Neve Sottoterra

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    Erano riusciti a stanare l’intera orda di creature, finalmente. Il tempo ormai era agli sgoccioli, e aveva come l’impressione che avrebbe potuto fare di meglio di così. Si disse però che non era quello il tempo di lasciarsi andare a stupidi pensieri scoraggianti, e piuttosto si sarebbe affidato all’entusiasmo contagioso di Will per andare avanti. Il suo compagno si era affrettato a recuperare tutte le rose rimaste a terra per portarle insieme alle altre. Thomas si precipitò insieme a lui verso l’aiuola, lì dove avrebbero dovuto sistemare in maniera opportuna le sette rose.

    superthumb
    Ragazzi, tutti qui! Mettiamo in moto i nostri cervelletti.

    Il Prefetto avrebbe di gran lunga preferito che Will stesse zitto almeno per quel momento, così che potesse ragionare senza che ci fosse qualcuno a interrompere il suo flusso di pensieri e ragionamenti più o meno vaghi.
    Doveva ringraziare l’Aritmanzia se possedeva ormai una certa dimestichezza con i numeri e la geometria in generale. Si era esercitato a fare di conto mentalmente, così da poter utilizzare immediatamente diversi Sigilli Aritmantici per potenziare i suoi incantesimi. Ovviamente quella materia non si limitava solo a quello, in quanto trovava applicazioni in tantissimi campi diversi. Chissà se anche in quel caso gli sarebbe potuto tornare utile.

    Sette rose da disporre in sei file da tre.

    Cominciò a mettere mani sulle rose, avendo comunque cura di non strappare maldestramente i petali rossi così delicati quanto profumati. Era ovvio che il numero di rose non bastasse per formare esattamente sei file, in quanto sarebbe riuscito a comporne solo due e un terzo. C’era un’altra via per la soluzione dell’enigma loro proposto.

    Ogni rosa dovrà essere contenuta in più file.

    Era un’osservazione banale quanto fondamentale da fare, perché anche la più stupida tra le informazioni avrebbe potuto rivelarsi fondamentale. Tentò quindi con le prime disposizioni di rose, cercando di creare degli allineamenti più o meno precisi per creare delle file rette composte da tre rose. All’inizio gli ci volle un po’ per ingranare, ma si trovò più spinto dallo spirito di competizione che dalla ragione stessa, e questo non giocava certo a suo vantaggio.

    nope


    La prima soluzione proposta si avvicinava molto alla soluzione finale, eppure contando bene le file si limitò a farne cinque. Quella non era dunque la soluzione cercata, occorreva una maggiore attenzione ai particolari.
    Cercò di cambiare punto di vista: fino a quel momento si era focalizzato sui punti costituiti dalle rose, quando invece la cosa più semplice da fare in quei casi era affidarsi alle linee. Tracciando una figura piana, infatti, si potevano creare degli allineamenti con più facilità rispetto al caso in cui si partiva dai punti. Con quel nuovo approccio al problema, non gli ci volle molto prima di capire che il trucco stava nel non staccare mai l’ipotetica matita dal foglio. Avrebbe dovuto tracciare una figura composta da sei linee, su ognuna delle quali sarebbero dovute stare tre rose.

    Forse ho capito.

    Annunciò agli altri suoi compagni, che nel frattempo avevano cercato una soluzione al problema con metodi differenti. Il Prefetto fissò le rose, senza apparentemente far nient’altro, quando in realtà la sua mente stava elaborando velocemente un secondo schema geometrico nel quale inserire tutte e sette le rose. Ebbe un fremito quando sembrò aver trovato la soluzione. Non disse nient’altro, si affrettò semplicemente a comporre nuovamente l’aiuola cercando anche l’aiuto dei suoi compagni, così da finire presto l’opera. Se fosse stato necessario, avrebbe indicato loro dove porre le rose rimanenti. Era una soluzione così semplice e banale che si stupì di non esserci arrivato anche prima del tempo impiegato.

    yes


    Si allontanò dall’aiuola per avere una vista completa dell’intera disposizione geometrica. Contò mentalmente le file più e più volte, giusto per assicurarsi di aver trovato la soluzione al dilemma.
    Trasse infine un sospiro di sollievo, cercando una conferma con lo sguardo anche da parti degli altri membri della squadra, che in un modo o nell’altro si erano tutti rivelati utili durante quella competizione.
     
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    Quando l’ultima creatura venne neutralizzata anche dalle Stalagmiti e l’ultimo rosa recuperata, entrambi i contenitori vitrei posti all’esterno delle zone d’azione vennero pervasi da un bagliore smeraldino, il quale durò poco più di una manciata di secondi.
    Un membro di entrambe le squadre andò a recuperare il floreale bottino, raggiungendo il proprio team per comporre la soluzione che avrebbe aiutato il povero Sammy con il dilemma dell’aiuola.

    Le aiuole create dagli studenti presentavano lo stesso schema, dove sei rose rosse davano vita ad un triangolo, ognuna equidistante dall’altra, mentre la settima era stata piantata proprio dove le tre altezze del triangolo si intersecavano.
    A quel punto le linee che costituivano i gruppi di tre rose si illuminarono di scarlatto: prima le tre esterne, poi le tre interne. E fu così che gli studenti del Ghiaccio composero due aiuole armoniose, entrambe aventi sei allineamenti da 3 rose ciascuno. L’elfo giardiniere Sammy non poté che rimanere pienamente soddisfatto, ringraziando le squadre per aver risolto il suo problema per ben due volte!

    A quel punto, come già avvenuto una prima e una seconda volta, un bagliore rosseggiante sfavillò lungo i contorni delle pale accatastate, mentre sul terreno si formavano ben 2 X. Ormai oltremodo pratici, gli studenti avrebbero sfioratori con i loro catalizzatori gli strumenti da lavoro, così da attivare la loro magia scavatrice-automatica per conquistare le ultime Boule de Neige.

    ***


    Al di fuori delle zone d’azione, dopo aver recuperato le altre due Boule de Neige, cambiarono colore tutte le fascette indossate dai ragazzi. Niente più squadre, niente più due colori distinti, ma solo uno: quello del Ghiaccio. Il bianco divenne leggermente sfumato di acquamarina, mentre l’azzurro perdeva saturazione, virando in sfumature argento-biancastre. La stessa tonalità colorova le frecce levitanti che segnavano l’ultimo percorso da fare e che li avrebbe condotti sempre in una zona esterna e in linea d'aria vicina a dove si erigeva l'Arena Duelli

    8CjC5CA


    Ad attenderli vi era la Responsabile con il Palissandro in mano, la quale avanti a sé aveva 8 piedistalli rotondi e di bianco legno. Quattro di essi avevano sopra le Boule de Neige che avevano dissotteranto nelle prove precedenti. Quattro invece erano ancora vuote. Per poco però, ché venne fatto loro segno di poggiarle sui piedistalli vuoti. Non c’era un ordine preciso: l’unica cosa che contava che ogni piedistallo ne reggesse una delle otto.

    Formate un cerchio esterno a questo.

    Una volta che la superficie di tutti i piedistalli venne occupata, dentro il vetro sferico delle boule incominciarono a comparire dei piccoli fiocchi di neve, fino ad ora assenti, tranne che per l’unico fiocco grande al centro di ognuna.
    Era noto a tutti che ogni fiocco di neve era diverso dagli altri, ognuno in possesso di una struttura geometrica armoniosamente perfetta, che purtroppo non era visibile ad occhio nudo, sebbene rimaneva un dato di fatto presente. Allo schiocco di dita della professoressa, dentro tutti quei puntini di neve iniziarono a turbinare caoticamente, mentre un bagliore ceruleo avvolgeva il vetro delle otto boule.

    Da ogni sfera partì una linea, la quale si congiungeva a quella opposta, per poi ritornare e ripartire di nuovo, incrociandosi con le altre al centro, fino a dare vita ad un gigantesco fiocco di neve, dove il cerchio centrale rimase a brillare di argento.
    Sarebbe stato impossibile rimanere indifferenti alla bellezza data da quella simmetria, precisa in ogni sua parte, interamente costituita di ghiaccio.

    HC1US3R



    Sotto questo meraviglioso fiocco di neve è sepolto un tesoro, che spetta di diritto a tutti voi.

    A fine di ogni prova il terreno era stato marcato da una X rossa sotto la quale, per mezzo della magia scavatrice delle pale, le squadre avevano dissotterrato le buole di neige. Gli studenti, adesso non più divisi squadre, avrebbero dovuto sempre scavare per portare alla luce il tesoro, ma lo avrebbero dissotterato in maniera diversa. Non avrebbero utilizzato nessuna pala magica, ma la propria bacchetta.

    Come vedete, la luce nel cerchio centrale indica l’esatta posizione in cui scavare. Per farlo non utilizzerete nessuna pala, ma la vostra magia.

    Esattamente, non avrebbero dovuto usare che la loro bacchetta.

    Per “dissotterrare” il tesoro dovrete alimentare il nucleo del fiocco di neve e per farlo bisogna che esso assorbi magie del ghiaccio.
    Dovrete riempirlo con i vostri incantesimi.

    Non è necessario che tutti facciate lo stesso incantesimo, ciò che conta è che la magia che farete appartenga al vostro elemento e che agirete tutti insieme in modo coordinato.
    A voi.


    La professoressa indietreggiò, per lasciargli il giusto spazio affinché potessero agire in autonomia senza sentire qualsiasi tipo di pressione, conscia del fatto che ciò li avrebbe potuti agevolare nella concentrazione.


    Neve Sottoterra battute finali!
    Note OFF:

    → Cosa fare?
    Come da post dovrete eseguire un incantesimo del Ghiaccio, dirigendolo al centro del cerchio del grande fiocco di ghiaccio.
    Non dovrete fare tutti lo stesso incantesimo, non potete del resto, per cui andrà bene usare: l’Incantesimo Glaciale, la sua versione potenziata, gli Incantesimi di Casata corrispondenti al vostro anno e/o ai vostri parametri.
    Importante: non bisogna agire singolarmente, ma come vi è stato spiegato in contemporanea con i compagni.
    → L’ncantesimo deve essere non auto-conclusivo.
    MAPPA: (è come vi appare il fiocco di ghiaccio con le boule. I puntini grigi attorno al cerchio giallo rappresenterebbero voi, ma non avete l'obbligo di disporvi alla lettera come nel disegno. Questo è tanto per rendervi l'idea, l'importante e che vi distribuiate più o meno uniformi.)
    KiRt1iV
    ° Avete piena libertà di agire come preferite, pur mantenendo una certa coerenza, per cui Vi ricordo che:
    - ogni incantesimo rivolto contro altri o contro l'ambientazione dovrà essere non autoconclusivo, il quale sarà destinizzato al termine del turno o fase breve;
    - gli incantesimi che invece non rientrano fra questi (esempio Accendi-Bacchetta) possono essere invece autoconclusi.
    Importante è che rientrino tra le vostre conoscenze scolastiche. Per un maggiore riferimento, consultare il Manuale degli Incantesimi Studenti. Potete pure ricorrere a quelli che avete in Scheda PG alla voce “conoscenze avanzate”.

    ° Evitate Metagame, Incoerenza e Powerplaying.
    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data finora incorrerà nell'assegnazione di malus.

    <b>Scadenza turno: 28 Maggio compreso<ins>
    Ovvio che se tutti posterete prima, il mio post verrà anticipato.
    Per qualsiasi ragione qualcuno di voi ritenesse di non arrivarci, mi contatti anzitempo, avendo l’accortezza però di non farlo all’ultimo momento, in modo che eventualmente abbia tempo per organizzarmi di conseguenza.

    Se avete dubbio, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A poiché la risposta ad un dubbio può servire anche ad altri!
    In bocca al lupo e Forza Ghiaccioli!

    Sertoria Eburneo Cyrene R. Huxley Frances Stitcher Luke Lygeon Thomas Nott Saimon Webb, Hafifah, Hardin Stevens NukEddy
     
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    L’ultimo enigma era stato risolto, e con esso svanirono anche tutte le preoccupazioni e le turbe mentali, ché finché non risolveva un problema non poteva mai darsi pace, né tanto meno darsi per vinto. Non era stata una prova molto impegnativa alla fine dei conti, ma sperava che tutto quello fosse servito a lui e ai suoi compagni per stringere un po’ più i rapporti dopo aver collaborato insieme per destreggiarsi tra le varie sfide alle quali erano stati sottoposti. Aveva come la sensazione che fossero giunti alla fine di quel piccolo grande viaggio che avevano fatto insieme. Vide l’Elfo Sammy raggiungerli e ringraziarli più del dovuto, inchinandosi fino a sfiorare il terreno con la punta del naso lungo e ricurvo. Thomas si limitò a osservarlo, senza provare un minimo di soddisfazione nell’aver aiutato un esserino come quello. Sarebbe stata una cosa più normale che l’Elfo avesse aiutato loro, e non il contrario. Purtroppo il Ghiacciolo non disponeva della sensibilità necessaria per capire i bisogno di altre creature o esseri che fossero. Aveva già troppi pensieri per la testa riguardo i suoi problemi, e l’aver risolto quello di un altro essere era legato solo alla competizione, non tanto al desiderio di aiutare qualcuno.
    Ancora una volta spuntarono due X sul terreno a indicare il luogo in cui scavare con le pale incantate. Thomas sospirò, ora leggermente annoiato dall’ennesima azione che aveva svolto già due volte.

    superthumb
    Beh, senz’altro abbiamo un futuro da scavatori. Chissà, magari troveremo dell’oro questa volta.

    Il finto entusiasmo di Will era palese, ma il passo era sempre veloce, come fosse ancora nel vivo della competizione. Thomas lo seguì a ruota, e insieme a tutti gli altri compagni della squadra toccarono le pale con le punte delle loro bacchette. Ancora una volta queste si misero a scavare nel terreno, rivelando ai loro occhi ben due boule de neige.
    Fatto ciò, qualcosa si strano accadde. Le fascette della squadra si colorarono di sfumature azzurrine che richiamavano i colori della Casa del Ghiaccio. Si chiese cosa mai potesse significare, se quello fosse l’ennesimo enigma da risolvere o se invece indicasse che erano vicini alla conclusione. Le stesse frecce che indicavano loro da che parte proseguire avevano cambiato colore, e questo non poté che incuriosirlo, almeno un minimo.
    Seguirono dunque il percorso indicato, finendo per ritrovarsi con l’altra squadra e la loro Responsabile. Guardò gli altri con espressione interrogativa, come se loro potessero saperne più di lui, posando lo sguardo anche sugli “avversari” delle Stalagmiti.
    Solo dopo che la professoressa Harp proferì parola gli fu tutto chiaro. Sembrava proprio che quella fosse la fine, e che quella sorta di rito magico sancisse la conclusione dell’evento. I suoi occhi furono catturati dal piccolo spettacolo di magia che la professoressa eseguì dopo che le due squadre posarono le boule de neige sugli appositi piedistalli. Le iridi castane si illuminarono davanti alla lucentezza del simbolo del Ghiaccio, un fiocco di neve dalla geometria perfettamente equilibrata e stabile, come un reticolo cristallino di una compattezza invidiabile.
    Il compito che spettava loro era quello di prendere parte al rito, alimentando lo stesso fiocco di neve che era apparso sul terreno. Si mise dunque in posizione, affiancato a qualche metro di distanza da Will, formando un cerchio più o meno preciso con tutti gli altri compagni. Non sembrava più esserci alcuna divisione tra le squadre, le quali erano arrivate alla conclusione nello stesso esatto momento.
    Thomas e Will puntarono le loro bacchette contro il simbolo del fiocco di neve, disegnando con le punte un movimento ben noto a tutti loro: una circonferenza in senso antiorario.

    Glacius.
    Glacius.

    Recitarono all’unisono, risvegliando il potere del Ghiaccio grazie alla loro magia che, in quanto membri della nobile Casa azzurro-argento, era affine a quell’elemento. Un elemento che già solo dalla sua geometria comunicava armonia, solidità, compattezza, equilibrio, forza.
     
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    Tirò un sospiro di sollievo quando vide la formazione di rose illuminarsi per lasciare posto all’ennesima ics sul terreno; senza sorprese, avrebbero dovuto scavare e recuperare una di quelle palle di neve che andavano raccogliendo da un tempo che ormai le pareva infinito. Si chiese se quel gioco avrebbe mai avuto fine; le sembrava d’essere rimasta intrappolata in un ridondante circolo vizioso da ore. Toccò con la bacchetta una di quelle pale, che fecero il lavoro sporco al posto suo per la terza volta, quel pomeriggio; le bestie sembravano tutte sparite, ché avrebbero probabilmente avuto bisogno di cure, almeno quelle su cui lei aveva scaricato tutta la sua frustrazione. Chissà se il professor Wade aveva veramente messo la firma su quel fittizio contratto per cui lasciava in prestito degli gnomi perché venissero picchiati dagli studenti del ghiaccio per poi doverli curare tutti, o se invece la Responsabile l’aveva ammaliato con i suoi poteri speciali.

    Incrociamo le dita che sia finita.

    Bisbigliò in direzione di Fontana e Cyrene, i due a lei più vicini, ché ne aveva abbastanza di quel team building da almeno mezz’ora; senza contare che aveva avuto l’impressione che la maggior parte degli studenti della sua casata avessero smesso di interessarsi a portare a termine quel percorso praticamente subito, quindi non è che stesse sentendo lo spirito di collaborazione accendersi poi così tanto. Non che avesse chissà quale importanza, nella sua testa.
    Nuove frecce comparvero ad indicare la via, fino a condurli ad un’altra radura che pareva essere allestita ad hoc per l’esecuzione di un rito: pilastri verticali reggevano le varie boule de neige ad accerchiare un ampio fiocco di neve congelato, illuminato dalla magia della Responsabile come fossero sul punto di disseppellire il tesoro dei sette mari. Niente più squadre, niente più colori: solo un’ultima magia da scagliare su quel disegno, ghiaccio su ghiaccio, e scoprire finalmente cos’avevano fatto tutto quel cinema a fare. La Harp era avvezza a far loro piccoli regali di ogni genere, dai pendagli ai porta bacchetta, quindi immaginava che avrebbero trovato qualcosa sui generis.

    Il tuo piccione gioca con le boule de neige? Perché se lì sotto ne troviamo altre, ti regalo la mia, te lo dico.

    Si voltò verso Cyrene, rivolgendole parole che non sarebbero potute essere più colme di sarcasmo. Sapeva anche che il pennuto della ragazza non era esattamente un piccione, ma lei era talmente poco pratica e disinteressata in materia da non sentire alcuna necessità di fare distinzioni.
    Si portò quindi sulla stessa linea su cui si stavano ponendo gli altri studenti, in quel cerchio equidistante dal luminoso fiocco di neve che sembrava essere stato predisposto per loro; puntò la bacchetta al centro di quel disegno con una certa svogliatezza, come se in fondo non le importasse poi così tanto. Ma già che avevano fatto trenta, tanto valeva far trentuno.

    Glacius.

    Disegnò un semicerchio in senso antiorario nell’aria, un gesto che aveva compiuto così tante volte da non doverci neppure più pensare. Il getto d’aria fredda si sarebbe unito a quello dei suoi compagni, sbloccando, forse, la magia racchiusa in quel ghiaccio perfettamente simmetrico, e dando loro modo di compiere quell’ultimo scavo .

    Cyran NukEddy
     
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    Se doveva esser del tutto sincero con se stesso, nel corso di quella giornata non si era sentito particolarmente utile né indispensabile per la propria squadra: aveva fatto quello che doveva, sì, ma niente di più, non riteneva di aver apportato un contributo decisivo alla loro strategia o al risultato finale. Ma forse era soltanto una sua impressione, forse era così che ci sentiva quando un lavoro di squadra filava alla perfezione, tanto liscio da avvertirne a mala pena lo sforzo, di fatto pressoché inesistente. Thomas li aveva condotti bene in fin dei conti, da ottimo studente e Prefetto quale era sempre stato, e non perché riuscisse sempre ad avere la giusta soluzione a portata di mano, bensì per il modo in cui portava avanti sé stesso e chi gli stava attorno.
    Luke rise appena per l’uscita di Will, tanto soddisfatto del risultato e il prossimo traguardo che non riuscì a trattenersi dall’assecondarlo.

    Magari… non sarebbe male finanziarci qualche nuova scopa o attrezzatura per il Quidditch.

    E in un sorriso prese a dare un rapido tocco di bacchetta alla sua pala, per poi passare le restanti a Saimon e Sertoria.

    Voi invece, cosa fareste con un po’ di oro extra?

    Un pizzico di leggera e spensierata curiosità che chiedeva d’essere soddisfatta, prima di farsi portare altrove da un altro breve tragitto, durante il quale poté notare i colori delle loro fascette cambiare d’un tratto, comprese quelle delle stalagmiti.

    Vorrà dire che abbiamo finito?

    Espirò sovrappensiero, incerto ma fiducioso che in ogni caso non potesse mancare ancora molto alla svolta decisiva di quell’attività.
    Ad attenderli un nuovo ed ennesimo panorama, intriso di quella magia e mistero che solo al tempo e alle parole della Harp spettava spiegare. L’insegnante non era certo nuova a quel genere di patriottici incanti né alla profonda fedeltà dimostrata verso il loro elemento, tanto che gli era davvero difficile - se non impossibile - ricordare duelli, partite o persino qualche comune esercitazione in cui avesse mancato di far sentire il suo sostegno. E quando ebbe preso posto e si fu coordinato con il resto dei compagni, forse, fu proprio quel pensiero, accompagnato dal ricordo della spilla incantata al suo primo anno e il tifo sugli spalti del campo di Quidditch, a muovere la sua mano verso il fiocco di neve centrale e la sua prossima magia.

    Elit Plerumque Nubila.

    Che nevicasse, a quel punto. In fondo, tutti loro, non erano che frammenti di gelo in balia della vita, unici e spesso magari anche distanti, ma uniti dalla gravità delle loro anime di Ghiaccio.

    Saimon Webb - Sertoria Eburneo - Thomas Nott
     
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    Lorenzo non amava le cose troppo appariscenti; diamine, cercava costantemente di poter passare inosservato in mezzo al mare di suoi coetanei che ogni giorno popolavano i corridoi di quella Accademia*, figuriamoci quanta simpatia avrebbe potuto nutrire per oggetti e persone che invece attiravano di proposito l'attenzione delle masse. Li trovava stupidi, dai metodi banali ed insulsi.
    Per gli animali era diverso: il loro essere appariscenti aveva un senso, uno scopo preciso, legato direttamente alla sopravvivenza degli stessi nel loro habitat naturale.

    Forse passi troppo tempo con Mureed.

    Per questo, davanti a quelle danze di colori che fuoriuscivano con la frequenza del processore di un supercomputer da camera in quell'avventura, lui non poteva far altro che cercare di sorvolare sulla cosa, stampandosi in faccia un'espressione disturbata.
    Lui che aveva visto tutto il percorso più come un allenamento che come una divertente avventura di gruppo, non aveva interesse nel constatare quanto armoniose fossero le rose disposte in quel modo, quanto meravigliosi fossero i bagliori emessi prima dalla teca, poi di nuovo dalle pale, infine dalle frecce che indicavano loro la direzione da seguire.
    Non fece caso, tra l'altro, né all'elfo domestico a quanto pare vivo e vegeto, che aveva ringraziato qualche componente delle due squadre, né al colore della fascetta che mutava sul suo braccio.

    Maleducato.

    La voglia di terminare tutte le prove, sopraffaceva anche il suo naturale istinto a volersi porre con educazione e gentilezza verso il prossimo; seguì il percorso prestabilito senza fiatare, dando giusto un cenno di risposta alla Stitcher che aveva voluto renderli partecipi di un nuovo, irritato pensiero. Iniziava a stancarsi anche del suo continuo odio per il mondo intero, ma era comunque più sopportabile della passione per le palle di neve di chiunque avesse organizzato la prova.
    L'altra ragazza invece, Cyrene, sembrava ok. Fin troppo per essere nel Ghiaccio. Nascondeva qualcosa.

    Forse di solito uccide dei piccoli animali e li sotterra nella radura.

    Fu ironico che, in contrapposizione al pensiero appena espresso, la Harp chiese loro proprio in quegli istanti di coordinarsi per poter dissotterrare il tesoro sepolto che li attendeva; il parmense non si mostrò eccitato o euforico, ma si limitò a prendere la sua posizione, bacchetta alla mano, per poter terminare il suo compito.
    In fondo, quell'ultima prova rappresentava a pennello una metafora del vivere civile, nella loro Accademia così come fuori di essa: tutti avevano un ruolo da ricoprire, quasi nessuno poteva vantarsi di non dover sottostare a nulla e nessuno, e quei pochi che tentavano di uscire fuori da quel contorto orologio sociale finivano per danneggiare gli altri ingranaggi, raccogliendo l'odio di tutto il resto della composizione.
    Il ragazzino iniziava a capirlo, ad assimilarlo sempre più con ogni nuova notizia giunta sul giornale del ragazzo che gli sedeva accanto nella Sala Grande a pranzo ed ogni nuovo ticchettio del suo orologio da polso. Per paradosso, ciò che non si spiegava era la dualità di attrazione e paura che provava nei confronti dell'ignoto, l'odio che scaturiva dal non poter comprendere un concetto che scatenava allo stesso tempo una pressante voglia di poterlo assimilare.
    Non aveva idea che, per un adolescente abituato a ponderare fin troppo le sue azioni, non poteva esserci nulla di più attraente ed accattivante dell'imprevisto. Era, forse, per questo che Sam gli faceva un effetto tanto strano: l'islandese era pressoché imprevedibile.

    Sveglia, principino.
    Uh?


    Si guardò attorno: tutti erano pronti a lanciare i propri incanti.
    Diede un colpo di tosse per schiarirsi la voce, poi iniziò a concentrarsi, per poter essere in grado di lanciare la propria magia in contemporanea agli altri membri dello strambo circolo creato; infine, al momento giusto, avrebbe disegnato nell'aria un semicerchio in senso antiorario con la bacchetta:

    Glacius.

    *Devo decisamente cambiare il testo in scheda.
     
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    Stava ancora fissando la perfetta disposizione che il suo Prefetto aveva creato coi fiori. Si spegneva sempre quando c'era da pensare in gruppo, come se tutti loro fossero appendici di una sola struttura; una struttura zoppa, di cui Sertoria era l'unico piede sano.
    Non sarebbe mai stata Prefetto, lei. Fortunatamente. Ma era bello che il suo fosse così bravo a generare l'ordine. La simmetria era il dono più apprezzato che potessero farle.
    E la routine. Le piaceva la routine. Senza la routine non esiste maestria. La Cenerina attivò la pala per la terza volta consecutiva e la osservò scavare in vece delle sue braccia. I compagni grandi, più propensi alla varietà, parlavano della speranza di trovare dell'oro. Lei, che non comprendeva il sarcasmo, avrebbe voluto ribattere che era un'aspettativa poco probabile e decisamente ingenua, ma l'autorità anagrafica fu più forte della sua lingua. Tacque.

    Voi invece, cosa fareste con un po’ di oro extra?
    Oro extra. Io...

    Non lo sapeva. Le cose che veramente le piacevano accadevano nella sua testa, non le doveva pagare.
    Epperò una risposta gliela doveva dare. Non si lasciano mai le domande aperte, è... disarmonico.
    Ecco. Ecco la risposta.

    Vorrei imparare la musica. Armonia.

    Era un pensiero sbocciato da pochi giorni, in effetti. Da quando la professoressa Gray le aveva parlato della struttura degli spartiti il cervello razionalista della quattordicenne pensava spesso per linee orizzontali parallele, nette su fondali bianchissimi.
    Qualcosa si parò tra lei e tutto quel nitore. La fascia al suo braccio stava assumendo colorazioni acquose. Le dispiacque che il suo (non) colore preferito, di tutti quanti il più precario, dovesse corrompersi così. Ma pazienza. Si unì alla fila dei compagni e percorse l'ultima marcia, ricongiungendosi al resto della Casa e di fronte alla Vicepreside.
    Quando le palle di neve furono disposte sui piedistalli, ecco, allora arrivò il piacere grande. Sertoria congiunse le mani vicino al naso e cercò Frances con lo sguardo: forse che anche lei si era resa conto di quanto fosse perfetta quella geometria?

    Sotto questo meraviglioso fiocco di neve è sepolto un tesoro, che spetta di diritto a tutti voi.
    Spero che gli somigli. O gli somiglia, o preferisco lui.
    Come vedete, la luce nel cerchio centrale indica l’esatta posizione in cui scavare. Per farlo non utilizzerete nessuna pala, ma la vostra magia.

    Ah, non occorreva neppure ripeterlo. Sertoria aveva già la sua adorata tra le mani. La puntò verso il centro del fiocco, non prima di essersi assicurata di trovarsi esattamente al vertice di un braccio della struttura. Lei parlava di unità, di gruppo, di sinergia. Sertoria lo capiva, ma le era difficile compattarsi a tutti loro. Ma forse così doveva essere; era la natura di quella Casa che ciascuno fosse profondamente chiuso in se stesso, apparentemente monade, in sé compiuto come quei magnifici fiocchi di neve. E come quelle geometrie perfette, che vivevano e incantavano per lo spazio di una fugace caduta, anche lei, anche loro avrebbero dovuto conoscere la sfida della vita oltre Amestris, che disfa l'individuo in cristalli di necessità, di relazioni, di responsabilità tuttora inimmaginabili.
    Ma per adesso andava bene così. Adesso, per il momento, non erano che piccole e perfette strutture di ghiaccio. E ancora una volta avrebbero compiuto il miracolo quasi per caso, seguendo ognuno il proprio sé individuale; egoisti nel principio, sinergici nell'esito.

    Glacius.

    Disse Sertoria ruotando la bacchetta.
    Bellissima forma, il cerchio.
     
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    La soluzione di Lorenzo aveva funzionato e grazie a un buon lavoro di squadra erano a un passo più vicini dal finire quel percorso. Dopo aver incantato di nuovo le pale scavatrici con un semplice tocco di bacchetta, dissotterrarono un'altra sfera di vetro finemente decorata dei dettagli dell'inverno.
    Lorenzo non era l'unico ad aver avuto ragione; anche le parole di Frances riguardo il non classificare quell'attività come una competizione si confermò nel fatto che in un lampo i nastri che li avevano divisi in due squadre cambiarono in un unico colore. I Ghiaccio si avviarono tutti insieme verso quello che Cyrene sospettava fosse l'ultima fase di quel team building, proprio perché era stata sollevata ogni divisione tra loro. Frances era arrivata alla stessa conclusione e Cy sospirò in risposta alla sua "preghiera". Per quanti fossero stati in quella squadra, si era sentita praticamente come se fossero stati solo in tre, e il fatto che lei fosse stata una dei tre più motivati era strano quanto improbabile.
    Le frecce che li guidarono nel percorso portarono ancora una volta alla loro Responsabile. Ormai nessuno era stupito di vederla; quell'attività aveva tenuto non solo i membri delle due squadre insieme passo passo ma anche la Harp era stata presente fase per fase quasi facesse parte del rapporto di collaborazione che volesse suggerire a loro di instaurare.
    Cyrene non si sentiva necessariamente più vicina alla collettività di quel gruppo, ma aveva rivalutato un paio di studenti che aveva mancato di notare in passato, abbastanza da sapere che si sarebbe fermata a salutarli se li avesse incrociati per i corridoi o in sala comune in futuro. Non fermata per molto, ovviamente.
    Quando Frances si riferì a Strillona, la Ghiaccio sembrò superficialmente divertita, poi in tono tranquillo rispose.

    Grazie ma no, penso che ci rimarrebbe male se invece del solito topo morto gli lanciassi una palla di vetro.

    Nell'avvicinarsi alla Harp, disponendosi a cerchio come aveva ordinato la donna, la Ghiaccio soffermò per qualche secondo lo sguardo sui compagni attorno a quei pilastri. Erano tutti lì come pronti ad eseguire un rituale finale e per quanto emotivamente non apparisse minimamente scossa, guardò alcuni dei presenti come se fosse perlomeno abituata alla loro presenza. Era un po' come trovarsi in famiglia, non c'era la possibilità di sceglierne i membri ma c'era una possibilità che le loro personalità avessero dei punti di incontro, nel primo caso dovuto alla genetica e nel loro alla predisposizione che avevano dimostrato per venire smistati nel Ghiaccio. Come una famiglia si aveva modo di vedersi spesso a vicenda senza conoscersi molto, come in una famiglia c'era un vago senso di legame che prescindeva dal piacersi o meno. Finì per guardare Frances, lei che era un discorso del tutto diverso, uno che non sapeva neanche come razionalizzare.
    La Harp, in qualche modo madre di quella famiglia disfunzionale, parlò subito dopo, guidandoli nella fase finale.
    Cyrene era perfettamente indifferente riguardo la prospettiva di scoprire un tesoro alla fine di quel percorso ma era ansiosa di finire quell'attività e lasciare che tutti si disperdessero di ritorno al castello. Tutti tranne lei e Frances, possibilmente.
    La Harp fece riferimento al doversi coordinare sul momento in cui avrebbero castato i loro incantesimi. Non potevano certo leggersi nel pensiero e non valeva la pena mettersi d'accordo su che incantesimo fare. A quanto pare bastava fosse comune alla loro casa. Il Fiocco di Neve le era sempre piaciuto, era sempre stato il più semplice per farle vedere prova del rafforzarsi dei suoi poteri magici; dalle prime spruzzate di brina ai grossi fiocchi di neve che era riuscita ad evocare negli anni.
    Puntando la bacchetta verso il nucleo del fiocco di neve.

    Elit Plerumque Nubila.

    Le loro voci si unirono in una cacofonia di parole, ma dette apparentemente al momento giusto. Almeno così sperava, perché non solo non le andava di farlo di nuovo ma soprattutto perché il momento sarebbe inevitabilmente sfumato.
     
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    Il francese era una lingua complessa, ibrida. Come la sua popolazione cercava di tenere in perfetto equilibrio il freddo del nord e il caldo del sud, tentava un mix fra i nobili e i regnanti – che erano stati decapitati e scacciati durante la Rivoluzione, ma che non avevano mai cessato di ispirare il fascino tipico del sangue reale sul mondo intero – e i cosiddetti sans culottes che li avevano portati alla ghigliottina. In ogni francese abitavano due anime, e nonostante le differenze in entrambe albergava l’amore per il bello, la massima aspirazione di ogni uomo o donna civile: la grazia, che era bellezza in movimento, una poesia che si tramutava in gesti. Il desiderio di grazia viveva e respirava in Francia, e in particolare nella Francia magica e antica, che non aveva dimenticato i vecchi costumi e titoli. Amaryllis era nata e cresciuta in quella Francia, e ogni volta che sentiva una singola parola nella sua lingua madre le venivano in mente quelle aspirazioni di bellezza e grazia che anche lei condivideva appieno. Tanto era magnifico e rifinito il francese, quanto l’inglese le appariva rozzo e cacofonico, una lingua che si era fatta da sé invece che essere elegantemente assemblata per risultare musicale. Non per niente l’inglese era la lingua del commercio e il francese quella della diplomazia. Forse per quello si era subito trovata bene nel Ghiaccio, che aspirava alla perfezione e tendeva ad essa come la sua lingua madre e lei stessa. Certo, c’era da dire che non comprendeva affatto alcune delle usanze tipicamente inglesi.

    Prima o poi capirò

    Se lo ripeteva ormai da tre anni e se lo disse anche in quel momento, mentre osservava interessata il fiocco di neve scaturito dalle varie Boule de Neige che avevano faticosamente conquistato e poi poggiato sui piedistalli. Seguendo le istruzioni della sua insegnante ed imitando i suoi compagni, disponendosi attorno alla figura e alzando il Catalizzatore, concentrandosi. Un incantesimo del suo elemento. Lo conosceva, ovvio che lo conosceva, e fin troppo bene.

    Glacius

    La formula le era naturale quanto il respiro stesso, e con cura disegnò una circonferenza antioraria mentre la sua mente si riempiva delle visioni di Ghiaccio e freddo revitalizzante. Si concentrò sull’idea di quel freddo e sul movimento, cercando di spingerlo senza fretta verso il cuore del fiocco di neve. La magia sarebbe arrivata: serviva solo un po’ di pazienza.
     
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    Risolto anche l'enigma delle rose e ricevuti i ringraziamenti dell'elfo Sammy a loro non restava che scavare...di nuovo. Con la fascetta legata in testa a mo di bandana, invece che al braccio, si sarebbe quasi potuto immaginare come un pirata, un predone del mare che seguiva una mappa puntellata di X alla ricerca del vero grande tesoro.
    Saimon si unì ai suoi compagni di squadra con la pala, ormai la cosa sembrava quasi un'abitudine. Dissotterrarono questa volta ben due boule de neige, una per ogni X comparsa sul terreno.
    Al termine dell'azione tutto ebbe una svolta, la fascetta sul suo braccio e anche quelle dei suoi compagni di squadra mutarono la colorazione e da bianche si scurirono assumendo una tinta che era quella dei colori della casa del Ghiaccio. Saimon non seppe darsi subito una risposta sul perchè del cambiamento, poteva presumere però che fossero giunti alla fine dell'attività. Allungò lo sguardo per individuare almeno uno dei membri dell'altra squadra, pareva che anche le loro fascette avessero cambiato il colore, il loro azzurro sembrava più chiaro e opaco rispetto a prima, tutti indossavano lo stesso colore.
    Come per ogni fase comparvero delle frecce, anch'esse non più di colori differenti ma di quello unico che ormai li accomunava, a cosa li avrebbero condotti questa volta?
    Alla fine del percorso la Harp li attendeva. Davanti alla donna vi erano otto piedistalli bianchi, quatto con sopra altrettante boule, probabilmente quelle raccolte da entrambe le squadre nelle fasi precedenti e quattro ancora totalmente vuoti. La logica parlava ad alta voce in quel momento "mettete le palle di neve mancanti sui piedistalli vuoti" ed infatti la ovvia richiesta venne elargita poco dopo dalla direttrice.
    Piccoli fiocchi incominciarono a scendere all'interno del vetro delle boule, dei raggi partirono da esse d un enorme fiocco di neve, all'apparenza perfettamente simmetrico, si materializzò di fronte a loro. Quella simmetria donava al giovane Webb un senso di quiete, era perfetta e intrinseca di un fascino glaciale tutto suo.
    Il ragazzino osservava la forma dal suo posto nel cerchio, nel quale erano stati disposti, aveva occhi solo per quella magia spettacolare, spostò lo sguardo soltanto quando la professoressa iniziò a dar loro indicazioni.
    Il tesoro finale era situato sotto al grosso fiocco cristallino, non diede loro molte informazioni sul cosa fosse, però c'era ancora da scavare anche se in maniera diversa. La soluzione sarebbe stata nella magia "fredda", la magia elementale del Ghiaccio. Il ghiaccio avrebbe alimentato la scultura centrale ed il tesoro sarebbe emerso.

    non m'interessano i soldi...anche se qualche galeone in più potrebbe far comodo. Potrebbe trattarsi di qualche strano oggetto magico...oppure una pozione utile...magari qualcosa legato al freddo. Beh fra poco lo sapremo.
    Fa strano dover collaborare con gli altri eppure forse il messaggio di questa unione magica che ci sta richiedendo la Harp potrebbe essere proprio questo...forse ci sta dicendo in modo tacito che dovremmo essere più uniti? Più una casa e non una massa di singoli?
    Forse è solo un caso...non sarebbe facile esaudire questa richiesta...


    Durante quella giornata Saimon aveva avuto l'ennesima dimostrazione di quanto per lui fosse difficile stare al passo con un gruppo, di quanto ancora fosse inadeguato alla collaborazione e se lo era con ragazzi tanto simili a lui figurarsi con gli elementi di altre case...figurarsi con i membri della casa del fuoco.
    Non era quello però il momento di pensare ne di autoconvincersi dei suoi punti deboli, o forti, dipendeva dal punto di vista, quello era il momento di concentrarsi e di agire all'unisono con gli altri. Alla fine era tutta una questione di tempistica.
    Osservò i propri compagni, i loro occhi come se parlassero e i loro movimenti per adeguarsi ad essi.
    Fece un cerchio antiorario con la bacchetta di ciliegio puntandola dritta verso l'obbiettivo

    Glacius.

    La solita fermezza camuffata da calma e piattezza, il solito tono di voce che lo faceva risultare, almeno alle sue orecchie, il ragazzo più sicuro di se della storia. Lo era davvero? Non lo sapeva nemmeno lui.
     
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    Il nucleo del fiocco di neve risplendeva intensamente.
    Verso di esso si levarono insieme le bacchette degli studenti della Casa del Ghiaccio, le quali lo nutrirono con la loro magia.
    Esternamente a quel cerchio non si poteva che rimanere meravigliati dal tripudio generato dalle manifestazioni degli incantesimi e dalle voci dei ragazzi.
    Vederli e sentirli rivolgersi al loro Elemento fu qualcosa di incomparabile, prezioso, molto di più del tesoro che loro stessi stavano per fare emergere dalla terra.

    E fu solo merito loro infatti, uniti nel singolo, a modo del Ghiaccio, che oliavano quegli ingranaggi composti di magia.
    Ogni Figlio del Ghiaccio possedeva un’indole logica, riflessiva, resiliente, calma, tremendamente testarda, introversa e ordinata.
    Ciò non li rendeva tutti uguali perché ogni singolo e minuscolo cristallo di ghiaccio, con le sue caratteristiche forme geometriche, armoniose e perfette, tendeva a riunirsi per formare i cosiddetti fiocchi di neve.
    In apparenza uguali, ma realmente diversi l’uno dall’altro.
    Ed era proprio nella loro unicità che si trovava il collante che era in grado di accomunarli: il desiderio di essere perfetti ed efficienti, quasi come automi, ma muniti di sentimento.
    Sintropici fino al midollo, collegati tra loro da una stessa finalità e dediti, quasi in modo maniacale, a mettere ordine e razionalità nel loro percorso.
    La forza del Ghiaccio risiedeva in ognuno di loro, data da singoli cristalli che si sarebbero sostenuti a vicenda tacitamente, in punta di piedi e, lo spesso delle volte in maniera inconsapevole.

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    Il centro del fiocco brillò ancora più di prima e da esso scaturì un fascio perlaceo attivato dai loro incantesimi che, spedito, corse fino al cielo per poi perdersi tra le nuvole bianche.
    Sopra la struttura ghiacciata, nel nucleo, poggiava una sfera bianca, la quale sembrava proprio un sfera di neve.
    Era come se la neve sottoterra vedesse nuova luce.

    Ad un certo punto, quella implose su se stessa, generando tante sferette quanti erano i ragazzi, che andarono a levitare di fronte ad ognuno.
    Pochi istanti e in tutte comparve un solco interno di pochi millimetri a delinearne il diametro, dividendole dunque a metà.
    Fu un attimo, più corto di un respiro, che la parte superiore prese a roteare verso destra, mentra quella inferiore verso sinistra, fino a staccarsi completamente.
    Mentre la mezza sfera superiore si diradò nell’aria, disfacendosi in minuscoli fiocchi di neve; quella inferiore conteneva un oggetto, un amuleto.

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    Potete prenderlo.

    Una volta in mano ai nuovi proprietari, anche la metà inferiore avrebbe fatto la medesima fine della gemella.

    È un amuleto per voi, Figli del Ghiaccio, il quale custodisce un potere.
    Seppur limitato, vi potrà essere utile in qualche momento di difficoltà.


    Il cerchio esterno dell’amuleto era composto da ghiaccio incantato, il quale non si sarebbe sciolto se non al suo ultimo utilizzo.
    Lì, esso racchiundeva nella sua forma armoniosa e perfetta il potere di aumentare la potenza delle magie che sfruttano l'Elemento del Ghiaccio.
    Per poche volte certo, ma a volte può succedere che qualcuna di esse possa essere determinante.

    Esso è capace di aumentare la potenza delle magie che sfruttano l'elemento del Ghiaccio. Basterà toccarlo per attivare la sua magia: il cristallo al centro brillerà di azzurro per pochi secondi.
    Dopo il suo ultimo utilizzo, che vi ricordo essere limitato - per cui non sprecatelo -, il ghiaccio all’esterno si scioglierà, rimanendo un semplice ciondolo.


    Quando tutti furono in possesso del loro amuleto, la Responsabile fece cenno agli studenti di seguirla, mettendosi a capeggiare la fila per raggiungere insieme a loro il castello.


    [Chiusa]


    Neve Sottoterra conclusa!
    Innanzitutto Vi ringrazio per la vostra partecipazione, per il vostro gioco e la coerenza che avete messo nei vostri post, nonostante i problemini di percoso che abbiamo avuto inizialmente con il numero “cangiante” (anche troppo XD) delle squadre.
    Al di là di tutto, è stato un vero piacere leggere tutti i vostri post e spero che un po’ vi siate divertiti.

    Adesso veniamo a noi: l’oggetto guadagnato da questa role è un amuleto.

    Amuleto Gelo: amuleto ottenuto durante la mini-avventura di Casata Neve Sottoterra.
    Ha la capacità di aumentare la potenza delle magie che sfruttano l'elemento del Ghiaccio, fornendo un bonus temporaneo di +2 CM e + 2 Affinità. Per attivarne gli effetti basta stringerlo nel momento in cui si lancia l'incantesimo.
    Validità: 3 utilizzi
    In ogni caso l'esito è soggetto al volere del Tessitore

    I pg che hanno partecipato attivamente all'ultimo turno hanno diritto a l'oggetto che verrà inserito in scheda.


    Punteggi: l'assegnazione è stata stabilita secondo il seguente criterio → 3 punti esperienza per ogni post fatto.
    Cyrene R. Huxley 24 p.e. + Amuleto Gelo
    Frances Stitcher 27 p.e. + Amuleto Gelo
    Hafifah 12 p.e. + Amuleto Gelo
    Hardin Stevens 3 p.e.
    Luke Lygeon 24 p.e. + Amuleto Gelo
    NukEddy 27 p.e. + Amuleto Gelo
    Thomas Nott 27 p.e. + Amuleto Gelo
    Saimon Webb 12 p.e. + Amuleto Gelo
    Sertoria Eburneo 21 p.e. + Amuleto Gelo
    Alexander: 3 p.e. pg non attivo
    Marshall: 3 p.e. pg non attivo

    Grazie ancora 😘 â„ï¸ â›„ â„ï¸


    Edited by Amalia Harp - 1/6/2020, 21:30
     
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