Avventura della Tempesta - I Parte

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    Coral!

    Esclamò, con il tono più entusiasta che riuscì ad assemblare, dato il vago senso di nausea che ancora gli sciabordava addosso, e sorvolando senza badarci troppo sulla battuta successiva, cosa che aveva imparato a fare piuttosto bene, a furia di stare con l’amica.

    Bon è colpa moa se avete dei mezzi di trasporto terrobili.

    Borbottò, biascicando un po’ perché nel frattempo si era abbondantemente servito delle mentine che gli erano state offerte e che gli stavano inondando la bocca d'un frescore muschiato. Prima che potesse anche solo pensare di inghiottirle, però, Coral estrasse uno strano aggeggio e si tuffo in una serie di istruzioni che lui non capì del tutto; non dovette neanche sforzarsi per sorridere: l’energia genuina e interminabile di Coral gli era mancata davvero e persino in quella situazione riusciva a divertirlo, ma piegare le labbra in un'espressione decente era un'impresa piuttosto ardua, con la bocca piena.

    È tipo una magifoto?

    Domandò, allungando il collo nel tentativo di studiare il funzionamento di quello strano aggeggio. Era sorprendente come il mondo babbano, così inconsapevolmente vicino a quello magico, fosse anche così profondamente diverso.

    In che senso vuoi applicare un filtro? Non pensavo ti piacesse così tanto Pozioni…

    Non era la prima volta che faticava a seguire Coral quando questa si lanciava in uno dei suoi discorsi che contenevano un sacco di espressioni che in quel contesto per lui non avevano alcun senso, ma quel giorno si stava superando.

    Aspetta, intendi uno stato tutto tuo? E in che continente si trova Facebook?

    Non aveva ben compreso come una “frase poetica” potesse c’entrare con il tutto, però era innegabile che lui non fosse affatto un asso in geografia, perciò poteva essere anche colpa sua.
    Scrollando le spalle e rivolgendo un’espressione accigliata all’amica, spostò poi lo sguardo sul resto del gruppo, che nel complesso rimaneva immobile, sebbene studenti e professori si spostassero a salutarsi e a parlottare tra di loro, come un gruppo d’alghe sul fondo del mare.

    Ma perché siamo fermi?

    Domandò, alzando le braccia e attorcigliandole attorno alla vita, mentre un nuovo spiffero infilatosi sotto la divisa lo faceva rabbrividire.
    Nonostante fosse piena estate, il ciel in lontananza sembra farsi di minuto in minuto più scuro: sì, stava davvero per arrivare una tempesta.
     
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    Quasi.
    Pensala come ad una magifoto in cui i soggetti ritratti hanno subito un Petrificus Totalum


    Provò a spiegare Coral, avvicinandosi a Finn e poggiando senza troppa delicatezza il gomito sulla sua spalla.
    A quel punto portò lo sguardo di fronte a sé, formando con la mano sinistra un arcobaleno nell’aria a mo’ di introduzione.

    Preparati Finnolo, perché sto per aprirti la mente.

    Tossicchiò, allora, ponendosi di fronte a lui e portando davanti al suo sguardo il cellulare con il quale poco prima avevano scattato la foto.
    Parlò con tono di voce non troppo alto, di modo che nessun orecchio babbano indiscreto potesse sentirli. Avrebbe sfruttato il fraintendimento di Finn per cercare di spiegare la questione con metafore e similitudini ben precise.

    Facebook si trova nel continente dei Social Network, che probabilmente non conoscerai, ma ti assicuro che è vasto, vastissimo, e puoi trovarci di tutto.
    E Facebook è decisamente lo stato Leader.
    Un luogo oscuro e pieno di terrori.


    L’espressione improvvisamente seria e drammatica del volto della ragazzina della Tempesta avrebbe dovuto far comprendere a Finn che non scherzava affatto.
    Abbassò dunque il braccio, avvicinandosi maggiormente a lui per continuare con la sua spiegazione. Cominciò quindi ad elencare una serie di punti, tenendo il conto passo passo con le dita della mano.

    Persone sconosciute entrano in contatto con te tramite queste scatolette, spesso senza mai averti visto prima. Da questo contatto, possono nascere rapporti di vario genere:
    - Superficiale;
    - Amicizia: spesso durano, ma ancora più spesso finiscono spiaccicate sotto chili di odio virtuale reciproco;
    - Più di un'amicizia: solitamente la prima conversazione fra i due comincia con un "ciao" e finisce con un "vaffanbip", se capisci cosa intendo.


    Coral fortunatamente non si era mai trovata ad avere a che fare con nessuna delle ultime due categorie finite male, ma sua sorella sì: era da lei che aveva compreso quanto fosse crudele il mondo dei social network.
    Ma erano anche una droga, perciò non pensava avrebbe mai potuto lasciarli definitivamente.

    Ma in realtà puoi trovare anche cose curiose, all'interno di Facebook.
    - Persone antiqualcosa che litigano con persone proqualcosa e che si insultano a vicenda facendo leva sulle loro argomentazioni, a volte totalmente inventate.
    Piuttosto noiose, logorroiche e stressanti se partecipi da spettatore;
    - Cinquantenni che mostrano foto con angioletti, cagnolini, caffè mattutini e frasi totalmente sgrammaticate. Se Laeddis fosse un babbano, farebbe sicuramente parte di quella categoria;
    - Simil Magifoto auditive che mostrano gattini buffi e pelosi, ricette golose o tutorial di vario genere, cioè Magifoto auditive in cui una persona fa vedere ad un'altra "Ciao povery, guardate quanto sono bravo io a far questo: tu non lo sarai mai, anche se te lo faccio credere".
    - Le mode. Gente che mostra magifoto pietrificate sempre con la stessa posa. Molto spesso questa stessa gente accompagna le loro pose da ho tutto d’oro, anche ciò che non vedi a frasi filosofiche che apparentemente non c'entrano nulla con il soggetto raffigurato, ma che insomma fanno capire che sei il top del top.
    Infatti lo faccio anche io;
    - Coppiette che condividono lo stesso profilo Facebook, cioè la stessa casa all’interno dello Stato.
    Io l’ho fatto con Thomas, ma lui non lo sa ancora, quindi Shh.
    - Stalking o semi tali maniaci arabi che non si sa come facciano a trovarti, che provano a scriverti per poi mostrarti le loro doti senza il tuo consenso (meglio non scendere nei dettagli, fidati).


    Coral aveva parlato davvero tanto e in un lasso di tempo strettissimo, finendo con l’avere il fiatone e senza neanche essere sicura di essersi fatta comprendere da Finn.
    Con un’alzata di spalle liquidò quindi la questione, ponendosi nuovamente vicino al concasato.

    E potrei continuare per ore, anche perché questo semaforo ci sta mettendo un'eternità, in effetti.
     
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    Un istituto lontano nel Galles…

    Sospirò la stramba donna. Poi sorrise in maniera quasi sospetta e aggiunse:

    Mai sentito.

    Quando la lampada del verde pedonale si illuminò, la signora balzò davanti a tutti, barcollando come se avesse una gamba più corta dell’altra e fece segno di seguirla alla donna che le aveva risposto.

    Posso portarvi in un luogo magico!

    E le fece un occhiolino.

    I ragazzi lo adoreranno, è così pieno di mistero...

    Dall’altro lato della strada, un breve marciapiedi svoltava in un viale non troppo trafficato, che costeggiava il grande parco nella direzione di una zona periferica della città: i palazzi si facevano più bassi e radi e l’orizzonte più vasto, con le nubi minacciose, suggeriva che il cuore della metropoli fosse alle loro spalle.
    La camminata frenetica della donna sconosciuta lasciava presagire che la destinazione non fosse così lontana, fatto rassicurante per una scolaresca allo sbando in una città pullulante di attrazioni culturali. Presa un’ultima svolta, al di là della strada si ergeva un edificio malandato a un piano, come un vecchio palazzo pieno di uffici abbandonato per una sede più moderna. Il vialetto che conduceva all’ingresso si apriva tra due piccole aiuole ricolme di erbacce e terminava su un portone murato. Sul lato, sbarrato in maniera approssimativa da alcune travi metalliche già divelte in parte, un portoncino di servizio si nascondeva alla vista dei più.

    Un tempo era una biblioteca rigogliosa, dicono…

    Furono le ultime parole che si poterono udire da quella donna: alcuni ragazzini schiamazzanti avevano già scovato l’ingresso secondario, sprezzanti del pericolo e dei divieti e, nella confusione, tutto il gruppo aveva percorso il vialetto. Quando qualcuno si voltò a cercarla l’anziana era scomparsa nel nulla, senza lasciare traccia.
    Le travi, intanto, avevano ceduto facilmente e già i primi avventurieri avevano oltrepassato la soglia. Le loro facce stupite raccontavano di una sensazione strana alla loro vista, come di un riflesso sinistro al di là della soglia, come se l’aria si facesse improvvisamente più carica e densa all’interno.

    biblioteca_Tempesta

    E, all’interno, c’era davvero una biblioteca ed era enorme, molto più di quanto apparisse dall’esterno: un’unica sala, intervallata da scaffali imponenti e ricolmi di tomi di ogni spessore e colore, come in un grande labirinto. I suoni della città erano spenti, lontanissimi, e tutto il luogo sembrava sospeso in un’aura misteriosa, di attesa. Alcuni ragazzini avrebbero giurato di aver visto delle sferette di pura luce passare sfuggenti sulle loro teste. Ma alzando lo sguardo al soffitto il prodigio fu svelato: la volta del palazzo non aveva niente di comune.

    La magia è ovunque qui.
    Ma non se lo ricorda più nessuno.


    Una voce chiarissima echeggiò all’ingresso, dal nulla, sotto il soffitto incantato come al castello di Amestris: un cielo blu intenso, senza nubi, ma scalfito di tanto in tanto da fulmini dorati e purpurei. Un uomo basso, tarchiato e trasparente aleggiava poco lontano, su quella che sembrava una roccia incastonata nel pavimento, tirandosi la folta barba: doveva essere stato un combattente fiero e impavido.

    rocciatempesta



    Secoli!
    Eppure…


    Lentamente, fluttuava verso la scolaresca incredula, sul volto un’espressione di chi la sapeva lunghissima.

    Antiche magie e strabilianti poteri si sono riuniti qui, molto molto tempo fa.
    Forze arcane, mitologiche, figlie del signore del tuono e del fulmine.
    E un tesoro incredibilmente prezioso hanno lasciato.
    Ma non proprio qui.


    mappaturnoglobi_TEMPESTA



    Col braccio tozzo, il fantasma puntò il lato opposto della grande biblioteca. Superati i quattro imponenti pilastri che si trovavano al centro della sala, vi era un piccolo corridoio al termine del quale si trovava un portone. Ai lati, gli scaffali sembravano galleggiare da parte a parte, invece di stare ben saldi a terra come tutti gli altri.

    Tuono e luce sono inseparabili.

    Aggiunse poi, guardando a tre globi luminosi che volteggiavano qua e là sulle teste dei ragazzi.

    Sono una serratura magica: unirli con potente energia è la chiave per attraversare quel portone e raggiungere la prossima sala. Quella roccia incastonata lì dietro vi spiegherà come.
    Ma non avrete molto tempo e quelli… non vi renderanno la vita facile...


    Più avanti, lontani dai docenti, un gruppetto di improvvidi ragazzini avventuratisi nel corridoio stava correndo via con le mani a coprire la testa: uno sciame di libri infuriati si era levato dagli scaffali volanti e aveva preso a inseguirli, battendo sulle loro schiene, lanciando scosse, fiammate o generando potenti folate d’aria con lo sbattere delle pagine.




    Cosa accade: dovete capire e seguire l’indicazione del misterioso fantasma, mentre cercate di difendervi dall’attacco dei libri.
    Lotta contro i libri:
    Agilità < 4: necessari 2 post per arrivare alla porta. 2 post significa perdere solo 5 HP, un post solo ne farà perdere 10.
    Agilità 4 - 8: necessari 2 post per arrivare alla porta. 2 post significa perdere solo 3 HP, un post solo ne farà perdere 8.
    Agilità > 8: necessari 2 post per arrivare alla porta. 2 post significa perdere solo 2 HP, un post solo ne farà perdere 5.
    In entrambi i post può essere utilizzato un incantesimo per proteggersi non autoconclusivo, può essere descritto il tentativo di schivare, non autoconclusivo.
    Globi luminosi:
    È necessario un totale di 100 Capacità Magiche per sbloccare la serratura, collegando i globi tra loro: raggiunta e mantenuta la quantità necessaria di magia, il portone si aprirà per 30 secondi scarsi, durante i quali sarà possibile attraversarlo.
    Utilizzate la mappa per definire i vostri spostamenti, se li fate: molti dei personaggi non giocanti si trovano vicini al corridoio, oltre le colonne.
    Gli studenti hanno a disposizione un incantesimo non autoconclusivo.
    Le destinizzazioni saranno per lo più veloci, ci si può aggiungere alla ruolata fingendo di essere lì dall'inizio.
    Potete fingere di conoscere parte degli studenti non giocanti che sono minacciati dai libri, sono almeno una trentina in tutto.
    L'obiettivo principale è oltrepassare la porta.

    La scadenza dell'intero turno è il 18 agosto compreso, nel mezzo ci saranno altre destinizzazioni.
     
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    Arianne aveva un brutto presentimento, non sapeva ancora cosa sarebbe successo , ma sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa e aveva paura, molta paura.
    Arianne vide una stranissima luce verde illuminarsi sulla cima di un bastone posto in verticale e che era molto alto, la strana signora si mise a guida del gruppo e li guidò aldilà della strada, Arianne non voleva seguirla quella donna la spaventava.
    Dopo una camminata frenetica giunsero ad un edificio ad un piano, si vedeva che era abbastanza vecchio e anche abbandonato o almeno lo era stato.
    Arianne vide molti suoi compagni avanzare e per paura di rimanere indietro si accodò, la ragazzina si girò guardandosi le spalle: la vecchietta non c'era più.
    La ragazzina camminò con i suoi compagni, anche lei curiosa anche se la paura prevaleva. All'improvviso le travi cedettero e Arianne con alcuni suoi compagni rimasero intrappolati, Arianne era terrorizzata. L'aria era cambiata semprava che fosse diventata più pesante e densa.
    All'interno, comunque, era uno spettacolo, gli scaffali ricolmi di libri, il soffitto... il soffitto era... Arianne non aveva parole per quello. Il soffitto non aveva niente di comune o... qualsiari altra cosa!

    La magia è ovunque qui.
    Ma non se lo ricorda più nessuno


    Arianne si congelò, quella voce era così chiara, troppo chiara per appartenere ad un essere umano, in fatti aguzzando la vista Arianne vide un uomo che stava seduto su una roccia poco lontano, l'uomo stava galleggiando e lampeggiando.

    Un fantasma! Cosa ci fa qui un fantasma?

    Arianne vide che il fantasma stava venendo verso di loro e lentamente mise la mano in tasca dove aveva la sua bacchetta, sapeva che non poteva fare molto ma soltanto avere la mano appoggiataci sopra la confortava.

    Antiche magie e strabilianti poteri si sono riuniti qui, molto molto tempo fa.
    Forze arcane, mitologiche, figlie del signore del tuono e del fulmine.
    E un tesoro incredibilmente prezioso hanno lasciato.
    Ma non proprio qui.


    Il fantasma stava davanti a loro, dicendo parole strana ma Arianne si impiantò ben in mente le sue parole, non era sicura se sarebbe servito ma doveva provarci sopratutto se le cose si sarebbero fatte difficili.

    Tuono e luce sono inseparabili.

    Arianne alzò lo sguardo, sulla testa sua e dei suoi amici c'erano delle sfere luminose che svolazzavano da una parte all'altra.

    Sono una serratura magica: unirli con potente energia è la chiave per attraversare quel portone e raggiungere la prossima sala. Quella roccia incastonata lì dietro vi spiegherà come.
    Ma non avrete molto tempo e quelli… non vi renderanno la vita facile...


    Arianne si girò verso il corridoio indicato dal fantasma e seguì i suoi compagni verso il corridoio che il fantasma aveva indicato loro. All'improvviso si sentirono degli strani rumori e il libri caddero dagli scaffali e cominciarono ad attaccarli.

    Casa fare?

    Ho messo Arianne circa all'inizio del corridoio per aiutare con i libri.
    mappaturnoglobi_TEMPESTA1
     
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    La strana donna disse di non conoscere l'istituto dal quale provenivano i ragazzi e promise di portarli in un luogo magico e pieno di mistero. Jamie non era più nella pelle, era appassionato e colpito dai luoghi pieni di mistero. Pensò a ciò.

    Che bello, il mistero è molto intrigante. Speriamo di vedere una bella cosa e che ci appassioni.

    Tornato in se, seguì i compagni e la signora nella breve camminata. Arrivarono a un' edificio che sembrava abbandonato e anche i prati davanti esso confermavano la sua teoria, non era un bell' ambiente all'esterno. La signora disse che era una biblioteca molto bella nel passato, alcuni suoi compagni entrarono già dentro l'edificio, mentre appena cercò di nuovo la signora, non era più li con loro. Jamie entrò nella vecchia biblioteca, rimase subito colpito da quanto fosse grossa e dall'immensa quantità di libri presente al suo interno.

    Wow, quanti libri, un luogo che non puoi immaginarti. Pensavo fosse ridotta peggio a vedere l'esterno, ma sono molto colpito a vedere come è al suo interno.

    Iniziò ad osservare i libri nei vari scaffali, ma una voce proveniente dal nulla disse questa frase.

    La magia è ovunque qui.
    Ma non se lo ricorda più nessuno.


    Jamie rimase scosso da ciò, non sapeva da dove provenisse tale voce e per paura si portò al centro della stanza dove erano presenti gli altri alunni e professori. Cercò comunque con lo sguardo e con gli orecchi di capire la provenienza di tale voce. Anche il soffitto cambiò all'improvviso e diventò un cielo in tempesta con lampi e tuoni. Jamie vide anche un fantasma voleggiare sopra di loro, esso disse ciò.

    Secoli!
    Eppure....


    Continuò poi a parlare dicendo che molte magie e strabilianti potere si erano uniti in quel luogo, le forze arcane, mitologiche e figlie del signore del tuono e del fulmine. Disse inoltre che c'era un tesoro, ma non proprio lì. Jamie rimase colpito da quelle parole, poteva essere bello trovare un tesoro. Infine il fantasma gli indicò il lato opposto della imponente biblioteca, dove era posto un corridoio al termine del quale c'era un portone. Aggiunse anche che la serratura magica poteva essere aperta unendo i globi luminosi con potente energia e sarebbero potuti arrivare alla sala successiva. Jamie alzò gli occhi e vide che dei ragazzi erano entrati già nel corridoio, ma stavano scappando perchè dei libri infuriati li stavano inseguendo. Tali libri si portarono anche dentro alla stanza e Jamie pensò che fosse una buona cosa provare ad aiutare i suoi compagni inseguiti da essi. Diversi libri però andarono verso Jamie, ma fece un movimento rapido verso la sua destra per evitarli mettendosi in mezzo a due scaffali della libreria, sperando che ciò bastasse perchè non venisse colpito.
     
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    Eleanor sbadigliò. Aveva appena finito il suo secondo caffè, e più che sentirsi sveglia e attiva si sentiva nervosa. Terribilmente. Mise le cuffiette alle orecchie, sperando che un po' di musica la salvasse dagli irritanti schiamazzi dei ragazzini. Sempre in fondo alla fila, con i grandi occhiali neri a coprirle metà viso, si limitava a camminare apaticamente e a messaggiare o postare le foto della sera prima. Si era divertita, aveva ballato e bevuto come se non ci fosse un domani. Aveva limonato con un paio di ragazzi e dato il palo ad altri cinque. Una bellissima serata, ma ora che ne stava subendo le conseguenze non sembrava poi così bella. Usare la gita scolastica come scusa per poter uscire di nascosto era stata un'idea geniale, ma non aveva considerato che il giorno dopo avrebbe dovuto effettivamente andare in gita.

    In questa città non c'è qualcuno che affitta i Segway?

    Chiese, stufa di camminare. Non sapeva nemmeno dove stessero andando. E non le importava nemmeno.
    Sempre mantenendo la coda, seguì passivamente il gruppo fino a una bassa e fatiscente struttura. Elle alzò lo sguardo e aggrottò un sopracciglio.

    Non avevo dubbi.

    Era l'ennesima conferma che i maghi non avevano il minimo senso estetico. Mentre tutti, dai più piccoli ai più grandi cercavano un modo per poter entrare, lei si limitò a rimanere in disparte, appoggiata a un muro ad ascoltare musica.
    Trovato un passaggio per entrare, sbuffò, già pronta a trovarsi nella più becera e cadente struttura della città. Ma ad aspettarli c'era una bellissima biblioteca. Appena entrata Eleanor non poté trattenere la sorpresa. Tolse le cuffiette e sollevò perfino gli occhiali da sole.
    Quel posto era bellissimo.

    È un peccato usarla come biblioteca. Sarebbe perfetta come location per una passerella o un set fotografico.
    Togliendo gli scaffali potrebbe diventare anche un'ottima sala da ricevimento.


    Passato l'effetto sorpresa e lo stupore, riabbassò gli occhiali da sole e proseguì. Ad ogni passò l'eco rimbalzava dell'enorme sala, cosa piuttosto fastidiosa. Avvicinandosi al gruppo di studenti notò che erano tutti intenti ad ascoltare un fantasma, lo vide indicare una porta alla fine di un corridoio. Spostando lo sguardo in quella direzione però notò un branco di mocciosi correre inseguiti da... pipistrelli?

    Ma cosa?

    Eleanor fu costretta a risollevare gli occhiali perché non credeva a ciò che stava vedendo. Non erano pipistrelli, erano libri e si stavano dirigendo proprio verso di loro. Inorridita mise mano nella borsa alla ricerca frenetica della bacchetta. La estrasse e la impugnò, ma non sapeva bene cosa fare. Non era preparata ad affrontare un sciame di libri e non era in condizioni di poter riflettere con lucidità. Si guardò intorno, sperando che i professori dessero qualche ordine. Quello che avrebbe voluto sentire era: "Fuggite! Uscite da qui!". Ma nel brusio e nella confusione non si preoccupò di aspettare che gli adulti decidessero che fare. Doveva agire ed evitare che quei cosi imbizzarriti arrivassero fino a lei.
    La ragazza sollevò la bacchetta e la puntò contro lo stormo di libri. Ma non sapeva che fare. Nessuno le aveva mai insegnato un incantesimo per fermare dei libri posseduti e se pur glielo avevano insegnato al momento non lo ricordava. Così decise di sparare il primo incantesimo che le venne in mente.

    Incendio.

    Ma quella non sembrava affatto una buona idea. Appiccare fuoco in una biblioteca era firmare una condanna e lo sapeva anche lei. Si passò la lingua sulle labbra e scosse la testa. L'essere attaccata da mostri volanti le riportò alla mente la strana avventura in cui il gatto Tzaara li aveva chiusi in una stanza, poi assediata da uno sciame di folletti della Cornovaglia. La sua mente comparò le due situazioni e istintivamente reagì esattamente come aveva fatto allora.
    Senza pensare mosse le labbra.

    Oppugno!

    I suoi occhi puntarono gli oggetti in avvicinamento, cercando di prenderne il controllo. Aveva già subito la carica da dei mostri volanti, non ne avrebbe sopportata un'altra. Doveva fermali prima che la raggiungessero.
     
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    Quel che accadde in seguito fu tanto improvviso quanto atteso.
    Nel volto arido della donna aveva presto riconosciuto gli occhi vispi della magia, sorridendo di stupore.
    L’aveva seguita con i passi e con lo sguardo fino a quando non divenne un tutt’uno con l’aria, scomparendo dalla sua vista. Si voltò intorno, inizialmente sperduta, quasi impaurita da un suo abbandono.
    Ma fu proprio in quell’istante, guardando ammaliata la grande biblioteca nella quale li aveva condotti e percependo sulla pelle il tipico tocco dell’ignoto, che si rese conto di una cosa: la magia non li aveva abbandonati.
    La magia aveva solo cambiato forma.
    Era tutta attorno a loro, ovunque in quel luogo magico. Sorrise d’istinto di fronte alle improvvise parole del barbuto fantasma, voltandosi verso di lui nel tentativo di afferrare ogni sua parola, fondamentali per proseguire il loro cammino.
    Ma lo sguardo nel mentre non mancava di carezzare gli scaffali vaganti ricolmi di libri, i meravigliosi dipinti che adornavano il soffitto, la magia insita in ogni cosa attorno a loro: Mikal sentiva di trovarsi nel suo elemento come poche altre volte in vita sua. Una muta sensazione che mai avrebbe potuto esprimersi se non con brividi sulla pelle candida.
    Lasciò andare a malincuore tutto quello per concentrarsi invece sulla roccia incastonata indicata dal fantasma.

    Tuono e luce sono inseparabili…

    Sussurrò appena, vagando con lo sguardo attorno alla sala, come in cerca di qualcosa.
    In cuor suo sperava nuovamente nel ritorno della vecchia signora, la prima figura d’aiuto di quel percorso ancora ignoto. Ma la consapevolezza di non averla persa, di essere ancora circondata da lei nella sua essenza, le dava la giusta forza d’animo per non perdersi di fronte a quella prova.
    A passi deboli si avvicinò verso la roccia, studiandone le linee e i disegni, constatando subito qualcosa di singolare: alcuni degli elementi impressi potevano trovarsi in scala maggiore anche all’interno di quella sala.

    I tre globi… i quattro pilastri… le cinque cunette…

    Sì, tutto combaciava: l’unico elemento mancante erano le linee capaci di unire fra di loro tutti quegli elementi.
    Tuono e luce sono inseparabili.

    Guardate la roccia.
    Ogni elemento raffigurato è presente anche all’interno di questa sala.
    E se la chiave per unire i globi al resto fossero proprio le linee incise nella roccia?


    Suggerì debolmente ai suoi colleghi, indicando con le dita le linee curve e poi rigide che adornavano la pietra incastonata, cercando con loro un confronto sul da farsi.

    In quel caso, direi che dovremmo provare a replicare il disegno della roccia sul pavimento tramite Grafo Semeion.
    Tutti insieme.


    Affermò, voltandosi impietrita d’improvviso di fronte alle urla acerbe provenienti da un punto poco lontano da loro.
    Gli occhi si sgranarono di fronte alla furia dei libri e al terrore del pericolo. Era ironico che proprio quelli stessero attaccando loro, i figli della Tempesta.
    In quel momento tutte le elucubrazioni per riuscire ad attraversare la porta passarono in secondo piano: la bacchetta aveva marchiato l’aria ben prima di rendersene conto, puntando il tetto incantato della magica biblioteca e sperando nella corretta evocazione di uno scudo che potesse racchiuderli tutti. L’idea che qualcosa di brutto potesse succedere ai suoi studenti era già orribile di suo, che potesse accadere sotto la sua custodia era persino peggiore.
    Mikal avrebbe fatto di tutto pur di proteggerli anche solo dalle minacce di alcuni pestiferi libri volanti.

    Protego Maxima.

    La voce ferma aveva chiamato all’attenzione la magia, sperando potesse venire in loro soccorso prima del peggio.

    Talento in Magia Bianca II, Cap. Magiche 47 (45 o 46 all’inizio dell’avventura, non ricordo).

    Se l’intuizione per sbloccare la porta è giusta, renderemo onore a Finnolo nato dalla Tempe-ah no.

    Dan B. CooperCaleb WalkerTaddeus Greenwood
     
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    Non ci credo.
    La stiamo veramente seguendo?!


    Aveva sussurrato sconvolta ad Eliza, una volta tornata vicino a lei. Non aveva fatto molto caso alla vecchietta impicciona, la cui presenza nel mondo babbano in realtà era abbastanza comune, tuttavia si stupì quando la sua Responsabile e tutti gli altri Professori decisero di seguirla chissà dove.
    Come potevano fidarsi? E se fosse stata una trappola? Ne avevano viste fin troppe per non fare un po’ più di attenzione a certi dettagli. Con volto sconcertato seguì dunque la folla ma adagiando la mano sopra la bacchetta, per precauzione.
    Certo, Coral aveva fiducia nelle capacità dei suoi insegnanti, era soltanto grazie a loro se il suo sederino era ancora tutto intero dopo gli Halloween degli ultimi anni. Cercò dunque di respirare a fondo, tentando di tranquillizzarsi di fronte a quel pensiero e lasciando che fossero i grandi a guidarli.

    Oh wow.

    E in fondo, avevano fatto bene a seguire la vecchietta impicciona.
    Il posto in cui li condusse era semplicemente meraviglioso: si trattava davvero di una biblioteca, proprio come intuito dall’indovinello alcuni mesi prima. Rimase così con lo sguardo in aria e la bocca aperta per diversi istanti, sicura che qualche moscerino ne avrebbe approfittato per trovarvi riparo, ma infischiandosene: quell’edificio magico meritava stupore e Coral non gliel’avrebbe negato.
    Venne distratta solamente dalla voce roca di un uomo, o meglio, di un fantasma: dopo tre anni nel mondo magico non aveva ancora capito quale fosse esattamente la loro funzione, ma poco importava in quel momento.

    Un indovinello.
    Un altro.


    Sbuffando, Coral tornò ad osservare i pilastri posti al centro della biblioteca e tutte le decorazioni attorno, distraendosi quasi subito dall’ascolto. Avrebbe lasciato gli enigmi ai grandi, in fondo erano loro quelli intelligenti.
    E poi Coral non aveva ancora voglia di sporcarsi le mani, o la mente.

    Ho parlato troppo presto.

    Neanche il tempo di voltarsi dall’altro lato, infatti, che un orda di libri assassini prese a rincorrerli minacciosi.
    Inorridita da quell’improvvisa sorpresa, Coral cominciò a correre strattonando Eliza perché facesse lo stesso, nel tentativo di avvicinarsi il più possibile ai professori e alla porta.
    Sentì un pizzico di terrore solleticarle la schiena, ma si stupì nel constatare la sua leggera portata: ne aveva passate di peggiori, cosa potevano essere dei libri volanti imbufaliti a confronto?
    Senza rifletterci più di tanto, durante la corsa, si voltò per eseguire una magia, così da evitare un eventuale impatto catastrofico con quei cosi maledetti.
    Mosse dunque il catalizzatore nell’aria verso alcuni libri, dando vita ad una spirale oraria.

    Exhaurio!

    Se non poteva ripararsi dal colpo, tanto valeva renderlo meno catastrofico, no?

    Capacità magiche: 21
    Agilità e prontezza: 11-11

    Eliza Makepeace
     
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    Fato

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    I libri avevano preso a muoversi in vortici minacciosi, alcuni di loro non erano solo semplici tomi antichi. Da uno dei vecchi e alti scaffali di quella biblioteca incantata si alzò un piccolo stormo di libri infuocati. Le fiamme celesti sembravano non consumarli, ma li avvolgevano senza spegnersi anche nei volteggi nel cielo incantato della biblioteca.
    In quell'improvviso inferno di carta, pergamene e vortici, i fulmini e i tuoni che sovrastavano le teste degli studenti non lasciavano presagire niente di buono.
    Mentre Coral riusciva a alleggerire il tomo che stava per colpirla, con la possibilità di procedere, nel frattempo Eleanor finì con il bloccare per un attimo un altro stormo di libri il quale era in quel frangente in suo controllo, ma l'incantesimo implicava un attacco, non solo un blocco, di conseguenza lo stormo prese a volare a grande velocità nella direzione opposta, con il rischio di colpire chi non li avrebbe scorti.

    L'enorme scudo evocato da Mikal generò uno spostamento d'aria in grado di allontanare i libri in volo che avevano preso a schiantarvisi sopra.
    La cupola mise in salvo alcuni ragazzini, ma intorno i libri divennero ben più aggressivi, volavano così fitti nel corridoio verso la porta e intorno che sembrava quai impossibile procedere, e nel frattempo gli stormi di libri infuocati si concentravano nella zona antistante alla porta, con il rischio di rendere il passaggio impossibile e di infuocare gli scaffali.
    I globi, prima visibili al di sopra delle teste di tutti, parvero diventare più trasparenti, come stessero scomparendo al cospetto della cupola del Protego Maxima.

    Arianne, nel frattempo, anche in vista del pericolo non aveva agito in alcun modo per salvarsi dai libri, era quasi intrappolata in uno dei vortici, lontana dalla protezione di Mikal, si vide arrivarle incontro un tomo infuocato dal quale avrebbe necessariamente dovuto proteggersi o avrebbero dovuto proteggerla, mentre Jamie era riuscito a ripararsi dai libri in uno degli altri corridoi.


    State perdendo tempo!

    Tuonò il fantasma, guardando sbigottito i presenti, cercando di sovrastare con la voce spettrale quel vento che iniziava a generarsi potente.

    Se Mikal e gli altri non avessero agito in fretta, nel modo giusto, la situazione sarebbe precipitata ancora.



    //off: I libri di Eleanor potrebbero colpire proprio chi non posta.
    Mikal può intuire che il Protego ha generato un'interferenza nella magia dei Globi e probabilmente dovranno agire in maniera più pragmatica di quel che appare.
    Indicate le vostre posizioni o lo farò arbitrariamente.

    tempestabiblioteca
     
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    A quanto pare la stiamo davvero seguendo.

    Eliza era sicura che seguire una vecchia impicciona sconosciuta non fosse un'idea così intelligente.

    Ma forse il fato l'ha messa sulla nostra strada ed è qui per aiutarci...Nah!

    Il fato in quegli anni era stato solo una grandissima scocciatura e aveva messo sulla strada di quei ragazzini solo delle grandissime grane: prima i poltergeist, poi le mummie assassine e infine un gruppo di psicopatici che aveva provato a distruggere l'Accademia e uccidere tutti loro. Si era immaginata una gita di piacere organizzata a modo e invece avrebbero ancora dovuto muoversi a tentoni nell'oscurità. Spinta dall'istinto di sopravvivenza, la ragazzina portò la mano alla bacchetta nascosta sotto alla felpa che aveva indossato quella mattina pronta a difendersi da qualsiasi pericolo.

    Fanno bene a soprannominarci fulminati, guardali.

    Eliza guardò alcuni dei suoi compagni lanciarsi verso l'ingresso di quella che la vecchia aveva indicato loro come una vecchia biblioteca e li indicò all'amica al suo fianco; un comportamento del genere la ragazzina se lo sarebbe aspettato da quelli della Casata del Fuoco, non certo da dei rappresentanti della Casata dei furbi e intelligenti.

    Porta pazienza, porta pazienza.

    Il gruppo si mosse all'interno di quella che si dimostrò essere realmente una biblioteca e per la strana presenza, probabilmente anche la meta del loro viaggio. Eliza ascoltò con poca attenzione le parole del fantasma così presa dal soffitto cangiate; girovagava per la stanza con il naso all'insù senza accorgersi minimamente di cosa le stava succedendo attorno fino a quando non si sentì strattonare.

    Ma cosa?

    Solo allora si accorse che colei che l'aveva arpionata era Coral e che per di più la stava salvando da un gruppo di libri assassini volanti; se non fosse stata così tanto sorpresa probabilmente si sarebbe messa a ridere: le disgrazie si riproponevano ciclicamente.
    Impugnò la sua fedele amica pronta a difendersi da quell'attacco sapendo già come comportarsi: il fuoco avrebbe arso quelle pagine; stava già per pronunciare la formula magica quando al gruppo di libri indemoniati se ne unì un altro completamente avvolto dalle fiamme.

    Fanno sul serio?

    Nemmeno il fuoco sembra in grado di bloccare il loro attacco, e allora che fare? Dovevano essere fermati, e magari una bella scossa elettrica li avrebbe messi al loro posto.

    Scintillas Edo.

    La ragazzina puntò uno dei libri che stava per attaccarla con la speranza che la scossa elettrica lo avrebbe paralizzato.

    Capacità Magiche:15
    Agilità: 08- Prontezza: 07
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  11. Dan B. Cooper
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    Dan non si interessò troppo di chi o cosa aveva attratto l'attenzione della scolaresca e, dal fondo della fila, si limitò a guardarsi intorno con un sorriso pacifico sul volto. Lo sguardo, sebbene avesse visto ormai innumerevoli tramonti, rimaneva vigile sui propri studenti, così da non perderne d'occhio nessuno, soprattutto i piccoli purosangue fin troppo vivaci in un ambiente a loro sconosciuto.
    Quando poi la scolaresca riprese a camminare, come un bruco che si muove ad un andamento oscillatorio, il professore adeguò il proprio passo ed osservò con una punta di scetticismo gli edifici degradati che apparivano a destra e a sinistra, un po' troppo frequentemente ormai.
    Come mai la sua collega aveva scelto di addentrarsi nella periferia?

    Perdinci, attenzione alle cacche miei cari ragazzi!

    Il criminale scartò per un soffio l'escremento sul marciapiede e scosse la testa con fare sconsolato alla vista di quell'ennesimo esempio di inciviltà. Erano passati anni dalla moda di comprarsi un animale domestico ed ormai vi erano le più svariate tecnologie per mantenere pulito il proprio animale e l'ambiente, eppure la mamma dei maleducati era sempre incinta.

    Perchè mai stiamo varcando la soglia di questa catapecchia?

    Dan provò a chiedere ai ragazzi poco più avanti a lui, ma anche quelli non avevano idea di chi stessero seguendo e l'attimo successivo scomparvero oltre la soglia del portoncino di servizio. Il professore, rimasto solo all'esterno, non poté far altro che chinare il capo e seguire il suo gregge nell'edificio abbandonato.

    Tuono e luce...?!

    La splendida biblioteca non riuscì a catturare l'attenzione dell'uomo tanto quanto meritava, poiché nei minuti successivi le parole del fantasma lo incuriosirono particolarmente.
    Quella vicenda iniziava a perdere il poco senso che aveva alla partenza.

    Duro! Locomotor!

    Dan, non essendosi mosso granché dai primi passi tra gli scaffali, si trovava dalla parte opposta alla venuta dei libri, appena fuori dallo scudo evocato dalla sua collega. Con un gesto rapido e deciso della mano, dunque, pietrificò la libreria più vicina, muovendosi con essa ed usandola come scudo per se stesso ed alcuni dei ragazzini che si trovavano dalla sua parte.

    Il protego non va bene, abbassa lo scudo.

    Solo quando fu sufficientemente vicino alla collega, rilasciò lo scaffale a propria protezione e le indicò i globi luminosi che si affievolivano.

    Facciamo come dici, riproduciamo il disegno della roccia qui sul pavimento, prima che la situazione peggiori!
    Di lampi e tuoni direi che ne abbiamo già a sufficienza...


    Dan indicò il cielo incantato, corrugando la fronte e preparandosi ad unire le proprie forze a quelle dei colleghi.

    Dan si trova sopra Mikal ;) appena fuori dal protego e si muove verso di lei con la libreria, così da agire insieme e proteggerla quando toglie lo scudo.
     
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    Sembra... terribile.

    Gli occhi un po' boccheggiavano verso Coral, nonostante avesse colto solo metà di quello che aveva detto e compreso un terzo; ma spesso in un dialogo non erano le parole a essere importanti, quanto le sensazioni, e quelle che gli aveva trasmesso l'amica non erano affatto rassicuranti. Per la prima volta Finn pensò che forse era stato fortunato a nascer mago.
    Per fortuna, però, ripresero poco dopo a camminare, così che lui poté allontanarsi sia con le gambe che con la mente da quella faccenda dei social network, che aveva un qualcosa di delirante.
    Mentre camminavano, la frenesia intorno a loro pian piano si placava; al suo posto palazzi bassi e un po' tozzi, dalle persiane sbrecciate e la vernice scrostata in più punti, a scoprire un'intonaco grigio di degrado. Gli sembravano uomini vecchi afflosciati su sedie ormai unte, vittime d'aspettative che non avevano vinto e da delusioni eterne da cui si erano lasciati divorare, ad aspettare senza più fretta che il tempo dipingesse di grigio degrado anche loro, per sempre.
    Soffocando un brivido lanciò uno sguardo all'orizzonte, alla tempesta pesante e incombente.

    Se non ci sbrighiamo ad arrivare da qualche parte finiremo per bagnarci tutti.

    Ma prima che potesse finire di pensarlo avevano già raggiunto un edificio che da fuori sembrava diroccato, superato un vialetto e varcato un ingresso; e poi l'arrestarsi delle gambe e del pensiero, la bocca che si spalancava, la sensazione così opposta a quella di poco prima, la meraviglia, lo stupore.
    Ci mise qualche secondo a distinguere il brivido della bellezza dal formicolio della magia - c'era poi bisogno di distinguerli davvero? -, ma quando il fantasma apparve e parlò non ci fu più alcun dubbio.
    Era così preso dalla folata d'ammirazione e dalla foschia del mistero, che non fece in tempo a chiedersi perché la figura evanescente stesse parlando proprio a loro, e per enigmi, ma poi il rumore come di corsa lo fece scattare in avanti per puro istinto, e allora il tempo non l'ebbe più del tutto. Vedeva tomi pagine raffiche libri folate fiammate, e alzò la bacchetta troppo stupefatto per sapere ancora cosa fare. Gli venne quasi da voltarsi, a cercar lo sguardo della prof Levi, perché c'erano gli insegnati e loro avrebbero dovuto saper che fare, ma le voci di tutti iniziavano ad alzarsi e i rumori soffocavano il resto; la carica si faceva sempre più veloce e più vicina, e alla fine vinse l'istinto.

    Glacius!

    E intanto la bacchetta disegnava il cerchio al contrario. Non sapeva se il brivido di freddo sarebbe bastato a rallentare la carica di tomi, ma almeno sperava che evitasse il pericolo dell'incendio che i bagliori delle fiamme lasciavano presagire.


    Edited by Finn Branson - 17/8/2017, 11:31
     
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    Non obiettò in nessun modo quando la fila delle saette - guidata dalla Responsabile e dagli altri adulti - seguì la vecchia babbana che li aveva fermati poco prima.
    Così come non fece alcuna rimostranza, si portò in avanti nella fila, riservando sempre un'occhio vigile ai più piccoli. Appena le iridi ametista rifletterono la catapecchia che si presentò davanti al gruppo, il volto di Cissy non potè che vestirsi di dubbio. Ma le era stato insegnato di non affrettare giudizi, specie limitandosi all'apparenza: era sempre stata spronata ad andare oltre, a cercare lo strato più interno delle cose o delle persone.

    Piano ragazzi, non c'è bisogno di fare così. Dai, comportiamoci da veri fulmini!

    Lasciò andare un'espressione rassegnata verso Roger e Coral, che a quanto pareva avevano notato il comportamento scalmato di alcuni compagni. Fece spallucce verso di loro, per poi muoversi con il gruppo: le si stagliò davanti il paradiso: quella era davvero una biblioteca, una biblioteca enorme! Narcissa non sapeva dove fermare lo sguardo incuriosito e estasiato allo stesso tempo, ma la voce che echeggiò intorno a loro lo fece per lei.

    La magia è ovunque qui.
    Ma non se lo ricorda più nessuno.


    Gli occhi della saetta non vedevano più la vecchia, ma un fantasma con le sembianze di un uomo tarchiato e barbuto, che fluttuava sopra quella che che sembrava una roccia incastonata nel pavimento. Cissy saettò con lo sguardo su di essa, scorrendo su ogni segno che riportava. Quando il fantasma volse un braccio verso il lato opposto della biblioteca, indicando oltre i quattro pilastri, indicando un piccolo corridoio che terminava in un portone, Cissy spostò lo sguardo in quella direzione. Fu oltremodo incuriosita dagli scaffali lì vicino che, al contrario di tutti gli altri, sembravano come levitare.

    Tuono e luce sono inseparabili… la Tempesta… noi? Il nostro potere?

    Lo sguardo della ragazza si spostò ancora, seguendo quello del fantasma e grazie ad esso, si accorse dei tre globi luminosi che volteggiavano su di loro senza uno scopo preciso… almeno all’apparenza.
    Le parole del fantasma svelarono la loro verà identità: si trattava di una specie di serratura magica, che dovevano unirsi per funzionare. Questo, spettava a loro e dovevano anche sbrigarsi a farlo perché era l’unico modo per attivarli e aprire quella porta che - adesso - sbarrava loro il passaggio. Il fantasma disse anche che la roccia li avrebbe spiegherà aiutati a capire come fare, quindi la priorità stava nel risolvere quel grattacapo.

    Non ci renderanno vita facile? Chi? Cosa? Ma che diavolo succede? Auh!

    Un libro assatanato le arrivò alla schiena e allora capì: era il colmo se ci si fermava a pensarlo, ma loro non avevo certo il tempo per restare impalati! Gli occhi sgranati dal caos che si era creato, adocchiarono Jamie poco distante da lei. Era solo in quel momento, quindi pensò bene di aiutarlo e magari se ci fosse riuscita, a prima occasione avrebbe raggiunto Finn, Coral, Roger e Arianne che si trovavano in prossimità di quella porta. Non era un bene restare da soli, quell’avventura li aveva voluti insieme fin dal principio e tutti insieme ne sarebbero venuti a capo. Corse verso di lui, parandosi davanti al bambino, mentre la bacchetta già eseguiva decisa i movimenti necessari allo Scudo.

    Protego!

    La saetta usò lo Scudo, sperando che la barriera traslucida riuscisse a proteggere lei e lo studente.

    Capacità Magiche:33+2
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    Jamie era ancora in mezzo alle due librerie dove si era precedentemente riparato e dove aveva trovato riparo dai libri volanti che lo inseguivano. Fu felice di essere riuscito a evitare che i libri lo colpissero, pensò di essere finalmente al sicuro senza alcuni rischi per la sua salute.

    Menomale ora qui sono al sicuro, spero di non dover più ritrovarmi libri ad inseguirmi e possa stare un po' tranquillo qui.

    Nemmeno il tempo di finire la sua frase nella testa che si vide due libri a pochi metri da lui che sembravano molto aggressivi nei suoi confronti. Piano piano si avvicinavano e Jamie non poteva più scappare da lì, era in trappola tra i due scaffali, un punto non ottimale per scappare. Penso a cosa potesse fare per liberarsi di loro, anche se sapeva di avere poco tempo prima di venire colpito.

    Potrei provare a scappare ma mi sembra inutile dato che ormai sono a pochi metri da da me, però posso sempre usare la magia, anche se ancora non sono sicuramente un mago esperto. Un Elettro o un Flipendo potrebbero essere l'incantesimo giusto per fare tornare i due libri su questi scaffali, invece che siano a giro mentre inseguono noi studenti e i nostri professori. Andrò per il flipendo. Mi sembra più facile e semplice da realizzare.

    Jamie prese quindi la bacchetta e si concentrò per un attimo sui libri come obiettivi principali per il suo incantesimo, appena ebbe nella sua mente l'immagine chiara dei due libri, disse la formula magica.

    Flipendo!

    Jamie scagliò l'incantesimo sperando di far allontanare i famelici libri e si accorse solo dopo un attimo dell'arrivo di Narcissa Harp, una delle studentesse più grandi della sua casata che fece un'altro incantesimo mettendosi davanti a lui, fece un protego, una magia che ancora non conosceva, avendo concluso da poco il primo anno. Jamie non sapeva cosa aspettarsi da tale magia e nemmeno se il suo colpo fosse andato a segno essendo stato subito coperto dalla ragazza.
     
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    Volare è meglio che cadere




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    Anita si era persa ad ascoltare con un orecchio ciò che accadeva con la vecchietta e con l'altro captava i commenti degli altri ragazzi. Era sempre divertente sapere cosa passasse per la testa a chi non era abituato a vivere in un mondo tecnologico, ma privo di magia...
    Si chiese se anche Matt fosse così sorpreso nel vedere il mondo babbano, poi però si diede della stupida: lui era vissuto a contattato coi babbani quando era stato in America, glielo aveva detto. Speró che stesse bene, non si erano riusciti a vedere prima delle rispettive partenze, però... Anita poggió una mano sulla sua borsa, dove si trovava uno degli specchi gemelli che le era stato regalato durante l'anno precedente, durante una festa a Drayrdd. Se ci fossero stati problemi glielo avrebbe comunicato, ne era certa. Accostó la testa verso quella di Artemis per rispondere al suo sussurro.

    Non so ... magari siamo troppo vistosi?

    Con quelle parole si voltò verso il gruppo di maghi e streghe minorenni che cercavano di spacciarsi per babbani comuni, alcuni senza molto successo: nessun babbano si sarebbe messo a fissare a bocca aperta un semaforo e nessuno si sarebbe messo a tamburellare le dita su di esso per capire se dentro fosse pieno o vuoto il palo. Anita trattenne una risata, ma la risposta della vecchietta la lasciò sbalordita e, di nuovo, a voltò a fissare Artemis, questa volta inarcando le sopracciglia e basta. Immaginava che l'amico capisse il motivo della sua sorpresa e del suo dubbio: la signora aveva detto loro di seguirla e li avrebbe condotti in un certo posto, ma...

    Perché la Levi ha deciso di seguirla? Non so quanto sia prudente...

    Anita era dell'idea che "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", soprattutto degli estranei, ma a quanto pareva la loro Responsabile era di un altro avviso. Si misero in marcia e Anita si mise a recuperare qualche ragazzino che si stava trattenendo a guardare le macchine che si erano fermate per farli passare. Erano in tanti, meglio non disperdersi. Mentre seguivano la signora la mente della Tempestina era piena di domande e dubbi, ma quando arrivarono a destinazione... beh, il posto in cui li aveva portati non era certo rassicurante. Non si erano fidati e affidati a una pazza, vero? Quella era stata una biblioteca? Molto tempo fa probabilmente, perché con tutto lo sporco e l'umidità che probabilmente si erano creati là dentro... Anita sperava che non ci fossero dei libri dentro là.

    Ehi! Ragazzi, potrebbe essere pericoloso lì dentro!

    Si era lanciata dietro a quelli che si erano già introdotti dalla porta secondaria. Se quella fosse stata una pazza lì dentro ci sarebbero state solo travi marce o cose che potevano ferire i ragazzi, nulla di più! Prima di entrare lanciò uno sguardo verso la donnina che li aveva portati lì, ma non vide nessuno... Era scappata?
    Mentre entrava si chiese perché tutti si fossero fermati poco oltre la porticina e il suo cuore prese a battere: qualcuno si era già fatto male? Ma quando fu dentro anche lei capì perfettamente e rimase a bocca aperta. Niente muffa, niente sporco... tutto era bellissimo e splendente. Doveva essere una magia quella che camuffava quella biblioteca, ma come faceva a saperlo la signora? Era stata fortuna? Quel luogo sarebbe stato il suo paradiso, Anita lo sapeva, si sarebbe persa tra quegli scaffali, senza dubbio. Si fece da parte per lasciare entrare tutti, incitando anche i primi che erano entrati a farlo.
    Quando tutti furono dentro comparve il fantasma di un uomo che pareva essere vissuto in tempi molto antichi.
    Doveva essere quella la loro meta, anche se la tempestina non aveva certo sperato di scovarla così rapidamente, ma tanto meglio. Cercò Artemis con lo sguardo, sapendo che, come lei, amava i libri, poi cercò pure Narcissa. Era strano, tutta la situazione era particolare.
    Ascoltò sempre più sorpresa le parole del fantasma e poco a poco lui fu l'unico a concentrare su di sé la sua attenzione.

    Che vuol dire che hanno lasciato un tesoro, ma non proprio qui? E dove?

    Poi capì, osservando la zona della biblioteca che veniva loro indicata: si estendeva anche oltre quel corridoio! Quanto era grande quel posto?
    Anita a quel punto seguì nuovamente con lo sguardo il fantasma e vide dei globi che volteggiavano sopra di loro... da dove erano sbucati? Erano sempre stati lì? Li seguì per qualche secondo, poi tornó ad ascoltare le parole del fantasma.
    Quindi dovevano risolvere una sorta di indovinello per passare oltre? Stava per mettersi a pensare, ma le parole dell'uomo perlaceo e le urla di chi si trovava dietro di lei le fecero distogliere i pensieri da ciò che era solo un esercizio mentale per rivolgersi a ciò che era un pericolo reale. Dei libri si erano messi a colpire quelli più lontani in testa, ma il problema era che si stavano avvicinando! Anita cercò di chinarsi in tempo, ma erano tanti e poi doveva proteggere i più piccoli!
    Raggruppó vicino a sé chi le capitò sotto mano degli studenti più giovani, gli altri confidava se la sapessero cavare da soli. Tirò a sé con forza alcuni di loro, tra cui Léolínus, poi con la mano destra estrasse la bacchetta.

    Protego! Chi può venga vicino a me!

    Se fosse riuscita nel suo intento la piccola barriera che voleva creare avrebbe protetto almeno se stessa e qualcun altro dai libri malefici.

    Tenete la testa bassa e cercate di proteggerla con le braccia!

    Disse a chi era vicino a lei. Se non fosse riuscita nel suo intento li avrebbe fatti correre davanti a lei e si sarebbe inventata qualcos'altro... lo sperava, almeno.
    Quell'avventura era iniziata e lo aveva fatto a modo suo.
     
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75 replies since 2/8/2017, 19:30   1580 views
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