Per guarire il male della mente e del cuore

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  1. Darren Wilkinson
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    Il contrasto tra l’avvilente stato di abbandono della struttura esterna e la corroborante sensazione di accoglienza di quella interna, costituiva elemento di meraviglia per qualunque mago o strega avesse messo piede per la prima volta al San Mungo. L’atrio dell’ospedale svolgeva egregiamente la sua funzione. Bacino di raccolta per coloro che cercavano informazioni su reparti e prestazioni e che chiedevano indicazioni su dove recarsi dentro l’intricata mappa di dipartimenti, piani, corridoi e stanze. La condizione magica di ciascun avventore veniva declinata in tutti possibili codici: dal malato lieve per uso improprio della magia in ambito domestico, a casi di feriti gravi e al limite del recuperabile quando la pratica degli incantesimi o l’impiego di pozioni sfiorano la soglia dell’illegalità.

    Darren non ebbe il tempo di annoverare nulla di quanto accadeva nell’atrio di fronte a lui. Perché, effettuato il suo ingresso, avrebbe quasi colliso con una donna, una giovane strega, che probabilmente si stava recando nella direzione opposta alla sua. Per un istante, il mago si ritrovò faccia a faccia con la ragazza, quando lei a pochi centimetri da lui, arrestò il passo per non buttarglisi addosso.

    Non si preoccupi, si figuri.

    Oramai era divenuto padrone dell’uso della terza persona, anche per rivolgersi ad estranei. Sebbene un leggero imbarazzo stava facendo capolino, Darren non poté esimersi dal leggere il volto della donna, che sembrava forse imbronciato, come colto da un fastidioso pensiero. Provò ad improvvisare un mezzo sorriso, per non sottolineare il poco conto dell’accaduto. Stava per congedarsi, lasciandola lì, ad un passo da lui. Ma poi, assumendo la sua solita espressione profondamente interrogativa, decise di chiedere. Non senza prendere fuoco in volto, come accadeva puntualmente al primo approccio con l’altro sesso.

    Ne approfitto per chiederle, signorina. Lei è di passaggio o lavora qui?

    Mentre accompagnava la spiegazione con un sorriso impacciato, estrasse dal taschino della camicia un tesserino. Lo teneva sul palmo della mano destra. La strega avrebbe potuto vedere il contenuto di quel pezzo di plastica opacizzato dal tempo, se avesse allungato lo sguardo.



    Sto cercando questo medico, lo conosce?

    Un brivido rovente scosse le tempie del giovane archivista. Ogni volta che guardava il volto impresso in quella fotografia, si sorprendeva piacevolmente di quanto marcata fosse la somiglianza con il padre. Almeno nei tratti fisici.

    Attese che la donna decifrasse la domanda e realizzasse se poteva essere di aiuto o meno in quella particolare circostanza.

     
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4 replies since 27/9/2018, 22:15   105 views
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