Mini quest: "Giochi non molto divertenti"

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    [Domenica 3 Marzo, 15:45]




    La magia poteva sorprendere in modi straordinari ed inaspettati; divertenti in molti casi, crudeli in altri.
    Quel giorno, una domenica come tutte le altre che si erano precedute in quell’anno, dei ragazzi si cimentavano nell’arduo compito di dar soddisfazione ai loro docenti risolvendo al meglio i compiti assegnati.
    C’era una calma leggera, un silenzio palpabile, e se non fosse stato per le risate e gli schiamazzi di qualcuno in fondo alla grande stanza, sarebbe stato perfetto. Orion anelava quella perfezione e con l’irruenza di chi non tollerava il baccano nell’oasi del sapere, aveva raggruppato i piccoli furfanti e li aveva trascinati fuori chiudendosi i battenti alle spalle e lasciando i rimasti ai loro doveri.
    Su uno scaffale, incastrato fra l’ultimo tomo di Antiche Rune ed il primo di Aritmanzia, un grosso volume dalla copertina rossa cadeva accidentalmente al suolo, forse troppo compresso tra gli altri, forse con la voglia di essere sfogliato. Aveva ricami dorati sul dorso e sulla copertina in pelle, sottili, piccoli fili che davano eleganza e potenza al volume.
    Sulla copertina erano cucite due sole parole, “Open me”, che erano un chiaro invito ed una tentazione che non poteva che essere assecondata. Chiunque ne sarebbe caduto vittima, come preda di un elisir, come fosse incantato, e lo era davvero.
    Anni prima, quando di Amestris fu poggiata la prima pietra, della defunta Hogwarts si tentò di recuperare il possibile e molti libri trovarono un nuovo loco fra le mura della nuova Accademia: quel libro era fra i tanti. Era speciale, furbo, e affinché non potesse nuocere a nessuno gli era stata applicata una magia che gli impedisse di varcare le porte della grande biblioteca e stipato nel Settore Proibito sarebbe stato lontano dalle mani dei curiosi; tuttavia qualcuno lo aveva trovato ed irrispettoso dell’ordine del bibliotecario aveva riposto il libro in uno scaffale qualsiasi, non curandosi di sistemarlo laddove era stato raccolto.

    Il tonfo aveva attirato l’attenzione di qualcuno ed il povero sprovveduto era stato rapito dalla bellezza del libro sicché senza indugio lo aveva aperto, incuriosito dall’assenza di un autore e di un vero titolo, ma fu breve l’espressione sul suo volto poiché in fretta mutò in panico quando le pagine si illuminarono ed improvvisamente si ritrovò lontano e con lui tutti quelli presenti nell’enorme biblioteca.
    Il libro non era un semplice libro ed i fili dorati che lo decoravano non erano solo semplici ricami ma rune intarsiate, tanto piccole da essere irriconoscibili, rune di apertura, di fortuna, di lontananza, di viaggio, di avventura. Rune che erano state attivate inconsciamente dal tocco di chi possedeva la magia.

    Dieci ragazzi scomparvero dall’Accademia di Amestris, scomparvero dall’Inghilterra e dall’Europa perfino, distanti leghe e leghe, ritrovandosi divisi ed in un luogo sconosciuto.
    Cinque coppie con una copia del libro ciascuno, un libro che avrebbero scoperto essere tutt’altro. Sfogliate le prime pagine avrebbero trovato un doppio fondo contenente una plancia di gioco ed una coppia di dadi, nonché una breve lista di raccomandazioni ed avvertimenti insieme alle regole base di quel folle gioco.



    Se vi state chiedendo cosa sia accaduto, sappiate che siete stati trasportati all’interno di un gioco, il mio. Qualcuno ha sollevato la copertina dell’originale e tutti quelli con lui, nella stessa stanza, sono stati trasportati lontano, molto lontano. Vi chiedete chi sia stato? È inutile, non lo ricorda più neanche lui e dopotutto come potrebbe, era vittima della mia magia!
    In questo gioco tutto vi è concesso e se siete giovani maghi sottoposti alla Traccia, sappiate che nel mio mondo perde di valore e di potere e che l’utilizzo della magia non farà scattare nessun allarme.

    Qualche piccola dritta da parte mia prima che voi possiate cimentarvi in questa straordinaria avventura!
    Abbiate sangue freddo, sempre, e ricordate che non tutto è per forza quel che sembra.
    I dadi saranno la vostra fortuna e la vostra disgrazia, non perdeteli. Funzionano solo se tirati sulla plancia di gioco.
    Vi faranno avanzare, retrocedere, vi obbligheranno a fare delle scelte, vi metteranno in pericolo, vi daranno degli aiuti, ma saranno sempre loro a farvi tornare alla vostra realtà.
    Tutto si spegne quando il gioco finisce ed in voi non resterà altro che un ricordo di questo incredibile viaggio.
    La prima squadra che conquista l’ultima casella, riporterà tutti indietro, ammesso di voi rimanga qualcosa da riportare.
    Cinquanta saltelli e tornerete alla vostra normale, noiosa esistenza.

    In fede,
    Ignotus





    Bolivia, Foresta



    In due caddero sbatacchiando fra rami e foglie larghe, ritrovandosi distesi in terra, la luce del sole che filtrava dalle alte fronde della foresta.
    Annie e Jamie si ritrovarono in un ambiente a loro completamente estraneo, in una terra sconosciuta e selvaggia che difficilmente sarebbero stati in grado di riconoscere.
    Il clima era mite, piacevole, e la natura splendeva di vita con i suoi colori ed i versi degli animali. Pappagalli dai colori sgargianti volavano cantando fra un albero e l’altro, altri invece guardavano incuriositi quelle nuove creature comparse dal nulla.
    Erano da soli, con l’unico indizio del volume e di una coppia di dadi verdi.



    Ecuador, Palude



    Pioveva. Gocce d’acqua così rapide e sottili da essere impercettibili e nessuno, che fosse uomo o animale, aveva avuto l’ardire di abbandonare la propria casa. Due streghe piombarono nella palude, fra la melma ed i licheni, le scarpe ormai lerce e sudicie ed anche gli indumenti essendosi ritrovate sedute nel bel mezzo di una pozza di scura acqua stagnante.
    Faceva abbastanza caldo e l’umidità della zona non aiutava. Non un filo di vento e la pioggia battente sembrava non potere niente contro l’afa.
    Frances e Brianna erano in territorio ostile ma il volume che avrebbero trovato poco più in là, salvato dall’acqua sporca ma non da quella piovana, avrebbe dato loro tutte le spiegazioni.
    Solo il blu dei loro dadi avrebbe potuto ricordargli la bellezza di un cielo sgombro.


    Colombia, Rìo della Amazzoni



    Irvin e Alexander si trovarono ben presto a fare i conti con lo scrosciare solenne delle acque del Rìo delle Amazzoni. Apparvero a qualche metro di distanza dagli argini, con gli alberi a fare da contorno al maestoso scenario. Soffiava un vento leggero e qualche uccello cantava in alto, non visto.
    Il libro era ricaduto aperto e pendeva scompostamente da un masso in prossimità dell'acqua, quasi avesse cercato di non affogare nella corrente. I dadi rossi erano rotolati fuori, ma fortunatamente non troppo lontani perché i due ragazzi non riuscissero a trovarli.
    Accostandosi al fiume avrebbero visto solo alberi, una foresta tanto immensa da non riuscire ad immaginarne la fine.


    Perù, Statua della Divinità



    Le teste dei due ragazzi per poco non cozzarono contro le dure rocce lì intorno.
    Anche qui la natura dominava, ma la pietra dava sfoggia di sé affacciandosi dalla terra ricoperta da muschi e licheni.
    Eilidh e Marcus caddero sul morbido, su un tappeto di foglie fresche e verdi. Alle loro spalle si ergeva un’immensa parete a cui si intrecciavano rami d’edera. Il libro era apparso proprio lì, su una roccia dalla sinistra forma serpentina che uno sguardo attento [Sensibilità 12] avrebbe notato assomigliare proprio ad una lingua; fatto qualche passo indietro avrebbe potuto riconoscere anche la sagoma di un volto ed una spettrale espressione. La paura solcava le curve perfette delle guance, un sentimento cupo e scuro come il viola dei loro dadi.


    Brasile, Villaggio indigeno



    I due rimasti si trovarono a far fronte ad un clima particolarmente assolato e caldo. Erano finiti fra cespugli verdi e ricchi di bacche rosse e bianche ed intorno a loro non c’era il silenzio, né soltanto i versi degli animali, ma anche voci umani e i suoni di oggetti che venivano spostati. Sollevando il capo Lancelot e Bellamy avrebbero riconosciuto un piccolo villaggio con case dai tetti di paglia e assottigliando lo sguardo avrebbero potuto scorgere sagome di persone in movimento. Era immerso in una piccola radura spogliata dagli alberi, ma loro due rimanevano ben nascosti ed alle loro spalle vi era solo il fitto della foresta.
    Il libro era incastrato fra le radici di un albero lì vicino, chiuso e con i dadi gialli ben nascosti all’interno.


    Erano tutti nello stesso luogo, ma a miglia di distanza.
    C'erano un solo unico modo per tornare in Accademia: terminare il gioco.


    Com'è chiaro siete stati divisi in squadre. Ogni squadra ha un suo colore che corrisponde a quello dei dadi.
    Nessuno fra voi sa chi abbia aperto il libro e chi è stato, non lo ricorda.
    In questo primo turno potete relazionarvi con l'ambiente e cercare di comprendere cosa sta accadendo, poi inizierete a giocare.
    La scadenza per il solo tiro dei dadi è di due giorni, dopo di ché il Tessitore descriverà l'esito ed in base a quello avrete una nuova scadenza che sarà diversa per ciascuna coppia.

    Inserite nel primo spoiler eventuali oggetti che intendete portare con voi e che non sono presenti nella borsa, convertite i punti esperienza prima di scrivere il primo post. In ogni post riporterete in spoiler i vostri punti abilità e talenti, se ne avete, ed all'inizio l'ambientazione in cui vi trovate.

    Scadenza: 22/01, ore 23:59


    Edited by Il Tessitore - 21/1/2019, 00:58
     
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    La caduta del pesante tomo dalla libreria fu un tonfo incredibile per le orecchie di Jamie, quel colore rosso intenso, quel titolo così invitante erano decisamente insoliti ma quello che successe subito dopo ebbe un seguito ancora diverso, senza sapere come e perchè Jamie si ritrovò in una zona del tutto nuova, non era più nella scuola e la caduta tra alberi, foglie e tutto ciò che contornava una foresta fu una bella botta per lui. Si alzò da terra seppur dolorante e vide che l'ambientazione del luogo era decisamente una foresta in piena regola, c'era tutto ciò che la contraddistingueva da un bosco. Fece una veloce esternazione sull'argomento nella sua mente.

    Accidenti, ma dove sono finito? Spero solo che non sia una cosa come quella nella foresta brasiliana di Hallowen dell'anno scorso. Speriamo bene.

    Una cosa positiva era che non era da solo ma vicino a lui era finita la ragazza della Casa del Fuoco, Annie e già il fatto di essere in due invece che da solo poteva essere un grande aiuto, spesso due menti erano decisamente meglio che una sola. Cercò di approcciarsi con il sorriso verso ella.

    Annie che piacere vederti. Stai bene? dove siamo finiti secondo te? E come mai siamo finiti qui se eravamo in biblioteca ad Amestris?

    Sentendo su se stesso il clima del luogo non poteva che essere contento, era molto diverso da quello della scuola di Amestris e del freddo Regno Unito. Era tutto il contrario dato che il caldo era ottimale in quella zona del mondo, estate pura per la sua pelle, la adorava in tutte le salse quella stagione ma preferiva essere al mare a prendere il sole invece che in una specie di foresta sconosciuta. Poi la fauna e la flora locale lo rendevano quasi un ambiente paradisiaco, ma sapeva che poteva essere tutto uno scherzo del destino e non doveva esultare per essere in una tale foresta ma stare attento a tutto, il Brasile era stata per lui una vera lezione di vita. Osservò tanti animali svolazzare da albero al albero, era curioso di sapere che specie erano ma non poteva conoscerle tutte. Allungò la mano verso la ragazza per aiutarla ad alzarsi da terra.

    Vieni, aggrappati alla mia mano.

    Sperava che Annie accettasse il suo aiuto, poi così avrebbero potuto ragionare senza problemi.



    Saggezza:08

    Capacità Magiche:13 (+1 richiesto prima del mio post)

    Manualità:10

    Riflessi:Agilità: 09 - Prontezza: 13

    Sensibilità:11

    Carisma:07

    Prestanza:14
     
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  3. Marcus Edwards
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    [Amestris]

    Per una volta che il giovane Cacciatore si recò in Biblioteca per applicarsi seriamente a Pozioni, anche a causa delle esortazioni della sua Responsabile ormai diventate innumerevoli, i rumori tutt'intorno a lui continuavano a distoglierlo dallo studio.
    In un angolo, vicino ad una libreria a parete, un gruppo misto di ragazzi stava ridacchiando e parlando ad un livello di decibel non proprio adatto a quel luogo e Marcus lo sapeva bene: mille volte era stato ripreso dal bibliotecario che lo minacciava di andare a riferire tutto alla Montrose per togliergli dei punti se non avesse chiuso quella sua dannata boccaccia.
    Ora poteva immaginare come si fossero sentiti spazientiti gli altri ragazzi quando negli scorsi anni era lui stesso a fare baccano in quella Sala.

    Primini.

    Pensò con la solita sfacciata superiorità che caratterizzava il suo modo di essere.
    Scosse il capo lasciando perdere, tornando a leggere il testo sui procedimenti preparatori alle pozioni del terzo anno, concentrato completamente nel capire quei termini tecnici per lui scritti in arabo... antico.
    Nulla da fare, ormai la sua attenzione era stata rotta e difficilmente sarebbe riuscito a recuperarla.
    Si alzò dalla panca ed iniziò a riordinare i libri dentro la bisaccia, forse era meglio sia per lui che per quei ragazzini che Marcus se ne andasse a studiare da qualche altra parte, prima che accidentalmente uno Stupeficium partisse dalla punta del Noce facendogli scomparire quel loro sorrisetto fastidioso.
    Si mise la borsa in spalla e stava per avviarsi verso l'uscita quando...

    [Perù]

    ...si ritrovò steso per terra abbracciato ad una grossa roccia, la borsa a qualche metro di distanza, il sedere su una distesa di foglie verdi per fortuna decisamente morbida.
    Frastornato non riusciva a capire cosa fosse successo intorno a lui e perché mai si ritrovava in un posto che non sembrava affatto Amestris, anzi, non era decisamente Amestris.
    Il mantello invernale ora sembrava pesante come un macigno in quel clima caldo e umido che non poté fare altro che rimembrargli il Brasile, la natura rigogliosa la faceva da padrona nella giungla, interrotta solo da misteriosi e alquanto strani costoni di roccia.
    Ci volle un po' prima di riprendere conpletamente senno di sé e accorgersi della presenza di una seconda persona: una compagna in vesti giallo-viola che, da quello che la sua memoria leggermente annebbiata gli stava dicendo, si trovava anche lei alla festa di compleanno fi Bell e Bri... Eilidh se non ricordava male il suo nome.

    Ma che razza di stregoneria è mai questa!?

    Si precipitò subito sulla sua borsa rovistando affannosamente al suo interno, lanciando via libri e penne e tirando un sospiro di sollievo quando ne estrasse la sua bacchetta.

    Uff, eccola.

    I sensi all'erta avvertivano il pericolo e la bacchetta stretta nel pugno era pronta a vibrare, tutta quella situazione avvolta in un manto di enigma e mistero non piaceva per niente al giovane Edwards: era pronto anche ad incendiare l'intera foresta se fosse servito a riportare lui e quella ragazza a casa.

    Saggezza:08
    Capacità Magiche:16
    Manualità:04
    Riflessi:Agilità: 15 - Prontezza: 12
    Sensibilità:05
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  4. Irvin Hazelwonder
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    Noiosa giornata di un noioso anno scolastico di una noiosa vita di una noiosa esistenza. Il capo di Irvin era chinato su possente tomo di Erbologia riccame,nte illustrato a cercare di capire il comportamento dei Bubotuberi in risposta a differenti stimoli. Sinceramente non capiva a che cosa gli servisse, erano utili solamente per produrre il pus impiegato in ambito pozionistico e non era necessario sapere cosa accadeva in caso di solleticamento o schiaffeggiamento se l'obiettivo era estrarre il liquido pungente.
    Fortunatamente quel pomeriggio la biblioteca non era troppo affollata, erano al massimo una decina gli studenti ivi presenti, ma ciò non stava a significare che non vi fosse nessuno che rompesse le scatole con chiacchiere inutili e fastidiose.
    L'ennesimo rincitrullito fece cadere da qualche parte un libro, già immaginava il tono stizzito del bibliotecario rimproverare il colpevole, avrebbe dovuto fare più attenzione la prossima volta.
    Tutto avvenne in un istante. La piuma che lo studente del Ghiaccio stava utilizzando per scrivere rimase senza una mano a impugnarla, destinata a cadere immobile sulla pergamena in quel surreale avvenimento.

    [Colombia, Rio delle Amazzoni]


    Irvin sentì la pelle del viso e delle mani solleticata dai fili d'erba del prato su cui inspiegabilmente era steso. Aprì gli occhi e sbatté le palpebre rapidamente prima di rendersi conto della rottura rispetto a ciò che i suoi occhi poco prima stavano osservando. Spaventato si alzò rapidamente sulle gambe per iniziare a guardarsi intorno e capire dove fosse stato trasportato. Vedeva solo una foltissima vegetazione accompagnata dallo scrosciante suono di un largo fiume poco distante.

    Ma porca...

    Istintivamente portò la mano sull'impugnatura della bacchetta, senza però sfilarla dalla tasca. Il cervello era in quel momento sovrastato da migliaia di informazioni e ragionamenti che gli impedivano di afferrare il bandolo della matassa.
    Fu la presenza di un'altra persona, nello specifico Alexander Olwen, a calmarlo per un istante. Sebbene fosse risaputa la sua voglia di solitudine, in quella circostanza avere con lui qualcuno di conosciuto era di conforto.

    Dove siamo finiti? Non possiamo essere finiti fuori dalla scuola, ci sono gli incantesimi di protezione.

    Quella era la conclusione più ovvia e non riuscì a confinarla alla sua mente, ma sentì l'istintiva necessità di condividere quella conclusione ad alta voce. Guardandosi intorno si rese conto inoltre che quella non poteva essere il Regno Unito, la vegetazione era troppo rigogliosa e diversa. Non aveva assolutamente senso tutto quello. Nulla di ciò che stava toccando al momento prima di sparire poteva essere una passaporta, altrimenti avrebbe visto anch'essa in quel luogo con sé, a meno che a essere incantati non fossero i loro vestiti.

    Ma perché solo io e Alexander.

    Non aveva nulla da spartire con il compagno di classe della Tempesta, non c'era nulla che li accomunasse. Non sapeva essenzialmente cosa fare, se non rimanere sul posto e continuare a guardarsi intorno per riuscire a dare un senso al tutto.
    Saggezza: 18
    Capacità Magiche: 24
    Manualità: 14
    Agilità:06 - Prontezza: 09
    Sensibilità: 01
    Carisma: 11
    Prestanza: 13
     
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    Per quanto riguardava lo studio, il Prefetto del Fuoco era un tipo un po' particolare: non capitava spessissimo che si chiudesse in biblioteca per delle sessioni intensive, dove il silenzio che regnava in quel luogo, insieme all'odore dei tomi antichi, della polvere e del legno dei mobili avrebbero dovuto conciliare le menti dei giovani studenti e la loro concentrazione. Quel posto gli piaceva solamente quando ci si faceva un giro alla ricerca di libri interessanti che avrebbe dovuto leggere per puro piacere personale, non quando doveva studiare o fare i compiti. Per queste ultime cose preferiva per esempio mettersi da qualche parte all'esterno dell'Accademia, soprattutto in autunno ed in primavera. Quando non gli era possibile, sceglieva altri luoghi all'interno delle mura scolastiche dove si sarebbe sentito più a suo agio, come per esempio le aule delle materie che avrebbe dovuto studiare o la sua stanza del dormitorio.
    Quel pomeriggio, però, ispirato da chissà quale crisi mistica, aveva deciso di cercare qualche testo interessante per svolgere meglio i compiti che gli erano stati assegnati. In vista degli esami, alzare la sua media in tutte le materie possibili era la cosa migliore da fare. Aveva persino portato qualcosa da mangiare, qualche biscotto che aveva preso dalla Sala Grande dai dessert del pranzo, perchè era proprio deciso a rimanere lì dentro per un po' di tempo.
    Aveva appena varcato il portone e iniziato a camminare in uno dei svariati corridoi tra gli scaffali stracolmi di tomi, senza nemmeno fare in tempo a constatare se fosse presente qualcuno di sua conoscenza da salutare o a cui unirsi per studiare insieme, che accadde improvvisamente qualcosa che non si aspettava di certo.

    Brasile



    Non era decisamente preparato per quello. Qualcuno gli aveva per caso dato una botta in testa, l'aveva rapito e nascosto dentro ad un cespuglio della foresta di Drayrdd? Sembrava essere proprio quella la situazione, ma non era nè imbavagliato, nè incappucciato. Si tirò su in fretta, cercando di capire cosa diavolo fosse accaduto.

    Ma che Merlino...

    Non gli sembrava la foresta di Drayrdd, quella. Ci era stato spesso ed avrebbe giurato di saperla riconoscere. Inoltre sentiva dei rumori diversi dal solito...poteva giurare fossero delle voci, non troppo lontane ma nemmeno vicinissime. Non si era ancora accorto del villaggio che si trovava di fronte ai suoi occhi, perchè la sua attenzione venne immediatamente attirata da una chioma bionda a lui piuttosto familiare.

    Lance?!

    Sì, era proprio il biondo degli Olwen! Allora non avevano rapito soltanto lui!

    Hanno rapito anche te?! Se scopro chi è stato a farci questo scherzo, giuro che...

    Dei rumori di oggetti che venivano spostati lo costrinsero a zittirsi e ad alzare lo sguardo verso la direzione da cui gli sembravano essere provenuti. Si piegò leggermente sulle ginocchia, come se volesse cercare di nascondersi ad occhi sconosciuti.

    ...Lance, le avevi mai viste quelle capanne a Drayrdd?

    Lui continuava ad essere convinto che fossero a Drayrdd, o forse cercava di convincersene, perchè nella sua mente non potevano essere altrove.
    Ma poi, perchè mai avrebbero dovuto rapirli insieme? Che senso aveva? Una congiura contro i biondi?
    Si passò un paio di volte le mani sui vestiti per pulirsi dalla terra, rendendosi conto di avere per fortuna la sua bacchetta. Almeno quella.

    Bellamy ha con sè solamente il Talismano a ruota (che tiene sempre al collo ma comunque sta in borsa), oltre alla bacchetta.

    Saggezza: 12
    Capacità Magiche: 29
    Manualità: 09
    Riflessi: Agilità: 21 - Prontezza: 19 (13+6 richiesti nel topic)
    Sensibilità: 27
    Carisma: 18
    Prestanza: 16

    HP: 50

    Talento Jr.: CDCM/CDD
     
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  6. Brianna Scott
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    Era ormai chiaro alla giovane Fuoco che, se avesse voluto veder realizzati i propri obiettivi, avrebbe dovuto darsi da fare e, così come le aveva suggerito la professoressa Styles, conveniva trovare qualcuno che le desse una mano in Pozioni. Avendo già avuto modo di svolgere un compito insieme a Janelle, che a detta della docente sembrava essere una delle migliori studentesse della classe G.U.F.O. nella sua materia, aveva deciso di chiederle un aiuto, ma non le pareva proprio il caso di disturbarla di domenica; lei, invece, forse a causa degli esami ormai imminenti o dell'assordante confusione che i ragazzi più giovani avevano deciso di creare all'interno del castello quel giorno, stabilì di chiudersi in biblioteca insieme a buona parte degli studenti della sua classe, intenta a terminare un compito di Aritmanzia che le stava dando parecchie grane. Inoltre, dopo settimane che si riprometteva di farlo, era finalmente riuscita a portare con sé il Corallo che aveva vinto allo Yule Ball, per poterne esaminare le caratteristiche davanti a uno dei libri presenti in biblioteca, dato che su quello di testo aveva trovato ben poco.
    Vicino a lei, Eilidh ed Annie erano impegnate a scrivere o studiare chissà quale materia, probabilmente Divinazione o Babbanologia o un'altra branca della magia decisamente meno interessante e utile di quella nella quale era impegnata lei, motivo per cui non provò neanche a chiedere a loro una mano per Aritmanzia. Il professor Laeddis aveva deciso di metterli sotto, probabilmente in vista degli esami, quindi la rossa se ne restava lì, intenta a osservare il proprio libro, con una matita tra i denti e gli occhi stanchi; era sui libri da quasi quattro ore e non era riuscita a produrre più di un paio di fogli di pergamena.
    In più, una serie di schiamazzi le rendevano impossibile concentrarsi quanto, forse, avrebbe dovuto. Così, in uno scatto di irritazione, Brianna sollevò lo sguardo adirato e lo rivolse a un gruppetto di ragazzi che volevano proprio farla arrabbiare.

    Posso togliere loro dei punti, secondo voi? Così, per disturbo alla quiete pubblica.

    Sussurrò arrabbiata alle amiche, mentre scorgeva Orion, il bibliotecario, riuscire a radunare il gruppetto e trascinarlo fuori dalla sala. La ragazzina tirò un sospiro di sollievo e tornò a guardare il volume che stava tentando di comprendere, mentre con la mano sinistra ticchettava nervosamente la superficie lignea del tavolo.
    Sbuffò e si alzò, diretta verso lo scaffale in cui sostavano i libri di Aritmanzia e, poco più in là, quelli di Antiche Rune. Il suo sguardo vagò tra le copertine colorate e infilò al proprio posto quello che aveva fra le mani, tornando poi verso il proprio tavolo con l'intenzione di recuperare la borsa e infilarvi dentro tutto il materiale sparso in disordine sul tavolo.

    Torno in camera, sia mai che riesca a produrre di più.
    Ci vediamo a cena.


    Fece in tempo a mettersi la borsa in spalla che un tonfo la costrinse a voltarsi di scatto. L'ultima cosa che vide fu un libro aperto e l'ultima che sentì fu un'improvvisa sensazione di vuoto ad assalirla.

    [Ecuador]



    Fu un tonfo rumoroso, inaspettato e difficile da spiegare, una sensazione simile a quando aveva preso la Passaporta durante le vacanze natalizie.
    Un dolore al bacino la costrinse a imprecare, mentre una mano andava a tentare di placare il pulsare costante della natica destra e i denti digrignavano per il fastidio. Fu allora che si accorse di aver immerso la mano in quella che pareva essere acqua, fredda e sporca, che le avvolgeva i fianchi e le caviglie.

    Ma cosa diavolo...

    Non poté formulare interamente quel pensiero, perché era certa che il problema non riguardava cosa fosse quell'acqua o da dove provenisse, ma soprattutto perché vi fosse immersa.
    Una pioggia dannatamente intensa e sottile da risultare fastidiosa, più che dannosa, la costrinse a socchiudere le palpebre su occhi indagatori che non riuscivano a mettere a fuoco ciò che avevano davanti. Sollevò la mano destra per proteggersi gli occhi, ma quando sfiorò il proprio volto sentì qualcosa di viscido scivolarle sulla guancia.
    Sulla mano aveva una sorta di muschio, di...

    Merda! Che schifo!

    Scacciò i licheni che macchiavano la pelle della mano, improvvisamente consapevole di trovarsi immersa nelle acque putride di una sorta di stagno, costringendo le gambe a rimettersi in funzione e dandosi la spinta necessaria con le braccia per rimettersi in piedi. Con le mani tentò di pulire la gonna e la giacca della divisa, ma sia gli indumenti che le scarpe erano sudici. Inoltre, come a peggiorare una situazione già di per sé critica e poco comprensibile, una fastidiosa sensazione di afa le rese difficile regolare la respirazione. Era lì da quanto? Una ventina di secondi? Eppure percepiva già un sottile strato di sudore avvolgerla completamente nonostante l'acqua e la pioggia, che parevano solo aver reso quella sensazione ancora più intensa. Spaventata ma soprattutto confusa, iniziò a guardarsi intorno e non si sorprese tanto del fatto di vedere un'altra persona insieme a lei, quanto di non vederne altre che era certa dovessero trovarsi lì.

    Annie? Eilidh? Dove siete?!

    Era impossibile che fossero lontane, pensò guardandosi intorno, in fondo stava parlando con loro meno di un minuto prima. Guardò di nuovo la ragazza che pareva essere nelle sue stesse condizioni e ne riconobbe il viso.

    Frances.

    Eh sì, era proprio lei. Non che avesse qualcosa contro la ragazzina del Ghiaccio, ma se proprio doveva trovarsi in un posto sperduto con qualcuno, di certo non avrebbe scelto una compagna di classe con cui non si era mai scambiata più di qualche buongiorno. Perché se l'erano detto almeno un buongiorno in tre anni, sì?
    Mh.
    Per prima cosa uscì dallo specchio d'acqua e realizzò di trovarsi in una sorta di foresta o... palude, era più simile a una palude. Iniziò a sfilarsi la giacca -troppo ingombrante e fastidiosa per quelle condizioni climatiche- e la poggiando nelle vicinanze di un albero, poi allentò il nodo della cravatta e la abbandonò sulla giacca lercia, infine arrotolò le maniche della camicia e legò i capelli bagnati. Non c'era modo di ripararsi da quella dannata pioggia, neppure le fronde degli alberi riuscivano a non farla filtrare, tant'erano sottili le gocce.
    Brianna sollevò lo sguardo verso il cielo, grigio ma quasi accecante, per poi riportarlo sulla compagna. Che fine avevano fatto tutti gli altri? Che fine avevano fatto loro.

    Giuro che se questo è un altro scherzo di Rosenbaum, è la volta buona che mi faccio espellere.

    La ragazza sentì qualcosa in bocca e sputò quello che si rivelò essere solo un capello, sul volto un'espressione che risultava essere un mix perfetto tra disgusto e sollievo.
    Stava andando fuori di testa.
    Nonostante sapesse che non avrebbe perdonato uno scherzo simile da parte dell'insegnante di Erbologia per, magari, far studiare un particolare tipo di licheni nel loro habitat naturale, Brianna non poté fare a meno di sperare che si trattasse di qualcosa organizzato proprio dal corpo docenti; almeno sarebbero tornate a scuola sane e salve. Perché sì, non ci voleva certo un genio per capire che non si trovavano più ad Amestris e, da ciò che la circondava, neppure in Gran Bretagna.
    Si passò il dorso della mano sinistra sulla fronte, non sapendo se era riuscita a raccogliere sudore piuttosto che acqua e melma, prima che il suo sguardo ricadesse su un oggetto il cui rosso spiccava sul terriccio umido a un paio di metri da lei.
    Brianna si incamminò in quella direzione, fingendo che non le desse minimamente fastidio l'acqua nelle scarpe, per poi piegarsi su quello che pareva essere un libro.
    La ragazzina sapeva molto bene che i libri non fossero propriamente innocui, non tutti per lo meno, motivo per cui non lo raccolse subito. Piuttosto, si guardò indietro per vedere cosa stesse facendo Frances; a quanto pareva erano da sole in quel luogo sperduto e dimenticato da Dio, supposizione sufficiente a convincerla che avrebbero fatto meglio a collaborare.
    La rossa a quel punto ricordò di aver raccolto la borsa prima di voler andare via dalla biblioteca, e si domandò se anche quella fosse stata trascinata nella palude... ed eccola lì, infatti, intenta a galleggiare in mezzo ai licheni. La ragazza trattenne un'imprecazione e si avviò verso il punto in cui si trovava la sua roba, per poi afferrarla dalla tracolla e trascinarla sul terriccio. La aprì e vi trovò la bacchetta, sana e salva, persino con una sostanza filacciosa e verde arrotolata su di essa.

    Fantastico.

    Sì, davvero meraviglioso. Non le era bastato lo spirito di una vecchia stramba a torturarla per un intero mese? No, certo che no, ora doveva anche capire come tornare in Accademia trovandosi dall'altra parte del mondo, favoloso!
    Riprese a frugare nella borsa, sfilando libri e quaderni fradici, questi ultimi impossibili da riutilizzare. Cercò nelle tasche e negli angoli qualcosa che potesse essere utile, gettando all'aria tutto il resto, fino a quando trovò esattamente ciò che le serviva: il Corallo che aveva vinto durante lo Yule Ball -l'acqua non sarebbe stata un problema, ma per studiarne le caratteristiche in biblioteca aveva portato con sé una provetta piena d'acqua- e dei Detonatori Abbindolanti che avrebbe dovuto dare a Cody già un paio di settimane prima, evidentemente rimasti lì per dimenticanza.
    Rimise quegli oggetti e i libri nella borsa e se la caricò in spalla, mentre tornava verso il libro rosso.
    A quel punto la prudenza non sarebbe servita a molto, motivo per cui, con la bacchetta in mano la ragazza decise di aprire il volume.
    Dopo poche pagine, al suo interno trovò un fondo con dei dadi blu. Delle istruzioni recitavano chiaramente cosa avrebbero dovuto fare per uscire sane e salve da quel... gioco.
    Erano intrappolate in un gioco, i dadi avrebbero deciso cosa far fare loro e sarebbero state libere solo una volta giunte alla fine.

    Ehi, Frances, vieni un po' a vedere.

    La rossa si ritrovò a deglutire un paio di volte. Non conosceva affatto quel gioco, ma così come aveva imparato a non sottovalutare un libro in quegli anni, sapeva anche che non fosse saggio porre limiti alla fantasia.
    Se le regole di quel gioco non erano unicamente frutto dell'immaginazione, allora le due ragazzine avrebbero dovuto affrontare pericoli ben peggiori di quelli che i docenti avrebbero potuto inventare per spronarli a dare il loro meglio.

    "Ammesso di voi rimanga qualcosa da riportare"...

    Sussurrò mentre lo sguardo si spostava sulla compagna, spaventato e consapevole che non si trattasse affatto di un gioco come tanti altri, mentre il cuore iniziava ad accelerare i battiti, alla stregua di tamburi immaginari che le risuonavano nelle orecchie.

    Abilità:
    Saggezza:11
    Capacità Magiche:17
    Manualità:09
    Riflessi: Agilità: 08- Prontezza: 17 (9 + 8 richiesti nel topic)
    Sensibilità:12
    Carisma:10
    Prestanza:08

    HP: 50

    Bonus: 1
    Oggetti: Detonatori Abbindolanti; Corallo blu dei mari del nord.
     
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    La biblioteca era il luogo ideale per organizzare uno scherzo.
    Suvvia, chi mai se lo sarebbe aspettato in un luogo del genere? Già immaginava i secchioni del castello cominciar a piangere in maniera a dir poco spassosa, gli urletti acuti e poco aggraziati delle ragazzine e, soprattutto, le imprecazioni che Lance gli avrebbe rivolto. Ebbene sì, era proprio il cugino la vittima del fantomatico scherzo, poi gli altri presenti sarebbero stati bersagli involontari, tuttavia era certo che la grandezza di uno scherzo fosse direttamente proporzionale alla sua epicità e al tempo per il quale se ne sarebbe parlato. L'idea era la seguente: giungere di soppiatto, gettare il sacchetto contenente la Polvere Buiopesto Peruviana e poi sganciare un grido agghiacciante che avrebbe fatto rizzare le orecchie a chiunque, magari facendo perdere qualche anno di vita a qualcun altro. E riguardo alla punizione che avrebbe ricevuto? Avrebbe venduto cara la pelle, ma nelle peggiori delle aspettative avrebbe pagato le conseguenze per la sua azione.

    Poi non seppe bene cosa accadde, ma qualcosa successe. Si sentì strano, fu costretto a chiudere gli occhi e avvertì un bizzarro senso di vertigini e immediatamente dopo fu investito da un caldo assolutamente sconosciuto alle tipiche temperature di gennaio del regno unito. I vestiti che indossava al momento li trovò estremamente pesanti, ma fu nulla a confronto della sorpresa che ebbe quando si rese conto di trovarsi in un luogo mai visto prima. Stava sognando? Qualcuno lo aveva colpito alle spalle prima di far qualunque cosa stesse facendo e che ora non ricordava? Tutto ciò aveva dell'inverosimile, eppure dai pantaloni avvertiva l'umidità della natura selvaggia del luogo.

    Alberi, alberi, Irvin e ancora alb-IRVIN!

    Ok, le stranezze cominciavano ad essere davvero troppe, cosa diamine ci faceva Irvin con lui in quel luogo dimenticato dal mondo? Sarebbero dovuti rimanere lì a vita? Beh, se non altro c'era il fiume per l'acqua e riguardo al cibo non sapeva se e quanto un Irvin selvatico fosse stato commestibile.

    Ti sembra forse Amestris? Non dire cazzate, è ovvio, siamo finiti qui perché...boh.

    Niente, non ricordava nulla.
    Come prima cosa decise di non farsi prendere dal panico, dopotutto ad Aritmanzia aveva imparato che esisteva una risposta razionale per tutto, no? Bene, ecco, allora come poteva spiegare ciò che stava accadendo? Logica, doveva andar per logica.
    Si guardò intorno senza farsi troppe domande, fino ad osservare un dettaglio che stonava in maniera evidente con la vegetazione intorno a loro: su di un masso, in prossimità dell'acqua, c'era un libro aperto.

    Cos'è quello?

    Chiese mentre si avvicinava ad esso, tentando di prenderlo senza farlo scivolare sbadatamente in acqua.
    Qualora ci fosse riuscito, avrebbe dato una rapida sfogliata alle pagine, fino a quando non lesse una parola che catturò la sua attenzione: gioco. Fu allora che lesse lo specchietto che le raccomandazioni e gli avvertimenti del gioco ad alta voce, in maniera tale da rendere partecipe anche Irvin dato che, per assurdo, i due erano una squadra.

    Forse non siamo gli unici ad essere qui. Se si parla di squadre, evidentemente devono esserci altri studenti.
    EHIIII, C'E' QUALCUNO?


    Urlò con tutta la voce che aveva in corpo, sperando che magari altri ragazzi si trovassero nelle vicinanze. Non sapeva se qualche umano o la natura potesse rispondere a quel grido, tuttavia la parte più razionale e despota del giovane Olwen non voleva sentirne parlare di tirare a freno la lingua.

    Mi sembra una cazzata colossale, ma prova a guardarti intorno, magari trovi i dadi e la plancia da gioco di cui parla il libro. Io intanto continuo a leggere per vedere se riesco a trovare qualcosa di utile.

    Alexander porta con sé 100 gr di Polvere Buiopesto Peruviana

    Saggezza:09

    Capacità Magiche:19

    Manualità:08

    Riflessi:Agilità: 03- Prontezza: 12 (accreditati +5 prima di questo post, quindi 17)

    Sensibilità:09

    Carisma:07

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    Quel pomeriggio era lungo, tedioso, noioso e, soprattutto, troppo rumoroso per essere all'interno della sala lettura della Biblioteca. C'era un gruppo di studenti che non faceva altro che schiamazzare infastidendola nel tentativo portare a termine la sua relazione da consegnare l'indomani a Castlewine sui diversi metodi di comunicazione che usavano babbani quotidianamente. Aveva già scritto della consegna tradizionale della posta, fatta da babbani e non da gufi, in sella a scassati motorini e, in qualche paese, persino in bicicletta, passando poi alle più veloci mail, dove alcune avevano un peso legale non indifferente - era PCE o PEC? aveva ancora qualche dubbio che avrebbe fugato appena possibile - passando poi per il telefono tradizionale, in voga anche in alcune case purosangue dalle ampie vedute, fino allo smartphone di ultima generazione. Messaggi, whatsapp, telegram, senza contare le piattaforme social. Aveva persino arrischiato un paragone tra le video chiamate - indipendentemente dall'applicazione che veniva utilizzata - con gli specchi gemelli, prendendo spunto dal regalo che la rossa accanto a lei le aveva fatto per Natale.
    Nonostante tutto però leggeva e rileggeva quella pergamena, sbuffando di tanto in tanto, cancellando qualche parola, o semplicemente barrandola con un tratto netto, provando a trovare un forma più degna di un compito da essere presentato ad un docente e non ad una battaglia navale.

    Tanto la bella la farò stasera in Sala Comune.

    Si disse mettendo un punto fin troppo deciso, tanto che sbavò la pergamena, giusto per completare l'opera a quel caos che vi regnava sopra. L'ansia di dover recuperare quanto si era lasciata indietro tra gli articoli per il giornalino da rivedere e gli allenamenti di quidditch era sempre più grande, senza considerare che mancavano davvero una manciata di mesi ai G.U.F.O. e lei non sapeva ancora cosa farne della sua vita. Non sapeva con quali materie avrebbe continuato, quali da lasciare indietro e quanto le potesse servire per quel sogno di diventare medimaga, che si faceva sempre più grande.
    Nonostante avesse sentito qualche gola schiarirsi per richiamare il silenzio, insieme a qualche shhh bisbigliato da qualche tavolo più in là, i primini che non sapevano gestire spazi, movimenti e l'uso della parola, continuavano a tediare le tre amiche che si erano riunite per studiare, seppur tre cose diverse - infatti lei, una volta finita la relazione, si sarebbe esercitata con la divinazione delle rune che aveva acquistato tempo addietro da Belanos - avevano visto la loro volontà ferrea di prendersi quella prima domenica di marzo di pausa e dedita esclusivamente allo studio minata dagli undicenni chiacchieroni.

    Io sarei andata a togliere qualche punto già dopo un paio di richiami non ascoltati.

    Rispose in tutta franchezza la metamorfomaga, mantenendo il tono basso, vicino al sussurrare tipico di chi era abituato a frequentare quella sala. E lo credeva davvero. Poco importava se c'erano un paio di Tempesta in quel gruppetto, ma era una mancanza di rispetto che sarebbe stato meglio correggere al più presto e non lasciarla attecchire e cresce negli anni a seguire.
    Ma il suo invito cadde immediatamente nel vuoto dato che il bibliotecario, forse stanco anche lui per il troppo rumore, non aveva deciso di cacciarli fuori. Ormai, però, la concentrazione della Scott era andata a farsi benedire e forse anche quella della Welsh, tanto che la Rheon si alzò per rimettere a posto i libri che aveva usato per Babbanologia, tornando al tavolo per rassettare tutte le sue cose e passare alla nuova materia. Solo che quando aprì la borsa vi trovò il sacchetto di sale divinatorio ottenuto a inizio anno ad una delle lezioni di Lennox. Ricordava che l'aveva gettato nella borsa sperando che servisse come promemoria per chiedere, durante qualche lezione, ulteriori delucidazioni in merito all'arte dell'alomanzia, finendo però con il dimenticarsene puntualmente. Forse sarebbe stato il caso di approfittarne subito, tentare di vedere se il docente fosse nella sua stanza e chiedere ulteriori chiarimenti.

    Io provo a vedere se becco Lennox, ci vediamo più tardi.

    Comunicò alle due salutandole con un cenno della mano, issandosi la tracolla sulla spalla pronta ad incamminarsi verso la Sala Comune, giusto per lasciare i pesanti volumi, per poi proseguire verso la soffitta di Divinazione. Era proprio vicina a Brianna, tanto che era riuscita ad allontanarsi giusto in tempo per evitare la sua borsa, quando sentì un tonfo sordo, tipico di un voluminoso libro che incontrava l'abbraccio del pavimento, stava per sorridere quando si sentì trascinare via da una forza sconosciuta.

    [Perù, Statua delle Divinità]


    Quella forza si arrestò solo quando avvertì l'impatto duro con il terreno. Era atterrata sul fianco destro, con il braccio steso, come a proteggere la testa, gli occhi ancora ben chiusi. Sentì un dolore sordo pulsare all'altezza del fianco, segno che aveva sbattuto contro un oggetto contundente ma ancora non aveva la forza di riaprire le palpebre. Si lasciò guidare dagli altri sensi. Il profumo di erba, fresca e rigogliosa, con una nota di muschio, insieme ad un forte e penetrante odore di terra che era ben lontano da quello che era abituata a conoscere. Le orecchie riuscirono a captare stridi di quelli che sembravano uccelli o almeno lei li avrebbe classificati così, cui si aggiunsero dei lamenti che sembravano decisamente umani.

    Bri! Annie...

    Il pensiero che lì, accanto a lei, ci fosse la Prefetta o quel diavoletto innamorato della Macrae diede la forza alla metamorphomagus di aprire finalmente gli occhi. Fu accecata dalla luce. Era intensa, dai riflessi verdognoli. Dovette battere un paio di volte le palpebre per provare a mettere a fuoco quanto poteva osservare da quella posizione. Vegetazione, decisamente tropicale e lontanissima da quella che era abituata a vedere tra la Scozia e il Galles. Piante dalle grandi foglie, rampicanti come se piovessero e edera, tanta edera.

    Fa che non sia Edera Capricciosa, fa che non sia Edera Capricciosa.

    Ripeteva come un mantra nella sua testa, provando a rimettersi in piedi e allontanarsi più possibile da lì. Il ricordo della sua infanzia legato a quella infima pianta era fin troppo vivido. La presenza di una probabile pianta magica mediamente pericolosa era stata quella scarica adrenalinica che l'aveva portata a rimettersi in piedi, mantenendosi il fianco destro con la mano, massaggiandolo per accertarsi che non ci fosse nulla di rotto.
    Fu però una voce maschile, ancora acerba, ad attirare di scatto la sua attenzione. Si girò, veloce, vedendo come lì, leggermente impiastricciato di terreno ci fosse Marcus Edwards, Fuocherello del terzo anno. Se sapeva il suo nome era perché, oltre ad essere membro della squadra di quidditch, era stato uno dei ragazzi a cui aveva inviato un gufo per la festa più calda dell'anno.

    Dove diamine sono Brianna ed Annie?

    Con una domanda aveva risposto all'imprecazione del tredicenne, chiedendogli se avesse visto due sue compagne di Casa, con il cuore che sentiva quasi in gola. Perché lei era lì, con Edwards per giunta, e senza le sue due migliori amiche? Erano ancora in biblioteca o erano lì, sperdute insieme a lei, lontane di poco, in quella incredibile foresta?
    Sentì il respiro accelerare, mentre la sua mente provava a dire di essere calma, di imitare quello che stava facendo Marcus anche se non capiva cosa sperasse di trovare all'interno della sua tracolla. Vederlo aggrapparsi a quel catalizzatore di legno come se fosse di importanza vitale la riscosse un po' per trovare anche la sua di borsa.
    La individuò a meno di un metro di distanza, tra un paio di rocce appuntite, rabbrividendo del fatto che lì, invece della sua borsa, si sarebbe potuta trovare tranquillamente la sua testa. Ancora un po' dolorante per la botta ricevuta sul fianco si avvicinò a quei massi, provando ad afferrare la tracolla della sua borsa per avvicinarla a sé per evitare di rischiare di ferirsi inutilmente. Riuscì a trovare la sua bacchetta di nocciolo, poco distante dal sacchetto di sale che si era mantenuto integro nell'impatto.

    Fantastico, sono chissà dove ma, ehi, ho il sacchetto di sale divinatorio!

    Pensò, sconfortata, arrivando addirittura a pensare di usarlo per divinare qualche informazione utile nel dove si trovassero non solo lei e il Cacciatore, ma anche le sue amiche più care.

    Se solo avessi... lo Specchio Gemello, ma certo!

    Come un'indemoniata iniziò a rovistare all'interno della borsa il regalo che Brianna le aveva dato ad Edimburgo, davanti a quel falò scoppiettante, insieme a quella promessa che subito aveva pensato di rispettare: avrebbero sempre saputo dove sarebbero state. Peccato però che trovò pergamene sgualcite, piume spezzate ma non quello che più interessava, ricordandosi solo in quel frangente di come l'avesse posato quella mattina sul comodino, dopo il classico buongiorno che si era scambiata con la rossa malpelo.

    Dannazione!

    Imprecò, fregandosene altamente della compostezza e l'esempio da tenere davanti a qualcuno più piccolo di lei. Lasciò andare la borsa stizzita. La situazione stava iniziando a fuggire di mano, tanto da desiderare di tornare indietro nel tempo, precisamente a quella mattina, e a non lasciare il suo caldo e confortevole letto a baldacchino. Non che lì non facesse caldo. Il clima era umido, tanto che si costrinse a sbottonare il cardigan giallo senape, appallottolarlo e spingerlo dentro la borsa, arrivando persino ad arrotolarsi le maniche della camicia fino a metà avambraccio.
    Doveva fare qualcosa, non poteva starsene lì, in piedi, ferma a maledirsi per essere così smemorata, doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa. Iniziò a studiare l'ambiente trovandovi una vasta distesa di piante di cuoi non riusciva ad immaginare lontanamente il nome, oltre ai licheni e muschi insieme a pericolosissime rocce, arrivando a pensare che se solo avesse piovuto anche un minimo avrebbe finito con lo scivolare con quelle scarpe molto babbane, tipo Converse, rigorosamente nere, e dalla suola liscia. Proprio adatte per un'escursione in una foresta.

    Che diamine ne sapevo che sarei fin-

    Il suo pensiero si bloccò. L'edera che aveva visto quando aveva aperto gli occhi era tornata nella sua visuale ma, ora che era completamente sveglia, in ciò che vedeva riuscì a captare qualcosa che non quadrava. Quelle rocce erano così diverse rispetto a quelle sui cui era atterrata, ma soprattutto su quelle su cui aveva rischiato di sfracellarsi in una morte certa. Erano lisce - per quanto la vegetazione permetteva di osservare - come se fossero state levigate, lavorate per assumere una forma particolare. Fece un altro passo avanti avvicinandosi ad una che in particolare ricordava le onde del mare o... non sapeva dare una giusta definizione a quello che stava vedendo. Di sicuro sopra c'era qualcosa dalla forma familiare.

    É forse un libro quello?

    Chiese ad alta voce, indicando con la bacchetta impugnata dalla mancina quella forma strana di pietra coperta di erba su cui campeggiava un parallelepipedo rosso, che ricordava tantissimo un pesante e vecchio volume. Di certo non era suo. Che fosse del ragazzetto? In tutto ciò non se la sentiva di avvicinarsi a quella roccia - avrebbe lasciato il compito all'altro - troppo timorosa di essere inglobata da quel rampicante dall'aria innocua, ben diversa da quella forma serpentina...

    Un serpente?!

    Ed anche qualora fosse stato un invertebrato non aveva senso un tipo di scultura del genere nel bel mezzo della fitta vegetazione. Un passo dietro l'altro, non nella direzione che la portava verso il libro, bensì indietro, in quello che credeva un posto più sicuro. Sentiva il cuore battere a mille, la borsa sbattere sul fianco, il sudore che iniziava a imperlarle la fronte mentre l'immagine che le sue retine andavano catturando finivano con il comporre un puzzle inquietante.
    Le nocche erano diventate pallide, a furia di aggrapparsi al legno di nocciolo, mentre un'espressione di puro terrore andò a dipingersi sul suo volto, molto speculare a quella in pietra che l'osservava con i suoi occhi vacui. Era una statua inquietante, che rilasciava terrore in ogni linea con cui era stata modellata, facendole accapponare la pelle e cedere ad uno degli istinti primordiali dell'uomo: urlare.

    AAAAAAAAAHHHHHHHHH!

    Punti Abilità
    Saggezza:10

    Capacità Magiche:11

    Manualità:10

    Riflessi:Agilità: 08 - Prontezza: 10 (7 +3 richiesti nel topic)

    Sensibilità:15

    Carisma:11

    Prestanza: 8

    HP: 50

    Bonus: I (ottenuto con l'ultima conversione)

    Borsa:
    - Bacchetta di legno di nocciolo, undici pollici, leggermente flessibile, nucleo di piuma di fenice.
    - Sacchetto di sale divinatorio: ottenuto in seguito a una lezione di Divinazione, contiene al suo interno dell’himalayano bianco sufficiente per 1 utilizzo. Previo uso ON, da sottoporre a giudizio del Tessitore, può concedere fino a +2 Carisma/Saggezza per la durata di un’intera role.
    - Rune in legno: utili per divinare o nei rituali runici.
     
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    [Domenica 3 Marzo, 15.45 - Biblioteca]



    Era lì da ore, a passare la domenica a studiare per i compiti di Antiche Rune. Aveva smosso qualsiasi tipo di manuale per la sua ricerca e ancora non aveva nulla in mano, se non una stanchezza assurda che le premeva sulla testa. Sbuffava di tanto in tanto, tamburellando le dita sul tavolo o giochicchiando con la matita. Quel giorno, Annie, non aveva proprio voglia di studiare, ma sapeva che se non avesse finito Rune in quel preciso istante, avrebbe accumulato la materia, con altre non molto favorite, quindi aveva deciso di eliminare la disciplina in cui riusciva meglio. Peccato che la sua testa era completamente altrove.

    Per sgranchirsi le gambe, di tanto in tanto, si alzava andando in giro per gli scaffali a sfogliare qualche manuale diverso da quelli che aveva sul banco dove stava studiando. Di tanto in tanto, oltre a questa cosa, si dilettava a fare delle palline di carta, lanciandole in direzione della povera Brianna, oppure faceva qualche linguaccia a Eil mentre le rubava la penna, talvolta, oltre ad alzarsi per fare il giro degli scaffali, andava alla ricerca di attenzioni da Lancelot, che era qualche tavolo più avanti con il suo cuginetto.
    Insomma, erano come sempre tutti e sei lì a studiare, seppur non sempre nello stesso tavolo, ma gira e volta, si ritrovavano sempre insieme, come se il karma volesse tenerli uniti nonostante loro cercassero di distaccarsi. Sbuffava di tanto in tanto, cercando di non perdere l'ultimo briciolo di concentrazione.
    Ma quella domenica, le cose non andavano per niente bene, perché per quanto cercasse di rimanere sull'argomento, anche la mosca che voleva la distraeva.
    E anche quel tonfo rumorosissimo del tomo rosso che cadde, lo aveva fatto.

    Per Merlino, ora prendo un infarto!

    E quella fu l'ultima cosa che ricordò della biblioteca, perché ad un certo punto, il vuoto di memoria le venne in "soccorso"... fu come aver chiuso gli occhi e... quando li riaprì, qualcosa era cambiata.

    Bolivia, Foresta



    La caduta non solo fu fastidiosa, ma anche un pochetto scomoda. Nello scivolare rovinosamente verso il basso, attraversò rami e foglie, sentendo il ruvido e il graffievole del legno, l'umidiccio delle foglie e...

    Ahio!

    Strinse gli occhi, mentre un raggio di luce del sole, fastidioso, riusciva a far capolinea tra i rami delle fronde della foresta boliviana.
    Annie fece leva sulle braccia e si rimise a sedere, scrollandosi dai rossi capelli le foglie che le avevano sporcato la chioma lavica.
    Si guardò intorno quasi confusa. Dove diavolo si trovava? La fronte si aggrottò, cercando una spiegazione logica del perché era lì.
    Il paesaggio, per lei che amava la natura, non era per niente male. Anzi, le piaceva e quasi stava pensando di essersi addormentata su qualche tomo. Eppure...
    Una voce la fece sobbalzare.
    Lancelot? Brianna? Eilidh?
    No, non erano loro. Li avrebbe riconosciuti ad occhi chiusi.
    Voltà lo sguardo verso il ragazzino, riconoscendo in lui la faccia di Jamie.

    Maddai! Davvero? Adesso oltre a questo problema di non sapere dove Merlino siamo, devo anche occuparmi di sto ragazzino?

    Ok, Annie non era bravissima con le relazioni sociali, per quanto potesse cercare di sembrare una persona socievole e amorevole, a distanza, vissuta dal vivo era molto selettiva e antipatica. Jamie non era Cody. Jamie non era Marcus. Jamie... era un ragazzetto della Casa della Tempesta, con cui lei aveva avuto poco a che fare.
    E ora? Si ritrovava lontano dai suoi amici, lontano dal suo ragazzo, lontano dalla sua Accademia, in qualche posto sperduto del mondo.

    Frena, McSmith! Troppe domande tutte insieme.

    Era vero. Guardò la sua mano, poi sollevò lo sguardo verso il volto del bambino. Gli sorrise appena, poi... poggiando i palmi a terra, cercò di sollevarsi da sola, senza l'aiuto del piccoletto.

    A stento do la mano a Brianna quando cado dal letto, povero Jamie... sei capitato male...

    Una volta in piedi, si scrollò di dosso eventuale terra e fogliame, sgranchiendosi le ossa e toccandosi per vedere se tutto era nel proprio posto.

    Bene. Cosa diavolo è successo?

    Continuò a guardarsi attorno, mentre cercava di capire quel paradiso vegetale cosa fosse. Sbuffo, quasi esasperata, mentre faceva un passo in avanti, sollevò il capo a guardare il cielo coperto dalla folta vegetazione.

    No. Non sto bene. Siamo in un posto sconosciuto - bellissimo, non ci sono dubbi - ma sconosciuto! Non c'é nessuno dei miei amici e io non so esattamente cosa diavolo ci faccio qui, con te, e non so rispondere alle tue domande, per quanto vorrei rassicurarti e dirti che andrà tutto bene. Ma non so nemmeno come andrà. parlò con enorme tranquillità, tono caldo e un sorriso smagliante Tu, invece? Come stai?

    Continuava a cercare qualcosa che potesse dargli indizi, fino a quando non trovò un libro. Il suo sguardo si fece interrogativo, mentre andò per calarsi a prendere il volume, aprendolo e provando ad esaminarlo, sfoglaindone le pagine e ---

    Che diamine è?

    Un doppio fondo, una pancia di gioco e dei dadi. Oltre che un bigliettino con delle regole.
    Annie le lesse ad alta voce e nel mentre sgranò gli occhi.

    Un... un gioco. Tipo gioco dell'oca, ma... noi siamo le pedine.

    Guardò per la prima volta dopo tanto, Jamie. Quasi a voler trovare da lui un pizzico che le dicesse "Ehi, ciao, stai sognando.", invece era tutto reale.
    Quindi? Anche gli altri erano lì? Come poteva saperlo? Se Jamie era con lei, allora doveva essersi trovato nelle vicinanze di quel qualcuno che ha alzato la copertina. E erano tutti i presenti nella stanza e lei era con Brianna ed Eilidh, allora anche loro... magari erano insieme.

    Dobbiamo giocare. Brianna. Eilidh. Devono essere da queste parti. Erano con me. E qui dice che tutti quelli nella stessa stanza sono stati trasportati.

    Il panico stava iniziando a farsi strada. Respirò profondamente un paio di volte.

    Allora, Mc Smith, come te la cavi nei giochi? Mettiamo su delle regole. Prima di prendere decisioni affrettate, consultiamoci, ok? Non voglio azzardi. Voglio uscire da qui, sana e salva. Chiaro?

    Una volta dettate quelle piccole regole, guardò il ragazzo e poi la plancia.

    Se dobbiamo tirare i dadi su questa, possiamo farlo... inizio io, sei pronto? Non dobbiamo perdere nulla, ok?

    Così cercò di poggiare la plancia a terra e guardò il piccoletto in attesa di risposta. Nel momento in cui la ebbe, ecco che Annie prese coraggio. Un respiro. Due. Tre. E... dopo aver scosso nella mano a conca i due dadi verdi, li lasciò cadere sulla planca, attendendo che si fermassero per vederne il risultato e quindi ... le conseguenze.

    Dannazione. Ma perché ...

    Abilità

    Saggezza:09

    Capacità Magiche:10

    Manualità:08

    Riflessi:Agilità: 10 - Prontezza: 09

    Sensibilità:11

    Carisma:13

    Prestanza:08



    Generici

    HP:50

    Popolarità:06

    Reputazione:3.5



    Bonus: 1

    ➤ Sacchetto di sale divinatorio: ottenuto in seguito a una lezione di Divinazione, contiene al suo interno dell’himalayano bianco sufficiente per 1 utilizzo. Previo uso ON, da sottoporre a giudizio del Tessitore, può concedere fino a +2 Carisma/Saggezza per la durata di un’intera role.
    ➤ Sacchetto con biglie incantate: contiene tre biglie incantate che, se lanciate a terra, iniziano a sprigionare delle scintille rosse. Per spegnere le scintille basta un Finite Incantatem, tuttavia non sono dannose.
     
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    Ghiaccio VII Anno
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    La domenica era il giorno ideale per studiare, e non era infrequente trovare Frances chiusa in biblioteca, china sui libri. Quel giorno, tuttavia, mezza scuola sembrava essersi radunata lì per chissà quale ragione, giusto per schiamazzare ed impedirle di concentrarsi quanto avrebbe voluto, irritandola oltre ogni limite di sopportazione.

    Andate in cortile, se volete fare casino.

    Strinse i denti, guardando di sottecchi il gruppo di studenti al tavolo in fondo; quel brusio sempre più imperioso le sibilava nei timpani, distogliendo la sua attenzione dal grande libro di trasfigurazione che aveva sotto gli occhi. Sorrise quando Orion si premurò di liberarsi di quegli elementi di disturbo, e socchiuse le palpebre, inspirando una boccata di pace dei sensi; si riavvolse una ciocca corvina intorno all'orecchio prima di immergersi nuovamente in quella lettura, alla ricerca di qualche dettaglio che le era sfuggito, qualche risposta tra le righe, come piaceva a lei.
    Sentì il tonfo di un tomo che cadeva, ma non ci pose attenzione, concentrata com'era a leggere parole forse fin troppo avanzate, per la sua età, eppure così invitanti, pane per i denti della sua curiosità. Ma in uno schiocco di dita, tutto sparì in un vortice di illusione, prosciugando la sua coscienza insieme a quella della maggior parte dei presenti, trasportandola fuori dalla sua personale zona di conforto.

    [Ecuador]



    La botta di caldo improvvisa la colse prima ancora che piombasse nell'acqua stagnante di una palude, in un luogo che sembrava uscito da uno dei fantasy che amava leggere quando aveva bisogno di evadere. L'odore pungente del fango si mescolava a quello della pioggia sottile, che bagnava ogni superficie senza farsi sentire, silenziosa ma sempre presente, come l'angoscia.
    Fece una smorfia di disgusto quanto, per alzarsi in piedi, mise le mani nella palta del fondale di quella palude; i suoi pensieri erano un misto di interrogativi ed imprecazioni, ché evidentemente la tranquillità non era concessa, in una scuola di magia, e le insidie erano dietro l'angolo persino nei luoghi più apparentemente innocui dell'Accademia.

    Fantastico.

    Sollevò lo sguardo per incrociare la figura del prefetto del fuoco, che aveva notato al tavolo con la sua solita cricca di amichetti, il genere di persone con cui lei avrebbe preferito non avere a che fare mai. A volte si chiedeva se facessero a gara a chi sembrasse più idiota, o se la cosa venisse loro spontanea; se non altro, Brianna le aveva dato l'impressione di essere tra i meno peggio.
    Recuperò la sua borsa tra le acque stagnanti, ritrovandovi la bacchetta e tutto quel che v'era dentro, inclusi un paio di libri che avrebbe probabilmente fatto prima a buttare direttamente nella pattumiera; e forse quella, paradossalmente, era la cosa che più la stava irritando.

    Scott.

    Buttò gli occhi al cielo, facendoli ruotare, esasperata dall'ennesima gatta da pelare; prese il mollettone dalla borsa e si raccolse i capelli sul capo, prima di avvicinarsi alla ragazza del Fuoco per vedere cosa avesse trovato. Buttò gli occhi al libro senza troppi convenevoli al prefetto, nel mutismo di un cervello già all'opera per cercare di capire cosa fosse successo, dove fossero, perché si trovassero lì. Lesse velocemente le righe di raccomandazione infilate tra le pagine di quel tomo anonimo, e buttò nuovamente gli occhi al cielo, prima di far scattare le iridi a cercare quelle di Brianna.

    Voglio sapere chi è il demente che ha aperto questo maledetto libro.


    E se avesse dovuto fare il toto-casata, non avrebbe avuto alcun dubbio su quale scommettere. Non era particolarmente impressionata dalle parole che lesse, ché la logica la portava a pensare che non vi fosse nulla da temere: il solo fatto che le regole cardine della legge magica non fossero rispettate, implicava che probabilmente si trattava solamente di un'illusione.

    E' solo uno scherzo idiota.


    Sentenziò lapidaria, facendo un passo indietro nel fango per allontanarsi un poco dall'altra studentessa. Cominciava ad essere insofferente rispetto a tutta quell'umidità, che le appesantiva la divisa come la pelle, in un misto di afa e bagnato. Si tolse il maglione, rimanendo con la camicia, nel tentitivo di scacciare quella sensazione almeno in parte.

    Andiamo via di qui, ne ho già abbastanza. Se c'è da lanciare i dadi, lancia i dadi: in questo posto non riesco neppure a pensare al mio nome.


    Incrociò le braccia al petto, poi fece cenno con la mano al prefetto, invitandola implicitamente ad agire; avrebbero avuto più tempo per pensare alla situazione in cui si trovavano quando si fossero trovate in un luogo dove non fosse difficile anche solo respirare.

    Saggezza:
    16

    Capacità Magiche:
    20

    Manualità:
    08

    Riflessi:
    Agilità: 06 - Prontezza: 08

    Sensibilità:
    08

    Carisma:
    05

    Inventario: Boccetta d'acqua incantata
     
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  11. Irvin Hazelwonder
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    Era molto gratificante per Irvin rendersi conto di avere a che fare con un totale idiota, incapace di ragionare criticamente in una situazione così delicata e pericolosa. In quel momento Irvin voleva solamente iniziare a urlare dalla disperazione. Era consapevole di essere praticamente da solo, Alexander era e rimaneva sempre un membro della Tempesta, che cosa ci si poteva aspettare da loro.

    Lo sanno tutti che è impossibile smaterializzarsi dalla scuola.

    Se il suo ragionamento era quindi corretto, ciò significava che in qualche modo erano ancora all'interno del perimetro dell'accademia, ma non si sapeva dove di preciso.
    Voleva prendergli la bocca e saldargliela cosicché non potesse più sbraitare e piagnucolare ai quattro venti alla ricerca di qualcuno che lo salvasse.
    Alexander, guardandosi intorno, individuò un libro, il libro delle regole. Lesse le indicazioni ad alta voce e fu chiaro ancor di più, almeno per lo studente del Ghiaccio, che da scuola non se ne erano mai andati.

    Se la Traccia non è attiva siamo per forza a scuola.

    Era una legge magica e per quello che ne sapeva non c'era nulla in grado di annullarla, soprattutto visto e considerato che si trovavano isolati in un luogo sperduto. Tutte queste deduzioni gli fecero quindi intuire che il pericolo non era poi così grave. Se erano ancora a scuola qualcuno li avrebbe presto trovati e liberati, sempre a patto che in realtà quella non fosse una trappola appositamente studiata per intrappolare Irvin, mentre Alexander era rimasto invischiato fortuitamente.
    Controvoglia Irvin accolse l'invito dell'altro a cercare i fantomatici dadi. Non sopportava che qualcuno gli desse ordini, ma in fondo quella era la stessa cosa che avrebbe fatto anche lui. Si avvicinò quindi al punto in cui il tizio aveva recuperato il libro, iniziando a scandagliare l'area circostante. L'erba era alta qualche decina di centimetri e con il piede ne spostava i lunghi ciuffi per guardare meglio a terra. Un bagliore rubino lo attirò improvvisamente, facendolo spaventare perché gli sembrarono inizialmente i rifletti di un paio di occhi, magari un serpente. Con ritrosia quindi spostò l'erba in prossimità di quel punto per rivelare la sorgente. Trovò lì i dadi necessari a proseguire nel gioco.

    Eccoli.

    Con i preziosi oggetti in mano si avvicinò Alexander, intento alla lettura approfondita del libro.

    Hai trovato la plancia?

    Aveva già i nervi a fior di pelle e Alexander avrebbe fatto bene a stare attento e responsivo agli stimoli, non avrebbe di ccerto perso tempo a stare dietro a mamelucco e se si fosse ritrovato in difficoltà, avrebbe dovuto arrangiarsi e cavarsela da solo perché questo era ciò che Irvin avrebbe fatto.
     
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  12. Marcus Edwards
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    Si tolse il pesante mantello di lana gettandolo sull'albero, rivelando al di sotto la camicia con la cravatta mal annodata dai colori rosso e arancione.
    La faccia e i pantaloni erano sporchi del terriccio umido di quel luogo mistico, con ogni probabilità a chilometri e chilometri lontano dall'Accademia anche perché solo uno stupido o un cieco non si sarebbero accorti che i due ragazzi non si trovavano per nulla tra le foreste di conifere del Galles.

    Non so nemmeno dove ci troviamo noi né come ci siamo arrivati, perdonami ma in questo momento proprio non mi interessa dove si trovano Annie e Bri.

    Marcus scrutava attento l'ambiente circostante che gli incuteva quel timore e quel senso di pericolo tipico di chiunque stesse tranquillamente studiando in una biblioteca nel Regno Unito, e poi tutto d'un tratto si era ritrovato catapultato in una sorta di foresta pluviale.
    Gli alberi sembravano calmi intorno a lui, niente di troppo minaccioso o grande si muoveva tra quelli, facendogli per un attimo abbassare la guardia ed iniziare ad usare un po' quella sua testa calda per venire a capo di quella situazione.

    SHHH! Che cosa strilli?!

    Quando Eilidh, leggermente più scossa di lui, si mise ad urlare gli fece notare la presenza della statua mostruosa di roccia che dapprima non era riuscito a scorgere: su quella che pareva la lingua del mostro di pietra era appoggiato un libro dalla copertina scarlatta decorato con lettere dorate che recitavano la scritta "apritemi", particolare che rendeva il tutto ancora più misterioso ed intrigante.
    Il Cacciatore raccolse velocemente il libro e si scansò dalla statua lasciando qualche passo di distanza tra lui e la struttura andando ad affiancarsi accanto alla ragazza.
    Con il cuore in gola aprì la copertina di quel tomo dall'aspetto antico rivelando una pagina piena zeppa di Rune Antiche che, avendo appena iniziato il corso, comprendeva solo a pezzi.

    Tu sai il Runico? Magari ci aiutano a capire perché diavolo siamo finiti in mezzo alla giungla...

    Sfogliando alcune pagine rivelò la presenza di un doppio fondo intagliato nelle pagine stesse del tomo contenente una misteriosa tavola che poteva appartenere ad una specie di gioco dell'oca, un paio di dadi e un foglio fortunatamente non scritto in runico ma in una lingua comprensibile ad entrambi.
    Gli occhi verdi del ragazzino divoravano quelle parole scritte nero su pergamena con una foga quasi ossessiva ma più leggeva più un senso di disagio lo assaliva.

    Merlino, un gioco... siamo dentro ad una specie di gioco da tavolo, ma che significa? Tutto questo non ha alcun senso.

    Se quello che recitavano quelle poche righe fosse corrisposto alla realtà allora i due avrebbero fatto meglio a collaborare, magari insieme avrebbero risolto il misterioso rompicapo del gioco.
    Marcus le mise in mano i dadi e si affidò totalmente a Eilidh in attesa di scoprire cosa sarebbe successo dopo il lancio.

    Saggezza:08
    Capacità Magiche:16
    Manualità:04
    Riflessi:Agilità: 15 - Prontezza: 12
    Sensibilità:05
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    Frozen Wiz
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    Se stava facendo davvero parte di un gioco, Alexander voleva sapere chi aveva fatto le coppie. Sì, insomma, lui e Irvin cosa avevano in comune? Tra cento e più studenti perché lo avevano abbinato proprio con lui? Irvin era tutto ciò che Xander credeva di non essere: estremamente individualista, a tratti egocentrico e parecchio frustrato. A dir il vero nella sua testa aveva descritto la sua fotocopia, tuttavia l'ego del tempesta era tanto grande da convincerlo di possedere solo pregi.
    Irvin era convinto di essere a scuola e con suo sommo dispiacere l'argomentazione che trovò riuscì a convincerlo. La questione aveva praticamente senso, forse stava condividendo una sorta di sogno. Sì, insomma, il loro corpo stava semplicemente dormendo in biblioteca assieme a quello di tutti gli altri e in gruppo stavano partecipando ad una bizzarrissima esperienza onirica. Qualunque fosse la ragione a poco importava. Ormai i due erano coinvolti in quella situazione e per uscirne avrebbero dovuto finire il gioco.

    Giacché devo giocare, voglio vincere.

    Fu sorpreso nel veder il ghiaccio cercare i dadi proprio come gli era stato chiesto. Quella fu la magra consolazione al non aver trovato altre informazioni utili sul gioco. Continuò a sfogliare il libro, scoprendo poi tra le prime pagine un doppio fondo contenente la fantomatica plancia di gioco. Era presto per cominciar ad analizzarla, ragion per cui portò l'attenzione sull'altro ragazzo che aveva appena trovato i dadi.

    Si, l'ho trovata. Era all'interno del libro.
    Ora come ora direi di lasciar perdere inutili chiacchiere, è giunto il momento di mettere la parola fine a questa buffonata


    Gli incisivi si infransero contro il labbro inferiore, poiché cosa sarebbe accaduto da lì a breve più che spaventarlo lo incuriosiva, sentiva l'adrenalina dentro di sé e chissà, trattandosi di un gioco, forse Irvin come lui non avrebbe voluto perdere.

    I dadi saranno la vostra fortuna e la vostra disgrazia, non perdeteli. Funzionano solo se tirati sulla plancia di gioco.

    Aveva riletto a voce alta quella parte delle istruzioni. La plancia era proprio sotto ai loro occhi e per comodità Xander la posò sull'alta erba, affinché probabili lanci non potessero essere viziati in nessun modo. Lo sguardo tornò su Hazelwonder.

    Hai trovato tu i dadi, prova a lanciarli e vediamo cosa succede. Ah, se fai uno sappi che comincerò a chiamarti Gatto Nero.

    Scherzava? Assolutamente no. Su di Irvin se ne sentivano tanto, ma fortunatamente mai nulla riguardo il suo rapporto con la Dea Bendata. La sfiga era una sgradita compagna e se andava a braccetto col Ghiacciolo, Xander avrebbe fatto meglio a proseguir quel viaggio da solo.
     
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  14. Irvin Hazelwonder
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    Irvin aveva in mano gli oggetti che avrebbero deciso il loro destino in quello che a quel punto sembrava essere un gioco. Li teneva stretti nel palmo della mano, muovendoli con le dita come se stesse sperando che sfregandoli avrebbe determinato un qualche tipo di effetto. Aveva quindi capito che l'unico modo per proseguire era stando alle regole del gioco, non vedeva scappatoie o per lo meno non era in grado di individuarle.
    La smania di parlare a vanvera di Alexander non pareva cessare, nonostante stesse dicendo il contrario, e questo infastidiva tremendamente Irvin perché solo le persone stupide tendono a riempire i silenzi di sproloqui vaneggianti.
    Venne riletta quella frase che attribuì un poter incredibile ai dadi, quasi come se invece che essere dei banalissimi pezzi di legno intagliati fossero in realtà degli oggetti caduti dalle stesse mani del Fato. Ovviamente era tutta una finzione, l'ideatore del gioco aveva sicuramente utilizzato quei toni altisonanti per incutere timore, ma da qualche parte ci dovevano essere per forza delle vie di fuga d'emergenza.
    Il viso di Irvin si pietrificò quando ascoltò le parole del ragazzo della Tempesta mentre si rivolgeva a lui per spronarlo a lanciare i dadi che aveva appena recuperato.

    Meno confidenza.

    Avevano iniziato la scuola insieme eppure si erano rivolti la parola praticamente mai, vuoi per uno o per l'altro, e ora questo pusillanime si permetteva persino di apostrofarlo in maniera ironica? Che colpa ne avrebbe avuto Irvin se Alexander "per sbaglio" fosse caduto in quel fiume per essere trascinato via?
    Strinse forte le dita attorno ai dadi per sfogare parzialmente la tensione che stava accumulando, arrivare alla fine con la propria sanità mentale conservata sarebbe stato un enorme successo.
    Si concentrò quindi sui dadi. Congiunse le dita delle mani e iniziò a scuoterle ritmicamente per far girare gli oggetti in quella gabbia di carne e ossa. Non sprecò molto tempo a fare ciò, alla fine non sarebbe cambiato praticamente nulla. Il professor Lennox avrebbe avuto probabilmente qualcosa da ridire, ma sinceramente a Irvin non gliene fregava nulla perché nemmeno seguiva quelle stupide lezioni che solamente uno stupido docente poteva tenere. Senza troppi gesti esasperati si posizionò con le mani sopra la plancia e di scattò aprì le mani, così che i dati potessero rimbalzare sulla sua superficie e fornire un risultato che avrebbe dato il via a quell'avventura.
     
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  15. Brianna Scott
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    Nel sentirsi nominare, Brianna si volse verso la ragazza del Ghiaccio con il libro tra le mani. La lasciò guardare, leggere ed esprimere il suo punto di vista che, per quanto la riguardava, aveva più il suono di una speranza che di una vera e propria constatazione. O forse Frances credeva davvero si trattasse unicamente di uno stupido scherzo.
    Sì, lo aveva pensato anche lei all'inizio, ma qualcosa le diceva che la situazione fosse più seria di quanto non sembrasse.
    Non si trovava forse nel luogo per lei più sicuro al mondo quando era stata posseduta da un fantasma vecchio centinaia di anni? Ormai non si sarebbe sorpresa più di niente, quello era poco ma sicuro.
    Brianna aveva visto la compagna puntare gli occhi al cielo per ben due volte nel giro di pochi secondi, tanto che se non fosse stata impegnata a capire cosa stesse accadendo si sarebbe chiesta quanto sarebbe passato prima che lo facesse una terza volta. Frances pareva piuttosto insofferente, cosa accentuata dal passo che fece per allontanarsi dalla rossa, mentre si sfilava il maglioncino della divisa e Brianna riprendeva a studiare le pagine del libro.
    C'era poco da capire, poco da analizzare: avrebbero dovuto lanciare quei dadi e capire dove quel gioco le avrebbe condotte. Inoltre, era piuttosto chiaro che tutti i presenti in biblioteca fossero stati trasportati in luoghi lontani e, magari, giocando sarebbero riusciti a riunirsi.

    "Non tutto è per forza quel che sembra".

    Continuava a ripeterselo mentre supponeva, invano, potesse trattarsi unicamente di un'allucinazione.
    Deglutì un paio di volte prima di decidersi ad afferrare quei dadi, spinta anche dalla fretta che la compagna pareva avere di tornare a casa. Poteva davvero essere tutto tanto semplice? Tirare i dadi e tornare da dove erano venute?
    Quel gioco, quelle regole le erano dannatamente familiari ma non riusciva a capire perché. Solo un'orrenda sensazione ad assalirla ogni qualvolta veniva presa dall'istinto di lanciare quei dadi. Era come se sapesse che, una volta iniziato a giocare, avrebbe per forza dovuto finire. Con tutte le conseguenze del caso.
    Le parole di Frances e il suo gesto che la rossa interpretò come impazienza, la resero più tesa di quanto già non fosse, sensazione peggiorata dalle condizioni in cui si trovava: bagnata, sporca e fastidiosamente sudata.

    Già. Neanche io me la sto esattamente godendo.

    L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che a una delle due venisse una crisi di panico.
    Cercò di tenere il libro al riparo dalla pioggia, poi finalmente lanciò i dadi nella plancia.

    Brianna non era esattamente da considerarsi la persona più fortunata al mondo, al contrario: viveva con un gatto nero, comunicava con la sua migliore amica tramite uno specchio rotto e non si faceva problemi a passare sotto le scale. Insomma, se il Destino avesse voluto fargliela pagare, quello sarebbe stato il momento più opportuno.

    Saggezza:11
    Capacità Magiche:17
    Manualità:09
    Riflessi: Agilità: 08- Prontezza: 17 (9 + 8 richiesti nel topic)
    Sensibilità:12
    Carisma:10
    Prestanza:08

    HP: 50

    Bonus: 1
    Oggetti: Detonatori Abbindolanti; Corallo blu dei mari del nord.
     
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95 replies since 21/1/2019, 00:41   1993 views
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