Neve Sottoterra

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    La mancanza di manifestazione alcuna negli incantesimi ben eseguiti, per Lorenzo, era qualcosa di veramente inconcepibile: come avrebbe mai potuto fare un mago in procinto di imparare l'incanto, o ancora in fase di perfezionamento dello stesso, a poter capire se era stato eseguito correttamente o meno?
    Nel suo caso, magari era stato l'intervento del cuscino su cui era poggiato il calice a non consentirgli di spostare l'oggetto, o magari era stato il parmense a fallire miseramente il suo tentativo, nonostante fosse passato già qualche mese da quando aveva potuto aggiungere al suo armamentario l'Incantesimo di Locomozione.
    Ovviamente, la quasi totalità del mondo magico avrebbe facilmente potuto discernere il proprio fallimento da quello circostanziale semplicemente osservando gli effetti sul bersaglio, ma il rossiccio non era mai stato molto oggettivo con sé stesso riguardo... più o meno qualunque argomento.

    Bella figura di merda.

    L'idea che fosse il paffuto e setoso quadrato fluttuante ad aver trattenuto quella piccola coppa non l'aveva sfiorato minimamente.
    Si guardò attorno: Frances e Cyrene erano riuscite a raccogliere uno dei coltelli, mentre la compagna francese continuava ad occuparsi dell'ultimo incastrato.
    Insomma, l'unico che non aveva ricavato assolutamente nulla da quella situazione, era il Fontana. Perfetto.
    Sbuffò sonoramente, massaggiandosi le tempie con il pollice ed il medio della mancina.

    Vuoi farti lasciare indietro?

    Ovvio che no. Si era posto come unico obbiettivo fin dal principio il poter essere realmente utile alla propria squadra e non avrebbe certo rischiato di mandare tutto all'aria proprio adesso che erano così vicini alla meta.
    Sempre che la meta fosse davvero quella. Beh, avrebbe preso quel calice, questo era certo.
    Puntò nuovamente la bacchetta verso il cuscino, cercando di seguire con gli occhi l'oggetto sopra poggiatovi: sarebbe riuscito nell'esecuzione dell'incantesimo prima fallito, secondo il suo personale parere, in modo da potersi riscattare.
    Nuovamente andò ad eseguire il rapido movimento circolare che prevedeva l'Incantesimo di Locomozione, puntando infine la propria bacchetta verso il suo bersaglio; a quel punto, con voce ferma e decisa, avrebbe pronunciato la formula:

    Locomotor!

    (*)

    Stavolta, senza troppi problemi, l'italiano riuscì nel suo intento, avvicinando lentamente l'oggetto alla sua posizione dopo averlo sollevato dal rosso tessuto fluttuante. Aveva raccolto finalmente uno degli oggetti.

    Finalmente un risultato, Fontana.
    Ce l'ho. Ho preso il calice.


    Lasciò fuoriuscire dai propri polmoni un pesantissimo respiro, consentendo ai propri muscoli di calare la tensione che li aveva attanagliati poco prima, mentre annunciava la buona riuscita del suo tentativo agli altri membri del gruppo.
    Ed ora?

    EDIT: scusate, mi ero totalmente dimenticato di considerare l'incantesimo come autoconclusivo, ed ho aggiunto la parte dal * alla fine per velocizzare le cose. In caso non si potesse modificare il post, come è giusto che sia, possiamo non considerare valutabile quella parte finale se per voi va bene.


    Edited by NukEddy - 18/4/2020, 10:22
     
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    Non le era mai capitato di lanciare l'incantesimo di appello contemporaneamente ad un'altra persona, sullo stesso obiettivo; osservò il coltello avvicinarsi, per poi posarsi di fronte a Cyrene, ché forse l'intenzione e la volontà della ragazza era stata più pronunciata ed intensa della sua persino a richiamare un oggetto. Chissà come mai, non si stupì.

    Niente infermeria, a quanto pare.

    Si lasciò sfuggire un mezzo sorriso sarcastico nel sospirare quelle parole fra i denti, quasi fosse in parte delusa dall'idea che non stessero correndo alcun rischio, ché pure i coltelli parevano finti. Non avrebbe potuto farsi del male neppure l'avrebbe desiderato, intrappolata com'era nella sfera di cristallo in cui la Harp li aveva chiusi tutti quanti, con la stessa maniacale apprensione che una madre dedica ai propri figli che hanno appena iniziato a gattonare.
    Puntò gli occhi all'ultimo coltello, ormai pressoché libero da qualsiasi costrizione ad opera della bambina francese e vi puntò la bacchetta seria in viso, quasi esasperata dalla quantità di tempo che stavano perdendo per fare una cosa così banale come raccogliere dei pezzi di argenteria. Ripeté lo stesso movimento che aveva compiuto poco prima, ché se aveva funzionato una volta, avrebbe sicuramente funzionato di nuovo: squadra che vince, non si cambia.

    Accio coltello.

    Raccolse quell'innocua arma bianca quando le si posò fra i piedi, per poi porgerlo a Cyrene, che a quel punto raccoglieva tutti i coltelli nelle sue mani. Si volse poi verso Fontana, notando con piacere che aveva quantomeno recuperato il calice impazzito al quale lei aveva rivolto meno attenzioni di zero.

    Bene, allora.

    Mose qualche passo verso il tavolino che presentava tre coppe uguali a quelle che il ragazzino aveva appena recuperato, ignorando completamente le pale presenti sul posto, come fosse ovvio che qualsiasi cosa avrebbero dovuto fare, sarebbe comunque venuto dopo la soluzione dell'indovinello. Fissò le tre coppe con la stessa concentrazione estraniata che dedicava ai compiti di aritmanzia, ma per risolvere quell'enigma le ci volle molto meno tempo di quello che le richiedeva applicare la formula di Archimede a memoria, ché in confronto ad altre situazioni che s'era trovata a fronteggiare, quella le pareva quasi banale.

    Dovrebbe funzionare così. Fontana, prestami un attimo due dita, così.

    Unì indice e medio chiudendo le altre dita a pugno, ponendoli poi in orizzontale davanti a sé così da mostrare al ragazzino cosa voleva da lui. Sentiva il bisogno di spiegare quella logica a tutti quanti, non tanto perché temeva che loro non fossero in grado di arrivarci da soli, quanto perché le serviva per raccontarla di nuovo a sé stessa, così da verificarne la veridicità. Una controprova da metodo scientifico, in sostanza. Quando Fontana obbedì alla sua richiesta, lei unì indice e medio di entrambe le mani, in una sorta di riproduzione ideale dei tre coltelli; posò le dita della destra dritte sopra a quelle di Lorenzo, per poi posare quelle della sinistra sopra le sue stesse, infilando però i polpastrelli sotto a quelle del ragazzo, così che le unghie sfiorassero i polpastrelli di lui. L'immagina che aveva creato in quell'intreccio era una sorta di triangolo in cui tutte le dita poggiavano e si sostenevano contemporaneamente le une sulle altre.

    Se disponiamo i coltelli in questo modo, riescono a sostenere il quarto calice. Poggiamo i manici dei coltelli sul fondo dei tre calici capovolti e siamo a posto.

    L'immagine era chiarissima nella sua testa, ma si volse a cercare lo sguardo di Cyrene prima, e degli altri componenti del gruppo poi, come stesse cercando di capire se avevano capito dai loro occhi. Sciolse le dita da quelle di Fontana subito dopo, senza dare a quel gesto nessun significato che andasse oltre la mera dimostrazione della soluzione dell'enigma, ché se avesse avuto tre mani l'avrebbe fatto da sola. Ma chissà che essere parte di quel piccolo gioco non avesse schiarito le idee al ragazzino, ché se avesse dovuto scommettere su un qualsiasi componente della squadra che non avesse capito la logica in un lampo, avrebbe probabilmente puntato il dito su di lui.

    Cyrene R. Huxley NukEddy Hafifah
    Frances recupera l'ultimo coltello, poi spiega la soluzione dell'enigma. Il player di Lorenzo m'ha detto che *forse* non sarebbe svenuto, quindi mi son presa la licenza di usare le sue dita.
     
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    Le parole di Frances le causarono l'impulso di sorridere ma tanto era inconsapevolmente corrucciata la sua espressione mentre raccoglieva i coltelli che tutto quello che fece la frase della compagna fu rendere la sua espressione neutrale. Schioccò con la lingua il suo disappunto, tutto fuorché ironicamente.
    Cercò lo sguardo della Stitcher un attimo dopo e finì per seguirne la direzione per trovare la ragazza del terzo anno ancora in preda a cercare di liberare il secondo coltello. Non c'era da stupirsi che non avesse avuto successo. La ragazza francese aveva cominciato di sua spontanea volontà ad incantare quell'arnese nonostante la squadra avesse concordato di lasciare l'estrazione di quello e il suo gemello alle studentesse del quinto anno. In risposta, Cyrene l'aveva lasciata fare. Da sola, per la vittoria di nessuna delle due perché il coltello rimase lì finché non fu Frances a recuperarlo.
    Lorenzo, da parte sua, consegnò il calice che aveva il compito di prendere. Non solo era stato il più deciso a dirigere il lavoro di squadra, tra loro, ma aveva anche fatto la sua parte.
    Non si era ancora fermata a pensare a che servisse tutta quella caccia al tesoro ma ormai avevano tutti gli elementi e considerato l'indovinello che la Harp aveva presentato loro all'inizio, qualcosa le disse che la soluzione le era in qualche modo familiare. Mentre Frances già cominciava a spiegare al resto del gruppo cosa avrebbero dovuto fare, Cyrene si avvicinò al gruppo di pale accatastate apparentemente senza senso a terra. Raccolse il biglietto e lo lesse per un paio di secondi prima di metterlo in tasca e raggiungere il suo gruppo. Vide Fontana e Frances a dita incrociate ad incastro e la soluzione la colpì ovvia come un colpo dietro la nuca. Avrebbe retto, era semplice come la trama delle fibre che formavano il suo cardigan; se annodato in un ordine specifico, un semplice filo diveniva un ordinato segmento resistente.
    Non ci avrebbe pensato da sé, non immediatamente quanto Frances . La guardò a labbra impercettibilmente strette, come quando si cela un sorriso e sopracciglia alzate.
    Cominciò a sistemare i coltelli tra loro senza ancora poggiarli sulle coppe mentre la compagna finiva di spiegare. Si limitò a dispiegare le dita abbastanza da accogliere tutte e tre le lame nella sua presa. Una volta disteso il primo coltello, spinse la lama del secondo a sovrapporsi a quella del primo, spinse poi la lama del terzo così che si incastrasse sotto la lama del primo ma sopra la lama del secondo. Premette tra i polpastrelli i punti cardine del triangolo formato dalle lame e attese che i calici fossero preparati dal resto del gruppo dopo le direttive di Frances.
    Mostrò ai compagni l'intreccio di coltelli, alzando i polsi senza muovere le dita, impegnate a mantenere quella triade incastrata.

    Voilà?

    lanciò un'occhiata ad Hafifah come non fosse sicura neanche di aver pronunciato bene quella semplice esclamazione. Con Fontana non ci provò nemmeno, sapeva a malapena tre parole, di italiano.
    Sovrappose i coltelli bloccati tra loro dalle sue mani sui fondi dei calici, disposti a triangolo ed equidistanza. Orientò i manici applicando e rilasciando pressione sulle lame, aggiustandoli finché i manici non furono tutti stabilmente sovrapposti ai calici capovolti.

    Fai tu gli onori?

    si rivolse a NukEddy, che aveva il quarto calice. Recuperò dalla tasca interna della giacca il biglietto che aveva preso a terra, così che le sue parole successive avessero del contesto.

    Se funziona possiamo smuovere quelle cose per continuare. Basta un tocco di bacchetta.

    Accompagnò le sue parole a un cenno del mento in direzione delle pale in questione, a terra non troppo lontani da loro.

    SPOILER (click to view)
    Scusate il ritardo :3
     
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    Squadra Stalattiti


    469s7o0

    Recuperati tutti gli oggetti, la squadra delle Stalattiti si mise subito all’opera, ragionando sulla possibile soluzione per attivare le pale magiche. Nonostante l’azzardo di Will nel bypassare le direttive scritte sul biglietto - cosa che lo portò ad un nulla di fatto -, la squadra non si diede per vinta. Il Prefetto Thomas prese in mano la situazione, facendosi portavoce di tutti i giocatori dalla bianca fascetta: lo studente iniziò a posizionare i tre coltelli, collocandoli col manico sopra un calice diverso, per poi cercare l’equilibrio delle lame sopra i calici. Allo stesso modo e con la medesima scrupolosità, direzionò le punte dei tre coltelli verso il centro, disponendole una sopra l’altra, in modo da creare una solida base che reggesse autonomamente. Quando fu soddisfatto del risultato, approvato anche dagli altri giocatori, il ragazzo andò a mettere sopra la base di lame il quarto calice. La struttura, che reggeva perfettamente, venne pervasa da un bagliore scarlatto e pochi istanti dopo iniziò a segnare un punto del terreno una X vermiglia e lucente. Lo stesso bagliore che illuminò la struttura di calici e coltelli, delineò per pochi secondi i contorni delle pale accatastate, chiaro segno per tutti che quelle adesso sarebbero state pronte ad entrare in azione. Gli studenti ne avrebbero potuto prendere una ciascuno e portare accanto alla X, per poi sfiorarle con la propria bacchetta in modo da attivare la magia scavatrice-automatica per conquistare la prima Boule de Neige sottoterra e passare così alla seconda parte.




    Squadra Stalagmiti


    469s7o0

    Anche per loro giunse il momento di dare il primo verdetto di quella missione iniziata tra la natura che circondava la rimessa delle barche. Una volta recuperata “l’argenteria” e il quarto calice, gli studenti furono subito impegnati risolvere l’enigma. Frances non perse tempo a buttarsi nella logica della soluzione, servendosi persino delle dita del compagno riccioluto. L’intreccio di dita messo in atto dalla ragazza servì a far capire a tutta la squadra come dovesse procedere per la disposizione delle lame e infine del quarto bicchiere. Una volta che tutti i componenti ebbero chiaro in mente come lavorare grazie alla praticità di Stitcher, Cyrene iniziò a disporre i coltelli come aveva mostrato la compagna con l’assistente.
    Sebbene la soluzione non prevedesse il capovolgere i calici, l’inventiva e l’astuzia mostrata dalle Stalagmiti premiò anche la loro soluzione. Alla fine poco importava se i calici fossero stati girati o meno, ché la struttura reggeva perfettamente il quarto calice posizionato da Lorenzo, per cui la soluzione rimaneva a tutti gli effetti valida.
    La struttura, ultimata e solida, venne pervasa da un bagliore scarlatto e pochi istanti dopo iniziò a segnare un punto del terreno una X vermiglia e lucente. Lo stesso bagliore che illuminò la struttura di calici e coltelli, delineò per pochi secondi i contorni delle pale accatastate, chiaro segno per tutti che quelle adesso sarebbero state pronte ad entrare in azione. Gli studenti ne avrebbero potuto prendere una ciascuno e portare accanto alla X, per poi sfiorarle con la propria bacchetta in modo da attivare la magia scavatrice-automatica per conquistare la prima Boule de Neige sottoterra e passare così alla seconda parte.





    ***
    PER ENTRAMBE LE SQUADRE


    K6IyPEU

    Non appena le squadre avessero dissotterrato le Boule de Neige, sarebbe comparso loro un percorso delineato da delle espliciti fecce, le quali non avrebbero lasciato posto ad alcun fraintendimento: fecce levitanti bianche per le Stalattiti, azzurre per le Stalagmiti.
    Il percorso che segnavano era parallelo, tanto che nel farlo avrebbero pure potuto parlarsi se lo desideravano. Quello avrebbe condotto nella zona precedente alle Serre, dove si intravedevano due strane lavagne levitanti ad attenderli. Una delimitata delimitata da un nastro bianco e una da uno azzurro. Sembrava che le nere ardesie fossero segnate da alcune linee, ma era impossibile capirne il reale contenuto da quella posizione. Oltre al fatto che esso sarebbe rimasto sfocato fin quando i ragazzi non avrebbero posizionato le Boule de Neige sopra gli sgabello accanto alla lavagna e magicamente connesso ad essa.
    Al centro vi era la Harp e davanti a lei due leggii di legno con una pergamena ed un piuma rossa e un calamaio.

    Ben ragazzi, vedo che avete con voi le Boule de Neige.
    Posatele qui, così potete passare alla fase successiva.


    Non appena lo avrebbero fatto, sulle lavagne avrebbero preso definizione due crucintarsio con dodici domande per ciascuna squadra. L’idea di svolgere la prova in quel modo gliela aveva suggerita indirettamente la dolce Mikal, che ad ogni viaggio non perdeva occasione di svolgere parole crociate e quant’altro. Ovviamente, quelli non facevano parte di nessun giornale, ma erano stati creati apposta per loro.



    È molto semplice ciò che dovete fare. In questa fase non dovrete recuperare niente, ma trovare la risposta giusta ad ogni quesito o frase. Appena ne avrete una, la scriverete in questa pergamena con questa piuma, la quale trasmetterà alla lavagna la vostra risposta.

    L’inchiostro contenuto all’interno del calamaio era incantato ed avrebbe riportato alla lavagna ciò che avrebbero scritto sulla pergamena poiché, tramite magia, i due oggetti erano collegati.

    Una volta completato questo crucintarsio, come nel primo step, vi appariranno le X rosse e tramite le pale magiche potrete recuperare la seconda Boule de Neige e proseguire verso la terza tappa mediante il percorso che segneranno le frecce.
    Chiaro? Se non avete dubbi, potete iniziare.


    Si limitò ad accennare mezzo sorriso ai ragazzi, per poi serrare le labbra una volta che ebbe dato le direttive essenziali per la prova. Quest’ultima era volta a spronare le conoscenze che già che più chi meno già possedeva, a collaborare vicendevolmente, a stimolare la capacità di ragionare attraverso un gioco semplice qual era quello del crucintarsio. Alcune domande le avrebbero trovate molto semplice, altre magari no, ma in ogni caso era tutte alla portata dei partecipanti.





    Neve Sottoterra continua!
    Note OFF:
    Entrambe le squadre possono autoconcludere di dissotterrare la 1° Boule de Neige secondo le direttive scritte nel post e raggiungere autonomamente la 2° tappa, proseguendo lungo il percorso che vi si presenta e descritto anch’esso nel post.

    → Tutti quanti avete 2 possibilità per ogni post di provare a dare la/le risposta/e, mentre chi di voi ha Saggezza maggiore o uguale a 17 potrà provare a darne 3 per post.

    ° Anche se la prova non lo richiede, avete piena libertà di agire come preferite, pur mantenendo una certa coerenza, per cui Vi ricordo che ogni incantesimo rivolto contro altri o contro l'ambientazione dovrà essere non autoconclusivo, il quale sarà destinizzato al termine del turno o fase breve; mentre incantesimi che non rientrano fra questi (esempio Accendi-Bacchetta) possono essere invece autoconclusi.
    Totale libertà l’avete pure riguardo alle magie da utilizzare: potete scegliere gli incantesimi che ritenete più opportuni, l’importante è che rientrino tra le vostre conoscenze scolastiche. Per un maggiore riferimento, consultare il Manuale degli Incantesimi Studenti. Potete pure ricorrere a quelli che avete in Scheda PG alla voce “conoscenze avanzate”.

    ° Evitate Metagame, Incoerenza e Powerplaying.
    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data fin'ora incorrerà nell'assegnazione di malus.

    <b>Scadenza: 28 Aprile compreso <ins>
    Se qualcuno di voi ritiene di non arrivarci, mi contatti anzitempo.
    Ricordo sempre ai nuovi che ancora possono aggiungersi.

    Se avete dubbio, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A poiché la risposta ad un dubbio può servire anche ad altri!
    In bocca al lupo e Forza Ghiaccioli!

    Luke Lygeon Sertoria Eburneo Frances Stitcher Rheis Morwen Thomas Nott Cyrene R. Huxley,NukEddy, Millie, XJoe, Saimon Webb Hafifah IffyPanther324 McKenna


    Edited by Amalia Harp - 30/4/2020, 04:25
     
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    La soluzione che aveva ipotizzato si rivelò corretta. Si allontanò dal tavolino dopo che i calici presero a illuminarsi di una luce perlacea, segnando sul terreno il punto preciso in cui scavare. Anche le pale, adesso, si erano illuminate. Quello che c’era da fare fu abbastanza chiaro per tutti. Fu Will il primo a muoversi, desideroso più di tutti di portare avanti quella piccola sfida che era stata proposta agli studenti del Ghiaccio. Il giocatore di Quidditch si diresse così verso le pale, prendendone una tra le mani. Poggiò così la punta della bacchetta sull’oggetto incantato, e questo prese a scavare incessantemente, senza rallentare, animato dalla sola magia del ragazzo.

    superthumb
    Forza ragazzi, datemi una mano.

    Chiamò a raccolta tutti gli altri membri della squadra, confidando nel loro aiuto. Thomas non mostrò la minima esitazione, raggiungendo con poche falcate il suo compagno per prendere un’altra pala e animarla. Questa presa vita, alimentata dal potere magico, e anch’essa si mise a scavare nel terreno, creando pian piano un fosso.
    Insieme al contributo di tutti, pian piano, cominciò ad affiorare il bianco candido della boule de neige. Quando questa fu svestita d’ogni granello di sabbia, Thomas non si scomodò neanche per chinarsi e raccoglierla. Piuttosto praticò per l’ennesima volta con la magia non-verbale, eseguendo un banale incantesimo di Levitazione.

    Wingardium Leviosa.

    Agitò il braccio con un movimento rapido e controllato, tracciando una curva a mezz’aria, per poi puntare contro l’oggetto cercato. La boule de neige levitò lentamente, sollevandosi da terra, fino a ricadere tra le sue mani.

    Era davvero necessario?

    Lo stuzzicò Will, che aveva pure cercato di chinarsi prima di accorgersi che Thomas aveva appena eseguito un incantesimo. Il Prefetto fece spallucce, annuendo debolmente col capo.

    Faccio pratica.

    Il compagno lo guardò storto, inclinando il capo verso un lato, domandandosi se Thomas c’era o ci facesse. Non credeva che quello fosse il momento di fare pratica, e quella piccola manovra magica avrebbe potuto costare loro dei secondi preziosi di vantaggio sulle Stalagmiti.
    Non appena il sentiero luminoso si rivelò sotto ai loro occhi, Will fu il primo a percorrerlo, quasi di corsa, con passo accelerato e svelto. Raggiunsero così un punto di ritrovo: ad attenderli vi era la loro Responsabile. Non poté fare a meno di chiedersi se non fosse tutto lì, se fosse già tutto finito ed era ora di tornare al castello. Ma a giudicare dalle parole della strega e dalle lavagnette levitanti, la sfida non era ancora finita.
    Posò la sfera dove indicato, e sulle lavagne apparvero dei riquadri vuoti da riempire con delle lettere: un cruciverba. Will si trattenne a stento dal gettare gli occhi al cielo, poiché si era aspettato qualcosa che li coinvolgesse di più da un punto di vista fisico, ancor più che mentale.
    Thomas fu il primo ad avvicinarsi alla pergamena incantata, prendendo la piuma per risolvere i primi tre quesiti che gli erano capitati sott’occhio.
    CITAZIONE
    Orizzontali
    7. Traslitteras
    11. Piena
    12. Exhaurio

    Diede tre risposte diverse [Saggezza: 26] e posò la piuma nella boccetta d’inchiostro, lasciando spazio anche agli altri membri della squadra per dare le loro risposte.
     
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    La meraviglia di una magia che si compiva era sempre uno spettacolo per Luke, che vi posava sopra lo sguardo in un perenne quanto inevitabile interrogativo, quello di chi si domandava quale fosse il suo esatto funzionamento e se mai avrebbe raggiunto simili traguardi un giorno o l’altro.

    Tenete.

    Aveva raggiunto Will e Thomas, passando gentilmente il resto delle pale ai compagni, così che si potessero divertire anche loro ad animarle e osservarle all’opera. Gli piacevano quel genere di incantati automatismi, li vedeva spesso a casa della nonna, che da quando si era ritirata a vita di campagna - libera di tornare a esprimere la propria magia - non sembrava più capace di rinunciare a quel genere di oggetti, come la scopa che spazzava da sé o i panni autopulenti.
    Tra qualche colpo di bacchetta e i piccoli quanto complici screzi di Will e Thomas, finirono per recuperare la propria palla di neve e cominciare a dirigersi verso la prossima destinazione.

    Ho visto volare dei coltelli prima, tutto bene?

    Domandò sinceramente interessato e in parte anche divertito al gruppo delle Stalagmiti, che pressoché contemporaneamente aveva risolto il loro stesso enigma e che adesso gli stava facendo compagnia nel tragitto che, poco ma sicuro, li avrebbe condotti verso il successivo.
    Ascoltò la Harp, osservando quello che ai suoi occhi non poteva essere altro che un cruciverba, seppure nella sua versione più magica: la magia alla propria base doveva essere la stessa con cui Thomas incantava le pergamene per Icaro, o quantomeno una sua vicina parente, più probabile la seconda visto il modo in cui agiva.

    Chiaro.

    Annuì di rimando, aspettando che il compagno finisse di scrivere le sue risposte prima di dargli il cambio. Nel frattempo studiò il crucintarsio e le sue possibili soluzioni, alcune assai più ovvie di altre, fin troppo persino; nello spirito del gioco e di lavoro di squadra optò per darne solo tre, lasciando agli altri l’onore di rispondere alle rimanenti.

    La numero tre è fatta apposta per te.

    Disse guardando prima la colonna e poi Sertoria in un cenno sorridente, indubbio che l’amica potesse sbagliarla, sebbene risultasse sempre difficile per lui avere certezze quando qualcosa la riguardava - a dispetto di quanto esauriente fosse il suo biglietto da visita in merito a ciò.
    Dopodiché si fece avanti per dare il cambio a Thomas, deciso a scrivere alcune delle sue risposte. Ne approfittò anche per leggere quelle appena date, per quanto non si aspettasse che soluzioni impeccabili dal proprio Prefetto. E di fatti così fu.

    Ok.

    E si prodigò anch’egli ad apporre il proprio contributo sulla pergamena, che non tardò a trasmettere di pari passo quanto stava riportando.

    CITAZIONE
    Verticale
    1. Manifestazione
    4. Amortentia
    8. Edera

    Chi vuole essere il prossimo?

    Tese la mano verso i compagni, in un gentile invito, nel passaggio di quel piumato e scarlatto testimone che non aspettava altro di correre sulla pista di carta pergamena.

    Edited by Luke Lygeon - 29/4/2020, 16:42
     
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    Il bagliore emesso dai calici e i coltelli fu un immediato senso di risoluzione e solo a quel punto la Ghiaccio guardò verso la squadra avversaria, come se pensasse che quella fosse la fine della corsa. Vide i compagni avvicinarsi ad una X rossa a terra e capì che anche la luce proveniente dai loro calici non andava che a ricondurli a quello che dovevano svolgere con le pale; c'era qualcosa da recuperare da sotto terra: la neve di cui aveva parlato la Harp all'inizio di quella caccia al tesoro.
    Il biglietto che aveva trovato sulle pale accatastate era ancora in suo possesso e lo rilesse velocemente mentre si avvicinava all'ammasso di pale. Guardò dal biglietto al punto in cui le due linee della X a terra si incontravano.

    Una a testa, pare.

    disse sporgendosi in basso per un attimo, prima di rialzarsi col manico di una pala nella mano sinistra. Lasciò cadere il pezzo di carta e tirò fuori la sua bacchetta dalla tasca interna della giacca. Scura e a forma di spirale, l'arma era sempre lucida e ben curata; quasi giovasse di cure che la studentessa negasse persino a se stessa.
    Aspettò che gli altri prendessero la loro pala per far ciò che il biglietto suggeriva, come aveva già anticipato agli altri. Era strano sentirsi di aver fatto una qualche magia senza dover pensare ad un esito, eseguire un movimento o pronunciare una formula. Ma per lei, cresciuta nel Mondo Babbano, qualsiasi cosa che aveva a che fare con la magia era ancora piuttosto strana.
    La sfera di vetro o ghiaccio che fosse aveva un piedistallo argentato con il simbolo di un fiocco di neve in rilievo sulla base. Entrati in possesso della sfera, la sua gemella finì alla squadra delle Stalattiti. Se quella era una competizione vera e propria, sembravano essere testa a testa.
    Percorsero infatti insieme il tragitto parallelo segnato dalle frecce delle loro rispettive squadre. Aveva visto perlopiù Nott guidare i membri delle Stalattiti, ma aveva lanciato uno sguardo di tanto in tanto verso Sertoria Eburneo e Luke Lygeon, l'una che aveva fatto l'interessante scelta di attirare il quarto calice con una fasciatura magica, l'altro che prima ancora aveva puntato con precisione chirurgica la sua bacchetta verso l'oggetto, tenendolo fermo per la compagna. Fu proprio il compagno del terzo anno che approfittò del momento in cui si trovarono su percorsi paralleli, per rivolgersi a loro.
    Cy si voltò per guardarlo, mentre si avvicinavano a passo sostenuto verso il punto dove li aspettava la Harp.

    Sapevamo che nel peggiore dei casi un'infermiera l'avevamo, a portata di mano...

    rispose, riferendosi a Sertoria. Seria ma chiaramente ironica e soprattutto pronta ad ammettere che anche lei, non aveva mancato di notare loro.
    Quando arrivarono davanti alla Harp, realizzarono presto che l'oggetto che avevano dissotterrato doveva andare a posare sullo sgabello nei pressi della professoressa, a poca distanza da una lavagna. Cy si chiese subito se avrebbero dovuto disegnare qualcosa da indovinare; fu l'unico tipo di gioco che le venne in mente.

    Ma non si può dire Palla di Neve...?

    Quel borbottio fu udibile probabilmente solo per la sua squadra, i cui membri erano più prossimi a lei. Cy incrociò senza volere lo sguardo della studentessa francese e lo sostenne con la piatta espressione che la contraddistingueva.

    Senza offesa.

    aggiunse prima di spostare gli occhi di nuovo verso la professoressa.
    La sfida rivelò per essere un cruciverba, un gioco molto più in vecchio stile rispetto all'ipotesi a cui aveva pensato la Ghiaccio. La Harp delineò le fasi successive di quella prova, che ancora una volta non era la fine della gara. La prima cosa che si chiese Cy nel guardare le lavagne fu chiedersi se le parole da indovinare fossero le stesse. Era piuttosto palese che i cruciverba avessero forme e lunghezze completamente diverse, dunque anche le domande sarebbero state differenti e non valeva neanche la pena prestare ascolto alle voci delle Stalattiti.
    Cy si riprese da quella breve distrazione e la sua squadra stava già lavorando agli enigmi da compilare. Da parte sua, aveva compilato abbastanza cruciverba da piccola ma le sue conoscenze babbane non avrebbero aiutato granché in quell'esercizio, probabilmente.
    La presenza della professoressa in qualche modo rendeva tutti, anche chi a quel punto della gara si fosse già spazientito, più ligi all'attenersi alle regole del gioco. Cy stessa guardò assorta verso i quesiti e gli indovinelli del cruciverba, leggendoli da dietro diversi compagni di squadra, aiutata dall'altezza che superava di una mezza dozzina di centimetri molti di loro.
    La partecipazione di alcuni della sua squadra la fecero sentire tranquilla abbastanza dal distogliere lo sguardo dalle domande per cercare lo sguardo di Frances , che fissò per un paio di silenziosi secondi senza dire nulla e apparentemente senza che la sua espressione desse via niente di più che un'aria impassibile. Solo alla compagna, forse, sarebbe apparso chiaro che la Huxley stava rimpiangendo quella mancata visita in infermeria.
    Le voci dei membri delle Stalattiti, già intenti a rispondere ai loro pezzi di cruciverba, si unì a quelle delle Stalagmiti, senza che Cy avesse ancora pensato a mezza risposta. Finì per dare una letta più accurata alle domande e un paio di righe attirarono la sua attenzione più di altre. Accennò un sorrisetto e si fece strada con la mano destra verso il 2 Verticale.

    Quel...cane a due code.

    Il leggere Migliore Amico le aveva fatto subito pensare all'ovvia analogia del cane ma l'idea dell'incubo per i babbani le era costato un attimo di concentrazione prima di ricordare dell'animale da compagnia di cui aveva scoperto solo trasferendosi nel quartiere magico di Eli e Paul. Erano stati proprio i genitori adottivi a dirle di non avvicinarsi al cane del vicino, perché non avrebbe preso in simpatia una ragazza con sangue interamente babbano. A quanto pare a quelle creature canine stavano poco simpatici i babbani, e come dar loro torto?
    Non ricordava che il nome del cane fosse Crup, ma fortunatamente una ragazza della loro squadra lo scrisse senza difficoltà, appena Cy ne diede quella breve descrizione.
    Cercò una combinazione vicina alla parola che credeva di aver indovinato, tanto per averne conferma.

    3 Orizzontale è Guidami.

    ricordò l'incantesimo bussola senza difficoltà e rafforzò la sua sicurezza che il primo tentativo dovesse essere giusto, dopotutto.
    Continuò a leggere le domande e i suggerimenti dei compagni e quando lesse di un "incantesimo per fifoni" strinse le labbra. Credeva vi fosse una pozione che faceva quell'effetto, ma non ricordava un incantesimo. Che ironia.

    C'è un incantesimo che ti fa sentire coraggioso?

    chiese a voce abbastanza alta da proporre la domanda alla squadra, tuttavia fu verso i suoi compagni di anno che guardò, perché ricordava vagamente di aver assistito a qualcosa del genere. Fu il loro prefetto, Rheis, a dar loro la risposta, aggiungendo un'altra parola al cruciverba.

    QUOTE
    2 Verticale - CRUP
    3 Orizzontale - GUIDAMI
    5 Verticale - AUDACITER


    Edited by Cyrene R. Huxley - 24/4/2020, 10:30
     
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    Ma la Harp è francese?

    Mantenendo lo stesso tono della ragazza, fece eco al sussurro di Cyrene, che aveva giustamente espresso il suo dubbio riguardante la volontà della professoressa di chiamare solo quell'unico elemento della prova in maniera differente. Sembrava stupida come cosa, ma, almeno dal cervello semi-bacato del parmense, quel particolare non riusciva ad essere tralasciato: era come un'unica, piccola macchiolina bianca su un foglio completamente nero.
    Non lo infastidiva in maniera diretta, non era un qualcosa di offensivo, eppure la ricerca del motivo che avesse mosso tale scelta in quella direzione tornava a occupare buona parte della corteccia cerebrale del rosso sistematicamente: ecco perché aveva fatto quella domanda.
    Se la Harp fosse stata francese, magari si trovava meglio a parlare nella sua lingua, o credeva che fosse più elegante o qualcosa del genere. Era così per tutti, in fondo.
    Anche Lorenzo pensava che palla di neve* fosse effettivamente un modo molto migliore per descrivere la... palla di neve.

    Puoi smettere per un secondo di pensare a stronzate?

    Sì, doveva.
    Intanto, vennero presentate agli studenti le due lavagne che sarebbero state protagoniste della successiva prova per gli azzurro-vestiti, sia delle Stalattiti che delle Stalagmiti.
    Non aveva avuto spesso a che fare con le parole crociate, anche se suo padre diventava una sorta di strambo maniaco intellettuale quando si parlava di quel solitario logico senza carte; bastava considerare il fatto che il Fontana adulto avesse deciso di abbonarsi online ad un giornale americano, perché diceva che la versione più difficile di quel gioco si trovava proprio sopra quelle pagine, ed era cosa chiara e risaputa A chi? Non ci era dato saperlo.

    Freddafiamma.
    Freddafiamma.
    Digli quale, ti va?
    La uno verticale.


    Era uno dei primi incantesimi che lo avevano portato nell'arena quell'anno, nonché uno dei più particolari e tremendamente specifici che avesse mai dovuto imparare. Insomma, sembrava quasi che lo avesse inventato una sorta di pompiere magico, stanco di doversi portare dietro quei pesanti estintori per far fronte alle lingue di fuoco che si dimenavano negli edifici in fiamme.
    Poi, entrava perfettamente.

    Strano che tu non abbia sbagliato, eh Fontana?

    Effettivamente, lo era. Di solito gli ci voleva un po' per iniziare a carburare, per spronarsi a dare il meglio, ma nella totalità della prova che stava intraprendendo assieme ai suoi compagni aveva iniziato quasi fin da subito a raggiungere un buon livello di efficienza. Decente, perlomeno.
    Forse doveva provare a darne un'altra.

    Quella.
    Numero e orientamento.
    Quattro orizzontale. E' vampiro.


    Difesa era una delle materie che seguiva con più interesse, nonché una delle poche in cui poteva eccellere davvero, dunque non era così irreale che fosse bastato leggere la quasi ovvia definizione per poterla collegare all'essere dai denti aguzzi. Chissà com'era da vicino un vampiro.

    Ah, sicuro non può farti più paura di Price che ti butta fuori dall'aula.

    Vero. Un vampiro era nulla in confronto a lui.

    CITAZIONE
    Allora Gerry, provo con:
    1 verticale - FREDDAFIAMMA
    4 orizzontale - VAMPIRO

    * il testo sottolineato è pensato/scritto in italico.
     
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    Sfiorò la pala con la punta della bacchetta, ben più svogliata di quanto avrebbe desiderato mostrare, come se, in fondo, non avesse poi così tanta voglia di andare avanti in quel gioco. La sua mente continuava a distrarsi non appena si svuotava da un'attività cerebralmente impegnativa, come avesse un interruttore in grado di accenderla e spegnerla a comando; e un po' l'infastidiva l'impressione di non avere il controllo su quell'interruttore.
    Le parole che i componenti delle due squadre si stavano scambiando a vicenda non erano che echi lontani, mentre camminava seguendo le frecce che non avrebbero potuto rendere lo spostamento da un'area all'altra più intuitivo di così. Era un po' in balia della corrente, ben poco preoccupata dell'oggetto che avevano recuperato e che neppure sapeva chi stesse stringendo, come fosse una medaglia di legno, nei suoi pensieri.

    Ah, vuol dire palla di neve?

    Si voltò verso Cyrene, come le avesse risoluto un dubbio che in realtà non si stava ponendo. Sembrava che Beauxbatons avesse chiuso i battenti, da tanti studenti che parlavano lingue strane s'erano trasferiti in Inghilterra. Non che badasse a quello che la gente si diceva nei luoghi che condivideva con loro, ma anche avesse ascoltato le parole dei suoi compagni, c'era comunque una buona probabilità che non le avrebbe comprese.
    La presenza della Responsabile la metteva un po' in agitazione, come temesse avrebbe potuto leggere i suoi pensieri ben distanti dall'esercizio che la docente stava proponendo loro. Si trovò a guardare il cruciverba che era apparso sulla lavagna, e la prima cosa che le saltò all'occhio fu che era tutto tranne che molto semplice. Quel genere di piccoli enigmi erano tra i suoi preferiti, ché imparare nuove parole le piaceva moltissimo, come fosse alla costante ricerca di nuove sfumature di significato in una lingua con cui avrebbe potuto descrivere esattamente la realtà; e quando trovava la singola parola giusta in grado di esprimere proprio l'immagine che aveva in mente, provava una sensazione di soddisfazione paragonabile al sublime, quasi fosse una chiave per comprendere quel che la circondava. Ma quel cruciverba aveva pochissimi incroci e parole molto lunghe, e sebbene le definizioni non fossero poi così tante, avrebbero dovuto per forza conoscere la risposta a tutte quante, se avessero voluto avere una speranza.
    Incrociò lo sguardo di Cyrene con velata insofferenza, e vi trovò riflessi i suoi esatti pensieri, la stessa, tacita, necessità di essere ovunque tranne che lì. Il suo sguardo si posò poi sulla professoressa Harp, come fosse un prigioniero che, osservando il comportamento del secondino, valuta le sue probabilità di evasione; meno del dieci percento era l'inesorabile, laconica, risposta alla sua aspettativa di fuga, e si trovò ad espirare piano quei pensieri, nel tentativo di scacciarli, almeno per il momento.
    Tornò a guardare in silenzio la lavagna, che piano si stava completando di parole. Si trovò a pensare che alcune definizioni non avessero neppure senso di essere, al pari di quelle caselle bianche poste al centro di parole senza incroci, apparentemente senza alcun significato. Quello non era il genere di cruciverba a cui era abituata, era poco ma certo.

    La sei orizzontale è Saturno di sicuro.

    Le erano familiari i giochi di parole che venivano usati per definire parole che non c'entravano apparentemente nulla con il testo, ed era abbastanza appassionata di astronomia da sapere quale fosse l'unico pianeta del Sistema Solare ad avere degli anelli così lampanti. Quella lunga parola verticale continuava ad essere un'incognita, ma sapeva bene cosa fossero le megere dalle lezioni di Difesa Contro le arti Oscure.

    Esseri. La undici.

    Quando pensava intensamente, il suo cervello sembrava sentire la necessità di tenere le mani impegnate, come se le dita fossero il metronomo delle sue idee; così, osservando quella lunga parola orizzontale, svolse una delle braccia che s'era incrociata al petto per afferrare con l'indice una delle corte ciocche corvine della sua chioma scomposta per poi arricciarsela intorno al dito e tirarla piano, senza neppure rendersene conto. Quel tic nervoso sarebbe andato avanti finché non avesse trovato le risposte che cercava, assorta com'era in indecifrabili pensieri sul senso di quello schema.

    Ah ma è uno spazio.

    Lo disse fra sé e sé, ché forse a nessuno sarebbe realmente interessato, seppur vi avesse dato voce; le sembrava di averci messo una vita a comprendere qualcosa che d'improvviso le appariva banale, eppure non poté mancare di pensare che non fosse colpa sua: non le era mai capitato di vedere una cosa simile in un cruciverba. Gli incroci erano scarsissimi, la parola lunghissima, e stava osservando quello schema così intensamente che avrebbe potuto aspettarsi che si smontasse al suo solo sguardo.

    Luminoso.

    La seconda parola. La definizione diceva che emanava luce, dopo tutto.

    Muschio luminoso!

    Batté le mani insieme d'istinto, come fosse stata folgorata. Era una di quelle piante schifose che aveva dovuto studiare per Erbologia, un muschio che si illuminava da solo o una cosa simile. La prima lettera già inserita le aveva dato una mano a trovare la risposta, anche se era convinta che fosse stata più fortuna che abilità, visto che non avevano uno straccio di indizio su tutte le altre lettere.
    Qualcuno avrebbe segnato le parole al posto suo, forse lo stavano già facendo. A lei, in fondo, importava solo di andare oltre il più velocemente possibile.

    CITAZIONE
    6. Saturno
    9. Muschio Luminoso
    11. Esseri
     
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    Appena consegnato il coltello al prefetto vide quest'ultimo attivarsi immediatamente.
    Thomas dispose gli oggetti recuperati sul tavolino nell'ordine da lui ipotizzato e le sue intuizioni risultarono corrette.
    Le pale, fino a poco prima normalissime, s'illuminarono quello poteva essere solo il segnale che ora potevano essere utilizzate, l'enigma era risolto.
    Il primo a correre verso gli oggetti luminosi fu Will. Il giocatore di Quidditch era parecchio energetico e fin troppo espansivo per i suoi gusti. Quando era corso a recuperare il coltello l'aveva percepito urlare qualcosa però, come suo solito, non aveva badato a quello che diceva, solo il suono lo aveva raggiunto.
    Il prefetto seguì istantaneamente il primo e dopo di loro seguì Lygeon.
    Webb rimase qualche secondo in più nei pressi del tavolino guardando i compagni andare avanti, da quando era iniziata l'esercitazione non aveva ancora interagito con gli altri, non in maniera particolare per lo meno. Il ghiacciolo si era limitato a fare ciò che gli sembrava logico, ad agire negli interessi della squadra e forse quel suo modo di fare poteva essere frainteso ma non ci poteva fare molto.
    Mise da parte il suo momento, o meglio la sua costante, di autoriflessione per seguire chi era già andato avanti. Doveva dare il suo contributo e forse doveva farlo in maniera diversa, cercando di uscire un po dal guscio, di essere un po meno "Saimon".
    Presa una delle pale la toccò con la bacchetta in modo che questa potesse unirsi a quelle degli altri nello scavare. Stette zitto, osservava Will e Thomas , non potevano essere più diversi ma sembravano andare d'accordo. Si sentiva strano, diverso rispetto a loro.

    Ehi Will, Thomas...scusate. Non so se ho fatto qualcosa di sbagliato prima ma non era ciò che volevo...

    La voce era molto bassa, piatta eppure era il massimo che era stato in grado di fare. Sembravano parole forzate ed infatti ci aveva messo parecchio sforzo per tentare quell'approccio. Lui sapeva di aver fatto quello che riteneva giusto però lo aveva fatto per i fatti suoi, come da abitudine. Esatto, non aveva sentito le parole di Will però aveva avuto la netta impressione che le urla fossero dirette in sua direzione e nel dubbio quello era il suo modo per rimediare.
    Dopo poco tempo lo scavare delle pale riportò in superficie la Palla di Neve, questo voleva dire che potevano proseguire. Frecce bianche apparvero, quella che indicavano era evidentemente la direzione da seguire e così, come i suoi compagni, fece.
    Le frecce li portarono più in la, poco lontano dalle serre di Erbologia. Sul posto vi erano due lavagne che levitavano, una per ogni squadra dati i colori che le drappeggiavano, in mezzo ad esse la direttrice Harp e davanti a lei due leggii.
    Arrivati tutti la donna procedette con la spiegazione, si trattava in pratica di cruciverba e loro avrebbero dovuto risolverlo.
    Suo padre andava matto per quelle cose, durante i tempi morti estivi spesso lo vedeva scarabocchiare con la sua penna babbana su quelle riveste per le quali lui non aveva mai perso troppo tempo ne prestato molto interesse. Bisognava rispondere a dei quesiti e le parole sarebbero andate a posizionarsi nei vari spazi, verticali o orizzontali, e se le lettere di quelle che s'incrociavano fra di loro sembravano concordare si poteva presumere di essere a buon punto.
    I ragazzi avrebbero dovuto scrivere su una pergamena, le parole sarebbero state riportate sulla lavagna, Nott fu il primo ad approcciarsi, seguito da Luke. Quando il secondo lasciò il posto chiedendo chi di loro voleva continuare Webb si fece avanti.

    Vado io.

    Lesse le domande mancanti imbattendosi però in una che incrociava con una parola già scritta in precedenza da Luke, aveva osservato i compagni scrivere e le parole che si riportavano sulla nera superficie della lavagna e ricordava da chi fosse stata scritta. Non gli tornava. Decise di passare oltre, di concentrarsi su altre, avrebbe potuto in seguito confrontarsi con l'altro ghiacciolo, non voleva essere presuntuoso, forse era lui a sbagliare.
    Con la piuma incominciò a scarabocchiare sulla pergamena per poi rimanere a guardarla ancora un po come se questa potesse auto compilarsi e suggerirgli le risposte mancanti.
    Si allontanò dal leggio lasciando il suo posto ad altri e si affiancò a Lygeon. Si sentiva leggermente fuori posto, non voleva risultare un "professorino" ma nemmeno uno stupido che era caduto sull'ovvio. Prese respiro come se stesse per fare una cosa difficilissima.

    Luke...perdonami, sei sicuro della 8 verticale? Non sono riuscito a farla incrociare con la 9 orizzontale...

    Cercò di risultare gentile e non fastidioso anche se la solita piattezza di volto e tono non aiutavano troppo. Nel giro di poco tempo il giovane Saimon aveva parlato con i suoi compagni più di quanto avesse fatto nell'arco di tutto l'anno.

    CITAZIONE
    Orizzontale
    6. E

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    Gli ultimi minuti erano stati, per gli studenti del Ghiaccio, un brulicare di attività e movimento. Amaryllis aveva sempre avuto bisogno di tempo – parecchio anche – per comprendere, riflettere e rimuginare su ciò che accadeva. Non era mai stata svelta: fin da piccola aveva avuto bisogno di rigirarsi le cose in testa, come delle caramelle dure che bisognava succhiare a lungo prima di essere mangiate. Con tutte quelle piccole avventure, ovviamente, non c’era la possibilità di fermarsi un attimo a riflettere ogni qualvolta serviva.

    Che caos

    Pensò, seguendo in fretta i suoi compagni: avevano recuperato gli oggetti, sistemato i calici e i coltelli … beh si, i fatti di per sé erano facili da ricordare e interpretare, ma Amy sentiva comunque di essersi persa qualcosa. Probabilmente, come spesso le accadeva, alcune frasi fondamentali nel mezzo dei discorsi in inglese: ormai non aveva più bisogno di tradurre nel vero senso della parola, padroneggiava abbastanza la lingua da sapere cosa significava un determinato termine senza aver bisogno di tradurre ogni minima frase parola per parola ogni volta.

    Ma davvero, che gran caos

    Si massaggiò le tempie, perché anche se aveva intuito il senso di tutti i discorsi le sembrava comunque di essersi persa qualcosa. Solo, non era sicura di cosa o quando era successo. Se avesse almeno avuto il quando avrebbe potuto chiedere ad uno qualunque dei suoi compagni, ed era sicura che loro le avrebbero fatto un riassunto, o le avrebbero spiegato. Invece si trovava a camminare accanto a loro, confusa, sentendosi terribilmente stupida.

    Fu una vera fortuna incappare in qualcosa che conosceva, pochi minuti dopo: un cruciverba. Le piacevano, ne aveva fatti forse a centinaia per imparare più termini inglesi, e poteva in un certo senso definirsi una sorta di specialista in materia.

    Uhm, forse ne ho qualcuna …

    Azzardò, avvicinandosi alla lavagna.

    Sette verticale è “t”. Ce ne sono due in Fattura

    Ragionò, interrompendosi poi per ascoltare i discorsi dei suoi compagni. Ok, quindi mancavano … Delle orizzontali nessuna, le avevano risolte tutte; delle verticali oltre alla sette, che aveva appena detto, la otto e la 10. Beh, in realtà l 10 era già risolta.

    La 10 è “N”, mentre La otto dovrebbe essere Lumus Solem

    Di quello era abbastanza sicura, e con quelle era completo il quadro. Non era stato difficile in fondo compilare tutto.

    CITAZIONE
    Verticali
    7. “T”
    8. Lumus Solem
    10. “N”
     
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    Tutto quel lavoro di squadra cominciava a prosciugarla.
    Sertoria camminava a fianco a Lygeon trascinando il passo lungo il percorso illuminato di bianco. Aveva azionato la pala con fare meccanico, la mente proiettata alla scrivania del dormitorio, dove avrebbe potuto mettersi a sedere e intagliare qualche pezzetto di legno.
    Il compagno di squadra le aveva parlato dell'infermiera Hunt. Qualcosa d'inerente al fatto che sarebbe stata "fiera di lei". Sertoria avrebbe tanto voluto replicare che ne dubitava fortemente: le bende si usano per fasciare le ferite, non per acchiappare i cuscini volanti. Ma non aveva avuto tempo: quella giornata era ammantata dei colori della fretta e la Cenerina aveva dovuto conformarsi.

    Vorrei essere più utile.

    Borbottò di punto in bianco. Dal momento che ai suoi occhi bellezza e funzionalità rientravano nella stessa etichetta, si portava dentro l'imperativo della competenza: o lo era o tanto valeva che si levasse di torno.
    Quando il percorso s'interruppe alla ragazzina si palesò la seconda parte della sfida: nient'altro che un gioco di parole, tanto per gradire. Stabilito che chiunque avesse una risposta accorresse a scriverla, Sertoria eseguì il rinomato passo indietro dello squadrone: con tutte quelle persone che si aspettavano un servizio da lei si sentiva ancora più avulsa dal presente del solito.

    La numero tre è fatta apposta per te.
    Ah? Sì.
    Pollici.


    Il Prefetto aveva preso l'iniziativa e Luke aveva condotto avanti la cosa. Una risposta Sertoria ce l'aveva, ma gliel'aveva imboccata lui. Non rientrava esattamente nel suo concetto di "funzionalità". Senza contare che, a meno che qualcuno non ce l'avesse spinta, sarebbe stata ben lungi dal mettersi in mostra davanti alla lavagna. Lasciò così che Webb la precedesse e colmasse la domanda al posto suo.
    Ma non le riuscì di sottrarsi fino all'ultimo al proprio dovere. La quattordicenne si bagnò le labbra, avanzò e recuperò piuma e pergamena dalle mani di Saimon. Sostò di fronte al rompicapo linguistico sforzandosi per non esplodere in un rosario di sospiri.

    Numero, ma anche tu. Numero. Uno due tre quattro cinque...
    Sei.

    Sussurrò. Trascrisse la risposta sul foglio tenendo china la fronte; quasi aspettandosi commenti di dissenso.
    Per il resto, diamine, erano rimasti gli enigmi più vaghi e caotici. Sacra, cosa c'era di sacra?

    Chiesa, vita, anima, parola, croce...

    Avrebbe dato tutte le unghie per potersi cimentare in un altro incantesimo. Con le bacchette era tutto diverso, più potente, più certo. Con la bacchetta Sertoria non era più solo Sertoria. Con la penna ecco che tutto il suo carico di debolezze la soverchiava.

    Patrono. Si può dire Patrono?

    D'altronde "Patronus" era un termine latino, no? Un termine latino che significava "patrono". La punta della piuma sfiorò la superficie del foglio e accennò alla sbarra di una P. Scese e scese. Scese e scese più incerta, ancora più incerta. La mano le tremava.
    Sertoria staccò la penna dal cruciverba e portò le braccia ai fianchi. Si girò verso i compagni scuotendo il capo.

    Non so.

    Borbottò con gli occhi bassi. Aveva esaurito le energie.

    Sert riesce a rispondere soltanto al 9 orizzontale: SEI
     
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    Passando il testimone a Saimon, Luke decise di rimettersi davanti la loro tavola di ardesia, a contemplare tanto gli spazi colmati quanto quelli ancora vuoti, riflettendo sulle possibili soluzioni - alcune già ipotizzate prima e che adesso si facevano anche più concrete.

    Con la nove dici?

    Non percepiva alcuna arroganza o supponenza provenire da parte del compagno e, a dirla tutta, nemmeno avrebbe avuto motivo per ritenerlo capace di qualcosa di simile in ogni caso. Conosceva Saimon poco o affatto, ché come molti del Ghiaccio era solito tenersi più in disparte che buttarsi nella mischia della compagnia altrui e lui, d’altro canto, nel corso degli anni aveva imparato a non costringere gli altri a tollerare la sua anomala socievolezza.

    Io pensavo che lì ci potesse stare “sei” come parola. Quadrerebbe così, no?

    Erano una squadra, il confronto e i dubbi diventavano inevitabili a un certo punto, ma più di ogni altra cosa riteneva importante condividerli e discuterne l’un l’altro all’occorrenza. Forse credeva che la risposta giusta al quesito potesse essere “ero”, perché contenuto in “numero”, come parte di uno di quei tanti giochi di parole che spesso l’enigmistica portava con sé, ma Luke fin dall’inizio si era limitato a escludere quella eventualità, per il semplice fatto che dubitava esistesse nulla che si potesse adattare meglio dell’Edera - quella Capricciosa, per l’appunto - a quegli spazi vuoti e il relativo indizio.
    Di fatti a riconferma della sua idea, era stata proprio Sertoria a completare allo stesso modo le caselle della riga numero nove.

    Ok, allora restano solo cinque, due e dieci.

    Elencò piano, sottolineandole man mano sulla superficie di ardesia con il proprio sguardo e l’indice pensieroso a torturare la tempia. A quel punto, se all’intero quadro ci aggiungeva anche la comparsa delle lettere risultate dalle altre parole, le potenziali soluzioni a propria disposizione si facevano assai più concrete.
    A pensarci era quasi divertente, persino gratificante per il suo spirito fatto di precisione e ogni tanto di qualche piccola fissa. Le sue prime tre risposte vertevano sulle conoscenze di altrettante materie diverse, quali Pozioni e la sventura di San Valentino per “Amortentia”, Incantesimi per “Manifestazione” e infine Erbologia per la discussa “edera”. Mentre adesso, invece, le tre rimanenti sembravano lasciar spazio a ulteriori e diverse materie, come Difesa, Cura, fino arrivare ad Antiche Rune.

    Forse ce le ho.

    In realtà poteva dirsi alquanto fiducioso delle proprie supposizioni, solo non gli sembrava il caso di ostentare chissà quale superba sicurezza di sé, anche perché non era proprio da lui farlo; trattandosi delle ultime risposte, poi, riteneva che il minimo che potesse fare fosse parlarne apertamente con i compagni prima di prendere una decisione, presupponendo altresì la possibilità di sbagliare, ché nessuno possedeva la conoscenza infusa.

    Che ne dite di patrono, creatura e… triade?

    Lo propose senza troppi superflui giri di parole, indicando per ogni possibile soluzione il rispettivo posto, spostando la mano da sinistra verso destra e soffermandosi appena sulle colonne di loro interesse.

    Si dice patrono, giusto?

    L’ultima conferma in realtà era rivolta soprattutto ai compagni degli anni avanti, poiché la sua esperienza sull’argomento si limitava più a un superficiale “sentito dire” che non a un reale oggetto di studio - con la Cage non erano ancora arrivati a toccare quel particolare argomento.
    Dopodiché, col pacato benestare di Thomas e uno più frizzante di Will, si permise di appuntare anche quelle parole sulla pergamena, sperando di non aver imposto in alcun modo le proprie idee ai compagni, a maggior ragione poi se si fossero rivelate sbagliate.

    Saimon Webb - Sertoria Eburneo - Thomas Nott (da cui ho avuto il permesso OFF per muoverlo q.b. nel narrato)

    CITAZIONE
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    2. Patrono
    5. Creatura
    10. Triade
     
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    La cooperazione nelle squadre stava dando i frutti sperati, nonostante i magi-crucintarsio non fossero dei più difficili. Anzi, non lo erano per niente, ché erano tutte informazioni note agli studenti. Un ripasso si poteva fare benissimo anche attraverso un gioco semplice, che non pretendeva altro che qualche minuto di riflessione senza sforzi eccessivi. I crucintarsio sarebbero potuti essere più complicati ed inizialmente le prime prove che erano state fatte avrebbero potuto dare del filo da torcere. Di certo sarebbe piaciuto ai ragazzi più grandi e, conoscendoli, li avrebbe stimolati maggiormente. E senza ombra di dubbio questa era una delle loro caratteristiche che apprezzava di più. Quelli però vennero scartati poiché altrimenti gli studenti più piccoli, in possesso di poche conoscenze rispetto ai più grandi, avrebbero trovato difficoltà e il divertimento, la voglia di contribuire e partecipare attivamente, sarebbe stata sostituita dalla ricerca disperata delle soluzioni. Non era quello il senso.
    Il magi-crucintarsio nella lavagna levitante della Squadra Stalagmiti si completò di tutte le 12 risposte e come avvenne per la piramide di calici e coltelli, quella venne pervasa da un lucente bagliore scarlatto per pochi istanti. Stessa cosa accadde per la Squadra Stalagmiti: al completarsi del magi-crucintarsio, la lavagna levitante brillò di luce scarlatta. Segno palese per i membri delle squadre che la prova era stata completata. Subito dopo, due X della stessa colorazione del bagliore che aveva avvolto le lavagne, segnarono due punti nel terreno, mentre le rispettive cataste delle pale magiche si illuminarono, facendo capire agli studenti che erano pronte per svolgere il loro compito.
    Ugualmente a prima, i ragazzi ne avrebbero potuto prendere una ciascuno e portarle accanto alla X, sfiorarle con la propria bacchetta e attivare così la magia scavatrice-automatica per dissotterrare la seconda Boule de Neige, accedendo alla terza prova.



    ***
    PER ENTRAMBE LE SQUADRE





    YM4N5Ru

    Appena gli studenti avrebbero recuperato le Boule de Neige dissotterrato le Boule de Neige, di nuovo sarebbe comparso loro un percorso delineato da delle espliciti frecce bianche e azzurre.
    Ancora una volta, il percorso che delineavano era parallelo, tanto da permettere di parlarsi se avessero voluto. Li avrebbe condotti nella Radura, in una zona preparata apposta per loro. Giorni prima, la professoressa aveva chiesto l’aiuto del professor Wade, spiegandogli cosa avrebbe voluto far fare agli studenti. Il docente, mostratosi disponibile, acconsentì e forni ad Amalia alcune direttive per organizzare la prova in una zona della Radura. A quel punto, gli studenti che avrebbero seguito il percorso, avrebbero trovato per la seconda volta due spazi delimitati uno da un nastro bianco e uno da un nastro azzurro. Non occorrevano spiegazioni in merito perché, come all’inizio, era palese che quelli rappresentavano i loro campi d’azione. All’inizio delle due zone levitavano due pergamene identiche con lo stesso messaggio.


    dmqQ5Fl

    CITAZIONE
    "Sammy, l'elfo domestico giardiniere, di sua iniziativa voleva piantare delle rose per rendere la Radura più accogliente. Volendo fare le cose per bene, tentò di creare un roseto armonioso e ordinato, allineando le rose sempre a gruppi di 3. Inizialmente sembrò andare tutto bene, finché arrivato all'ultima aiuola non rimase con 7 rose da piantare. Non poteva di certo buttare una rosa, sarebbe stato un peccato! Come poteva quindi creare 6 allineamenti da 3 rose ciascuno con sole 7 rose? "


    ZErM9aF
    XpLFLeC

    Purtroppo per il povero Sammy, i grattacapi non era finiti lì. Infatti, nei minuti in cui l'elfo si era dovuto allontanare per un emergenza "scarico" nei bagni del terzo piano, uno sciame di dispettosi Folletti della Cornovaglia si avventò sulla cesta in cui erano poste le rose da piantare, iniziando a giocarci maldestramente. In quel momento, sopraggiunse anche un gruppo di fastidiosi gnomi, attirati dal giardino curato e dal profumo dei fiori, trovarono il modo per buttarsi nella cesta e iniziare una feroce lotta con i folletti. Le due specie iniziarono ben presto a litigarsi la supremazia sulle rose, arraffandole per farne il proprio bottino. Così nella baruffa, 5 folletti si impossessarono di ben 4 rose, mentre le restanti 3 vennero sequestrate da altri 5 gnomi. Le creaturine infestanti iniziarono quindi a correre e inseguirsi per il giardino, ridacchiando con le loro vocine stridule e sottili. Come in una staffetta, le due specie in competizione, presero a passarsi a vicenda i fiori rossi al fine di scartare gli avversari ed evitare che si impossessassero del loro bottino.
    Ai ragazzi non rimaneva che unirsi al gioco di Guardia e Ladri per recuperare le rose dalle grinfie malefiche di quelle bestiole, e impegnarsi a risolvere l'enigma che aveva attanagliato l'elfo Sammy. Il quale sarebbe stato enormemente grato per quel servigio offerto mentre lui era impegnato con compiti assai più sgradevoli.



    Neve Sottoterra continua!
    Note OFF:

    → Entrambe le squadre possono autoconcludere di dissotterrare la 2° Boule de Neige secondo le direttive scritte nel post e raggiungere autonomamente la 2° tappa, proseguendo lungo il percorso che vi si presenta e descritto anch’esso nel post.

    → News: visto il recente Smistamento di Hardin, la Squadra delle Stalagmiti acquista un membro, arrivando ad essere in numero pari con quella delle Stalattiti, avendo il PNG di Will.

    Stalattiti: Thomas, Will (PNG), Luke, Sertoria, Simon.
    Stalagmiti: Frances, Cyrene, Lorenzo, Amaryllis, Hardin.
    (ho considerato solo i partecipanti attivi com’è giusto che sia)
    → Al vostro compagno ho spiegato tutto, per cui farà finta di esserci stato fin dall’inizio. Ovviamente, nei vostri post precedenti non potevate tenerne conto, essendo smistato solo oggi, per cui non influirà miminimamente in modo negativo poiché non è dipesa da nessuno di voi che anzi siete stati coerenti fin dal principio.

    Detto ciò, passiamo al riepilogo:

    → Cosa fare?
    Attenzione: Ogni squadra ha la propria aiuola, la propria pergamena con l'indovinello, la propria cesta con le 7 rose, e il proprio numero di antagonisti. Per semplicità e chiarezza è stata presentata la situazione come singola, ma non è così.
    Ciascuna squadra dovrà recuperare le 7 rose “sequestrate” dai Folletti e dagli Gnomi. Attualmente 4 sono in mano ai Folletti e 3 in custodia degli Gnomi (per entrambe le squadre). Le creature sono rispettivamente 5 e 5, per un totale di 10 simpaticissime bestiole per squadra. Queste corrono per tutta l'area e si passano a vicenda i fiori affinché recuperarli sia più difficile.

    Le due squadre non possono ovviamente aiutarsi né interferire con il gioco dell'altra. Anche perché, come scritto nel post, agite in due zone separate.

    L'obiettivo è rendere innocue le creature e recuperare le rose, ovviamente senza creare loro danni letali.
    Non tutti seguono CDCM, ma certamente possono seguire le direttive dei PG che frequentano la materia e aiutare nel recupero. In ogni caso, i metodi per rendere innocue creature come pixie e gnomi sono anche materia di studio di DCAO, per cui accessibili a tutti.
    A tal riguardo tenete in considerazione anche le Inclinazioni Scolastiche possedute nella materia.

    → Avete a testa 2 incantesimi non auto-conclusivi con il quale potete sperare di mirare una singola creatura (1 incantesimo -> 1 creatura).

    ° Avete piena libertà di agire come preferite, pur mantenendo una certa coerenza, per cui Vi ricordo che:
    - ogni incantesimo rivolto contro altri o contro l'ambientazione dovrà essere non autoconclusivo, il quale sarà destinizzato al termine del turno o fase breve;
    - gli incantesimi che invece non rientrano fra questi (esempio Accendi-Bacchetta) possono essere invece autoconclusi.

    ° Totale libertà l’avete pure riguardo alle magie da utilizzare: potete scegliere gli incantesimi che ritenete più opportuni, l’importante è che rientrino tra le vostre conoscenze scolastiche. Per un maggiore riferimento, consultare il Manuale degli Incantesimi Studenti. Potete pure ricorrere a quelli che avete in Scheda PG alla voce “conoscenze avanzate”.

    ° Evitate Metagame, Incoerenza e Powerplaying.
    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data finora incorrerà nell'assegnazione di malus.

    <b>Scadenza turno: 10 Maggio compreso<ins>
    Ogni 2-3 tentativi riceverete delle brevi destinizzazioni per andare avanti.
    Per qualsiasi ragione qualcuno di voi ritenesse di non arrivarci, mi contatti anzitempo, avendo l’accortezza però di non farlo all’ultimo momento, in modo che eventualmente abbia tempo per organizzarmi di conseguenza.

    Ricordo sempre ai nuovi che ancora possono aggiungersi.
    Se avete dubbio, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A poiché la risposta ad un dubbio può servire anche ad altri!
    In bocca al lupo e Forza Ghiaccioli!

    Luke Lygeon Sertoria Eburneo Frances Stitcher Thomas Nott Cyrene R. Huxley,NukEddy, XJoe, Saimon Webb Hafifah, Hardin Stevens


    Edited by Amalia Harp - 4/5/2020, 17:34
     
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    [Stalattiti]


    Non è successo niente, tranquillo.

    Il Prefetto si rivolse a Saimon senza mostrarsi scocciato o infastidito. In qualche modo capiva pure l’atteggiamento e i comportamenti del suo compagno del Ghiaccio, sicuramente l’opposto di Will, ma che in qualche modo era molto simile a lui invece. Non si era stupito di quel suo gesto poco prima, quando si era avvicinato all’albero per recuperare il calice dopo che lui e Will avevano liberato il passaggio. Non aveva importanza chi fosse stato a fare cosa, e dal suo punto di vista quello poteva chiamarsi anche gioco di squadra, pur senza alcun tipo di comunicazione verbale. C’erano molti modi di comunicare qualcosa, e Saimon sapeva farlo benissimo in realtà, meglio della maggior parte degli studenti rinchiusi in quelle quattro mura: agendo direttamente, senza molti giri di parole.

    superthumb
    Sì, fa niente, non ti preoccupare. Anche se mi hai fatto paura.

    Will non si risparmiò quel commento sarcastico sul compagno, accantonando dunque l’intera questione con un sorriso. Piuttosto preferiva concentrarsi sulla competizione, che quel cruciverba non si sarebbe completato da solo.
    Fortunatamente, grazie alla collaborazione di tutti, la squadra delle Stalattiti era riuscita a scrivere tutte le parole mancanti. Thomas aveva preferito farsi da parte e lasciare che fossero gli altri membri della squadra a completare, così che ci fosse la collaborazione di tutti. Se aveva capito bene, alla professoressa Harp non sarebbe importato quale squadra avrebbe vinto da lì a poco, ma che ci fosse una vera e propria collaborazione tra tutti i membri della squadra. Era qualcosa che lui e Will avevano imparato giocando a Quidditch, ma la maggior parte dei suoi compagni non era nella squadra dello sport magico più seguito, e quello poteva essere un modo per spronarli. Thomas restava comunque dell’idea che quel tipo di collaborazione stesse nascendo solo per convenienza, non tanto per un vero e proprio spirito di squadra. Lui collaborava con gli altri nel Quidditch perché voleva vincere, e allo stesso modo cercava l’appoggio di tutti in quella situazione solo per portare la sua squadra alla vittoria. Erano poche, a suo avviso, le relazioni che nascevano senza secondi fini. Quella era una verità che aveva imparato ad accettare col tempo, dopo tutte le delusioni che aveva ricevuto dalle persone che credeva di conoscere.

    Avanti, recuperiamo l’altra palla di neve!

    Will fu il primo a precipitarsi verso le pale magiche per dissotterrare la seconda boule. Thomas lo seguì a ruota, ed entrambi sfiorarono i manici con le punte dei catalizzatori per animare le pale e iniziare a scavare. Con l’aiuto di tutti gli altri avrebbero presto recuperato il loro secondo piccolo tesoro.
    Seguirono così un nuovo sentiero, muovendosi in quella zona delimitata dai nastri per giungere a una nuova radura. Nel punto in cui si trovavano, una pergamena recitava una sorta di indovinello da risolvere. Thomas stava per soffermarsi e leggerlo con calma, come avrebbe fatto in una situazione normale, ma qualcosa andò storto, e Will fu il primo ad accorgersene.

    Maledetti! Stanno prendendo le rose!

    Il Prefetto si voltò all’istante, bacchetta alla mano. Bastò solo un cenno col capo per invitare Will a seguirlo e fare piazza pulita. Si trattava di Folletti della Cornovaglia e Gnomi, due creature che Thomas aveva studiato durante i corsi GUFO, e che dunque sapeva fronteggiare senza molti problemi. Tra l’altro erano creature più o meno innocue, considerando ormai il suo livello di esperienza con gli incantesimi, e sarebbe bastato davvero poco per metterli fuori gioco.
    I due ragazzi puntarono le bacchette contro due Folletti che svolazzavano per via per sparire il più in fretta possibile. Non glielo avrebbero permesso. Eseguirono un rapido movimento, tracciando con la punta dei catalizzatori una sorta di montagna stilizzata.

    Immobilus.
    Immobilus!

    Scandirono forte e chiaro, uno con sicurezza e contegno, l’altro con un tono decisamente più alto e liberatorio.
    Ammesso che fossero riusciti ad abbattere le prime due creaturine volanti e a recuperare qualche rosa, si sarebbero poi diretti verso altri obiettivi, ossia due Gnomi che se la stavano dando a gambe. Avrebbero fatto in modo di bloccarli sul posto, rendendoli incapace di muovere un solo altro passo da dove si trovavano in quel momento.
    Si affrettarono a ridurre le distanze dalle due creaturine, per poi sollevare nuovamente le braccia e tracciare una linea orizzontale, da sinistra verso destra, ognuno puntando a un bersaglio diverso.

    Impedimenta.
    Impedimenta!

    E anche in quel caso, se fossero riusciti nei loro intenti, la Fattura Impedente avrebbe aiutato loro a recuperare delle altre rose. Non sarebbe rimasto altro che aiutare gli altri compagni a fare piazza pulita di quegli esserini fastidiosi e trovare rapidamente una soluzione all’enigma proposto.
    Thomas e Will lanciano l’Incantesimo di Arresto contro due Folletti della Cornovaglia, e la Fattura Impedente contro due Gnomi. Ho assunto che Will mirasse verso dei bersagli diversi da quelli di Thomas, data la parità numerica tra i membri delle squadre.

    Saimon Webb - Sertoria Eburneo - Luke Lygeon
     
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