Elf Day!

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    Rompiamo le tradizioni: maghi al lavoro!
    07/05/2028


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    Da sempre i maghi hanno ostentato una sorta di superiorità nei confronti dei poveri, dolci e teneri Elfi che non hanno mai potuto controbattere contro questa... Oscenità.
    Nel mondo, per fortuna, esistono persone dal cuore puro come l'anima di un bambino, e dopo l'evento modaiolo da parte della giovane Eleonor Hastings, ad Amestris s'accende qualcosa di nuovo, qualcosa che potrebbe far storcere il naso a persone come quegli altezzosi dei maghi purosangue con la puzza perennemente sotto il naso, mentre ad altri farà solo sorridere.
    Léolínus Vincent Fitzgerald, accompagnato da Anita Hamilton e Coral Allen, ha indetto "l'Elf Day"! Una giornata dedicata al riposo totale degli elfi! Ma l'evento in questione non si ferma soltanto a ciò, anzi, come dichiarato da un nostro lettore: "Tutto ciò servirà ad insegnare un briciolo d'umanità a coloro che un giorno porteranno avanti il mondo, ne sono sicuro!"
    Perché? Perché saranno proprio gli studenti a fare il "lavoro duro": cucineranno, puliranno e si occuperanno del bucato. Solo in tal modo capiranno la fatica che fa un elfo ogni giorno, senza un attimo di tregua!
    Noi del Cavillo non possiamo che essere onorati di essere stati i primi a diffondere la notizia di questa rottura delle tradizioni, che speriamo apra un nuovo mondo a tutti.

    Cabalirius Inplotter



    ELF DAY



    Oggi è un giorno speciale.

    Gli occhi gentili della donna vagarono sui volti tondi e delicati della prole accademica, fiera di ciò che si apprestava a dire dall'alto del leggio da cui solitamente si ergeva il Signor Preside.
    Quel caldo giorno di Maggio sarebbe infatti stato ricordato come il primo della storia in cui maghi e streghe avrebbero collaborato insieme garantendo una giornata di riposo agli Elfi Domestici: un grande passo in avanti per la flebile ma persistente lotta sui loro diritti, perseguita già da diversi anni da alcuni membri della comunità magica inglese.
    Mikal non aveva mai creduto totalmente in quella causa: gli elfi stavano al lavoro come gli snasi stavano alla ricerca dell'oro. Per quanto da un certo punto di vista potesse essere molto triste, da un altro era comunque evidente che quelle creature fossero nate per ricoprire quel ruolo, svolgendolo anche con piacere. Non aveva idea se fosse stato così da sempre, ma di sicuro era così adesso.

    Il giorno in cui, per la prima volta, studenti di ogni età si impegneranno a rendere grazie agli Elfi Domestici per il continuo ed impeccabile lavoro che svolgono in Accademia da secoli.

    Tuttavia, quando Léolìnus, uno degli studenti della sua Casata, aveva mostrato particolare interesse per quella causa, Mikal non aveva saputo tirarsi indietro: aveva acconsentito alla creazione di un evento simile aderendovi con piacere nonostante le sue idee, consapevole della portata che avrebbe potuto avere.

    Sono fiera di poter affermare che quegli studenti siete proprio voi.

    La notevole adesione all'iniziativa, poi, l'aveva convinta ancora di più di avere preso la giusta decisione, coinvolgendo il Preside che si era mostrato subito favorevole.

    Tutti insieme, oggi, lasceremo le nostre orme sul cammino della storia.

    Ad ogni studente che aveva scelto di aderire all'iniziativa, era stato assegnato un compito ben preciso: alcuni avrebbero pulito gli interni e gli esterni dell'Accademia, altri avrebbero fatto il bucato, altri ancora avrebbero cucinato.
    Mikal guardò tutti gli studenti con un timido sorriso sul volto, prima di muovere le mani verso l'alto per segnalare implicitamente la fine di quel discorso e l'inizio delle attività del giorno.

    Che l'Elf Day abbia inizio!

    Lei si sarebbe occupata di spazzare per terra in molte delle aule del Castello, aderendo a modo suo a quella speciale iniziativa.

    A seguire e a destinizzare la mini avventura non sarà Mikal, ma tre dei suoi studenti: Coral per il gruppo del Bucato, Léolìnus per il gruppo cucina e Anita per il gruppo Pulizie.
    Aspettate dunque i loro post prima di iniziare a postare.

    NB: On parteciperanno all'evento come qualsiasi altro studente che vi ha aderito, non rivestiranno alcuna carica particolare.

    Bucato: Frances Stitcher, Eliza Makepeace, Anisha Chandler,
    Dana Goode, Crystal Williamson, Severus Drake Mattia

    Cucina: Nathan Clark, Marcus Edwards, Janelle Hume,Jack Jers, Elanor Weiss, Charlotte Nearmrlore92

    Pulizie: ArianneMila, Narcissa Harp, John-Smith,
    Artemis Baskerville, Junah Grimm, Nathan Clark
    Marcus Edwards
     
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    Ma quanto sono carini?!

    Gli elfi non si facevano vedere spesso in Accademia: incontrarli era un'occasione più unica che rara, soprattutto per lei che viveva in una delle torri più alte dell'intero edificio, lontana dal Sancta Sanctorum degli elfi domestici, le cucine.
    E quando i suoi occhi avevano incontrato per la prima volta quelli grandi e vispi delle simpatiche creaturine, non aveva potuto non trovarli adorabili. A casa della sua amica Eliza, poi, aveva avuto l'opportunità di passare diverso tempo con l'elfo domestico dei Makepeace, sviluppando un amore ancora più grande per loro.
    Non aveva dunque avuto altra scelta se non quella di aderire all'Elf Day, provando grande entusiasmo all'idea.
    Peccato che non avesse tenuto conto di quanto sarebbe stato faticoso: gli elfi erano proprio coraggiosi.

    Ormai manca poco, avanti.

    Insieme ad altri, Coral aveva passato l'intera mattinata e parte del pomeriggio a pulire e stirare tramite strani strumenti magici gli abiti di gran parte degli abitanti dell'Accademia. Avevano staccato solamente per pranzare, riprendendo poi subito dopo con i loro compiti. Era faticoso, ma molto soddisfacente, alla fine dei conti.
    O almeno questo era quello che lei pensava: non aveva idea di come avessero vissuto gli altri quella giornata.
    Poi fu finalmente il turno di piegare gli abiti, l'ultima fase del loro compito, fino a quando non ne restarono che pochi.

    Finalmente! Abbiamo quasi terminato.

    Davanti a loro, raccolti all'interno della camera del bucato, restavano gli ultimi indumenti da piegare e far portare ad altri ragazzi nelle camere dei proprietari.

    Uh, qui c'è scritto "Docenti e Personale".

    Per concludere in bellezza con quella giornata di duro lavoro, avrebbero dovuto piegare e sistemare gli abiti dei loro Professori e degli altri abitanti adulti dell'Accademia. Coral sentì un certo imbarazzo cominciare a prendere possesso delle sue gote, improvvisamente tinte di rosso.
    Non avrebbe mai voluto toccare le mutande del Signor Guardiacaccia, né vederle.

    E neanche quelle della Dixon.
    Brividi.


    Ma fortunatamente lì in mezzo sembrava non ci fossero mutande: forse erano stati graziati. Così si avvicinò a quelli, ma c'era qualcosa che mancava, qualcosa di indispensabile per proseguire.

    Bene. For-

    Tuttavia, una presenza traslucida e molto molto pestifera aveva deciso di non rendere la fine di quella estenuante giornata di lavoro tanto facile: in pochi secondi Laice fu vicina a loro, urlando come una forsennata e rubando dalla postazione quelli che erano i nomi stampati su pergamene degli adulti a cui appartenevano quegli abiti.

    LAICE!
    GIURO CHE QUALCHE VOLTA TI FACCIO PRENDERE COLORE DA TUTTE LE BOTTE CHE TI DARO'!
    FUCSIA TI FACCIO DIVENTARE!


    Ma in tutta risposta Coral ricevette una sonora pernacchia, mentre il poltergeist si allontanava da loro e da quella stanza ridendo come un'isterica.

    Maledetta.
    E ora come facciamo?!


    Con sguardo perplesso Coral si avvicinò agli abiti, prendendo fra le mani una giacca che scrutò portandola in alto, così da osservarla meglio.
    Quel fantasma mancato gliel'avrebbe pagata.

    Direi che ci tocca provare ad indovinare, ma magari non sarà neanche tanto difficile: questa giacca potrebbe indossarla solo quello sfigato di Laeddis.

    Scadenza: 23 Maggio incluso.

    L'Elf Day ha inizio!

    Ambientazione: ci troviamo sul pomeriggio, come specificato nel post, e abbiamo già pulito e stirato molti abiti. Adesso non ci tocca che piegare le vesti dei docenti e farle avere ai proprietari!

    Chiunque faccia parte del gruppo BUCATO dovrà prendere di riferimento i miei post, durante i quali metterò abiti nuovi da provare ad indovinare.
    Gli abiti che sono palesemente appartenenti ad un preciso docente (grazie anche agli avatar, giustificando di averglieli visti addosso) possono essere indovinati ovviamente con facilità - ad esempio Coral con la giacca di Laeddis -, sugli altri invece potete manifestare apertamente i vostri dubbi.

    Cercate di interagire il più possibile fra di voi, così da riuscire a sistemare gli abiti entro la fine della settimana! ...O magari, a sbagliarli di proposito :3

    *scappa*

    Importante: ad ogni post potete provare ad indovinarne 1 o 2 a testa, non di più, così da garantire gioco a tutti i membri del gruppo.
    Link abiti del momento: 1 (solo giacca - Andrew), 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9.

    Vi invito infine a mettere in alto la dicitura "Gruppo Bucato", così da non confondere i nostri post con quelli degli altri gruppi.
    CODICE
    [CENTER][color=#black]<b>[Gruppo Bucato]</b<[/color][/CENTER]


    Abiti:
    Andrew: notte - giorno
    Amalia: notte - giorno
    Alec: notte - giorno
    Victoria: notte - giorno
    Mikal: notte - giorno
    Dixon: notte - giorno
    Rebecca: notte - giorno
    Michael: notte - giorno
    Caleb: notte - giorno
    Syria: notte - giorno
    Dan: notte - giorno
    Taddeus: notte - giorno
    Eloise: notte - giorno

    Frances Stitcher
    Eliza Makepeace
    Anisha Chandler
    Dana Goode
    Crystal Williamson
    Severus Drake Mattia


    Edited by Coral Allen - 14/5/2017, 22:09
     
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    Volare è meglio che cadere




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    Anita aveva deciso di aderire a quell’iniziativa, perché da quando viveva ad Amestris aveva visto gli elfi solo una volta, l’unica volta che si era intrufolata nelle cucine e non era andata molto bene, però aveva sempre apprezzato e ammirato il lavoro di quelle creature. Riuscivano a mantenere pulito un intero castello e a cucinare per tutti a colazione, pranzo e cena… non era una cosa da poco. Lei, che era cresciuta come una babbana per undici anni della sua vita, sapeva cosa significasse tenere in ordine una casa e preparare da mangiare per più di una persona e non era una cosa semplice come potesse pensare, inoltre era terribilmente noioso. Ora che aveva scoperto di appartenere al mondo magico le cose sarebbero potute andare sicuramente meglio e i mestieri sarebbero stati molto più veloci, ma non era andata affatto così, perché non poteva usare la magia quando non si trovava al castello e a casa sua non avevano elfi domestici ad aiutare, quindi le toccava sempre pulire. Sì, suo padre era un mago e avrebbe potuto semplificarle la vita, ma si dimenticava ogni volta di farlo e usciva proprio quando si avvicinava il momento di pulire, ma era proprio per quello che Anita aveva sempre voluto ringraziare gli elfi, perché Amestris era un posto meraviglioso anche grazie a loro e quella le era sembrata un’occasione imperdibile. Era ormai pomeriggio quando arrivarono esausti all’ufficio del Professor Cooper: prima di quello avevano già pulito a fondo gli uffici della professoressa Montrose, della Harp e della Levischmiedt, ma quello che più era stato inquietante da pulire, almeno per lei, era stato quello della Dixon. La tempestina era sempre stata abituata a pulire a mano, alla maniera babbana e lì al castello avevano potuto aiutarsi con qualche incantesimo, giusto per velocizzare il lavoro, ma nel covo della professoressa di Storia della Magia aveva preferito usare il meno possibile gli incantesimi, perché era più sicura a maneggiare con mano ogni oggetto, così da avere la sicurezza di averlo rimesso nel preciso posto da cui era stato preso, mentre altri suoi compagni non avevano avuto il suo stesso timore. Siccome quella megera non aveva particolare simpatia per la Tempesta da ancora prima dell’inizio dell’anno voleva evitare di finire nei guai proprio il giorno in cui si era ripromessa di fare una buona azione. Comunque, nonostante l’uso della magia, pulire era risultato stancante e si sentiva decisamente provata da quella giornata, ma non mancava molto.

    Ragazzi che ufficio incontriamo andando da questa parte?

    Anita si era persa nei propri pensieri e non aveva affatto seguito il percorso che aveva intrapreso il gruppo, perciò si ritrovò spaesata per qualche attimo, come se fosse tornata al primo anno e non si rendesse conto in che punto del castello fosse finita. Ci mise giusto qualche attimo, poi riprese coscienza di tutto e si avviò insieme agli altri all’ufficio del professore di Babbanologia, materia che non aveva scelto, perché non le era parso utile sapere come i maghi vedevano i babbani… lei era vissuta con loro, non doveva capire come funzionasse e a cosa servisse un telefono o un televisore. Aprendo la porta dell’ufficio si guardò un attimo attorno e fece un respiro profondo, prima di stiracchiarsi e sciogliersi le spalle.

    Non invidio gli elfi quando devono pulire questo posto… è pieno di roba!

    La ragazzina sgranò gli occhi alla vista di tantissimi oggetti sparsi e non ben definiti che si potevano scorgere per la stanza.

    Questo sì che si chiama disordine, non quello che lascio io nella mia stanza. Prometto che da oggi sarò più ordinata.

    Se gli elfi dovevano faticare così tanto solo per fare gli uffici dei professori non poteva immaginare quanto fossero stanchi a fine giornata dovendo sistemare pure le camere degli studenti, che non erano famosi per l’ordine e la pulizia.

    Questo è uno degli ultimi, mettiamoci all’opera!

    Mentre stava per alzare la bacchetta si scatenò il caos attorno a tutto il gruppo. Nessuno si era accorto della perfida e dispettosa presenta di Laice, che si era appostata proprio dietro un baule aperto e contenente diversi oggetti indefiniti e sconosciuti ai ragazzi e che si trovava ovviamente vicino al gruppo. Mentre tutti si preparavano a fare la propria parte per poter portare a termine il compito nel modo più pulito e rapido possibile Laice era sbucata urlando e si era lanciata in mezzo a loro creando il panico. Nello scompiglio generale, tra le urla di spavento di tutti, Justin, un ragazzo del quarto anno, per lo spavento aveva fatto un passo indietro di troppo ed era inciampato, cadendo miseramente sul baule aperto e facendo esplodere quella che pareva essere una bomba di vernice. Sì, perché nella zona vicino all’ingresso, luogo in cui si trovavano il povero Justin (completamente coperto di vernice blu) e il baule incriminato, tutto era stato macchiato da spruzzi di colore, che si erano andato a posare sul pavimento, sul tappeto, sulle librerie e persino sui quadri appesi, con grande disappunti dei personaggi raffigurati in essi, che iniziarono a urlare, creando ancora più scompiglio e confusione. Purtroppo per il gruppo la confusione era il pane quotidiano e tanto ricercato da Laice, che ne approfittò per rubare a tutti le bacchette, nascondendole sopra uno scaffale lontano e molto alto.

    LAICE! Ridacci immediatamente le bacchette! Giuro che lo dico al Preside, la devi smettere con questi scherzi, qualcuno si poteva fare male! Justin, come stai?

    Il ragazzo coperto di vernice fece un gesto ad Anita per far capire che stava bene, a parte essere stato pitturato come se fosse un personaggio del cartone babbano dei Puffi. Intanto Laice rideva e se avesse potuto avrebbe persino pianto: si stava divertendo immensamente. Sventolò le bacchette davanti a tutte le loro facce arrabbiate e allibite e le fece cadere sullo scaffale più alto dello studio, dalla parte opposta rispetto a dove si trovavano loro. Invece di dar loro le bacchette fece cadere a terra un sacco di fogliettini, che teneva già in mano e che portavano sopra i nomi dei professori. Fatto ciò se ne andò, continuando a ridere e lasciando tutti a bocca aperta: dovevano riuscire a recuperare le bacchette o non sarebbero mai riusciti a pulire tutto. C’era solo un piccolo ostacolo: Laice non aveva solo spaventato tutti a morte e rubato loro le bacchette, ma aveva creato ancora più disordine facendo cadere a terra tutti gli oggetti che era riuscita a trovare e tra di essi vi erano altre “bombe di vernice”. Alcune erano visibili, ma se chi poteva assicurare loro che non ce ne fossero altre?

    Dobbiamo andare a prendere le bacchette o finiremo domani mattina di sistemare questo pasticcio!

    Anita fece un grosso sospiro: la giornata era diventata ancora più lunga e faticosa, ma se avessero preso le bacchette quello sarebbe stato un incidente sul quale il giorno dopo ci si sarebbero fatto sopra una risata tutti quanti.

    Il tutto è ambientato di pomeriggio e i vostri pg hanno già pulito i tre uffici delle Responsabili e quello della Dixon. Nonostante abbiano usato la magia per pulire avranno dovuto anche fare qualche cosa a mano, perché non tutti conoscono gli incantesimi necessari per pulire e lavare, quindi, a prescindere da tutto, sarete stanchi a questo punto della giornata. Siamo arrivati all’ufficio del professor Cooper.
    Qui Laice fa il suo pasticcio e ruba le bacchette magiche, che devono essere assolutamente recuperate, altrimenti non riuscirete a pulire l’ufficio in tempo utile.
    Il vostro ostacolo però non è il recupero delle bacchette, ma il modo per raggiungerle, perché dovrete attraversare l’ufficio. Voi vi trovate poco oltre l’ingresso, mentre le bacchette sono esattamente all’estremità opposta e in alto a uno scaffale. Altro ostacolo: per terra sono caduti un sacco di oggetti e tra questi vi sono altre bombe di vernice.
    Bene! Iniziate il vostro viaggio per riprendervi le bacchette, interagite pure tra di voi, ma attenzione: se non posteranno tutti almeno una volta entro la le 12 del 16 un’altra bomba di vernice scoppierà. Se non volete che il vostro lavoro diventi molto più complicato vi consiglio di affrettarvi!

    Scadenza il 23 maggio incluso!

    Vi invito infine a mettere in alto la dicitura "Gruppo Bucato", così da non confondere i nostri post con quelli degli altri gruppi.
    CODICE
    [CENTER][color=#black]<b>[Gruppo Pulizie]</b<[/color][/CENTER]



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    Edited by Anita Hamilton - 15/5/2017, 21:41
     
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    [Gruppo Cucina]


    Le cucine erano un luogo molto caldo, soprattutto quando i fuochi erano accesi e il fumo che fuoriusciva dalle pentole contenente il cibo poteva quasi essere capace di sciogliere un cubetto di ghiaccio in pochissimo tempo.
    Assieme ad altri studenti, Léolínus si stava occupando del mangiare, una cosa un po' insolita per un bambino di soli dodici anni, ma il motivo era solo uno: Elf Day. L'Elf Day era un "evento" che aveva organizzato assieme ad altre due studentesse della sua casa: Coral Allen e Anita Hamilton; lo scopo era quello di dare un giorno di vacanza agli elfi, dato che secondo lui, quelle piccole, ingenue ed innocue creaturine che ogni giorno lavoravano per far stare bene tutti gli studenti di Amestris, facendo loro da mangiare, pulendo dove posavano i piedi e rifacendo i loro letti la mattina appena svegli: in tutto, nessuno aveva mai fatto qualcosa per ringraziarli per la loro fatica.

    B-bene, a-adesso do-dobbiamo solo fa-fare queste r...ricette, c-continuiamo a man-mantenere i gruppi che a-abbiamo f-fatto all'inizo...okay?

    Il piccolo studente della tempesta prese un grande tomo tutto impolverato da sopra uno scaffale, e facendo attenzione a non rovinare le pagine ingiallite e fatiscenti, lo aprì molto lentamente, ma quando iniziò a leggere, rimase per un attimo interdetto; le ricette erano scritte in un modo totalmente diverso da tutti gli altri libri di cucina che avevano seguito prima per la creazione delle ricette..."semplici", più o meno.

    Ehm...o-okay, du-dunque...

    Il giovanissimo mago della tempesta si sentì terribilmente in imbarazzo, gli occhi di tutti i presenti erano rivolti verso di lui, in attesa di sapere quali sarebbero stati i loro nuovi compiti per quella giornata, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse scritto nel libro degli elfi, le ricette erano state scritte in un modo...completamente diverso e per un ragazzino della sua età comprenderlo era proprio un'ardua impresa.
    All'improvviso però gli venne un'idea: tra le tante persone che avevano deciso di partecipare al piccolo evento, in particolare quelli che si erano diretti assieme a lui nelle cucine, si trovava una ragazza della sua stessa casata, molto più grande di lui, e per questo, il piccolo Léo, pensò che potesse riuscire a capire cosa significassero le parole scritte all'interno del libro.

    S-scusi, si-signorina Weiss...po-potrebbe a-aiutarmi?

    Prese il libro con entrambe le mani, alzandolo con fatica dal ripiano in cui era stato adagiato, quando all'improvviso accadde qualcosa di inaspettato: fu più veloce di un battito di ciglia, più veloce di un fulmine a ciel sereno, la pagina contenente le ricette svanì in seguito ad un suono di carta strappata, davanti ai suoi stessi occhi.
    Rimase per un attimo immobile, cercando di capire cosa fosse successo, mentre l'ansia cresceva e la paura che i presenti si potessero arrabbiare non giovava alla situazione; poi però, uno squittio attirò la sua attenzione, e quando si voltò verso la credenza, le sue iridi incontrarono la figura smilza di un topino dal pelo folto e grigio come il cielo prima della pioggia, e la coda rosea che si muoveva creando delle piccole ondine nell'aria.
    Nelle sue piccoli fauci, si trovava proprio il foglio contenente le ricette.

    Oh-oh.

    Abbassò il libro cercando di fare attenzione, ma data la sua pesantezza fece un gran baccano mentre lo poggiava sul legno del bancone, e il topo, come colto di sorpresa, iniziò a correre all'impazzata ad una velocità mai vista prima, non badando a cosa si trovasse lungo la sua via: molti ingredienti e preparazioni già fatte si trovavano in pericolo, considerando che al suo passaggio sarebbero potute cadere a terra rovinando così tutto il lavoro fatto.

    D-dobbiamo p-prend...prenderlo!

    Esclamò, mentre salvò un piccolo vaso contenente del sale da una brutta fine.

    Benvenuti nel gruppo dedicato alla cucina, dove gli studenti si diletteranno nelle arti culinarie.
    In questo momento i bambini hanno a che fare con un libro di cucina molto antico, che viene tramandato di elfo in elfo, e le ricette scritte sopra sono scritte in modi abbastanza complicati, e quindi per capirle ci vorrà un po’ di tempo, tuttavia, all’improvviso un topolino di taglia media, strappa la pagina contenente le ricette da preparare, ed inizia a correre all’impazzata per tutta la cucina, rischiando di far cadere preparazioni e ingredienti vari. Gli studenti allora devono cercare di prenderlo, valutando il fatto che usando la magia potrebbero persino peggiorare la situazione e creando più caos di quanto la creaturina non faccia già da sola.
    Avete tempo fino al 23/05/2017 per postare, tuttavia se non postate tutti almeno entro le 14:00 di dopodomani, il topino farà cadere qualcosa!
    Dunque mi pare di aver detto pressoché tutto, non mi resta che augurarvi buon gioco, e buon inizio Elf Day!
    PS: Ricordatevi di mettere in alto la dicitura "Gruppo Cucina" per non confondere i post con gli altri gruppi.

    mrlore92 Nathan Clark Elanor Weiss Janelle Hume Charlotte Near Marcus Edwards Jack Jers


    Edited by Léolínus V. Fitzgerald - 14/5/2017, 21:06
     
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    [Gruppo Cucina]



    Jamie McSmith arrivò nelle cucine della scuola con una voglia improvvisa di provare a cucinare per i ragazzi e ragazze della scuola. Gli veniva sempre servito il cibo dai buoni e bravi elfi domestici, questa volta era la volta degli studenti per ringraziarli di tutto gli avevano concesso un giorno di ferie. Pensò a cosa potevano farli fare nella cucina.

    Mi piacerebbe preparare dei bei piatti, ma credo che noi piccoli non possiamo fare ciò. Chissà cosa ci potranno far fare in questa esperienza in cucina. Spero di divertirmi, tanto ci sarà anche Marcus Edwards.

    I ragazzi iniziarono a preparare i piatti, scoprì che era quasi divertente cucinare. Il tempo scorreva velocemente e passarono quasi due ore senza che Jamie se ne accorgesse, la cucina lo faceva stare attento ma felice allo stesso momento. Aveva preparato già diverse portate, senza creare problemi per se e per gli altri. Vide l'ora e pensò che era impossibile che fosse già passato tutto quel tempo. Gli sarebbe piaciuto rimanere anche dopo questa breve ma intensa esperienza a dare mano agli elfi.

    Léolínus V. Fitzgerald mostrò il libro delle ricette e disse che era una cosa molto importante per gli elfi, tramandato di generazione in generazione. Si preoccupò quando disse questa cosa.

    Non vorrei fare danni con quel libro, non vorrei vedere un elfo arrabbiato, mi basta la mamma a casa quando sbaglio qualcosa.

    All'improvviso però un topo di medie dimensioni prese la pagina dove erano scritte le ricette da preparare, una brutta cosa dato che non potevano perdere tale pagina, e i ragazzi non potevano preparare nulla. All'inizio Jaime ebbe un pò paura del topo, ma poi pensò che la pagina doveva essere riportata nel libro per il bene della propria squadra.

    Non mi piacciono i topi, mi fanno quasi paura, ma se vogliamo fare un bel lavoro non possiamo lasciare quella pagina al topo. Ti prendo ora, stai attento.

    Poi disse una frase verso il restante dei compagni li presenti.

    Provo a prendere quel topo, spero di non fare danni alla cucina, scusatemi fin da ora se accadrà.

    Jamie partì di corsa, inseguendo il topo. Una ciotola contenente la farina per poco non cadde per terra, ma rimase miracolosamente sul tavolo. Il topo si nascose sotto un mobile con le posate, Jamie provò a prenderlo, ma nulla, l'animale riuscì a scappare di nuovo. Poi si mise sotto il forno, Jamie non sapeva cosa fare. Pensò a cosa poteva fare.

    Potrei lanciarli un incantesimo, un flipendo, ma se sbaglio e faccio danni? Meglio evitare gli incantesimi, non vorrei rendere illeggibile quella pagina importantissima.

    Rimise via la bacchetta e tornò al suo posto sconsolato e sconfitto dal topo. Chiese scusa ai compagni.

    Ci ho provato, troppo veloce per me questo topo.

    Edited by mrlore92 - 14/5/2017, 23:31
     
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  6. Marcus Edwards
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    [Gruppo Cucina]



    Marcus per tutto l'anno fu uno studente attivo e volenteroso e non ci pensò due volte a iscriversi per l'Elf Day, tutto poteva andare bene per fare una buona impressione.
    Si iscrisse nel gruppo cucina perché tra i mestieri da compiere riteneva che fosse quello più interessante ed entusiasmante.
    Fu ancora più felice di far parte di quel gruppo quando scoprì che insieme a lui si trovavano i suoi due amici fidati, Jamie McSmith e Jack Jers.
    Quel giorno si presentò, puntuale come i rintocchi del Big Ben, nelle cucine e ascoltò con attenzione le istruzioni di un impacciato ragazzino del III anno.

    Sarà anche un po' in imbarazzo e non proprio un abile oratore, ma é uno apposto e mi va a genio questo Léonlínus

    Pensò Marcus tra sé e sé.
    Prese posto vicino ai suoi amici e tutto il gruppo cominciò a cercare di tradurre un incomprensibile ricettario elfico.
    Il piccolo Fuoco non era molto bravo nelle materie letterarie, era più una mente scientifica e attiva, per questo fece molta fatica nel cercare di comprendere quel manuale.
    All'improvviso un topo strappò dal libro quella pagina di ricette e cominciò a saettare per la cucina.
    Di istinto il piccolo Edwards si lanciò al suo inseguimento.
    Se vogliamo proprio esprimere una qualità del ragazzino di sicuro diremmo la reattività e pensando al topo come un boccino d'oro, l'aspirante cercatore del fuoco si mise alle calcagna della creaturina e acchiappando una pentola, che trovò sulla strada del suo inseguimento, si fiondò diretto sull'animale cercando di chiuderlo tra il tegame e il pavimento.

    Sono riuscito a prenderlo? -diceva a se stesso parlando nella sua mente- Non lo vedo nei paraggi...o é qui sotto o mi é scappato.

    Sdraiato a terra, Marcus aspettava qualche cenno da parte dei suoi compagni di gruppo.

    Qualcuno che abbia potere in questo ambito concluda con l'esito dell'azione, il topo é stato preso da Marcus oppure no?


    Edited by Marcus Edwards - 16/5/2017, 12:15
     
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    La cosa più ridicola a cui potesse partecipare Anisha era proprio l'Elf Day. Ce lo si poteva aspettare dalla maga dell'imprevedibile ma dal canto suo era più un modo per prendere per i fondelli i marmocchi che avrebbe incontrato. Si sarebbe divertita, infondo non era altro che una bambina anche lei e prendersi un po' di responsabilità, anche se innocua, pensò che le avrebbe giovato, sopratutto per i tirocini che aveva intenzione di proseguire.

    Constatò fin da subito che gli elfi domestici dell'Accademia erano davvero in gamba, avevano una mole di lavoro immensa e riuscì anche a riflette su quanto lei, caprona e pigra com'era, in confronto non sarebbe durata neanche mezza giornata... O quasi.

    Una volta finito come minimo ci chiederanno di sposarli, che dite?

    Fare svolazzare abiti, ferri da stiro e la bacchetta a colpi di gratta e netta, le dava modo di mettersi nei panni di sua nonna. Le mancava sempre di più e non vedeva l'ora di stringerla e raccontarle di quell'anno pieno e ricco di esperienze.

    Certo però... Se le faccio il bucato è possibile che ci prenda il vizio e mi costringa a farlo ogni giorno... Brr...

    Si accostò a Coral quando era il momento di piegare gli abiti e guardò curiosa la pecetta "Docenti e Personali". Un'espressione tra il buffo e lo stranito pervase il volto dell'indiana, risultando con un sussulto.

    Ganesh adorato... Dobbiamo assolutamente... QUESTO E' ORO PER GLI SCHERZI!

    Non riuscì a tenere a freno la lingua e per quanto potesse regolarsi si ammutolì dopo qualche secondo dando un'occhiata al resto dei ragazzini. Inspirò profondamente iniziando a spulciarli ma dovette indietreggiare per una delle presenze più fastidiose dell'Accademia.

    Laice! Da bravo!

    Il poltergeist ricevette urla e schiamazzi ma niente poté bloccarlo, se non un ipotetico incantesimo ben piazzato, probabilmente.
    Se ne uscì come niente fosse e Anisha iniziò a rincorrerlo per poi ritrovarsi quasi faccia a faccia contro una parete.

    Okey... Manteniamo la calma e... Sì direi di fare come dice Coral.

    Il gomitolo di idee iniziò a pullulare nuovamente nella sua testa, pensò che assecondando i ragazzi le avrebbe dato tempo per pianificare qualcos'altro in un secondo momento.

    Hei... Ma almeno così posso davvero sgraffignare qualcosa.

    Guardò brevemente gli altri per poi afferrare il primo vestito che le si propinava davanti. Una camicia di jeans, ben mantenuta e con qualche macchia che era sfuggita al lavaggio. Corrugò le sopracciglia iniziando a guardarla minuziosamente, girandola e toccandola. La portò addirittura al naso, alla ricerca di qualche odore familiare che l'avrebbe potuta guidare in una pista.

    Questa qui... Dev'essere di Rosenbaum!
     
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    Artemis era stanco morto, così tanto che era abbastanza sicuro di avere bisogno di un ricambio alle gambe, alle braccia, alla schiena… a tutto, insomma.
    Non era estraneo alle pulizie, questo perché con i genitori che praticamente avevano preso residenza al San Mungo per quanto erano stakanovisti e lui che era ancora minorenne, quando era a casa da scuola spesso e volentieri doveva pensare lui a tenere la casa pulita e in ordine.

    Fosse per loro probabilmente in casa ci sarebbero metri e metri di polvere e andrebbero avanti a cibo da asporto.

    Pensò con un lieve sbuffo, mentre cercava di ricordare per quale assurdo e insensato motivo avesse acconsentito a prendere parte all’”Elf Day”.
    Certo, pensava che non fosse giusto il modo in cui gli Elfi Domestici venivano sfruttati ed era più che convinto che, se ognuno facesse costantemente la propria parte, la mole di lavoro sarebbe stata minore, tuttavia questi bei pensieri sparivano di fronte alla fatica che gli pesava sulle spalle in quel momento.

    E dire che gli Elfi fanno questo tutti i giorni. Basterebbe davvero che ognuno tenesse pulito e in ordine il proprio spazio e fare dei turni per i luoghi condivisi… sarebbe utile anche per imparare ad essere autonomi, a cosa serve imparare tutto sulla magia se poi si è incapaci di lavare un calzino perché si è vissuti nella bambagia fino alla maggiore età?

    Si disse, forse un po’ troppo polemico - tanto per cambiare - per poi seguire il resto del gruppo nell’ufficio di Cooper.
    Santuario di tutto ciò che di babbano c’era al mondo, ma terribilmente disordinato. Si guardò attorno, immensamente sconsolato, mentre le spalle si abbassavano di fronte alla vastità del disordine che regnava sovrano.

    Questa giornata finirà mai?

    Domandò a nessuno in particolare, giusto un attimo prima che scoppiasse il finimondo. Era troppo stanco per rendersi conto immediatamente di cosa stesse succedendo, ma riuscì a raggruppare tre fotogrammi da incubo abbastanza in grado di riassumere la situazione.
    Fotogramma A: Laice era comparsa e aveva deciso di fare casino. Come al solito.
    Fotogramma B: Una… bomba di vernice era esplosa, trasformando un tizio in un Puffo. Un po’ meno “come al solito”.
    Fotogramma C: La sua bacchetta, così come quelle degli altri, era magicamente finita nelle grinfie di Laice, che le aveva riposte nel punto più odiosamente irraggiungibile. Così poco “come al solito” da rasentare l’impossibilità.
    Sbatté un paio di volte le palpebre, come a volersi accertare di vederci bene; si aggiustò anche meglio gli occhiali sul naso per essere proprio sicuro, per poi guardare Anita, Narcissa e Junah.

    Okay, qualcuno mi dica come stracavolo si ammazzano malissimo i poltergeist e nessuno si farà del male.

    Edited by Artemis Baskerville - 15/5/2017, 10:29
     
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    Arianne era sfinita, non sentiva più le braccia e le gambe. Le ginocchia le facevano male da quanto era stata inginocchiata.
    Lei non aveva mai avuto la necessità di pulire, a casa aveva gli elfi che cucinavano e pulivano il Manor. Aveva anche un elfo personale che le pulivano la camera e le faceva il bucato, ma da due anni a questa parte suo padre aveva dato delle direttive agli elfi e a lei. Doveva pulirsi la sua camera.
    Ovviamente la sua camera non era male, era peggio. I libri sparsi così come i vestiti sul pavimete, il letto disfatto e sugli scaffali i libri tutti in disordine. Arianne molto presto aveva imparato quando gli elfi lavoravano duro per pulire, fare il bucato, cucinare e tante alire cose.
    Era per questo che aveva deciso di prendere parte all'Elf Day.
    Fin da quando era arrivata ad Amestris si era fatta delle domande sugli elfi che popolamento le cucine. Non si era ancora azzardata ad entrarci, non perché non le piacesse. Ma semplicemente perchéogni volta che entrava in una cucina succedeva sempre qualcosa di sbagliato. Una volta era esplosa una pentola, l'altra era scoppiato l'incantesimo antincendio per il troppo fumo che usciva dal forno (aveva cercato di fare i biscotti). Sì era un vero e proprio disastro in quell'ambiente e si era tenuta alla larga.
    Venne riscossa dalle sue riflessioni dalla voce di Anita, che commentava l'ufficio del docente di babbanologia.
    In effetti l'uffico era un vero e proprio disastro!

    Anche la mia camera è più ordinata!

    Pensò la ragazzina della tempesta. In un disperato tentativo di mettere fine a quella vista Arianne si tirò su le maniche e fuori la bacchetta..
    All'improvviso si sentì un tonfo, susseguiti da altri tonfi e urla, seguita da una risata spettrale.
    Arianne si accorse di non avere la bacchetta e che l'ufficio era ancora più disperato di prima!
    C'erano delle macchie di vernice d'appertutto e molto probabilmente erano presenti dei dardi che dovevano ancora scoppiare.
    Non ci teneva ad essere il povero malcapitato a essere colpito.
    Arianne sentì il suggerimento di Anita, ma l'armadio su cui Laice aveva fatto cadere le bacchette era dall'altra parte della stanza e sul pavimento erano presenti i più sconosciuti oggetti che una persona poteva immaginarsi.
    Non era sicura che fosse una buona idea.

    Va bene, ma come facciamo?

    Arianne non ne aveva la più pallida idea e questo la spaventava. Non le piaceva la piega che aveva preso quell'iniziativa. Per niente.

    Edited by ArianneMila - 15/5/2017, 22:02
     
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  10. Nathan Clark
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    [GRUPPO PULIZIE]



    Nathan era un mezzosangue e aveva vissuto la sua vita nel mondo babbano, perciò quando aderì all'Elf Day non pensò che avrebbe avuto grosse difficoltà. Con il padre sempre fuori per lavoro, era l'unico che potesse occuparsi della casa, evitando che diventasse una fogna. Inoltre gli piaceva lavorare manualmente, credeva che fosse un'ottima valvola di sfogo e lo aiutava a svuotare la mente.

    Si sbagliava di grosso.

    Era già pomeriggio e dopo aver pulito gli uffici delle Responsabili e della Dixon, la fatica iniziava a farsi sentire. Il ghiacciolo non aveva comunque perso l'entusiasmo per i compiti erano stati loro assegnati. Toccava pulire l'ufficio del professor Cooper.

    Ad un tratto, proprio mentre stavano per iniziare, sbucò da dietro un baule un poltergeist che, urlando, si era lanciato in mezzo al gruppo, creando scompiglio, lanciando a destra e a manca ogni oggetto che gli capitasse tra le grinfie. Per lo spavento un ragazzo era inciampato dentro quel baule, facendo esplodere una bomba di vernice blu e, oltre a sporcarsi come se avesse fatto un bagno nella vernice, sporcò praticamente ogni cosa che si trovava vicino al luogo ''dell'esplosione''.
    Come se non bastasse, la bacchetta di ognuno li presente fu rubata dall'essere dispettoso e lanciata dall'altra parte della stanza, sopra uno scaffale molto in alto.

    Risultato: un poltergeist che chiunque avrebbe strangolato, un ragazzo blu, disordine come non se ne era mai visto.
    Laice, prima di andarsene, quasi pisciandosi addosso dalle risate, fece cadere a terra dei foglietti con scritti i nomi dei professori. Chissà cosa se ne faceva.

    Se avessi la mia bacchetta stai certa che te la ficcherei su per il c... - si interruppe. Per Nat perdere la calma non avrebbe aiutato e avrebbe solo fatto il gioco di Laice.

    Ah piccolo problema. La stanza era anche disseminata di bombe di vernice, alcune visibili, altre nascoste sotto il disordine che regnava sovrano.

    Ok stiamo calmi, non serve perdere la pazienza. Dobbiamo riprenderci le bacchette e sistemeremo questo casino in poco tempo. Prima dobbiamo raggiungere l'altra parte della stanza, ma senza far esplodere nulla o sarà peggio di prima...
    credo che possiamo iniziare a spostare con cautela gli oggetti da terra, almeno creando una specie di percorso sicuro fino alla mensola, stando attenti a cosa potrebbe esserci sotto. Voi che dite? E tutti quei biglietti coi nomi dei prof ?
     
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  11. Crystal Williamson
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    [Gruppo Bucato]



    Crystal non se lo era aspettata da sé stessa, ne era rimasta stupita tanto quanto suo padre quando lì aveva scritto per racconti della settimana e del fatto che avesse accettato di partecipare alla giornata Elfy Day ma in fondo come poteva rifiutare.
    Era figlia di un Purosangue ed era cresciuta tra tanti privilegi ma una cosa la sapeva bene; senza Tilly la sua personale Elfa domestica non sapeva come fare.
    Quella piccola elfa infatti era per lei un’amica e confidente, l’aveva cresciuta e anche se sapeva che alcune volte Tilly non l’ha con tradiva perché non era nel suo carattere, a volte vedeva in quegli occhi un pochino di disapprovazione ad alcune sue azioni che però spariva in un lampo proprio come era arrivata.
    Tilly infatti era ben voluta in casa Williamson e tra tanti elfi, lei era quella che aveva più contatti con i due padroni di casa e dirigeva il resto degli altri elfi.
    Facendo un piccolo sorriso si accosto a Coral per aiutarla a piegare i panni appena asciugati, quando qualcosa di fastidioso e pestifero si innalzò e prendendo tutte le targhette dei nomi dei professori a cui dovevano piegare i panni uscì dalla stanza, lasciandosi dietro una pernacchia per Coral e le sue urla.
    Crystal si porto una mano alla tempia cercando di calmarsi, cerano poche cose che la rendevano nervosa ed agitata così tanto e tra queste cera ovviamente quel dannato poltergeist.
    Sbuffando si giro nel vedere i panni tutti in disordine e alle parole della rossa sull’indovinare a quale docente aspettasse l’abito, Crystal non riuscì a trattenersi dal commentare.

    Allora dobbiamo rimboccarci davvero le maniche.

    Sospirando e sconfortata si avvicino ad un cesto e prese ciò che sembrava intimo per donna. Una lunga camicia da notte bianca, che arrivava sicuramente hai piedi e con all’altezza del petto del pizzo bianco. Prese a piegarlo con accuratezza come Tilly tanto tempo a dietro le aveva insegnato per poi proferire.

    Penso che questo sia ciò che la notte utilizzi la Harp.

    Per poi fare un piccolo sorriso.
     
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    L'unica esperienza di cucina di Janelle era stata prima di Amestris, qualche rara volta in cui aveva aiutato i genitori a cucinare.
    Diverse volte aveva collaborato con la mamma, che tuttavia le dava qualche semplice mansione, ed era più che altro una scusa per passare del tempo insieme. Una volta, invece, la bambina si era realmente messa ai fornelli insieme al papà per fare una sorpresa alla mamma: la ricordava come un'esperienza divertente.
    Non appena seppe dell'iniziativa dell'Elf Day non ebbe dubbi su quale gruppo facesse per lei: era tempo di imparare nuove ricette!
    A quanto pareva, però, proprio queste ultime erano il problema: Léolínus sembrava piuttosto in difficoltà con quel vecchio tomo di cucina.

    Che siano scritte in una lingua degli elfi?

    La bambina stava cercando di sbirciare, quando una gran confusione iniziò ad animare la cucina. Un topino si era impossessato della pagina di ricette e correva per tutta la stanza, mentre altri bambini cercavano di prenderlo.

    Accidenti!

    Quel topolino aveva quasi un'aria simpatica, non spaventava Janelle, ma l'idea di toccarlo non era troppo allettante. E in ogni caso sarebbe stato troppo veloce per lei.

    Non c'è un po' di formaggio?

    L'idea della bambina sarebbe stata di attirarlo in qualche trappola, ma subito dopo aver formulato la richiesta si rese conto che nel tempo necessario a preparare un simile tranello il topo avrebbe probabilmente finito di sgranocchiare la pagina del libro.
    La mano di Janelle scorse istintivamente verso la bacchetta, seppur con timore. Sapeva cosa le era venuto in mente, sapeva che poteva sbagliare, sapeva che poteva anche rendersi ridicola davanti a tutto il gruppo.
    Sarebbe stata la prima volta che avrebbe eseguito quell'incantesimo al di fuori di una lezione, non era sicura di riuscire, ma voleva almeno provare.

    Sono o non sono una strega?

    Era tempo che iniziasse a ragionare secondo la sua natura. Era tempo che i problemi iniziasse a risolverli anche con la bacchetta, sebbene non fosse la base di educazione che i suoi le avevano dato.
    Il topolino continuava a sgusciare da una parte e dall'altra, ma Janelle cercò di seguirlo con lo sguardo e isolarsi quanto più possibile dalle voci degli altri studenti. Stando quanto più possibile attenta a non colpire nessun compagno, disegnò con calma e e freddezza una figura con il catalizzatore: era una forma che conosceva bene, che aveva imparato a lezione e che somigliava a una chiave.

    Petrificus totalus!

    Se tutto fosse andato bene, il topolino sarebbe rimasto calmo e tranquillo per un bel po'.
     
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  13. Charlotte Near
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    [Gruppo cucina]



    Le cucine erano così calde, afose...bollenti....e la dolce Charlotte, studentessa del ghiaccio, non poteva che esserne felice...

    dannazione a me che ho scelto questo gruppo, era meglio le pulizie, porca ai babbani!

    Imprecò nella sua mente, stringendo i pugni.
    Anche se, comunque, non si pentiva davvero di quella scelta.
    La cucina le riportava in mente certi ricordi, ricordi dei tempi di serenitá nella sua famiglia, insieme al suo migliore amico, suo fratello...
    Sembrava tutto cosi vicino eppure cosí lontano, cicatrici nel cuore e nell'anima, questo era ciò che aveva, ricordi lontani, dolci melodie di malinconia, adesso trasformate nella pazzia del rock e dell'odio.
    Il suo occhio saltò al ragazzo della tempesta, da quanto ne sapeva il suo nome era Lèolínus e sarebbe stato il "capo" del gruppo. Mh, poco male, poteva andar peggio. Per lo meno non era uno di quei cretini che si montavano la testa solo a stare a coordinare qualcosa.

    cominciamo bene

    Pensò sarcasticamente quando notò la difficoltà del ragazzo appena preso il libro di ricette in mano. Probabilmente era scritto nella lingua degli elfi e lui non la capiva. Un classico. Non ci voleva un genio per capire l'intoppo.
    Tutto tranquillo e forse anche noioso era.
    Ma quando il suo occhio cadde sulla bestia che aveva strappato la pagina... I suoi occhi si sgranarono e il viso mutò in un espressione di puro terrore.

    non....i topi....

    Sussurrò.

    incompetenti.

    Disse, vedendo i tentativi di cattura del roditore, stupidi e insensati, forse la più intelligente era stata la ragazza della sua casa che aveva provato con un pietrificus totalus, anche se non era sicura avrebbe funzionato, ma certamente era uno dei metodi più intelligenti proposto dato che, anche se il topo veniva intrappolato, nulla gli avrebbe impedito di mangiarsi letteralmente la pagina a loro necessaria.
    Poi, seriamente.
    Un topo.
    Un topo nella cucina.
    Quanta poca fantasia doveva avere il destino per ciò?!

    non potevamo avere solo un semplice libro di ricette e delle trappole per topi in giro per la cucina?! Ci tocca proprio questa noia?!

    Imprecò mentalmente, era proprio una brutta situazione.
    Estrasse la bacchetta, pronta a tentare perfino un avada kedavra in caso quel coso si fosse avvicinato troppo a lei. Era orribile. Un obbrobrio.

    magari avessi Yami qui....aspetta.

    Sgranò gli occhi, ricordandosi di aver lasciato yami fuori la cucina, ordinandogli di stare lì ad aspettarla. Corse fuori, aprendo la porta e prendendo in braccio la piccola palla di pelo nera.

    avanti Yami, oggi cenetta anticipata, contento? Su, prendi quella bestiaccia e fatti uno spuntino.

    Lasciò Yami libero per la cucina, che cominciò ad inseguire il topino, veloce ed agile, pronto a gustarsi il suo premio e le coccole della sua padrona per l'impresa che sarebbe riuscito a portare a termine.
    Lo seguì dal pavimento a sotto i mobili, non aveva intenzione di lasciarselo sfuggire.
    Era così vicino....aprì le fauci, pronto a prenderlo, non poteva avere scampo quel topino....giusto?
     
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  14. Elanor Weiss
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    [Gruppo Cucina]



    Era da quella mattina che lei ed alcuni compagni del primo anno si trovavano nelle cucine. Elanor aveva accettato di fare questa cosa, solo per l'azione di convincimento attuata da Anita e Lèo, che in quel momento dirigeva il suo gruppo. Entrambi della sua casata, ma mentre la compagna era del suo anno e molto affezionata, il bambino frequentava il secondo anno. Lo conosceva, appunto per l'amicizia che lo legava ad Anita e le era sempre sembrato un ragazzino simpatico, ovviamente non quel giorno, visto che li stava facendo cucinare, sudare e impiastricciare tutti con ogni tipo di ingrediente. Ella non era contraria a quella giornata, o almeno non lo era del tutto, ma credeva fermamente che un Elfo dovesse avere la libertà di scegliere, anche, in caso, di continuare a lavorare sotto padrone, in condizioni adeguate certo, però, se ciò gli piaceva, perché negarglielo a priori?
    Aveva scelto il gruppo cucina, primo perché sapeva un minimo cucinare, da piccola adorava aiutare l'elfo Poppy, a fare mille ricette per la sua famiglia; secondo, perché in quel gruppo erano praticamente tutti del primo anno e voleva evitare facessero esplodere l'unico luogo di sostentamento dell' Accademia: come avrebbero mangiato poi? No, meglio limitare i danni, in caso. Doveva ammettere comunque che
    Lèolinus, in qualità di supervisore, non se la cavava affatto male, lì stava seguendo con pazienza, nonostante la timidezza intrinseca nel suo carattere e la giovane età.

    Stavano lavorando sull'ennesima ricetta, lei completamente con le mani "in pasta", intenta a modellare una pagnotta, quando il ragazzino ebbe l'idea di prendere un tomo pesante ed impolverato dallo scaffale, contenente altre ricette degli Elfi. La particolarità di questo volume, però, stava nell'essere a detta di Lèo, incomprensibile nel linguaggio, cosa che lo portò a chiedere il suo aiuto, pensando probabilmente che magari, essendo la più grande, ella avrebbe potuto leggerlo. Fortunatamente conosceva la scrittura difficile che talvolta gli elfi utilizzavano, non per la sua maggiore età, ma proprio grazie all'elfo di famiglia.

    Si Lèo, arrivo.

    Si stava cercando di ripulire dalla pasta prima di raggiungerlo, ma non fece in tempo a muovere un passo che quando il ragazzino fece per alzare il tomo aperto per spostarlo più vicino a lei, la pagina contenente le ricette svanì come strappata. Non fecero però nemmeno tempo a chiedersi il motivo, ne a rimanere turbati per l'accaduto, visto che dalla credenza dove il libro era situato all'inizio, spunto subito il colpevole dell'atto: un piccolo topo grigio, lì guardava con occhi innocenti, ma tra le sue piccole fauci teneva il foglio di carta appena strappato.
    Tutti subito allora si prodigarono per acchiapparlo, la maggior parte però rischiando di fare più danni di quanto non dovessero.
    Elanor che era rimasta ferma e calma si portò le dita sulle tempie e sospirò. Le sarebbe venuto un gran mal di testa, lo sapeva.

    Ragazzi! Se continuate a correre per la cucina a caso, rischierete di rompere qualcosa, ma soprattutto il topino sarà così spaventato che finirà chissà dove. Cerchiamo di calmarci, un attimo e ragioniamo. Fermatevi dove siete e dite se lo vedete.

    Il tono era calmo, e cercò di trasmettere loro la stessa tranquillità, soprattutto ai giovani fuoco, i più impulsivi. Aveva già visto la scena di almeno tre vasi e due cestini di uova per terra, solamente la fortuna lo aveva impedito, per ora.
     
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  15. Marcus Edwards
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    [Gruppo Cucina]



    Marcus si rialzò da terra, non era riuscito a prendere il topo.
    Sospirò per un attimo, rallentando il battito.
    Elanor Weiss richiamò i giovani all'ordine.

    Ragazzi! Se continuate a correre per la cucina a caso, rischierete di rompere qualcosa, ma soprattutto il topino sarà così spaventato che finirà chissà dove. Cerchiamo di calmarci, un attimo e ragioniamo. Fermatevi dove siete e dite se lo vedete.

    A quelle parole Marcus si tranquillizzò respirò a fondo e aguzzò la vista, alla ricerca di quell'esserino grigio come se fosse un piccolo boccino d'oro nel mezzo del campo da quidditch.
    Scrutò prima nella zona dei bracieri, poi tra alcune credenze, dietro a una pila di piatti ma niente il topolino grigio non si trovava.
    Salì in piedi su una sedia, come quando un cercatore sale più in alto di tutti per vedere meglio.
    Percorse con lo sguardo tutta la cucina da cima a fondo, si concentrò e si isolò, non sentiva più gli schiamazzi dei compagni e per un attimo si trovo solo in cucina, nessun rumore e nessuna persona era più presente lì dentro.

    Focus...aguzza la vista Marcus...
    Eccolo.
    Sotto quell'armadietto, quel piccolo mostriciattolo zampettante.


    Sbattendo gli occhi Marcus urlò ai suoi compagni di gruppo.

    È LÀ RAGAZZI, SOTTO L'ARMADIETTO DELLE SPEZIE, QUALCUNO LO FERMI!

    Il cercatore aveva trovato il suo boccino, ma non essendo sulla scopa e nemmeno troppo abile con gli incantesimi, rischiando di fare un casino, sperò che qualche suo compagno finalmente lo avrebbe bloccato.
     
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55 replies since 14/5/2017, 19:07   1793 views
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