Avventura del Fuoco - I Parte

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    Marcus riesce a raggiungere il braciere e ad appiccare il fuoco.
    Dalla sua prospettiva è visibile gran parte della radura, alcuni compagni stanno correndo nei boschi, altri verso lui, mentre i centauri sono impegnati nella lotta con i professori e gli studenti.
    Michael riesce a proteggersi egregiamente dall'attacco diretto del centauro che sbattendo sullo scudo capitombola a terra, in una caduta rovinosa. Lo stesso vale per i centauri che avevano cercato di caricare Dana - protetta repentinamente da Michael - e Victoria con gli studenti i quali, al momento, si trovano in uno scudo potente che può tenerli lontani dai pericoli, ma proveranno a raggiungere la boscaglia.
    La luce evocata da Victoria abbaglia l'unico tra i centauri che al momento è ancora sulle zampe, facendolo impennare adirato, abbagliando però anche Michael e Dana.
    Il centauro che ha preso Mattia è ancora fermo a guardare i compagni del suo branco nella lotta, non si è ancora accorto di Alec, Eloise e Anisha che è riuscita a raggiungere i pressi di un altro braciere.
    Al contrario il centauro più dietro di lui ha scoccato una freccia verso Alec e scosta immediatamente lo sguardo verso i cespugli nei quali si muove Anisha puntando una freccia senza però riuscire a scorgerla. La ragazza dovrà trovare un diversivo per muoversi ancora senza essere vista o sentita.

    Il braciere dietro Bellamy è spento, ed visibile anche a Marcus il quale può avvicinarsi e scorgere la gemma, mentre Bellamy deve difendersi dalla freccia di un centauro pericolosamente vicino. Mintaka può vedere la scena e può intervenire o cercare di accendere l'altro braciere, dietro di lei la gemma sarà visibile nella cenere.



    MAPPAFUOCOTURNO3

    Anisha deve escogitare un diversivo per non essere vista dal centauro, può tentare senza autoconcludere.
    Alec può difendersi dalla freccia autoconclusivamente, ma se non si muove entro il 26, perderà di vista Mattia - Vale lo stesso per Eloise.
    L'effetto sugli occhi del centauro, di Michael e Dana durerà ancora 4 post di qualsiasi PG dell'avventura - compresi, però, Dana e Michael, prima di questo sarà difficile muoversi per loro perché la vista è momentaneamente fuori uso.
    I centauri a terra si rialzeranno entro 4 post, pronti forse ad attaccare.
    Gli studenti che Victoria ha salvato si dirigeranno pian piano nella boscaglia, Victoria può muoversi.
     
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    Eloise riuscì a proteggere Anisha, per sua fortuna, e fu felice di vedere la ragazza del Fuoco che si allontanava. Fece un mezzo sorriso nel sentirle dire che lei avrebbe dovuto seguirla e che dovevano andarsene da quel posto, perché sapeva che era vero, ma sapeva anche che non poteva seguire la piccola, non al momento. Pareva si allontanasse dal pericolo e sperava che continuasse in quel senso, che andasse avanti a nascondersi, perché le cose non si misero bene dopo pochi secondi.
    Eloise si voltò a guardare gli insegnanti che correvano dove potevano e proteggevano i ragazzi, che a loro volta correvano in ogni direzione sperando di non essere presi di mira: era una situazione piena di caos e urla, ma soprattutto di frecce.
    Era come se il luogo non li volesse lì, come se volesse far capire loro che non erano bene accetti o che volevano fare qualcosa di sbagliato... i centuari stavano cercando di impedir loro di portare a termine quell'avventura? Non lo sapeva. Erano lì perché era loro compito? Probabilmente l'infermiera non se la sarebbe dovuta prendere con loro in quel caso, lo sapeva bene, perché stavano facendo il proprio dovere a quel punto, ma si rese improvvisamente conto che non le importava assolutamente nulla del motivo per cui agivano. Loro pensavano a se stessi e a ciò che dovevano fare senza curarsi di far del male ai ragazzi? Bene, lei avrebbe fatto la stessa cosa. Se ne avesse avuta occasione non si sarebbe risparmiata, non dava a qualcuno il rispetto o la grazia se quel qualcuno non faceva la stessa cosa con lei e con gli altri innocenti che la circondavano.
    Sentiva dentro di sé una sorta di rabbia, come se fosse proprio come uno dei bracieri che la pergamena aveva suggerito di accendere: era stata brace e cenere, ma una scintilla era bastata per farla avvampare. Era come se la rabbia e la tensione si fossero accumulate nel tempo e nelle occasioni, come se si fossero depositate per poter scoppiare a tempo debito. Quello era il tempo.
    Mentre stava per correre verso il maggior numero di ragazzi e centauri il suo sguardo cadde su una scena che le fece venire i brividi lungo tutto il corpo: un centauro aveva appena scagliato verso Alec una freccia, ma... un altro aveva tra le braccia un bambino del Fuoco. A quella vista fu come se il fuoco in lei avvampasse, ma Eloise sapeva che non poteva permettersi di agire d'istinto, perché, per quanto fosse arrabbiata e volesse farla pagare ai centauri, non voleva colpire o fare del male per sbaglio al piccolo.
    Doveva essere cauta e doveva agire come meglio poteva per la situazione che le si parava davanti. Si acquattò e si mosse vicino agli alberi alla sua destra, una volta che si fu avvicinata per quello che le veniva permesso dalla copertura degli alberi puntò la propria bacchetta. Sapeva che sarebbe stato rischioso e sapeva anche di doversi muovere rapidamente verso il centauro appena e ne avesse avuto l'occasione.

    Appena funziona... perché funzionerà, sì, devo esserne convinta... appena lancio l'incantesimo devo correre verso il centuaro e strappargli dalle braccia il piccolo...

    Fece un profondo respiro, perché sapeva che mille cose sarebbero potute andare storte, ma doveva tentare.

    Immobilus.

    Parlò con voce ferma mentre il suo catalizzatore si muoveva nello stesso momento. Se l'incantesimo avesse funzionato non avrebbe avuto sicuramente molto tempo: avrebbe dovuto correre velocemente verso il centauro immobilizzato, prendere il piccolo dalle sue braccia e cercare di correre via per portare il bambino al sicuro. Ovviamente c'era l'altro centauro vicino da considerare, ma se allontanandosi col ragazzo avesse usato il centauro immobilizzato come iniziale scudo e si fosse mossa verso gli alberi da cui era arrivata in modo rapido... ce l'avrebbe fatta? Lo sperava. Doveva farcela. Magari il centauro vicino si sarebbe concentrato sul suo bersaglio, cioè Alec (che Eloise si aspettava sapesse difendersi da solo), magari non avrebbe fatto caso a lei. I suoi muscoli erano tesi e pronti all'azione, alla partenza.

    Eloise prova ad usare Immobilus sul centauro che tiene tra le braccia Mattia. Prima di farlo si muove lungo il confine degli alberi (come indicato dalla mappa e dalla linea tratteggiata), una volta al limitare degli alberi lungo il percorso casta l'incantesimo (tutto non autoconclusivo). Dopo averlo scagliato corre verso il centauro e tenta di prendere Mattia dalle braccia del centauro,
    poi rifarebbe il percorso al contrario portando con sé il piccolo.

     
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    Alceo?

    Era possibile che c'entrasse lui in quella rivolta? Oppure i centauri erano totalmente devoti alla tomba di ossidiana che erano andati a cercare... in quel caso Alec non poté negare di avere un certo timore che, nel suo impedirsi di far loro del male, avrebbe lasciato che i Centauri colpissero gli studenti, tra i quali anche quelli più giovani.
    Guardandosi intorno vide file di ragazzi innocenti scappare e gridare, per l'ennesima volta vittime di scelte di qualcuno di più forte e incurante; ma i centauri seguivano leggi morali, etiche e ataviche che gli esseri umani non potevano comprendere e lui non riusciva a imporsi di provare la rabbia violenta nei loro confronti che avrebbe provato più vividamente verso gli umani.
    Era raro che i centauri venissero corrotti dal male, come era avvenuto ad Alceo -che per principio aveva dei principi e degli ideali nobili, poi corrotti dal male dell'uomo; questo significava che l'intrusione del gruppo del Fuoco era un vilipendio ben peggiore di quel che credevano ai loro occhi e che quella tomba e quel luogo avesse un'importanza che andava oltre la mera vita degli uomini.

    Fermatevi, vi prego!
    Sono innocenti!


    Tuonò memore di quel che poteva accadere, la bachetta tremava nel pugno, nella lotta inconscia, colpirli per salvare i più giovani o cercare la diplomazia, dove fosse possibile?
    Gli occhi cercarono di nuovo Victoria terrorizzati all'idea di vederla di nuovo vittima di quell'orrendo scherzo della natura, vide evocare degli scudi, dei centauri capitombolare a terra e una luce abbagliante che aveva come origine proprio la bacchetta di Victoria, ancora in piedi e salva, ma a difendere un gruppo di studenti terrorizzati.
    No, non era possibile la diplomazia.

    Alec fendette l'aria con la bacchetta per difendersi da una freccia che stava per colpirlo alle spalle, il gesto gli permise di rivolgere lo sguardo nella direzione giusta in cui un centauro, al momento fermo, aveva afferrato un giovane studente.
    Spalancò gli occhi e senza pensarci una sola volta, si mise a correre incontrando la sagoma di Eloise non troppo lontana e un Centauro ancora dietro l'altro.

    Carpe Retractum!


    Si lanciò in una frustata, con l'intento di acchiappare il busto o la caviglia dello studente, correndo poi verso lui per tramortire eventualmente la creatura, senza ucciderla se proprio avesse dovuto. Era qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua, ma non era nessuno per decidere della vita di un bambino.
    Alec corre verso il centauro e lancia il lazo magico contro mattia per recuperarlo.
     
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  4. Marcus Edwards
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    Il secondo Incendio castato dal ragazzino andò nuovamente a buon fine.
    Il braciere adiacente al piccolo si mise a scoppiettare una volta ricevuta l'energia e le scintille necessarie alla sua combustione.

    E sono due! Sì.

    Pensò Marcus esultando.
    Non tutti quelli della sua età erano stati così intraprendenti e altresì abili nell'accendere addirittura due fuochi.
    La maggior parte dei compagni del primo anno erano o imprigionati nelle reti dei centauri o fuggiti da qualche parte nella radura, impauriti e impotenti.
    Questo, tutto sommato, provocava un grande orgoglio nel piccolo Edwards che in cuor suo sapeva di essersi comportato da vero Fuoco.
    Si guardò un attimo in giro, tutta la radura si apriva di fronte al suo sguardo.
    Vide i suoi insegnanti lottare animatamente contro i centauri, vedendo alcuni di questi ultimi soccombere allo scontro, accasciandosi a terra.
    Scorse anche alcuni dei suoi concasati fuggire nella boscaglia, a seguito dei diversivi messi in atto dalla professoressa Montrose, ma soprattutto, dopo che ebbe scansionato con lo sguardo tutta la radura, notò il braciere accanto a Bellamy spegnersi.

    Ma che diavolo...

    Vide il suo Capitano con lo sguardo rivolto da un'altra parte, intento a guardare non si sa cosa, quindi con una piccola corsetta raggiunse il braciere vicino, la bacchetta in mano pronto a scagliare un altro incantesimo del Fuoco per riavvivarlo.
    Stava per pronunciare le parole magiche per effettuare il prodigio ma si fermò quando trovò qualcosa di strano nella buca piena di tizzoni ardenti.

    E questa pietruzza cos'è? È così rossa, è così...bella.

    Esaminando il braciere Marcus notò una gemma al suo interno, la prese e l'avrebbe mostrata a qualche studente più grande o qualche insegnante per dei chiarimenti.
    Il suo sguardo era ammaliato da quell'oggetto, nato pressoché dal nulla.
    Se lo rigirava tra le mani, lo guardava e lo toccava, cercando di capirne di più.
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    Il Prefetto del Fuoco osservò una freccia incandescente ed incantata partire dalla punta della sua bacchetta per andare ad infrangersi sulla cenere del braciere, che in un attimo si accese ed iniziò a bruciare. Un senso di soddisfazione personale iniziò ad invadere il petto dello studente irlandese, che però non si era accorto di un piccolo dettaglio.
    Intento ad osservare le fiamme muoversi nel braciere posto di fronte ai suoi occhi, aveva smesso di fare caso a cosa stesse accadendo intorno a lui. Perciò si accorse un po' in ritardo del rumore di zoccoli appartenenti al centauro che si stava pericolosamente avvicinando a lui.

    Merlino!

    Fece in tempo a pensare giusto questo, prima di ritrovarsi con una delle frecce scagliate dalla Creatura che sfrecciava velocemente verso di lui. Aveva solamente pochi nanosecondi per riuscire a capire cosa fare ed eseguirlo, il tutto cercando di evitare di fare la fine dell'arrosticino alla brace.
    Intanto aveva ricominciato a fare caso ad i rumori intorno a sè, sentiva perciò le voci dei compagni altrettanto impegnati con i bracieri, i centauri e...delle gemme. Non poteva però occuparsi di quest'ultime, doveva prima cercare di mettere in salvo la propria pelle, poi avrebbe pensato al resto.
    Strinse allora la bacchetta nella mano sinistra, per evitare di perderla nel tentativo di compiere il movimento più rapido possibile che gli avrebbe permesso di schivare le frecce: cercò di buttarsi -letteralmente- a terra sulla sua sinistra, in una mossa piuttosto teatrale come gli piaceva mostrarsi. Allo stesso tempo però, durante la caduta, cercò di allungare il braccio sinistro davanti a sè e di puntarlo in direzione del centauro che ce l'aveva con lui, nel tentativo di contrattaccare e di prendere di sorpresa il centauro, che magari non si aspettava un incantesimo da parte del ragazzino.

    Incendio!

    Sperava vivamente che, nonostante la dinamicità dell'azione, il suo colpo potesse andare a segno ma soprattutto sperava ancora di più di riuscire ad evitare le frecce del centauro, che in quel momento erano le cose che lo preoccupavano di più di tutte. Ma non aveva paura, no, anzi. Aveva talmente tanta adrenalina nelle vene che quello non gli sembrava nient'altro che un gioco piuttosto movimentato.
     
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    Mintaka prese fiato, mentre l'agitazione scompariva ancora troppo lentamente.
    Lo scenario iniziava a essere tanto confuso quanto terrificante, gli adulti più in fondo sembravano essere riusciti a salvare gli altri studenti, mentre dalle loro parti un centauro stava per attaccare Bellamy, non avrebbe fatto in tempo a intervenire, ma sapeva che Bellamy se la sarebbe cavata.

    Mintaka guardò quello che le aveva lanciato le frecce nella sua direzione con lo sguardo basso e la bacchetta stretta nel pugno.

    Luridi cavalli pazzi.

    Non le interessava che fossero creature, che avessero una loro morale, un loro modo di vedere il mondo: erano privi di scrupoli e la rabbia montava violenta ripensando al fatto che avessero quasi ammazzato la loro responsabile e che stessero mettendo in pericolo giovani maghi innocenti.
    Non avevano scuse per essere così bastardi.
    Ebbe l'istinto viscerale di colpire senza remore, ma il Centauro era stato mandato a terra da un enorme scudo, così - abbassando la bacchetta già pronta a un contrattacco privo di compassione - guardò prima verso Bellamy, scorgendo anche Marcus, e trovandolo a rovistare nella cenere aggrottò la fronte, voltandosi repentina verso quella dietro lei.
    Il fuoco era spento e nel braciere vi era solo cenere.
    Mintaka si avvicinò in un singulto, scattando verso di esso, vide nella polvere argentea una pietra del colore del rubino, e sgranò gli occhi.

    I fuochi che muoiono da soli.

    Si disse afferrandola, guardandola confusa: era uno di quei simboli che si trovavano sulla tomba nera, uno di quei simboli irriconoscibili che formavano dei solchi.

    Sono queste che tornano alla pietra scura.

    Non ricordava esattamente le parole della tomba, ma ricordava quel pezzo che parlava di fuochi che morivano da soli e che il rosso doveva tornare al nero.
    Forse questo significava che le pietre cremisi avrebbero funzionato da chiavi, forse la tomba nascondeva qualcosa, proprio quel qualcosa che i centauri proteggevano, e se lo facevano con tanta violenza significava che avesse un'importanza assurda.
    Tenne stretta la gemma nel pugno sinistro e guardò alla sua destra: non troppo lontano vi era l'altro braciere, uno dei pochi che non era stato né acceso, né si era spento.

    Non ci pensò due volte, nonostante il cuore ormai accelerasse con il minimo sforzo, e i muscoli le dolessero senza darle tregua.
    Si lanciò contrò il braciere puntando di nuovo quando vi fu vicinissima, tanto da potervi guardare dentro.
    Il polso si mosse abituato, senza pensarci, a disegnare la fiamma stilizzata.

    Incendio!
     
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    L'intervento tempestivo e combinato di Eloise e Alec sventò il tentativo di rapimento del centauro. L'Immobilus scagliato dall'infermiera colpì in pieno l'essere, lasciandolo sul posto incapace di compiere alcun movimento; il Carpe Retractum del professore di Cura, invece, completò l'opera tirando verso di lui il giovane Mattia, ora salvo. Il centauro, tuttavia, non sarebbe rimasto fermo ancora a lungo: bisognava allontanarsene o metterlo definitivamente al tappeto, per salvarsi.
    Mentre Marcus recuperava un'altra gemma, Bellamy e Mintaka erano impegnati in due situazioni opposte. La ragazza aveva ormai giunto il penultimo braciere, riuscendo ad accendere la fiamma senza problemi. L'agilità del ragazzo, invece, forgiata dagli allenamenti sportivi, gli permise di evitare la freccia infuocata, pur al prezzo di una brutta caduta al suolo e di qualche fastidioso graffio sul fianco. Il suo Incendio, lanciato nella concitazione, non ebbe mira perfetta ma sfiorò il centauro quel tanto sufficiente a ferirlo e distrarlo per un istante, mentre stava già scagliando un'altra freccia. Ne avrebbe subito le conseguenze il povero Marcus, se nessuno fosse intervenuto: era sulla traiettoria dell'arma, dopo la schivata improvvisa di Bellamy.



    Il Centauro immobilizzato da Eloise lo rimarrà per i prossimi 4 post qualunque.
    Marcus deve essere difeso o verrà colpito dalla freccia.
    GLi HP di Bellamy sono ora 48.
    Il resto delle azioni e delle situazioni è ancora allo stato del precedente post del Tessitore.
     
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    Il Capitano della squadra di Quidditch del Fuoco era un tipetto piuttosto sportivo, che non riusciva a stare un attimo fermo e che grazie a questo aveva dei riflessi piuttosto sviluppati, e per fortuna oseremmo dire. La sua agilità gli permise di schivare quelle frecce infuocate, che si dispersero chissà dove alle sue spalle. Il fastidio provocatogli da quei graffietti sul fianco passò quasi in secondo piano, grazie all'adrenalina che scorreva nelle sue vene da ragazzino. Allo stesso tempo, dalla sua bacchetta partì veloce una fiamma che arrivò nei pressi del centauro, non ferendolo gravemente ma sfiorandolo soltanto, tant'è che la creatura era già riuscita a scoccare un'altra freccia. Quest'ultima però, a causa dell'intervento di Bellamy, stava andando in una direzione decisamente peggiore delle aspettative: la freccia si stava dirigendo velocemente in direzione di Marcus.
    Bellamy sgranò gli occhi celesti, non spaventato, ma preoccupato da quello che sarebbe potuto succedere al ragazzino. Perciò cercò di tornare in piedi il più velocemente possibile, provando a stringere i denti e a dimenticare il fastidio provocato da quei graffi sul fianco, cominciando poi a correre al limite delle sue forse e della sua capacità polmonare.

    MARCUS, ATTENTO!

    Probabilmente se non fosse stato Prefetto non avrebbe mai minimamente pensato di fare una cosa del genere. Ma quella spilletta dorata l'aveva responsabilizzato non poco, tanto che se fosse successo qualcosa a qualcuno dei suoi compagni di Casata non se lo sarebbe mai perdonato.
    A Bellamy non piaceva perdere. E non gli piaceva perdere nulla, nemmeno la fiducia ricevuta da altre persone -in quel caso dalla professoressa Montrose-.
    Il ragazzino irlandese cercò di raggiungere la posizione del compagno più piccolo di Casata, provando a mettersi al suo posto e contemporaneamente cercando di dargli una spinta per spostarlo con forza dalla traiettoria delle frecce.
    Il Prefetto non aveva paura. Apparteneva alla Casata del Fuoco, quella dei coraggiosi e dall'animo audace, e in quanto rappresentate di questa nobile casata non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di ferire un proprio compagno, ancora peggio se quel compagno era proprio il piccolo Marcus, del quale Bellamy non poteva essere altro che orgoglioso per il suo comportamento da vero studente del Fuoco.
    Non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di fare del male ad un suo compagno, a costo di prendersi lui tutto il dolore degli altri. Doveva dimostrare di essere un degno Prefetto del Fuoco, che possedeva tutte le qualità che uno studente di quella Casata doveva avere, a costo di qualsiasi cosa.

    Bellamy cerca di mettersi sulla traiettoria delle frecce e di spingere via Marcus per proteggerlo. Non ho aggiunto la mappa perchè semplicemente Bell raggiunge la posizione di Marcus.
     
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    Eloise corse come mai prima d'allora eppure qualcosa o qualcuno fu più veloce di lei, perché, sebbene l'incantesimo rese immobbile e bloccò il cenaturo, non fu lei ad afferrare il bambino del Fuoco per farlo allontanare, ma lo fece un lazo. Osservò rapidamente da chi era scaturito e vide poco distante Alec, che doveva aver visto anche lui quello che stava accadendo ed era corso in soccorso del piccolo.
    L'infermiera non aveva idea di come si dovesse sentire l'uomo in quella situazione, perché anche lui aveva visto ciò che era accaduto vicino a Drayrdd quando un centauro si arrabbiava con gli umani e aveva visto Victoria gravemente ferita. Sentiva ancora nelle orecchie la sua voce che le ripeteva incessantemente "Salvala", ma lei non lo aveva quasi ascoltato, perché se lo avesse fatto avrebbe reso il suo lavoro ancora più difficile di quel che già non fosse. Cosa stava pensando in quel momento? Anche lui ricordava e urla e la sensazione di quando erano arrivati guidati dal patronus?
    Non era il momento di chiederlo, perché avevano poco tempo e il suo incantesimo non avrebbe retto a lungo, perciò osservò Alec che agganciava il bambino e lo traeva in salvo.

    Allontanatevi, vi copro io!

    Non sapeva cosa stesse accadendo lontano da loro, però di una cosa era certa, cioè che lì non fosse un luogo sicuro. Vide poco lontano un braciere ancora spento, ma se il centauro avesse ripreso a muoversi sarebbe sicuramente partito all'attacco e nessuno si sarebbe potuto avvicinare in alcun modo. Doveva bloccarlo e per un istante le passarono per la mente diversi incantesimi, ma la gran parte avrebbero portato a ferire molto gravemente il mezzo cavallo e non era certa fosse la cosa migliore per loro. Certo, ora li stavano attaccando e non avrebbe esitato un secondo a ferirli se avessero colpito un ragazzo, ma ferirne uno senza che loro fossero riusciti davvero a fare dei danni... avrebbe rischiato di far aizzare ancora di più gli altri e non erano solo adulti in quella radura, c'erano troppi ragazzi per rischiare. Già stavano facendo fatica adesso a difenderli tutti e a cercare di evitare che accadesse il peggio, aumentare il rischio non sarebbe stato affatto salutare per nessuno.
    Alla fine decise cosa avrebbe fatto e, a metà strada tra gli alberi e il centauro si bloccò e cambiò direzione: l'incantesimo non avrebbe retto a lungo, quello era certo, ma forse sarebbe riuscita ad aiutare l'intero gruppo. Si guardò attorno e vide fuoco e fumo negli altri bracieri... ne mancava solo uno? Beh, se dovevano accenderli... magari poi i centauri si sarebbero bloccati, magari era quello che attendevano. Dovevano terminare il prima possibile, così da uscire da quel posto sani e salvi, stavano rischiando troppo e non potevano immobilizzare o bloccare tutti i centauri.
    Si voltò verso l'ultimo braciere e lo mirò. Se per coprire Alec avrebbe potuto aiutare anche gli altri sarebbe stato perfetto.

    Incendio.

    Ammetteva che non aveva pensato molto al loro obiettivo in quella radura fino a quel momento, perché i ragazzi venivano propria di qualunque cosa, anche di un potere tanto antico da creare quel luogo o da renderlo la propria difesa. Si tenne pronta per difendersi da possibili attacchi e allo stesso tempo cercò di avvicinarsi di più agli alberi, nella zona più lontana al punto in cui aveva lasciato Alec e il bambino poco prima. Se doveva dar loro il tempo per allontanarsi a sufficienza quello sarebbe stato un buon diversivo, no? Magari gli alberi avrebbero potuto aiutarla a deviare possibili frecce dai centauri vicino a lei. L?importante era che finissero quello che dovevano fare e che i centauri la smettessero di attaccare i ragazzi, se questo avesse significato che la loro attenzione sarebbe stata rivolta a lei poco male. Avrebbe avuto un buon motivo per difendersi pesantemente. Per la prima volta da quando si era scatenato quel pandemonio sentì tornare ad ardere la fiamma che l'aveva animata inizialmente: ora avrebbe potuto darle libero sfogo. Per la prima volta aveva usato un incantesimo della sua Casa... pensava le avrebbe fatto uno strano effetto, invece le era venuto spontaneo.

    Eloise si sposta verso l'ultimo braciere di qualche passo e usa Incendio per accendere il braciere, l'ultimo, poi si sposta leggermente indietro, verso gli alberi, così da coprirsi le spalle.
    Ho modificato la mappa: dove ho messo il pallino pieno è dove Eloise lancerebbe l'incantesimo, poi arretra fino a dove ho messo la sbarretta.

     
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    Michael si era parato davanti a Dana ed era riuscito ad evocare il sortilegio scudo circolare prima che le creature arrivassero a ferire la studentessa. All'interno della bolla furono al sicuro. I centauri si scontrarono con il muro di magia e caddero a terra rovinosamente. Il problema fu momentaneamente risolto. Ora però doveva trovare una soluzione per liberarsene definitivamente. Non poteva rimanere chiusi in quella bolla per sempre. Prima o poi la magia sarebbe caduta. L'uomo si guardò intorno cercando qualcosa di utile da poter usare per disarmare e rendere inoffensive le creature, nel fare ciò però non si rese conto dell'incantesimo che era stato lanciato poco più in là. Una forte luce lo colpi in pieno viso, abbagliandolo. In un attimo divenne tutto bianco e l'attimo dopo tutto nero. Per quanto Michael battesse le ciglia e si strofinasse gli occhi, continuava a non riuscire a mettere a fuoco. Tutto ciò che vedeva erano strane forme, macchie di colore e nulla più. La sua vista era compromessa. In quelle condizioni non poteva combattere con i centauri e questo era un male. Molto presto le creature si sarebbero rialzate, sempre che non fossero già in piedi, e sarebbero state pronte a colpire nuovamente. Sarebbero stati indifesi. Se non vedeva non poteva proteggere Dana, così come non poteva proteggere sé stesso.
    Erano in pericolo, in balia di chissà quanti centauri. Doveva fuggire di lì. Andarsene prima che fossero di nuovo bersaglio di frecce, lance o chissà cos'altro.

    Dana, afferra il mio braccio.

    Disse non potendo vederla. Allungò una mano andando a tentoni fin quando non riuscì a trovarla, essendo chiusi in una bolla fu facile. Appena la sentì al tatto la tenne ben stretta per non farsela sfuggire.

    Tranquilla ora ci smaterializzeremo.
    Qualsiasi cosa accada non lasciare la presa.


    Si avvicinò a lei il più possibile e alla fine la abbracciò stringendola forte fra le braccia, così da essere sicuro che non le sfuggisse durante il tragitto. Aveva ancora la vista tutta impastata e non poteva controllare i movimenti della ragazza. Non sapeva se le fosse mai capitato di smaterializzarsi congiuntamente con qualcun'altro e non poteva sapere come avrebbe reagito. La prima volta che ci si smaterializzava era terribile, ci si agitava molto, rischiando di spaccarsi, e questo Michael non poteva permetterlo. Mantenendola stretta tra le braccia l'avrebbe tenuta ben salda impedendo che le sfuggisse via.
    Michael si concentrò riportò alla mente la radura in cui si trovavano, che fino a poco tempo prima era visibile ai suoi occhi. Ricordò di aver visto un gruppo di studenti fuggire nel bosco di tigli alla sua destra. Fissò allora quell'immagine in mente usandola come destinazione. Trovò poi la determinazione per partire, fu facile dato che stando lì rischiavano di essere attaccati brutalmente. Quindi fece un giro con decisione.

    Michael afferra Dana con l'intenzione di smaterializzarsi da lì e materializzarsi nel bosco di tigli.

     
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    Quando Eloise appiccò l'ultimo braciere e anche l'ultima gemma rilucente ne rimase come segno del fuoco che era stato, la pioggia di frecce dei centauri si arrestò. Gli esseri avevano gli archi tesi e i dardi puntati ma, per qualche ragione, non scoccarono. Il gruppo, senza alcuna minaccia incombente, pur con attenzione e sospetto riuscì a riunirsi per la mossa finale della prova, quasi i centauri avessero accettato il loro successo e non avessero più di che intralciarli o testare la loro tempra.
    La gemma fu posizionata nell'ultimo solco restante e, d'improvviso, una magia animò le scanalature, illuminandole d'oro e di vermiglio, come se lava bollente avesse cominciato a scorrervi. Un rumore annunciò il compiersi di un'altra magia: come un meccanismo automatico, la tomba d'ossidiana sembrò reagire a un impulso e cominciò a muoversi, quasi avesse delle cerniere. La base, all'apparenza uniforme, si aprì nel centro come un portagioie e, tra lo stupore generale della casata radunata intorno, rivelò al suo interno una pergamena accuratamente piegata.
    Su un lato, stralci delle ultime righe di quanto avevano tutti già letto tempo prima, agli albori dell'avventura; sull'altro, una nuova criptica traccia.

    pergamena_fuoco



    Si era appena concluso null'altro che il primo capitolo di un lungo percorso ancora avvolto nel mistero.


    La prima parte delle avventure si è conclusa con successo! Ma non avete guadagnato che un nuovo mistero…
    A presto con la II parte!

    Punti in arrivo!


    Edited by Donna Fireflies - 31/8/2017, 16:54
     
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40 replies since 3/8/2017, 14:14   916 views
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