Una notte da Pirati

Avventura della Tempesta 2030/2031

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    Inginocchiata in una sorta di riverenza, con il capo lievemente chino e la spada offerta come si confaceva al cospetto di un sovrano, Brianna chiuse gli occhi. La sua mente galoppava frenetica ed in mille direzioni, preda di sentimenti negativi che aveva cercato di tenere a bada. Avesse negato di avere paura avrebbe mentito: il pirata sembrava abbastanza pericoloso.

    Una zaffata alcolica da bevande di bassa qualità mista a cattiva igiene solleticó le narici della Tempesta quando il suo nemico si avvicinò per osservare quel dono. Era così ubriaco che non espresse alcuna obiezione alla bugia di Brianna; anzi afferrò l'arma e si allontanò soddisfatto. La sua voce stonata ed alterata dall'alcool rimase udibile per un po', mentre Brianna cercava di non cedere alle troppe emozioni. Temeva che se si fosse messa a correre, il pirata, pur sbronzo, avrebbe percepito la bugia.

    Attese che l'uomo fosse abbastanza lontano - forse preda di piacevoli sogni di gloria - prima di allontanarsi. Prima lentamente, indietreggiando incerta con il viso ancora rivolto verso il nemico lontano. Quindi sempre più velocemente, fino a correre; doveva allontanarsi il prima possibile. Non aveva idea di dove Bluebell si fosse nascosta, e la chiamò più volte prima che il felino arrivasse.

    Corse incontro alla padrona miagolando felice, proveniente dalla direzione opposta. Oltre la gatta, un po' lontani, Brianna vide delle figurine muoversi. Temendo che fossero altri pirati si fermò dov'era, ma quando Bluebell - dopo essersi strusciata contro le gambe della Tempesta - prese a correre loro incontro, festosa quasi quanto un cagnolino, Brianna intuì che dovessero essere i suoi compagni. Ed aguzzando la vista le parve proprio di riconoscere qualcuno di loro!

    Ragazzi!!! Ehi, ragazzi! Sono qui!
    Prese a correre, ma la nuotata l'aveva provata fisicamente e la bugia aveva sottratto energie mentali. Quando li raggiunse, Brianna aveva il fiatone ed era in uno stato trasandato. La commozione era tanta, ma la gioia maggiore, ed invece di piangere cominciò a ridere gioiosamente.

    Oddio, voi non sapete che mi è capitato!!! Un pirata ubriaco- non avete idea di cosa mi sono dovuta inventare per-
    Il sorriso le morì in bocca quando si rese conto che mancava qualcuno.
    Dov'è Jamie? E Kendra?
    E non erano gli unici a mancare. Cercò lo sguardo dei più grandi, preoccupata e temendo il peggio. Che cosa era successo mentre lei si crogiolava sulla riva?
    E mentre parlamentava la sua libertà con quel pirata?

    Pensieri spaventosi occuparono la sua mente, mentre Antipenko cominciava a balbettare frasi un po' sconnesse.

    Annegati? Annegati - cosa?
    Il giovane sembrava sconvolto, ma sembrava sapere qualcosa in merito.
    Che dici, spiegati!! Come fai a dire che non sono annegati!
    Cos'altro doveva ancora succedere!
    E' una passaporta! Afferriamola tutti quanti, presto!
    Credo ci porterà in Sala Comune!
    Avanti!

    E lasciare qui gli altri? No! Dobbiamo trovarli!! Io stessa sono approdata su un'altra riva, potrebbero essere dovunque!

    Non se ne sarebbe mai andata senza i compagni mancanti. Eppure c'era qualcosa, nel tono di Antipenko, ed in quello strano oggetto che solo ora notava, che attirava la sua mente.
    E se avessero trovato anche loro una Passaporta? Se fossero fuggiti così?

    Lasciando loro indietro? Strano.
    Magari, però, non avevano potuto aspettarli...

    Post 2. Brianna si riunisce ai compagni. Vorrebbe cercare i mancanti ma nel contempo è attirata dalle parole di Antipenko sulla passaporta
     
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    Per quanto la camicia da note potesse considerarsi un indumento leggero, quella sera Hesper la sentiva più pesante che mai.
    Ariel e Arianna avevano fato il possibile, lei si era presa le responsabilità di qualcosa che avrebbe potuto far del male, dei danni irreparabili, ad una sua compagna di casa. Ma si era sbagliata, perché in quel gesto, dettato dall'impeto dell'irragionevolezza e l'impulsività più affine agli allievi delle fiamme purpuree si era rivelato estremamente utile, una scelta saggia.
    Hesper non capì subito cosa disse Moira, cosa i suoi occhi vedevano pur essendo ancora chiusi, e la mente non era ancora riuscita a trovare una risposta alla situazione generale, al perché tutto quello era successo e perché loro tre, erano le sole ad essere ancora vigili.

    Moira!

    Vedere finalmente le palpebre alzarsi a mostrare le iridi fu la cosa più bella in tutta quella storia, che avesse trovato il modo di far finire tutto? Era una convinzione troppo pretenziosa, ma carica di speranza.

    Jamie... Kendra? Come?

    No, non era stata lei... allora cosa?
    Quando anche gli altri studenti ripresero i sensi, tutti i castelli costruiti caddero come sabbia al vento.
    Fu quando le lacrime furono lì lì per scendere lungo il viso che Hesper s'era avvicinata di colpo a tutti e tre per stringerli in un abbraccio, un abbraccio che voleva andare a smorzare quella paura provata sino a pochi attimi prima, talmente tanta che capelli, occhi e altre parti del corpo avevano iniziato a cambiare colore senza seguire un filo logico, completamente impazziti.

    Cos'è successo? Come avete fatto a... e gli altri?

    Perché il caso non sembrava essere ancora aperto, gli altri studenti si trovavano ancora là, sdraiati... dormienti, a fronteggiare un sogno di cui lei non sapeva alcunché. Rapido come un boccino, il pensiero della ferita creatasi sulla caposcuola poco prima del suo risveglio tornò a troneggiare sopra quella gioia parziale. Che l'incantesimo castato dalla Fawley avesse in qualche modo unito quei due mondi? Se lo avesse rifatto su altri e, per sfortuna, si fossero ritrovati davanti a qualcosa di ben peggiore di un semplice graffietto? Il rischio a quel punto era troppo alto.

    Ho paura.
     
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    Gli ultimi ricordi che aveva della nave erano quelli dove era finito in acqua, si ricordava bene di essere rimasto senza respiro anche se provava a nuotare per risalire. A un certo punto aveva come mollato, forse poteva essere anche morto in acqua. Riaprendo gli occhi si ritrovò nuovamente però in un ambiente familiare, credeva di essere in paradiso, ma vide che era tutto intero, aveva tutti gli arti ancora in corpo, e soprattutto era nella sala comune della sua casata, non sapeva come tutto ciò fosse stato possibile, passare dalla nave alla sala comune. Ma non era da solo, con lui c'erano anche altri studenti. Vide Ariel, Hesper e le altre due studentesse che erano con lui sulla nave, cioè Moira e Kendra. Ancor prima che potesse aprire la bocca per dire qualcosa lo anticipò Hesper E. Fawley, non aveva problemi a raccontare ciò che aveva visto sulla nave.

    Hesper, guarda mi sto facendo la tua stessa domanda. Eravamo sulla nave in mezzo a un oceano, ci è successo di tutto, abbiamo dovuto affrontare un coniglio gigante, affrontare i pirati, cercare un tesoro, e infine mi ricordo solo che sono affogato in mezzo all'oceano, mi mancava l'aria e non sapevo uscire dalle forti correnti dell'oceano. Basta, poi mi sono ritrovato qui. Degli altri non so dirti, forse sono ancora sulla nave, forse stavano per affogare come me ma sono salvi e sono su qualche isola.

    Si rivolse anche alle altre studentesse che erano con lui nella nave, Moira De Winter e Kendra Rubrum.

    Moira, Kendra, oddio ma state bene anche voi. Ma come abbiamo fatto a tornare in Sala Comune? Sono allibito per la cosa.

    Erano tutti impauriti da quella situazione, non era normale ritrovarsi per parlare con il loro fantasma nella sala comune mentre raccontava delle storie per poi finire su una nave dei pirati, e infine ritrovarsi ancora nella sala comune. Un percorso veramente insensato e strano da fare.

    Credimi Hesper, non hai paura solo te, anche io sono impaurito da questa cosa. Non saprei sinceramente dare una spiegazione a tutto. L'unica cosa certa era che eravamo realmente sulla nave.

    Poi provò a capire cosa stesse succedendo dall'inizio nella stanza.

    Voi che eravate qui cosa vedevate? Cosa sentivate?

    Era una cosa che riteneva forse fondamentale per provare a capire effettivamente cosa poteva essere successo e come mai qualcuno non era mai arrivato sulla nave.
     
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    Ogni tentativo di Ariel di svegliare il povero Daniel non aveva funzionato. La ragazza continuava a fissare lo studente dormiente e cominciava a sentirsi impotente di fronte a quella situazione. Non era una persona che si arrendeva facilmente, anzi, ma non sapeva più cosa pensare. Fino a quel momento avevano capito ben poco di quello che era successo, e stava ancora succedendo, e non potevano continuare a vagare nel nulla.

    Ho bisogno di risposte…

    Non sapeva neanche lei a chi si stesse rivolgendo, se a sé stessa o se verso qualcosa di più grande. In qualche modo però, la sua richiesta venne accolta. Forse qualcuno stava osservando? Era forse una prova per testare le loro abilità? Fatto sta che a un certo punto sentì Hesper chiamare i nomi di altri tre compagni e per poco non le venne un accidenti. Era così immersa nei suoi pensieri, che la voce della compagna arrivò alla sua mente come un colpo di cannone.

    Ma dico, sei impazzita?

    Ariel infatti pensò che la sua compagna avesse cominciato a delirare ma dovette ricredersi quando vide che i tre ragazzi nominati erano svegli.

    Sono svegli? SIETE SVEGLI! Perché siete svegli?

    Ariel provò gioia, incredulità e paura tutte insieme. Se, da un lato, era contenta che qualcuno fosse tornato tra di loro, dall’altro non riusciva a spiegarsi il motivo e non sapeva se quell’evento fosse una cosa positiva o meno. Guardava i “nuovi arrivati” come se volesse accertarsi che fossero davvero loro e fu contenta che Hesper riuscì ad esprimere meglio le sue perplessità perché lei era rimasta senza parole.
    Non sapeva se ridere o piangere quando sentì Jamie parlare di conigli giganti, pirati, tesori. Tuttavia qualcosa la colpì

    Sei affogato e ti sei risvegliato? Non dovremo mica stare qui ad aspettare che muoiano tutti prima di riaverli?

    Quindi c’è un evento che ha scatenato il vostro ritorno… - Ariel prese a camminare per la stanza, cercando di fare chiarezza - Come quando hai la sensazione di cadere nel sonno e ti svegli, vi capita mai? Beh, comunque, qui si è sentito un rumore, la stanza si è riempita di fumo, fuori si è scatenato un temporale, e noi siamo rimaste qui con una massa di corpi addormentati a cercare di capire cosa fare. Divertente, no?

    L’ultima frase uscì più sarcastica del dovuto. Ariel cominciava ad essere stanca, non voleva prendersela con nessuno ma sapeva che la sua pazienza stava raggiungendo il limite massimo e quindi qualsiasi cosa avrebbe cominciato presto a innervosirla.
     
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    [A riva]

    Il misterioso cimelio venne sollevato dal collo del coniglio e per un momento Samantha temette che lo avrebbe perso, ma Máiréad era stata più svelta e lo aveva preso al volo.

    Preso.
    Ho salvato il tesoro, no... abbiamo salvato il tesoro.


    Avevano scalato la montagna più alta, avevano posto la bandierina sulla cima, conquistato ciò che avevano promesso di conquistare.
    Mentre il caos si abbatteva sul loro destino, Samantha poteva gustare quella vittoria, che mai sarebbe stata solo sua, ma anche della piccola Máiréad.

    Ma è un drago dorato?

    Ai suoi occhi sembrava proprio così! Un monile dalla forma delle sue amate Creature Magiche, un oggetto che sicuramente rappresentava il più possente e regale della sua specie. Aveva pure una corona, Samantha l'aveva vista bene!

    Un drago con la corona!

    Il tesoro era stato afferrato dalla Callaghan e dopo la scomparsa del coniglio, ai pirati non rimase altro che lottare per arrivare a riva, usando qualsiasi mezzo a loro disposizione. Samantha cercò la bambina dai capelli rossi, il primo istinto fu quello di assicurarsi che ci fosse, sana e salva.
    Al resto potevano pensare dopo.

    ***


    Samantha si accasciò sulla sabbia, sfinita dallo sforzo e decisa a non ripetere l'esperienza troppo in fretta. Rialzandosi dopo aver ripreso fiato, la bambina si accorse che i suoi compagni si erano riuniti, ma qualcosa non andava. Non comprese subito il problema, anche se evidentemente qualcosa che non andava c'era.
    Erano forse un pochino troppo pochi, o almeno sicuramente qualcuno mancava.
    La biondina non sapeva dove cercare i suoi compagni, per cui si limitò a seguire gli adulti ed eventualmente arrampicarsi ed infilarsi dove la sua piccola statura poteva facilitarla.

    Non sono da nessuna parte...

    Antipenko citò le opzioni più inquietante per i loro poveri compagni di scuola, ma Samantha scosse la testa a quelle parole, rifiutandosi di credere ad un'ipotesi del genere. Nessuno era annegato, sicuramente c'era una spiegazione, lei ne era più che sicura.
    Il gioiello preso dal coniglio inizio a brillare, invadendo il loro sguardo di una luce inaspettata.

    Ma che...

    Samantha sbattè le palpebre, osservando l'oggetto con crescente curiosità.

    È magico? È magico?

    Antipenko sembrava convinto di averlo identificato o almeno sembrava avere un'idea su cosa poteva essere. Samantha si ritrovò immersa nella confusione. Cosa sarebbe successo?

    Ma Nephyna? Dobbiamo lasciare Nephyna da solo? Io non voglio lasciarlo...

    Si guardò intorno anche se sapeva quanto fosse inutile.
    Spostò lo sguardo anche su Máiréad, come alla ricerca di un sostegno.

    Se è un tesoro non può essere come dice lui.

    E credendo a quella convinzione, allungò la mano per toccare il drago dorato.
     
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    [Sulla nave]


    Se il duo formato da Samantha e Máiréad si era concentrato sul recupero del tesoro al collo del maxi coniglio, quello creato da lei e Coral aveva pensato ai pirati rimanenti e, alla fine dei conti, quella suddivisione dei compiti aveva portato i suoi frutti, visto che tutte e quattro avevano ottenuto un risultato.
    Alexandra, in particolare, non poteva non rimanere meravigliata dalla riuscita dei suoi incantesimi: le venne istintivo guardare la sua bacchetta, come se per la prima volta la vedesse sotto altri occhi: stava forse iniziando a creare con lei un feeling che, finora, le era mancato? O, se quello fosse stato un sogno, quei buoni risultati non erano altro che una proiezioni di quello che avrebbe desiderato ottenere, con la magia?
    Non lo sapeva e non aveva nemmeno il tempo di ragionarci. La nave stava esalando i suoi ultimi respiri ed il pontile sembrava l’unica strada percorribile verso la terraferma.
    Si mossero tutti in quella direzione, ma, nonostante l’affrettata fuga, fu impossibile non notare la fine che fece il coniglione trasfigurato: mille bolle colorate iniziarono a volteggiare sulle loro teste, facendo loro compagnia nel tragitto verso la salvezza.

    Che stranezza..

    Pensò. Non ricordava che questo potesse essere l’effetto di una trasfigurazione, ma non era particolarmente ferrata in materia e nemmeno abbastanza lucida da poterselo ricordare.

    [A riva]


    Raggiungere la riva fu un sollievo, sebbene il contatto con la terraferma le provocò, per qualche istante, una lieve sensazione di disorientamento. Il continuo cullare delle onde aveva lasciato spazio all’instabilità della sabbia e l’istinto per lei fu quello di fermarsi con i piedi e respirare profondamente, per trovare un nuovo baricentro. In quegli istanti, i suoi occhi azzurri passarono in rassegna i “sopravvissuti” e non fu difficile notare l’assenza di alcuni.

    Dov’è finita Kendra? - fu attraversata da una sensazione molto negativa. - Non è che, anche lei.. E’ diventata bolle?

    Perché era stata lei a lanciare il lapifors che aveva generato il mega-roditore, magari l’incantesimo le si era rivoltato contro.

    ..Non sono morti... Non sono annegati.

    Si voltò verso Antipenko. Le sembrava confuso, un po’ scosso, ma, al contrario suo, aveva qualche consapevolezza in più e, in quella situazione assurda, non potevano fare altro che aggrapparsi a quelle poche certezze che avevano.
    Fu in quel momento che il tesoro tra le mani di Máiréad prese vita; nella foga di salvarsi, non l’aveva nemmeno più considerato. Lo guardò così per la prima volta, vedendoci un enorme diamante rosa a forma di cuore.
    Era quello il tesoro di Nephyna, metaforicamente il suo cuore, che avrebbe donato alla donna che amava, quella di cui aveva parlato all’inizio di quella pazzesca serata.

    E’ una pietra bellissima. E deve valere un sacco di galeoni.

    Commentò, affascinata da quella che lei vedeva come una pietra preziosa, resa ancor più attraente dalla luce che questa emanava.

    ...E' una passaporta! Afferriamola tutti quanti, presto!

    Ebbe la stessa esitazione degli altri. Perché molti di loro mancavano all’appello, lo stesso Nephyna, come giustamente aveva fatto notare Samantha, non era lì con loro, eppure il ragazzo sembrava tanto convinto da convincere anche loro. Li stava incitando con troppo entusiasmo, sembrava sapesse più di quel che diceva di sapere.
    In più, Alexandra stessa voleva attaccarsi fortemente alla speranza di tornare finalmente in Sala Comune. Era stata una bella avventura, tutto sommato, ma anche molto molto stressante. Così anche lei allungò la mano destra, con l’intenzione di andare a toccare il cuore luminoso.
    Chiuse gli occhi e.. Attese.
     
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    [Nave pirata - Ponte]

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    Signor Coinín [Coniglio]...

    Il verso di sconforto non appena la manica afferrata si dissolse in tante bolle colorate uscì spontaneo dall'irlandese, triste per aver perso il suo amico gigante e peloso senza nemmeno capire il perché. Aveva le mani bagnate o piene di sapone? O si trattava dell'ennesima magia riservata da parte di una nave ormai prossima al collasso? La ragazza non ebbe modo e i minuti sufficienti per pensarci su, trascinata sia dai propri piedi sia dall'arrivo di Coral che diresse la maggior parte di pirati Tempesta via dalla meravigliosa imbarcazione corsara. Tempo di raggiungere il ponte, e di conseguenza la riva, che colò a picco con pirati e tutti gli animali che forse non era riuscita a trovare. Per il Kraken non c'erano problemi, si trattava pur sempre di una creatura acquatica, ma se ci fossero state altre colonie di Bundimun sparsi quelli non avrebbero avuto scampo. Affranta e con un groppo alla gola guardò l'unico Bundimun rimasto, al sicuro nel barattolo gigante in tasca, ora matematicamente certa di averlo salvato se avesse saputo anche un minimo come utilizzare l'ammasso di numeri definito matematica. Sentì Sam nella confusione parlare di un drago con la corona, una visione assai interessante, ma fra il grande splash degli ultimi pezzi di legno rimasti a galla e notare come di colpo i compagni di Casa fossero diminuiti di numero la stordirono. L'unica certezza era stringere forte forte il tesoro afferrato con un salto grazie all'incantesimo della compagna islandese - senza il suo aiuto non lo avrebbe mai recuperato da sola - e scambiare con lei e con i suoi famigli uno sguardo apprensiva. Dove si erano cacciati gli altri? Se non altro i piccoli animaletti, gatto ed ermellino, erano con lei e stavano bene, un po' bagnati di acqua di mare ma sani. Quando fossero tornati dallo strano viaggio in mezzo al mare toccava per tutti un bel bagno.

    [Riva dell'isola]

    Gli stivali affondarono nella sabbia bagnata, lasciando orme profonde e vistose a cui seguirono quelle piccole di Kiwi, tutti in cerca di chi ancora non si vedeva più in giro. Né la vegetazione né lo sconfinato oceano sembravano racchiudere i compagni scomparsi. E se Brianna comparve da sola, mostrandosi trafelata ed emozionata per aver trovato altri pirati che le bloccavano il passaggio, nulla sembrava indicare dove fossero finiti gli altri. Di sicuro il ragazzo più grande, Antipenko, sapeva qualcosa in più sull'accaduto.

    Come fai a saperlo?

    Domandò Máiréad nonostante lo stesso ragazzo avesse chiesto di non farlo. Per essere sicuri sicuri che stessero bene quantomeno aveva dovuto vederli andare via. Erano con il Signor Pirata, magari a cercare una nuova nave o persino il povero Kraken?
    Parecchi occhi si piantarono verso di lei, lasciando la Callaghan priva di spiegazioni. In un primo momento pensò di essersi beccata un ricordino di gabbiano dritta sul cappello, ma si rese conto subito dopo che non era proprio lei il soggetto dell'attenzione. Gli occhi corsero in basso. Il tesoro, giusto. Lo aveva lei e non ebbe difficoltà a mostrarlo meglio a tutti quanti. Prima Sam poi Alexandra e via via probabilmente gli altri ne rimasero affascinate. E poteva benissimo capirne il motivo semplicemente fissandolo.

    Ecco perché la aveva il Signor Coniglio. Cairéad órga. [Carota d'oro.]

    Era proprio bella quella carota splendente. Al Signor Coniglio doveva proprio piacere se addirittura il Signor Pirata l'aveva affidata a lui, persino qualcuno di fidato. Anche perché dopo pochi minuti la sua mano cominciò a risplendere di una luce intensa, quasi abbagliante, come se si fosse risvegliata una parte che chiedeva insistentemente dove si trovasse il suo padrone. Chi sarebbe riuscito a confessare che si era trasformato in tante bolle?

    Il Signor Pirata ci ha dato un tesoro. E noi lo proteggeremo.

    Máiréad ricambiò lo sguardo di Sam e strinse ancora più forte l'oggetto che reggeva in mano e che gli altri avevano poco a poco iniziato a toccare. Se fosse una Passaporta come quella della Coppa del Mondo lo ignorava, ma guardando la carota in veste di tesoro aveva la possibilità di proteggere qualcosa di importante.
    In memoria del Signor Coniglio scomparso loro sarebbero diventati i nuovi guardiani, rendendo fiero il Capitano pirata dei suoi piccoli aiutanti.
    Máiréad vede il tesoro come una carota gigante fatta d'oro e la stringe (avendola già in mano è come se la toccasse).
    Oltre a Kiwi e Aibell, ha con sé:
    -"Animali Fantastici e dove trovarli"
    -Biscotto Renna
    -Candela dello Yule
    -Bacchetta
    -Barattolo con Bundimun (*-*)
     
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    Il sollievo dettato dalla consapevolezza di essersi salvata da annegamento certo non durò molto, soltanto il tempo di fare una veloce conta e accorgersi che molti dei compagni presenti sulla nave erano spariti: subito il panico dilagò in lei con talmente tanta prepotenza da farle sperare fosse invece morta sotto l'acqua e le assi di legno, di modo da non dover sentire quella forte morsa al petto che gridava senso di colpa e disperazione.
    Si sarebbe spinta a cercare i corpi dei compagni sott'acqua se solo avesse avuto accesso alla sua razionalità, bloccata invece da uno stato emotivo che rasentava l'isteria; le parole di Antipenko raggiunsero tuttavia il suo udito, seppur come eco lontana, rimbombando lentamente nella sua mente.
    Coral voltò lo sguardo verso il compagno con glaciale fermezza, la mente che restava ferma sulle parole che Máiréad aveva pronunciato per lei, mettendo insieme diversi punti: come faceva ad essere così sicuro che i compagni stessero bene? Che non fossero morti insieme al resto della nave Pirata?

    Rispondile.
    Io non te lo chiederò con la stessa gentilezza.


    Graffiò con le parole in direzione del giocatore di Quidditch, la bacchetta ben spianata davanti a lui pronta persino a colpirlo, se necessario, perché a quel punto c'era davvero poco che Coral potesse fare avendo perso il controllo su tutto il resto, tutto quanto, la spilla sul petto che bruciava come mai prima d'ora, nemmeno quando alla casata aveva fatto perdere quaranta punti.
    Deglutì alle sue successive parole, il cuore che iniziava a marciarle nel petto nell'istante in cui venne investita da una nuova consapevolezza: quel tesoro era una Passaporta.
    Il tesoro di Nephyna, quel cannocchiale dorato, altro non era che un trasporto magico: lei lo sapeva bene, avendone presa una anni prima per recarsi in Francia per la Coppa del Mondo di Quidditch, cosa che, col senno di poi, avrebbe sperato non fare dato com'era andata a finire.
    Perciò, per quanto detestasse l'idea di arrendersi dall'ottenere da Antipenko risposte che a quanto sembrava aveva, pur non volendole condividere, sapeva anche che saltare quella fermata poteva significare rimanere intrappolati in quel pezzo di mondo sconosciuto per chissà quanto tempo.

    Prima o poi dovrai risponderci.

    Così dicendo il Prefetto abbassò la bacchetta, afferrando invece il cannocchiale con un dito, speranzosa di vedersi accolta dalla Sala Comune e da tutti i compagni che, a quanto diceva Antipenko, non erano morti.
     
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    [Nave pirata]



    L'acqua che appesantiva i vestiti, detriti e altri oggetti tutto attorno. Moira scalciava per risalire in superficie ma non riusciva piu' a capire dove fosse su e dove giu'. Scalciava, scalciava, i stivali che sembravano fatti di piombo, ma non sembrava muoversi di un millimetro. Aveva la bacchetta ancora stretta in mano ma non riusciva a pensare a nessun incantesimo che potesse tirarla fuori da li.
    Da quanto tempo era sott'acqua? Dove erano finiti tutti gli altri? L'unica cosa che riusciva a vedere era acqua, qualche pezzo di legno qui e la e altra acqua.
    I polmoni iniziarono a bruciare, il bisogno di aprire la bocca e inspirare stava diventando insopportabile. Continuo' a scalciare verso l'alto, riusciva a vedere il sole oltre la superficie dell'acqua, ma continuava a non muoversi di un millimetro. Guardo' verso il basso, forse aveva un piede incastrato in qualcosa, una corda attorcigliata attorno alla caviglia o qualcosa di simile. Scalcio' un paio di volte ma le gambe si muovevano libere.
    Forse erano i vestiti. I pantaloni sembravano un'armatura stretta, la camicia la avvolgeva con prepotenza, impedendole di muovere le braccia e il busto come voleva.
    Ora anche i muscoli delle gambee iniziarono a lamentarsi con un bruciore sempre piu' forte. Se si fermava sarebbe affondata invece di risalire, i vestiti erano troppo pesanti, ma non aveva piu' forze.
    Con un singhiozzo, una dozzina di bolle le sfuggi' dalle labbra, risalendo rapide verso l'alto. Si porto' una mano alla bocca per impedirsi fisicamente di aprire la bocca, mentre sollevava la mano con la bacchetta verso l'alto e scalciava con le gambe.
    Doveva conoscere un incantesimo, ma non le veniva in mente. Cerco' anche di pensare a quello che le aveva insegnato la Harp per tenere sotto controllo la paura e le emozioni, ma non riusciva piu' a pensare neanche a quello. Le gambe bruciavano, i muscoli le facevano male, i polmoni sembravano stretti come da una morsa, la gola le doleva per lo sforzo, sentiva la pressione nei timpani e lo sguardo era appannato dalla salsedine.
    Un'altra dozzina di bolle le usci dal naso e dala bocca, passando tra le dita della mano.
    Non avrebbe resistito ancora molto.
    Penso' ai suoi genitori, a casa. Al suo adorabile fratellino, che chissa' quanto era cresciuto in quei mesi durante la quale era stata via di casa. A sua nonna, che tanto aveva insistito per farla studiare in quella scuola. Come avrebbero fatto a sapere cosa le era successo?
    Tra il pensiero ai genitori e quello al fratellino aveva smesso di scalciare. Tra il pensiero della casa in Scozia e sua nonna doveva essersi distratta abbastanza da compiere il gesto piu' naturale del mondo.
    Cedette all'impulso di inspirare.
    Il corpo immediatamente cerco' di rifiutare quel liquido che da naso e bocca le entro' in gola e poi nei polmoni. Il bruciore era insopportabile. Provo' a sputare fuori l'acqua ma nel momento in cui inspirava per avere la forza per contrarre la gabbia toracica e liberare i polmoni, peggiorava la situazione.
    Vide le stelle brillare davanti agli occhi, poi l'oscurita' avanzare. Inizio' come un'ombra nella coda dell'occhio, mentre si sforzava di sputare l'acqua dai polmoni, come se cosi' facendo avrebbe potuto far ritornare magicamente l'aria. Poi l'oscurita' aumento', come se fosse scesa la notte, mentre il bruciore pian piano diminuiva.
    La notte era silenziosa, pacifica. qualcosa di morbido la stringeva con forza, come in un abbraccio.
    Poi il buio assoluto.

    [Sala Comune]



    Salto' dalla poltrona con un urlo che le feri' i timpani. Senti' qualcosa cadere a terra ma non Moira si limito' a guardarsi attorno, senza riconoscere nulla, la bacchetta stretta in mano. Ansimava mentre si guardava attorno, scrutando la sala con la bacchetta spianata pronta a colpire qualcunque cosa si muovesse.
    Continuava a inspirare ed espirare. Inspirare ed espirare, neanche fosse la cosa piu' importante da fare. Nella testa il buio piu' totale, confusione, caos e silenzio allo stesso tempo. Aveva solo l'adrenalina in circolo che le diceva di correre correre correre. Doveva scappare da qualcosa, mettersi al sicuro.
    Inspirare ed espirare.
    Dopo un attimo il cervello sembro' ripartire con uno scossone, e si ricordo' della nave, del mare, e allo stesso tempo riconobbe la sua sala comune. Guardo' il suo catalizzatore che ancora stringeva nel pugno - doveva averla estratta dalla tasca della vestaglia - e rilasso' la presa, fino a quando le scivolo' dalla presa.
    Inspirare ed espirare.
    Stava respirando. Era in pigiama, nella sua sala comune, il libro di Aritmanzia aperto era ai suoi piedi, caduto dal suo grembo quand'era saltata per aria come un petardo.
    Le ginocchia le cedettero e fini' col sedere sul pavimento freddo, limitandosi ad inspirare ed espirare. Inspirare ed espirare.
    La prima che vide-riconobbe fu Hesper. Ricordava di aver sentito la sua voce.
    Nella sua testa regnava ancora il caos piu' assoluto, nonostante il cervello facesse di tutto per riordinare tutte le informazioni che aveva a disposizione. Si era messa a studiare, Nephyna blaterava come suo solito, si era ritrovata su una nave pirata con mezza sua casata, le cose erano degenerate, si era ri-ritrovata in sala comunee, Hesper ed Ariel che la fissavano stralunate. Anche Jamie sembrava sconvolto, ma cercava di spiegare cosa avevano visto.
    Moira non aveva la forza di parlare. Noto' altri suoi compagni - Coral, Samantha, Antipenko - che sembravano essere addormentati. Sembrava si fossero addormentati li dove si erano sistemati quando Nephyna aveva iniziato a parlare...
    Lo sapeva che doveva tirarsi su da terra e spremere ogni neurone rimasto per capire cosa diavolo stesse succedendo, ma voleva soltanto abbracciarsi le ginocchia e mettersi a piangere. Moira era terrorizzata a morte. Aveva ancora la sensazione della pressione dell'acqua addosso, i polmoni che bruciavano, poteva giurare di sentire il sapore del sale sulla lingua e l'odore del mare nel naso. Voleva soltanto correre in camera sua e nascondersi sotto al letto fino a quando non avesse dimenticato ogni singola cosa.
    Ma noto' di nuovo i suoi compagni, addormentati come doveva esserlo stato anche lei fino a poco prima, e senti' la responsabilita' pesarle addosso. Doveva aiutarli. Aveva tutto il tempo dopo per piangersi addosso e correre e nascondersi.

    Hesper, ho sentito la tua voce - fu la prima cosa che disse, un po' soprapensiero, ancora seduta per terra li dov'era caduta.

    La voce le sembrava inquietantemente rauca.

    Cosa avete fatto? - chiese, sapendo che di sicuro non erano rimaste con le mani in mano.

    Dovevano aver provato a fare qualcosa, se non altro per riuscire a parlarle. Alla fin fine lei era riuscita a sentire Hesper.

    Come ho fatto a sentirti? - chiese a Hesper. Dobbiamo avvertire gli altri che stanno sognando. Non lo so se se ne sono accorti. Era troppo... strano.

    Distratta, si passo' una mano sulla gola, ancora stretta dalla paura. Alzo' lo sguardo al soffitto, cercando.... qualcosa. Prima - un attimo prima o una vita intera - aveva cercato la superficie dell'acqua, ora vide soltanto il soffitto della sala comune. Le parole dorate, che tanto spesso aveva osservato mentre si distraeva durante lo studio, ora sembravano beffarsi di lei.

    Tutto ciò che la mente immagina, può essere realizzato.

    Si beh, grazie del consiglio inutile - penso' pentre si tirava finalmente in piedi.

    Si fermo' a meta' gesto, tornando a fissare le parole sul soffitto.

    Stanno sognando! - esclamo' l'ovvio colpendosi col palmo della mano la fronte. Ecco come ha fatto Kendra a trasfigurare quel coniglio! E' un sogno, se si concentrano possono fare quello che vogliono, possono controllare il sogno. Possono tirarsi fuori dai casini, se li avvisiamo.

    PA di Moira:
    Saggezza: 24
    Capacita' magice: 26
    Manualita': 18
    Riflessi: Agilita' 17 Prontezza 18
    Sensibilita': Intuito 13 Affinita0 15
    Carisma: 17
     
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    Grotta

    Antipenko non avrebbe fatto in tempo a rispondere alle domande delle compagne perché la Passaporta, come sospettato che fosse, li trascinò in tutt'altro luogo facendo provare loro sensazioni differenti a seconda di ciò che sapevano, o credevano si sentisse viaggiando tramite quel mezzo di trasporto magico: chi l'avesse già usata in precedenza si sarebbe sentito come strappare dall'ombelico, percependo un'intensa sensazione di strattonamento; altri, invece, avrebbero sentito ciò che credevano fermamente si provasse usando una Passaporta, prendendo quelle sensazioni per vere.
    Solo Brianna non aveva fatto in tempo ad afferrarla, sparendo dalla vista delle compagne: che anche lei fosse adesso al sicuro, come promesso in precedenza da Antipenko?
    In ogni caso i superstiti atterrarono violentemente nei pressi di una grotta scura e ombrosa, il cielo vicino al crepuscolo, l'odore di salsedine ad accompagnare ancora il loro olfatto ma stavolta con maggiore prepotenza: quel luogo sapeva sì di mare, ma di mare stantio, quasi, come si celasse qualcosa di sporco e logoro sotto i fondali marini.



    Non ci sarebbe voluto molto, allora, per comprendere che quel luogo decisamente non fosse la Sala Comune.
    Antipenko si sbagliava, dunque, e il peso di quell'errore gli si lesse in faccia. Cominciò ad indietreggiare piano tremando di paura, gli occhi colmi di lacrime che impedivano di riconoscere in quel ragazzo uno studente del settimo anno, che al contrario avrebbe dovuto assumersi con coscienza ogni responsabilità di quanto accaduto anziché nascondersi e piagnucolare.

    Io... Io...
    Mi dispiace... E' tutta colpa mia...


    Avrebbe quindi iniziato a raccontare alle concasate tutta la verità, ma dei rumori improvvisi gli impedirono di farlo: delle urla atroci raggiunsero il loro udito, e ci sarebbe voluto poco perché capissero da chi provenivano.

    PENSI DI FERIRMI, LURIDO BASTARDO?
    SONO NEPHYNA, NON LA TUA MAMMINA!


    Nei pressi della grotta i superstiti avrebbero potuto scorgere delle imbarcazioni dietro cui nascondersi per osservare quanto stava accadendo al suo interno: Antipenko si premurò di far loro da guida verso una di quelle, intimando di fare silenzio con un gesto esplicito della mano.



    Se con lo sguardo si fossero spinti un po' più in là, avrebbero potuto scorgere dentro la grotta una scena rapparicciante: Nephyna, il loro Fantasma-non-fantasma di casata si trovava chiuso a petto nudo dentro una gabbia senza serratura insieme ad un uomo ben vestito che, con malefica gioia, frustava il Pirata senza ritegno, ridendo sguagliato ad ogni colpo e successivo urlo del suo nemico.

    Se solo la tua, di mammina, fosse qui per vedere te scommetto farebbe di peggio!
    Questo è quel che ti meriti per aver ingannato la mia dolce sorella, averla usata e poi abbandonata per amor di un'altra sciagurata meretrice!


    Nephyna sputò per terra, senza tuttavia smettere di fissare per un istante l'aguzzino con enorme rabbia mista a disgusto.

    QUESTO E' QUEL CHE SIETE PER ME VOI LaFWEE: MOCCIO NELLE MIE BUDELLA!

    A quelle parole l'uomo, che i Tempesta avrebbero capito essere il famoso Conte LaFwee, riprese a frustarlo con ancora più sadismo, ma stavolta dal lungo lazzo avrebbero iniziato a sprigionarsi scintille di elettricità.
    Nephyna riprese ad urlare con dolore, senza tuttavia smettere di inveire ed insultare l'avversario.
    Davanti alla gabbia, inoltre, una decina di Pirati facevano da guardia perché nessuno osasse interrompere lo spettacolino, a cui assistevano ridendo di gusto scolandosi un goccetto fra un risolino e un altro.
    Come se non bastasse, l'oggetto che li aveva portati fino a lì, la Passaporta-Tesoro di Nephyna, iniziò ad illuminarsi: su di esso, così come era visto da ogni superstite, iniziarono a spuntare delle lettere diverse per ognuno. Come nei migliori sogni, di fatto, tentare di leggere qualcosa non dava mai risultati realistici e così sarebbe stato anche per loro, seppur inconsapevoli della natura di quella stranezza.

    Agli occhi di Alexandra sarebbe apparsa la dicitura NOTIO incisa sul grosso cuore di diamante rosa;
    A quelli di Samantha, il Drago dorato avrebbe avuto la compagnia delle lettere TONAT;
    Máiréad avrebbe osservato incise sulla carota le lettere RAT;
    Coral, invece, COR sul cannocchiale d'oro.

    ”Fulgu”.
    Fulgu?!
    Che significa?


    Anche Antipenko notò qualcosa inciso sul tesoro, che per lui altro non era che un Galeone gigante; ma non avrebbe saputo darvi un significato, spingendo tuttavia l'oggetto sotto gli occhi delle compagne nella speranza che potessero capirci qualcosa, continuando tuttavia a gettare qualche occhiata ai Pirati per non perderli di vista.
    Si trattava certamente della lingua latina, lo avrebbero capito tutti, e chissà se dalla conoscenza dei nomi degli incantesimi non sarebbero anche arrivati a comprenderne, anche solo vagamente, il significato.

    Qualsiasi cosa sia, in ogni caso, dobbiamo sbrigarci prima di fare la stessa fine di Nephyna.

    Sala Comune


    In Sala Comune, nel mentre, anche Brianna si era risvegliata insieme a Jamie, Moira e tutti gli altri ex Pirati e insieme avrebbero avuto tempo e modo di avvertire le compagne di quanto accaduto in precedenza; Fu la Caposcuola, tuttavia, ad avere l'intuizione giusta perché, dal caldo della Sala Comune, tutti loro potessero dare ai compagni modo di uscire fuori da quel disastro: utilizzando l'incantesimo Innerva, come testato da Hesper, avrebbero potuto stabilire ognuno un contatto con uno dei compagni addormentati, comunicando loro parole, suggerimenti, idee che i ragazzi addormentati avrebbero potuto interiorizzare e chissà, renderli concreti all'interno del sogno, come un suono esterno che dall'interno veniva assimilato diventando qualcosa che potesse spiegarne la natura.
    Nephyna, nel mentre, avrebbe iniziato ad urlare di dolore, gridando il nome del Conte insieme ad insulti decisamente poco carini.
    Sarebbe spettato a loro il compito di aiutare i compagni e, al contempo, guardarsi dall'enorme temporale che si stava abbattendo con sempre più violenza contro le finestre della sala comune, come fosse controllato dalla rabbia e dal dolore di Nephyna.


    Scadenza: 17 incluso
    In realtà si tratta di una scadenza indicativa: questo è l'ultimo cambio di ambientazione, da questo momento le tempistiche saranno dettate solo ed esclusivamente dalle vostre azioni e/o eventuali tentativi risolutori, e io interverrò per destinizzare eventuali gesti e/o comunicazioni particolari fra il gruppo Grotta e quello Sala Comune.

    Grotta
    - Davanti la gabbia ci sono in totale 9 Pirati, più il Conte all'interno
    - Oltre a quanto descritto accadere all'interno della grotta, davanti ai vostri occhi il Tesoro di Nephyna mostra delle lettere a cui spetta a voi capire il significato, se pensate ne abbiano uno.

    Alexandra -> "Notio"
    Samantha -> "Tonat"
    Máiréad -> "Rat"
    Coral -> "Cor"
    Antipenko-> "Fulgu"

    Sala Comune
    Potete usare Innerva autoconclusivamente su uno dei compagni addormentati e comunicare con loro, chi non lo ha fra le conoscenze può chiedere di applicarlo per sé autoconclusivamente: da quel momento, ogni parola che scambiate con l'altro potrà essere recepita autoconclusivamente e ruolare di conseguenza. In questo caso interverrò soltanto quando strettamente necessario per destinizzare se le parole hanno in qualche modo effetto sul sogno, molto quindi sarà lasciato alla vostra interazione.
    Tenete conto di quanto descritto ON per venire incontro ai vostri compagni!

    Brianna, Daniel, Jamie, Alex, Alexandra, Moira, Màiread, Coral , Samantha, Kendra


    Edited by Pepy l'elfo - 14/6/2020, 13:17
     
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    Nel mentre, nella realtà...

    Fumo. Tanto fumo, viola e denso.

    Forza!
    Forza! Svegliatevi!
    Gallìleus, fai venire subito Eloise!


    Una Mikal decisamente terrorizzata si rivolse con tono deciso in direzione dell'autore del dipinto nella Stanza della Notte stellata, il quale apparve in uno dei quadri della Sala Comune della Tempesta.
    Era stato uno studente della classe G.U.F.O. Ad avvertirla di qualcosa di strano, dopo avere trovato una dozzina di studenti profondamente addormentati per terra ed incapaci di svegliarsi. Mikal era accorsa con la bacchetta sguainata per venire loro in soccorso, e ciò che aveva trovato in effetti la lasciò di stucco per qualche istante: la Caposcuola, entrambe i Prefetti, tanti altri studenti grandi e piccoli erano addormentati come ghiri sul pavimento della Sala senza voler dare cenno di svegliarsi.
    Nephyna, invece, era talmente tanto assorto in uno dei suoi soliti racconti da avere gli occhi chiusi e la voce tonante, così che l'arrivo di Mikal passò del tutto inosservato.
    Narrava di una gabbia, di infedeli, di un tesoro che chissà cosa fosse; di mozzi venuti in suo soccorso e altre strane farneticazioni.
    Notò poi un altro ragazzo addormentato a qualche metro di distanza, seduto a faccia in giù su uno dei tavolini con provette colme di liquido versate per terra, quelle che evidentemente erano la fonte del fumo che riempiva l'intera sala.

    Innerva!

    Iniziò da uno dei più piccoli, Alexandra, per poi continuare con il resto della Casata addormentata. Fortunatamente i ragazzi si svegliarono, sebbene rimasero intontiti per un po'. Li avrebbe comunque consegnati alle cure dell'infermiera per assicurarsi che non ci fossero danni di alcun tipo, rimanendo con loro per quanto sarebbe servito.
    Nei giorni seguenti avrebbero raccontato di ciò che gran parte di loro aveva vissuto in sogno, dai Pirati, a Nephyna, al coniglio gigante; di come alla fine, di fronte ad una grotta buia si erano risvegliati dal nulla, grazie all'aiuto dell'insegnante, senza sapere quindi come sarebbe andata a finire quella storia se nessuno li avesse trovati.
    Inoltre, anche altri ragazzi avrebbero potuto raccontare di un'esperienza similare ma del tutto diversa: Ariel, Hesper, Arianne e altri erano cadute anche loro in un sogno ma ad un livello diverso rispetto a quello dei compagni. Avevano sognato di essere sveglie e di poter comunicare con gli addormentati, quando invece anche loro erano state accolte da un sonno profondo ma non tanto quanto quello degli altri, poiché più lontane rispetto a questi ultimi dalla fonte che aveva scatenato il sogno condiviso: gli esperimenti pozionistici-magici di Antipenko, che per tutta la serata aveva lavorato su una pozione soporifera a cui aveva cercato di legare un incantesimo illusorio, di modo da rendere i sogni veramente realistici e lucidi. A contribuire, il racconto di Nephyna, che diede alla realtà onirica un contenuto ben preciso.
    Ma il tentativo di Antipenko, evidentemente, non era andato proprio come sperato, coinvolgendo gran parte della casata in un'esperienza che tutto sommato li aveva lasciati illesi. La Docente aveva comunque provveduto a punirlo per la mancata prudenza, affidandogli alcune scartoffie compilative da portare a termine entro una settimana.
    Tuttavia, c'era qualcosa che nessuno, né i ragazzi, né Nephyna e né Mikal avevano saputo spiegarsi: al risveglio era apparsa in Sala Comune, sotto la scritta Tutto ciò che la mente immagina, può essere realizzato, un'espressione del tutto nuova a cui soltanto i ragazzi addormentati avrebbero potuto dare una parvenza di logica, sebbene non tanto definita.

    Cor Tonat, Notio Fulgurat

    Una frase che, invero, si addiceva molto ai ragazzi della Tempesta: il cuore tuona, l'idea fulmina.
    Mikal sarebbe rimasta giorni a studiarne la possibile origine, senza però trovare conclusione più giusta della semplice constatazione che la magia, la loro amica più fidata, era viva e presente più che mai in mezzo a loro.


    L'avventura si conclude qui!
    Grazie per la partecipazione, spero che nonostante i tempi vi sia piaciuta!

    - I ragazzi si sono svegliati grazie all'intervento di Mikal. In realtà anche il gruppo “Sala Comune” era caduto in un sogno, per cui anche loro sono stati trovati addormentati;
    - Al risveglio state bene, non avete riscontrato grossi danni;
    - Antipenko è stato punito ON per ciò che ha fatto;
    In Sala Comune è apparsa una nuova frase che da oggi potete intendere, se volete, come “motto” della Tempesta! Potete trovarlo anche nel topic, aprire role a riguardo, cercare di studiarne l'origine o altro, questa nuova presenza è parte concreta della vita di tutti i giorni dei vostri PG e di quelli che verranno.

    Infine, a voi i punteggi:

    Mikal: 2+3+3+3+3+3+3+2+3+3+2= 28 pe
    Daniel: 3+3+3+3+3+3= 18 pe
    Ariel: 3+3+3+3+3+3+3= 21 pe
    Alex: 3+3+3+3= 12 pe
    Arianne: 3 pe
    Alexandra: 3+3+3+3+3+3+3+3= 24 pe
    Moira: 3+3+3+3+3+3= 18 pe
    Mairead: 3+3+3+3+3+3+3+3= 24 pe
    Hesper: 3+3+3+3+3+3+3= 21 pe
    Coral: 3+3+3+3+3+3+3+3+3= 27 pe
    Samantha: 3+3+3+3+3+3+3+3= 24 pe
    Kendra: 3+3+3+3+3= 15 pe
    Michael: 3 pe
    Jamie: //
    Brianna F.: //
     
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