Elf Day!

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    Non le importava nulla di rendere omaggio agli elfi domestici, ma quando la sua amica l'aveva scongiurata di partecipare all'evento non aveva potuto far altro che accettare e rimboccarsi le maniche.

    Se sapevo che avrei fatto tutta questa fatica con il cavolo che partecipavo. Coral me la pagherà.

    Aveva passato tutta la mattina a pulire e stirare abiti di abitanti dell'Accademia non meglio identificati, le erano pure capitati fra le mani dei boxer di qualche studente ma subito li aveva lanciati nella pila di panni da stirare di qualche altro compagno che si era prestato per quella mansione.
    Le montagne di panni spiegazzati erano diventate pile di abiti in perfetto ordine, il lavoro sembrava oramai concluso ma quando Coral prese la pila di abiti dei decenti e del personale, la tempestina dovette arrendersi all'idea di avere davanti ancora altro lavoro da compiere. E la situazione peggiorò ancora quando Laice decise di fare il suo ingresso in scena e mescolare tutti gli abiti dei docenti, mettendo i poveri studenti nella brutta posizione di doverli riabbinare.

    Beh diamo il via all'uso della fantasia.

    Non aveva alcuna intenzione di perdere troppo tempo in quella operazione, sarebbe stato sufficiente dividere i capi maschili da quelli femminili e poi il caso avrebbe avuto la meglio.

    Oddio questa.

    Era una camicia da notte davvero molto sexy che lasciava davvero poco all'immaginazione: il pizzo nero sul petto era alquanto inutile e la lunghezza ridicola; erano moltissime le professoresse che avrebbero potuto permettersi di indossare un capo simile, ma oramai nella mente di Eliza era nata la strana idea di utilizzare la fantasia.

    Direi che la Dixon starebbe benissimo con questa addosso, non trovate?

    Era ovvio che quella camicia da notte non appartenesse all'insegnate di storia della magia, ma la sola idea della faccia che avrebbe fatto la donna quando si fosse trovata quel capo striminzito da indossare ripagava tutta la fatica fatta quel giorno.
     
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  2. Jack Jers
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    Anche Jack era nel gruppo cucina. Ovviamente non era un caso: appena aveva saputo che ci sarebbero stati Marcus Edwards e mrlore92 anche lui aveva deciso di entrare a far parte di quel gruppo. Inoltre avrebbe avuto la possibilità di aiutare gli Elfi e lui adorava aiutare chi aveva bisogno!

    Le cucine erano grandi e piene di odori diversi dovuti alle diverse pietanze preparate nel corso del tempo. Era assolutamente inabile in qualsivoglia faccenda di casa poiché a Cork aveva Wallace che faceva tutto.

    E ora c'era questa faccenda del topo. Era stato in disparte fino a quel momento a guardare tutti questi ragazzini che correvano su e giù; non sapevano che i topi si agitano più dei maghi, così?

    Che casino c'è qua dentro?


    Anche lui voleva dare il suo contributo in qualche maniera e quando qualcuno, nel delirio, urlò:

    È LÀ RAGAZZI, SOTTO L'ARMADIETTO DELLE SPEZIE, QUALCUNO LO FERMI!

    Decise che la cosa migliore fosse mettere degli stracci ad un lato dell'armadietto delle spezie, così che non potesse scappare da quella parte...o almeno così sperava. In realtà non sapeva se sarebbe stato sufficiente...solo il destino lo avrebbe potuto dire, ma l'idea gli sembrava abbastanza buona
     
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    Quando Frances aveva sentito parlare dell'Elf Day, aveva subito deciso di aderirvi, ma non tanto perché tenesse particolarmente alla causa, quanto per la possibilità di avere un incontro ravvicinato con un elfo, creature che conosceva pochissimo e che mai aveva avuto occasione di vedere da vicino. Si accorse che l'evento non consisteva nell'aiutare gli elfi a lavorare, quanto nel lavorare al loro posto, quando ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Acconsentì remissiva a piegare il bucato con i ragazzi del suo stesso gruppo, controvoglia, ma non particolarmente affaticata: quello era un compito che già svolgeva a casa, dove un elfo domestico non sarebbe mai stato alla portata del loro portafogli, né sarebbe mai potuto entrare nelle grazie del padre, così come qualunque elemento appartenente al mondo magico.

    Riordinare la rilassava. Aveva sempre avuto l'impressione che l'aiutasse a mettere i fila i propri pensieri, sbrogliando la matassa nel riporre ogni oggetto nel posto che gli spettava, come se la sua camera fosse uno specchio della sua mente. L'accumulo la turbava, soprattutto quando cominciava a farsi opprimente, e poteva sentirne il peso sulle spalle finché non si decideva a dare una sistemata.

    Per questo motivo, si irritò forse più del dovuto quando l'intervento di Laice riportò il caos dove loro avevano tanto faticato a portare ordine, sbuffando sonoramente e incrociando le braccia, come fosse stata personalmente offesa. La stessa bambina della Tempesta che le aveva quasi vomitato addosso a San Valentino si mise subito a strillare come una matta contro il poltergeist, per poi invitarli a cercare di abbinare il capo di abbigliamento al docente corrispondente un po' così, a sentimento, seguita a ruota da una ragazza del Fuoco che pareva fin troppo esaltata. Si avvicinò agli abiti che erano stati privati del loro proprietario, cercando di capire a chi potessero appartenere, scorrendo velocemente le figure dei professori nel tentativo di rievocarne l'usuale tenuta. Si voltava in direzione dei capi indicati dai compagni ogni volta che qualcuno faceva un tentativo di abbinamento, facendo piccoli cenni di assenso con il capo quando pensava che potessero avere ragione. Quando una saetta indicò una completo da notte parecchio succinto associandolo alla professoressa Dixon, impallidì, sgranando gli occhi in un'espressione visibilmente stupita, prima di storcere il naso, disgustata.

    Che immagine raccapricciante

    Lo sussurrò fuori dai denti, per poi voltarsi subito verso un altro abito, nella speranza di riuscire a scacciare quella figura agghiacciante dalla mente, puntando le iridi su un tailleur verde, esile ed elegante, che avrebbe visto bene indossato dalla professoressa Thompson.

    Questo dev'essere della professoressa di Pozioni, o almeno, credo
     
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    Volare è meglio che cadere




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    Anita si era ritrovata in mezzo ad un gruppo con delle reazioni simile e differenti allo stesso tempo: c'era chi si era fatto prendere dalla rabbia e chi, nonostante questo, voleva andare a riprendere immediatamente le bacchette, ma quasi nessun osi era mosso dal proprio posto nella stanza, come se in questo modo fosse più facile non far scoppiare le bombe. Era assolutamente vero, stare fermi non avrebbe causato ulteriori danni, ma non avrebbe nemmeno aiutato nella risoluzione di quel pasticcio: a mano sarebbe stato impossibile pulire tutto quel disastro, quindi andare a prendere le bacchette era davvero la loro unica possibilità. Si voltò verso Artemis, ancora arrabbiata con Laice per quello che aveva fatto, ma decisa a non lasciarsi rovinare la giornata.

    Purtroppo non so come si possa uccidere Laice, ma adesso tanto sarebbe inutile pensarci... dobbiamo recuperare le bacchette, altrimenti restiamo qui tutta notte senza progressi.

    Il suo tono era ancora nervoso, perché per una volta che la scuola li metteva nell'ordine di idee che dovevano essere più responsabili, che dovevano rendersi conto di ciò che altri facevano per loro ... doveva comparire Laice per rovinare quel momento. Comunque non fare nulla non era una soluzione accettabile, perciò Anita si voltò in direzione di Justin e gli si avvicinò, cercando di non sporcarsi completamente anche lei, ma volendo essere d'aiuto per il ragazzo. Non aveva fazzoletti dietro, perciò poté fare poco per essere sinceri.

    Cerchiamo di stare calmi e proviamo a muoverci per la stanza: dobbiamo raggiungere quello scaffale. Se stai bene, Justin, ci spostiamo e attenti a dove mettete i piedi, cerchiamo di non peggiorare la situazione.

    Anita si mise a camminare molto lentamente in direzione dello scaffale, meta di quel viaggio che poteva sembrare breve, ma che poteva essere davvero molto lento. Mentre avanzava si voltò verso i propri compagni: Artemis, Nathan e Arianne erano quelli più vicini a lei, subito dietro si trovava Justin e dietro ancora chi era indeciso e, forse, spaventato o ancora sconvolto da ciò che era accaduto. Narcissa e Juanh si trovavano in fondo al gruppo, perciò Anita li incitò con un piccolo gesto della mano, perché stare distanti e separati aumentava la probabilità di far cadere o esplodere altro e volevano evitarlo in tutti i modi.
    Mentre si avanzava un rumore fece scappare un urlo a una ragazzina del primo anno, che fece un salto all'indietro, colpendo con il gomito una scatola piena di oggetti indefiniti. Anita si bloccò, perché la sua mente aveva già immaginato l'ufficio completamente sporcato con litri di vernice esplosi dopo quell'urto, ma... non accadde assolutamente nulla, perciò fece un sospiro di sollievo. Il rumore che aveva causato il potenziale pericolo era stato uno starnuto di Justin, che coperto com'era di vernice, aveva provato a pulirsi il volto inutilmente e aveva solo peggiorato la situazione, sporcandosi anche l'interno del naso con la vernice, cosa che lo aveva fatto starnutire.

    Ricordate di prestare attenzione... Andiamo avanti!

    Anita riprese a camminare, ma un suono non gradito la fece bloccare per la seconda volta. Non fece in tempo a voltarsi per dire di fare attenzione, perché Narcissa aveva appena dato un calcio per sbaglio alla seconda bomba di vernice, che si trovava vicino allo scatolone che era stato colpito poco prima. L'urto l'aveva fatta spostare e la ragazza della Tempesta le aveva dato un calcio per sbaglio mentre riprendevano a camminare.
    La bomba esplose: Narcissa e Junah furono colpiti in pieno, non erano sporchi quanto Juastin, ma quasi, perché il volto, le gambe e lo stomaco erano completamente sporchi. Invece Anita, Artemis, Nathan e Arianne furono raggiunti da alcuni schizzi che li sporcarono solo sulle gambe e sul petto.

    Tutto bene? Riprendiamoci quelle dannate bacchette! Chissà cosa se ne fa di bombe di vernice Cooper...

    I professori di Amestris la stupivano sempre.

    Bene! Non avete postato tutti, perciò la bomba è scoppiata! Scusate per il ritardo, comunque ora il gioco è sempre lo stesso, ma le regole si fanno più... cattive? Forse. Sta di fatto che il vostro obiettivo non è cambiato: recuperate le bacchette se non volete finire come Justin! Per evitare di far scoppiare una terza bomba vi consiglio di postare entro il 19/05 a mezzanotte.
    In bocca al lupo a tutti e divertitevi!

    ArianneMila, Narcissa Harp,
    Artemis Baskerville, Junah Grimm, Nathan Clark
     
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    Appena il topino iniziò correre per la cucina, il caos si espanse velocemente, Léo non sapeva come fare a calmare i ragazzi, perché più avrebbero fatto chiasso più il topo si sarebbe spaventato sempre di più e non avrebbe certo fermato la sua corsa!
    Vide che Marcus Edwards, studente del fuoco, iniziò a corrergli dietro per primo, prendendo una pentola che aveva trovato lungo il tragitto e si era lanciato per prenderlo e bloccarlo, ma per sua sfortuna il topo era decisamente troppo veloce e prima che la pentola potesse colpire il suolo, la creaturina era già sparita sotto un mobile, acquisendo un certo vantaggio dato che per un attimo tutti pensarono di averlo preso, ma fu sfortunato a trovare lungo la sua via i piedi di
    Janelle, studentessa del ghiaccio appartenente al primo anno, che ebbe l'occasione di conoscere durante lo yule ball.
    La giovane strega dai capelli biondi riuscì a castare l'incantesimo, ma per un pelo mancò il suo obbiettivo andando a rimbalzare, allota, sopra la pentola tenuta da Marcus e dopo sopra un'altra, appesa al di sopra dei fuochi.

    C-Charlotte!

    L'altra studentessa del ghiaccio ebbe la brillante idea di far entrare il proprio famiglio all'interno della cucina, ma quella volta la fortuna sembrava non essere dalla parte degli studenti, perché non appena il gatto percepì lo spostamento del topino dal pavimento ad un luogo sopraelevato, non ci pensò due volte a saltare sopra il tavolo, vicino ai fuochi, finendo dunque, sul tragitto del pietrificus totalus, proprio mentre stava saltando per azzannarlo; il colpo ricevuto, lo "pietrificò immediatamente in volo, facendolo poi cadere come una pera sul legno, e poiché nelle vicinanze si trovava un grosso vaso di miele il tremolio provocato dalla caduta lo fece cadere.

    Marcus!

    Il grosso vaso, simile a quelli che erano disegnati nelle storie babbane che raccontavano le avventure di un orsetto giallo con la maglietta rossa, stava proprio per fare da cappello al ragazzino del fuoco.
    Nel mentre, il topino aveva raggiunto una delle mensole e guardava tutto il macello che aveva creato, quasi come se fosse divertito della situazione, ma subito, ricominciò a correre.

    O-oddio...p-piano, s-state t-tutti b-bene? Vi sie...siete fatti male?

    Guardò in particolare Marcus, per poi portare la sua attenzione su Elanor.

    L-la si-signorina We-Weiss ha ragione, dobbiamo calmarci, e...e ce-cercare di n-non spaventarlo, o...o andà chissà dove...o-okay?


    Okay, eccomi qui con la seconda parte della caccia al topo.
    Siete stati bravissimi, se non mi sono perso qualche post avete tutti compiuto un'azione, ma ahimè, le vostre scelte vi hanno messo un pochetto nei guai.
    Scusate il mio ritardo e se magari pensate che ci siano delle cose sbagliate in ciò che ho scritto fatemelo sapere per MP e provvederò a modificare!
    Il vostro obbiettivo è sempre quello di prendere il topino, buona fortuna!
    avete tempo fino al 19/05/2017 a mezzanotte per postare.
    Buona fortuna!mrlore92 Charlotte NearJanelle Hume
    Marcus Edwards Elanor WeissJack Jers
     
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  6. Marcus Edwards
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    Uff, calmati Marcus, respira.

    Si disse tra sé lo studente del fuoco, cercando di mantenere la calma.

    Dannato topo!

    La bestiolina sembrava uno degli highlander, gli irriducibili guerrieri scozzesi.
    Era imprendibile.
    Marcus rifletté in cerca di una soluzione, i fuochi non erano solo azione e niente cervello.

    Incantesimi di difesa no, potrei fare danni. Incantesimi delle pastoie no, abbiamo già visto col gatto di Charlotte come è andata a finire.
    Ci sono! Trasfigurazione! Ora ti prendo e ti faccio diventare un bel bottoncino.


    Marcus già altre volte aveva provato quell'incanto e gli era sempre riuscito ma mai su un bersaglio in movimento.
    Ritornò in modalità cercatore, gli occhi focalizzavano ogni piccolo movimeto o zampettio, le orecchie tese a ogni squittio, i compagni del gruppo sembrarono sparire dalla stanza.

    Eccolo di nuovo sta volta mi sei a tiro.
    Globulus!


    Esclamò il ragazzo del fuoco puntando il catalizzatore contro la creaturina grigiastra.
    Un lampo vermiglio si manifestò.
    Fra un'attimo avrebbe visto se quel piccolo topo sarebbe diventato un bottone.


    Incanto non autoconclusivo, il master deciderà se sarà andato a segno oppure no.


    Edited by Marcus Edwards - 23/5/2017, 23:51
     
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    Jamie era deluso dal fatto che non era riuscito a prendere il topo. Addirittura aveva fatto dei piccoli danni in cucina l'animale. Non erano stati abbastanza bravi nel prenderlo, fino ad allora.

    Come è fastidioso questo topo. Non può riuscire a scappare di nuovo, siamo diversi alunni e non ce la farà a scappare un'altra volta.

    Una volta finito il suo pensiero, provò a individuare di nuovo il topo e vide che era ancora sotto al mobile. Lo inquadrò come il nemico principale, era l'obiettivo per salvare la cucina dai disastri. Pensò come poteva realizzare questa epica impresa della cattura del topo.

    Dunque cosa posso fare? rincorrerlo non serve, è più veloce di noi sicuramente, non sarebbe il caso di riprovare in quella maniera. Potrei provare un incantesimo leggero, che non faccia troppi danni nel caso che andasse male. Un flipendo ben assestato sarebbe l'ideale. Lo colpirebbe e lo farebbe sicuramente fuori.

    Jamie allora si spostò nella direzione del topo puntandoli la bacchetta addosso. Vide che era fermo immobile e capì che era il momento di approfittarne. Si concentrò, e disse infine la formula.

    Flipendo!


    Sperava che il colpo andasse a segno e non facesse danni nella cucina.
     
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    Janelle vide il suo incantesimo mancare il topino, decisamente troppo veloce per i suoi riflessi, ma rimbalzare su ben due pentole a rischio di ferire qualcuno.

    Oh... Ehm... Scusate!

    Le sue scuse erano rivolte perlopiù a Marcus, compagno del Fuoco che aveva in mano uno degli oggetti che aveva accidentalmente colpito, ma anche a tutto il resto del gruppo cucina, che a quanto pareva non aveva aiutato in alcun modo, anzi.
    Cercò di mascherare l'imbarazzo nell'aver fallito il suo tentativo di cattura, confortata dal fatto che probabilmente nessuno si stava accorgendo di lei in quel momento. La cucina sembrava un campo di battaglia: chi correva da una parte, chi dall'altra, chi lanciava incantesimi e chi aveva addirittura lanciato il proprio gatto alla ricerca del malcapitato.
    Era un caos totale, e Janelle odiava il caos: tutto quel movimento frenetico, quegli urletti, quel movimento le impediva di concentrarsi e riflettere a mente fredda.

    Calma, basterebbe un po' di calma!

    Ormai lo scopo di Janelle, più che catturare il topo in sé e per sé, era far finire quel gran baccano per tornare a cucinare in tutta tranquillità.

    Dai topino... Vieni qui...

    Janelle prese la prima pentola che trovò a disposizione e rimase ferma ad aspettare il topo, nel caso avesse deciso di passare proprio accanto a lei.

    Figuriamoci se mi metto a corrergli dietro.

    Non era riuscita a raggiungerlo neanche con un incantesimo, sulla corsa non aveva possibilità di batterlo.

    Edited by Janelle Hume - 20/5/2017, 01:38
     
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    Arianne era molto spaventata, non le facevano paura le bombe di vernice, ma da tutti quegli oggetti che erano sparsi sul pavimento e che non avevano una chiara forma.
    La ragazzina asserì alle parole di Anita e fece dei piccoli passettini incerti e tremanti, cercando di stare attenta.

    Chi me lo ha fatto fare? Se avessi saputo che sarebbe andata in questo modo me ne sarei rimasta nel mio letto a leggere e rilassarmi. Cosa mi è saltato in testa?!

    Arianne era ormai nel panico, non riusciva più a connettere. L'attacco di panico era prossimo, ma per fortuna riuscì a calmarsi. Voleva la sua bacchetta. La faceva sentire al sicura averla in pugno, ma se la voleva doveva recuperarla e non sarebbe stato facile.
    La primo anno si accostò alla schiena di Anita vicino a lei Nathan e Artemis. Procedettero con cautela senza fretta. Non volevano far scoppiare le bombe. Nessuno di loro voleva fare la fine di Justin.
    Quando una ragazzina ha colpito con il gomito una scatola, tutti si bloccarono. Arianne rimase in mobile cercando di non scoppiare a piangere dallo sconforto. Per fortuna niente scoppiò, ma non si rilassarono. Il pericolo delle bombe era ovunque, infatti non fecero in tempo a fare un passo che si sentì un suono che paralizzò tutti e la bomba scoppiò!
    Narcissa aveva dato un calcio alla bomba di vernice e adesso ne era, con lei anche Junah.
    Arianne si sentì sollevata che avesse solo degli schizzi di vernice e con lei Anita, Artemis e Nathan, ma fu anche dispiaciuta per quei due poveretti. Non voleva proprio trovarsi al loro posto.
    La ragazzina non poté che essere d'accordo con Anita.

    Cosa se ne fa Cooper con delle bombe di vernice?!

    Forse sarebbe rimasto un mistero.


     
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    Coral ripose ordinatamente la giacca da Matemoscio di Laeddis sul bancone, ascoltando distrattamente le parole delle sue compagne.
    Sorrise ad Anisha e ad Eliza, mentre una piccola lampadina malefica cominciava ad accendersi dentro al suo cervellino, seguendo le proposte implicite - e neanche tanto - delle compagne.

    In effetti, noi stiamo solo ordinando dei vestiti.
    Non è mica colpa nostra se Laice ci ha portato via i nomi...


    Affermò la bambina della Tempesta con un sorriso mefistofelico sul volto, trovando quei "lavori non forzati" improvvisamente molto divertenti, soprattutto se a rimetterci sarebbero stati i Professori.
    In fondo, non avrebbero potuto prendersela con loro neanche volendo: era risaputo che dietro il bucato quel giorno ci sarebbero stati degli studenti, ma non avrebbero mai potuto sapere quali con esattezza.

    Io invece credo che quello che hai pescato tu appartenga alla Dixon, Frances. La Thompson è molto più cool.

    Disse Coral scrutando perplessa l'abito della ragazzina del Ghiaccio, sempre più convinta di averlo visto addosso alla Docente di Storia, che ogni giorno teneva le sue lezioni vestita da un tailleur gonna diverso.

    Ma scommetto che alla Thompson non dispiacerà troppo trovare fra i suoi abiti uno così elegante e di classe... Per non dire da vecchia racchia.
    Non trovate?


    Propose Coral, prendendo l'abito dalle mani di Frances prima che potesse aggiungere qualcosa, sistemandolo per la Thompson.

    E se in abbigliamento alla sensuale camicia da notte della Dixon, aggiungessimo questi magnifici Jeans e questa stupenda maglietta?

    Coral era ormai partita in quarta, e niente e nessuno avrebbe potuto distoglierla dal suo intento di rendere quel bucato particolarmente esilarante.
    Cominciò dunque a scrutarli con un sorriso sotto i baffi che no, non sarebbe andato via tanto facilmente.

    Ovviamente voi potete continuare a sistemare gli abiti nel modo che voi credete corretto, tutto secondo la coerenza col vostro pg!
    Vi invito a postare più volte se potete, scegliendo adesso quanti abiti volete per riuscire a completarli in tempo.
    In spoiler segnate poi il numero dell'abito/abiti scelti, pls.

    Prima ondata di abiti: 1 (solo giacca - Andrew), 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9.

    Seconda ondata di abiti: 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25,
    26

    Frances Stitcher
    Eliza Makepeace
    Anisha Chandler
    Dana Goode
    Crystal Williamson
    Severus Drake Mattia


    Edited by Coral Allen - 20/5/2017, 01:21
     
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  11. Charlotte Near
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    Oh cielo! Yami!

    Esclamò, prendendo il suo micino e stringendolo a sé, dispiaciuta.

    non preoccuparti, piccolo, è tutto a posto, passerà tra poco...

    Tornò all'entrata della cucina, mettendolo fuori davanti alla porta, almeno lì non si sarebbe fatto male. Tornò dentro, infuriata con quel topino ma anche con la ragazza che aveva lanciato l'incantesimo, insomma, il suo gatto era appena stato pietrificato!
    Sbuffò, il topo era decisamente troppo veloce. Guardò i presenti.

    Attirarlo con del formaggio sotto una pentola, no eh? Troppo classico scommetto.

    Disse sarcastica, prendendo un pezzo di formaggio e mettendolo sotto la pentola che aveva preso la ragazza del ghiaccio.

    Quando si fermerà per prendere il formaggio, non esitare, capito? Ho addio pagina.

    Raccomandò alla ragazza di cui non conosceva il nome ma sperava fosse abbastanza sveglia e con riflessi pronti.
     
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    Quando la ragazzina della Tempesta le fece notare chi fosse il probabile proprietario dell'abito strappandoglielo di mano, si rese conto quanto fosse scarsa a distinguere i vari capi di abbigliamento, il suo fiuto per la moda rasente lo zero. La verità era che non aveva occhio perché non le era mai interessato averne: tutti gli studenti indossavano l'uniforme e lei stessa non aveva che pochi vestiti ormai logori, sempre gli stessi da anni, persino di taglie abbondanti per adeguarsi alla sua crescita. Erano altri i dettagli la colpivano di una persona e scorrendo nuovamente le iridi sui capi che ancora rimanevano da assegnare si accorse che, per quanto la riguardava, sarebbero potuti appartenere a chiunque, o forse a nessuno.
    Annuì a Coral con un cenno del capo, esprimendo un consenso non richiesto e nemmeno, di fatto, concesso, quando la ragazzina assegnò volontariamente il tailleur alla professoressa sbagliata, lavandosene le mani: nessuno avrebbe comunque potuto dare la colpa a lei.
    Posò lo sguardo su un vestitino nero con il colletto bianco, posato a poca distanza da un pigiama con stampato sopra quella che aveva tutta l'aria di essere la faccia di un panda. Inarcò un sopracciglio, perplessa: stentava a credere che quei capi potessero appartenere ad una docente, e non ricordava minimamente di aver visto nessuno vestito in modo simile. Non le restò che ragionare per esclusione, cercando di pensare a componenti del personale dell'Accademia con cui lei avesse avuto poco a che fare, come a voler giustificare il fatto che non riuscisse a figurarsi quegli abiti addosso ad altri che a, forse, una bambina di dieci anni.

    Questi potrebbero essere della professoressa di Antiche Rune? O magari dell'infermiera. Non ne ho idea.

    Entrambe le donne avevano un viso fanciullesco e solare, magari era rappresentativo della loro personalità da Peter Pan. Osò, senza troppe remore, conscia del fatto che probabilmente erano già stati fatti più abbinamenti sbagliati che corretti.
    Rivolse gli occhi ad una canottiera semplice, con i relativi slip abbinati, bianca e anonima. La sollevò corrucciata, quasi stizzita, ché non aveva la benché minima idea di cosa farne.

    Questa potrebbe davvero essere di chiunque, tranne, forse, del custode. Forse del guardiacaccia? Del professore di Trasfigurazione?

    Si accorse che poco distante v'era un abbinamento analogo, ma al femminile, e sollevò anch'esso.

    Lo stesso si può dire di questo. Anche se la professoressa Dixon non ce la vedrei, qui dentro.

    Prese la canotta femminile fra le mani, appoggiando al suo fianco il resto, e la tirò appena per rendersi conto che non era molto elastica: la professoressa di Storia della Magia non sarebbe probabilmente riuscita nemmeno ad infilarsela.
    La sua attenzione fu rapita da due capi di abbigliamento che sicuramente appartenevano a uomini, ma che lei non aveva mai visto indossare da qualcuno in vita sua. Lei li avrebbe probabilmente usati appena uscita dalla doccia, eppure non parevano essere del giusto materiale: erano pesanti e all'apparenza poco adatti ad assorbire l'umido residuo sulla pelle.

    Ma questi sono accappatoi?

    Nell'ordine: 9, 17, 23, 22, 11, 18
     
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  13. Crystal Williamson
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    Crystal si diede da fare e mentre piegava panni su panni senti le parole della Tempestina, sorrise per la veridicità di quelle parole ma sapeva che ognuno aveva il proprio stile e di certo lei non era il tipo che giudicava cosa la gente indossasse ma trovarsi tra le mani maglie e pantaloni abbinati con sopra una faccia di panda, come era successo alla sua con casata poteva essere un po’ un trauma.
    Allungo la mano verso l’ennesima cesta di panni e ha colpo prese quello che le sembrava un pigiama a righe azzurre e bianche, storse il naso e pensandoci bene l’unica persona che poteva indossare quella cosa era il custode.

    Credo che questo appartenga al Custode.

    Poi sbuffando prese dalla cesta un altro abito, questa volta pesco qualcosa di nero; un capotto da inverno ad occhio e croce.

    E questo invece credo proprio al Preside, bisogna ammettere che è davvero elegante come capotto.

    Si sposto qualche ciocca di capelli che erano caduta davanti il viso per poi tirare qualcos’altro da ripiegare nella cesta; questa volta per sfortuna o per fortuna prese un vestito blu, lungo fino a terra con uno spacco sul petto bello evidente ed un collo alto per contorno.
    Sorrise e immaginando qualcuno con quello a dosso, non poté che pensare ad una sola persona.

    Credo che invece questo sia della Harp. Che ne dici Frances?

    Chiese poi alla sua con casata con un sorriso ironico che non duro molto appena incrocio una piccola canotta bianca con pizzo, da donna ovviamente.
    Deglutendo e arrossendo di imbarazzo per chi indossasse una cosa del genere, decise di dissimulare facendo una piccola battuta.

    Vi immaginate la Dixon con questo? Ma penso più che faccia al caso della Thompson.

    10, 14, 5 e 20
     
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  14. Dana Goode
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    [Gruppo Bucato]



    Dana spostava abiti qua e là con una faccia a dir poco schifata. Afferrava a stento i capi d'abbigliamento con la punta delle dita, non tanto terrificata dal dover toccare abiti altrui, quanto dagli abbinamenti bizzarri e dalla moda così poco all'avanguardia secondo la quale i docenti vestivano. Quel giorno aveva abbinato abusivamente al suo outfit "accademico" un paio di scarpe fucria fluo con tanto di tacco quindici, ma per il resto era uguale a tutti gli altri studenti, se non fosse stata la ragazza più bella di tutta la nazione ... Ma che diciamo, del mondo! Miss Universo in confronto non era qualcosa di confrontabile, Dana si sentiva chiaramente la migliore in tutto e, su tutte, avrebbe tranquillamente pensato di primeggiare. Lo sguardo superficiale e particolarmente apatico che aveva assunto in quel momento si spostò verso un tailleur nero con tanto di gonna a tubino annessa, camicetta bianca e scarpe nere lucide con tacco. Quel look da "mi vesto da segretaria sexy ma in realtà sono una zucchina con due fettine di petto di pollo crude al posto delle tette" poteva ricondurlo solo ad una persona.

    Questa è opera di quella svampita della Thompson. Me lo sento: solo lei potrebbe vestire in questo modo così ... Thompson.

    Prese poi in mano un lungo abito verde smeraldo con qualche dettaglio in color oro. Inutile dire che, appena fu capace di osservarne i particolari con attenzione, lanciò un urletto e scagliò di getto l'abito a qualche decina di centimetri da sé, "adagiandolo" su un tavolo libero. Gli occhi si spalancarono e la mano destra puntò l'abito con fare criminale, come se lo volesse accusare di qualcosa che non avrebbe mai assolutamente potuto fare. Non riusciva a trattenere l'ira, non riusciva a rimanere impassibile davanti a quell'oltraggio alla moda e al buon gusto. Non riusciva.

    Quella sorta di vestito di carnevale cucito da Stevie Wonder è della Montrose. Ne sono sicura: solo lei andrebbe in giro con una tenda di Napoleone mista a qualche vestito di scena delle Sorelle Stravagarie. Terrificante, qui neanche una stilista illustre riuscirebbe a dare un'acconciata. Per questo abito il bucato non dovrebbe chiamarsi così, ma "bucante" ... perché mi ha perforato la retina.

    Ed eccola quindi prendere in mano un pigiama da uomo. Si limitò ad appoggiarvi il naso sopra, sentendo l'odore, ma riuscendo solo a percepire il profumo del capo. Tutta esaltata si girò verso le proprie compagne, alzando in alto il pigiama e sfoggiando un proprio sorrisino smagliante dettato dalla situazione. Sperava solo che la sua intuizione fosse corretta, e se così fosse stata avrebbe difficilmente ceduto quel pigiama indietro.

    Questo spero sia di Bànach. Insomma, è nel suo stile: molto tenero e dolce, ma di quelli che ti afferrano e ti sbrandellano vive! Non pensate anche voi che il professore sia così bello ed affascinante? Ah... quant'è bono. Posso tenermelo nel caso sia suo oppure devo restituirglielo per forza?


    Prese infine un completo da uomo blu notte, abbinato ad una camicia a quadri e ad una cravatta in stile "coccio di bottiglia verde albina con vuoto a rendere". Quegli abbinamenti strappa-cornea abbinati ad un completo nel complesso elegante o, comunque, formale, per Dana non potevano che appartenere ad una persona in particolare. Nel caso si trattasse del professore che pensava, allora era quello che lei odiava di più: non per qualcosa, ma perché insegnava una materia per lei priva di utilità e di fondamento. Divinazione era molto utile, non Babbanologia! Avanti, concordate con me, vero?

    Questo è di Cooper. Sicura al 100%. Da bocciare totalmente, abbinamenti di colore improponibili, per non parlare della camicia a quadrettoni in stile "boscaiolo". Ho paura ad andare avanti.


    E fu così che si prese un momento di paura, osservando una volta per tutte le ragazze con cui stava avendo a che fare e squadrandole dalla testa ai piedi. Insomma, in quel momento si sentiva un po' strana rispetto al solito, ma nulla che non si potesse mascherare con un fintissimo sorriso rivolto al gruppo di raganelle felici.

    In ordine: 21, 26, 25 e 16.
     
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    Un rivolo di sudore le percorse la fronte, prima di venire asiugato con un fazzoletto da Narcissa. Protata la mano alla testa, si tirò su tutta la chioma castana e boccolosa, attorcigliando i capelli in un tuppo improvvisato e cinto da un codino viola. Dal suo codino viola, sia chiaro: ci sono codini e codini per la saetta! La stanchezza era palpabile in tutti loro, tanto che la ragazza si muoveva per inerzia: quel pomeriggio, quel arggg di pomeriggio, avevano già pulito gli uffici delle tre Responsabili - in momenti come quello ringraziava l'ordine maniacale della madre - più quello della Megera-Dixon. Era sfinita, anche se non era nuova a rassettare e pulire poiché la nonna Penelope - come la madre stessa - le avevano insegnato ad essere rispettosa degli altri e ad essere indipendente. Mentre camminava insieme agli altri, lanciava occhiate a Junah che era visibilmente stanco anche lui come tutti. Nell'ufficio della professoressa Montrose si era divertita a vederlo litigare con un mocio e un secchio d'acqua. Alla fine la spuntò lui, ma la scena era stata esilarante! Ripensando a quel momento, non si era accorta di essere arrivato nell'ufficio del professor Cooper, ma si accorse del pasticcio che combinò Laice: rubò le loro bacchette, ficcandole lontano da loro che erano praticamente all'ingresso. In più per terra erano caduti un sacco di oggetti, tra cui - sfiga rules - bombe di vernice! Laice le faceva venire il nervoso, ma di quello potente, tanto che la saetta fumava peggio di una teiera. Proprio una di queste bombe era scoppiata e Juastin ne fu la vittima: colpito in pieno, tutto blu.

    Grande Puffo! Non era così che si chiamava nel cartonanimato babbano? Anita, non ci assomiglia?
    Scusa Juastin, niente di personale e mi dispiace sinceramente che tu sia combinato così, ma sei troppo buffo! Ahahah!


    Sì, ma c'era ben poco da ridere, visto il casino in cui erano finiti grazie a Laice!

    Okay, qualcuno mi dica come stracavolo si ammazzano malissimo i poltergeist e nessuno si farà del male.

    Purtroppo non so come si possa uccidere Laice, ma adesso tanto sarebbe inutile pensarci... dobbiamo recuperare le bacchette, altrimenti restiamo qui tutta notte senza progressi.

    Non posso aiutarti nemmeno io Artemis, ma lo vorrei tanto sapere! In ogni caso, Anita ha detto bene: sarebbe inutile perdere tempo con quella, dobbiamo riprenderci le bacchette e finire di pulire questo maledetto ufficio! Possibilmente senza... AHHHHAAA, MA CHE CAVOLOOOO!

    Sfiga volle che mentre stavano avanzando - per il nervoso accumulato fin sopra i capelli - il piede della saetta finì per urtare con un calcio la seconda bomba di vernice. Risultato? Lei e Junah furono colpiti in pieno!
    Non erano sporchi ai livelli di Juastin, ma erano comunque pieni di vernice blu sul volto, sullee gambe e sullo stomaco.

    Tutto bene? Riprendiamoci quelle dannate bacchette! Chissà cosa se ne fa di bombe di vernice Cooper...

    Sì, ma mi stto seriamente alterando... CAPITO LAICEEEE!
    Non lo, ma sta sicura che glielo chiederò personalmente!


    Cercava invano di pulirsi parte del volto, per non fare merenda con vernice e rabbia, voltandosi verso Grimm. Il nervoso e la rabbia sparirono per un po' grazie a lui: era buffo, tremendamente comico e tremendamente bello anche con la vernice addosso!

    Ok, Puffolino e Puffolina! Qua la mano compare! Ahahahah!
    Artemis non una parola o ti faccio diventare Puffo Burlone, giusto Anita?


    Arianne, Artemis, Anita e Nathan erano rimasti lindi invece, ma per quanto ancora?
     
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55 replies since 14/5/2017, 19:07   1793 views
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