Concorso VIII Anniversario

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Catherine Nott
        +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Frozen Wiz
    Posts
    2,444
    Likes
    +132
    Location
    Scozia

    Status
    Indisegnabile
    CITAZIONE
    Titolo: Per far spazio al Nuovo, il Vecchio deve morire
    Autore: Catherine Nott
    Personaggi: Catherine E. Nott, Amalia Harp, Frederick Nott (padre di Elijah)

    Pedone

    Catherine era una strega diplomata da meno di un anno e, da uno dei sentieri di una verde foresta scozzese, poteva vedere le alti torri della sua vecchia scuola, Hogwarts. Mai si sarebbe aspettata di osservarla dopo così poco tempo il conseguimento dei M.A.G.O. e mai si sarebbe immaginata che lo stesse facendo da dietro una fredda maschera d’argento, mentre il suo avambraccio sinistro stava continuando a bruciare di dolore a causa del Marchio Nero, che le era stato tatuato a fuoco solo di recente.
    Accanto a sé col suo portamento fiero c’era suo fratello maggiore Frederick, l’uomo, che, a causa della sua sfrenata ambizione, l’aveva condotta dall’Oscuro Signore per farla reclutare. Lei aveva dovuto chinare la testa e accettare il nero mantello e le volontà oscure del suo nuovo Lord. Se avesse rifiutato, avrebbe condannato sé e suo fratello a una morte certa; i Malfoy avevano già messo fin troppo alla prova la pazienza di colui-che-non-doveva-essere-nominato. Lei, che mai aveva reso favori a quel potente mago, non poteva permettersi di irritarlo, poiché non l’avrebbe passarla liscia.
    Suo fratello, che in quel momento già aveva sguainato la propria bacchetta ostentando il desiderio di uccidere quanti più Sangue Marcio possibile, qualche ora prima l’aveva implorata di perdonarlo per averla condotta a Hogwarts, che fra poco, se non si fosse arresa e se non fosse stato consegnato all’Oscuro Signore Harry Potter, si sarebbe trasformata in un campo di battaglia. Lei non sapeva più se credere o meno alle lacrime che aveva visto.

    “Sono solo una pedina sacrificabile e tu, fratello mio, non illuderti; non sei diverso da me.” Pensò Catherine, mentre osservava da lontano Hogwarts ribellarsi alla volontà oscura di cedere Potter.
    A quel punto l’attacco non era più evitabile. Ci sarebbe stata una prova di forza che avrebbe coinvolto loro, i Mangiamorte, contro l’Ordine della Fenice e l’Esercito di Silente. Loro avevano la forza dei numeri e delle Arti Oscure, gli altri – questo Catherine non poteva saperlo – la conoscenza e il valore per uccidere il suo Signore.

    Gli Incantesimi difensivi vennero prima evocati per proteggere le mura del castello e poi dissolti dalle forze di voi-sapete-chi.
    Anche Catherine imbracciò la sua bacchetta di Pioppo Bianco, guidata da suo fratello, assieme a un manipolo di Mangiamorte a lui fedeli, che contava anche la presenza della potente Incantatrice Amalia Harp.
    Assieme si precipitarono verso il ponte di Pietra, pronti a annientare ogni futile resistenza e a spianare la strada per l’arrivo del loro Lord, che al momento sembrava voler evitare lo scontro.
    “Ha protetto il suo serpente con una barriera... che stranezza.” Che Voldemort tenesse più al suo famiglio che ai suoi fedeli servitori era evidente, ma la difesa che aveva eretto attorno al rettile a Catherine pareva eccessiva.
    La strega, in ogni caso, si rendeva conto di dover sgomberare la mente da quei futili pensieri. I maghi che stava per affrontare forse non erano molti, ma erano avversari pericolosi. Non poteva soffermarsi su quelle piccolezze o sulle ragioni che muovevano suo fratello lungo la via dei fanatici del Sangue Puro.
    “Pensavo che Flamel ti avesse fatto superare la morte dei nostri genitori... ma evidentemente non ti conosco affatto. Non sei uno stupido, sapevi che l’Oscuro Signore stava reclutando nuovi seguaci quando ti sei unito a lui! Potevi immaginare che avrebbe voluto anche la mia bacchetta!”
    Mentre la rabbia prendeva corpo dentro di lei, la Nott evocò una Maledizione Esplosiva contro una delle statue animate dalla Trasfigurazione di Minerva McGranitt.
    Lo scontro, che l’avrebbe vista fronteggiarsi anche con chi l’aveva forgiata come strega, stava per avere inizio.

    La Promozione

    I Mangiamorte si erano ritirati nella Foresta Proibita. Mancavano poche ore all’alba, a Hogwarts era stata concessa una tregua e l’ennesima occasione per consegnare a loro Harry Potter. Proprio il bambino che era sopravvissuto si era offerto spontaneamente, all’ultimo secondo, all’Anatema del loro Oscuro Signore.

    Catherine era sconvolta.
    Il suo mantello nero era lacero e bruciacchiato ed era ferita. La resistenza che avevano trovato a Hogwarts li aveva quasi colti impreparati. Più volte era riuscita a sfuggire per un pelo alla cattura e all’identificazione. Aveva combattuto anche con persone che erano stati per lei mentori e compagni. Dinanzi a sé, vedeva il corpo del Prescelto ormai privo di vita. Eppure tutti questi fatti presi assieme avevano procurato a lei lo stesso sgomento di veder cadere a terra colui-che-non-doveva-essere-nominato.
    Bellatrix Lestrange, proprio in quel momento, stava tendendo una mano al loro Signore per aiutarlo a rialzarsi e Catherine Nott stentava a capire cosa fosse successo.
    “Non ha senso... Potter non ha neppure provato a difendersi… non l’ha colpito con nessun Incantesimo! ”
    Agli occhi di Catherine quel Lord immortale sembrava di colpo più umano e vulnerabile di quanto avesse mai osato pensare.
    Lo vide rifiutare l’aiuto della sua folle luogotenente, tornare in piedi, liberare Nagini dalla sua protezione magica e ordinare al Mezzo-Gigante Hagrid di sollevare il corpo senza vita di Potter per condurlo verso Hogwarts con un’oscura processione.

    La mano di Catherine serpeggiò d’istinto per afferrare quella del fratello e frenarlo.
    « Chi ti comanda è solo un Mezzosangue e sembra vulnerabile… vuoi il potere per vendicare i nostri genitori? Per proteggermi? Uccidilo. Diventa il nostro nuovo leader. Per lui saremmo solo pedine sacrificabili. » Disse a Frederick, quando fu certa che nessuno degli altri Mangiamorte li avrebbe uditi.
    Il fratello in tutta risposta si tolse la maschera d’argento e cercò il suo sguardo. La stava guardando come un’ingenua. La considerava ancora una bambina che non riusciva a capire un mondo che era più grande di lei.
    « L’Oscuro Signore ha appena ucciso Harry Potter. Abbiamo vinto. Lui saprà fare i nostri interessi. Ci premierà per averlo seguito fedelmente. » I pensieri di suo fratello non le vennero taciuti a lungo e lei capì quanto fossero state fasulle le lacrime che aveva versato poco prima.
    Cercando di esercitare un pieno controllo sul suo linguaggio non-verbale, Cath gli rispose, accennando un sorriso: « Forse hai ragione. »
    Le false lacrime provocavano agli altri dolore; i falsi sorrisi facevano male, invece, a chi li faceva - così si diceva.
    Catherine però non aveva cambiato idea. Ormai aveva capito che per ingenuità o per sete di potere, suo fratello l’aveva consegnata a quel macello volontariamente e quello la faceva sentire tradita.

    Distaccandosi da lui si mise in cammino, unendosi agli altri Mangiamorte. Ogni suo passo la portava avanti. Si muoveva come un pedone sulla scacchiera, cosciente tanto della sua debolezza quanto del suo potenziale. Se era vero, infatti, che quella fosse la pedina con meno valore degli scacchi, al tempo stesso essa era quella con più potenziale; raggiunta l’ultima traversa quel pezzo insignificante poteva essere promosso e diventare una regina.

    Con passo svelto raggiunse Amalia Harp. Le si avvicinò all’orecchio e, mentre un inatteso Neville Paciock dichiarava guerra a colui-che-non-deve-essere-nominato, le sussurrò parole luciferine: « Mio fratello mi ha appena confidato che ha avvelenato l’Oscuro Signore. Ci ha traditi. »
    In quel momento avvenne l’imprevedibile: Harry Potter, creduto morto, scivolò via dalle braccia del Mezzo-Gigante Hagrid e l’ultima battaglia di Lord Voldemort ebbe inizio. Essa avrebbe segnato la sua definitiva sconfitta.

    Regina

    I Malfoy e molte altre famiglie Purosangue avevano voltato loro la schiena e li avevano abbandonati.
    Quando il corpo di Lord Voldemort toccò il pavimento della Sala Grande ormai privo di vita, anche gli ultimi Mangiamorte fedeli furono costretti alla ritirata. I fratelli Nott e Amalia non fecero eccezione.
    Erano gli ultimi sopravvissuti del loro manipolo di maghi oscuri e presto si sarebbero uniti agli altri pochi superstiti ancora fedeli agli ideali del Signore Oscuro più potente della sua epoca.

    « Expelliarmus. » Un lampo di luce rossa venne evocato dalla bacchetta di Catherine e raggiunse il fratello, disarmandolo.

    Lui la guardò incredulo e impaurito. In quel momento, Catherine sentì quasi di poter avere il lusso di esitare. I suoi occhi si riempirono di lacrime sincere… ricordava quanto fossero stati soli da piccoli e come lui si fosse occupato di lei senza mai farglielo pesare. Sapeva però che lui, a quel punto, grazie al suo carisma avrebbe conquistato i rimasugli dei Mangiamorte e li avrebbe piegati ai suoi ideali di vendetta. Era conscia che lui la considerava inadeguata, indifesa e che non avrebbe mai abbracciato ciò che lei desiderava creare. Lui aveva solo il desiderio di distruggere, di sopraffare i Mezzosangue e questo poteva essere un problema per i suoi progetti futuri, che riguardavano tutto il Mondo Magico e non solo una minoranza di esso.
    Gli ideali che lei da quel momento avrebbe voluto incarnare sarebbero andati contro il nuovo Ministero della Magia. Non poteva permettersi di avere come nemici anche i Mangiamorte di suo fratello.

    « Harp, fallo. » All’ordine di Catherine, seguì l’esplosione di un lampo di luce verde.
    La luce abbandonò gli occhi di suo fratello, caduto poiché tradito da due streghe che avevano giurato di seguirlo e di combatterlo al suo fianco.
    Il quel momento Cath seppe di essere rimasta da sola. Aveva fatto uccidere l’ultimo membro della sua famiglia che le fosse rimasto.

    La Nott si era trasformata in un macellaio peggiore di quel che suo fratello era stato. A quel punto, non le rimaneva compiere il suo ultimo passo nella scacchiera per diventare una Regina... bianca.

    Riuniti da lei, gli ultimi Mangiamorte la guardavano con aria incredula. Lei non indossava il loro cupo mantello, bensì un’uniforme dai colori più chiari.
    Amalia, che vestiva come lei, le stava accanto e, come le aveva ordinato, aveva evocato un serpente simile per dimensioni a Nagini.
    Le due si erano parlate, si erano comprese e avevano deciso di abbracciare l’una la lotta dell’altra.

    “Che si compia il miracolo! ” Pensando quelle superbe parole, sorrise, e poi di colpo, concentrandosi sul rettile lì presente, parlò in Serpentese, ordinandogli di avvolgerla fra le sue spire.
    Mai aveva mostrato loro o al suo Signore quella straordinaria abilità. Solo suo fratello ne era a conoscenza.
    Fra i fedeli di Voldemort lì riuniti l’incredulità crebbe.

    « Quel che pensate è giusto: io sono la figlia dell’Oscuro Signore. » Il suo gioco d’inganni non aveva ancora avuto fine. Mentiva ai suoi futuri sottoposti senza mostrare alcun tentennamento: infatti, era vero che, come lo era stato Tom Riddle, anche lei era una Rettilofona, ma non era certo sua figlia.
    « Mio padre non è stato ucciso da Potter. L’Oscuro Signore è stato tradito dai suoi uomini più fedeli… i Malfoy e il mio fratellastro si sono accordati per attentare alla sua vita. » Dopo quelle parole, Catherine spiegò a quei malviventi che aveva già ucciso suo fratello e che gli altri Purosangue traditori sarebbero stati i prossimi a soffrire lo stesso destino.

    « Se mio padre è stato manchevole in qualcosa, ebbene posso affermare con certezza che lo è stato nel rimanere cieco dinanzi alla corruzione di quest’Ordine di maghi. » La strega continuò a parlare ai criminali lì riuniti, cercando d’ispirarli.
    « Prima di pensare al sangue dei Nati Babbani, dovremmo pensare a purificare noi stessi dai codardi che hanno cercato in noi rifugio. » Mentre sollevava le sue mani, Amalia, come l’aveva istruita, mutò il colore dei loro mantelli da nero a bianco.
    « L’Oscuro Signore, rinnegando quello con cui era nato, ha scelto di chiamarsi con un altro nome.
    Io farò di più… da questo istante, io scelgo di non avere un nome. Per voi sarò la Spirale e voi farete parte di me, diventando le mie braccia. »

    Mentre un simbolo scuro, simile per forma a un Triskeles, compariva sui loro mantelli, i suoi sottoposti la osannavano, pronti a riorganizzare le forze e ad ambire di nuovo alla grandezza, lei pensò: “Quando il tempo sarà giunto, mi sbarazzerò di ognuno di voi e vi sostituirò con chi può realmente comprendere i miei veri ideali.”

    Quando il Mondo Magico stava seppellendo i suoi morti e si preparava a vivere un periodo di pace, Catherine Nott si apprestava a dare inizio a una nuova partita a scacchi che avrebbe turbato di nuovo la quiete di loro tutti.
    Quella giovane strega era pronta a distruggere il mondo e persino se stessa.

    Nota:
    Scegliendo di anticipare le date di nascita di tutti i PG/PNG originali di questa FanFiction ho scelto anche di stravolgere le origini della Spirale, come anche il personaggio di Elijah, che non esisterebbe affatto.
    Il cambiamento di carattere di Frederick da fratello amorevole a scalatore sociale senza cuore può essere dovuto a una manipolazione esterna? Può darsi. Esplorarlo in questo racconto, che – ribadisco – non vuole essere canonico, non mi interessava.
     
    Top
    .
9 replies since 11/12/2019, 15:40   438 views
  Share  
.
Top