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    CITAZIONE
    Titolo: Memorie di Cristallo
    Autore: Leonard Lennox
    Personaggi: Leonard Lennox, Satoko, Kuroshitsuji, Sensei e gemelli Namigawa (appena nominati)
    Note off: diverse parole sono distinte tramite il corsivo nel narrato. Non è che soffro di una particolare perversione o cosa, è solo per indicare in modo più esplicito che queste fanno riferimento a termini della lingua giapponese, tutto qua.

    Memorie di Cristallo



    Ci sono cose che persino io non dimentico, dei ricordi che mi abitano dentro da sempre e che per sempre mi abiteranno, irrinunciabili mattoni di quell’immensa dimora che chiamiamo vita, pur non riuscendo mai a conoscerne davvero ogni singola stanza, ogni segreto e ogni tesoro.
    Ogni bugia.
    Io li ricordo, li ricordo tutti… i momenti più importanti.
    Colori così nitidi da sembrare dipinti su tela.
    Suoni così vivi che risuonano come i battiti del cuore nella testa piuttosto che come una musica lontana.
    Verità così crude da starci male delle volte, e silenzi così significativi da spezzare il fiato.
    E persone, oh le persone. Esistenze così vicine e allo stesso tempo straniere, ancora fatico a capacitarmene.
    Eppure quella vita io l’ho vissuta per davvero, ha fatto di me chi sono ora, chi ero Destinato a diventare. Ogni sfumatura, ogni nota, ogni parola, ogni vuoto e ogni presenza. So che cosa sono grazie a loro e non lo posso semplicemente ignorare, tantomeno dimenticarlo.
    Non siamo fatti per essere nessun altro all’infuori di noi stessi, questa è la verità.
    Io sono io.
    E io, Leonard Lennox, ho cominciato a vivere sul serio soltanto all’età di tredici anni, quando all’alba dei miei GUFO imparai a conoscere prima, e amare poi, l’Arte della Divinazione.

    Satoko-san, ma quando arriva il Sensei?
    Sono già passati dieci minuti…


    Prima di allora mi crogiolavo nel pensiero che un giorno avrei sempre potuto lavorare nell’azienda di famiglia, con quel po’ di impegno che bastava a farsi assumere e portare avanti ciò che mia madre già faceva, lo stesso che aveva finito per renderla soltanto un nome in casa propria e un fantasma nella mia vita.
    Forse, in realtà, mi piaceva solo pensare che così almeno avrei avuto più occasioni per vederla e stare assieme, più di quante io effettivamente sia mai riuscito ad avere.

    Non so che dirti, mi avevano avvisato che è un tipo un po’… ecco, particolare, e che raramente si presenta puntuale alle lezioni. Però pensavo che almeno-

    Poche cose mi entusiasmavano allora, ancora meno erano capaci di accendere in me una qualche scintilla di passione e vivo trasporto. Certo, delle volte era capitato di perdermi in me stesso, affascinato dalla volta celeste o da qualche pensiero inaspettatamente profondo, ma avevo sempre creduto che questo facesse di me soltanto uno scansafatiche, al più un sognatore.
    Tuttavia, scoprii presto a ricredermi…

    -il primo giorno.
    Esatto cara Satoko-chan!


    Non dimenticherò mai il mio Sensei, i suoi consueti ritardi, gli ingressi che completavano le frasi altrui, il suo fare tanto confidenziale in certe occasioni quanto paradossalmente intransigente e rigoroso in altre.

    Oggi è il vostro primo giorno nella mia aula, immersi nelle pregevoli possibilità che la Divinazione e i suoi misteri hanno da offrire.

    Sfere di Cristallo ovunque e per chiunque, come se piovessero, come se fosse la stessa stanza a produrne in grande quantità. Lei la sua ostrica e loro le sue perle, magnifiche e ammalianti.
    Non ne avevo mai viste, eppure ne subii mio malgrado il fascino: quei vortici argentei, inspiegabili, quell’anomala e segreta luminescenza, sentivo che mi appartenevano e capivano come nient’altro al mondo. E forse lo capì anche il Sensei, perché quando mi passò vicino, semplicemente, sorrise, fermandosi il tempo di una manciata di sillabe, che tutt’oggi mi porto nel cuore.

    Divinazione…

    Cominciando a spiegare cosa Essa significasse per lui e non solo.
    Fu così, in una mattina come tante, che l’Incanto del Divino mi ghermì l’animo: amore a prima Vista, si sarebbe potuto definire.
    Io non saprei dire cosa accadde di lì in avanti, so solo che non mi persi mai una parola, una lezione, né il più insignificante di quegli incorporei cerchi d’argento, ai più sfuggenti, incomprensibili, e che pure io trovavo di una bellezza innegabile.

    ***



    Il tempo passò, arrivando al mio quinto anno tante cose erano successe e tante altre sentivo sarebbero dovute ancora accadere. Fino ad allora, mi godevo le giornate all’insegna dei tirocini guidati dai gemelli Namigawa e il profondo senso di benessere che provavo nell’avvicinarmi sempre più al Mondo oltre il Velo.
    Una gratitudine smisurata, una pienezza inspiegabile e misteriosa fecero di me un’altra persona, quasi… felice. In quel periodo sentivo di star realizzando finalmente qualcosa per me stesso e il mio Futuro, qualcosa di vero, capace persino di superare l’amara assenza di mia madre e la nostalgia per una famiglia che mai avevo potuto realmente avere.
    Un giorno - grazie all’improbabile sorteggio del Consiglio Studentesco - finii addirittura con l’essere incaricato per interpretare uno dei ruoli principali nella cerimonia di chiusura per il Matsuri di quell’anno, a dispetto di quanto restio mi fossi dimostrato fin dall’inizio.

    Me lo sono dimenticato.
    Ricordami: com’è che alla fine mi avevate convinto ad accettare?


    Alquanto inutile arrivare a chiederlo quando mi sarei dovuto esibire da un momento all’altro, ma dopotutto non sono mai stato il tipo da soffermarmi troppo su dettagli del genere.
    Satoko-san aveva appena finito di sistemare la mia veste da cerimonia passando al Jūnihitoe della controparte femminile, mi guardava dall’alto in basso anche da carponi che era, ad aggiustare i vari abbellimenti e complessi passaggi che stavano alla base di quelle antiche tradizioni.

    Era stato Kuro-kun, qualcosa sul destino e le imperscrutabili vie dell’universo.
    Cose così.


    Ecco come.
    E nonostante una parte di me sospettasse, in vero, che mi avessero detto solo ciò che volevo sentire, l’altra non voleva comunque correre il rischio di sfidare gli arcani ingranaggi del Fato a cui tanto ero devoto.
    Quel giorno dimenticai quanti sospiri ero arrivato a lanciare nel vuoto, ma di sicuro un altro paio allora li dovevo aver tirati. Perché in tutta risposta, dal silenzio della mia introspezione, mi giunsero le parole di Kuroshitsuji-senpai.

    Smettila coi ripensamenti dai.
    Concentrati soltanto a fare quello che devi fare e andrà tutto bene, ne sono certo.


    Facile parlare per lui, che non si sarebbe trovato su un palco a dover recitare un dialogo che nemmeno era sicuro sarebbe riuscito a ricordare e portare avanti fino in fondo.
    Come se le cose non potessero peggiorare poi, oltre agli studenti di Mahou, all’evento partecipavano anche insegnanti e genitori, che avrebbero assistito a ogni parte della cerimonia dalle file più vicine al palcoscenico.

    Mi arrendo, ormai.

    Darla vinta al Destino o gli altri che fosse era quasi una cosa normale per me, raramente mi imponevo oltremisura su qualsiasi cosa esulasse dalle mie possibilità.
    Tanto sapevo che mia madre non sarebbe venuta, nonostante gli inviti mandati a più riprese e le speranze condivise sotto la luce delle stelle. Eppure qualche volta mi scoprivo lo stesso a desiderarlo, a sperare, crederci veramente che le cose sarebbero potute migliorare tra di noi, anche solo per una volta.
    Presi un profondo respiro, diversi a dir il vero.

    Tre dal basso e sette da sinistra.
    Occhi di galena e preghiera esaudita.

    Sarebbe?
    L’hanno detto i Sensei al nostro ultimo incontro.
    Non so cosa voglio dire, ma in qualche modo mi rincuora… come il Cielo notturno, l’odore di incenso o le Sfere di Cristallo.

    Convinto te.
    In posizione ora! In scena fra pochi secondi.


    Kuro-senpai batteva le mani, scettico e disinteressato come sempre verso qualsiasi cosa che non fosse Presente, l’esatto opposto di me. Eppure in quegli anni di scuola non avevo conosciuto compagnia migliore di lui, fra i pochi che accettasse e soprassedesse come nulla fosse su ogni mia discutibile stranezza.
    La danza di rito delle ragazze stava volgendo al termine, potevo già vedere le prime Miko iniziare a rientrare nei loro hakama vermigli, pronte a dare il cambio.
    Il mio cuore si riscosse dalla sua apparente e forzata calma, battendo più rapido, agitato, come se fino ad allora non avesse realizzato ciò che a breve avrebbe dovuto affrontare sull’hinoki del palco. Oltretutto, certo non mi consolava aver appena visto la mia controparte femminile disegnarsi il kanji di persona sul palmo della mano, per poi mangiarselo in un boccone al solo, scaramantico scopo di infondersi coraggio.
    In altre circostanze mi sarei preoccupato tanto per lei quanto per me stesso, ma allo stato attuale delle cose sentivo solo il countdown per il sipario che scendeva alle mie spalle e l’ansia per l’esibizione imminente che saliva dalle vene.

    È ora…

    Già mi pentivo per non possedere alcuna volontà di ribellarmi al Destino o, più semplicemente, anche solo non aver inghiottito pure io un po’ di fiducia sotto forma di kanji, quando ancora potevo farlo.
    Era troppo tardi.
    Ero allo scoperto adesso, sul palco della scuola con un copricapo di youmu e panico puro nelle pupille, in assorto silenzio. Lo sguardo che scrutava il pubblico in cerca della faccia di mia madre, pur sapendo che non l’avrei trovata, perché lei non poteva permettersi il lusso di perdere neppure un’ora del proprio lavoro per andare a vedere il Matsuri di suo figlio.
    E io me ne stavo lì, con quella corona senza peso sulla testa e la speranza nel cuore. Quell’attesa, era quella maledetta, soverchiante attesa a levarmi il respiro e spegnere ogni pensiero.
    Tutti tranne uno.
    Fu in quel momento, chissà come, che le parole dei Sensei Namigawa tornarono indietro come un’onda, facendone seguire al mio sguardo la corrente.
    Una Rivelazione!

    Okāsan.

    Mia madre era lì, con me, per la prima volta da quelli che mi erano parsi secoli, una vita fa.
    Non avevo mai sorriso in quel modo prima di allora, per di più davanti una folla, che ai miei occhi ormai aveva smesso del tutto di esistere.
    L’oceano che ci separava, gli anni di pallida convivenza, quelle tre file, non erano altro che un’illusione.
    C’eravamo solo noi due in tutta Mahoutokoro, adesso.
    Per un momento di indimenticabile bellezza, tutto il resto aveva smesso di esistere: l’ansia, la nostalgia, il dolore persino.
    Forse era proprio per momenti come quello che esisteva la Divinazione, il Destino e i suoi spesso inafferrabili Disegni. Ma anche se così non fosse stato a me ben poco interessava di saperlo, per una volta avrei goduto volentieri del Presente, in eterno.
    Perché per una volta il Presente era tutto ciò Vedevo.
    Per una volta il Presente era tutto ciò che i miei Occhi cercavano.
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    Per me un "tamago no Arashi", tradotto: uovo della Tempesta.
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    Nome Manufatto: Sfera SchiudiMente

    Manifesto Magi-Pubblicitario: Il vostro Occhio Interiore soffre della Sindrome della bella addormentata, come nemmeno il peggior impiegato ministeriale la mattina successiva al weekend di riposo? Che neppure un Bombarda Maxima o le intimidazioni sotto Sonorus sarebbero capaci di risvegliare?
    La soluzione è a portata di mano, o meglio di bagno. Con le nuove capsule di erbe e oli essenziali potrete unire il Dilettevole al Divino, proprio così!
    Un tuffo nella vostra vasca, mentre il resto del lavoro verrà svolto dai benefìci naturali e incantati di queste speciali capsule, assieme alle loro proprietà e quelle dell’infusore a rilascio controllato - GRATUITO al primo acquisto, omaggio della casa.
    Un prodigio dell’artigianato magico, frutto del lavoro e
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    dell’unione di Erbologi e Pozionisti esperti, nondimeno sotto l’attenta supervisione e consulenza di Veggenti navigati, forse un po’ svampiti e stralunati, ma comunque più che competenti: RISULTATO GARANTITO!
    E come è vero che un Ippogrifo non cambia le sue piume - almeno credo -, è altrettanto vero che grazie a questa nuova invenzione anche voi sarete in grado di schiudere la vostra Vista.
    Fate un bel saluto alla Sfera di Cristallo, alle Rune o ai fastidiosi fumi degli incensi e delle candele divinatorie; grazie a noi, ormai, non vi serviranno più.
    Dite addio ai giorni in cui il vostro insegnante di Divinazione sosteneva, con serafica presunzione, che non foste portati per la sua materia.
    Fate evanescere le volte in cui il vostro partner - divinatore o meno - affermava che non avevate la Sensibilità necessaria per riuscire a capirlo.
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    Insomma, non vi dovrete più preoccupare del tempo in cui il vostro Sesto Senso rifiutava di rivolgervi la parola, ché ora ci siamo noi… C’è la Sfera SchiudiMente!

    Funzione: Questa capsula sferica è intrisa di magia e ingredienti naturali, il cui obiettivo è regalare a chi la utilizza un bagno rilassante, con la capacità di liberare dal torpore il proprio Occhio Interiore, o almeno così si suppone.
    Tuttavia, gli effetti e le promesse della campagna pubblicitaria sono non solo volutamente ingigantite, ma anche ingannevoli.
    Il povero consumatore però se ne accorgerà sempre troppo tardi, nonché a proprie spese.
    Perché ciò che consente questa “innovativa” creazione, di fatti, difficilmente riesce a soddisfare le aspettative dell’acquirente. Tant’è vero, che gli esiti del suo utilizzo possono essere tra i più svariati e imprevedibili.
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    Le conseguenze nel fruire di questo dubbio rivoluzionario articolo da bagno, infatti, sono mutevoli e inattese quanto il Destino stesso, tanto che verrebbe quasi da pensare ci sia il suo zampino dietro. Possibili effetti:
    1) effetto placebo di relax e serenità, ma è come le gioie della vita, è solo momentaneo poi passa, lasciando spazio a un improvviso e persistente cattivo umore;
    2) Rilassante e distensivo - grazie ai suoi princìpi naturali -, che se il mal di testa non ve lo fanno passare, rischiano invece di procurarvene uno bello grosso e insistente, almeno per le prossime 24 ore;
    3) Crescita anomala di peluria sparsa sul corpo, a partire dal giorno successivo;
    4) Aumento della concentrazione e delle capacità percettive, in alcuni casi riserva addirittura la possibilità di eventi propizi - si tratta dell’eventualità più benigna, oltre che rara -;
    5) Random-Collateral. Dagli incisivi di castoro, al becco di un’anatra o la perdita temporanea della voce, non si potrà mai dire con certezza cosa vi riserverà - questa eventualità, invece, se il Fato proprio decide di remarvi contro.

    Limitazioni: Non esistono particolari condizioni all’uso della Sfera SchiudiMente, a parte una vasca da bagno con dell’acqua calda e qualcuno disposto a entrarci dentro. Inoltre, volendo si può accompagnare al suo utilizzo anche un pratico infusore a rilascio controllato, che ne libererà in modo più misurato e adeguato le sue componenti “benefiche”.
    //ON: Gli esiti sono tra i più imprevedibili, qualcuno sfiderebbe con estrema facilità il fatto che la vita o il Destino - dipende dalle inclinazioni dell’interessato - non giochi le proprie sorti ai dadi.
    //OFF: In effetti, alla fine, un lancio dei dadi c’è davvero, dove ogni numero corrisponde a uno dei possibili effetti - sopra elencati.
    Questi dipenderanno dal tiro di un d20, e quindi al risultato del suo lancio => *(n)
    1) Il pessimo temperamento durerà fintanto che non soggiunge la notte e un buon riposo; *(1-4)
    2) Sensibilità ≤ 32 => Mal di testa assicurato; Sensibilità > 32 effetti di un bagno profumato, magico e ristoratore.
    Sayonara ai vostri acciacchi e ai vostri affanni —> +5 HP per la durata di una role; *(5-8)
    3) Tranquilli, un po’ di pazienza e qualche colpo di bacchetta/rasoio e tutto si sistema, con Manualità ≤ 32 però, dubito sarà possibile cavarsela in meno di un’oretta abbondante; *(9-12)
    4) Bisogna essere benvoluti da Madama sorte, e in tal caso pare proprio che Lei stessa vi abbia stampato un appassionato bacio sulla guancia, in pieno stile “nonna del Sud”.
    Previo uso ON, il PG ottiene +3 Sensibilità e +3 Carisma per la durata di una role; *(19-20)
    5) Qua, invece, Mamada Sorte pare avervi riservato un poderoso schiaffo in faccia, la cui magia lascia il segno che trova, tutto è possibile - purtroppo solo nell’accezione negativa del termine.
    Per liberarsi da questi spiacevoli effetti collaterali è sufficiente un semplice Controincantesimo Standard; però, occorre necessariamente sia qualcun altro a castarlo - l’imbarazzo non sempre è un’opzione. *(13-18)

    Immagine: Sfere SchiudiMente <— prima e dopo —> Effetti magici e “speciali”

    Edited by Pepy l'elfo - 25/8/2019, 17:29
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    Immagine del pg: Here
    Nome: Erica (?)
    Cognome: La Bulleggiata
    Luogo e data di nascita: Ignoti, è cittadina del mondo, età sconosciuta, si stima si aggiri tra i 20 e i 99,99 anni
    Stirpe: degli studenti in crisi
    Occupazione: occupatissima, nel poco tempo libero assassina provetta (ufficializzata in seguito agli eventi del Campionato di Quidditch)
    Famiglio: Mirko Andreani, sempre pronto a schierarsi dalla sua parte
    Allineamento: alla Chansey (da infermiera Joy)
    Storia: Nasce un giorno di un determinato mese di un determinato anno, come incrocio perfetto tra una buona samaritana e un gigante delle montagne che Rubeus Hagrid fo’ un baffo. Sa questi prende le sue qualità migliori e la vocazione per occuparsi degli altri.
    Cresce accudendo tante Barbie, orsacchiotti e cicciobelli, in un mondo rosa fatto di unicorni e arcobaleni. Da che era piccola diventerà grande a furia di pane, nutella, Sailor Moon e Lady Oscar, che la porteranno a diventare una giovane adolescente piena di sani e saldi principi, forte, leale e grande amante del cioccolato, come dimostrano gli elevati livelli di glicemia mattutini.
    Si appassiona alla danza e alla boxe, in un mix micidiale di delicatezza e aggressività. In questo modo i bulli smetteranno di darle il tormento e sarà lei stessa a diventare per loro una minaccia, ergendosi paladina per sé e gli altri, una Supergirl insomma, solo senza quell’orribile calzamaglia.
    Gli anni di liceo trascorrono con quotidiana serenità, appena sconvolta dai drammi adolescenziali del caso, sfociando in sporadiche situazioni sentimentali di dubbia utilità.
    La sua passione per il bene degli altri e la sua ostinata fermezza di spirito ne faranno una provetta studentessa di infermieristica, dedita al benessere altrui e di chiunque le stia attorno.
    Durante i suoi studi avrà diverse e scandalistiche vicissitudini amorose, con dottori, capi reparto e primari. Una serie di eventi che, si suppone, abbiano dato ispirazione agli sceneggiatori di Grey’s Anatomy.
    Sul lavoro però non si concede troppo a simili distrazioni, riservando la propria attenzione solo a coloro che ne hanno davvero bisogno, i pazienti. Il tirocinio in ospedale si porta avanti fra esami, studio e pratica su manichini e non, ma chi può dire cos’altro le riservi il Futuro.

    Carattere: Ha una natura solare, piena di vita, fatta di buone maniere e di tradizionali “sera” e “hola” in chat.
    Il suo carburante di inizio giornata è un caldo e amaro caffè, amaro come lo è alzarsi dal letto per cominciare una giornata di studio o lavoro, fatta dello stress e delle ansie che solo la vita sembra saperle dare.
    Si prende cura di tutto e di tutti, con fare materno, e con lo stesso spirito che mostra durante tutta la sua vita, dedicandosi al prossimo più che a sé stessa e attirando le ingiustificate antipatie di chi la circonda, bollandola come “quella violenta che minaccia” senza un reale o apparente motivo.
    Le persone e le cose a cui è affezionata particolarmente che ha impiegato anni per ottenere, costruire e curare, sono di estrema importanza e non se ne separerebbe mai.
    Anche se buona, all’occorrenza si sa far valere, tirando fuori gli artigli… Basta che non le facciate tirare fuori Bolidi o siringhe però, perché in quel caso potrebbe essere l’ultima cosa che fate.
    Malgrado le sue abilità manuali, è un’incapace quando si tratta di cucinare qualsiasi cosa, persino il minimo indispensabile alla sopravvivenza umana, come può essere un uovo al tegamino o una pasta asciutta. E’ in grado di far saltare in aria persino una tazza di latte fredda.
    Le sue capacità prensili sono paragonabili a quelle di un termosifone, praticamente nulle. Qualsiasi cosa sulla quale cerchi di mantenere una salda presa le sfugge di mano, tranne quando si tratta di cose importanti, come prendersi cura degli altri o tirare Bolidi assassini (si tratta pur sempre di “prendersi cura”… Anche se in modo diverso).
    Non ha una passione per i dolci in generale, ma solo per la cioccolata, della quale si farebbe doccia, bagni, creme, lozioni; tutto pur di averla con sé. Il suo cioccolato preferito è quello con un pizzico di piccante, il genere di sapori che adora alla follia, dolci e forti, un po’ come lei.

    Aspetto: La ragazza della porta accanto, innocente, pura e semplice, nonostante i capelli rosa fluorescente. Gli occhi sono azzurri e gentili come quelli di un Audino, ma si fanno piccoli, scuri ed espressivi come quelli di un Ditto nel momento in cui qualcuno le fa particolarmente girare “ciò che non ha”.
    La corporatura è tra il normale e lo snella, ben bilanciata dal suo amore per il movimento e la necessità di rincorrere i testimoni di Geova che la tartassano e tormentano sotto casa, ogni, singolo, giorno.
    Riporta su un braccio i segni di un piccolo morso, opera di un bambino che non voleva farsi curare dalla baby-infermiera Erica. Fin da piccola alle prese con la sua vocazione, facendo di ogni bambino con il raffreddore la sua cavia. Che fosse per questo che alcuni la bulleggiavano?

    Borsa:
    ➤ Kit di pronto soccorso: sempre preparata a soccorrere qualcuno, non possono mancare quindi gli strumenti base per fare il suo dovere
    ➤ Pocket Coffee: per avere il gusto della sua amata bevanda sempre con sé. Utile a dargli quel necessario sprint mattutino in più
    ➤ Spray al peperoncino: pronta a proteggersi dai malintenzionati o, semplicemente, da chi le da’ noia
    ➤ Cioccolatini: necessari per la sopravvivenza post prandiale, li dispensa in rare occasioni ai pazienti più buoni e bravi, come una mammina amorevole e affettuosa
    ➤ Cellulare e cicalino: per essere reperibile in ogni evenienza, per lavoro e non solo
    Baule:
    ➤ Una pistola: amorevole e affezionato ricordo di una roulette russa giocata con gli amici (è stata la prima a morire)
    ➤ Licenza di uccidere (oltre che di essere uccisa)
    ➤ Cicciobello: antico ricordo della sua età dell’innocenza; faceva da manichino per le sue esercitazioni da mini infermiera
    ➤ Scorte illimitate di caffeina: non può mancare, MAI
    Foto di un ex: uno dei suoi precedenti, conflittuali e tormentati ex-bf, avuto e poi perso sul luogo di lavoro dopo ripetuti tira e molla
    Curriculum:
    - Conseguimento del diploma di istruzione secondaria di secondo grado, detto terra terra: le mai-rimpiante Superiori
    - Completamento del percorso di studi da Infermiera
    - Bevitrice accanita di caffè level: X1; X2; X3;
    - Apprendistato al Centro Pokemon di Sciroccopoli: struttura specializzata nella cura di particolari ”Creature Magiche”
    - Parte finale del Tirocinio svolta presso l’Ospedale del Sacro Cuore, dove farà la conoscenza dell’ennesimo flirt, ma si rivelerà sol un altro buco nell’acqua
    - Una grande battitrice. Lei non disarciona. Lei. batte. FORTE. (cit. Mr. Grigio)
    Conoscenze:
    - Anatomia umana: fa parte del suo lavoro dopotutto, non pensate male… Ma lo faranno ugualmente
    - Malattie Babbane e non
    - Delle diverse proprietà medicamentose della caffeina (spesso sottostimate)
    - E’ a conoscenza di non saper cucinare… Vale come conoscenza, no?!
    - Patronus: Chansey

    Relazioni:
    ➤ Parenti e amici: tutte persone importanti per lei, naturalmente, e non si risparmia di ricordarglielo con tanti e affettuosi pensierini sulle pagine social e non. I cuoricini non mancano mai nelle sue conversazioni con queste persone.
    ➤ Player di AH: fa un po’ da mamma e un po’ da pungiball emotivo altrui, su cui si vede scaricare (a caso e non) invettive di vario genere, ovviamente scherzose… Ma chi può dirlo.
    ➤ Mirko Andreani: Famiglio indispensabile quanto inusuale per una persona, ovvero un essere umano. Gli vuole molto bene, un affetto ricambiato e spesso dimostrato dall’ardore col quale l’amico la difende, in chat e non solo.

    Abilità:
    - Saggezza: la mattina non la trova; il pomeriggio la cerca; la sera non le serve già più
    - Capacità Magiche: nei momenti di rabbia estrema, con lo sguardo ”tu per me sei morto”, peggio di qualsiasi Avadakedavra
    - Manualità: abilissima con le mani nella sua professione, meno con, beeeh… Tutto il resto
    - Riflessi: no, non riflette, lei agisce!
    - Sensibilità: se è rosa o ha occhi grandi è adorabile, punto.
    - Carisma: come la tentazione di punire un Tempesta per la Dixon, è irresistibbbile
    - Prestanza: perfetta, si definisce “ben tornita” dalle ansie della vita
    - HP: proporzionali alla soglia di caffeina e zuccheri in circolo nel sangue

    Talenti:
    - Roulette Russa - Morte Certa
    - Santa Protettrice degli Infermi
    - Arte della Caffeina Avanzata
    - Coccola Materna I & II
    - Bolidata assassina
    - Se non ti Curo ti Uccido


    Anita Hamilton / Eloise Hunt ...Perdona la sorpresa, bella o brutta che sia xD, poi mi farai sapere.

    PREMESSA: Come hanno specificato quelli prima di me, e suppongo continueranno a fare anche quelli che seguiranno, è tutto messo giù in modo giocoso e scherzoso (oltre che palesemente inventato dal nulla), senza alcuna malizia o intenzione "malvagia", sono certo/spero che sia ben inteso dai toni mantenuti durante la scheda.

    DISCLAIMER: ogni riferimento a cose, animali, pokemon, serie tv, film e persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

    PS Se ho azzeccato qualcosa, poi... Tanto di cappello alle mie doti divinatorie OFF (?)
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    CITAZIONE
    Titolo: Il trio della discordia
    Autore: Leonard Lennox
    Personaggi: Mikal Levischmiedt, Jordan Dunbar Baskerville, Chase Edwards, Alexa Murray, Eunice Bott, Wyatt Wolf; (solo accennati) —> Grant Diamond Lancaster, Andrew Laeddis, Dan B. Cooper, Amalia Harp, Artemis Baskerville, Marcus Edwards, Bellamy Murray;
    Parole: 1280 (esclusi titoli e note)

    Il trio della discordia



    Uno sguardo sul presente



    In quegli anni l’Accademia stava vivendo un periodo fiorente, che le aveva garantito rispetto e un rinnovato riconoscimento, persino da parte del Ministero della Magia, in cui adesso a Capo degli Auror vi era Lancaster.
    Si arrivò addirittura a celebrare l’anniversario per i 28 anni della scuola, con una grande festa, organizzata all’insegna del divertimento, con attività più, o meno, magiche.
    In quel periodo gli equilibri tra bene e male erano rimasti pressoché invariati, anche se, sotto la guida dell’inappuntabile e fiero Grant, si era riuscito a contenerli maggiormente.
    Ad Amestris, invece, gli scontri tra il Preside Laeddis e il docente di Babbanologia, Dan B. Cooper, arrivarono a un punto di svolta, che aveva visto entrambi i maghi allontanarsi dall’ambiente scolastico.
    Diverse furono le figure che ricoprirono il ruolo al vertice dell’Accademia, solo da alcuni anni si era definitivamente arrivati a qualcuno che lo vestisse in modo permanente e definitivo: Mikal Levischmiedt. Inizialmente la donna era reticente all’idea, poi convinta dai colleghi e, in particolare, dall’ex-Responsabile del Ghiaccio, Amalia Harp, che da tempo ormai si era ritirata alla vita familiare, ravvivata da occasionali ricerche in ambito magico.
    L’attuale Preside però non aveva vita facile, resa tale anche dai figli di alcuni suoi ex-allievi, Artemis Baskerville, Marcus Edwards e Bellamy Murray, la cui prole rappresentava i combina-guai per eccellenza di Amestris, ben noti in tutta la scuola, ognuno appartenente a una Casa diversa. Questi costituivano il così detto “trio della discordia”.
    Jordan era il figlio dell’ex-Prefetto Tempesta, vivace, creativo e della idee brillanti, anche se purtroppo a discapito di studenti e corpo docente, che ne subivano - non di rado - le conseguenze; come il padre era stato assegnato alla Tempesta.
    Poi vi era Chase, il più timido e innocuo dei tre, ma solo in apparenza; si univa alle idee dei due amici volentieri, in particolare se per vendetta, tornaconto o piacere personale, e vestiva la divisa del Ghiaccio.
    Alexa ricordava per molti aspetti il padre, energica, capricciosa e piena di sé, era considerata la reginetta del Fuoco, nonché Prefetto, la cui lunga chioma ramata e gli occhi azzurri spezzavano cuori lungo i corridoi del castello.
    Grazie al forte legame che univa i loro padri, Chase e Alexa erano diventati amici fin dall’infanzia, mentre Jordan li conobbe solo al suo secondo anno, quando i primi due furono ammessi ad Amestris, arrivando a chiedersi come avesse fatto a divertirsi, fino ad allora, senza di loro.
    Ormai il gruppo era diventato un simbolo tra le mura di Amestris, una garanzia di scherzi e di un pieno di intrattenimento assicurato.
    Nel corso degli anni le loro imprese andavano dalle più semplici marachelle, ai più elaborati e machiavellici piani. Come quando fecero credere al professore di Divinazione di aver seguito le sue lezioni per tutto il mese, quando in realtà non le frequentavano nemmeno, riuscendo così a estorcergli un permesso per il Settore Proibito.
    Adesso Jordan era al quinto anno, mentre Alexa e Chase al quarto, pronti a dar nuovamente spettacolo durante i festeggiamenti dell’anniversario di Amestris.

    La grande festa



    L’Accademia aveva organizzato tutta la cerimonia nei minimi dettagli e, con gioia degli studenti più lavativi, sospese anche le lezioni per quei due giorni di festa. Il corpo Auror, invece, potenziava le barriere ed eseguiva ronde e controlli, sotto la supervisione di Lancaster, la cui figura si erigeva altera sopra ogni altra.
    Erano previste molte attività, magiche e non, competizioni, gare ed eventi, tra cui anche quello sponsorizzato dall’impresa dei Bott: assaggi misteriosi.
    I Bott erano la famiglia ideatrice e produttrice delle rinomate Gelatine Tuttigusti+1, e in quel giorno avrebbe presenziato la figlia del fondatore di tale impero dolciario, Eunice Bott.
    Fu proprio tale notizia a dare l’idea agli astuti burloni, che ebbero così l’ispirazione per il loro scherzo.
    Il trio aveva preparato il proprio piano nei minimi dettagli, sin da quando era stato annunciato il tutto, pronti ad agire, approfittando dei preparativi per i festeggiamenti.
    Tutte le attività iniziarono fin dalla prima mattina, a eccezione di quella organizzata dalla compagnia dei Bott, che sarebbe cominciata solo a partire da pomeriggio inoltrato. Nonostante ciò, i tre studenti erano già lì quella mattina, seduti in prima fila, in trepida attesa dell’inizio dello show.
    Era stato montato un tendone, poco distante dalle Serre di Erbologia, il cui enorme spazio interno non era lasciato trasparite al di fuori, grazie ad opportuni incanti. La sala era grandissima, con centinaia di sedie che partivano dall’ingresso fino al palcoscenico semicircolare.
    Appena giunse l’ora, l’inizio dell’evento venne segnalato da un’esplosione di tanti piccoli coriandoli, le cui forme e colori ricordavano proprio quelle delle famose gelatine.
    Eunice diede il benvenuto a tutti, facendo una piccola introduzione sui nuovi gusti aggiunti, in onore della campagna “Gelatine Tuttigusti+∞: Infinity, al sapore non c’è mai fine”. Si accolse, poi, con un grande applauso i partecipanti, chi lì perchè aveva perso una scommessa, chi su invito dell’azienda dolciaria, mentre poi vi era la Preside e Wyatt Wolf, lì per puro caso.
    La docente di Astronomia si era trovata coinvolta a causa del collega di Divinazione, che aveva disdetto con zero preavviso il giorno stesso, “per forze di causa maggiore” aveva lasciato detto.
    L’Auror invece era stato mandato a rappresentare le divise blu, compito che in origine sarebbe toccato a Grant, e che quest’ultimo aveva delegato al suo subordinato, non avendo alcuna intenzione di sottoporsi a simili frivolezze. Inoltre aveva giustificato - opportunamente - la sua assenza, asserendo che era troppo impegnato a gestire la sicurezza, e che Wyatt avrebbe giovato di quel passatempo. Una scusa come un’altra, col solo scopo di declinare l’invito.

    Gelatine Tuttiglischerzi+1



    L’attività all’interno del tendone ebbe finalmente inizio.
    Il tutto ruotava attorno al prodotto di punta, le Gelatine Tuttigusti+1. I partecipanti avrebbero dovuto mangiare le caramelle, descrivendone il sapore al pubblico, senza contare che avrebbero compreso anche quelle nuove, oltre le classiche, fresche di produzione.
    Eunice, prima di cominciare, aveva tenuto a specificare la correttezza dell’evento, assicurando che era stata utilizzata uguale proporzione tra l’assortimento dei gusti più graditi e quelli meno “apprezzati”.
    Jordan, Chase e Alexa non riuscirono a controllare qualche entusiasta risata. Lo spettacolo stava per cominciare.
    Il primo assaggio dipinse sul volto di tutti i partecipanti una smorfia di disgusto, che lasciava ben intendere l’esito sfortunato di quel primo sorteggio.
    Piedi puzzolenti, muffa, marmellata scaduta, espettorato, calzini sporchi, spazzatura e burro avariato.
    Il tentativo successivo non fu più fortunato, così come quello dopo e quelli ancora seguenti.
    Tra il pubblico si alternava l’inorridire alle risate più genuine, ma niente superava quella dei tre studenti in prima fila, incontrollate e che rompevano sguaiatamente quelle circostanti.
    Di lì a dieci minuti fu ben chiaro a Mikal, così come agli organizzatori, che qualcosa non andava: le proporzioni erano state modificate, andando totalmente a favore dei gusti peggiori.
    L’evento venne sospeso, rimandato al giorno successivo. Jordan & Co. vennero scortati dall’Auror Wolf fino all’ufficio della Preside, come a voler dare un’aria più seria a tutta la faccenda.
    L’insegnate era certa fosse opera loro, era la sua esperienza e il suo istinto a dirglielo, oltre ai precedenti dei tre studenti e ai loro volti, chiaramente ed inequivocabilmente colpevoli. C’era solo un problema, erano stati bravi, troppo bravi. Nessuna traccia, segno o indizio erano stati trovati a incastrarli… Una cosa era certa, non li avrebbe più persi d’occhio.
    Li rimproverò severamente, congedandoli poi con un gesto della mano, indisposta e contrariata per l’accaduto. Una mano teneva la fronte, corrucciata al pensiero di dover sopportare quelle piccole ed esasperanti pesti per almeno altri tre anni. Si pentiva quasi di essersi fatta convincere ad accettare quell’incarico, chi glielo aveva fatto fare?
    In compenso ora comprendeva le così dette “forze di causa maggiore”, che avevano visto il collega abbandonare l’attività dei Bott, come un topo faceva con la nave, per salvarsi la pellaccia, o in questo caso le papille gustative. Con l’altra mano poi si tappò la bocca, ancora nauseata da quell’orribile esperienza, segnata dal tremendo sapore che l’ultima gelatina le aveva lasciato sul palato: alito di Troll.
5 replies since 2/1/2018
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