Avventura della Tempesta - I Parte

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    Oh, certo, seguiamo la vecchia sconosciuta chissà dove. Cosa mai potrebbe andare storto?

    Si lamentò Artemis, sardonico, questa volta senza curarsi minimamente di tenere basso il tono di voce.
    Non sopportava l’idea che avrebbero potuto vagare senza meta per chissà quanto tempo, perché era evidente che non avessero uno straccio di indizio su dove andare se non “biblioteca” e “sarà la magia a guidarci”.
    Grazie tante.
    Artemis era abbastanza sicuro di non aver mai visto la magia in versione navigatore satellitare. Purtroppo. E dire che sarebbe stato un bel passo avanti per i maghi che sembravano ancora fermi al medioevo mentre la tecnologia più moderna imperversava senza sosta nel mondo babbano.
    Sbuffò ed incrociò le braccia al petto con tutta l’aria di chi iniziava a trovare quell’uscita fuori porta più stressante che altro.
    Si voltò verso Anita, dopotutto la sua compagnia era una delle poche cose positive di quel viaggio. Inarcò leggermente le sopracciglia nel sentirle chiedere se per caso non fossero troppo vistosi. Si prese un paio di secondi di tempo per rispondere, perché sapeva che altrimenti sarebbe suonato troppo acido.
    Inspirò profondamente e poi espirò fuori le parole con aria rassegnata.

    Per come alcuni sono vestiti, sembriamo scappati da un ospedale psichiatrico. Abbiamo pure il professore di babbanologia a disposizione, perché non abbiamo fatto un check dei vestiti prima di partire?

    Attraversò la strada assieme agli altri, riflettendo su quanto aveva detto. Assottigliò leggermente gli occhi, poi aprì nuovamente bocca, questa volta esitante.

    … Forse… ma proprio forse, non è stata una cattiva idea venire qui con gente conciata come i peggiori fenomeni da baraccone: per chi non è babbano, noi siamo evidentemente maghi e streghe. Renderci così “riconoscibili” potrebbe farci trovare dell’insperato aiuto.

    Disse, cominciando a vedere uno spiraglio di positivismo… che immediatamente venne distrutto da uno schiacciasassi assatanato nel momento in cui alcuni deficienti decisero di entrare da soli nell’edificio in cui li aveva portati la vecchia e, ovviamente, toccava a lui e Anita andare a ripescarli, assicurarsi che non si facessero male e poi affatturarli a morte. Ehm, no, magari l’ultima no.

    Fanculo. Odio correre. Maledetti mocciosi.

    Pensò, per poi lanciarsi all’inseguimento assieme ad Anita.
    Una volta in quella biblioteca la situazione degenerò tanto rapidamente che Artemis fece quasi fatica a seguire il corso degli eventi.

    Oh, grandioso, Ci mancava giusto il fantasma del figlio mancato di Asterix e Obelix.

    Credeva di aver visto tutto, quando poi iniziò pure l’orda di libri assassini. Se quello fosse stato un videogame se la sarebbe cavata maledettamente bene, ma nella realtà lui aveva due piedi sinistri e la più completa incapacità di movimento, quindi semplicemente si impose di non pensare ai libri che lo avrebbero colpito mentre si spostava alla sua lentezza lumaca-mode per fare da scudo a qualche compagno di casa sprovveduto, tra cui Arianne-Qualcosa.
    Poche storie, era riuscito a proteggersi da una cavolo di freccia che puntava al suo cuore, poteva difendere se stesso e qualche moccioso da dei libri pazzi sclerati, no?
    Estrasse la bacchetta e tracciò davanti a sé una linea verticale con una forte dose di decisione dettata dalla stizza più totale.

    Protego.

    Pronunciò quasi a denti stretti, poi il fantasma Asterix/Obelix li riprese sul fatto che stessero perdendo tempo.

    Oh, grazie tante, Casper! Perché invece di lagnarti non ci dici chiaro e tondo cosa dobbiamo fare?!

    Sbottò ad alta voce contro il fantasma.

    Agilità: 04 - Prontezza: 08
    Capacità Magiche: 22

    tempestabiblioteca_Artemis
     
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    A quel punto non si poteva negare che fossero arrivati nel luogo giusto grazie alla vecchia signora che, dopo aver scambiato due parole con Mikal, li aveva guidati fino a quel luogo.
    Biblioteca? C’era.
    Fulmini ovunque, tanto per gradire? C’erano.
    Indovinelli? Presenti anche loro.
    … Libri impazziti? Sicuramente poco graditi, eppure presenti.
    Erano davvero troppo libri, a contrastarli avrebbero solo potuto generare più caos, la cosa migliore era decisamente muoversi a far aprire quella porta e fuggire al sicuro il più veloce possibile.
    Gli studenti più grandi stavano difendendo i più piccoli, quindi il minimo che potevano fare loro era provare a trovare una soluzione nel modo più rapido possibile.
    L’idea di Mikal era ottima, soprattutto perché era innegabile che la posizione degli elementi della stanza richiamasse ciò che era disegnato sulla roccia, eppure qualcosa gli suonava come poco pratico.
    Il fantasma aveva detto testualmente “” e questo gli fece pensare che forse dovevano agire direttamente sui globi, magari con scariche elettriche dal momento che il temporale imperversava sul soffitto e il fantasma aveva fatto riferimento alla luce e al tuono… e poi, quella era pur sempre la Casa delle Tempesta, tanto valeva usare un incantesimo di quella Casata.

    E se provassimo con degli Elettro?

    Propose, parlando velocemente.

    Credo che la proposta di Mikal sia valida, ma forse potremmo provare con qualcosa di più diretto.

    Di solito preferiva rivolgersi ai colleghi per cognome quando erano circondati da alunni, non volendo rischiare di “sminuire” l’autorità degli altri professori, ma il quel caso “Mikal” era più rapido da pronunciare rispetto a “professoressa Levischmiedt”, senza contare che sicuramente i ragazzi avevano di meglio da fare che preoccuparsi di come aveva chiamato la loro Responsabile.

    Magari i Globi, una volta colpiti dall'elettricità, reagiranno in qualche modo. O magari possiamo colpire il pavimento nel punto designato per globo o, addirittura, direttamente la roccia.

    Le ultime due ipotesi a dire la verità lo convincevano poco e la cosa forse era trasparita dal tono di voce poco convinto, ma dal momento che avevano una discreta fretta era il caso di fare tutti i tentativi possibili nel minor tempo, non lasciando nulla di intentato.

    Lanciamo gli incantesimi in successione, in questo modo ci accorgeremo quando e se uno provoca qualche reazione particolare.
    Ecco, vediamo. Io proverò a colpire uno dei globi, successivamente la professoressa potrebbe provare con il punto del pavimento corrispondente ad uno dei globi e dopo ancora il signor Greenwood potrebbe tentare sulla roccia. Anche se uno dovesse riportare qualche effetto, credo sarebbe saggio andare avanti con i tentativi, magari c’è più di una soluzione… o forse nessuna di queste produrrà un risultato.


    Propose, per poi posizionarsi quasi sotto uno dei globi. Con il catalizzatore puntato contro il globo, tracciò il simbolo stilizzato di un fulmine.

    Elettro.

    Chissà, magari finisce che facciamo più danni che altro...

    Capacità Magiche:46
    Agilità: 13
    Prontezza: 19

    Magia Bianca I
    Trasfigurazione I
    Magia Bianca II
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    tempestabiblioteca_Caleb
     
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    Lo sguardo, dapprima rassicurato dalla presenza dello scudo protettivo appena evocato, s’increpò subito di preoccupazione: non ci volle molto a notare l’evidente calo di luminosità dei globi sospesi in aria.
    Le parole del Professor Cooper arrivarono chiare al suo udito, ma se avesse abbassato lo scudo allora i ragazzi sarebbero stati ancora più in pericolo.
    Mikal passò attimi infernali, completamente in balia del terrore dell’indecisione.
    La presa attorno al catalizzatore non aveva ancora ceduto, così come neanche la barriera da lei appena creata. Tuttavia, lo sguardo cercò lentamente i volti dei suoi ragazzi, prendendo solo in quel momento la piena consapevolezza del da farsi: sapevano badare a loro stessi. Erano capaci, intelligenti, ma soprattutto erano uniti. Bastò vedere muoversi alcuni dei più grandi verso i più piccoli per accorgersi di come, nonostante il pericolo, nessuno di loro lo fosse davvero e solo grazie al sostegno reciproco.
    Nel caos più totale, Mikal non riuscì a non piegare le labbra in un leggero sorriso.
    Ma il tutto durò solamente qualche istante.

    Il tempo scorre.

    Affermò decisa, abbassando velocemente la bacchetta e con essa lo scudo protettivo, convinta del fatto che gli studenti avrebbero saputo cavarsela anche senza il suo supporto.
    Ma in sottofondo, Mikal e gli altri insegnanti avrebbero continuato a lavorare per tutti loro: proteggerli dai libri sarebbe stato inutile se non avessero saputo portarli al sicuro dietro la porta.
    Restava ancora da capire come farlo.
    La donna ascoltò attentamente la proposta del Professor Walker, concordando con lui sulla celerità necessaria dell’azione: il vecchio fantasma non aveva fatto altro che rimarcare il veloce incedere del tempo, loro nemico. Segnare perfettamente il disegno sul pavimento ne avrebbe richiesto loro molto, il che escludeva la sua prima teoria, almeno in parte.
    Restava infatti chiaro che i segni sulla roccia e gli elementi presenti all’interno della biblioteca coincidevano: bisognava però capire in che modo poter unire i globi luminosi al terreno.

    Elettro.

    Sussurrò piano, pensierosa, mano a mano che le parole del Professor Walker catturavano le sue attenzioni.
    Si trattava forse di una pista errata, ma a pensarci bene quella scelta non poteva essere più azzeccata.

    Il fulmine è la perfetta unione fra tuono e luce.
    Inseparabili.


    Constatò ad alta voce, sovrappensiero.
    Sentì il cuore un po’ più leggero quando comprese di trovarsi, forse, un passo più vicino alla soluzione, e dunque alla protezione dei ragazzi dai libri inferociti.

    Che sia.
    Proceda, Professor Walker.


    Mikal aspettò quindi che Caleb operasse per primo, preparandosi poi a scagliare sul pavimento, proprio sotto il globo di luce centrale, l’incantesimo maestro della sua Casata.
    Non sapevano se la loro intuizione fosse corretta, ma fare più tentativi poteva essere la scelta più furba e azzeccata: erano pur sempre della Tempesta. Qualcosa le diceva che se uno di quei tentativi fosse stato corretto, l’avrebbero capito.
    Non appena Mikal udì il Professor Walker pronunciare il suo incantesimo, si concentrò per eseguirlo a sua volta.

    Signor Greenwood, si tenga pronto.

    In quell’istante, Mikal tentò di dimenticare, per quanto difficile fosse, la criticità del momento. Nella sua mente non c’era altro che il simbolo per eccellenza della sua Casata, la mano che si muoveva con celerità a formare una saetta nell’aria.

    Elettro.

    Mikal lancia Elettro sul pavimento, esattamente sotto il globo luminoso centrale. Notare che lo esegue solamente dopo la prova del Professor Walker, quindi non in contemporanea.
    Cap Magiche 47 (45 o 46 all’inizio dell’avventura, non ricordo)
    Riflessi: 14/17
    Astronomia I-II, Incantesimi I-II, Aritmanzia I-II, Magia Bianca I-II, Mente su Corpo.
     
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  4. Taddeus Greenwood
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    Per qualche assurda ragione i professori a capo di quella spedizione aveva deciso di seguire una vecchietta che si era presentata a loro in maniera totalmente improvvisa. Vennero condotti verso la periferia, in un edificio dall'aspetto non proprio curato, con un vialetto anch'esso trasandato. Essere costretto a percorrere della strada in più non era qualcosa di piacevole, soprattutto per un anziano signore costretto a muoversi facendo affidamento al suo bastone da passeggio. L'ingresso era stato murato, ma alcuni ragazzini si erano subito messi all'opera per individuare quella che era l'entrata secondaria. Spinti da una frenesia distruttiva alcuni di questi, senza troppe remore, liberarono il passaggio per quell'ingresso e ciò che vi trovarono al suo interno fu qualcosa di totalmente inaspettato. Nell'aria era respirabile l'odore della magia. L'interno era estremamente decorato e gli scaffali erano ricolmi di innumerevoli libri. Sarebbe stato molto bello scoprire che quelli erano tomi di magia e, tra questi, trovarci manoscritti inerenti alla sua disciplina. Erano i luoghi come quelli che nascondevano i segreti più profondi. Se mai avesse avuto l'occasione vi avrebbe fatto ritorno per trascorrere giorni e giorni ad esaminare tutte quelle parole scritte.
    L'attenzione di tutti venne immediatamente attirata dall'arrivo di un fantasma decisamente basso, poteva benissimo essere un mezzo-goblin o qualcosa di simile. Ascoltò le sue parole cariche di potenza e maestosità, rimanendo nel mentre rapito dal soffitto incantato che riproduceva una debole tempesta. Molti elementi stavano combaciando con la descrizione del luogo in cui era custodito il segreto narrato nel libro, sicuramente quello era il posto giusto e la donna di prima che li aveva condotti lì doveva in qualche modo essere a conoscenza di tutta la vicenda.
    Non fecero in tempo a proseguire che un gruppo di studenti iniziò a urlare e a scappare via da quelli che sembravano libri animati in grado di lanciare fuoco e fulmini dalle loro pagine. La professoressa Levischmiedt immediatamente eresse una potente barriera che racchiuse quasi tutti, ma una specie di interferenza scuoté l'animo di Taddeus. Era come se quell'incantesimo fosse stato la scelta sbagliata e non dovesse essere evocato all'interno di quella stanza. Non poter evocare incantesimi scudo sarebbe stata una bella seccatura. Alcuni studenti stavano già pensando per conto loro a proteggersi in maniera abbastanza efficace da quei nemici. Gli adulti invece avrebbero dovuto cercare un modo per sbloccare la situazione e aprire la porta al momento sigillata. I professori elaborarono alcune teorie e Taddeus non poteva fare altro che seguire le loro indicazioni. Erano molto più eruditi di lui, tranne che nel campo dell'alchimia, ed era sicuramente saggio ascoltare i loro consigli.

    Tenterò.

    Sperava che la sua poca praticità con la magia non risultasse deleteria nei confronti di tutti. Affidandosi al suo bastone si mosse verso la roccia su cui era inciso uno strano disegno pieno di forme. Il custode estrasse la bacchetta da una tasca interna della giacca e cerò di concentrarsi per quegli istanti necessari ad accumulare le dovute energie.

    Elettro.

    Non aveva ben capito che cosa quella magia avrebbe dovuto causare, ma assecondo volentieri le idee dei professori nel desiderio di sfuggire da quell'inferno di libri.
    Saggezza:35
    Capacità Magiche:33
    Manualità:34
    Riflessi:Agilità: 09- Prontezza: 15
    Sensibilità:30
    Carisma:28
    Prestanza:35

    HP:70
    Popolarità:09
    Reputazione:12

    Talenti:
    Alchimia I
    Astronomia Avanzata I
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    Per un pelo.

    Con il suo incantesimo Coral era riuscita a stanare uno dei libri inferociti diretti a gran velocità verso di loro, sospirando di sollievo. Ma il sollievo sembrava non voler durare chissà quanto, dato che sparì nel tempo di un insulto a caso alla Dixon.
    I tomi malvagi sembravano proprio non voler dare pace ai poveri studenti, ma a quel punto Coral più che sentirsi impaurita era davvero… scocciata. Certo, l’idea di ricevere un colpo in testa da uno di quei cosi non era esattamente piacevole, ma dovere correre come una forsennata non faceva per lei e il suo fiato corto.
    Dovevano raggiungere la porta, e anche in fretta: peccato che quella sembrasse non volerne sapere di aprirsi.
    Perché nel loro mondo doveva essere tutto così dannatamente complicato?
    Non poteva bastare un semplice alohomora per sbloccare la serratura? Una chiave vera?
    Un calcio in stile Chuck Norris?
    La risposta era più che evidente, e mentre c’era chi cercava di risolvere l’arcano mistero loro erano costretti a difendersi dall’ira funesta delle pagine di quei libri.

    E noi che passiamo le ore a studiarvi!
    Ingrati!


    Gridò verso nessuno in particolare, semplicemente sopraffatta dalla rabbia del momento.
    Si guardò intorno con velocità, cercando subito di capire il punto della situazione: il velo magico protettivo evocato da non sapeva quale dei professori era improvvisamente sparito, lasciando la porta in fondo al corridoio l’unica meta sensata da raggiungere.

    Dobbiamo andare alla porta! Sbrighiamoci!

    Urlò Coral ad un gruppetto di studenti più piccoli vicino a loro, spronandoli a dare del loro meglio perché potessero salvarsi dalla furia dei libri volanti.
    Li sospinse in avanti, voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi di non essere puntata da nessuno di quelli, felice di avere Eliza al suo fianco: insieme potevano essere una forza, come tante altre occasioni di quel genere avevano dimostrato.
    Così impugnò nuovamente la bacchetta di castagno, pronta a dare ad un altro tomo la fine che meritava, per loro e per la Casata giallo-viola. Si mosse con la stessa sicurezza mostrata in precedenza, pronunciando per la seconda volta il nome dell’incantesimo di alleggerimento mentre una spirale oraria prendeva forma nell’aria.

    Exhaurio!

    Coral si trova insieme ad Eliza, ma prova ad avviarsi verso la porta – sperando che Eliza la segua.
    E’ il mio secondo post del turno.
    Cap Magiche: 21
    Riflessi: 11-11
     
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    Fu tutto così veloce che Eleanor rimase imbambolata. Impossibilitata a reagire con prontezza a tutti gli stimoli che le arrivavano, aveva ancora le mani alzate contro quei libri che aveva fatto allontanare mandandoli però chissà dove. Nella biblioteca si era alzato un frastuono insopportabile. Le urla si erano sommate agli schianti, ai fulmini e alle saette. Tutti quei rumori rimbombavano tra le alte e -normalmente- silenziose mura della biblioteca.

    Mannaggia a Zara!

    Imprecò portandosi le mani alle orecchie. Quel baccano le stava facendo scoppiare la testa. Visibilmente stordita, si posò le dita sulle tempie pulsanti cercando di rilassarsi.

    Si può avere un po' di silenzio? Qui c'è gente sensibile...

    Irritata da quella situazione e scampata all'attacco più imminente, si guardò intorno alla ricerca di un posto che potesse darle riparo. Gli occhi cercarono gli adulti notandoli impegnati a lanciare sfere elettriche in giro per la stanza.

    Ma sono impazziti?

    Eleanor non capiva e non aveva nessuna intenzione di capire, voleva solo andarsene da lì prima che qualche mostro le si impigliasse tra i capelli. Notò allora un gruppo di studenti poco distanti intenti a imboccare un corridoio. Tra questi c'era l'odiosa pel di carota con quella sua aria da saccente megera. La Hastings la sentì urlare qualcosa su una porta. Le orecchie le si drizzarono e gli occhi le si sbarrarono. Avevano trovato una via di uscita. Doveva assolutamente raggiungerli. Rapida -per quanto potesse esserlo nelle sue condizioni- seguì le indicazioni di VomitAllen, imboccando il corridoio e scorgendo la porta.

    Dannazione.

    Constatò con disappunto che in quel corridoio i libri sembravano più imbizzarriti che mai, forse a causa del poco spazio o perché non volevano che fuggissero. A peggiore la situazione c'erano poi i libri infuocati che, spuntati da chissà dove, volteggiavano a mezz'aria rischiando di dar fuoco a tutto l'edificio, o peggio: ai suoi capelli. Immediatamente si portò le mani alla testa e si abbassò, cercando di tenersi fuori tiro.

    Devo fare qualcosa.

    Avrebbe potuto usare qualcuno come scudo umano, ma era circondata da mocciosi bassi e inutili.
    Nessuno sembrava sapere cosa fare e questa cosa era irritante. Almeno lei aveva la scusa di essere ubriaca, gli altri che scusa avevano?

    Dove sono i cervelloni quando servono?

    Incerta su come agire, si guardò attorno e notò che il RagazzoScimmia Branson aveva provato a lanciare l'incantesimo glaciale.

    Potrebbe funzionare...

    Anzi doveva funzionare, perché non aveva voglia, né intenzione, di escogitare qualcosa di più ingegnoso. Così alzò la bacchetta e la puntò verso il corridoio in direzione dei libri indemoniati. Disegnò un fiocco di neve con la punta della sua bacchetta e si espresse.

    Glacius Maxima!

    Se fosse stata fortunata sarebbe riuscita a spegnere i libri infuocati e magari anche a congelare per sempre il resto dello stormo. L'obiettivo era raggiungere la porta, possibilimente con la messa in piega al suo posto.


    Eleanor raggiunge il gruppo di Coral, Finn, Eliza, Arienne e Artemis, imboccando il corridoio per raggiungere la porta.
    Prende spunto da Branson e lo aiuta lanciando l'Incantesimo Glaciale Potenziato (appreso nel V anno).

     
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    La lotta contro i libri incantati e ribelli si stava rivelando impegnativa come poche prove alle quali erano stati abituati gli studenti: i più grandi, o almeno molti di loro, si erano prodigati per proteggere i più piccoli nella corsa forsennata alla porta indicata dal fantasma.
    Così i Protego di Narcissa, Anita e Artemis misero temporaneamente in salvo Jamie - il cui Flipendo respinse un paio di libri -, Leolinus e Arianne. Finn, Coral, Eliza ed Eleanor, invece, dovettero vedersela da soli: il Glacius del ragazzo riuscì a respingere l'attacco di due libri infuocati pronti a colpirlo, l'Exahurio di Coral alleggerì il pesante tomo sul punto di piombargli addosso (e un fruscio improvviso lo portò via con sé), lo Scintillas Edo di Eliza scaraventò indietro quello che minacciava lei, mentre il potente Glacius Maxima di Eleanor allontanò un gran numero di libri, scaraventandoli contro il Protego Maxima di Mikal e tenendoli bloccati. Grazie a una prontezza di reazione migliore degli altri, Coral, Jamie (con l'aiuto di Narcissa) ed Eleanor avevano ormai raggiunto la porta che però era ancora chiusa.
    I docenti, attardati al centro della sala, erano all'opera nel tentativo di decifrare le indicazioni del fantasma. E se Dan aveva tentato difese originali ma molto costose - la libreria, pesante, si spostava molto lentamente e lo costringeva a un costante contatto visivo per poter essere utilizzata come scudo - Mikal, Caleb e Taddeus avevano finalmente intrapreso una giusta strada. Dei tre Elettro, tuttavia, solo quello evocato da Caleb sembrò scatenare una reazione: il globo luminoso colpito sembrò agitarsi e vibrare, divenendo sensibilmente più luminoso. Né il pavimento stimolato da Mikal, né la roccia puntata da Taddeus reagirono all'incantesimo: sembrava evidente quale fosse, ora, la strada da seguire.
    Il fantasma, alle loro spalle, osservava soddisfatto ma il tempo stringeva e anche i libri allontanati non sembravano placati del tutto: già si levavano nuovamente dal suolo e riprendevano ad accanirsi su chiunque tentasse di raggiungere il corridoio.



    Coral, Jamie e Eleanor hanno raggiunto la porta e sono riparati per altri 3 post dal potente vento gelido di Eleanor [capacità >20, <35]. Gli altri hanno bisogno di un ulteriore post (in cui difendersi) per raggiungere la porta. Dan, per mantenere la libreria-scudo, non può effettuare altri incantesimi ma postare di sostenere il Locomotor, oppure può rinunciarvi. Caleb è riuscito ad illuminare un globo: sono sufficienti altre 54 Capacità Magiche per sbloccare la serratura [Caleb: 46], ma dovrà sostenere la sua magia per non farla svanire.
    Tutte le altre posizioni sono invariate rispetto al post precedente del Tessitore.

    //OFF: ragionate più come i vostri PG e non come giocatori che si aspettano una determinata prova e un certo tipo di soluzione. Le vie più semplici non si nascondono ma sono ben tracciate nei post, che rappresentano gli scenari davanti agli occhi dei vostri personaggi: intraprendetele senza paura.


    Edited by Andrew E. Laeddis - 17/8/2017, 13:05
     
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    Non bastò che una rapida occhiata per accorgersi di quale dei tre tentativi di Elettro era andato davvero a segno.
    Mikal percepì un brivido attraversarle la pelle, conscia del fatto che finalmente ci erano riusciti, finalmente avrebbero portato i ragazzi al riparo dai libri volanti. Cosa li avrebbe aspettati oltre la porta non era ancora dato saperlo, ma l’avrebbero capito a piccoli passi.
    Al momento era quello l’ostacolo da superare, e su quello si sarebbero concentrati.

    Ottimo lavoro, Professor Walker!
    Tenga duro, la raggiungerò presto.


    Urlò in direzione del collega, con il pollice in aria in segno di approvazione e un timido sorriso stampato sul volto.
    La luce del globo era aumentata drasticamente nel momento in cui era stato colpito dall’Elettro, ma la porta non si era aperta ancora, il che poteva significare solo una cosa: non avevano fatto abbastanza.
    Serviva molta più energia magica perché la serratura scattasse. Ma non sapevano quanto tempo avrebbero avuto a disposizione, una volta riusciti nell’impresa: prepararsi a correre sarebbe stata l’unica soluzione sensata, ma i ragazzi andavano avvertiti.

    Sonorus.

    Aveva dunque portato il catalizzatore alla gola, così da rendere la propria voce udibile all’interno di tutta la biblioteca, e quindi alla portata di ognuno dei presenti.

    Ragazzi, abbiamo trovato la soluzione!
    Preparatevi ad attraversare la porta fra qualche istante con celerità, facendo comunque attenzione a non farvi male.
    Professor Cooper, vada in testa alla fila e attraversi per primo la porta: non sapremo cosa ci aspetterà ma sarà meglio avere un adulto alla guida.
    Noi vi raggiungeremo al più presto.


    A quel punto cercò lo sguardo del collega di trasfigurazione e del Custode; probabilmente avrebbero dovuto colpire tutti e tre i globi luminosi per far si che la chiave si attivasse, di conseguenza sarebbe stato indispensabile fare lavoro di squadra.
    Si posizionò dunque sotto un altro dei globi, quello centrale, lasciando al Signor Greenwood l’ultimo esterno da elettrizzare: il momento della vera azione era ormai arrivato.
    Sospirando a fondo, chiuse gli occhi nel tentativo di visualizzare davanti ai propri occhi una saetta. Percorse quell’immagine con un movimento leggero del catalizzatore, sperando di vedere la magia attraversare il globo luminoso e materializzarsi dinanzi a loro.
    Aprì gli occhi.

    Stauròs tetra.
    Elettro!


    Mi è stato detto che potevo provare ad utilizzare Sonorus insieme all’altro incantesimo non autoconclusivo.

    Cap Magiche 45/46 all’inizio dell’avventura, non ricordo.
    Riflessi: 14/17

    Astronomia I-II, Aritmanzia I-II, Incantesimi I-II, Magia Bianca I-II, Mente su Corpo.

    Mikal si trova sotto il globo centrale, quello più piccolo.
     
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    Mentre il gruppo di studenti mosse i primi passi, il piccolo Vincent non si chiese nemmeno perché la professoressa avesse deciso di seguire la donna che poco prima si era avvicinata, nemmeno ci aveva fatto caso perché nonostante fosse in compagnia di persone come lui, che facevano parte del mondo magico, il fatto di doversi comportare come un "babbano" faceva riaffiorare alla mente ricordi di un passato nemmeno troppo lontano ma che in qualche modo aveva, e stava, provando a dimenticare.
    I babbani non erano cattivi, e non c'era motivo di odiarli perché lui lo era per una metà e suo padre, lui prima di conoscere Beth non pensava nemmeno che potesse esistere quella faccia della moneta ma nel momento in cui lo venne a sapere: non scappò e non reagì negativamente perché la donna di cui si era innamorato veniva proprio da lì e non era sicuramente sotto l'effetto un incantesimo anche se non aveva alcuna prova concreta per poter rendere "vera" quella sua tesi perché era un sentimento che veniva veramente dal cuore, il quale, per una volta andava in perfetta sincronia con la testa. Le persone però molto diverse, lui con suo padre e sua madre stava benissimo, loro facevano di tutto pur di vederlo felice, lo rimproveravano se faceva qualcosa di sbagliato e, purtroppo, non gli davano ciò che non potevano permettersi, spesso per questioni più importanti e "da grandi" altre volte semplicemente perché non era loro intenzione viziarlo...oltre la porta di casa però, tutti i colori, la luce e i suoni svanivano come sabbia tra le dita cedendo il loro posto ad oscurità e isolamento, quello era il mondo dove le uniche risate che le sue orecchie percepivano erano quelle dei bambini che lo spintonavano da una parte all'altra, ferendolo e costringendolo a sopportare un dolore più forte di quello fisico che lo portò ad isolarsi dagli altri, a non parlare...auto-convincendosi del fatto che tutto quello fosse normale e che andava tutto bene.

    Con lo sguardo malinconico, che non si adattava in nessun modo al suo viso, fisso sulla strada davanti a lui coperta leggermente da uno studente più grande di lui che lo aveva superato, il bambino inizialmente non si accorse nemmeno del cambio di Location avvenuto, infatti alzò il suo sguardo verso l'alto solo dopo aver sbattuto contro la persona che aveva davanti: forse stava sognando ma nel vedere il soffitto incantato, gli angoli della bocca si alzarono; erano riusciti ad arrivare in un luogo colmo di magia dove ci si trovava persino un fantasma, proprio come ad Amestris.

    Questo posto è qualcosa di...incredibile...ma quelli?

    Accadde tutto molto velocemente, o almeno lui non riuscì bene a capire cosa fosse esattamente successo fino a che, finalmente, non capì la pericolosità della situazione: i libri stavano attaccando.
    Le sue gambe iniziarono a muoversi in automatico, mosse dal poco spirito di sopravvivenza che aveva, e il panico cominciò presto a salire accelerando i battiti del cuore e affaticando la respirazione il tutto mentre cercava qualche punto dove potersi mettere al sicuro, poiché in una condizione del genere sarebbe stato impossibile per lui lanciare qualsiasi incantesimo senza evitare di fare del male a qualcuno, un po' come avvenne durante la lezione contro i Marciotti, aveva tentato di fare qualcosa ma era riuscito solo a peggiorare la situazione dato che gli altri, proprio come lui, erano rimasti vittime della paura...anche se in quella situazione era dei libri, e non marciotti.
    Durante la corsa ad un certo punto si sentì afferrare, per qualche secondo pensò che qualche libro lo avesse agganciato e presto anche trascinato via, pertanto aveva anche provato a dimenarsi per poter sfuggire alla presa, senza ovviamente riuscirci, ma in compenso capì che non fu un libro ad afferrarlo, bensì Anita, una dei prefetti della sua casa, aveva tentato di proteggerlo dall'arrivo di alcuni libri, fortunatamente riuscì a farcela.
    Senza pensarci due volte il bambino fece quello che lei disse: si protesse la testa con le mani, nascondendosi dietro la sua schiena cercando di riprendere fiato, nel caso successivamente si fossero diretti subito verso l'uscita.



     
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    Ha funzionato.

    La scossa partita dalla bacchetta di ciliegio scaraventò il libro lontano dando così la possibilità ad Eliza di tirare un sospiro di sollievo.
    Dovevano a tutti i costi riuscire ad aprire la porta prima di diventare cibo per libri, ma quella non sembrava in alcun modo intenzionata ad aprirsi; doveva però esistere un qualche incantesimo o una formula magica che potesse fare al caso loro.

    Apriti sesamo.

    Aveva sentito quelle parole in uno sceneggiato televisivo che aveva visto qualche tempo prima ed erano la chiave per poter entrare in una caverna piena di tesori e pietre preziose, ma con poca sorpresa non si rivelarono in grado si aprire la porta di quella strana biblioteca.
    Eliza si voltò un secondo indietro per controllare a che punto fossero gli adulti e se in qualche modo loro studenti potessero essere d'aiuto, ma le parole dell'amica la riportarono alla realtà: l'unica cosa che potevano fare era correre alla porta e non essere d'intralcio.
    Si apprestò a seguire l'amica che già stava correndo verso i battenti, quando un libro infuocato le si parò davanti bloccandole la strada.
    L'istinto di sopravvivenza la portò a fare un passo indietro e così a perdere la possibilità di rimanere unità a Coral; doveva cavarsela da sola e anche alla svelta.

    Pensa Eliza, pensa.

    Avrebbe potuto ripetere l'incantesimo usato in precedenza, ma in questo caso c'erano anche le fiamme in aggiunta al tomo impazzito e forse la scossa elettrica non sarebbe stata sufficiente: doveva raffreddare gli animi.

    Glacius!

    Descrisse il cerchio antiorario con la bacchetta sperando che l'incantesimo della casata avversaria potesse fare al caso suo.
     
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  11. Taddeus Greenwood
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    Dalla bacchetta dell'anziano custode venne emessa una sfera elettrificata che andò a infrangersi contro la superficie rocciosa di cui era composta quella lastra. Fortunatamente la scarica elettrica si disperse sulla lastra senza scalfire la sua immagine oppure facendola rimbalzare contro chi la aveva appena lanciata. Qualunque fosse stato l'esito, la sua azione non aveva apparentemente causato nulla di utile alla prosecuzione della scolaresca in quell'avventura. Si girò verso i professori impegnati nel centro notando che uno dei tre globi luminosi si stava comportando in maniera diversa dagli altri. Molto probabilmente era stato l'incantesimo lanciato dalla Levischmiedt o da Walker ad attivarla in quel senso. A tal proposito si riavvicinò a loro, visto che la soluzione all'enigma sembrava essere stata individuata.

    Quindi bisogna colpire questi tre globi?

    Chiese conferma prima di agire perché non avrebbe di certo voluto scatenare una qualche esplosione devastante che avrebbe colpito tutti i presenti in quella sala. Non si sentiva mai pienamente a suo agio con una bacchetta tra le dita, preferiva maneggiare alambicchi, provette, mestoli e quant'altro, ma la magia in senso canonico non aveva mai fatto per lui, lo dimostravano i pessimi voti che aveva conseguito anni e anni prima durante la scuola e comunque, tutti quegli anni di vita vissuta non avevano che portato solamente a un minimo perfezionamento. Afferrò nuovamente la bacchetta tra le mani e con fare saldo e deciso la mosse per fendere l'aria e disegnare il simbolo di una saetta.

    Elettro!

    Vide che la professoressa Levischmiedt stava eseguendo la sua stessa procedura, questo avrebbe voluto dire che di lì a poco, se tutto fosse andato nel verso giusto, la porta si sarebbe sbloccata e avrebbero potuto proseguire alla ricerca di quel segreto che aveva coinvolto persino il custode dell'accademia. Nei mesi precedenti a quel giorno si era chiesto più e più volte che cosa avrebbero trovato alla fine di quell'avventura. Si sarebbe trattato di un qualche oggetto magico dalla straordinaria potenza oppure sarebbe stato un inutile fiasco?
     
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    Fato

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    Il buon esito della prova del professor Walker aveva illuminato anche i suoi colleghi: chiara ormai quale fosse la soluzione, anche Mikal e Taddeus puntarono i due globi restanti e vi scagliarono contro i loro Elettro. L'incantesimo elettrico fece risplendere le sfere di nuova luce e una scossa continua e vibrante le unì a due a due. Il fantasma che aveva accolto la casata nella sala si esaltò e prese a battere le mani, fluttuando sul posto.
    Un rumore sordo annunciò lo scatto di una serratura: la porta in fondo al corridoio, cigolando pesante, cominciò lentamente ad aprirsi davanti agli studenti che già avevano raggiunto il fondo difendendosi dall'attacco dei libri incantati. A loro si era unita Eliza, difesasi con un buon Glacius dall'attacco di un tomo agguerrito. Anche Leolinus si era avvicinato, ma non abbastanza: solo il Protego di Anita lo aveva messo al riparo dagli attacchi ma non avrebbe potuto raggiungere la porta senza vedersela anche da solo.


    Resistete! Non c'è molto tempo!

    Fu l'ultima indicazione del fantasma: la magia che legava i globi sembrava poter cedere da un momento all'altro.



    Coral, Jamie, Eleanor ed Eliza possono attraversare la porta e passare al turno successivo.
    Narcissa, Anita, Artemis, Leolinus, Arianne e Finn devono fare ancora un post per raggiungere la porta.
     
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  13. Dan B. Cooper
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    Dan aveva spostato la libreria quel tanto che bastava per portarsi vicino alla collega e proteggere entrambi, poi l'aveva rilasciata a difesa perenne, senza impegnare tutte le energie che aveva. Anzi, con lo sguardo che teneva d'occhio l'area circostante, aveva atteso il confronto con i colleghi con la bacchetta sfoderata per una nuova azione, senza perdere ulteriore tempo.
    Nel guardarsi attorno, aveva anche notato come i ragazzi avessero reagito prontamente al pericolo e la maggior parte si fosse già diretta verso la porta per fuggire da quella prima stanza maledetta.
    Il vero problema era cosa li attendeva nelle successive.

    Li guiderò io.

    Le indicazioni di Mikal gli giunsero limpide alle orecchie e l'uomo non se le fece ripetere due volte. Non appena gli altri professori capirono come agire, Dan si mosse in direzione dei ragazzi, così da varcare insieme la soglia che era appena stata rivelata.
    Con passo celere ma senza correre, ché non c'era bisogno di sprecare tutto il fiato in un colpo solo, l'anziano criminale percorse il corridoio, difendendosi dai libri che ancora svolazzavano con qualche Ventus ben assestato. Le forti correnti d'aria si sarebbero infrante sui tomi deviandone la traiettoria o avrebbero spento le pagine in fiamme soffocando gli incendi sul nascere.

    Presto, da questa parte!

    Ogni qualvolta trovava un ragazzino in difficoltà nelle vicinanze, lo agguantava e lo trascinava con sé, incitando quelli che rimanevano indietro ad imitarlo. Non poteva aiutarli tutti, purtroppo, perché il gruppo era piuttosto numeroso e, se si soffermava troppo lungo la via, i ragazzi già alla porta avrebbero dovuto affrontare eventuali pericoli da soli.
    Non era saggia la mancanza di un adulto, tanto più che non era certo che gli altri professori riuscissero a raggiungerli per tempo una volta rilasciato l'incanto.

    Forza miei cari, andiamo!
    Occhi aperti e vigili.


    Una volta raggiunti, si pose alla testa del gruppo e con la bacchetta puntata di fronte a sè mosse i primi passi verso l'ignoto.
     
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    Quando Finn vide le fiamme spegnerglisi davanti, sentì salirgli in petto un sospiro di trionfo e sollievo, che lì morì prima che potesse lasciare le labbra, perché lo scattò repentino del capo per schivare il dorso di un tomo impazzito glielo fece ingoiare. Tornò ad alzare la bacchetta mentre le gambe scattavano in avanti, nel tentativo di spingerlo verso il fondo del corridoio che alcuni dei suoi compagni erano stati più veloci di lui a raggiungere; mentre tutt'intorno risuonavano imperterriti i fruscii, i lampi e gli schiocchi degli incantesimi.
    E i brividi di freddo.
    Distolse lo sguardo dalla porta per voltarlo alla sua destra quando un sbuffo gelido gli scivolò fra i capelli, e rimase per un attimo attonito davanti alla figura di Eleanor che respingeva - con un colpo molto più efficace ed elegante del suo - un gran numero di libri.
    Non riuscì a trattenersi dall'alzare un sopracciglio.

    Accidenti.

    Era più che altro il fatto che quell'inattesa dimostrazione di prontezza magica venisse da Eleanor a stupirlo, perché di lei Finn aveva un'idea piuttosto diversa, e mai avrebbe immaginato di poterla vedere anche sotto quell'ottica. Ma probabilmente non era quello il momento per perdersi in certi pensieri, così tornò a stringere i denti e a rimettersi in movimento verso la porta, sebbene lo sciame di tomi lo costringesse a balzare di lato più spesso di quanto non riuscisse a procedere in avanti.
    E quando un rumore basso e secco, così diverso dai suoni che avevano riempito l'aria fino a quel momento, riempì la sala, gli ci volle qualche secondo per capire che era la porta che si stava finalmente aprendo, subito seguita dalla voce magicamente irrobustita della Prof Levi, che s'insinuò leggera a cercare di riportare l'ordine là dove fino a quel momento sembrava esserci stato soltanto caos.

    Exhaurio!

    Urlò, mentre il polso ruotava rapido in direzione dell'ennesimo tomo sempre più vicino, prendendo in prestito la tattica di qualcun altro al posto della sua, ché con troppi Glacius avrebbero rischiato di congelarsi prima loro dei libri che volevano bloccare.
    E se fosse riuscito a schivare quello si sarebbe poi lanciato verso la soglia, dietro alla sagoma del professore di Babbanologia, sperando di lasciarsi la biblioteca impazzita finalmente alle spalle.
     
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    Era la prima volta che Artemis sentiva di poter seriamente odiare dei libri e la cosa non gli piaceva affatto. Chi poteva aver fatto qualcosa del genere ad una povera biblioteca, riducendola ad un cumulo di carta aggressiva e assassina?
    L’irritazione che sentiva sottopelle cresceva di secondo in secondo, anche perché c’era gente che strillava incantesimi in ogni dove e se c’era una cosa che lui non sopportava – be’, in realtà le cose che non sopportava erano davvero tante, ma questi sono dettagli – era il rumore troppo forte.

    Se non la finite di urlare come oche giulive in calore, giuro che vi silenzio tutti.

    Minaccio in generale, seppur non a voce alta – era una persona coerente lui… ogni tanto -, quindi le sue parole si dispersero nel vuoto, probabilmente non udite da chi gli stava accanto.
    Poi, giusto per rincarare la dose, la Levischmiedt aveva avuto la brillante idea di sovrastare tutto con un sonorus e ad Artemis non restò che tapparsi le orecchie per evitare di farsi partire un neurone e mettersi davvero a silenziare la gente.
    Aveva capito poco nulla di quanto aveva detto l’insegnante, proprio perché aveva fatto tutto il possibile per non sentire, tuttavia non gli sembrò troppo complicato intuire le istruzioni: I Globi luminosi avevano avuto una reazione, la porta non era più chiusa e tutti si stavano catapultando verso di essa con la forza di dieci mandrie impazzite – viva le esagerazioni.
    Certo, c’era la possibilità che la Levi avesse detto qualcosa di specifico a lui, Anita e Narcissa, qualcosa tipo non far sfracellare a terra i marmocchi, ma sinceramente al momento la questione non lo preoccupava: avrebbe tenuto d’occhio per quanto possibile le altre due e se ci fosse stato qualche intoppo le avrebbe imitate.
    Guardò con astio i libri impazziti. Era abbastanza sicuro che se si fosse voltato per dirigersi verso la porta, qualcuno di quei tomi-killer come minimo lo avrebbe colpito alla testa… e se doveva proprio essere sicuro non gli piacevo troppo nemmeno l’ipotesi di imbottigliarsi in quella fiumana impazzita di studenti.
    L’illuminazione gli arrivò fulminea, quindi si fece leggermente da parte: avrebbe aspettato che la maggior parte degli studenti fosse passata. Questo gli avrebbe anche fatto fare la figura del prefetto che si preoccupava di controllare che nessuno rimanesse indietro, quindi avrebbe unito l’utile al dilettevole.
    Dopo qualche istante, quando la “folla” si fu più o meno smaltita, tracciò davanti a sé una spirale in senso orario: se a qualche libro fosse davvero venuta la grandiosa idea di colpirlo alle spalle una volta in procinto di raggiungere la porta, almeno ci sarebbero state più possibilità che fosse qualcosa di “leggero”.

    Exhaurio.

    Pronunciò, per poi voltarsi e affrettarsi in direzione della porta. Non aveva nemmeno controllato se l’incantesimo avesse avuto effetto, ma arrivati a quel punto, ormai, tanto valeva darsela a gambe e basta, soprattutto perché per lui “darsela a gambe” poteva essere un’operazione abbastanza lunga.

    Hey… ma stiamo effettivamente usando la magia fuori dall’accademia, non è che adesso verremo tutti espulsi? Dopo il culo che mi sono fatto per i G.U.F.O., col cazzo che mi possono espellere perché mi sono difeso da dei libri psicopatici!

    Pensò all’improvviso, non prendendo nemmeno in considerazione l’ipotesi che effettivamente ci sarebbero dovute essere cose più importanti a cui pensare.
     
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75 replies since 2/8/2017, 19:30   1580 views
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