Caos divinatori

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    [Domenica 7 aprile - Ore 14:00]


    CITAZIONE

    Cercasi studenti T.O.P.O. disponibili per dare una mano a riordinare il Fatale caos piombato misteriosamente sulla Soffitta. Qualunque volontario sarà ben accetto.

    Con i migliori ringraziamenti
    Professor Leonard Lennox

    PS In settimana comunicherò i dettagli ai diretti interessati.


    Anche se in realtà c’era ben poco da definire misterioso in un simile sfacelo, dopotutto non era chissà quale segreto che ad avervi dato origine fosse stato lo stesso docente, smemorato, stralunato e per di più disordinato come pochi.
    Interpellare unicamente gli studenti della Classe T.O.P.O. gli era sembrata la scelta più sensata, sia per evitare di rubare tempo a quelli più grandi - che già ne avevano meno rispetto i colleghi più giovani -, sia perché far ripulire il suo stesso disordine a qualcuno dei propri allievi lo avrebbe messo non poco a disagio.
    Di fatti, era stato pressoché impossibile per gli studenti della sua materia non accorgersene a un certo punto: la Soffitta era stata praticamente abbandonata a se stessa, trascurata da diverse settimane a quella parte. Ormai la stanza era in grado di ospitare in volume più cianfrusaglie e ciarpame vario che ragazzi con tavolini, sgabelli e pouf annessi.
    Alla fine porvi rimedio era diventata più che una scelta sensata, una mera questione di necessità, se non persino di sopravvivenza. Per quanto si fosse sforzato in magie e slanci fisici, a nulla era servito, tutto il caos sembrava ristabilirsi se non anche aumentare; ovviamente, poi, non se la sentiva di coinvolgere qualcuno dei propri colleghi nelle sue stesse croci - ma qualcosa, forse il Destino, gli aveva suggerito che quella sarebbe stata la soluzione migliore, forse anche definitiva.
    Quando il docente accompagnò i volenterosi studenti fin là sopra, quindi, la disastrosa situazione non era cambiata affatto.

    Siamo arrivati: ecco a voi.

    Le braccia teatralmente spalancate, a mitigare il suo imbarazzo per l’aprirsi di quel panorama confusionario, allucinante, ai limiti della sconsideratezza e di cui lui stesso si poteva considerare irresponsabile artefice.
    Il fuoco del camino centrale spento, le note di erbe aromatiche svanite, mentre i toni violetti della stanza erano stati in buona parte sommersi da ogni genere di disordine: pergamene logore o stracciate; tavolini pieni di Sfere, tazze e altri oggetti divinatori mai rimessi a posto; cumuli e pile indefinite sparse, che arrivavano a coprire il pavimento o addirittura gettare ombre inquietanti sulla stanza.
    Della Soffitta di Divinazione, ormai, rimaneva solo il nome.
    Lennox lasciò ognuno di loro con tutto l’occorrente* per pulire e mettere in ordine, nondimeno le dovute istruzioni su come adoperarlo e sopratutto su come comportarsi** in sua assenza.

    Grazie ancora per l’aiuto ragazzi, tornerò per controllare e darvi una mano non appena avrò finito.

    E con quelle parole li abbandonò al loro Destino, chiudendosi la botola sopra la testa e lanciando un ultimo cenno di saluto.
    Lui purtroppo non poteva aiutarli per il momento, poiché - come si era giustificato a suo tempo con loro - si sarebbe trovato impegnato con affari più urgenti e che richiedevano la sua più totale attenzione.
    In fondo gli studenti non dovevano far altro che mettere un po’ di ordine, bacchetta più bacchetta meno. Che problemi avrebbero mai potuto avere?

    Le premesse che vi hanno portato a questo lieto evento sono state tutte riportate nel post, come avete potuto leggere e come, in buona parte, erano anche state anticipate durante la fase di iscrizione.

    ALTRE INFO
    *Occorrente per pulire lasciatovi in eredità dal professore:
    - strofinacci Incantabili&Autopulenti (uno a ciascuno studente): un tocco della bacchetta e inizieranno a fare il proprio dovere, un altro dopo che hanno finito e torneranno magicamente come nuovi
    - braccio magi-estensibile (uno soltanto, condividete): basta premere sull’impugnatura per attivarlo. Cercherà di raggiungere e far presa in direzione di un punto ben precisato nello spazio, catturato in precedenza o in contemporanea dallo sguardo di chi lo utilizza. Di grande aiuto per arrivare ad afferrare oggetti nei posti più anfrattuosi
    - contenitori per rifiuti (uno a ciascuno): sacchetti con Incantesimo di Estensione Irriconoscibile incluso. Quindi non c’è da preoccuparsi, il solo limite al ciarpame di cui potete liberarvi è dato dalla vostra voglia di mettere ordine
    - guanti (per chi ne sentisse la necessità): uno per ognuno, o almeno così sarebbe dovuto essere. Lennox si è dimenticato il quarto, quinto e persino sesto paio… se ne rammarica, ma dovrete farne a meno

    **Istruzioni che vi sono state caldamente raccomandate di seguire in sua assenza:
    - il Regolamento Accademico resta sempre in vigore quindi, per fare un esempio → Non massacratevi né danneggiate la proprietà scolastica. Pena, severe sanzioni per il responsabile/i.
    - Fa eccezione l’uso della magia, che il professore di fatto vi ha concesso di usare nello svolgimento delle vostre mansioni di pulitori-volontari, qualora lo riteniate necessario (e, Lennox, si augura col dovuto senno del caso)
    - Non distruggere nulla che il suo trasognato cuore da divinatore potrebbe rimpiangere (= “Mi raccomando: le Sfere di Cristallo non si usano per giocare a bowling con le chicchere per il tè come birilli” cit.)

    FINE.

    Scadenza: martedì 5 marzo (compreso)

    Questo è il turno introduttivo, non richiede chissà che, ragion per cui ho ritenuto 4 giorni potessero essere più che sufficienti per i vostri primi post di “presenza + eventuale azione di pulizia” (che poi mica è detto tutti i vostri PG muoiano dalla voglia di mettersi all’opera).
    Siete lasciati a voi stessi nella Soffitta quindi potete interagire liberamente tra voi, con l’ambientazione e l’equipaggiamento vario: iniziate a pulire Cenerelle!
    Giocate con coerenza e serietà, ma sopratutto: buon divertimento!
    E che il Destino vi sia lieve U.U

    LadyDie, Sertoria Eburneo, Daniel Rollins, takasugi;, Luke Lygeon, SusanNobbs, Eltanin17


    Edited by Leonard Lennox - 5/3/2019, 21:14
     
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    E fu silenzio.
    Silenzio per modo di dire. Cioè, l'assenza di suoni era del tutto inconfutabile, ora come ora.
    Era il caos, tutto quel tremendo caos a urlarsela e battersela come una bestia al mattatoio. Un rumore sinestetico, tutto fatto di vista, sfondava gli occhi di Sertoria, prendendoli per orecchie.
    Quasi che fosse consapevole del meccanismo, la ragazzina si pigiò i palmi sulle tempie e sguinzagliò lo sguardo per la stanza. Nonostante il suo cervello fosse un guazzabuglio di viottoli intricati tra loro, almeno dall'esterno richiedeva un ordine, uno schema che lo indirizzasse.
    Non sapeva bene perché avesse scelto di presentarsi dal professor Arbitro-del-Duello: magari doveva aver pensato che, se lo avesse aiutato a mettere in ordine, lui le avrebbe fatto la cortesia di dimenticarsi della figuraccia che aveva combinato l'anno passato; forse considerava che rassettare una stanza potesse essere un'operazione nelle sue corde, una di quelle in cui poteva effettivamente fare un lavoro impeccabile, "alla Luke"; o probabilmente era soltanto masochista e non le era bastato inaugurare l'anno accademico con una bruciatura di salamandra alla mano.
    Misteri magici. Sertoria decise che era venuta fin lassù per starsene un po' tranquilla e vedere se avrebbe trovato uno Specchio delle Brame come quello che aveva perduto tragicamente nella notte di Halloween. Così vi avrebbe guardato dentro e avrebbe saputo se fidarsi di quel che aveva visto più volte nell'esemplare andato distrutto.
    Rasserenata dalla prospettiva di un obiettivo, dunque un percorso delineato da seguire, Capelli Cenere allontanò le mani dalla testa. Era stata tra i poveretti rimasti senza guanti, ma non le dispiaceva: apprezzava che tra lei e le cose che toccava non ci fossero barriere tattili. Tanto gli oggetti non avrebbero mai rischiato di abbracciarla a tradimento.

    Specchi. Specchi specchi specchi.

    Avanzò nel marasma, tenendosi il più aderente possibile ai muri e sondando la mobilia in cerca di qualunque cosa potesse rammentarle il vetro, dai cristalli colorati degli acchiappasogni alla superficie rutilante di qualche smalto giapponese.
    E poi vide Lei, Ella, Colei-che-Tutto-sa, l'immancabile domina di ogni divinatore.
    La palla di cristallo.

    Oh.

    Giungendo le manine in preda alla riverenza, Sertoria si avvicinò al fragile oggetto, accomodato sul prevedibile tavolo rotondo da veggente. Si chinò appena in avanti, coi pugni premuti sulla gola e i mocassini riuniti in una posizione tutta infantile. La sua faccia slavata si dilatava sul piano convesso della sfera, ancor più instupidita dalla deformazione.
    Era proprio il momento giusto per porre una domanda, ammesso e non concesso che funzionasse così, e la piccola dubitava parecchio in merito. Ma boh, poteva anche provarci: mica intendeva toccarla, dopo tutto.

    E-Ehm!
    Io...


    Forse pensare alla domanda sarebbe stato sufficiente. Magari rendersi ridicola come un carapace rovesciato parlando ad alta voce non era effettivamente più produttivo.

    Meglio essere sicuri.

    Sondò se stessa cercando l'interrogativo migliore da porre. Scartò di chiedere se fosse mai diventata fabbricante di bacchette: un "no" l'avrebbe probabilmente uccisa sul colpo. Per esclusione ne restò un altro, ugualmente dolente, ma forse non così tanto. Avvezza com'era a sentirsi l'ultima ruota del carro, avrebbe fatto l'abitudine anche a quella sensazione.

    Cosa pensa di me Lu...

    Ammutolì con un risucchio. Idiota, idiota e idiota. Gettò un'occhiata furtiva oltre la spalla e visionò i compagni di classe, ancora intenti a fare altro. Impallidì comunque fino all'altezza del collo, nonostante avesse parlato con un tono così basso che a mala pena avrebbe potuto udirla la sfera, ammesso che avesse la facoltà di recepire suoni.
    Si girò nuovamente e cacciò un sospiro.

    Soprannome. Tanto capisce, è magica.
    Cosa...Cosa pensa di me... il ragazzo stella?

    Le era venuto spontaneo, e non solo per la vecchia tiritera del lago e del Lumos e del chi più ne ha più ne metta. Tornava semplicemente ovvio appioppare un appellativo del genere al giovane più conosciuto dell'Accademia. Per non parlare della pagella che doveva avere, quasi sicuramente aderentissima al concetto che si può avere di "stellare".
    Ciononostante la sfera non replicò. Sertoria grugnì delusa.

    Conoscerò Olivander?

    Nisba. Poteva solo sperare che non valesse la regola "silenzio-dissenso".

    Non è logico se mi risponde, non sono veggente, come funziona, eh?
    Cose sciocche.
    Dovrei andare.


    Doveva, appunto.
    Eppure, eccola ancora lì.

    Sertoria non ha il paio di guanti. Dato che stiamo giocando, mi pare giusto consentire alla sfiga di coglierla di petto, il più agevolmente possibile :wub:
     
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    Samantha aveva sempre delle energie contate per ogni fascia oraria della giornata e se solo l’atto di vestirsi poteva rubargliene una buona percentuale, nessuno si sarebbe sorpreso di beccarla a sonnecchiare in giro per la scuola tra una lezione e l’altra.
    L’idea di riempire le sue “ore pisolino” per qualcosa che non fossero gli allenamenti di Quidditch era impensabile.
    Eppure, perfino l’impensabile era divenuto realtà.
    No, non era impazzita.
    Aveva preso lei l’iniziativa di rispondere alla chiamata del Professor Lennox, che stava cercando dei volontari per la pulizia della sua soffitta.
    Cosa c’era di più noioso e faticoso dell’impiegare il tempo in delle pulizie?
    Eppure, lei aveva risposto.
    Doveva averne voglia, oppure aveva deciso che per quella precisa giornata si sarebbe riempita il pomeriggio di un’attività a caso. Ci teneva che tutto ciò rimanesse un mistero, perché se no qualcuno, nei suoi mondi immaginari, poteva pensare che stesse trascurando le sue sessioni di “sogni ad occhi aperti”.
    E perché fare arrabbiare i suoi draghi e le sue fatine, quando poteva semplicemente non renderlo presente?
    Quindi quel giorno ci sarebbe stato il gioco del “Sei qui ma non lo sai nemmeno tu il perché.”
    Alla fine, avrebbe potuto semplicemente avere avuto una pennichella senza sogni o peggio, un sonnellino con uno di quegli sgradevoli incubi. La cicatrice a forma di Eihwaz le prudeva al solo sfiorare la possibilità.
    No, meglio fa finta di nulla.
    Arrivata all’orario dell’incontro, fu ben felice di trovare dei volti familiari tra i volontari di quella rassettata improvvisata. Il Professor Lennox d’altronde, stava simpatico con facilità: Samantha se lo ricordava come arbitro del suo primo (e ultimo) duello, oltre che come il proprietario di due adorabili furetti.
    Si domandava se per quell’occasione sarebbero usciti fuori, ma non le era parso di averli intravisti addosso all’insegnante di Divinazione.

    Peccato.

    Pensò.

    Chissà se i Draghi si mangiano i furetti…

    Fece spallucce, curandosi di rimanere vicina ad i suoi amici nel tragitto per arrivare alla soffitta. Samantha non si chiedeva nemmeno che tipo di confusione avrebbero trovato, molto più concentrata nell’immaginarsi come sarebbe stato trovare un armadio segreto, che magari portava ad una cova di uova di drago.
    Nella soffitta c’era davvero un disordine ammirevole, seppur Samantha poteva giurare di aver visto di peggio nello studio di suo padre. Sembrava che in quella stanza fosse passato un uragano, gli oggetti erano stati lasciati a loro stessi, abbandonati al destino di mescolarsi insieme a cose che con loro non c’entravano nulla.
    Pile e mucchi di confusione circondavano i bambini, che a quel punto avevano una bella gatta da pelare. Perfino la vivida immaginazione di Samantha faceva fatica ad immaginare come poteva essere stata la stanza prima di quello.
    Non si pose nemmeno il problema di scegliere da dove iniziare, in realtà. Vide il materiale che il professore aveva lasciato loro e decise semplicemente di fare qualcosa.
    Tirò fuori il suo catalizzatore in Carpino e lo mosse in direzione degli strofinacci Incantabili&Autopulenti.
    Perché agire con logica dopotutto, no?

    Guarda, Susan!


    E condividere le sue trovate, in quel caso, era davvero fondamentale.

    Samantha tenta di attivare gli stracci, in maniera non autoconclusiva. Lo fa a caso perché... è Samantha (?)


    Saggezza: 03
    Capacità Magiche: 12
    Manualità: 04
    Riflessi: Agilità: 10 - Prontezza: 05
    Sensibilità: 12
    Carisma: 01
    Prestanza: 07
    HP:50

    Bonus: 3
     
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  4. Daniel Rollins
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    I fine settimana di Daniel erano pressoché identici tra loro: dedicava il sabato ai compiti da consegnare nella prima parte della settimana successiva e allo studio mentre la domenica solitamente era un giorno di riposo totale nel quale passava un po’ di tempo con i suoi compagni di casata. Quella domenica invece sarebbe stata un po’ diversa rispetto alle altre: quando l’ annuncio del professor Lennox venne affisso nella Sala Comune, il giovane inizialmente lo ignorò, colpito dalla sua nota pigrizia che lo portava a fare il minimo indispensabile. Riflettendoci però, aveva capito che quella era una buona opportunità per conoscere e far colpo sull’ insegnante, anche perché molto probabilmente Divinazione sarebbe stata una materia che avrebbe affrontato l’ anno successivo.
    Salendo le scale per raggiungere la Soffitta, Daniel si chiedeva cosa avesse potuto spingere il professore a chiedere aiuto a degli studenti per pulire una stanza e ben presto gli venne data una risposta.

    Ed io che pensavo di essere disordinato, qui siamo su tutto un altro livello!

    Da una parte gli faceva piacere sapere che ci fossero persone adulte che avevano un rapporto con l’ ordine più complicato del suo, ma dall’ altro ciò significava che ci sarebbe stato più lavoro da dover fare. Fortunatamente non era il solo TOPO ad aver accettato quella sfida, ma con lui c’ erano alcuni volti noti che, in un modo o nell’ altro, avrebbero potuto aiutarlo. Dopo aver consegnato alcuni utensili per le pulizie ed aver dato alcuni accorgimenti, Lennox lasciò la Soffitta, lasciando i giovani studenti da soli e con un lavoro da fare.

    Bene, adesso devo solo cominciare a fare qualcosa. Forse posso cominciare dai tavolini.

    Se l’ insegnante fosse rimasto nella stanza allora Daniel si sarebbe impegnato per tentare di far colpo su di lui, ma in quella situazione il suo lato pigro ebbe la meglio. Per questo il ragazzo decise di dedicarsi alle tazze, raggruppandole tutte in un unico tavolino, per poi sedersi su uno dei pouf vicini ad esso. Prese uno degli stracci che il professore gli aveva consegnato e cominciò a pulire la prima tazza; passarono ben due minuti prima che egli si rendesse conto che quegli stracci erano incantati e che potevano fare il loro dovere da soli. Daniel faceva ancora fatica a ragionare come un mago ed il suo essere un nato babbano lo portava a fare i ragionamenti che era solito fare fino a due anni prima.
    Prima di poter tentare di incantare gli stracci però, il ragazzo vide delle pergamene accartocciate sul pavimento di fianco a lui: colto dalla curiosità, lo studente della Tempesta ne raccolse un paio e provò ad aprirle per tentare di leggerne il contenuto: forse erano appunti degli studenti più grandi, forse appunti di Lennox o forse ancora le scritte sarebbero risultate essere incomprensibili per lui, ma di certo ciò era più interessante del pulire delle tazze. A proposito di queste ultime, Daniel usò la sua bacchetta per attivare lo straccio, nella speranza che ciò gli desse più tempo libero per poter cercare degli oggetti interessanti.



    Non ho autoconcluso né l’ attivazione dello straccio né il possibile contenuto delle pergamene, dato che non sapevo se ciò potesse avere importanza in futuro!

    Punti Abilità
    Saggezza: 04
    Capacità Magiche: 09
    Manualità: 05
    Riflessi: Agilità: 02 – Prontezza: 04
    Sensibilità: 02
    Carisma: 01
    Prestanza: 08
    HP: 50
    Bonus: 1

    Dal baule prendo una fiala di Pozione Scaccia-Odori, che può sempre essere utile (?)
     
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    Frozen Wiz
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    “Ma si dai, in fondo cosa può andare storto?” Si era detto prima di proporsi per aiutare il professore di divinazione. Il suo aiuto era puramente strategico: Emrys non si sarebbe mai sporcato le mani per altri se non per poter chiedere loro favori in cambio o avere favoritismi. Divinazione era anche una delle materie che immaginava di seguire due anni più tardi. Aiutare adesso il professore, ammesso che in due anni non cambiasse, poteva essere un ottimo inizio per avere un rapporto più solido, per muovere il professore a compassione se avesse avuto difficoltà nella sua materia o altro.

    Mai si sarebbe immaginato quello a cui andava incontro. Appena messo piede nella soffitta si era paralizzato. Gli occhi fattisi piccoli, guardavano fissi davanti a loro, la bocca semi aperta esalava un piccolo flusso d’aria, unico segno che ci era schiattato per davvero alla vista di ciò che aveva di fronte. Se ci fosse stato un medico in soffitta avrebbe quasi potuto rilevare un encefalogramma piatto proveniente dall’ex babbano.

    Com’era possibile che l’insegnate di divinazione, quello dotato dell’occhio interiore perfetto e che doveva insegnare altri ad usarlo, non avesse previsto il caos che la sua condotta pigra avrebbe generato?!

    Quella stanza era… non era una stanza! Era forse tanto che non c’erano ragnatele in vista, ma chissà quale belva aveva fatto la sua tana sotto tutte quelle cartacce!

    Emrys si sentiva veramente male a quella vista, non male fisico per fortuna, era ancora sano come un pesce, ma la sua anima stava urlando. Più si guardava intorno più non aveva la più pallida idea di dove iniziare. Era tutto troppo incasinato per dire: possiamo partire da lì e poi mettere lì quello e spostiamo quello di là per fare spazio lì e…

    NO. C’era un modo. Ci doveva essere! La sua testa, ripresa l’attività dopo la morte cerebrale, fumava ragionando su quale fosse la strategia più appropriata per risolvere tutto quel casino. Il puzzle “metti a posto la soffitta” non quadrava. Letteralmente “qualquadra non cosava” lì dentro.
    I suoi compagni sembravano invece più attivi e ci avevano già dato dentro nell’opera di pulizia. Samanta stava lavorando con gli stracci magici che il docente aveva lasciato loro, mentre Sertoria si era incantata su una sfera di cristallo e Daniel si era messo a leggiucchiare le pergamene.

    Così non va.

    Prese parola diretto a tutti e nessuno in particolare. Era il più piccolo fra loro, di sicuro di anno a parte Ella che era entrata ad Amestris con lui, e con molta probabilità gli altri sapevano cose a lui sconosciute.

    Secondo me dovremmo tipo prendere il salvabile, i puff, le sfere e tutto ciò che riusciamo appunto a salvare e lo mettiamo che ne so fuori dalla soffitta o in un angolo e mettiamo uno o due di noi a lavorare solo su quelli. Potremmo poi partire dall’alto, puliamo gli scaffali e ci rimettiamo le sfere, pergamene, libri e altro puliti, in modo che non intralcino. Poi scendiamo man mano verso il basso. Se in questo caos riusciamo a liberare le finestre sarà il caso di aprirle, ci aiuterà con la polvere, germi o altro.

    Se qualcuno ha un’idea migliore parli, perché io, a parte questa, non ho la più pallida idea di dove cominciare per non incasinare il tutto ancora di più. So solo che è il caso di organizzarci così da non intralciarci a vicenda.


    Non era un vero e proprio leader, anzi forse era l’ultima persona da prendere in considerazione vista la sua giovane età, ma se volevano davvero uscire in fretta da quel marasma era il caso di lavorare in squadra e pianificare le loro mosse prima di partire alla cieca; o almeno quello era il suo punto di vista.

    Se fosse stato per lui, avrebbe capito che era il momento di pulire ben prima di arrivare a quel punto disastroso, ma ahimè, il professore non era lui, gli altri non erano lui.

    Guardò la botola che li separava dal resto del castello. Era chiusa, ma apribile ancora. La aprì per sbirciare che sotto il professore non li stesse ascoltando né che passasse gente indesiderata. La richiuse e più sottovoce per farsi sentire solo dai presenti commentò:

    Altri vogliono barra volevano fare divinazione? Perché ora che vedo questo caos mi preoccupa il fatto che il professore non lo abbia previsto. Il professore che insegna a vedere il futuro, non abbia previsto, questo caos.


    Sottolineò in maniera chiara quelle che per lui erano le parole chiave del discorso.

    Abilità:
    Saggezza: 00
    Capacità Magiche: 03
    Manualità: 00
    Riflessi: Agilità: 01 - Prontezza: 01
    Sensibilità: 00
    Carisma: 01
    Prestanza: 00

    HP: 50
    Popolarità: 01
    Reputazione: 01
    Oggetti Portati
    Bacchetta magica
    Guanti in pelle di drago
    Oggetti Prestati
    Strofinaccio Incantabili&Autopulenti
    sacchetto con Incantesimo di Estensione Irriconoscibile
     
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  6. SusanNobbs
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    Ma perché dovevo avere ragione...

    Con un rumore secco e deciso, la mano le si posò di scatto sulla fronte mentre gli occhi le si chiudevano ed un sospiro abbandonava le labbra rosee dipinte in una palese espressione di triste rassegnazione.
    Come aveva potuto credere che la situazione potesse essere grigia e non palesemente nera come l'aggrovigliarsi di viscere le suggeriva da sette giorni e poco più?
    Come? E pensare che l'aveva saputo fin dall'inizio...
    Fin dall'istante preciso in cui il suo sguardo si era posato sulle poche righe affisse in bacheca e più specificatamente sulle lettere che chiaramente componevano le parole Caos e Lennox aveva compreso cosa aspettarsi da quell'improvviso reclutamento ad opera dell'uomo eppure... Eppure fino all'ultimo aveva cercato di non dar ragione al proprio istinto, di non ascoltare il loop di" non farlo" e di" oddio è finita" che con così forte convinzione aveva cantato un'allegra serenata d'amore alla parte di sé più realista e pratica nella vana speranza di appigliarsi all'unica chance di fuggire al destino balordo in cui si stava lanciando puramente di faccia.
    Stolta, non poteva negarlo; masochista, in un certo qual modo poteva definirsi vero; incosciente, non vi era una certezza più ovvia... Bah, era inutile che continuasse ad offendersi ed a fasciarsi la testa tanto qualsiasi cosa fosse successa avrebbe comunque finito per comportarsi alla stessa maniera, tanto valeva passare oltre ed iniziare a darsi da fare.

    La voce di Samantha la richiamò al presente, verso il materiale lasciato loro dall'adulto che con una prontezza ben celata si era defilato nominando impegni e scuse varie, portandola a chiedersi da che parte convenisse loro rifarsi.
    C'era da fare tanto e troppo ma, per puro senso di fastidio all'udire il tono di voce del ragazzino che con saccenteria s'era immediatamente messo a tentare di dirigere gli altri come se fosse il più grande esperto di pulizie del mondo, decise di prenderla con calma e di fare le cose a cavoli suoi tanto per fargli dispetto.
    Si stava avvicinando all'amica quando l'ultima frase del ghiacciolo la costrinse a girarsi, l'istinto materno che una qualsiasi tredicenne normale non avrebbe ancora dovuto mostrare acceso come la fiamma di cui vestiva i colori, il senso di protezione verso l'adulto tontolone innescato alla stregua di una mina.

    Senti un po bimbetto, ma chi ti credi d'essere? In primo luogo cala i toni che stai parlando di un professore e secondo, cosa ti permetti di comportarti come il massimo esperto di una materia di cui certamente sai meno di zero, cala la cresta e datti da fare va, che se hai intenzione di fare il gradasso tutto il pomeriggio è meglio tu ti avvii altrove e non ci faccia perdere tempo in polemiche inutili!

    Era come se un peso le si fosse tolto dalle spalle.
    Là dove la luce era offuscata dalla sporcizia sui vetri e la polvere rendeva l'aria della stanza opprimente, finalmente il suo io interiore aveva trovato un attimo di tranquillità, scaricatosi in una reazione che per una volta non comprendeva urla furiose e attacchi corporali su eventuali stupidi malcapitati di quel piccolo bagaglio d'ansia che mal volentieri si portava dietro.
    Troppo lieta e rilassata per permettere alla questione d'ingrossarsi, la fanciulla si avvicinò quindi alla tempesta ed osservato quanto le veniva mostrato, le fece un silenzioso ma chiaro cenno del capo, un esortazione muta a seguirla verso gli scaffali vuoti sui quali dopo un prima valutazione decise di usare un bell'incantesimo di pulizia così da dimezzare i tempi che il panno da solo avrebbe impiegato a ripulire tutto.

    Gratta e netta!

    Ben pronunciata, la formula venne espressa con la massima cura e con tono deciso, accompagnando il movimento sicuro che la bacchetta appena estratta aveva disegnato nell'aria.
    Ora non bastava che accertarsi della buona riuscita dell'incanto e se per un qualsiasi motivo questo non avesse svolto il proprio dovere, avrebbe eventualmente fatto uso degli oggetti ceduti loro dall'insegnate e del buon vecchio olio di gomito per portare a termine il proprio obbiettivo.

    Susan non prende i cenci preferendo invece tentare almeno una volta di pulire con gli incantesimi che conosce.( Non ho auto concluso ovviamente!)

    Saggezza:06
    Capacità Magiche:05
    Manualità:05
    Riflessi:Agilità: 02- Prontezza: 01
    Sensibilità:04
    Carisma:02
     
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    Frozen Wiz
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    In genere, Ella passava la domenica mattina a camminare e a disegnare o a leggere in riva al lago, in una deliziosa solitudine tranquilla che le faceva tornare in mente casa sua e tutto quello che aveva lasciato nella fattoria scozzese in cui era nata e cresciuta – e in cui sarebbe tornata alla fine di quell’anno –; a volte studiava con i suoi compagni TOPO, ma molto più spesso preferiva starsene da sola in biblioteca. Come mai avesse scelto di passare proprio quella domenica mattina, fra tante, al servizio dell’insegnante di Divinazione era un mistero divino: semplicemente aveva visto l’avviso sulla bacheca del Ghiaccio e aveva pensato “beh, perché no?”. Ecco, il perché no era perfettamente rappresentato dai suoi compagni. Emrys aveva proposto un piano, neanche malvagio a dire il vero, e all’improvviso Susanera esplosa. Ella fece istintivamente un mezzo passo di lato, verso Sertoriae la piccola bolla di calma che la circondava sempre.

    Non litigate, per favore

    Si strofinò una mano sulla tempia, già stanca di quella situazione. Aveva dormito poco e male, come sempre, e le sembrava che qualcuno le stesse trapanando la testa dall’interno; e che stesse tentando di passare dagli occhi per uscire, niente meno. Doveva decidersi ad andare dalla Hunt e chiederle qualcosa per dormire o simili. Magari le avrebbe proposto esercizi di meditazione invece di darle una pozione o una qualche altra medicina. O magari le avrebbe dato un sonnifero babbano e tanti saluti, in barba alle istruzioni.

    Tanto mi cadrà addosso qualcosa e mi farò di nuovo male …

    Ne era piuttosto sicura, con la sua fortuna si sarebbe ammazzata anche nel tentativo di ripulire una semplice soffitta. Iniziava a pensare di trasferirsi direttamente in Infermeria a quel punto, avrebbe risparmiato tempo invece di fare sempre avanti e indietro. Riaprì gli occhi, prendendo uno strofinaccio e un paio di guanti, senza riuscire a nascondere uno sbadiglio. Che stanchezza.

    Non penso che farò divinazione. Non mi ispira granché

    Lei il suo destino lo conosceva già poi: sarebbe diventata malvagia, poco ma sicuro, e non le serviva che qualcuno glielo dicesse. L’unico modo per evitare di diventare completamente cattiva era fornirsi il minor numero di strumenti possibili per fare del male al prossimo e tornare a vivere da babbana subito dopo Amestris; in quel modo almeno avrebbe evitato di ferire le altre persone, visto che non poteva proprio evitare al suo io più profondo di essere cattivo. Inoltre, puntava a frequentare lezioni in aule che andassero dal secondo piano in giù; l’idea di dover arrivare fin su una torre alle otto di mattina la uccideva.

    Emrys, perché noi due non iniziamo a spostare gli oggetti che non vanno buttati? Le sfere, le sedie e simili … così sarà più facile pulire

    Non aveva voglia di sentir litigare di prima mattina, non dopo l’ennesima notte insonne. Si chinò a raccogliere una delle sfere di Cristallo, finita chissà come sul pavimento, prima di guardarsi a terra alla ricerca di un luogo sicuro in cui riporla.

    Ella prende gli strofinacci ma non i guanti (perché impedire al destino di farle del male?); ha con sé:
    -Bacchetta
    -Pendente con croce celtica al collo

    Saggezza:02
    Capacità Magiche:06
    Manualità:03
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    Sensibilità:02
    Carisma:01
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    In quel solenne disordine la calma poteva anche regnare sovrana, ma non lo avrebbe fatto ancora per molto, non sotto la viva presenza e compagnia che i sei giovani promettevano di offrire al suo purpureo.
    Gli occhi di Sertoria si donavano con vuoto successo al mistero del cristallo di rocca. Eppure, in un modo strano e misterioso la sfera parve restituirle risposta, anche se non come ci si sarebbe aspettati: inizia a scivolare lenta e inesorabile verso di lei, come spinta da una vita invisibile. Così, in quell’istante, si accorse che un’altra sfera mai rimessa a posto stava seguendo il medesimo Destino, pur assai più spedita rispetto la sorella, rotolando pericolosamente verso di lei dall’alto d’una vertiginosa pila di chincaglieria posta sopra lo stesso disgraziato tavolino.
    Il trio di pulitori Silverclaw, Rollins e Nobbs si stava dando da fare, qualche spolverata qua e un incantesimo là e una piccolissima parte della stanza sembrava già brillare di nuovo ordine, per quanto irrisorio se paragonato a tutto il resto.
    Gli sforzi dei due Tempesta, però, vennero ripagati beffardamente dal caos della Soffitta.
    Il panno incantato da Samantha - in mancanza di particolari indicazioni o chiara volontà - si portò su una delle mensole più alte spostando inavvertitamente un mucchio di rune, ora pronte a pioverle addosso se non avesse fatto qualcosa per evitarlo.
    Perso in letture rese poco comprensibili da aloni di sporcizia e chiazze d’inchiostro, anche Daniel avrebbe pagato a breve il prezzo della distrazione, col movimento oscillatorio che una torre di tazzine mai rimesse a posto stava accennando e che il suo strofinaccio aveva stuzzicato una volta di troppo. Quante di loro sarebbero state sacrificate sull’altare della sua assorta curiosità?
    Dopo il suo diverbio con il Ghiaccio e la breve magia, invece, Susan avrebbe avuto modo di scoprire e sperimentare qualcosa di assai imprevisto, portata a voltarsi da un indistinto richiamo: un libro che sembrava partire dai pressi della botola - dove Emrys ed Ella ancora sostavano - le si stava per scontrare aperto in pieno viso. Che fosse stato uno dei due studenti il responsabile? Non era dato saperlo, solo reagire prima che quelle pagine le si stampassero in fronte.
    Nel frattempo il braccio magi-estensibile inerte e ignorato, sulla scrivania del docente, aveva smesso di essere entrambe le cose. Possibile che fosse offeso, risentito? Oppure un difetto di fabbrica? Perché all’improvviso si era allungato fino a piegarsi e raggiungere la caviglia di Ella, e di quel passo - come da istruzioni - avrebbe anche cominciato a riavvolgersi, con l’affatto allettante possibilità di causarle un bel ruzzolone lungo il pavimento.
    Ad Emrys d’altro canto non restava che agire o vivere passivamente quell’attimo di estrema confusione, in cui non gli era nemmeno dato tempo né modo di comprendere come avesse fatto un libro a partire da dietro loro all’arrembaggio della compagna Fuoco; pur essendo chiara a lui come alla vicina Ella, e nessun altro, la propria innocenza.


    Ciascuno di voi ha un’azione o un incantesimo a disposizione per questo turno, entrambi non autoconclusivi

    IMG AULA => Lascio a voi il privilegio di indicare le vostre posizioni e/o movimenti per la stanza, modificando la seguente immagine, non avendo avuto prima modo di farlo. Per chi proprio non riuscisse a farlo, all’occorrenza specifichi i propri spostamenti/posizione riferiti a quest’immagine in spoiler.

    piccola_aula1

    Scadenza: Lunedì 11 marzo (compreso)

    Qualche piccola nota
    - Il Player di Luke Lygeon mi ha avvisato prima che non sarebbe riuscito a partecipare alla role
    - Ella tenendo in fede il tuo post prima di tutto, a dispetto dello spoiler ti considero ugualmente guanto munita (senza necessariamente averli indossati comunque).
    - Non fatevi problemi a descrivere, anche inventando, la confusione e ciò che vi circonda, fintanto che vi attenete alla coerenza del caso. Se poi avete dubbi o richieste particolari in merito, non c’è che da chiedere.
    - Ovviamente se tutti voi riuscirete a postare prima della scadenza del turno, allora anche io cercherò di fare altrettanto anticipando la relativa destinizzazione.

    Eltanin17, takasugi;,Sertoria Eburneo, LadyDie,Daniel Rollins, SusanNobbs


    Edited by Leonard Lennox - 6/3/2019, 13:13
     
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    Mentre il suo panno iniziava ad attivarsi, in quel piccolo spazio scoppiò la scintilla di una discussione. Emrys aveva gettato della benzina e Susan era la fiamma che aveva incontrato il combustibile nella sua strada.
    C’era, in quello scambio, una sfumatura che la bambina della Tempesta non capiva. Non comprendeva perché Emrys avesse usato quelle parole, non comprendeva perché la sua amica se la fosse presa con lui.
    Non capiva e c’era da dire, che forse non voleva nemmeno impicciarsi. Non le interessava ascoltare il tono di comando di un ragazzo, non le interessava se aveva lasciato una traccia d’offesa nelle sue parole.
    Però Susan no, Susan aveva preso parola, forse colpita dall’asprezza di quelle affermazioni.
    Un po' come quando suo padre se la prendeva per le cose cattive che sentiva alla televisione babbana.
    Samantha osservava la scena con aria confusa, ma nel momento in cui le voci dei suoi compagni si fermarono, il caos iniziò ad impossessarsi della stanza.
    La bambina della Tempesta vide il libro partire verso l’amica del fuoco: le si strinse il petto, quasi il cuore le stesse per venire risucchiato da chissà quale energia.
    Le sue orecchie percepirono degli spostamenti provocati dal movimento del suo straccio, ma i suoi occhi a quel punto erano fissati sull’amica, che a momenti rischiava di essere investita dal libro.

    No.
    Susan!

    Scattò in avanti, provando a chiudere la distanza tra lei e la fuocherella, provando a piazzarsi davanti alla bambina per poter prendere il colpo del volume al suo posto.
    Avrebbe incrociato le braccia davanti a sé, per non farsi prendere proprio sul volto. Le sue braccia erano abituate ad allenarsi per colpire dei bolidi e a parare l’arrivo di una Pluffa.
    Quell’azione aveva il sapore di una mossa istintiva, dettata dall’incoscienza e dall’avventatezza. Eppure, Samantha, proprio lei, sapeva cosa stava facendo.
    Perché? Perché Samantha giocava a Quidditch e l’impatto con un libro, non la spaventava eccessivamente. I bolidi facevano decisamente più male, le cadute dalla scopa pure: erano incidenti che un giocatore imparava a vedere come routine.
    L’immobile Silverclaw, la pigra e anonima bambina. Era diventata improvvisamente instabile, incosciente e padrona di un’azione che avrebbe potuto portare conseguenze inevitabili.
    Non era stata l’avventatezza o il freddo calcolo a guidarla, ma solo la consapevolezza che lei poteva prendersi quell’iniziativa, nel nome di una sicurezza che era alieno per lei sentirsi dentro.
    Lei non possedeva nessuna maturità di un adulto cosciente e consapevole di sé stesso. Eppure agiva seguendo la sua morale, la morale che suo padre provava a insegnarle ogni momento. La morale che traspariva dalle parole di Claire, dalle azioni di Susan, Luke o Sertoria.
    Era troppo presto perché fosse “la sua morale”, ma c’era il tempo di gettare le basi per costruire un percorso.

    Samantha era distratta dalla discussione di Emrys e Susan, quindi mi sono mossa come se si accorgesse a malapena delle rune. Vede il libro andare verso l’amica e si butta a cercare di difenderla, proteggendosi con le braccia. Ho pensato che fosse coerente, per lei, accorgersi solo di quell’avvenimento.
    Il tutto, ovviamente, non autoconclusivo.
    Saggezza: 03
    Capacità Magiche: 12
    Manualità: 04
    Riflessi: Agilità: 10 - Prontezza: 05
    Sensibilità: 12
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    HP:50
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  10. Daniel Rollins
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    Distratto dai suoi tentativi di comprensione delle pergamene che aveva raccolto da terra, Daniel non riuscì a capire a pieno il perché alcune voci dei suoi compagni avessero assunto dei toni tanto minacciosi e sprezzanti. Quello che era certo però era che di mezzo c’ era una ragazza del Fuoco ed i membri di quella casata tendevano spesso ad agire impulsivamente, perciò il giovane non diede troppa importanza a quella piccola discussione, decidendo che sarebbe intervenuto solo se essa avesse cominciato a degenerare.
    Tornando alle cose più interessanti, le pergamene purtroppo erano troppo sporche e rovinate per essere leggibili, dunque Daniel le gettò nel sacchetto che Lennox gli aveva consegnato. La sua curiosità però lo spinse ad ignorare lo strofinaccio autopulente che aveva incantato in precedenza, il quale decise di dedicarsi con troppa forza ad una pila di tazzine poste sul tavolino.

    Stupidi aggeggi magici, non avrei dovuto fidarmi di loro.

    Ce l’ aveva con lo strofinaccio che, nonostante sembrasse fare il suo lavoro, non poteva sapere cosa poteva toccare e cosa invece doveva ignorare. Ora il ragazzo si trovava in una situazione difficile, con le tazzine poste più in alto che traballavano pericolosamente e troppo poco tempo per pensare a cosa fare. Come molto spesso capitava in situazioni del genere, la sua mente cominciò a cercare di porre rimedio alla situazione senza però ricordarsi di avere il permesso di poter utilizzare degli incantesimi.
    Per questo motivo Daniel tentò di alzarsi in piedi e di bloccare la caduta delle tazzine con le sue stesse mani. Si concentrò sulla parte più alta della torre, anche perché la base era ferma mentre era quella la zona che aveva iniziato ad oscillare pericolosamente. Secondo il giovane, il modo migliore di bloccare quel movimento era quello di mettere le proprie mani a cerchio intorno alle tazzine, senza muoverle, in modo da non dar loro nessuna spinta come aveva fatto il panno incantato. Sarebbero state le tazzine stesse ad incontrare le sue mani e, se tutto fosse andato per il meglio, l’ oscillazione si sarebbe interrotta e niente si sarebbe rotto. Comunque, nella peggiore delle ipotesi, poteva usare l’ incantesimo Reparo che aveva appreso recentemente per porre rimedio ad eventuali danni.
    Qualunque fosse stato l’ esito delle sue azioni, Daniel non avrebbe più utilizzato quello strofinaccio incantato, puntando nuovamente su dei mezzi più tradizionali oppure sul semplice incantesimo Gratta e Netta.
    Nuovamente però, la sua concentrazione venne rivolta solo a ciò che si trovava nelle sue vicinanze ed il ragazzo non si rese minimamente conto che all’ interno della Soffitta stava per scoppiare una scintilla che avrebbe potuto portare ad un caos ancora superiore rispetto a quello generato dal disordine del professor Lennox.


    Ho preferito concentrarmi solo sul problema attuale piuttosto che descrivere le mie future azioni.
    Daniel e la torre pericolante di tazzine si trovano al tavolo n°5.

    Punti Abilità
    Saggezza: 04
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    Riflessi: Agilità: 02 – Prontezza: 04
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  11. SusanNobbs
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    Un passo, un breve movimento di piedi, ed in meno di un soffio la bambina si ritrovò a a pochi centimetri dalla mensola, gli occhi perfettamente a livello con il piano di legno che fino a pochi istanti prima vantava su di se un notevole strato di sporco incrostato. Abituata com'era agli alti livelli di pulizia a cui obbligatoriamente il laboratorio familiare doveva sottostare, lasciò vagare con clinica attenzione lo sguardo sulla superficie che ad ora appariva lucida e liscia, libera dalle macchie non identificate e dalla polvere che chissà da quanto si erano accatastate su di essa, soffermandosi specialmente sugli angoli e sulle giunture in modo da assicurarsi che in quanto punti più ostinati da ripulire non celassero neppure la più piccola traccia di lerciume rimasto.
    Era così fiera di se stessa, così felice che l'incantesimo fosse riuscito alla perfezione, da ignorare completamente tutto ciò che nel frattempo era stato detto e che aveva iniziato ad avvenire intorno a lei, facendo invece perno sulla convinzione di aver trovato la formula giusta per finire in rapidità quel lavoro noioso per andare avanti di testa sua.
    Con la bacchetta levata in aria e l'incanto corretto pronto a fior di labbra per essere ripetuto, la ragazzina quasi perse il momento in cui la bionda amica violetta pronunciò il suo nome con un tono diverso dal solito, intraprendente, istintivo, basicamente diverso da come lo pronunciava nella maggioranza delle situazioni.

    Ma cosa diavolo...

    Fu solo per caso fortuito che notò il pesante volume dirigerlesi contro a tutta velocità, così a dritto da non creare dubbi in nessuno sul fatto che l'avrebbe colpita in piana faccia, perché presto la visuale le venne bloccata dall'amica che piazzatalesi dinanzi con i gomiti alzati e gli avambracci incrociati, dava quella perfetta idea di forza e solidità che a prima vista le faceva venire in mente l'antica muraglia cinese. Incapace di razionalizzare quanto stava accadendo, si rese ben presto conto di non avere ne il tempo ne lo spazio per reagire come avrebbe desiderato ed impietrita nella propria inutilità non poté far altro che restare ferma ad osservare l'impatto che stava sicuramente per avere luogo e sperare che l'altra non si facesse più male del dovuto.

    Specifico cosa accade:
    Come si può dedurre dal post Susan è distratta.
    Calcolando che ha l'agilità e la prontezza di un ornitorinco defunto in pieno rigor mortis, a mio parere non avrebbe letteralmente senso che veda il libro, arrivi a disingaggiare, a calcolare ed ad attuare un nuovo piano nell'arco di meri momenti.
    Non sta letteralmente in piedi come cosa quindi, preferisco che giochi alla bella statuina.
    Lascio la gloria alla mia Sammy adorata che se la merita tutta. Love you my friend!

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    Stupida fuoco. Chi si credeva di essere lei?! Lui, il primino, era l’unico con un po’ di sale in zucca da proporre un piano per finire quel lavoro ingrato prima del prossimo Natale, lavoro che, se una certa persona avesse usato le doti che insegna ad usare, ora non sarebbe stato da fare.
    Stava per reagire muovendo mezzo passo verso la compagna di un anno più grande, denti stretti e sopracciglia incurvate verso il naso, ma la dolcezza e timidezza della sua compagna di casata dello stesso anno gli impedì di cominciare una guerra magica.
    Sbuffò solamente, trattenendosi a stento dal balzare addosso alla fuoco e girandosi in modo tale da darle le spalle, si rivolse alla sua compagna di casata.

    Si, è una buona idea.

    Disse semplicemente. Almeno qualcuno lo aveva ascoltato proponendo un’idea altrettanto valida. Gli altri erano tutti più grandi di loro, più esperti e più alti, non avrebbero avuto difficoltà a occuparsi degli scaffali o altro lasciando a loro due più piccoli il pavimento. Pff i grandi fanno schifo.
    Si avvicinò quindi ancora di più alla sua compagna Ella raccogliendo quei pezzi di pergamena o altra cianfrusaglia rotta lì per terra che li separava. Muoversi su quel pavimento era un casino, non c’era centimetro che non fosse coperto da robaccia.

    Potremmo farci un angolino qui o ancora meglio sulla scrivania del prof, così da riporre il tutto lì sopra così non ci ingamberemo.


    Propose nuovamente all’unica lì dentro che aveva dimostrato un po’ di intelligenza. Si avvicinò quindi alla scrivania del prof, attento a non schiacciare qualunque cosa ci fosse lì intorno e, indossati i guanti suoi propri di pozioni, si mise a raccogliere l’immondizia che andava indubbiamente buttata, cercando di creare man mano uno spazio sempre più grande sul tavolo di lavoro. Il sacco magico era posto ai suoi piedi al fianco della scrivania e aperto gli veniva fatto ingurgitare tutto ciò che Emrys considerava inutile. Non stava a leggere le pergamene o a considerare i pezzi rotti di tazze o rune o altro, lui buttava tutto nel sacco. Quello che a portata di mano invece sembrava salvabile lo metteva dalla parte di scrivania già ripulita, in ordine e in modo che non cadesse e che occupasse meno spazio possibile.
    Accanto a lui però, il braccio magi estensibile si stava silenziosamente muovendo. Non lo aveva toccato, non aveva idea di come usarlo, quello era un lavoro più facile per i suoi colleghi “esperti” anche perché con la loro maggiore altezza avrebbero avuto una più facile visione sul dove andavano a tastare con quell’aggeggio. Nonostante quello però l’attrezzo si era messo in moto da solo, allungandosi silente verso la sua compagna.

    Vieni, poggia pure qui….

    Non fece a tempo a finire la frase che voltandosi verso Ella notò quanto il braccio estensibile le fosse vicino. Che lo avesse attivato senza rendersene conto? No, lo aveva anzi evitato o almeno se lo aveva toccato, attivandolo, non lo aveva fatto coscientemente. Cercò di prenderlo in mano, prima di tutto puntandolo fuori dalla portata di Ella e rivolgendolo verso il muro dietro la cattedra, in secondo luogo, ruotandolo, cercava di capire come richiamare il braccio. Magari c’era un pulsante o simili… mmh forse no, era un oggetto magico dopotutto.

    Chiuditi?

    Gli chiese prima di pensare di toccarlo con la punta della bacchetta. Con il panno magico funzionava così, magari era lo stesso per il braccio. Tirò quindi fuori la sua fedelissima in legno di ciliegio e corda di cuore di drago dalla tasca dei pantaloni e picchiettò leggermente sul manico dell’oggetto che teneva ancora nella mano sinistra, così come il prof aveva detto di fare sul panno, sperando di ottenere l’effetto voluto.

    piccola_aula1a
    Emrys è alla cattedra. Ho aggiunto Susan e Sam e Daniel per completaezza. Ho azzardato la posizione di Daniel visto che non ha postato immagini a riguardo.
     
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    Ah Sertoria Sertoria, essere avulsi e sognanti come te! Quale croce e delizia doveva essere il tuo ostinato candore!
    La bimba cinerea inarcò le sopracciglia, vinta da un irruenta sorpresa. S'era davvero mossa, la sfera. S'era mossa e le veniva incontro, ma lei, poteva giurarlo, non l'aveva toccata con un dito.

    Gravità.
    Massa per nove virgola otto.


    Si portò una mano alle labbra e arretrò di un passo, gli occhi sulla superficie della boccia. Non sapeva più, non ricordava. E come avrebbe potuto? Non è facile rammentare le memorie della prima infanzia ma forse, ce l'avesse fatta, si sarebbe convinta che doveva essere stata quella parola, "stella", a smuovere la sfera. Non era forse così? Non aveva scambiato per stelle tutte quelle bacchette quando, piccola com'era, le erano tutte schizzate incontro sotto l'effetto della telecinesi?
    "Guardavo le stelle", aveva mormorato. E quella parte proprio non se la ricordava.
    Lo stomaco le brontolava in prenda allo sfarfallio. Più forte, sempre un poco più forte, finché alla ragazza non parve di esalarne il rombo dalle orecchie, elevarlo verso il soffitto, dove vivevano i ragni e le polveri della soffitta.
    Poi confusamente comprese. Non era in lei quel suono, no.

    Sopra. [sensibilità 13]

    Tirò su lo sguardo. Palla. Palla numero due. Palla verso di lei.

    Le cose che brillano, sempre addosso a me dev...
    -iuto.

    Bloccò la boccia sul tavolo, la piccola mano nervosa che tremava, frugandosi nella manica con l'altra. Levò su la bacchetta, puntandola contro il globo in alto, ormai sul punto di precipitarle addosso. Non pensava alle stelle, per una volta; e neppure le sovvenne quanto maledettamente amasse la sua bacchetta di castagno. Soltanto la dimenò più volte nella traccia di un'onda, senza distogliere lo sguardo dal bersaglio. Attorno a lei, da qualche parte nel mondo, qualcuno litigava. Riconobbe la voce di Susan, ma decise d'ignorarla.

    Nononononononon...

    Mugolava a fior di bocca. Avrebbero anche potuto scannarla, Sertoria: avrebbe prodotto in ogni caso il minor suono possibile. Ricalcò il legno sulla voluta così tante volte da spettinare le particelle dell'aria, riducendola a una sciatta donnetta di provincia.

    Wingardium Leviosa.

    Esalò.

    Se cade, oh, se cade...
    Disgrazia, abominio.


    Il professor Duello le aveva già bruciato gli occhi l'anno passato, senza alcun astio nei suoi confronti.
    Figurarsi se voleva esperire gli effetti della sua versione inferocita.

    Spero vada bene: le ho fatto comunque impegnare una mano a fermare la sfera sul tavolo. Mi è sembrata un'azione che viene automatico compiere, visto che ce l'aveva a due centimetri dalle dita; in caso mi prendo la penalizzazione >_>

    Saggezza:06

    Capacità Magiche:14

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    Riflessi:Agilità: 02

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    Crisi scongiurata, dunque: non ci fu alcun litigio, e tutti si misero al lavoro senza dire altro. Ad Ella non dispiaceva lavorare sodo, ci era abituata, e riordinare il caos degli altri le dava l’impressione di poter rimettere a posto anche quello della sua vita. Un po’ melodrammatico? Probabilmente si, soprattutto per una bambina di undici anni. Ma qualcosa di Dymphna le era, tutto sommato, rimasto in testa.

    Ottima idea

    Fare uno spazio in cui appoggiare gli oggetti che non andavano buttati era un buon modo di iniziare, ed Ella si unì volentieri al progetto del compagno di ripulire la scrivania: al contrario di Emrys però, cercava di sbirciare le pergamene e di buttare solo quelle a pezzi, conservando da un lato quelle integre. Perdere i propri appunti era una di quelle cose che odiava, ed era sicura che nel caso il professore non si sarebbe fatto problemi a buttare qualche foglio di persona; le era sembrato molto gentile, Lennox, anche se magari un po’ strano. Magari avrebbe anche potuto provare a fare divinazione dai GUFO in poi, se si fosse sentita in vena di fare tutte quelle scale. Sorrise fra sé al pensiero, continuando a pulire e cercando di distinguere le cose da buttare rispetto a quelle con un certo valore. Dopo pochi secondi però, ricordò una delle leggi non scritte di Amestris: quella scuola era una maledetta trappola mortale. Ella sapeva di averlo detto, ridetto e pensato almeno un migliaio di volte, ma era più forte di lei: ogni volta che si trovava con il posteriore a terra, qualche ferita addosso o uno spirito saldamente abbarbicato nel cervello, non poteva esimersi dal pensare che quella scuola non era sicura. Per niente. Fosse stata sicura, Ella si sarebbe spaventata nel sentire qualcosa afferrarla per la caviglia e tirarla verso destinazioni sconosciute, no? Invece non provò neppure un brividino di paura; insomma sì, era spaventata, ma neppure lontanamente quanto lo sarebbe stata qualche mese prima. Le scocciava solo avere la gonna, che si era sollevata ben oltre le ginocchia e saliva in maniera allarmante fino alle cosce – ma aveva ancora undici anni, il pudore non era in cima alla lista delle sue priorità.

    Ma che …

    Protestò, senza pensare minimamente di usare la bacchetta: per quasi tutta la sua vita aveva vissuto come una babbana, la magia non era decisamente la sua risposta automatica al pericolo; piuttosto si chinò, provando stupidamente ad aprire le tenaglie a mani nude. Lanciò un’occhiata ad Emrys, che aveva appena chiesto all’oggetto di … chiudersi? Lei avrebbe preferito vedere quel coso che si apriva! In ogni caso, Ella non era particolarmente preoccupata: prima o poi l’oggetto si sarebbe fermato, aveva in fondo una lunghezza limitata, e lei con lui; a quel punto magari avrebbe fatto tutte le recriminazioni del caso sui bracci allungabili difettosi.

    Spostati!

    Continuò a strattonare, realizzando solo dopo qualche istante che una bacchetta l’aveva anche lei. E che c’era Emrys alla fine di quella lunga scivolata. Provò a frenarsi con i talloni, chiedendosi come mai un oggetto magico fosse più forte rispetto ad una persona grande il doppio e decisamente più pesante. Dipendeva forse dalla magia?
     
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    Location
    London - England

    Status
    Smaterializzato

    Sì, sembrava quasi che l'intera Soffitta avesse parlato, ma il tipo di conversazione che offriva non era certo delle migliori: una presa in giro simultanea, colpendo tutti senza distinzione - chi più chi meno.
    L’intera stanza e la sua mai riordinata oggettistica sembravano giocare con i piccoli ospiti, topolini indifesi, preda delle attenzioni d’un felino dallo spirito sornione e beffardo.
    A reagire per prima, più veloce e scattante di chiunque altro [Riflessi 15], Samantha. Il suo atto di eroico altruismo, ispirato dall’amicizia e temprato dal Quidditch, le aveva permesso di salvare se stessa dall’incombente pioggia runica e allo stesso tempo l’amica dall’assalto del libro. Uno scudo legittimo e istintivo quello delle sue braccia serrate, che le permise di non subire troppo il colpo: un dolore acuto ma passeggero, giusto il tempo di qualche istante [1 post di Samantha] e sarebbe diventato nulla più che un ricordo appena fastidioso.
    Susan restava immobile invece, in balia degli eventi. E seppur protetta dalla compagna, qualcos’altro continuava imperterrito a prendersi gioco della Fuoco, sempre dalla direzione di Emrys: una parabola alta, che superava le difese erette dall’amica fino a prenderle in pieno la testa. Un cucchiaio e il suo metallo, un suono secco, forte e deciso sulla scatola cranica, ben poco piacevole [-2 HP]. Da lì sarebbe certo nato un bernoccolo a breve, già lo si poteva sentire pulsare verso l’esterno assieme a un inevitabile sospetto: possibile che il primino del Ghiaccio ce l’avesse su con lei?
    Più distanti invece, Sertoria e Daniel dovevano fare i conti con i tavolini e le loro dinamiche sorprese.
    Per la prima fermare lo scorrere gentile di una delle sfere non era stato certo un problema, contrariamente a quello rappresentato dalla discesa più irruente della seconda. Il suo incantesimo si fece però accorta soluzione, con la sfera che le levitava davanti ad alcuni pollici di distanza, serva della sua volontà.
    Per il secondo invece, non ricorrere alla magia diventava una scelta azzardata di cui pagò ben presto il prezzo, sotto forma di un paio di chicchere cadute e sciaguratamente infrante, sfuggite dalla sua morsa e una pila forse troppo instabile per essere arrestata dal solo uso delle mani, disarmate d’ogni magia.
    Vicino la cattedra, Emrys nelle sue buone intenzioni stava agendo forse fin troppo sconsideratamente, tirando il braccio magi-estensibile senza rendersi conto di come questi avesse in realtà già fatto presa sulla caviglia della concasata, spostandola di peso. I tentativi di Ella per liberarsi poi non furono meno vani, e alla fine il Destino del marchingegno magico e la sua funzione ebbero la meglio. In combinazione con quanto messo in atto da Emrys poi, ogni cosa trovò la sua conclusione in un istantaneo trascinamento e successivo impatto [-4 HP a entrambi]. I due Ghiaccio si trovavano a terra, doloranti e indolenziti tanto dallo scontro quanto dalla caduta che ne era seguita, mentre il braccio incantato tornava fermo e incurante del suo operato, come se nulla lo avesse mai davvero mosso.

    Ma lontano da tutto, lontano dai tavolini, le rune a terra, le sfere rotolanti e le tazzine cadenti, un velo di nebbia aveva approfittato della distrazione e confusione generale per cominciare a vivere e diffondersi tutt’attorno - chissà da dove, chissà come o perché. Aveva finito a prendere piede per la stanza silente e senza controllo, un tappeto semitrasparente che celava il pavimento fino la prima metà dei polpacci, fatta eccezione per gli occhi più attenti [Sensibilità>5].
    Muoversi avrebbe richiesto cautela, d’altro canto era ormai evidente che la Soffitta avesse ben più del solo caos ad abitare le sue mura, tanto che restare immobili poteva essere un bene, ma muoversi e cercare di risolvere la situazione sarebbe stato anche meglio. In fondo non sapevano nulla, né della natura di quello stuolo fumoso né di quanto tempo avrebbero ancora avuto prima che si spandesse ovunque.


    Ciascuno di voi ha un’azione o un incantesimo per questo turno, entrambi non autoconclusivi

    L’IMG riporta le vostre posizioni e condizioni generali per l’ambientazione. Non avendo specificato nulla per il proprio PG, ha scelto il Destino dove piazzare Sertoria.
    Se qualcosa non fosse chiaro, non esitate a chiederlo nell’apposito topic.

    Aula-Divinazione

    Scadenza: Sabato 16 marzo (compreso)

    Qualche piccola nota
    - Samantha: sente un breve dolore, come descritto, il tempo di 1 tuo singolo post e al prossimo turno potrà già essere pressoché dimenticato.
    - Sertoria: a te come continuare, se però vorrai utilizzare un altro incantesimo dovrai prima annullare quello in atto sulla sfera (mossa autoconclusiva, che non rientra nell’azione/incantesimo non autoconclusivo a propria disposizione).
    - Daniel: data la tua azione, l’esito del tentativo è stato affidato alla seguente combinazione—> X= 4 (Prontezza) + esito dado (d6); per X≥ 8 riesce, mentre per ogni numero < 8 equivale a una tazzina rotta (https://i.postimg.cc/Fs2sQLmS/Schermata-20...23-51-47.png —> 4+2= 6, significa che sono cadute e rotte ben due tazzine Ç.Ç
    - Suppongo sia stato mal interpretato il post, in particolare: il braccio magi-estensibile ha già raggiunto la caviglia di Ella, e quindi anche afferrata. Motivo per cui le azioni hanno portato a determinate conseguenze (tra l’altro il funzionamento dei vari oggetti, ricordo, era stato dato per spiegato da Lennox come da spoiler).
    - Come indicato nella nuova mappa tra tavolino 2 e 6 stanno un po’ di rune a terra, nulla di che, basterà solo prestarvi la giusta attenzione.
    - Ricordo inoltre, che come non potete autoconcludere le vostre di azioni, altrettanto non è consentito fare con quelle degli altri giocatori, ancora in corso di destinizzazione.
     
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37 replies since 1/3/2019, 00:10   920 views
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