Caos divinatori

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    La luce si esibiva, componendosi insieme all’incantesimo di Sertoria. I tasselli creavano un gioco che, in un’altra situazione, sarebbe potuto essere pure bello da vedere.
    Samantha però, lo colse a malapena.
    Il suo incantesimo era calato sui tre piccoli roditori, bloccandoli sul posto e rendendoli impossibilitati a compiere la loro pazza, frenetica corsa.

    Presi.

    Samantha sorrise, quasi beffarda, seppure non potesse più vederli. Di fatto, la nebbia era diventata l’unica cosa che poteva percepire. Mosse la bacchetta verso le sue prede, accovacciandosi per ritrovarle e prendersele.
    Avrebbe avvolto i topolini nella sua cravatta, legandoli con un nodo abbastanza stretto, come tre piccoli salami e tenendoli definitivamente fermi.

    Tranquilli, piccini, ci sono io.

    Nessuno avrebbe fatto del male a quei topolini, Samantha era pronta a prenderli e portarseli al dormitorio. Nemmeno Svart avrebbe potuto tentare di mangiarli: era pronta a farli diventare amici!
    Era un peccato che non ci vedesse più nulla, perché avrebbe potuto muoversi per andarsene da quella soffitta e portarsi i tre roditori con sé.
    Ad ogni modo, il fatto che non potesse farlo in quel momento, non significava che non lo avrebbe fatto dopo. Sarebbe bastato che quel Poltergeist sparisse, insieme a quella nebbia, magari.

    Non assicuro di aver lasciato il pavimento nelle condizioni in cui lo avevate trovato.


    Samantha rispose a Laice con una poderosa pernacchia, la soluzione a quello era facile: non si sarebbe mossa. Non era abbastanza arguta da pensare ad una maniera intelligente per risolvere la situazione: la loro classe era piena di persone che per prime alzavano la mano durante le lezioni, che ci pensassero loro, no?
    Qualcosa stava bussando alla finestra, un gufo che forse doveva consegnare un messaggio per il professor Lennox. Un tempismo davvero singolare, considerando la situazione in cui si trovavano tutti loro.

    Mi sono stancata.


    Voleva tornare a vedere dove camminava, quella piccola luce che la sua bacchetta emanava non era sufficiente al suo scopo.

    Vedremo.

    Puntò il catalizzatore in avanti, compiendo un movimento circolare.

    Lumos Solem!

    Il suo obbiettivo? Il percorso verso l’ingresso, ovviamente. L'incantesimo solare era la soluzione ai suoi problemi, anzi... ai loro problemi! Se tutti si fossero creati la loro strada luminosa, non avrebbero dovuto temere di inciampare nelle trappole del Poltergeist.

    Fatelo anche voi per schiarirvi la strada!

    Samantha prende i topi e li lega con una cravatta, l'ho fatto in maniera conclusiva per sicurezza, anche se tencicamente dovrebbe saperlo che sono lì. Poi usa il Lumos solem non autoconclusivo per schiarirsi la via verso l'ingresso. Utilizzo un bonus per usare un'incantesimo anche se ho svolto un'azione.

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    Non c’era molto di più da fare in simili circostanze, e d’altronde mai c’era davvero stato: rimanere figli dell’inerzia oppure reagire. Ella, sfortunatamente, da troppo tempo sembrava ferma sulla prima, diventando suo malgrado la compagna di giochi preferita di Laice.
    E presto anche, una volta di più.
    Il braccio magi-estensibile era stato ingenuamente lasciato a disposizione sulla cattedra dallo studente del Ghiaccio, forse ignaro o semplicemente incauto rispetto la capacità del poltergeist di rendersi tangibile secondo volontà. Fu sufficiente il secondo in cui si allontanò per portarsi verso la finestra affinché Laice lo facesse suo, usandolo per l’ennesima volta sulla Ghiaccio: prendendola per un braccio e cominciando a farla girare in tondo.

    Ahaha! Sì, io e te saremo piccole grandi amiche.

    Volteggiando e ridendo freneticamente, allo stesso tempo la Soffitta si animava di altra vita.
    Daniel fronteggiava i suoi roditori come fossero un avversario, il più tremendo dei nemici, e presto riuscì a rendere innocuo il più preoccupante dei due, quello in prossimità della propria gamba. L’altro tuttavia era sparito dalla vista ora, forse andato a gironzolare altrove, forse nei dintorni, purtroppo non era dato saperlo. Quello vicino alla coppia di amiche invece, forse intimorito dal fascio luminoso della Tempesta e approfittando dell’immobilità e disattenzione della Fuoco, si era avvicinato a quest’ultima iniziando a rosicchiarle la scarpa destra, incurante della viva presenza di chi ancora la stava calzando.
    Sertoria e Samantha, fra tutti, avevano dato vita a una strategia lucente e abbagliante, oltre che di vitale aiuto. Una comunione straordinaria quella data dai loro incantesimi, che avrebbe permesso a chiunque lo volesse di raggiungere la finestra protagonista delle attenzioni da parte del gufo e quella che le era immediatamente accanto; una semplice accortezza veniva chiesta in cambio: diffidare di ciò che quella nuova strada di luce aveva permesso di intravedere oltre la nebbia, ombre scure e decisamente sospette, sparse a macchie casuali.
    Ad approfittarne per primo, il più prossimo di tutti al vetro e il suo rapace, Emrys.
    Uno schiocco e fu aperta, cominciando a far fuoriuscire i primi stralci fumosi ed entrare il gufo; il tempo di lasciare la lettera sulla cattedra poi e volò nuovamente via. Un altro rumore seguì subito lo spazio di quella manciata di secondi, la lettera sospesa all’altezza dello sguardo che prendeva nuova forma e, tossicchiando, cominciava a parlare.
    Era la voce del professor Lennox.

    Ragazzi non preoccupatevi, a breve sarò di ritorno.
    Vedete di- NO-NO… Kaze, NO! Non mangiarli! Non li ho ancora corretti quei compiti, per tutte le Sibille!
    Scusate, devo scappare.
    A fra poco.


    Bruscamente interrotta, la lettera e il suo messaggio ricaddero sul legno, nuovamente senza vita.
    Allo stesso modo si fermò Laice e il girotondo messo in moto per la sua nuova amica, mettendosi a ridere fragorosamente.

    Lo avete sentito?!
    Sta per tornare!… Qualcuno qui non se la caverà affatto bene.


    E riprese nella sua spettrale risata, lasciando la presa su Ella e tornando a girovagare per la stanza nella sua allegria invisibile, in attesa di godersi lo spettacolo al rientro del docente.
    E se il presente si professava ancora incerto, il futuro lo sembrava assai meno. Pensare che all’inizio sarebbe stato impensabile, mentre ora invece era realtà; la Soffitta era addirittura più in disordine di prima: tazzine rotte, sostanze misteriose - prima assenti - sul pavimento, topi in libertà o legati in una cravatta che fossero.
    Un caos con ancora meno senso di quello che l’aveva preceduto, pieno dell’ormai irrecuperabile diffusione del velo bianco a ricoprire ogni cosa, sebbene già la prima finestra aperta stesse aiutando a impedirne l’ulteriore avanzamento e, di lì a breve, anche a sottrarne altro volume dalla stanza.
    In ogni caso al momento, il Destino appariva tutto fuorché roseo per i sei studenti.

    Ciascuno di voi ha un’azione o un incantesimo per questo turno, entrambi non autoconclusivi.

    aula-copia-4

    Scadenza: lunedì 1 aprile (compreso)

    NOTE
    - Vi informo che questo sarà il vostro ultimo turno (come anticipato all’inizio, non sarebbero state sforare le 4 settimane), dopo il quale ci sarà quindi anche l’ultima destinizzazione e la conseguente conclusione della quest.
    - Samantha: hai i tuoi amici topolini tutti per te e il tuo incantesimo è andato a buon fine. [Bonus: Utilizzato]
    - Susan: scarpa commestibile a parte, ti è concesso allontanare il topo autoconclusivamente, agitando appena la gamba o come meglio preferisci.
    - Ella: nulla, sei diventata la compagna di giochi preferita di Laice, “goditela” rolando sempre di conseguenza.
    - Sertoria ed Emrys: direi che non ho niente da aggiungere alle vostre azioni di questo turno.
    - Come sempre, per domande o dubbi, sapete dove trovarmi.
    - Tutti: potete raggiungere le due finestre autoconclusivamente, senza incorrere nelle misteriose sorprese lasciate sul pavimento da Laice, che tuttavia rimangono indistinte sotto la coltre di nebbia. Farlo, quindi andare verso una delle due, per questo turno non rientrerà nel conteggio singola azione/incantesimo a vostra disposizione.


    Edited by Leonard Lennox - 27/3/2019, 13:52
     
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    La finestra si aprì con una facilità sorprendente, come tutte le altre finestre del castello del resto, gli elfi domestici dovevano avere una cura maniacale per tenerle così ben oliate. Il gufo, al contrario delle aspettative pessimistiche di Emrys, svolazzò per la stanza, lasciò cadere la lettera che stava trasportando sulla parte riordinata della cattedra e se ne andò così come era arrivato. Ne il gufo ne Emrys avevano ancora notato la presenza dei topi contro la quale gli studenti del secondo anno stavano combattendo da qualche minuto, la nebbia impediva la loro vista. Era un peccato, il gufo avrebbe potuto racimolare uno spuntino da terra prima di andarsene.

    La lettera sulla cattedra prese vita, senza che nessuno l’avesse toccata. Da essa si emanò quella che era la voce del professor Lennox, Emrys l’aveva riconosciuta solo perché ci aveva parlato prima che li abbandonasse nella soffitta. A quanto pareva il professore era di ritorno da lì a qualche minuto.

    La cosa era molto positiva visto che poteva aiutarli a scacciare quella belva di Laice, ma molto negativa allo stesso tempo visto che in quei minuti loro non avevano concluso assolutamente niente, anzi aveva causato più danni che altro. La colpa era di Laice che si era intromessa… e del fatto che quelli del secondo anno non sapevano il significato della parola collaborare. Se la prima cosa potevano rivelarla al professore, la seconda era meglio tenersela per se’ ed evitare altri contatti maggiori con quei falliti che doveva sorbirsi ogni giorno a lezione.


    Hai sentito Laice? Noi siamo nella popò, ma se arriva Il prof, tu lo sei di più. Fossi in te, sparirei.


    Le consigliò o forse era una minaccia quella che Emrys aveva appena detto al vento, incapace di capire dove la Poltergeist fosse andata a sparire. L’invisibilità salvava anche la fantasma dal prendersi una fattura in faccia. Fosse stato da solo non avrebbe esitato a lanciarne una al vento sperando di colpirla, ma essendoci altre persone e soprattutto roba non sua era meglio evitare di scatenare una guerra con gli altri studenti o rompere qualcosa di valore. Uno per le regole e l’altro per la buona condotta, non gli piaceva affatto prendere note di demerito.

    Lanciata la minaccia scrutò con gli occhi l’area per vedere se Laice si faceva vedere o se fosse possibile carpire un segnale della sua fuga. Si sarebbe aspettato di vederlo apparire il suddetto segnale, ma non aveva voglia di stare lì a cercarlo. Almeno lui doveva darsi da fare e non procrastinare come invece aveva sentito fare gli altri dall’inizio della loro missione. Non ci aveva fatto molto caso, ma vedendo che le cose dalla loro parte erano quasi più terribili di come le aveva viste entrando nella soffitta, poteva dedurre che non stessero facendo nulla o forse già lottavano con Laice da quando Lennox li aveva salutati. Difficile a dirsi, non aveva fatto molto caso agli altri, e non voleva iniziare a farlo adesso.

    Così come aveva raggiunto la prima finestra si avvicinò quindi alla seconda, quella alla sua sinistra, contando che doveva fare attenzione non sono alle macchie scure sul terreno, alle ombre delle trappole disseminate da Laice, ma anche alla ragazzina del suo anno che girava come una trottola, presa nel vortice dal braccio magi estensibile. Si, di nuovo lui. “O al diavolo” pensò mentre apriva anche la seconda finestra per poi cercare di avanzare verso quella dopo.

    La nebbia aveva iniziato a diradarsi aprendone una, aprirle tutte era un buon modo per iniziare a pulire la zona e salvare almeno l’incombente professore dal farsi male per le trappole di un poltergeist che al castello non dovrebbe manco esserci.
     
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    Ali. Grosse ali piumate.
    Accosciata sul pavimento, Sertoria percepì il rumore di ventaglio propagarsi ad arco al di sopra della propria testa. Lasciò andare giù il braccio, mentre il fumo scemava pian piano dal suo campo visivo, lasciando affiorare frammenti di mondo. In un certo senso era come attraccare al porto dopo una lunga deriva nella nebbia. La barca attraccava stremata e il senso di morte lasciava il campo alla vita.
    Così per lei. Recuperando lucidità, la ragazzina raccolse la sfera grande, pigiò i polpastrelli sul pavimento e si alzò in piedi. dacché era stata così brava da riuscire a salvare due globi divinatori, tanto valeva custodirli con cura fino all'ultimo.
    Il quel momento Lennox la colse alla schiena, facendogliela sobbalzare.

    Di ritorno. Fra poco.

    Persino lei era abbastanza assennata da rendersi conto che, ben lungi dall'aver pulito l'aula, il loro operato aveva casomai acuito il caos. Spostò lo sguardo sul marasma della stanza e descrisse un arco sconsolato attorno alla stanza.
    Il ragazzo più piccolo e il poltergeist si stavano inveendo addosso. Dall'altezza eretta poteva quasi intravederli, ché il fumo si diradava già più velocemente. Poteva quasi intravederli e poteva rimpiangere la cosa: era stata così bene là sotto, distanziata da tutti e tutto.
    Voci soffocate le ronzavano attorno. Le pareva di Ella, quel timbro. Si pigiò al petto la sfera di cristallo e avanzò nel fumo, rivolta alle finestre. Il bagliore evocato da Samantha le aveva aperto il percorso. O almeno, credeva che c'entrasse la giovane del Fulmine.
    Era fin troppo abituata a sentirsi impotente. Raggiunta la compagna più piccola le passò lo sguardo addosso, finché il trabiccolo offerto loro in dotazione dal professore non le si palesò nelle pupille, momentaneamente inerte al suolo.

    Pericoloso.

    S'insinuò tra Ella e il braccio estendibile, facendole da scudo. Abbracciava la sfera col braccio sinistro, brandendo la bacchetta con l'altro. Avvicinò la punta del piede all'artefatto, con l'intento istintivo e tutto infantile di respingerlo con un colpo minimo, come si fa con gli oggetti particolarmente schifosi.
    In caso fosse accaduto qualcosa, un Finitus Incantatem già si modellava sulle sue labbra, accompagnato dall'accenno di uno scudo vergato nell'aria.
    Uno scudo per la bimba scudo.
    Povera Sertoria. Era tanto tenera, quella sua dedizione alle intuizioni sbagliate.

    Non so se ho ruolato correttamente, sono le 2 di notte e domani non riesco a scrivere @_@
    In caso avessi violato le regole, punite lei (*indica Sertoria*).
     
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    Il professore stava arrivando, quello poteva significare solo guai.

    Che tempismo.


    La scure dell’ingiustizia sarebbe calata su di loro e sarebbero stati incolpati di crimini che non avevano commesso.
    Samantha aveva perso ogni entusiasmo, una volta recuperati i suoi topi. Voleva solo che il professore arrivasse e segnasse la fine di tutto quello.
    Col senno di poi, avrebbe fatto meglio a starsene nella torre della Tempesta. Alla fine le pulizie non portavano nulla di buono, soprattutto per dei bambini come loro.
    Laice rideva e scompariva, c’era chi si impegnava ad aiutare il prossimo e chi cercava di aprire le finestre per mandare via la nebbia.
    Però no, non erano quelli i problemi.
    Il problema era chi rideva di loro, chi l’avrebbe passata liscia dopo averli scherniti e feriti.
    Samantha non era una paladina della giustizia, ma non ci sarebbe stata a farsi incastrare, non gli importava di niente se non di uscire da quel posto.
    E così, rimase ferma, in ascolto.
    La Tempesta era astuzia, creatività, anche intelligenza.
    Lei forse non era molte di quelle cose, ma poteva ancora provare ad usare il cervello abituato al coma perenne.
    Poteva dire di essere una bambina abbastanza agile, forse non quanto Luke, ma almeno più degli altri ragazzini in quella stanza.
    Chiuse gli occhi, ascoltando le risate della Poltergeist invisibile. Ci sarebbe stato un momento in cui sarebbero state più vicine, più individuabili. Non le importava quanto avrebbe aspettato, lei contava in un momento del genere.
    Se poi non sarebbe arrivato, se ne sarebbe fatta una ragione.
    Al momento giusto avrebbe cercato di individuare il punto dal dove proveniva il suono, muovendo il catalizzatore per lanciare la sua magia.

    Petrificus Totalus!

    Ciò che aveva di innato doveva venire in suo soccorso.
    Il potere magico, ciò che li rendeva diversi dai Babbani.
    Quel mondo non era solo spazio per loro, ma quella era la fonte stessa della loro vita: Erano esseri magici che dovevano compiere cose fantastiche.
    E col cuore, come il papà le aveva insegnato:

    Fo...Fottiti!


    Dalla frase: "tornando a girovagare per la stanza nella sua allegria invisibile" ho intuito che il Poltergeist stesse ancora ridendo, quindi ho mosso Samantha per cercare di farle seguire il suono della risata e tentare di pietrificare il Poltergeist. Mi affido totalmente ai suoi riflessi, se per caso avessi frainteso lla frase della Destinizzazione, mi scuso.
    Tutto non autoconclusivo.
    Saggezza: 03
    Capacità Magiche: 12
    Manualità: 04
    Riflessi: Agilità: 10 - Prontezza: 05
    Sensibilità: 12
    Carisma: 01
    Prestanza: 07
    HP:50
     
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  6. Daniel Rollins
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    Il suo incantesimo sembrò andare a buon fine; anche se non poteva vedere il topo, il fatto che il giovane non sentisse più nulla che tentava di aggrapparsi ai suoi pantaloni gli diede un grande sollievo. Ora poteva occuparsi anche del ratto che era riuscito a salire sul tavolino di fianco a lui, ma quando egli si voltò, dell’ animale non vi era più traccia.

    Probabilmente ha visto cosa ho fatto all’ altro ed è scappato.

    O forse stava preparando un nuovo attacco, ma Daniel non voleva assolutamente pensare a questa eventualità.
    Roditori a parte, la situazione non stava affatto migliorando: Laice continuava a sogghignare in giro per la stanza mentre la nebbia non accennava a diradarsi. Come se non bastasse, il gufo non fu per niente d’ aiuto dato che si rivelò essere un semplice messaggero. Una lettera parlante infatti annunciò l’ imminente ritorno del professor Lennox.

    Meno male!

    Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, contento di poter finalmente porre fine a quello che si era rivelato essere un pomeriggio decisamente caotico. Eppure dopo pochi secondi il suo stato d’ animo cambiò repentinamente: gli bastò dare una veloce occhiata attorno a sé per rendersi conto di come era ridotta la Soffitta.

    Siamo nei guai, non crederà mai a ciò che è successo.

    La stanza si trovava in uno stato peggiore di quello in cui era inizialmente ed era tutta colpa di Laice, a parte per due tazzine di cui il giovane si sarebbe anche preso la responsabilità. Tentare di risistemare il tutto era fuori discussione dato il poco tempo a disposizione, dunque l’ unica cosa saggia da fare dal suo punto di vista era aiutare Emrys andando ad aprire altre finestre.
    Sfruttò la luce creata dalle compagne per evitare le trappole sparse in giro dal poltergeist e raggiunse la finestra più vicina all’ ingresso, arrivando ad aprirla. Non sapeva cosa sarebbe accaduto quando la nebbia sarebbe scemata: forse le trappole sarebbero scomparse, forse Laice stessa se ne sarebbe andata, ma di certo era meglio far trovare all’ insegnante una Soffitta che non assomigliasse ad una palude.
    Per quanto riguardava le possibili conseguenze di quella disavventura, poco importava a Daniel di un’ eventuale punizione, ma la cosa che più gli avrebbe dato fastidio era il fatto di poter fare una brutta figura davanti ad un professore che, molto probabilmente, avrebbe imparato a conoscere meglio dall’ anno successivo. L’ unica speranza era che Lennox potesse essere a conoscenza delle malefatte del poltergeist e che quindi potesse credere alla loro storia.
     
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  7. SusanNobbs
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    C'erano tante cose che Susan non sopportava: il parlar male delle persone senza minimamente conoscerle, gli attacchi e le urla rivolte a soggetti più deboli senza una valida motivazione e, non meno importante, la gente che si fingeva amica per poi voltarti le spalle nel momento del bisogno, troppo concentrata su se stessa e il proprio mettersi in mostra per prestare aiuto a chi ne necessitava. Ora, il carattere con cui si nasceva era difficile da cambiare, lo sapeva bene lei che con i sui scatti iracondi creava situazioni burrascose senza realmente volerlo eppure, il fatto che il ragazzino del ghiaccio avesse ritenuto prioritario avviarsi ad aprire la finestra più lontana invece di aiutare la sua ex spalla a difendersi dalla follia del poltergeist, le fece montar dentro una tal rabbia che se non fosse stato per il messaggio dell'imminente ritorno di Lennox, avrebbe afferrato la prima cosa a portata di mano per tirargliela contro sperando giusto per precisazione, di provocargli una paura tale da fargli venire la strizza.
    Era un codardo? Bene, che ne desse un ennesima dimostrazione visto che c'era!

    Combattuta tra il rimanere ferma accanto a Samantha, impostasi quel giorno come amazzone dal sangue caldo, e raggiungere invece le due fanciulle per sincerarsi della condizione della più piccina, la scintilla si rese ben presto conto che uno strano peso poggiava sulla punta della sua scarpa, riconoscendolo come uno dei topolini che non erano riusciti a bloccare quando questo iniziò a strattonare col musino i sottili lacci di cuoio che stringevano la calzatura.
    Decisa ad impedire ogni incidente ai danni dell'animaletto ed un eventuale, ulteriore aumento del caos che li circondava in caso della di lui fuga, la ragazzina sollevò per l'ennesima volta la bacchetta esattamente come aveva fatto qualche un paio di minuti prima, agitandola e ripetendo l'incanto che si sperava avrebbe bloccato anche questo ennesimo piccolo roditore.

    Immobilus!

    Indipendentemente dalla buona riuscita o meno dell'incantesimo, la bambina avrebbe a quel punto tirato la camicia fuori dalla gonna e chinatasi quel tanto che bastava per toccare il pavimento con le dita, avrebbe cercato di afferrare i corpicini dei due( tre?) topini che il lento dissipare della nebbia ed il precedente incantesimo di luce della bionda le avevano permesso di individuare, ponendo con delicatezza gli animali nella culla di cotone formatasi col sollevamento dei lembi della maglia.

    Con la speranza che l'adulto si sbrigasse a raggiungerli e il corpo finalmente pronto a scattare per evitare eventuali altri agguati di Laice, la mezzo coreana si preparò quindi a dover fornire tutte le spiegazioni opportune riguardo alle vicende finora accadute ed a difendere in caso di necessità, gli altri presenti dall'attribuzione di colpe non proprie.

    Saggezza:06
    Capacità Magiche:05
    Manualità:05
    Riflessi:Agilità: 02- Prontezza: 01
    Sensibilità:04
    Carisma:02
     
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    Un battibecco sembrava prendere forma dalla voce dello studente del Ghiaccio, che cercava di far leva su un timore - e sopratutto una realtà - del tutto inesistente. Motivo per cui Laice si fece di nuovo visibile e beffarda più che mai, per deridere lui oltre che l’inutile eroismo messo in piedi da Sertoria - fine a se stesso e privo di alcun risvolto.

    Ahahaha! Sì, certo.
    Che pauuura!… Crederanno di sicuro a quello che avrete da dire, non c’è dubbio.


    Disse palesemente sarcastica, mentre gesticolava e continuava a ridere. Come se fosse mai possibile credere alla loro versione, piuttosto che a quella - assai più semplice e plausibile - che li vedeva irresponsabili autori di quel caos inenarrabile.
    Dopodiché Emrys riuscì a sfruttare l’occasione data dalle compagne per aprire anche la seconda finestra, quella appena accanto. A fargli compagnia Daniel, che aveva tentato di raggiungere la finestra più vicina all’ingresso… E ci riuscì, ma pagando il caro prezzo di inciampare in uno degli scherzetti lasciati da Laice e purtroppo non visibile, poiché fuori dalla portata della magia lucente. Una sostanza melmosa, che solo una volta calpestata rilasciò il suo olezzo inconfondibile: pus di Mimbulus Mimbletonia, avvolto da gelatina o chissà cos’altro che ne celava l’odore, almeno fino a quel Fatidico momento.
    In compenso, il numero di finestre aperte saliva così a tre e con esso cominciava anche ad abbassarsi ulteriormente il velo di nebbia, misurandosi di poco sotto le ginocchia dei presenti. Mentre la strada di luce cominciò ad andare incontro la sua fine, arrivando a disperdersi senza particolari cerimonie.
    Più distante, invece, ora anche Susan era diventata proprietaria di un trio di topolini, che con successo era riuscita a immobilizzare l’unico scampatole e riunirlo con gli altri due. L’amica invece si era impegnata in tutt’altro tipo di confronto, meno terra-terra e più aereo.
    Malgrado il Poltergeist si fosse donato nuovamente all’invisibilità dopo lo scambio di battute con Emrys, le sue risate - addirittura aumentate - non fecero altrettanto, e l’orecchio di Samantha [Sensibilità 12] dopo un’oculata concentrazione riuscì di ricondurle a un’area precisa. Purtroppo per lei, però, l’incantesimo pur attraversando Laice non fece altro che disperdersi nel vuoto, privo di alcun reale effetto.

    Ma che-? Pensavi davvero, tu… Ahahahah!

    Un’altra fragorosa risata, tronfia per una difesa senza sforzo, piena dell’invulnerabilità che la sua forma intangibile le permetteva nei confronti di simili offensive. Si sarebbe anche prodigata per restituirle il favore, ma le scale cominciarono presto a donarsi in pesanti scricchiolii, sempre più vicini. Perché sforzarsi dunque? Meglio aspettare e godersi la parte migliore.
    Il futuro era alle porte, o meglio, alla botola… e il suo messaggero pure.
    Come promesso, il professor Lennox aveva fatto il proprio ingresso.


    Non era un bello spettacolo quello che lo attendeva oltre la soglia, che cigolante e lignea introdusse clamorosamente la sua entrata.
    Impietrito sgranò gli occhi, più di quanto non fosse uso fare.
    Destra e sinistra. Sinistra e destra. Poi di nuovo. Praticamente un ciclico cenno del capo, sconsolato e incredulo.
    Il silenzio era tanto palpabile e vivo che ne chiamava altro, eppure la mano del divinatore si alzò ugualmente di scatto, con la sola e ferma pretesa di chiederne ancora. Lo sguardo teso e severo li esaminava tutti, scrupolosamente, mentre un gesto della mano e la sua bacchetta buttava via ogni residuo del bianco velame.
    No, non era affatto contento, assolutamente no!

    Mi ero fidato, ma mi avete profondamente deluso.

    Sembrava un’altra persona, anche loro lo avrebbero potuto capire, rispetto poco prima così come durante il resto dell’anno scolastico, tra voci di corridoio e incontri occasionali.

    Vi pare questo il modo di farmi trovare la stanza che avevo rimesso a voi!?

    La voce si era fatta più greve, delusa e a tratti mortificante.

    Ebbene… Sono certo che una setti-

    Lo sguardo indugiò nuovamente attorno, persino disgustato da un fetore non indifferente.

    Anzi, un mese di punizione non potrà che farvi bene!
    Sono sicuro che al signor Greenwood farà piacere avere una mano nella pulizia dei Sotterranei. Lì almeno non potrete fare più danni di quanti ne abbiate fatti qua.


    Non ammetteva repliche il suo tono, come non ne aveva ammesse da che aveva fatto il suo ingresso. In quel silenzio prese a scrivere una lettera, una volta finita ne fece altre tre copie. Poi, dalla tracolla fece uscire Miku e Kaze, a cui ne affidò due ciascuna prima di lasciarle andare.

    Inoltre, saranno messe al corrente di tutto ciò le vostre Responsabili e il Preside.

    Qualche altro momento, qualche altro secondo di rimprovero, fino quando non percepì uno sottile spostamento nell’aria - Laice era andata via. Aveva finito.
    Era abbastanza così, no?
    Si permise qualche frangente ad occhi chiusi, prima di riaprirli e tirare un enorme - e anche parecchio - sospiro di sollievo, assai inaspettato vista la situazione.

    Scusatemi ragazzi, ma era il modo migliore…

    Eccolo, sembrava diventato di nuovo un’altra persona, o meglio era tornato se stesso. La voce calma e trasognata si prestava così a spiegare loro l’accaduto, tutto quanto.
    Il disordine nella Soffitta era sempre stato opera di Laice a quanto pareva, implacabile spirito le cui colpe erano passate inosservate, per questo ogni magia e sforzo erano risultati inutili a debellare del tutto il caos in cui l’aula era piombata e a cui il Poltergeist continuava a rincarare in segreto la dose. Un presagio era però arrivato all’Occhio Interiore del docente: servivano degli studenti che lo aiutassero per porre fine ad ogni cosa, pur non sapendo ancora nei dettagli il perché.
    Solo quello stesso pomeriggio il Fato gli si era rivelato più cristallino: la responsabilità di Laice; il modo per porvi fine; persino la lettera - vaneggiamento con i furetti a parte - rientrava nella Visione. Soddisfatta la voglia di vedere qualcuno nei guai, il Poltergeist avrebbe finalmente e definitamente abbandonato il suo gioco in favore del prossimo; l’alternativa sarebbe stata doverci aver a che fare più del previsto.
    E purtroppo per i loro giovani animi - così duramente messi alla prova -, anche la sfuriata e filippica di poc’anzi non era altro che parte del grande piano, quello messo in moto dal Destino e il suo fedele suddito. Tutto questo gli era stato spiegato da Lennox, che con cura aveva già iniziato a mettere ordine per l’intera stanza, ormai prossima a riprendere le sembianze originali in quella magia di riparazione sul larga scala.

    Allora… grazie ragazzi.
    Ho visto che alcuni di voi frequenteranno la mia classe. Ma in ogni caso: arrivederci a tutti, il Destino ci riunirà comunque fra poche settimane.


    Serafico come sempre, anche mentre dispensava stralci del futuro.

    Ah, ovviamente Miku e Kaze sono andati a recapitare la vera versione dei fatti alle Responsabili e al Preside.
    Ma fossi in voi non mi farei vedere troppo spensierato quando c’è Laice nei dintorni, in questo caso: il gioco è bello finché dura a lungo.


    Anzi per sempre, perché certo non sarebbe stato un bene per loro se lo spirito eternamente problematico e dispettoso si fosse scoperto ingannato, proprio no.
    Il tempo di quell’ultimo suggerimento e la Soffitta era tornata come nuova, purpurea e luminosa, piena dei suoi aromi del fuoco centrale ardente. La poltiglia era stata riposta nei sacchi incantati lasciati precedentemente a disposizione, mentre i topi - vittime innocenti, al pari della classe che ne prendeva il nome - sarebbero stati restituiti ai legittimi proprietari, che il divinatore aveva visto essere stati indebitamente rapiti dal Poltergeist.
    Infine ci fu un saluto e un sorriso di gratitudine, con cui Leonard diede l’arrivederci ai sei studenti, oltre la botola e i suoi caos divinatori.

    [Quest conclusa]



    - Daniel: ho provato a rileggere il post più volte, e sembra che tu abbia valutato la tua azione come autoconclusiva, cito: “e raggiunse la finestra più vicina all’ingresso, arrivando ad aprirla”. Solo per la finestra immediatamente accanto Emrys era stato permesso autoconcludere l’apertura, per questo motivo ti ho fatto calpestare la melma di Laice, senza avviare un tiro di dadi che altrimenti ci sarebbe stato, per decidere se incappassi o meno nella “sorpresa”. Il fetore ti rimarrà ON per 3 settimane, a meno di rimediare altrimenti sempre ON (tramite Pozioni, Infermeria o qualsiasi altra cosa tu preferisca).
    - Tutti: quanto detto nel narrato del mio post, riguardo ogni parte della rivelazione (conseguenze, piano, finto rimprovero etcetc) vi è stato chiaramente riferito da leonard e ne siete quindi al corrente. Al massimo, se avete dubbi su qualche dettaglio chiedetemi pure via MP o su Facebook.

    Daniel: 1 Prontezza + 14 pe
    Ella: 4 pe
    Emrys: 1 Carisma + 16 pe
    Samantha: 1 Saggezza e 1 Agilità; -1 Bonus
    Sertoria: 1 Saggezza e 1 Sensibilità; -1 Bonus
    Susan: 1 Prontezza + 12 pe

    LadyDie, Sertoria Eburneo, Daniel Rollins, takasugi;, Luke Lygeon, SusanNobbs, Eltanin17... La vostra avventura termina qui, spero vi siate divertiti.

    Un saluto dal vostro divinatore preferito (?)
    Alla prossima!
     
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