Avventura del Ghiaccio - I Parte

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    Frozen Wiz
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    L’esplosione causata dal Deprimo della Professoressa Dixon rimbombò a lungo nelle orecchie di Rheis, la quale impiegò parecchi secondi per riuscire a comprendere ciò che era avvenuto. La violenza del colpo si propagò lungo le pareti di ghiaccio facendole tremare e rimbombare e pervadendo l’aria di quella pesantezza e quel ronzio tipici del caos causato da una terribile esplosione. Per evitare di cadere Rheis si aggrappò con tutta la sua forza al pendio, il corpicino letteralmente schiacciato contro il gelo pungente degli artigli del ghiaccio. Le onde d’urto provocate dal Deprimo iniziarono a propagarsi velocemente e ad amplificarsi sempre di più, portando con sé la terribile sensazione che, da un momento all’altro, la montagna intera si sarebbe aperta sotto i loro piedi e, come le fameliche fauci di una bestia mostruosa, li avrebbe inghiottiti tutti.
    Non appena riuscì a riordinare i pensieri, Rheis si staccò ansimante ed impaurita dalla parete del pendio su cui si era arrampicata e con un salto tornò a terra sana e salva.
    Il caos intorno a loro era surreale. Rheis non poté fare a meno di pensare che in un film babbano una scena del genere sarebbe stata accompagnata da una colonna sonora grandiosa, mentre ora tutto quel caos, seppur attutito dalla neve e dal ghiaccio, giungeva alle sue orecchie solamente assordante e terribile.

    La bambina si ricompose velocemente e, seguendo i compagni, varcò velocemente il varco prodotto dalla professoressa Dixon, ritrovandosi improvvisamente in un tunnel. Rheis non ebbe nemmeno il tempo di individuare i compagni che nuovamente un tonfo terribile la fece voltare di scatto: la porta d’ingresso era scomparsa sotto il peso di una massa di neve e ghiaccio.

    Siamo isolati.

    Il cuore della bambina iniziò ad accelerare pericolosamente. Non era usuale per lei perdere il controllo né agitarsi, ma quella situazione si stava rivelando più pericolosa di tutto ciò a cui Rheis fosse mai andata incontro. Il cedimento della porta aveva diviso il gruppo e la Harp, Janelle, Olivia, la Dixon e molti altri studenti erano forse rimasti bloccati dalla neve o, peggio, uccisi dalla valanga e dalle stalattiti. Il freddo pungente del tunnerl si insinuò maligno al di sotto dei vestiti della bambina, graffiando la pelle e la carne.

    Ghiaccio traditore.

    Pensò furiosa, mentre portava le mani alla bocca per scaldarle. Da quando era stata smistata nella casata glaciale Rheis non aveva mai messo in dubbio la complicità e il legame che univa gli studenti del Ghiaccio al loro elemento, ma ora che quello stesso elemento stava tentando di ucciderli tutti, la bambina si sentì letteralmente tradita.
    Rheis si strinse al gruppo, avvicinandosi il più possibile alla professoressa Elodie. I passi scivolosi rimbombarono lungo le pareti del tunnel, andando a sommarsi ai battiti del suo cuore e al respiro affannoso.
    Dopo aver percorso il tunnel, gli studenti e la professoressa si ritrovarono in un’anticamera ghiacciata scavata nella montagna. Rheis si guardò intorno visibilmente sorpresa dalla bellezza di quel luogo di cristallo che si stagliava davanti a loro come una femme fatale, ammaliandoli con la sua bellezza mortale. Sul pavimento un’iscrizione antica attirò nuovamente l’attenzione dell’insegnante di Rune.

    Quello è un Vegvísir, una bussola runica… La runa Algiz è tracciata alle estremità… la runa della protezione…devo avvicinarmi per vedere meglio.

    Rheis avrebbe voluto urlare qualcosa per evitare che la signorina Elodie leggesse nuovamente l’iscrizione ad alta voce e causasse, di conseguenza, un’altra terribile valanga, ma qualsiasi suono proveniente dalla sua bocca fu del tutto coperto da altri terribili suoni gutturali: a protezione della porta due enormi yeti sembravano volerli tenerli lontano dal segreto del Libro degli Elementi e, ancor peggio, sembravano pronti a fermarli con qualsiasi mezzo.

    Rheis rimase immobile. Era in assoluto la prima volta che vedeva uno yeti e il suo cuore sembrò fermarsi. Non avrebbe saputo identificare le emozioni che stava provando in quell’istante. Terrore, adrenalina e paura che la pervasero come mai era accaduto prima.

    Non voleva morire. Non lì, non in quel momento. Non aveva nemmeno mai davvero pensato di poter morire; in fondo aveva solo quattordici anni.

    Disarmate, schivate o attaccate

    Come se fosse stata destata violentemente da una condizione di sonnambulismo, Rheis puntò la bacchetta verso uno yeti, pronta ad impedire che quel bestione lanciasse contro di loro pietre e neve ghiacciata. Lo avrebbe atterrato con un deprimo se solo avesse avuto la forza e le conoscenze della Dixon, ma nel pericolo la bambina doveva riuscire a trovare qualcos'altro di altrettanto efficace e allo stesso tempo alla sua portata.

    Petrificus Totalus!

    Urlò con tutta la forza che possedeva, mentre con la bacchetta designava in aria l’incanto della pastoia totale, senza staccare gli occhi di dosso al bestione di fronte a lei.

    Edited by Rheis Morwen - 24/8/2017, 19:56
     
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    La porta di ghiaccio venne abbattuta dal Deprimo della Dixon e un altro boato avvertì Junah di un nuovo pericolo: le vibrazioni causate dall'incantesimo dell'insegnante di SDM provocarono il crollo di gran parte dell'ingresso e, in contemporanea, lo scudo che li proteggeva venne spezzato, così la valanga riuscì a passare, travolgendo parte dei compagni.

    Merda!

    Digrignò i denti: lui, la professoressa Eloide e altri ghiaccioli riuscirono a mettersi in salvo e ad entrare, ma gli altri rimasero fuori. La Harp, BonBon, Hume, la Dixon e altri compagni. Tra loro e il gruppo che era riuscito a passare c'era neve, tanta neve e tanto ghiaccio a dividerli. Il passaggio era bloccato di nuovo...erano in una trappola di ghiaccio!
    Sperò che coloro che erano stati travolti sarebbero riusciti a resistere, e la Harp e la Dixon a trovare un modo per riunirsi a loro.
    La voce di Thom lo destò da quella speranza silenziosa, ma impossibile da dimenticare: era uno dei più grandi, perciò doveva dare l'esempio. Fece quanto detto dal Prefetto, addentrandosi con i compagni in quel tunnel poco rassicurante. Eppure, ovunque guardasse, vedeva il suo elemento, ma tutto quello che stava accadendo lo fece impensierire oltremodo. Non riusciva a spiegarselo. Mentre camminava insieme al gruppo, osservò il tunnel: sembrava ancora più pericoloso del primo, più scivoloso e in quel momento ringraziò di aver scelto gli scarponcini piuttosto che le sneakers! Più aderenza non avrebbe fatto male!
    Il tunnel era strano e lui si sentiva ancora più strano a camminarci perché era come se quello li stesse minacciando. Un tunnel può farlo? Di sicuro faceva più freddo, ma un freddo tagliente, che non piaceva perfino ad uno studente del Ghiaccio! Nonostante ciò, non si mise il piumino: felpa in pile, cappello, sciarpa e guanti bastavano per adesso o almeno, cercava di abituarsi perché nel caso avesse fatto molto più freddo, il piumino non sarebbe bastato. Il corpo si poteva controllare: era tutta una questione di testa. Difficile senza dubbio, ma fattibile. Quando arrivò nell'anticamera, si rese conto (ancora di più) che quel posto era strapieno di magia e la luce misteriosa che illuminava quella stanza ne era una prova. Con gli occhi guardò l'altra porta che si trovava sul loro cammino e l'iscrizione sul pavimento, sulla quale la Eloide sembrava già riflettere.

    Ecco, ci mancavano anche loro!
    Valanga, stalattiti e massi cecchini non bastavano, no!


    Alla vista di quei due, strinse ancora di più la bacchetta che non aveva mollato neanche per un secondo, cercando di non farsi intimorire dal verso inquietante che emisero.

    Disarmate, schivate o attaccate.

    Di nuovo la voce di Thom lo spronò all'azione e lui annuì, pronto a fare qualcosa...qualsiasi cosa.

    Sangue freddo...molto azzeccato adesso!
    Si, ma fa qualcosa!


    Guardò i compagni, poi la professoressa di Rune: era la sola in quella stanza ad avere le capacità di capire quella scritta, per cui dovevano aiutarla a farla avvicinare. Magari un lavoro di squadra poteva funzionare: si giocavano così le partite migliori! Così alcuni avrebbero potuto attaccare, mentre altri proteggere. Gli sembrò sensato, così corse dalla Elodie, per poi tracciare per la terza volta il segmento verticale dello scudo protettivo. Così gridò forte la formula, con l'intento di cercare di difendere l'insegnate e se stesso.

    Protego!
     
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    Olivia e Janelle possono essere riconosciute da Amalia e Audrey le quali possono raggiungere le ragazze e riuscire a tirarle fuori dalla neve, seguite da Bonnie. Camminare è difficile e muoversi altrettanto, ma insieme riescono a sentire le voci di altri ragazzi intrappolati in una piccola cupola ghiacciata sotto la neve. Da una fessura riescono a scorgere un numero corposo di studenti che, per loro fortuna, sembrano salvi, ma alcuni di loro sono feriti e nel freddo perdono pian piano le forze. Per estrarli bisognerà far sciogliere la neve o rialzarla, ma la magia troppo potente o incantesimi estremamente irruenti potranno far crollare il riparo ghiacciato. Le giovani studentesse insieme alle professoresse dovranno ingegnarsi o agire presto per aprire il varco e trascinare i compagni fuori.

    All'interno i colpi assestati da Thomas e Rheis sullo stesso Yeti erano riusciti a fermare un eventuale attacco alla loro insegnante che doveva ancora tradurre quelle antiche incisioni. Il pezzo di ghiaccio era volato via dall'enorme mano della creatura e il braccio e parte del torace sembrava pietrificata dall'incatesimo dell'altra giovane e abile studentessa.
    Forse quello era un ottimo modo per bloccarli, ma servivano più bacchette.
    Nel mentre lo scudo preventivo di Junah aveva generato un alone perlaceo vicino all'insegnante, ma nella direzione dello Yeti che lottava con Thomas e Rheis, l'altro, dietro Junah, era ancora una grossa fonte di pericolo: aveva preso a muoversi irato verso Syria e qualcuno avrebbe dovuto fermarlo.



    mappaghiacciotunnel_2
     
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    Ghiaccio VII Anno
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    La porta si fracassò in un tonfo violento che le fece portare le mani alla testa istintivamente, per difendersi dai detriti come fino a poco prima si stava difendendo dalla neve. Aveva l'impressione che le minacce sbucassero da ogni angolo, e raramente nella sua breve vita s'era sentita indifesa come in quel momento: lo stesso elemento di cui si professava figlia si stava rivoltando contro di lei, esplicitamente intenzionato a fare quanto più danno gli fosse possibile al gruppo, come fosse disturbato dalla loro presenza, come se sentisse la necessità di difendersi persino da loro, che il ghiaccio lo portavano nel sangue e nel cuore.
    Corse attraverso il passaggio appena prima che questo venisse bloccato dalla valanga, rendendo vano ogni loro eventuale tentativo di fuga. Si accorse con stupore solo quando alzò lo sguardo che quelli che erano riusciti a passare non erano che una manciata di alunni, tutti all'apparenza provati e spaventati quanto lei.
    Le gambe cedettero sotto il peso della stanchezza e si ritrovò in ginocchio, ormai incurante del freddo che le stilettava i muscoli intorpiditi sempre più, come se cercasse lentamente di trascinarla in un abisso di gelo dal quale non pensava sarebbe riuscita ad uscire. Fu assalita da un mal di testa violento, pulsante sulle tempie, e il respiro si fece più affannoso quando si fu liberata di parte dell'adrenalina che fino a quel momento l'aveva sorretta, ma che ora lasciava spazio ad un sollievo agitato, scosso dalla consapevolezza di essere supravvissuta per puro miracolo.
    Per un istante pensò sarebbe crollata lì, stroncata dal peso delle poche ore di sonno e dei brividi pungenti che le vibravano il corpicino esile, evidentemente non adeguatamente coperto per resistere alla temperature proibitive che permettevano la vita del ghiaccio perenne che costituiva la prigione in cui erano rinchiusi; nuove grida la riscossero, un nuovo pericolo si parò di fronte a loro e non poté ignorare le parole del prefetto, che s'insinuarono chiare fra i fischi statici che da secondi interi le rimbombavano nei timpani.
    Si alzò a fatica, facendo appello a tutte le energie di cui ancora disponeva, quasi stupendosi di riuscire ancora a reggersi sulle proprie gambe e camminare, persino correre, sebbene non potesse dire per certo quanto sarebbe riuscita a resistere.
    La scena che le si parò davanti aveva del paradossale: due yeti sembravano intenzionati a sfracellare enormi pezzi di ghiaccio su di loro, costringendoli a proteggersi nuovamente e non solo: di tre professoresse che li avevano accompagnati in quel viaggio maledetto, solo una era riuscita ad oltrepassare la porta ed era troppo impegnata a tradurre gli strani simboli incisi su una sorta di bussola per poter fare qualunque altra cosa.
    Non era mai stata in alcun modo coraggiosa, né particolarmente altruista, eppure il calore che sentì pulsarle nel petto racchiudeva sfumature dell'una e dell'altra caratteristica oltre che dell'imperativa sensazione di star scegliendo, in quell'istante, tra la vita e la morte. Ragazzini della sua stessa età, o poco più grandi, già si stavano eroicamente prodigando per difendere quanto di più caro avessero, che non era la professoressa, né il segreto nascosto nel cuore della montagna, quanto la loro stessa esistenza.
    Il brivido che le percorse la spina dorsale era gremito di adrenalina, e non più di gelo: non era ancora giunta la sua ora, quella tomba di ghiaccio non sarebbe stata la sua.
    Corse in direzione degli altri studenti per notare che uno dei due yeti era già stato indebolito, mentre l'altro si avvicinava con fare minaccioso. Constatò in un istante che l'idea di Rheis era efficace ed alla sua portata, quindi non esitò oltre prima di puntare la bacchetta alle gambe del secondo bestione, disegnando in aria quella che poteva assomigliare ad una piccola chiave.

    Petrificus Totalus

    Non avrebbe potuto fare molto, se non, forse, rallentarne l'inesorabile avanzat, ma non c'era molto altro che fosse in suo potere fare.
     
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    Frozen Wiz
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    Troppo lento, era stato troppo lento o forse tutto era successo troppo velocemente. Si era messo a correre verso la porte in ritardo. Era rimasto troppo tempo fermo ad osservare la Harp che manteneva l'incantesimo scudo attivo sulla valanga. Indeciso se il suo posto fosse li o se, come era stato richiesto, dietro la porta al sicuro. Aveva visto Thomas superarlo e come lui Liam e Junah. Lui era rimasto fermo. Solo tardi aveva incominciato a correre verso la porta. Era inciampato cadendo sul terreno ma si era rialzato ed aveva continuato a corre poi dal nulla il gelo sul corpo, il buio e poi il bianco stampato sulla faccia. Aveva chiuso gli occhi sentendo che il corpo aveva smesso di muoversi per la sua volontà ma trascinato da altro. Sentiva i'aria fredda salirgli per le narici. Il volto era probabilmente graffiato, lo sentiva bruciare a contatto con la neve. Non riusciva a muovere bene gli arti ma era sicuro che la bacchetta fosse ancora nella sua mano destra. Aveva mezza testa al di fuori della neve ma con gli occhi riusciva a vedere ben poco. Provò a spingere con braccia e gambe verso l'altro ma fu come provare a sollevare il nulla in quanto la sua capacità di muoversi era troppo ridotta per spingere in maniera efficiente.
    Si concentrò dunque sulle braccia. Incominciò a smuoversi con un movimento di spalle, agitò le braccia per quanto possibile per allargare il suo spazio d'azione e liberare di più la faccia.
    Come diavolo aveva fatto a finire in quella situazione, cosa era accaduto? Perchè non si era mosso prima? Aveva atteso troppo e alla fine era rimasto sommerso senza poter fare nulla di utile.
    Inutile come nella partita contro il Fuoco dove si era fatto soffiare il boccino da sotto il naso da quella maledetta Mintaka. Anche in quel caso il suo contributo era andato a farsi fottere. Quella rara rabbia incandescente che lo pervadeva molto di rado incominciò a riempirlo. Voleva uscirne ma non riusciva a far nulla. Conosceva gli incantesimi ma non sarebbe riuscito ad usarli in quella situazione.
    Avrebbe preso a pugni la neve e, con la mano sinistra che si era leggermente liberata, lo fece.

    Guardati...sei proprio come uno stupido verme. Sotterrato. Anzi sei più incapace di un verme, loro sanno scavare. Ti resta solo una cosa da fare, startene fermo e aspettare che il gelo ti faccia dormire.

    La voce nella testa parlò inflessibile e sprezzante, con un tono molto familiare, era la sua voce travestita da quella del padre. Sicuramente vederlo in quella situazione avrebbe dato modo al vecchio Antares di ripetere per l'ennesima che il suo essere lo rendeva debole. Avrebbe detto che era un rammollito che non sapeva come doveva comportarsi, che non era degno di alcuna attenzione.
    La rabbia continuava a riempirlo poi si spense dal nulla. Pensò che forse realmente sarebbe stato meglio starsene fermo li, sotto quella coperta di neve attendendo. Chiuse gli occhi e si sentì molle, ogni energia sembrava essere finita. La rassegnazione.
    Poi sentì la voce della Harp. Era convinto che anche lei fosse rimasta sotterrata dopo che l'incantesimo scudo aveva ceduto. Si sbagliava. Come aveva potuto pensarlo? Quella donna era il ghiaccio ed il ghiaccio non poteva essere sconfitto da ghiaccio.

    Però anche tu sei ghiaccio. Anche tu fai parte di questa casa e la neve che ti ricopre non è altro che giaccio. ti stai facendo bloccare solo da te stesso e dalla tua dannata mente bacata.

    Questa volta a parlargli era la sua voce, era la voce che gli aveva permesso di superare ogni momento fino ad arrivare li. Come poteva aver pensato di arrendersi? Di farsi buttare giù da un po di neve? Non era più "solo lui" ormai. Aveva una casata da riportare sulla giusta via, quella degli Shelws. Aveva una casa a cui pensava di appartenere più che alla sua, quella del ghiaccio. Aveva degli...amici? E aveva Anita che forse in quel momento non si stava arrendendo davanti ad altro.

    DANNAZIONE CHE SITUAZIONE DEL...

    Urlò rabbioso. Si trattenne solo alla fine ricordandosi che la Harp era ancora li, che poteva sentirlo, non si sarebbe fatta tanti problmei a fargli una ramanzina mentre lo tirava fuori dalla neve. Sperava che questa sentisse la sua esclamazione. Non voleva arrendersi. Non più.
     
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    L’Incantesimo di Rivelazione Umana permise a lei, alla collega di Storia e a Bonnie di scovare alcuni studenti che erano stati travolti dalla valanga.

    Sono loro...

    Amalia corse immediatamente dalle ragazze, aiutando gli studenti ritrovati ad uscire dalla trappola bianca.

    Olivia, Janelle, state bene? Forza ragazze resistete, statemi vicino e cercate di ascoltare bene, così avremo modo di ritrovare tutti.

    Loro due, come altri ragazzini, erano ovviamente scioccate da quanto accaduto e come biasimarle? Amalia stessa lo era, ma non poteva certo darlo a vedere? Non in quel momento in cui sentiva di dover essere forte anche - e soprattutto - per loro.
    Vestì il volto con la determinazione di recuperare la scolaresca: non poteva andare a finire così… non aveva alcun senso.
    Il Ghiaccio li aveva condotti fino a lì: doveva esserci un motivo, seppur illogico apparentemente, ma doveva esserci!
    Continuò a camminare, inghiottendo silenziosa la difficoltà nel movimento causata dalla neve, ma non si arrese: gli studenti venivano prima di ogni cosa, perfino prima della sua vita ed avrebbe scombinato mari e monti per recuperarli fino all’ultimo. Non sarebbe rimasta in disparte a guardare, non l’avrebbe mai fatto: era anche quello l’onore e l’onere di una Responsabile e come tale si sarebbe comportata.

    Homenum Revelio!

    Castò di nuovo, dopo che il braccio ripetè lo stesso movimento di prima e il catalizzatore puntava con decisione il terreno. Si rivolse di nuovo alla magia perché aveva percepito qualcosa e - se come prima l’incanto avesse funzionato - poteva confermare o sfatare quel sentore molto più velocemente.

    Sento qualcosa Miss Dixon… guardi, sono loro.

    Si avvicinò un po’di più, sentendo quelle voci prendere più corposità, tanto che spinsero la professoressa di Incantesimi ad avvicinarsi ancora: da una fessura ebbe modo di poter scorgere alcuni studenti. A separarli da loro rimaste fuori c’era una piccola cupola di ghiaccio.
    Avere modo di vederli e prendere atto delle condizioni di alcuni, fu un ulteriore fonte di preoccupazione per Amalia, che desiderava raggiungerli quanto prima per poterli aiutare. Ma per farlo occorreva liberare il passaggio, occorreva un modo per permettere loro di raggiungerli.

    Dobbiamo sgomberare il passaggio per raggiungerli, ma dobbiamo agire bene o potrebbe crollare tutto.

    Non voleva assolutamente peggiorare le cose, ma era chiaro che dovevano fare qualcosa. Alzare la neve il ghiaccio poteva funzionare, ma era anche rischioso perché la minima vibrazione che ci sarebbe stata nello spostamento, avrebbe potuto ripercuotersi negativamente e continuare a far franare.
    La mente della Vicepreside si spostò sull’ipotesi di sciogliere la neve, pensando ai vari modi con cui poteva provare a farlo. La mente corse al Sortilegio Calorifero, ma lo escluse perché pensava che una magia del genere avrebbe in un certo senso aggredito con foga il ghiaccio: pensava che lo sblazo di temperatura che avrebbe generato il sortilegio calorifero sarebbe stato troppo forte, che avrebbe causato un cambio troppo netto e veloce e che questo effetto collaterale si sarebbe ritorto a sfavore loro.
    La mente pensava ad una soluzione che le permettesse di scigliere la neve così da liberare il passaggio, ma anche un modo che per non stravolgere niente. Occorreva qualcosa di più graduale e meno invasivo: un qualcosa che potesse far abituare il ghiaccio al cambiamento, evitando di sconvolgerlo.
    In quegli attimi sentì ancora più forte il desiderio di riunirsi a loro, ma non voleva agire insensatamente e agevolare i disastri che avevano coinvolto la Casa del Ghiaccio fino a quel momento. Cercò appiglio nel suo elemento, come a volergli rivolgere una richiesta di aiuto silente e sincera, in modo che lasciasse andare i suoi Figli perché loro lo erano e Lui doveva concedergli il modo di dimostrarlo.
    Così la mente della Strega Bianca optò per l’Incantesimo Asciugante perché il getto d’aria calda che avrebbe generato, non sarebbe stato violento o almeno, così dedusse lei. Ma occorreva anche che fosse preciso, mirato solamente alla neve che ostruiva il passaggio e che non si disperdesse altrove.
    E ciò l’avrebbe potuto permettere solo il Sigillo di Rivestimento poiché aumentava la stabilità della magia che voleva usare e - consequenzialmente - accresceva la probabilità di limitarlo ad una zona precisa. Ma non poteva affidarsi all’Aritmanzia, la quale non l’aveva mai delusa, contribuendo a dare sicurezza alla sua magia e a lei stessa. Il Sigillo di rivestimento funzionava sulle magie difensive e quella che voleva usare lei non lo era. Pensò che avrebbe potuto applicare il Sigillo di Azione Focalizzante, facendo in modo che fosse estremamente preciso, ma lo avrebbe anche potenziato e non voleva riversare troppa potenza in quella magia. L’istinto le aveva porprio suggerito di agire in maniera più graduale. Roteò il polso e puntò la verso la neve a cui voleva mirare, con la volontà rivolta a dosare energia e riflessi, per controllare il più possibile l’incantesimo.

    Entis Totalis.

    Scandì sicura ogni sillaba, distendendo la mano libera in parallelo a quella armata, come a volerle dare sostegno.
    In quel momento la professoressa era più concentrata che mai, mentre in cuor suo sperava che la sua idea di riscaldare la neve, fino a farla sciogliere gradualmente funzionasse.
     
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    Frozen Wiz
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    La situazione andava peggiorando di secondo in secondo. Scampati alla valanga - anche se non proprio tutti - Liam e alcuni ghiaccioli insieme alla docente di Rune si ritrovarono a percorrere un lungo corridoio di ghiaccio... incantevole certo, quasi ipnotico con il gioco di luci che si creava al suo interno.
    Il cuore del prefetto batteva ancora a causa dell'agitazione di poco prima, ma non accennava a fermarsi. Forse sapeva che stava per accadere altro, forse sapeva che il pericolo ancora non era passato.

    Entrarono in una stanza, anch'essa di ghiaccio, dove i giochi di luce erano ampliati dall'enorme spazio. Un silenzio anormale, delle scritte runiche - di nuovo - colsero l'attenzione della docente.

    Mmmh speriamo che...CAZZO!

    Il cuore riprese a battere forte, altro stress, altra tensione e altra adrenalina pervasero il corpo del giovane licantropo. Vide i suoi protetti agitarsi per la presenza di due Yeti, creature conosciute per il loro temperamento poco cordiale e la loro fama di preservare, con la vita, ciò che reputano degno di protezione.
    Il gruppo si divise alcuni riuscirono a rallentare uno Yeti, ma l'altro si stava avvicinando pericolosamente al resto degli studenti e alla docente intenta a tradurre quelle scritte runiche.

    Professoressa, ci pensiamo noi. Lei cerchi di decifrarle!

    Liam corse a capo del suo gruppo, vide alcuni lanciare dei pietrificus e Frances, giustamente, fece lo stesso. Il prefetto del Ghiaccio estrasse la sua bacchetta nuovamente e la puntò verso l'enorme bestia dal manto bianco che ringhiava verso di loro.
    Pensò a qualsiasi incantesimo che potesse essere utile, sfogliò la sua mente come fosse un libro. Si concentrò, poi iniziò ad agitare la bacchetta, formando una sezione ondulata e contigua per aria verso lo yeti che arrivava iroso.

    Locomotor Wibbly

    Sperò vivamente che l'incanto giungesse a termine. Una volta lanciato, però non si curò di vedere se avesse funzionato, ora doveva solo proteggere nel malaugurato caso il Locomotor non avesse attecchito. Così si diresse qualche passo indietro decidendo di creare un'altra barriera di protezione.
    Si sarebbe udita la classica parola de "Protego" che avrebbe rimbombato nella caverna. La bacchetta avrebbe disegnato una linea verticale così da difendere tutti coloro che si sarebbero trovati dietro di essa.
    L'avventura era appena iniziata eppure aveva mostrato da subito il meglio di se stessa.
     
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  8. Syria Elodie
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    User deleted


    I ragazzi si stavano prodigando per proteggerla mentre le due creature si approntavano ad attaccare senza alcun ritegno. Era molto orgogliosa di loro, nel vedere come agivano senza alcun timore, pronti a dare il meglio di loro stessi per poter essere utili ai fini di una causa comune. Questo le dava il tempo di poter vedere meglio e più da vicino l’incisione, permettendole di interpretarla e capire quale fosse il suo scopo, e come avrebbero potuto usarla a loro vantaggio. Ma doveva comunque agire in fretta, consapevole dal fatto che avrebbe dovuto aiutarli al più presto ad attaccare i due Yeti. C’era bisogno di più magia per tenerli a bada, o perlomeno cercare di rallentarli al punto da avere il tempo di poter pensare ad un modo di “mettere in pratica” ciò che il destino aveva in serbo per loro.

    È un’antica runa nordica, impiegata in gran parte dai vichinghi, il che può spiegare il perché la ritroviamo in questo luogo. Veniva incisa per lo più sui fianchi delle navi, nel legno, oppure sulle polene, per garantire una navigazione sicura anche in caso di forti tempeste o disorientamento. Ad oggi viene ancora usata dalle popolazioni dell’Islanda come sigillo protettivo, per garantire a chi la traccia di trovare la giusta via e di percorrerla senza alcun intoppo. C’è chi crede che possa avere effetti tanto sulla vita terrena quanto sul piano spirituale…

    Ancora non sapeva bene come, ma aveva l’impressione che quella runa fosse il segno evidente che quella fosse la via giusta per loro, e che non appena il resto del gruppo si fosse riunito a loro sarebbero dovuti necessariamente passare da li, perché quella runa li avrebbe protetti e portati sulla giusta via.

    Tuttavia rimaneva ancora una questione più importante da risolvere: doveva proteggere i ragazzi. Non appena ebbe finito di elaborare un pensiero definito sul significato dell’incisione si portò quanto più vicina possibile agli studenti

    Ragazzi, rimanete vicini a me

    Desiderava che la protezione che aveva intenzione di evocare potesse proteggerli tutti, e quanto più a lungo possibile. Così dopo aver applicato nuovamente il sigillo usato in precedenza per rendere l'incanto più potente e resistente, puntò la bacchetta verso l’alto impugnandola nella mano destra, alzando anche il braccio sinistro, parallelamente all’altro, per cercare di mantenere quanto più salda quella posizione, ed urlò con tutto il fiato che aveva in corpo

    Kyklos Tria
    Protego Maxima!

    Sperava che il lampo di luce blu li avrebbe avvolti, tenendo lontani gli attacchi potenzialmente letali dei due bestioni. Aveva bisogno che funzionasse.
     
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    Il Petrificus Totalus di Frances interruppe la pericolosa avanzata dell'altro yeti, bloccandogli appena i movimenti. Non fu ancora sufficiente ad arrestarlo del tutto ma era stata perlomeno una mossa utile a guadagnare del tempo, mentre la professoressa continuava la sua traduzione. L'incantesimo di Liam completò l'opera: non così potente da colpire entrambe le gambe di una creatura così imponente, il suo Locomotor Wibbly riuscì a metterne fuori uso una, impedendo comunque allo yeti di avanzare, troppo instabile. La creatura arretrò barcollando e si adagiò su una parete rocciosa, incapace momentaneamente di proseguire. L'urto dello yeti scosse pericolosamente il tunnel e la sala e il suono sinistro di fratture nel ghiaccio s'intrufolò nell'aria. Non c'era molto tempo. Ma, d'un tratto, la professoressa Elodie poté illuminarsi per un'intuizione risolutiva: l'iscrizione sembrava avere finalmente un senso e la soluzione essere a portata di mano.
    Fuori dal tunnel, intanto, l'incantesimo di Amalia sciolse gran parte della neve nei suoi pressi, liberando tra gli altri anche il povero Matt che era rimasto intrappolato dalla valanga.



    Syria, controlla la casella messaggi.
    Gli yeti sono immobilizzati per i prossimi 5 post.
    Tutto il resto rimane nelle stesse condizioni del precedente post.
     
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    L'Incantesimo di Rivelazione Umana e quello Asciugante non solo riuscirono a sciogliere gran parte della neve nella zona circostante a lei, ma permisero di liberare anche Shewls ed altri studenti ancora.

    Matt tutto intero? Forza Shelws.

    Si rincuorò nel vederlo sano e salvo, allo stesso modo di come fu felice di rivedere gli altri studenti.
    Certo, lo sarebbe stata ancora di più quando avrebbe avuto modo di vedere tutta la Casata e per farlo occorreva eliminare la slavina che era rimasta a bloccare il passaggio.
    Necessitava liberarlo completamente e necessitava agire nell'immediato.

    Miss Dixon, ragazzi dobbiamo agire ancora.
    Chi può, mi aiuti.
    Ricordate bene ragazzi: determinazione, intenzione e controllo.


    Non voleva certo fare una lezione in quel momento, ma in qualche modo distrarli (per quanto possibile sia possibile farlo dopo che una valanga ti travolge) da ciò che avevano subito e farli concentrare su altro: come i compagni a cui dovevano rincongiungersi.
    Piangere sul latte versato li avrebbe fatti stare solo peggio e questa era una delle cose che lei proprio non voleva. Ciò non voleva dire che non era preoccupata, affatto.
    Ma cercava di non far prevalere questi sentimenti, non voleva che questi potessero compromettere le sue azioni volte a liberare unicamente quel passaggio

    Resistete...

    Rivolse quelle parole silenziose, ma piene di speranza oltre la neve che ancora ostruiva il passaggio.
    Ancora una volta la mente di Amalia scelse l'Incantesimo Asciugante poiché rimase convinta che l'agire troppo bruscamente, avrebbe potuto peggiorare solo le cose.
    Per cui, intenta a dar ragione per la seconda volta all'istinto che rimase a favore di un'azione graduale, mosse alcuni passi in avanti per mirare con maggior precisione alla slavina che voleva sciogliere una volta per tutte: il braccio che brandiva il catalizzatore venne alzato con decisione, mentre il polso roteò con sicurezza e la voce scandiva ogni sillaba della formula latina.

    Entis Totalis.

    Ancora una volta, la volontà della professoressa di Incantesimi fu concentrata a dosare l'energia e i riflessi nella magia che stava esprimendo, con lo stesso intento di prima... se non più forte.
    Anche in quella seconda volta il braccio - a palmo disteso - andò a dar manforte all'altro, che mirava fermo alla neve rimasta a bloccare il passaggio.
    Anche in quella seconda volta la speranza di ricongiursi a loro permeava la Strega Bianca, che desiderava con tutta se stessa di riuscire a sciogliere la slavina che li separava da loro.
     
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  11. Syria Elodie
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    Gli attacchi lanciati contro gli Yeti e le difese messe in atto stavano permettendo loro di temporeggiare, quel tanto che le era necessario per poter riflettere più a fondo sull'incisione e riportare alla mente tutto ciò che sapeva al riguardo. Non era tanto l'interpretazione della composizione runica in sè che le premeva, quanto la sua pratica applicazione per far si che li guidasse fuori da quel posto, o perlomeno lontano dal pericolo.

    Uno degli attacchi sferrati dai ragazzi contro uno dei due bestioni aveva fatto tremare il tunnel tanto che poteva distintamente udire lo scricchiolio del ghiaccio sotto i piedi e correre lungo le pareti, come se una crepa si stesse insinuando tra i ghiacci, pronta a far crollare tutto da un momento all'altro. Avevano i minuti contati, e non poteva per nulla al mondo perdere la concentrazione proprio in quel momento.

    Affidatasi completamente alle abilità degli studenti, riportò lo sguardo verso l'incisione: esaminò meglio e con più attenzione ogni singola runa che ne componeva il complesso. Alcune ricorrevano più volte, tre per la precisione, il che significava che la formula collegata all'incantesimo con cui la runa era sigillata andava ripetuto per tre volte. Per sigilli tanto complessi si era soliti pronunciare le relative formule ad alta voce, per dare maggiore potenza alla magia che ne sarebbe scaturita. Ma la pronuncia avrebbe dovuto essere chiara e precisa.

    Ma certo!

    Dispose i piedi l'uno parallelo all'altro sul bordo dell'incisione, laddove avrebbe potuto essere tracciata una linea di chiusura immaginaria avente forma circolare, come a racchiudere la runa.

    Ragazzi venite qui, fate quello che faccio io. Mettete i piedi nella stessa posizione in cui li ho messi io, e disponetevi lungo l'intera circonferenza.

    Controllò che tutti fossero più o meno equidistanti gli uni dagli altri. Non era tanto la precisione della posizione la cosa importante, quanto invece lo era scandire bene le parole che vincolavano la magia in essa contenuta.
    Portò il braccio sinistro davanti a sè, tendendolo verso il centro della runa, perpendicolarmente al corpo e parallelamente al pavimento di ghiaccio, e strinse il pugno quasi fino a sentire le vene pulsare per la troppa pressione dei polpastrelli sul palmo della mano. Guardò i ragazzi uno ad uno, attendendo che facessero lo stesso.

    Ok ragazzi, adesso dobbiamo pronunciare tutti assieme, con fermezza e precisione, per tre volte, questa formula...ascoltate attentamente

    Fece un veloce ripasso mentale della corretta pronuncia, e si schiarì la voce

    Carpine reprimo er tollo!
    Pronunciatelo come se fosse l'ultima cosa che potreste dire in vita vostra.


    Sospese per qualche secondo le istruzioni, dando loro il tempo di ripetere a mente o a bassa voce quella frase tanto complessa quanto incomprensibile ai più.

    Mi raccomando, scandite le parole, pronunciatele senza fretta, non è importante dirla velocemente ma essere precisi, mantenete la posizione, il pugno chiuso. E che siano tre volte ragazzi, tre...
    Quindi, al mio tre...


    Chiuse gli occhi per calmare la mente, fece un respiro profondo

    Uno...due...tre
    Carpine reprimo er tollo!
    Carpine reprimo er tollo!
    Carpine reprimo er tollo!
     
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  12. Irvin Hazelwonder
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    Irvin correva verso la parete in cui era presente la pronta, sperando di non essere colpito dai frammenti di ghiaccio che cadevano dal soffitto. Lo studente del ghiaccio non era un tipo molto pratico nell'azione, preferendo nettamente stare seduto a leggere e imparare cose nuove piuttosto che applicare le nuove conoscenze nei vari ambiti della vita. Le mani sopra la testa impedirono ai vari frammenti di colpirlo direttamente, ma a risultarne indolenzite furono le braccia. In più, a causa del freddo della zona, Irvin si sentiva il corpo completamente intorpidito, nonostante si fosse attrezzato abiti adatti al clima decisamente freddo. Il fatto che appartenesse alla casa del ghiaccio non stava a significare che possedeva un'innata abilità a resistere contro di esso.
    Giunse alla parete e vide che in molti, studenti compresi, tentarono di aprire la porta con vari metodi, ma quello risolutivo fu l'incantesimo lanciato dalla Dixon. La magia distruttiva infranse la porta di ghiaccio, liberando la via, ma ebbe come conseguenza quella di rendere ancora più instabile il ghiaccio che creava quella stanza. Irvin si affrettò senza badare a nessuno, oltrepassando la porta prima che una valanga di detriti impedisse a chi era rimasto indietro di oltrepassarla. Solamente la professoressa di Antiche Rune era riuscita a oltrepassare l'ingresso insieme a una decina di altri studenti. Tutti si incamminarono lungo un secondo tunnel scavato nel ghiaccio. Irvin si appoggiò alla parete per avanzare in maniera sicura, ma l'equilibrio rimaneva comunque instabile. Arrivarono dopo qualche minuto in una sala scavata direttamente nel ghiaccio, come praticamente qualunque altro ambiente in cui si erano inoltrati e la professoressa venne immediatamente attratta da un'incisione circolare con dei simboli all'apparenza senza senso. La professoressa tuttavia non si accorse della presenza di due enormi creature pelose che si trovavano in quella stanza. Irvin non aveva mai visto nulla di simile e non sapeva nemmeno di cosa si trattava. Alcuni studenti avevano iniziato a lanciare incantesimi contro di esse, nel tentativo di proteggere la professoressa mentre si concentrava a decifrare quell'insieme di trattini e linee. Lo studente del ghiaccio non sapeva che cosa fare, preferendo rimanere dietro agli altri invece che esporsi in prima linea a proteggere il gruppo. La professoressa ci mise qualche decina di secondi prima di capire che cosa fosse. Sinceramene quello non era il momento di una spiegazione. Si ritrovò inglobato in un potente incantesimo protettivo. A quel punto si potevano ritenere al sicuro dalle due creature mostruose e la docente poté approfondire la sua spiegazione. Si andò a sistemare nella posizione indicata dalla docente e mentalmente ripeté più volte la formula da lei indicata.

    Carpine reprimo er tollo. Carpine reprimo er tollo. Carpine reprimo er tollo.

    Non aveva ben capito a che cosa potessero servire o significare quelle parole. Ci sarebbe stato sicuramente del tempo dopo quell'avventura per capire bene che cosa fosse accaduto.
     
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    Anche in quella terribile situazione a Rheis non potè che sfuggire un sorriso soddisfatto, seppur nervoso, nel constatare che il suo incanto, unito a quello di Thomas, era riuscito a bloccare uno di quei bestioni. Non lo avevano sconfitto né atterrato, ma lo yeti era ora pietrificato per metà e sorte simile era toccata anche al suo compare per opera di Frances e Liam.
    Rheis si guardò intorno spaventata, ma allo stesso tempo carica di adrenalina, pronta a scontrarsi con qualsiasi altra mostruosa bestia avesse fatto capolino in quella gabbia di ghiaccio. Con i bestioni momentaneamente fuori gioco Rheis riuscì a riflettere qualche istante sull’accaduto e a focalizzare la sua attenzione sulla professoressa Elodie, ancora alle prese con la traduzione della runa.
    Nel vedere la donna Rheis provò una strana sensazione di inadeguatezza. Il suo sguardo vagò verso i compagni e si soffermò su Liam, il quale era intervenuto subito con il chiaro scopo di difendere la professoressa, mentre lei aveva semplicemente pensato a salvarsi. Era forse vergogna la strana sensazione che stava provando? No…forse solo la consapevolezza di non essere così “buona” e coraggiosa come aveva creduto fino a quel momento. Eppure Rheis non riusciva a farsene una vera colpa. Avrebbe voluto e potuto essere come Liam e riuscire a pensare al bene comune in un momento di paura e panico come quello? La verità era che lei non lo aveva fatto. Era forse una cattiva persona? Un’egoista? O forse solo una persona normale? Una persona prudente?

    Ragazzi, rimanete vicini a me.

    Persa nei suoi pensieri Rheis aveva solo visto muoversi la bocca della professoressa, ma non aveva veramente ascoltato la riflessione della donna sulla runa. Le uniche parole che era riuscita a captare chiaramente erano state quelle sei, pronunciate con perentorietà e preoccupazione. Rheis obbedì, sforzandosi in cuor suo di provare almeno un leggero senso di colpa per non aver pensato al bene degli altri, ma solo a sé stessa.

    Ragazzi venite qui, fate quello che faccio io. Mettete i piedi nella stessa posizione in cui li ho messi io, e disponetevi lungo l'intera circonferenza.

    Rheis si strinse ancora più vicina alla docente; la bacchetta ben stretta in mano e ancora puntata contro i due yeti, temporaneamente innocui. Abbassò lo sguardo verso il basso, imitò la signorina Elodie e si dispose sul limite dell’incisione con i piedi uno parallelo all’altro, di modo da creare una sorta di anello circolare tutt’intorno. Senza assolutamente capire ciò che stava succedendo Rheis continuò a scrutare la docente con area interrogativa. I grandi occhi azzurri della bambina avrebbero potuto esplodere dalla forte intensità con cui aveva piantato le iridi in quelle delle professoressa. Rheis allungò il braccio sinistro davanti a lei e strinse il pugno con tutta la forza che possedeva. Le dita, già intorpidite dal gelo di quel luogo infernale, sembravano volersi letteralmente rompere in mille pezzi, come se si trattassero di tanti piccoli e fragili ciondoli di cristallo.
    La bambina ascoltò rapita le istruzioni. La punta delle sue orecchie, seppur congelate, sembravano voler esplodere, così come la vena sulla sua fronte che ora pareva pulsare pericolosamente. Doveva impegnarsi come mai aveva fatto nella vita poiché quella non era un’esercitazione in aula, né un incontro del Club dei Duellanti: era il presente…ed era terribile e pericoloso.

    Uno...due...tre

    Carpine reprimo er tollo!
    Carpine reprimo er tollo!
    Carpine reprimo er tollo!


    Rheis pronunciò quelle parole tutto d’un fiato. Immobile e tesa come le corde di un violino, la bambina trattenne ancora il fiato in attesa di qualcosa. Non aveva idea di cosa sarebbe accaduto dopo aver pronunciato quell’incanto, ma qualcosa doveva pur accadere: dopotutto ci doveva essere una ragione per cui il Ghiaccio li aveva voluti lì.
     
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    Per fortuna lo Yeti che lo stava attaccando alle spalle fu fermato dall’intervento di Stitcher combinato a quello di Liam.

    Due a zero per noi, pelosi bacucchi!

    Ebbe il tempo di vedere arretrare lo Yeti piuttosto stordito dagli attacchi ricevuti, tanto che questi, dondolando come un ubriaco, finì per appoggiarsi sulla parete. Questo causò altri scossoni nel tunnel che risuonarono ovunque, tanto che Junah temette un altro crollo imminente, visibilmente più preoccupato.
    La voce dell’insegnante di Rune gli diede la speranza di non finire sepolto e ucciso in quella gabbia di ghiaccio: non aveva idea di quello che era chiamato a fare, ma si fidò lo stesso, ascoltando la professoressa che sembrava aver capito la soluzione.

    Ragazzi venite qui, fate quello che faccio io. Mettete i piedi nella stessa posizione in cui li ho messi io, e disponetevi lungo l'intera circonferenza.

    Va bene professoressa!

    Così il ghiacciolo fece quanto gli era stato detto: prese posto nella circonferenza indicata e imitò la Elodie, cercando di assumere il più possibile la sua stessa posizione.
    Ascoltò bene le istruzioni che gli vennero date, per poi concentrarsi sulle parole che doveva pronunciare insieme agli altri. La professoressa disse anche che l’importante non era pronunciare la frase velocemente, ma farlo con precisione.

    E che siano tre volte ragazzi, tre...

    Carpine reprimo er tollo. Carpine reprimo er tollo.
    Carpine reprimo er tollo. Pugno chiuso e mantenere la posizione.


    Prima di pronunciare a voce alta le parole per tre volte, si assicurò quanto meno di averle imparate: non voleva mandare tutto all’aria per un suo errore. Aspettò il segnale e poi pronunciò forte:

    Carpine reprimo er tollo!
    Carpine reprimo er tollo!
    Carpine reprimo er tollo!


    Unì la sua voce a quella dell’insegnante di Rune e a quella dei compagni che come lui stavano facendo la stessa cosa. Non conosceva quel tipo di magia e non sapeva cosa sarebbe accaduto nei momenti seguenti, ma anche se al momento non trovava il modo di rispondere, ogni parte di sé credeva in quello che stava facendo.
     
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    Fato

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    Sventata la terribile minaccia degli Yeti, accasciati inermi ai due lati della piccola sala scavata nel ghiaccio, la professoressa Elodie poté comunicare ai suoi studenti la prodigiosa intuizione che aveva appena avuto. Insieme ai ragazzi, pronti a seguirla nonostante le fatiche e il freddo debilitante, riuscì a seguire le misteriose indicazioni dell'iscrizione nel ghiaccio e ripeté la formula magica come richiesto. L'unione mostrò al picco la vera appartenenza e così, come se una vecchia chiave avesse girato nella serratura, la porta che avevano a pochi metri da loro scattò e lentamente si aprì.
    Anche il muro di neve che avevano alle spalle del corridoio cedette sotto le pressioni esterne, rivelando un varco apparentemente sicuro e stabile. Tutta la casata poté così ricongiungersi davanti al nuovo ingresso rivelato da un incantesimo antico e potente.
    La porta magica si era aperta su uno stanzino minuscolo, una nicchia scavata nel ghiaccio, nel quale non poteva entrare che un bambino per fermarvisi. Al centro, tre imponenti cristalli di ghiaccio, scolpiti come gemme preziose, reggevano un rotolo di pergamena accuratamente piegato.
    Su un lato, stralci delle ultime righe di quanto avevano tutti già letto tempo prima, agli albori dell'avventura; sull'altro, una nuova criptica traccia.

    pergamena_ghiaccio1



    Si era appena concluso null'altro che il primo capitolo di un lungo percorso ancora avvolto nel mistero.


    La prima parte delle avventure si è conclusa con successo! Ma non avete guadagnato che un nuovo mistero…
    A presto con la II parte!

    Punti in arrivo!


    Edited by Donna Fireflies - 31/8/2017, 16:51
     
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59 replies since 3/8/2017, 14:15   1418 views
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