse. Fino ad ora, tuttavia, non c’è nulla di certo. Ci troviamo in un momento transitorio in cui il mondo magico sta cercando di capire il problema studiandolo, prima di tentare di intervenire e danneggiare altri maghi e streghe.
    - Per quanto riguarda la porta misteriosa, su di essa non si è ancora giunti ad un’ipotesi o una teoria ben formulata, soltanto speculazioni.

    wUnbSWc

    TUTTI GLI STUDENTI, COME DESCRITTO NEL POST PRECEDENTE, HANNO VISTO LA PORTA TRIANGOLARE CON I SIMBOLI DELLE TRE CASE ALLE ESTREMITÀ, RIGHE PICCOLE SULLA SOMMITÀ E ALCUNI SIMBOLI ILLUMINATI. Altri simboli senza luce invece sono sparsi lungo tutta la porta.
    Nella porta sono presenti quindi sia dei simboli illuminati, per questo più facile che saltino all’occhio, e altri non illuminati resi comunque vagamente visibili dalla luce delle torce.


    Di seguito i parametri per aiutarvi a capire cosa avete effettivamente visto della porta misteriosa.

    INTUITO: ti permette di capire cosa riesci a intuire della porta, e soprattutto quante categorie diverse di simboli - sia accesi che spenti - puoi individuare non sulla base del loro nome o significato - che dipendono dalla tua saggezza e inclinazione scolastica come elencato di seguito -, ma dalle somiglianze grafiche che intercorrono fra di essi.

    0- 5: capisci che le righe sono righe di testo ma non cosa ci sia scritto, noti anche un'enorme V d'oro al centro illuminata. Intuisci inoltre la presenza di alcuni simboli incisi sulla porta: di alcuni percepisci ad istinto delle somiglianze, tanto da potere racchiuderli per somiglianza in una categoria. Gli altri, invece, ti sembrano tutti confusi.
    6-10: in aggiunta ai dettagli precedenti comprendi che ci siano molti simboli di diversa natura, ma fatichi a darne un numero preciso e a distinguerli in più di due categorie per somiglianza.
    11-15: in aggiunta ai dettagli precedenti noti dei fori sotto i simboli di Casa, troppo perfetti per essere semplici imperfezioni nella pietra. In più, vedi chiaramente come sulla porta ci siano incisi almeno una ventina di simboli fra cui riconosci un certo legame dato dalla somiglianza, diversificandoli in non più di tre categorie diverse.
    16-20: in aggiunta ai dettagli precedenti, ti rendi conto che insieme alla frase sulla sommità ci sono altre parole distribuite lungo i lati della porta metallica, i simboli corrispondono a più di una trentina e ne distingui chiaramente almeno quattro categorie diverse per somiglianza.
    21-25: in aggiunta ai dettagli precedenti,riesci a leggere e a ricordare la frase sul muro e sulla porta quasi del tutto. Distingui inoltre ben cinque gruppi di categorie diverse a cui i simboli appartengono per somiglianza.
    26-30+: in aggiunta ai dettagli precedenti, leggi con chiarezza le frasi sul muro e sulla porta e individui cinque categorie diverse di simboli generici sparsi lungo la porta.

    SCALETTA SAGGEZZA: ti permette di di ricordare e memorizzare con facilità un determinato numero di simboli illuminati.

    0-9: riconosci e ricordi con certezza un solo simbolo illuminato, riuscendo a classificarlo secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.
    10-18: riconosci e ricordi con certezza due simboli illuminati, riuscendo a distinguerli in categorie secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.
    19-27: riconosci e ricordi con certezza tre simboli illuminati, riuscendo a distinguerli in categorie secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.
    28-36: riconosci e ricordi con certezza quattro simboli illuminati, riuscendo a distinguerli in categorie secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.
    37-45: riconosci e ricordi con certezza cinque simboli illuminati, riuscendo a distinguerli in categorie secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.
    46-54: riconosci e ricordi con certezza sei simboli illuminati, riuscendo a distinguerli in categorie secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.
    55-63: riconosci e ricordi tutti i simboli illuminati, riuscendo a distinguerli in categorie secondo quanto specificato nella tabella Inclinazioni Scolastiche.

    INCLINAZIONI SCOLASTICHE: fra i vari simboli illuminati, quali riconoscono i vostri PG, soprattutto se possono ricordarne un numero limitato? Sicuramente, trattandosi perlopiù di occhiate veloci e fugaci verso la porta, è coerente che ricordino più chiaramente i simboli legati alle discipline che seguono e/o in cui sono molto portati.
    Se la Saggezza dunque vi dice quali simboli ricordate e riconoscete nel loro aspetto più generico (rune, simboli astronomici, alchemici, numeri, ecc), e l’intuito, fra le varie cose, anche quante categorie di simboli accesi e spenti individuate come parte di una stessa categoria per somiglianza, le inclinazioni vi aiutano intanto a dare un nome alle suddette “categorie” (di nuovo: rune, simboli astronomici, aritmantici, alchemici, ecc) e in secondo luogo ad entrare nel particolare, riconoscendo ad esempio in quel simbolo Marte, in quella runa Ehwaz, e via dicendo.
    Tutto ciò vale sia per studenti che per Adulti, i quali, non avendo inclinazioni scolastiche, devono tener conto che possedere un Talento specifico corrisponde all’essere Molto Portati in quella branca magica, il M.A.G.O. ad essere nella norma e il G.U.F.O. Poco Portati.

    Molto portato: riconoscono autoconclusivamente di che simbolo si tratta, qual è il suo nome e il suo significato

    Nella norma: riconoscono la categoria di appartenenza del simbolo, ma la confusione del momento non gli consente di focalizzare il nome e il significato. Possono tuttavia scoprirlo autoconclusivamente facendo una role di ricerca in biblioteca di almeno un post, considerato che ricordano bene la forma del simbolo.

    Poco portato: benché i vostri PG riconoscano la categoria di appartenenza del simbolo e riescano a ricordarne anche la forma, non ricordano e/o sanno quale è il suo nome e il suo significato. Ruolando di mostrare tale simbolo a PG più capaci del settore, possono conoscere anche loro autoconclusivamente il nome e il significato.
    In questa categoria rientrano anche le discipline non seguite dagli studenti fra quelle facoltative, o in generale le conoscenze che non appartengono in prima persona ai PG.
    Es. se a Coral saltano all’occhio le rune ma lei non le conosce perché non segue il corso, può intuire si tratti di rune ma non saprà altro a riguardo, per cui si rapporterà ad esse come farebbe con altro delle materie in cui è poco portata.

    NB: PG con saggezza superiore a 50 con GUFO in una disciplina (poco portato), diventano nella norma perché si suppone che con quelle conoscenze non possa non sapere delle nozioni basilari.

    L'unica eccezione è Sertoria che ha ruolato di fissare esclusivamente la porta, per cui ha avuto modo di osservare altri simboli, seppur spenti, con più attenzione. Oltre ai Simboli di Casa e la V d'oro al centro capisce che la frase sulla porta è scritta in latino e riconosce alcuni numeri romani nell'insieme dei simboli.

    Ma come farete a capire quali simboli avete visto o ricordate? Vi arriverà semplicemente un ricordo dal Tessitore. E’ fortemente consigliato non condividere il contenuto dei ricordi OFF ad altri, di modo che il gioco possa rimanere il più possibile puro.

    Nelle prossime ore verranno aperti nuovi spunti di gioco per gli adulti e i giovani adulti del mondo magico e tutto sarà più chiaro. Fino ad allora, fate riferimento, ancora una volta, a quanto scritto in questo spoiler.

    Vi ricordiamo ancora che:

    ON conoscete solamente il contenuto dei ricordi che vi verranno mandati a breve.
    Ovviamente il Tessitore conosce ciò che sanno tutti i PG, per cui è scongiurato qualsiasi tentativo di metagame. Chiunque voglia avere conoscenze extra, allora, può:

    - Ruolare con altri PG interessati: potete infatti intuire che altri PG potrebbero ricordare elementi come voi o ricordarli meglio
    - Scoprire di più sui propri simboli se nella norma ruolando in biblioreca
    - Scoprire di più sui propri simboli se poco portato chiedendo a qualcuno di molto portato

    Grazie a tutti per avere seguito con costanza l’evento, sperando vi siate divertiti almeno un pochino nonostante le catastrofi.
    Con affetto,
    Tessy

    Alexandra:
    Bellamy:
    Coral:
    Cyrene:
    Frances:
    Kyle
    Lorenzo:
    Luke:
    Máiréad:
    Mattia Bonkey:
    Michelle Montilyet:
    Samantha:
    Sertoria Eburneo:
    Soobin Min
    Andrew E. Laeddis, Johanna Cage, Amalia Harp, Eloise Hunt, Mikal Levischmiedt
    Everett Marshall Price, Michael JD Rosenbaum,
    Valerius Cunningham,
    Leonard Lennox,
    Astrea Olivia Gray.
    Derek Wade,
    Martin A. Campbell,
    Isobel Saltzman,
    Meredith Seaver,
    Zacharias A. Fletcher
    Hesper E. Fawley


    Edited by Il Tessitore - 8/12/2020, 12:40
     
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    Le Segrete erano il caos più assoluto, un luogo maledetto per maledetti come loro, in un modo o nell’altro: con stranezze inspiegabili e altre ancora più assurde o perfino dolorose, fra chi voleva fargli del male e chi invece già gliene aveva fatto, parecchio oltretutto.
    Il corallo, tiepido e inerte, solo di quello e della sicurezza donatagli poteva fidarsi e di nessun altro. Alla fine Luke si era lasciato semplicemente cadere a terra, perché la realtà ormai era diventata troppo dura da sopportare, tanto quanto i volti ostili di chiunque lo circondasse. Demoni, erano tutti mostri che non volevano altro se non il suo male. Persino quel fugace attimo di luce nelle tenebre per lui non rappresentò altro che un attacco rivolto ai suoi sensi, l’ennesimo di una lunga serie.
    Al sicuro nella sua bolla invisibile, poté soltanto tirare un sospiro di sollievo nell’osservare i compagni avventarsi gli uni sugli altri: era salvo, nessuno per il momento lo avrebbe più sfiorato con un solo dito o la più piccola scintilla di magia.

    È quello che ti meriti.

    Anche se non di persona aveva ottenuto la sua vendetta su Lorenzo, osservando come di sfuggita un provato Soobin gli avesse puntato la bacchetta contro prima di colpirlo a tradimento, proprio come il compagno di stanza aveva fatto con lui.
    Poi lì vide arrivare, gli insegnanti, finalmente giunti per portarlo lontano da quel manicomio fatto di nuda pietra, voci strazianti e brucianti precipitazioni rosso sangue. Eppure nessuno era ancora davvero al sicuro, non quando si riusciva a udire un preoccupante e intenso scroscio d’acqua farsi sempre più vicino, pericolosamente prossimo a investirli con chissà quale altra sciagura.
    Raccolse tutte le forze che gli erano rimaste per rialzarsi da terra e correre, fuggire a più non posso sulla strada aperta dagli insegnanti, pur guardandosi bene dal resto dei nemici presenti e dall’abbandonare la rassicurante invisibilità ancora offerta dal suo prezioso corallo.
    Non poteva negarlo, faceva male e gli costava una tremenda fatica. Ogni singolo passo, trascinato e ferito. Ogni respiro morso dal dolore e dalla paura. Mai in vita sua si era ridotto in condizioni tanto pietose e mai avrebbe creduto di potercisi ritrovare, nemmeno nei suoi incubi peggiori. Persino la magia sembrava averlo abbandonato, impedendogli di ricorrere al più semplice Incantesimo Accendi-Bacchetta e costringendolo ad affidarsi alle luci eventualmente evocate dagli altri lungo il tragitto.
    Quando finalmente raggiunsero la via d’uscita, la loro salvezza, l’emozione e l’adrenalina cominciarono gradualmente a disperdersi, lasciando il suo corpo al risveglio di un dolore più che mai sentito e diffuso. Al che Luke chiuse le mani a conchiglia sul naso malconcio e macchiato dal sangue, ringraziando soltanto che quell’interminabile notte e le sue immani sventure fossero giunte al termine. O almeno così si augurava.
    Da regolamento: https://afterhogwartsharrypottergdr.forumf.../puntipoteri#hp  HP 50 - 24 = 26 (ustioni di primo grado/perdite di sangue non trascurabili/naso rotto); PG dolorante con serie difficoltà di movimento, necessità di cure immediate.
    PG Normale: -2 Agilità, -3 Prontezza, -2 Saggezza, -3 Sensibilità (2 Intuito e 1 Affinità)

    PA TOTALI (Malus compresi):
    Saggezza: 7
    Manualità: 14
    Capacità Magiche: 24
    Agilità: 13 – Prontezza: 12
    Intuito: 11 - Affinità: 2
    Carisma: 18

    CITAZIONE
    Carisma 23 (18), Saggezza 21 (9)
    Piaga: il Salmone
    Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
    Piaga aggiuntiva:
    adesso vedete chi vi circonda come nemico e pericoloso avversario, e più il vostro legame è forte più vi apparirà come qualcuno da cui difendersi/fuggire/attaccare a seconda della vostra indole.
    Potete infatti reagire come ritenete più opportuno, lottando con la magia, a mani nude, con le parole, allontanandovi, tutto purché siate consapevoli di chi quelle persone NON sono.
    Ovviamente questo vale per tutti i PG presenti: se è vero che i PG a cui siete più legati ON sono quelli da cui guardarsi particolarmente, è vero anche che pure gli altri vi sono nemici.

    INTUITO: più è basso, più i PG rimarranno intrappolati dentro l’illusione senza accorgersene.
    - Il PG può rendersi conto dell’illusione dopo 6 post (Intuito = 10)
    CARISMA: più è alto e più il PG riesce ad opporsi all’illusione.
    - Il PG può provare ad opporsi all’istinto/illusione dopo 7 post (Carisma = 18)

    Intuito: 4 post di 6
    Carisma: 4 post di 7
     
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    Ghiaccio VI Anno
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    Non fece in tempo a calarsi sulle ginocchia per il nuovo, altisonante fischio che era tornato a battere sui suoi timpani, che si ritrovò a perdere anche il senso della vista in quei brevi istanti; il dolore che provava, misto al fastidio per l'enorme torcia che sembravano avergli acceso davanti al naso, sembravano colpire Lorenzo tanto quanto l'altro, ed entrambi sembravano inermi davanti agli eventi che li stavano travolgendo. Poi, di colpo, successe l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.

    Ahio.
    Yawn.


    Il fischiò cessò, ed un sonoro tonfo segnalò l'arrivo a terra dell'esile corpo del parmense, disteso di schiena in una posa che ricordava una sgraziatissima stella marina; il dolore e l'accecamento erano rimasti, ma in fondo, aveva poi senso difendersi dalle mille afflizioni che lo colpivano costantemente, se poi il fine ultimo dell'uomo era tornare alla cenere ch'era in principio?

    No. Decisamente no.

    Una formica si preoccuperebbe di portare il proprio pezzo di pane microscopico alla sua regina, se sapesse realmente quanto poco vale quel contributo alla sopravvivenza dell'intero universo?
    In un contesto del genere, poi, non aveva senso neppure continuare a parlare una lingua tanto scomoda per il riccioluto. Tutti lo odiavano, chi mai si sarebbe fermato a sentire ciò che aveva da dire? Meglio parlare solo italiano, mentre gli altri spiriti inquieti che lo circondavano continuavano a percorrere la sala incessantemente, urlando, strepitando, e cercando di salvarsi chissà da chi o cosa.

    Ma fate come vi pare. Morirete comunque tutti. Ahia.

    Chiuse gli occhi, in modo da provare a limitare l'enorme faro che pareva averlo designato come continuo spot da dover seguire, mentre lasciava che il secondo sbadiglio riecheggiasse, assieme agli scrosci di una mareggiata incombente che presto li avrebbe inghiottiti tutti. E mentre il corpo del riccioluto giaceva a terra, senza alcuna volontà di spostarsi di conto proprio, nella mente del ragazzo continuava ad imperversare una battaglia tra un tipo che balbettava un qualcosa sull'esser quasi riuscito a tornare al comando, ed un villano che continuava ad insultare entrambi. Boh, troppa fatica seguire quei battibecchi.
    Avrebbe dovuto illuminare anche gli stronzi che lo circondavano di ciò che era davvero importante nella vita?

    Nah.

    L'avrebbero capito presto anche loro, smettendo di comportarsi da api operaie impazzite ed iniziando finalmente a campare alla giornata, con il poco che era necessario per godersi decentemente la loro esistenza: dovevano distruggere quell'illusorio velo imposto dalla società, che li spingeva a dare il massimo e ponderare ogni situazione. Quella, quella era la strada per la felicità.

    *Tutto il sottolineato è da intendersi in italiano.

    Lorenzo Fontana: Carisma 13 (3), Intuito 9 (7)
    Piaga: il Gatto
    Lorenzo ora è solo una delle tante identità che possiedi, momentaneamente quella dominante. Soffri di un disturbo multiplo della personalità cambiando allineamento (a caso, purché ci sia varietà) da un momento all'altro, senza preavviso seppur per pochi minuti. Quanti nuovi "io" sono dentro di te? Chissà, sta a te scoprire i loro nomi, ma occhio alle future crisi d'identità e soprattutto non permettere che una di loro prenda il controllo su di te.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa. (1/5)
    Personalità attuale: Lorenzhauer, Neutrale-neutrale.
    Usati per ora: Lollo (LN), Louie (CM), Lorenzhauer (NN)
     
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    Non ho bisogno di difendermi da nulla, visto che dalla bocca ti escono soltanto stronzate.

    E per questo Coral aveva provato a zittire Bellamy, invano.
    Quel mascalzone era troppo veloce per essere colpito da lei che in quel momento avrebbe preferito sprofondare in un letto per via delle sue bruciature. E anzi, perché stava perdendo così il suo tempo? Perché dargli tanta corda, quando quel ragazzo avrebbe meritato semplicemente di diventare un brutto ricordo? Si meritava l'indifferenza, non l'odio.
    Coral però lo odiava a morte.
    In un altro momento, forse avrebbe potuto comprendere fino in fondo il significato dell'espressione “odi et amo” ma in quell'istante era soltanto la prima parte del detto ad averla vinta.
    Alle sue parole dovette mordersi la lingua per non sciupare altre energie provando a lanciare un secondo incantesimo fallimentare, così decise semplicemente di girare i tacchi e ignorarlo, ciò che forse avrebbe dovuto fare fin dall'inizio, invano.
    Poi però ci ripensò, lasciandosi sfuggire un respiro pesante e un ringhio dalle labbra diretto al Caposcuola.

    E per inciso, se non sai capire la differenza fra un insulto e una constatazione non è colpa mia.
    Tua però sì, vista l'età cerebrale.


    A quel punto poteva davvero andarsene via, lasciando Bellamy con solo il ricordo di un sorriso tutto purché simpatico prima di tornare seria tutta d'un tratto.

    Ripeto, stammi lontano.

    E così dicendo tornò davvero per la sua strada, piangendo in silenzio senza neanche sapere perché, mentre si lasciava il Fuoco alle spalle per sempre.
    Andò quindi a riprendersi il suo angolino nelle segrete, mentre gli occhi passavano in rassegna tutti gli altri presenti: si era sbagliata a pensare di odiare soltanto Bellamy. In realtà, tutti quanti le creavano in qualche modo insofferenza.
    Frances che si dava al melodramma, Soobin che credeva di poter fare l'eroe abbattendo quello stolto di Fontana, Sertoria che dimostrava di avere particolari doti da disagiata a fissare quella strana porta – che cosa ci faceva una porta triangolare nelle segrete? -, e Luke che... Luke? Coral portò lo sguardo in giro per le segrete nel notare l'assenza del compagno, trovando poi qualche strana macchia nell'aria, come di una presenza invisibile celata nell'oscurità.
    Non ebbe comunque il tempo di studiare con più attenzione quelle strane forme invisibili, perché qualcos'altro di altrettanto invisibile aveva scelto di prenderla e scagliarla per aria ancora una volta.
    Quella seconda esperienza fu, se possibile, peggiore della prima, perché accompagnata anche dalle bruciature della pioggia acida, oltre che dalla fatica e dalla stanchezza di una serata piena di brutte sorprese.
    Si ritrovò a terra altrettanto velocemente, facendo il doppio della fatica ad alzarsi mentre sentiva terribili dolori iniziare ad apparire insieme agli altri già presenti, mentre la nausea raggiungeva il suo culmine costringendola a vomitare sul suo angolino, davanti agli occhi di tutti, da vera pezzente quale si sentiva ormai da tutta la sera.

    ***



    L'arrivo dei Docenti era stato tempestivo, eppure non riusciva ad essere grata nemmeno a loro. Dov'erano stati tutta la sera? A ingozzarsi di cibo mentre loro quasi ci lasciavano le penne nelle Segrete?
    E la sua Responsabile, colei che in teoria avrebbe dovuto prendersi cura di tutti loro, perché ci aveva messo tanto a trovarli? Dov'era mentre una mano invisibile si prendeva possesso del suo corpo, donandole una sensazione costante di ansia e mal di testa?
    Coral si sentiva scoraggiata, abbandonata e sola, tanto che la sensazione di salvezza e felicità provata alla visione degli adulti era durata pochi secondi prima che sopraggiungesse l'odio.
    Aveva attraversato a ritroso le segrete col timore di incontrare ancora una volta i pericoli che le avevano caratterizzate, ma questo non era accaduto, probabilmente l'unica nota positiva di quelle ultime ore infernali.
    E adesso stava seduta dove le dicevano di stare, rispondeva a quello a cui le veniva chiesto di rispondere, ma con un unico desiderio nel cuore: allontanarsi da tutto e da tutti per rintanarsi sotto le coperte insieme a se stessa, l'unica persona di cui poteva avere fiducia, soprattutto dopo una nottata infernale come quella.

    Post intuito: 3/4
    Post carisma: 3/6
    Post sfiga: 5/5

    Scusate tutti per le vaghe offese tranne te Bellamy Octavian Murray .
     
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    Ghiaccio VII Anno
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    Non sentì neppure la bacchetta sfilarsi dalle sue dita per schizzare nella presa di Cyrene; era stata disarmata e non se n'era neanche accorta. Con gli 0cchi chiusi, ansimava la fatica e la stanchezza; il petto bruciava di dolore ad ogni singolo respiro, come se il suo fragile corpo non fosse più in grado di reggerne così tanto al contempo. Eppure, quel colpo di grazia che tanto aveva supplicato, che mai avrebbe potuto pensare di desiderare a tal punto, non sembrava arrivare mai. Chissà cosa stava aspettando la ragazza, chissà perché non la stava colpendo ancora e ancora. Non le era sembrata clemente, l'ultima volta che aveva avuto il coraggio di guardarla in faccia; non le era sembrata neanche vera, in realtà. O forse era solo lei che continuava a negare, che anche in quel marasma, in terra ridotta in fin di vita, ancora non voleva credere che potesse essere proprio lei, proprio Cyrene.

    Non voglio morire.

    Le venne da sorridere, senza sapere perché. Forse era solo il suo subconscio a sussurrarle quel che avrebbe dovuto pensare in quel momento con la voce di qualcun altro, ché i suoi pensieri non andavano affatto in quella direzione.
    Poi quella stessa coscienza, nel tempo di un istante, cominciò a scivolare via lentamente, affievolendo ed ovattando tutto quello che aveva intorno. Era la fine per davvero, allora: sarebbe morta lì, sul pavimento indecoroso di quel luogo buio e angusto, vestita di quegli stessi stracci di cui tanto s'era vergognata e che in quel momento non avevano più alcuna importanza. Il silenzio l'avvolse prima dell'oscurità, come a volerle donare una parentesi sospesa nel tempo, sospesa dalla realtà, un ultimo scorcio di pace nell'inferno che stava vivendo. L'inferno che stava morendo. Il dolore si dissipò pian piano, come se le sue membra si stessero sciogliendo, liquefandosi per entrare a far parte di quell'ambiente umido e lercio. Sarebbe stata solo un nuovo strato di sporco sullo sporco; forse lo era sempre stata, in fondo.
    Inerme sul pavimento delle segrete, Frances s'addormentò di nuovo, inconsapevole che non fosse altro che l'effetto di una maledizione infame che la costringeva ad un sonno fittizio ma non eterno, ché quel respiro non sarebbe stato l'ultimo, non ancora. Se fosse o meno una fortuna, l'avrebbe deciso il tempo.

    Post intuito: 3/5
    Post carisma 3/6

    Frances sviene ma, suo malgrado(?), non muore.
    In parentesi, i valori di scheda compresi di tutti i malus del caso:

    Saggezza:23 (16)
    Capacità Magiche:24
    Manualità:14
    Riflessi:Agilità: 10 (2) - Prontezza: 11 (3)
    Sensibilità:Intuito: 09(6) - Affinità: 05
    Carisma:20

    CITAZIONE
    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.
     
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    [Sala Grande]



    I riflessi della sfera lo raggiungevano misteriosi e cristallini come sempre, a dispetto degli sguardi scettici che sentiva provenire da chi lo circondava. Grazie al Fato, però, nulla di tutto ciò poteva frapporsi in un legame tanto profondo come quello tra lui e Madama Sorte. E d'altro canto mai l'avrebbe permesso.
    Nel giro di pochi secondi l'Occhio di Leonard si schiuse alla Magia del Destino, la stessa che in un turbinio di immagini spaventose e sensazioni raccapriccianti lo trasportò per pochi interminabili attimi nell'oscurità delle Segrete, tra studenti che si davano battaglia e altri stremati da ogni sorta di male. E poi, sì, eccoli là i colleghi, pronti a prestar loro soccorso e fuggire da...

    Acqua!

    Saltò d'un tratto sul posto, risvegliandosi con sudori freddi da quella vivida Visione e sgranando nuovamente gli occhi allo spettacolo della Sala Grande, le sue luci, le decorazioni animate e gli sguardi perplessi dei più.

    Noi dobbiamo, dobbiamo...

    Leonard era solito fare fatica a rinvenire da se stesso, ma in quei casi ancora di più. Immergersi nelle acque del Destino, in fin dei conti, chiedeva sempre di smarrirsi prima di ritrovare la strada.

    Do-dobbiamo raggiungerli, stanno per tornare e-e gli studenti avranno bisogno di cure.

    Aveva il fiato corto, incapace di reggere tante emozioni tutte in una volta.
    Da quel che aveva potuto Vedere non erano ridotti affatto bene, peggio ancora, alcuni come minimo sarebbero dovuti rimanere a riposo per chissà quanto tempo. E se lo capiva persino una persona svanita e priva di ogni nozione in materia come lui, beh, allora la situazione doveva proprio essere grave.

    Bisogna contattare il- come si chiama... il San Fungo.
    Mungo.
    Il San Mungo. Sì, loro.

    Si corresse subito dopo, ancora alquanto disorientato, sentendo qualcuno dei Fantasmi correggerlo in lontananza e tirare un immortale sospiro d'indignazione. Era evidente che Leonard non avesse le capacità per gestire emergenze di quella portata, a meno che non si trattasse di Profezie catastrofiche e Presagi particolarmente nefasti.

    Professor Price.

    A lui poteva e doveva affidarsi, nessun altro.

    Presto.

    Una parola che dalle sue labbra suonava come tutto tranne che un ordine, tantomeno un invito incalzante ad agire, al più era una supplica smarrita, stravolta da un mare di pensieri, immagini e preoccupazioni. Dopotutto, anche Leonard aveva qualcosa di importante da proteggere in quella scuola.

    Hesper E. Fawley, Derek Wade, Valerius Cunningham, Michael JD Rosenbaum, Martin A. Campbell, Isobel Saltzman e (Ci salvi lei Vicepreside!) Everett Marshall Price
     
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    Era riuscito a schivare l'incantesimo di Coral mandandolo a vuoto, la cosa gli avrebbe fatto provare un senso di soddisfazione personale piuttosto importante, se non fosse stato impegnato a difendersi, ancora, dai suoi attacchi verbali più che da quelli fisici. Perlomeno non era riuscita a zittirlo, e questo gli permetteva di rispondere cercando di esprimere tutta la rabbia che sentiva crescergli dentro nei suoi confronti.

    Sei così preoccupata dal dover zittire me da non renderti nemmeno conto che sei l'unica che non sta zitta un attimo.

    Infatti era lei che continuava ad attaccarlo, che se fosse stato per lui l'avrebbe ignorata e basta, eppure continuava ad infastidirlo. Avrebbe voluto vendicarsi in maniera più concreta, ma non ne aveva le forze, era stremato.
    Doveva starle lontano? Bene, così avrebbe fatto.

    Vaffanculo Coral.

    Era tutto quello che si sentiva di dirle, e vedendola allontanarsi non potè che imitarla, prendendo le distanze da lei e da tutti i suoi compagni, che erano diventati nemici con i quali non voleva avere niente a che fare.
    Non era claustrofobico, eppure quei corridoi sembravano farsi sempre più stretti, l'aria gli mancava, non ce la faceva più a stare lì sotto.
    Ad un certo punto gli sembrò di vedere addirittura le facce dei professori. Si trattava forse della sua immaginazione, di nuovo? Se li stava sognando? No, a quanto pareva erano davvero loro. Non era mai stato così contento di vedere la Cage prima d'ora.
    Tuttavia, la contentezza non bastava minimamente a scacciare tutto il resto delle sensazioni negative che invadevano la sua testa ed il suo corpo.
    E a quanto pareva, non era ancora finita lì. Ci fu di nuovo buio, e poi un suono. Un suono che non prometteva niente di buono, e che poteva significare soltanto una cosa: altro pericolo.
    Da quel momento in poi, tutto fu ancora più confuso e concitato di quanto non lo fosse stato fino a quel momento. Bellamy sentiva la propria testa esplodere, le gambe e le braccia gli facevano male, la pelle bruciava. Non si era mai sentito così frustrato e incapace in vita sua, nemmeno quando Amestris aveva affrontato altre sventure e subito altri attacchi. Al tempo non aveva la stessa maturità di adesso, al tempo era soltanto felice di essere sopravvissuto. Stavolta, nemmeno questo bastava.

    Non si sentì al sicuro fino a quanto non mise piede in uno dei corridoi lontani dalle segrete. Quando tutti quanti furono in salvo, si rese conto che all'Accademia erano già giunti i soccorsi con lo scopo di aiutarli a stare meglio. E nel tragitto verso l'infermeria, non riusciva a fare a meno di notare che c'erano studenti ridotti molto peggio di lui.
    Gli era andata bene quindi. Nonostante tutto, si teneva ancora in piedi.
    Per quella notte apparentemente interminabile, non gli restava altro da fare che i Medimaghi trovassero una soluzione per la sua mano sinistra. Continuava a guardarla, consapevole di averla ancora attaccata al polso, nonostante non avesse la minima idea di come poterla muovere. C'era ma non c'era.
    E una volta giunto il momento di rispondere alle domande, parlare gli risultò dannatamente difficile. Era come se tutto quel casino fosse riuscito persino a staccargli la lingua, e qualsiasi cosa cercasse di dire, questa veniva bloccata nella gola dalle lacrime che si sforzava di trattenere, per non mostrarsi ancora più debole di quanto non avesse fatto per tutta la notte. In realtà era stato coraggioso, aveva fatto del suo meglio, rischiato per i suoi compagni, ma non riusciva a realizzarlo, forse ci avrebbe messo un bel po'...a riprendersi da tutto quanto.

    Intuito: 3/4
    Carisma: 3/6
     
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    Frozen Wiz
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    Attaccare il ragazzo che lo aveva irritato con la sua parlantina, sembrò prosciugargli ogni goccia di forza residua.
    Fece crollare lungo il fianco la mano che stringeva la bacchetta, tuttavia non riuscì a non sentirsi intimamente soddisfatto del suo operato: era riuscito a colpirlo e a zittirlo.
    Il problema era che tutti gli altri continuavano ad ammorbare l’aria con le loro parole vuote e con tutto il casino che stavano facendo e lui non aveva davvero più forze per zittire altra gente, era completamente distrutto.
    Si limitò a fulminarli con lo sguardo, almeno finché i suoi occhi ressero lo sforzo: nonostante il dolore, la mancanza di forze si faceva sentire sempre di più e lui faceva sempre più fatica a tenere gli occhi aperti e la mente sveglia.
    Non gli era mai capitata una cosa del genere.
    Non gli era mai accaduto di addormentarsi senza la sicurezza di potersi svegliare.
    Non gli era mai accaduto di chiudere gli occhi avendo come ultimo pensiero la consapevolezza di odiare chiunque respirasse, a parte sé stesso.
    Quasi inconsciamente si ritrovò a cercare conforto nel pensiero dei suoi genitori, ma non sortì ovviamente l’effetto desiderato: se erano davvero morti come le urla di prima avevano suggerito, come avevano osato abbandonarlo? Se, invece, erano ancora vivi, perché non erano lì a proteggerlo da tutto quello?
    Non era forse quello che facevano i genitori? Proteggere i figli?
    E allora perché lui, che dei genitori li aveva, stava affrontando tutto quello da solo? Cosa aveva fatto di male per meritarsi di non essere protetto?
    Si rese conto, con stupore, di odiarli, di odiarli più di quanto odiasse chiunque fosse lì con lui in quelle segrete.
    Con quel pensiero nella mente, i sensi lo abbandonarono e la vista si tinse di nero.

    [...]



    Non seppe dire cosa successe, non seppe dire nemmeno per quanto tempo era rimasto addormentato, avrebbero potuto essere secondi così come ore.
    Quello che seppe con sicurezza, era che qualcuno, qualche adulto, era venuto a salvarli: non riusciva a riconoscerli per via dei lineamenti distorti, ma le voci sembravano molto più mature di quelle sentite fino a quel momento, seppur anch’esse familiari, quindi suppose si trattasse dei professori.

    Ssibal saekki!

    Pensò, il che era un insulto troppo pesante per uno come Soobin, ma in quel momento li odiava ferocemente. Probabilmente sarebbe stato messo in punizione per almeno un paio d’anni per quell’insulto, ma tanto lui non lo aveva detto ad alta voce e, sinceramente, in quel momento non gli importava minimamente.

    Se la sono presa comoda comoda, mentre noi patiamo da ore le pene dell’inferno!

    In realtà non sapeva per quanto tempo fossero rimasti chiusi nelle segrete prima dell’arrivo dei docenti, ma a lui erano parsi secoli.
    Provò ad alzarsi in piedi, ma sinceramente non ne aveva le forze. Il solo sforzo, anzi, lo fece sentire ancora più debole.
    Decise che, fanculo (altra parola che non avrebbe dovuto pensare), se erano lì a salvarli almeno facessero seriamente un po’ di lavoro e trovassero un modo per trasportarlo.
    l’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi (o perdere i sensi? Non lo sapeva) di nuovo, fu un minaccioso rumore d’acqua.

    Morirò annegato… almeno moriranno anche questi dannati...

    Soobin odia tutti, sviene, rinvieve, insulta pesantemente i docenti, risviene :3

    Saggezza:11 (-3 piaga) (-2 perdita HP) 6
    Capacità Magiche: 13
    Manualità:11
    Agilità: 05 (-2 perdita HP) 3
    Prontezza: 06 (-3 perdita HP) 3
    Intuito: 05 (-1 piaga) (-3 perdita HP) 1
    Affinità: 06
    Carisma:25 (-12 piaga) 13
    Prestanza: Normale
    HP: 50 (-30 sangue acido) 20

    Post intuito: 3/7
    Post Carisma: 3/7

    CITAZIONE
    Soobin Min: Carisma 25 (13), Intuito 5 (4), Saggezza 11 (8)
    Piaga: il Camaleonte
    Ogni giorno non è mai uguale al precedente a livello di percezione visiva. L'aspetto di ciò che ti circonda muta ogni giorno, sia di oggetti che di persone: divise di un certo colore ne hanno un altro completamente diverso, elementi fisionomici di amici e professori stravolti, anche il materiale all'apparenza non è come quello che ricordi. Gli altri quattro sensi, però, ti aiutano a riconoscere la realtà dei fatti: le voci di chi conosci sono sempre le stesse, così come i sapori dei cibi, i loro profumi e le sensazioni tattili. Attenzione perciò a non giudicare dalla copertina.

    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Tempesta VII Anno
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    Certo che aveva fallito lo scudo magico. Palese, scontato, naturale che avesse fallito. Non si aspettava altro che quello, riversa per terra e con le poche forze rimanenti utili solo a tenere in mano la bacchetta. La vista si faceva sempre più appannato, il respiro corto e faticoso, mentre quattro cuoricini battevano tutti insieme vicini in un solo corpo. Erano tutti spaventati, si vedeva. Li sentiva tremare contro di sé, carezze fugaci per calmarli. Ma la stessa ragazza aveva paura d'essere attaccata, di vedere qualcuno approfittarne del mancato scudo per colpirà. Percepiva presenze intorno, lineamenti deformati e tutto ciò che più di spaventoso poteva immaginare.

    Via! Fan amach uaim! [Statemi lontano!]

    Farneticava, ormai non capiva più nulla se non urla e la sensazione di non essere più al sicuro come a casa. Non riconosceva più i suoi amici, mischiati fra gli altri volti mostruosi a cui non sapeva più attribuire un nome, schiacciata contro solida pietra dagli scontri di corpi e dall'angoscia provata. Gli occhi smeraldo quasi inconsciamente si posarono sul metallo dove tutto si era fermato: strada, tempo e speranze, tutte chiuse da quella strana porta con raffigurato... Cosa, esattamente? Máiréad le parve di intravedere qualcosa come luci più intense, un'enorme V che splendeva come oro e altro che però non seppe bene come classificare. C'era però una certa familiarità, come se avesse visto una scritta in irlandese o un animale immobile sulla parete, insomma elementi che in testa avrebbe saputo come chiamare ma che rimasero lì fermi sulla punta della lingua senza riuscire a definirli a voce. Dall'altro lato, invece, il muro finalmente crollò mostrando i professori che da chissà dove erano sbucati e malridotti anche loro.
    Furono gli ultimi, lucidi ricordi prima che l'acqua avvolgesse il tutto.
    Fredda e impetuosa si fece largo in mezzo al nero costume, rischiando di bagnare i tre animaletti e sommergere chiunque altro. Máiréad annaspò, impaurita di non riuscire a uscire da lì. Non vi erano tregue per la povera Callaghan, trascinata da mani più grandi di lei mentre cercava di non lasciarsi sfuggire i tre pelosetti. La gamba attiva e intorpidita, quasi dolorante per lo sforzo, rispondeva poco allo stimolo di alzarsi con l'altra bloccata da una magia che non sapeva spiegarsi.
    La porta scomparve dalla visuale, stavano tornando tutti indietro. Sarebbero risaliti su, in Sala Grande? Non ebbe modo di pensarci poiché i rintocchi segnarono la mezzanotte tanto quanto bastava per distrarla dal riflettere. E mentre provava un enorme sollievo nel riuscire a "sentire" la gamba addormentata seguì la disperazione nello scoprire che ora era l'altra ad avere quel tipo di problema. I ricordi iniziarono a sgusciare via, i simboli a svanire in un vortice nebbioso, la stanchezza e la paura che si mescolavano in lei ormai mossa dall'unica preoccupazione verso i suoi cari animali.

    State bene? State bene?

    Non se lo sarebbe mai perdonato se qualcuno dei famigli fosse stato in grave pericolo. E chissà che lì un mezzo non ci fosse anche ciò che restava dei suoi amici.
    Post Intuito: 2/6
    Post Carisma: 2/7
    HP: 50 - 27 = 23 -> regolamento HP
    PA modificati:
    -Agilità 1
    -Prontezza 0
    -Intuito 7
    -Saggezza 17

    Piaga: la Tartaruga
    A giorni alterni una delle tue gambe smette di funzionare: nei giorni pari la gamba destra, nei dispari la sinistra. Tutte le volte che cammini, corri o durante qualunque altra azione che costringa a muoverti occorre il doppio del tempo necessario, nonché maggiori dolori dovuti allo sforzo muscolare di una sola gamba. Inizia a saltellare, perché è la tua unica chance!
    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.
     
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    Salem - Contea dell'Essex

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    Il desiderio uscire da lì bruciava molto più dei graffi causati dall'esplosione del gargoyle. Dove diamine erano gli studenti? Chiedersi se stessero bene le appariva stupido e illogico dato che loro cinque erano stati attaccati subito dopo aver messo piede laggiù.
    Perciò, l'ipotesi che ai ragazzi fosse filato tutto liscio, con quelle urla e tiri mancini ad opera di un burattinaio non visibile era troppo bassa, infima.
    Stupida, appunto.
    Quanto ancora dovevano subire le angherie di quel posto maledetto? Amalia ne aveva abbastanza e non nascondeva le occhiate in cagnesco al Preside. Perché si ostinava a lasciar festeggiare quello Samhain disgraziato? Perché, dopo anni e anni di eventi terribili non non prendeva seri provvedimenti per evitare che ogni volta accadesse il peggio? Non poteva credere che dipendesse tutto dal riporre da parte sua la speranza che la prossima volta tutto andasse bene. Aspettava un'ulteriore controprova?
    Domande su domande a cui non riusciva a dare una risposta, ma solo ad arrabbiarsi di più perché i fatti battevano di gran lunga le superficiali speranze.
    Dopo che gli scudi protettivi fecero il loro dovere proteggendoli dal pericolo della pioggia acida, fu visibile un muro.

    E ti pareva...
    Dobbiamo eliminarlo, possibilmente senza esplosioni Sexy Colonnello o ci crolla tutto addosso.


    Rivolse un'occhiolino malizioso alla docente di Difesa che, per quanto si riempisse di fascino ai suoi occhi quando sfogava la sua rabbia come con il gargoyle, l'idea di ritrovarsi sommersa da macerie non le aggradava per niente, tanto quanto quella di vedere la Stella in difficoltà. No, grazie.
    Il buonsenso sembrò prevalere in tutti loro - stranamente -, persino su Baby Pollicina e Pitagora de'noantri, tanto che le loro magie riuscirono ad aprire un varco senza senza causare danni. M-i-r-a-c-o-l-o!

    Ah.

    Per uno solo istante avvertì la rassicurazione di averli finalmente trovati, ma tutto svanì più veloce di un battito di ciglia.
    Amalia sgranò gli occhi perché non si capacitava di quello che adesso riusciva a vedere.
    C'era moltissimo per cui rimanere scioccati, eppure bastavano solo quattro lettere per riassumere tutto: caos.
    Studenti in lotta tra loro neanche fossero in un duello all'ultimo sangue si alternavano a ad altri in fin di vita accasciati a terra con evidenti ferite ancora sanguinanti lungo tutto il corpo. Cos'era successo? A che gioco li aveva silenziosamente obbligati quel burattinaio invisibile?

    No, ma festeggiamo ancora, tanto che può succedere...

    Indicò rabbiosamente sarcastica l'evidenza in cui si trovavano gli studenti.
    E senza la minima preoccupazione di filtrare i suoi pensieri, continuò. Eccome se continuò.

    Trombette e cappellini ne abbiamo?
    Che cretina che sono, non ho portato lo c-h-a-m-p-a-g-n-e...


    Lo disse a tutti, ma chiaramente puntava verso Andrew, indicando platealmente quello scenario tanto allarmante, quanto insensato.
    No, ma sul serio non ne aveva abbastanza? Tutti nell'universo conosciuto e forse anche in quello non conosciuto si divertivano, scherzavano, festeggiavano. Loro, poveri sfigati e maledetti nossignore! Tutte le disgrazie di sto mondo concentrate in un'unica sera del cavolo. Si diceva che quando era troppo, era troppo, no? Ma lì era eccessivamente esorbitante.
    Per un attimo il sarcasmo, la rabbia e persino la preoccupazione per gli studenti scappò via da lei, ché già le iridi ghiacciate si erano precipitate ammaliate e curiose sopra all'apertura triangolare incastonata nella roccia. Quella visione era lontana, ma per lei era come se le si fosse parata davanti. Come spinta da qualcosa a cui era impossibile dare un nome o delle sembianze, Amalia catalizzò tutta l'attenzione lì. Più stringeva le palpebre per mettere a fuoco nel fare qualche passo verso di lei e più ignorava tutto il resto. In quei frangenti sfuggevoli e critici si erano resi visibili dei segni diversi: alcuni illuminati come dall'interno, altri spenti.
    Un mix di simboli e scritture di cui al momento non ne capiva carpiva il senso. Ci voleva ordine, ma al momento era impossibile ricavarne. La situazione non lo consentiva, sebbene per ancora qualche istante l'avvertiva distante. Una cosa fu immediata, ossia il riconoscere gli emblemi delle Case dell'Accademia simboli delle tre Case di Amestris disposti ad ogni estremità.
    Il motivo per il quale ci fossero però aveva bisogno di trovarlo e lo avrebbe potuto fare solo quando sarebbe finita tutta quella storia che come sceneggiatura aveva quello umido e pietroso delle Segrete del castello.

    No.
    Sta succedendo ancora, copriamo il possibile!


    Sentiva lo scroscio dell'acqua sfregare le pareti pietrose delle Segrete e divenire sempre più forte. Per quel che aveva visto, gli studenti conciati a quel modo non avrebbero potuto fare alcunché e persino scappare gli sarebbe risultato difficile.
    Tempo, dovevano strappare del tempo da quell'avanzata fluida e informe, la quale si avvicinava con troppa fretta.

    Partis Temporus!

    Enunciò secca con il Palissandro puntato al centro della spirale che l'acqua formava, aprendo le braccia davanti a sé orizzontalmente e perpendicolari alla sua figura come farsi spazio. La volontà della strega era quella di aprire un varco in quel turbinio d'acqua in modo da rallentare la sua potenza e permettere agli altri di agire più facilmente a contrastare la sua avanzata.
    Che fosse diversa dall'originale o meno, le intenzioni di Amalia era di uscire da lì.
    Solo dopo che le altre magie dei colleghi ebbero fatto il loro dovere, si mise a correre a ritroso, cercando di smuovere il passo a chi trovava ancora lì.

    Hai piazzato le tende? Forza Richard, corri! Muoviti!

    Il timore che potesse cadere dal cielo di mattoni ancora della pioggia acida le pizzicò l'istinto, ma per fortuna non successe nulla di tutto ciò e sentire i rintocchi delle campane scandire il tempo, fu come un se un macigno le fosse stato tolto. Mezzanotte. Quella notte disgraziata era finita. Non valeva lo stesso per le ferite - visibili o meno - che essa aveva portato con sé. Di questo però, non ne poteva avere alcuna coscienza.

    Post: 1/2

    Piaga Lussuria: Più volte al giorno i consueti freni inibitori presenti in ciascun individuo cessano di esistere in te, costringendoti a diventare una persona senza filtri. Dai comportamenti al limite dell'eccessivo a esternare ogni minimo pensiero senza doversi curare della forma o degli effetti che provocherebbero, tutto denota il mancato raziocinio di sapere quando fermarsi con le parole o spingersi più in là con i gesti. Potrebbero insorgere situazioni compromettenti che non individui come tali, l'unica cosa che ti governa è l'essere disinibita come mai nella tua vita fra un ammiccare e l'altro.

    Frequenza: costante, a partire dal prossimo post in questo topic.

    Riduzione malus con: //

    PA intaccati:
    - Affinità 35 x2: (33%, 33%) -> Affinità 16
    - Carisma 62: + 25% -> Carisma 78
     
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138 replies since 22/10/2020, 21:10   4827 views
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