Festival di Ostara 2033 - quando tutto cambiò di nuovo.

Drayrdd - Pressi dell'Albero

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    ... a fine serata


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    Fu un attimo.
    Un secondo prima gli occhi dei maghi e delle streghe sulle rive del fiume avevano davanti agli occhi uno scenario ben noto: grigio, oscurato e privato di ciò che era stata una caratteristica indubbia della natura dall’origine dei tempi.
    Un secondo dopo dallo stelo del fiore che aveva donato i propri petali iniziarono a diramarsi a raggiera decine di colori, di sfumature di rosso, giallo, blu, verde, viola, azzurro, cobalto, ocra…
    Ogni colore, ogni sua sfumatura iniziò a intrecciarsi, quasi come a voler imitare la piattaforma su cui avevano camminato e ballato i partecipanti di Ostara qualche attimo prima.
    I colori iniziarono a diffondersi nel terreno, colorando gli steli di erba, le foglie cadute, i rami spezzati, i fiori… tutto divenne un miscuglio di colori. Era inarrestabile e iniziò a colorare anche i cespugli, gli alberi.
    Pochi secondi e, come ad Halloween, tutto cambiò drasticamente.
    Prima non vi erano colori, adesso se ne sarebbero trovati persino troppi.
    La Natura era nuovamente colorata, ma non era tornata alla normalità.
    I colori che coprivano il terreno e gli alberi erano sbagliati.
    Davanti ai maghi e alle streghe si parò dinanzi un nuovo paesaggio, mutato nel colore, ma pur sempre differente da ciò che avrebbe dovuto essere.
    Dove prima vi era il grigio ora vi era l’arcobaleno.


    Ancora una volta tutto cambiò. Lo scenario naturale intorno a loro si accese di sfumature variopinte, nonostante in alcune zone rimanevano ancora chiazze di grigio. Sembrava che coloro che avevano partecipato al Rituale Druido tenessero tra le mani un piccolo pezzetto di arcobaleno perché persino i Petali della Speranza risultavano adesso macchiati da quel cambiamento improvviso. Tutto ciò era da attribuire unicamente al rituale o qualcosa di sconosciuto aveva interferito con esso?







    Note Off//:

    Questa ruotata è ambientata la sera stessa, per cui vi trovate esattamente nello stesso posto, nello stesso momento.
    Ad alcuni PG che hanno partecipato all'evento sono stati mandati dei Sussurri dal Tessitore in base ai Talenti posseduti (per GA e Adulti).

    I 3 Capi degli Araldi e il Protettore Ware - presenti alla serata - hanno inviato un avviso agli altri membri, per cui coloro che non hanno partecipato all'evento possono prendere parte ugualmente a questa giocata se lo desiderano, ma dovranno mandare un MP al Tessitore per ricevere il/i Sussurro/i.

    Gli altri Esperti che non appartengono a nessun Araldo potranno prendere parte a questa giocata solo se contattati in ON.

    Ricordiamo che il cambiamento coinvolge la natura presente a Drayrdd e Amestris: in pratica ciò che prima era grigio adesso presenta delle zone multicolore e tinte molto accese.

    Come detto a fine evento, la giocata avrà la durata di massimo 1 settimana. Ovviamente, il Tessitore interverrà qualora vi siano azioni da parte vostra.
     
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    Drayrdd
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    qui sopra si stabilisce la mia superiorità sulla novizia Lilith.

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    Ripose nella tasca posteriore dei pantaloni il petalo sacro che tra i tanti si era diretto verso di lui. Non voleva perderlo ma neanche aveva una giacca, quella sera, perciò la tasca in questione era il meglio che aveva a disposizione. Da che aveva il viso basso e lo sguardo dietro sé, alzò il capo rapidamente dato che sentì diversi ragazzi e adulti inspirare con stupore attorno a lui.
    Non c'era una direzione precisa in cui gli sguardi dei presenti stessero puntando; tutti vagavano nell'ammirare la stessa visione, però.
    Il dragoniere stesso si rese conto del trionfo di colori che stava permeando nella natura di Drayrdd.
    Dapprima Connor si limitò a guardare in direzione di Ossian; aveva dato per scontato che fosse un effetto magico simile a quello che il druido aveva usato ad Imbolc, per trasformare i colori artificiali della radura in fuochi d'artificio.
    Eppure l'anziano stregone non sembrava aver mosso un dito per evocare quel cambiamento e quella realizzazione velò lo sguardo del dragoniere con un accenno di cautela.
    Non sapeva dare una spiegazione a quell'energia che sentiva quasi nettamente vibrare nella terra e negli elementi di un posto che ormai conosceva come casa, ma sapeva di certo a chi chiedere per togliersi almeno in parte il dubbio.

    Che succede, Lil?

    non fu l'unico dragoniere a girare il viso verso la Rossa. Nessuno di loro era ignaro del fatto che la donna fosse tra le streghe elementali più dotate che ci fossero ma solo qualcuno tra i colleghi della Capo Dragoniera si erano accorti che ci fosse qualcosa di diverso dal semplice spettacolo cerimoniale, in quel cambiamento della natura.
    Connor era sicuro che quella sensazione non la stesse immaginando.

    Ho bevuto un po', ma mica così tanto.

    aggiunse stirando un sorriso distratto alla fine, più interessato al parere di lei che all'esito di quella vaga battuta.
    Era piuttosto sicuro di non essersi immaginato che quello non era un semplice trucco magico per intrattenere i partecipanti alla festa. Pur non essendo una persona spirituale, aveva sufficiente empatia per avvertire che una magia simile a quella che aveva annegato Drayrdd l'ottobre passato aveva avuto nuovamente potere sulla zona.
     
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    Ghiaccio V Anno
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    Luna! - Sorpresa Geneva distolse gli occhi dall'acqua dove stava seguendo il percorso delle barchette. - Ciao Leen.

    Aggiunse con un gran sorriso, arrossenso un poco quando si accorse che le due amiche stavano con le mani ben allacciate. Era contenta per loro e forse persino un poco invidiosa, seppure nel senso buono del termine.
    Bee le mancava tantissimo, ancor più vedendo gli amici girare a coppie. Luna con Leen, Declan con Lily, sentiva l'amore aleggiare nell'aria ed era una cosa bella, anche se la faceva un po' sentire esclusa. Sorrise alla domanda dell'altra ghiaccio annendo con convinzione, mettendosi a camminare loro a fianco.

    Divertita moltissimo! - Le assicurò, perchè a fine serata il bilancio era comunque positivo e i momenti piacevoli avevano eclissato quelli in cui il disagio si era fatto sentire. - Ho conosciuto un pittore, sai? Bravissimo! - Cominciò così il proprio racconto, parlando alle due ragazze del giovane e dell'uovo che aveva decorato con tutte e quattro le stagioni, cercando di descriverlo e far loro partecipi delle piccole meraviglie cui aveva assistito. - Era praticamente un quadro, qualcosa che davvero dovresti vedere... e oh! Sai Leen che ho incontrato il vecchio prefetto tempesta? La Hamilton, quella che c'era quando eravamo TOPO.

    Allora lei non conosceva Leen, ma pensava che la Tempesta doveva ricordarsi con affetto della prefetto che l'aveva accolta al suo arrivo in casata.
    Avrebbe in quei pochi minuti raccontato di tutto e di più alle due amiche, recuperando di slancio tutte le chiacchiere che non aveva fatto durante la festa. Si aspettava di certo che loro facessero altrettanto, condividendo le loro impressioni della festa.
    Con l'amino più leggero che si potesse immaginare assistette allo schiudersi del grande fiore senza lesinare esclamazioni di stupore e ammirazione per lo spettacolo, ma perfino il brillante petalo nel suo palmo passò in secondo piano quando furono annunciati i vincitori del dame e cavalieri di primavera.

    Ce l'avete fatta!

    Tutta contenta Geneva festeggiò il successo delle compagne. Si sentiva in parte presa in causa, visto che alla fine lei quel rapporto lo aveva visto nascere e se ne sentiva un po' il cupido onorario.
    Poi tutto cambiò... di nuovo.
    Dallo stelo del fiore della speranza cominciarono a diramarsi i colori. Tinte vivaci e insensate corsero ovunque, ridipngendo il paesaggio in bianco e nero al lume delle bolle di luce. Felice, Geneva battè le mani entusiasta del numero, convinta che facesse parte della coreografia al pari della pista da ballo, tando quei fili colorati gliela ricordavano.

    Che bello! E' bellissimo!

    Si entusiasmava guardandosi attorno.
    Solo il giorno dopo si sarebbe resa conto che non si trattava di una trovata scenica per conlcudere la serata, ma qualcosa di imprevisto e sconosciuto al pari del grigio che l'avva preceduto.

    Luna Bellatrix Black III Eleanor Smith
     
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    Frozen Wiz
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    In un baleno, Drayrdd cambiò nuovamente. Il grigiore cui Mavis non aveva mai fatto l'abitudine, pur essendo ormai trascorsi parecchi mesi, aveva lasciato spazio a colori vivaci, vivacissimi. Ogni elemento brillava di sfumature che non gli erano proprie. La natura, ora, sembrava la tavolozza di un pittore al termine di una lunga giornata di lavoro. Il Morgana si guardò attorno strabiliato e confuso cercando un punto di riferimento, qualcuno che prendesse la parola per spiegare quanto accaduto. Ciò, nelle immediatezze dei fatti, non avvenne. Evidentemente la Natura era mutata ancora una volta e, così come accaduto ad Halloween, le cause rischiavano di essere di non così facile individuazione.

    Estremamente spaesato, Nox continuava a guardarsi attorno e sbatté a più riprese gli occhi per capire - sebbene sapesse perfettamente che così non era - se si trovasse davanti a un'illusione ottica. Dopo qualche minuto, continuando a sentirsi come un pesce fuor d'acqua in quella realtà così differente da come avrebbe dovuto essere, con la mente ripercorse quanto avvenuto prima dell'esplosione di colori. Era certo che il potere della Natura, evocato con maestria dal druido Ossian, fosse stato incanalato e avesse avuto la sua parte. Al contempo, però, doveva essere accaduto dell'altro. Il druido sapeva esattamente quel che stava facendo e di conseguenza un banale "errore" non sarebbe assolutamente stato una giustificazione plausibile. Doveva esserci dell'altro. Nell'esecuzione del rituale, qualcosa aveva interferito con il potere della Natura mandando in frantumi quel delicato equilibrio che sorregge ogni incantesimo. Pur non padroneggiando una magia così primordiale, Mavis era piuttosto convinto della sua supposizione. Sino a quel momento, le ipotesi si erano fatte spazio nella sua mente. Poi, una volta convintosi di non essere impazzito del tutto, il Morgana decise di condividere le proprie supposizioni con la consorella Jade Queen. Lo fece ad alta voce e chiunque si fosse trovato nei paraggi dell'irlandese avrebbe potuto tranquillamente ascoltare le sue parole.

    Jade... ma che cavolo è successo... Qualcosa ha interferito con la magia, ne sono sicuro. Ma non riesco a capire cosa possa essere stato.

    Frattanto, Nox estrasse la bacchetta. Voleva fare un esperimento. Cercò un'area libera da cose o persone in cui provare a evocare una pianta di ginestra per vedere se anche la magia evocativa relativa a elementi naturali fosse soggetta a quella distorsione che aveva interessato tutta Drayrdd. Con perizia e sicurezza, compì una stoccata verso il punto prescelto.

    Genista Conjurus

    Noxy usa i sussurri basati sui talenti Incantesimi I e II
     
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    L.U.M.O.S.
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    [Dormitorio Paracelso - LUMOS]


    Non era particolarmente tardi, ma Alyssa si era già ritirata a letto da un paio d'ore.
    Come aveva previsto all'arrivo della sera si era sentita troppo stanca per pensare di partecipare alla festa, cui aveva rinunciato di malavoglia. Il timore della ragazza era di ritrovarsi lontano dalla sicurezza delle stanze della confraternita senza la capacità di ritornarvi in autonomia e a nulla valeva la possibilità di poter trovare facilmente supporto in loco: non potersela cavare da sola per l'australiana era inconcepibile.
    E così aveva rinunciato ai festeggiamenti e rimandato ancora una volta il ritorno alla normalità.
    Si alzò a sedere nel letto, guardandosi attorno ancora frastornata dal sonno.
    Il dormitorio era silenzioso e quasi deserto, ma qualcosa l'aveva svegliata e non riusciva a capire cosa.
    Il fischio insano di George proveniva dalla penombra di fianco al letto mentre le voci dei confratelli riuniti in sala comune filtravano attraverso la porta, ma niente di abbastanza forte da poterla disturbare.
    Stava per rigirarsi dall'altra parte e tornare a dormire quando si accorse del vaspopulo. Posato sul piano del comodino ruotava lentamente su se stesso, spinto dalla vibrazione che indicava l'arrivo di un messaggio.
    Alyssa si sentì immediatamente e completamente sveglia.
    Non usava mai quell'aggeggio e non era neppure sicura di ricordare come si registrasse qualcosa, ma l'unica altra occasione in cui aveva vibrato a quel modo era quando Drayrd era divenuta grigia. Ricordava ancora distintamente la voce della Ronsard, frastornata e stravolta, mentre inquadrava il mondo divenuto incolore. Lo stesso che lei quella sera aveva visto dal vivo.
    Afferrò l'oggeto con tanta foga che per poco le sfuggì di mano e armeggiò con il pomello.

    Cazzo.

    La comunicazione del capo araldo doveva ancora arrivare al termine che la ragazza aveva già gettato indietro le coperte, infilando direttamente i piedi nelle scarpe.
    Era intenzionata a precipitarsi a Drayrdd, ma bastò quel movimento repentino a chiarirle che non sarebbe stato semplice. La vertigine la obbligò a fermarsi, nuovamente seduta sul bordo del materasso in attesa che il mondo smettesse di roteare.
    Non era certa di potersi smateriallizzare senza pericolo, anzi in effetti era certa del contrario, ma avrebbe rischiato perchè doveva vedere con i propri occhi. Subito.
    Si alzò con precauzione. Indossò il mantello dell'araldo direttamente al di sopra del pigiama e chiuse con uno scatto il comunicatore, infilandolo in tasca. Con una sicurezza che non provava abbandonò la stanza, combattuta fra la necessità di far presto e la paura di farsi del male, ancora alla ricerca di un'alternativa.

    La metropolvere!

    Aveva visto il sacchetto di polvere volante sul ripiano di uno dei camini principali della LUMOS, ma a Drayrdd quale camino era collegato alla rete? Il Drago Brillo era l'opzione più probabile. Non ne aveva la certezza, ma stava per scoprirlo.

    [Drago Brillo - Drayrdd]


    La buona notizia era che il Drago Brillo era davvero collegato alla metropolvere. La cattiva che aveva lasciato lo stomaco alla LUMOS. Solo in senso metaforico, fortunatamente, ma fu comune obbligata a fermarsi nuovamente all'esterno del camino, aspettando che il capogiro passasse.
    Abituata a convivere da settimane con questi stop obbligati, si rimise in moto non appena fu certa che le gambe la reggessero, senza prendersi la briga di guardarsi attorno o giustificare in qualche modo il suo arrivo al locale. Dubitava fosse necessario, chè se gli avventori non si erano già accorti di quanto accadeva all'esterno lo avrebbero fatto presto.
    Non dovette allontanarsi troppo dal locale per riscontrare con i propri occhi quanto la comunicazione arrivatole corrispondesse a realtà.
    Oltre il ponte di pietra il piccolo villaggio manteneva la solita aria bucolica e tranquilla, anche se perfino da lì la ragazza poteva vedere le luci che conducevano ai festeggiamenti.
    Al buio il paesaggio era poco visibile ma bastava voltarsi verso il muro del locale e l'edera che vi si arrampicava per restare spiazzati.
    Il grigio era stato un brutto colpo, ma quella colorazione a chiazze appariva perfino più innaturale. Alla luce del lampione il muro del Drago Brillo pareva spruzzato di vernice, gettata a casaccio sulle foglie.
    Alyssa accese la bacchetta e fece il giro verso il retro, ritrovando la stessa stranezza fin dove riusciva a vedere con la scarsa luce.
    Qualcosa si era aggiunto all'equazione, andando a modificare il risultato. Una seconda componente misteriosa... e loro dovevano ancora capire quale fosse la prima.
     
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    Tempesta VI Anno
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    Per un pò Declan rimase con lo sguardo fisso sul petalo di fiore che, atterrato sul palmo delle sue mani, iniziò repentinamente a cambiare i propri colori; la sua espressione, dapprima scettica, divenne sorpresa e poi lo stupore s'impadronì del tutto del suo volto, facendogli spalancare gli occhi di fronte allo strano fenomeno che stava prendendo vita nella foresta. Un conto era un caso isolato- come il petalo, appunto, la cui tonalità arcobaleno aveva visto qualche volta anche sui fiori babbani, magari esposti in qualche vetrina- ma un altro era assistere al tingersi rapido di alberi, steli d'erba, tronchi, e perfino acque del fiume delle più svariate sfumature esistenti nella scala dei colori. Aggrottò la fronte, stavolta esprimendo più che altro perplessità. Non che gli dispiacesse che il grigiore lugubre fosse stato sostituito da un'esplosione di vitalità, ma si chiedeva quanto sarebbe durato e, soprattutto, se a lungo andare quel miscuglio casuale di colori non sarebbe risultato stancante quanto la loro più totale assenza. Si voltò verso Lily, che per tutto il rituale era rimasta vicino a lui e le chiese

    Pensi che il Druido abbia solo voluto concludere in bellezza la serata?

    E poi spiegò

    Voglio dire, sarà così che d'ora in poi apparirà Drayrdd o quando Ostara sarà concluso, tutto tornerà alla normalità?

    Sapeva per certo che, a dispetto delle loro molteplici riflessioni in merito, solo il tempo gli avrebbe dato le risposte che cercava. In realtà, comunque, era solo curioso di scorgere nella Fuoco una qualche reazione, che fosse negativa oppure no. Il suo punto di vista gli interessava sempre, a maggior ragione quando gli eventi travalicavano ogni logica, come in quel caso...al suo occhio inesperto, infatti, non aveva senso che il vecchio saggio, in grado di compiere una tale magia, avesse optato per quella soluzione, piuttosto che far tornare tutto alla normalità, potendone lui avere il potere. In tutto ciò, comunque, una cosa positiva c'era: che forse Máiréad adesso avrebbe smesso di versare lacrime in Sala Comune, o dovunque si trovasse, e il suo umore sarebbe tornato quello gioioso di un tempo. O almeno così sperava, dato che vederla sempre afflitta e inconsolabile non era certo un bello spettacolo...

    Sembra quasi di trovarsi nel mondo delle fate.

    Osservò il Tempesta, voltando la testa da una parte all'altra della radura, ancora indeciso se lasciarsi andare ad un sentimento di euforia o arrendersi all'inevitabile verità dei fatti, ovvero che la natura non sarebbe mai più stata la stessa e, grigia o multicolore che fosse, si sarebbe trascinata dietro un certo perenne scompiglio.
     
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    Drayrdd
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    Il rito del druido, come sempre, era incredibilmente scenico e toccante. Il fiore che s'aprì immenso davanti ai loro occhi aveva lo stesso colore della speranza, candido come la neve e luminoso come il sole, pronto a diffondere i suoi effetti benefici a tutti i presenti. Il petalo che le si posò fra le mani per magia era prezioso agli occhi di Lilith come fosse un gioiello, e l'avrebbe custodito nella tasca della divisa più vicina al cuore, al pari di quello a cui più teneva.

    Che meraviglia.

    Accadde in un attimo. A prendere il posto del grande fiore luminoso non furono le sfumature in bianco e nero che avevano caratterizzato la natura per mesi, quanto un tripudio di colori che di certo si sarebbe potuto apprezzare di più alla luce del sole, ma che non mancava comunque di riflettere alla fioca luce delle lampade che illuminavano ogni angolo della radura.
    Se dapprima gli occhi di Lilith si riempirono di meraviglia a quella visione così sconvolgente, presto un'inquietante consapevolezza calò su di lei come un velo, ricordandole quanto fosse profondamente legata a quelle terre da un filo rosso che andava ben oltre l'implicita promessa che lei aveva fatto di prendersene cura. Un vuoto abissale le prese lo stomaco, come se di colpo si fosse ridotto alle dimensioni di una nocciolina, e d'istinto la rossa si portò una mano sotto il seno, come stesse cercando di contenere fisicamente quel malessere.
    Non era stato Ossian a sconvolgere la natura, né quell'effetto era dovuto ad un qualche tipo di trucco simile a quello messo in pratica dai ragazzini ad Imbolc: la terra era ferita, e lei poteva sentirlo nelle viscere, come fosse stata accoltellata lei stessa.
    Fece in tempo ad incrociare lo sguardo di Connor per un istante, guardandolo sgomenta nel tentativo di dare un senso a quel che le stava rivoltando le membra, poi si voltò verso la boscaglia che aveva affianco e non poté evitare di vomitare tutto quello che aveva mangiato quella sera fra le frasche. Reggeva la folta chioma vermiglia sopra la testa con entrambe le mani, come non vi fosse nulla che fosse più importante proteggere, e come se, da un lato, fosse piuttosto abituata al gesto.

    Neanche io ho bevuto abbastanza per questo.

    Sputò per terra per liberarsi del sapore acre dei succhi gastrici in bocca, per poi lasciare andare la chioma e sollevare il capo, tornando a guardare il collega. Avrebbe voluto dare alla sua frase lo stesso tono ironico che gli aveva dato lui, e invece Lilith era drammaticamente seria, come se di colpo si fosse accorta che v'era un pericolo nei paraggi.

    Questo non ha nulla a che vedere con il rito di Ossian. Qualcosa è venuto a mancare.

    Non sapeva neanche lei quale fosse il senso più profondo di quello che stava dicendo, eppure lo sentiva, come fosse la consapevolezza che rimaneva impressa nella memoria dopo una premonizione.

    La terra sta male, Connor. Lo sento.

    Le veniva da piangere, anche se stava in tutti i modi cercando di non farlo; si sentiva come avesse appena perso un parente, eppure non voleva che le sue parole si perdessero tra singhiozzi incoerenti senza né capo né coda. Non avrebbe neppure saputo spiegare da dove le giungesse una tale consapevolezza, ma forse non avrebbe neppure avuto bisogno di spiegarsi, soprattutto a Connor.

    La stessa cosa che le ha rubato i colori mesi fa, ora glieli ha restituiti. Ma s'è presa qualcosa in cambio.

    Tornò a posare la mano sotto il suo stesso seno, all'altezza della bocca dello stomaco, come bastasse quel gesto per riempire di nuovo il vuoto che sentiva in quel punto. Due lacrime le bagnarono il viso come fossero specchio di una sensazione troppo improvvisa per poterla razionalizzare, troppo immediata per poterle fare male, come le avessero sparato in pancia e lei stesse ancora cercando di capire chi avesse l'arma fumante in mano senza preoccuparsi di aver bisogno di cure. Era una cosa viscerale, un legame troppo profondo per poterlo spiegare; era molto più importante che tutti si mettessero a cercare immediatamente la pistola prima che venisse rinfoderata.

    Edited by Amalia Harp - 16/5/2022, 15:58
     
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    qui sopra si stabilisce la mia superiorità sulla novizia Lilith.

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    Per un attimo gli sembrò di vedere una sorta di conferma seria da parte della Signora dei Draghi, quando vide la sua espressione trasformarsi presto in una nausea che non osò guardare per paura di seguirla a ruota.
    Connor si riteneva un veterano in quel campo e saper mantenere controllo di sé nell'evenienza che un compagno di bevute veniva "a mancare" era un'abilità che aveva maturato negli anni.

    Non le fate cadere la corona di fiori, eh.

    ancora benedetto dall'ignorare gran parte delle implicazioni che il cambiamento nella natura aveva avuto sulla loro terra, Connor si allontanò da Lilith e dagli altri pochi dragonieri attorno per allungare il braccio sinistro verso il banco delle bevande. Prese un'altra tra le brocche d'acqua e se la portò appresso mentre tornava in direzione della Rossa.
    Le si affiancò e le passò la brocca d'acqua senza ancora guardarla bene in viso. Quando lo fece, la fronte di lui si distese come se la serietà sul viso della strega avesse contagiato anche la sua espressione.
    Lilith non era semplicemente sbronza e nauseata; qualcos'altro l'aveva scossa al punto da rivoltarle lo stomaco, che presto tornò a cercare con la mano premuta contro l'alto addome.
    Le parole di lei furono semplici, spontanee e sufficienti a far stridere le corde di una serata che aveva promesso di essere in tutto e per tutto allegra. Quella notte doveva essere mirata a celebrare la terra e guarirla, non farla soffrire.
    GqAHIwS
    "Si è presa qualcosa in cambio", aveva detto come se sentisse quel qualcosa strappato via dal suo stesso petto. Connor non aveva mai visto il pieno potere di Lilith Lothlorien e in fondo si augurava di non doverlo mai vedere, ma ne conosceva a sufficienza il potenziale da sapere che se qualcosa feriva gli elementi naturali, quella strega era capace di avvertirlo dentro.
    Fino a quel momento, Connor era stato uno tra i tanti a Drayrdd ad ignorare quello che stava succedendo, perché finché la terra pur senza colori non era apparsa meno rigogliosa, il dragoniere non aveva sentito di doversene preoccupare. Un fatto estetico aveva poca rilevanza per quanto lo riguardava e l'assenza di malessere non aveva messo granché pressione sulla risoluzione del mago.
    La sensazione di Lilith però non poteva essere malintesa, ne era sicuro. Se una Custode degli Elementi affermava di avvertire sofferenza nella natura, che lui se ne rendesse conto o meno c'era un male che avrebbe prima o poi distrutto un posto che ormai considerava la sua casa. Anche se Drayrdd non fosse stato il suo luogo di lavoro, di affari, la sua residenza e il posto che conservava le memorie di cui andava più fiero in assoluto, anche se non avesse voluto proteggere quel posto con tutto se stesso, non avrebbe comunque girato le spalle al vedere Lilith, Alec e tutti coloro profondamente legati alla natura che abitavano a Drayrdd spegnersi con essa.
    Connor posò la mano sulla spalla di Lilith più vicina a lui e la strinse con intensità. Il suo sguardo si rischiarò di un ottimismo che dovette dipingersi sul volto.

    La risolveremo, Lil. Risolviamo sempre tutto. Non ho idea di come...

    La maschera di tranquillità gli scivolò dagli occhi rivelandoli seri, ma lasciò trapelare anche un sorriso sincero.

    ..ma ne sono sicuro.

    Si guardò intorno, cercando di individuare Alec tra i presenti. Semmai l'avesse visto, probabilmente non avrebbe avuto bisogno di fargli cenno di avvicinarsi. Sapeva il legame che lo stringeva a Lilith e in quel momento per quanto non intendesse venire meno alle sue parole, Connor non aveva davvero idea di cosa provasse la strega che aveva accanto.

    SPOILER (click to view)
    Lilith L. Lothlorien Alec Bànach
     
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    Le abilità trasfigurative di Mavis Nox gli permisero di evocare con successo una pianta di ginestra. Quella apparì esattamente nel punto in cui lo studente della LUMOS aveva puntato la sua bacchetta, legando le sue radici al terreno. Bella, rigogliosa, con foglie verde intenso e abbondante di fiori gialli. I colori erano al posto giusto. La ginestra risaltava in mezzo al caos colorato che aveva colpito la natura del luogo, tanto che sembrava essere lei un'anomalia.
    Ahimè, per poco: una decina di secondi più o meno e dal basso iniziò a mutare la colorazione della pianta. Il verde intenso del fogliame e il giallo vivo dei fiori lasciarono il posto a sfumature multicolore. E quella pian piano saliva, fino ad inghiottirla totalmente, annullando completamente la sua normalità. La pianta sarebbe rimasta lì ancora un po' a sottolineare agli occhi del suo evocatore e a quelli di chiunque avesse assistito quanto potente fosse la magia e il suo malessere in quel luogo. [Durata evocazione secondo regolamento x 7 post]

     
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    Se Ossian non fosse stato il saggio druido che ora davanti a centinaia di persone stava per dare inizio all'ennesimo rituale antico, Alt lo avrebbe immaginato come uno di quei santoni un po' truffatori che abbindolavano la gente solitamente ingenua o disperata e li manipolava, costringendoli quasi a donare principalmente denaro con il quale poi sarebbe scappato verso chissà dove. L'idea c'era, i comportamenti grossomodo anche, mancavano solo l'avidità , di cui per fortuna non sembrava essere dotato, e i principi.
    Gran parte degli invitati avevano seguito il druido fino alla costa del fiume, dove successivamente le barchette iniziarono a galleggiare e a muoversi secondo la corrente per raggiungere il punto dove il colpo di scena avrebbe avuto la possibilità di prendersi le luci della ribalta.
    Uno ad uno i petali del fiore che era comparso volarono come piccoli aquiloni fino alle streghe e i maghi che avevano preso parte al rituale, ma il tempo della breve spiegazione da parte del druido ed ecco che qualcosa, un secondo spettacolo, irruppe con violenza.

    E adesso?

    Il grigio della foresta venne estirpato, per un attimo Alt credette di vedere di nuovo le chiome colorarsi di verde, la terra assorbire ancora una volta le sfumature del marrone e i fiori la loro bellissima varietà di colore... ma:

    Fa parte dello spettacolo?

    Lo sguardo si mosse alla ricerca prima di Claire e dopo di Lilith, e bastò l'espressione preoccupata sul viso di quest'ultima per farle capire quale risposta si legava meglio alla domanda appena posta, e no, non era quella che si aspettava.
    Il sorriso le si sgretolò in faccia quando l'ultima foglia assunse la colorazione più sbagliata, e ancora una volta la sorpresa si insinuò nella sua gola impedendole di parlare. Aveva viaggiato in lungo e il largo, aveva assistito ai migliori spettacoli della natura e ai peggiori disastri, eppure c'era ancora qualcosa capace di lasciarla senza fiato.

    Ma perché?

    Riuscì a dire, poi.
    Ogni altra parola spesa sarebbe parsa sbagliata, inutile, la realtà era che nessuno forse aveva una vera risposta per quello che stava accadendo, e la prova che il maleficio, se così si poteva chiamare, non si limitava a quello che già c'era ma che si sarebbe espanso fino a qualsiasi cosa di nuovo, arrivò quando qualcuno evocò una pianta di ginestra che trattenne i suoi colori naturali per poco meno di un minuto.
     
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    Sovrasto, completo sovrasto. Qualunque uomo in presenza di Amalia non sarebbe sfuggito alla sensazione di essere parecchi gradini al di sotto di lei. Everett non avrebbe facilmente forzato il contrario, lasciandosi sfuggire un accenno di riso atto a spegnere l'astio precedente. Non contro di lei, quale eresia, bensì l'aver appreso che un'infarinatura alchemica l'avesse già ottenuta rivolgendosi ad altrui cultura. Fallace, carente, frammentaria? Price soleva definirsi un Alchimista Essoterico e non conosceva di preciso gli ambiti in cui il professor Crane militava. Lo aveva visto all'opera nella realizzazione di una cura per uno studente, forse appartenente al parentado vista la strana concordanza di cognomi, ma altro non avrebbe saputo supporre. Ma la ribattuta circa la consultazione di più libri riuscì a calmarlo, oltre che a confermare la sagacia e la sete di sapere di Amalia. Al punto da non accontentarsi della prima versione come fautrice della verità assoluta, saggia interpretazione. Di tutt'altra opinione circa il secondo fulcro del discorso emerso fino a quel momento, Price lesto deviò verso di esso con la stessa avventatezza di quando si avventava contro una bestia per dissanguarla.

    Oh no, credo il contrario. Immagini collaborare con la sua versione più spigliata. Quello sì che sarebbe stato interessante.

    Un rimando al precedente sottolineato, il solito gioco di riprendere frasi e contestualizzarle in altri ambiti. Pur non abbandonando il sarcasmo Everett non aveva del tutto mentito. Quelle rare volte che durante l'anno precedente avevano avuto occasioni di incontro, rimpiangendo un minimo che fossero state così poche, disdegnare ciò che Amalia era diventata per via della piaga corrispondeva al falso. Aveva apprezzato molto la ridanciana spigliatezza della donna, uno svelarsi senza filtri, evoluzione di ciò che ella era ma che celava sotto strati e strati di ghiaccio. Come un iceberg, la cui punta svelava solo una minima parte dell'enorme blocco immerso sotto il pelo dell'acqua, così Amalia si era costantemente interfacciata. Ma la piaga aveva sciolto quel ghiaccio, la marea abbassata, svelando molto più di quanto previsto. Difficile dunque stabilire una preferenza fra le due versioni, lasciando che fosse ma stessa Strega Bianca a sceglierlo. Da un lato la bellezza di assaporare in una sola volta la vera essenza di lei, dall'altro la delusione che fosse così facile e la perdita di incentivi a perseguire il suo piano. Come invece aveva adottato dal primo momento in cui l'aveva vista, tre anni prima nel vagone riservato agli insegnanti. Valeva la pena rinunciare a tutti i progressi per una via certo più semplice ma al contempo meno stimolante? Interessante aveva risposto, non desiderato. Doveva averlo capito anch'ella, ormai. Seguiva l'incedere di lei, lungo la processione di astanti capeggiati dal Druido, fino a un ciocco dall'aspetto insignificante per gli intenti e ideali del vampiro.

    Nessun obbligo. Sarò lieto di apprendere ciò che reputerà degno che io conosca, allo stesso modo di come mi auguro di essere in grado a fornirle la conoscenza che brama.

    Principio dello scambio equilvalente , punto cardine dei funzionamenti dei Cerchi Alchemici: nulla si crea, nulla si distrugge, la trasmutazione avveniva come un semplice passaggio da uno stato all'altro. Come avveniva per la Trasfigurazione in fondo, materia appresa nei rudimenti necessari a celare i segni da vampiro, ciò si poteva applicare anche nel loro caso, Vicepreside e Preside a fronteggiarsi. Con quelle prospettive chiunque avrebbe insistito andando a fondo nella questione, Everett doveva farlo sempre con la solita discrezione. Anche a costo di rivelare qualcuno dei trucchetti del mestiere, se proprio Amalia fosse stata dell'idea di volerli conoscere; pensando poi all'ottenimento di informazioni preziose la valenza aumentava. La prudenza, tuttavia, rimaneva la parola regina, la chiave che apriva molte porte e chiudeva quelle necessarie per proteggersi.
    Il rito funzionò, pur dubitando che fosse egli stesso un diretto fautore avendo poca propensione ad affiliazioni di tipo naturale e druidico. Eppure Price dovette ricredersi alla comparsa della corolla, comprendendo in parte il motivo di una tale designazione che a lui non cambiava alcunché. Un'esacerbare il già palese disdegno per inutili perdite di tempo, tradizioni che non gli appartenevano né era propenso ad accoglierle, il più delle volte concludendosi con doni dallo scopo il più delle volte sconosciuto. La smorfia sul sembiante si acuì, convinto che fosse l'ennesima trovata dei Druido per attirare piu persone. Quando vi fu l'annuncio dei vincitori all'unico premio organizzato a cui Everett aveva direttamente votato per se stesso e Amalia, tuttavia, il sorriso tornò a rischiarare le ombre con una sottile quanto significativa occhiata alla Preside. La battuta di spirito giunse spontanea per via della formulazione del messaggio, recuperando al contempo la spilla comparsa davanti alla coppia adulta.

    Sarò anche io una Dama piuttosto che Cavaliere? Quale onore...

    L'esplosione improvvisa dei colori fu repentina e improvvisa, lasciando nella più completa indifferenza il Responsabile del Ghiaccio. Desiderava più che mai rientrare nei propri alloggi non curandosi più di fungere da balia ai ragazzini, intento a progettare la prossima mossa per un nuovo incontro con Amalia. Perché non aveva indizi per credere il contrario, che i due si sarebbero rivisti anche fuori dalla scuola o nei momenti liberi da impegni per entrambi. Più importante pensare a quei prospetti e scorci futuri che soffermarsi sul presente, ignorando i motivi per cui l'udito disumano colse voci preoccupate e in rari casi rotte di pianto. Proprio in virtù dell'insofferenza Everett non vi prestò attenzione, senza ascoltare di preciso i vari discorsi, ma rivolgendo le iridi scure alla donna di fianco presupponendo lo fosse ancora. Fosse stato altrimenti, avrebbe cercato il più rapidamente possibile di inviduarne la posizione per raggiungerla.

    Sono plateali, questi Druidi.

    E non mancò di puntualizzare sulla completa inutilità da egli supposta, trovando più interessante lisciare qualche piega del chiaro completo rispetto al fissare la magia in compimento tutt'intorno.
    Amalia Harp

    Dalle scorte di Amestris Everett ha prelevato:
    -×1 Pozione Muro di Fumo
    -x1 Pozione di Protezione dal Fuoco

    Tratti da vampiro celati tramite Trasfigurazione.
    Bonus +3 Carisma per interazione con esseri umani = 41 -> 44
     
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    una Galassia lontana lontana...

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    Drayrdd, il fiume Boann che scorreva placido, la gente che con la stessa sua speranza lasciava andare le piccole barche e quelle mille luci tremolanti sembrano la perfetta messinscena per donare conforto al suo animo malandato. La magia pacifica ed essenziale del druido sembrò portarlo finalmente in un’altra dimensione, più semplice e meno dolorosa per lui in cui tutto appariva più calmo, più pacato, più silenzioso e con essi anche il turbamento si affievolì lasciando un Hector più sorridente e meno angosciato dalle fosche visioni del suo passato mischiate a quelle del suo futuro. Sopirò mentre un lieve sorriso increspava le sue labbra. Poi dopo aver dato un ultimo sguardo alle magie druidiche del fiume, cercò con gli occhi ciò che era rimasto della sua vita.
    Trovò dopo poco chi aveva cercato ed i suoi passi furono più sicuri quando approcciò la donna e il suo amico. Avrebbe dovuto dire il suo attuale “capo”, per la precisione, a cui si rivolse con tono gentile e suadente, come era il suo solito coinvolgendo anche l’altro uomo.

    Sembri più a tuo agio su una pista da ballo che non sul ciglio di un fiume. Sei una fonte di continue sorprese capo Morgan o forse erano solo i tacchi a renderla un po’ impacciata, poi si soffermò con le sue iridi scure sull’uomo che non conosceva e si presentò Hector Knight, ho il piacere di lavorare con la signora.

    Gli porse la mano in segno di saluto, quando improvvisamente qualcosa intorno a loro, in modo quasi brusco e repentino cambiò. L’intuito di Hector provocò un brivido lungo la sua schiena mentre la mano rimase a mezz’aria e lo sguardo andò oltre l’uomo, fissando con la fronte aggrottata la natura dietro di lui.
    Anche al buio della notte, il cambio fu evidente perché il grigio che da Halloween fino a quel momento aveva predominato nella natura di Drayrdd cedette il passo a qualcosa di perversamente opposto.
    I mille colori di cui si dipinse la natura circostante lo colpirono con violenza, una violenza maggiore di quella che si sarebbe aspettata, come se tutti i colori del mondo si fossero concentrati lì, in una strana danza psicadelica.

    Di nuovo. Come ad Halloween.

    Poche parole sussurrate questa volta all’indirizzo di James, anche a lei non poteva essere sfuggito ciò che stava accadendo intorno a loro.

    Non come ad Halloween, peggio! si corresse, fissando con sguardo grave la donna.

    Riuscivano anche loro a sentire la potenza di quella ennesima trasformazione? Gli occhi si velarono per un attimo di tristezza, quanto ancora Drayrdd avrebbe dovuto pagare quel dannoso tributo?
    Stava per aprire nuovamente bocca quando fu lui ad essere colpito da qualcosa di altrettanto forte.

    Essere un vate richiedeva uno strano tributo. Ciò che eri cessava per un istante di essere e ciò che sarebbe stato si impadroniva della tua anima. Era così che in lui si palesavano le sue doti di preveggenza. Era raro tuttavia che esse arrivassero. L’Occhio era sempre presente ma era lui a decidere quando manifestarsi, a chi e come. I suoi messaggi erano confusi, il corpo vibrava. All’esterno i due accanto a lui avrebbero visto gli occhi scuri di Hector sempre presenti e vigili trasformarsi in assenti come se l’Auror stesse osservando qualcosa di lontano. Anche il tono dell’uomo solitamente sempre calmo e pacato, assunse una sfumatura molto più cupa del tono caldo che solitamente aveva.
    Vista ed udito si persero ed Hector assieme ad esse…

    Buio totale… tre sfere luminose che girano l’una attorno all’altra formando un cerchio perfetto, una circonferenza.
    Di tanto in tanto, una delle tre sembra scostarsi dalle altre di poco, rompendo il cerchio perfetto che paiono seguire.
    Le tre sfere sono perfettamente riconoscibili, grigie e avvolte da un tenue bagliore perlaceo.
    Distante dalle altre c’è una quarta sfera : anch'essa, si muove in modo confuso e frenetico attorno alle altre.
    All’improvviso la quarta sfera si muove più rapida e si allontana ancora di più.
    Il suo moto inizia a diventare più confuso…
    Anche le altre tre sfere iniziano a muoversi in maniera confusa, rompendo sempre più di frequente la traiettoria circolare che avevano seguito fino a quel momento, quasi come se non riuscissero a mantenere il loro moto.
    Buio totale, a parte la luminosità delle tre sfere…
    un’altra si fa strada…
    Sembra reale… [b]molto[/b] più reale.



    La trance sarebbe stata evidente in chi era a lui vicino.
    Le sue parole sarebbero state chiaramente udibili, come la frenesia della sua voce man mano che la visione andava avanti.
    L’Occhio aveva parlato per suo tramite.
    Quando riemerse dalla visione, era ansante come sempre gli accadeva.
    Era come se un improvviso gelo fosse calato sulla sua anima. Cercò appiglio, non seppe se il braccio che trovò a sostenerlo fosse quello di James o quello del suo amico. Cercò gli occhi di entrambi prima di dire altro.

    C’era una mano che sfiorava l’erba di un prato, quasi la stesse accarezzando ed uno strano suono alla fine…

    A. James Morgan e chiunque altro si voglia avvicinare mentre Hector ha la visione


    Edited by Hector Knight - 16/5/2022, 16:23
     
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    Interessante aveva detto. Era a dir poco sorprendente come lo stesso termine potesse risultare idoneo a tanti contesti. Specialmente se conteneva in sé significati e intenti celati. E quello li conteneva certamente. Era un gioco nel gioco, di cui solo loro due ne erano i partecipanti in una partita dalle svariate sfaccettature e spoglia dalle catene del tempo.
    Se avesse reagito d’istinto, probabilmente Amalia avrebbe assottigliato le palpebre in uno sguardo intriso da un po’di delusione, pensando che il mago davanti a lei preferisse la versione piagata rispetto a quella autentica.
    Non era così tanto quanto l’istinto guidava le azioni della Strega Bianca. La stessa partita lo confermava, nata assai prima della piaga. E, dettaglio non irrilevante, aveva detto interessante e non qualsiasi altro termine ad indicare una preferenza che patteggiava per la versione alterata di sé.
    Inoltre, a pensarci bene, nei confronti di Monsieur Price ricordava di non essere stata offensiva, ineducata o irrispettosa come invece era stata praticamente con tutti gli altri, benché gli studenti avessero ricevuto una versione ulteriormente edulcorata. Ricordava il nomignolo che gli aveva affibbiato, il quale sottolineava in modo simpatico la sua natura. Anche da piagata era stata attenta a non spiattellarlo ai quattro venti, ché la perdita del senno non rientrava nei cambiamenti subiti. Doveva ammettere a se stessa che la piaga le aveva indirettamente mostrato alcune verità, anche se lo aveva fatto attraverso modi molto lontani da lei o meglio, che esistevano , ma non senza una necessaria confidenza.
    Lei però era diversa. Era ghiaccio e il resto non erano che una mera imitazione.

    Le sfide sono più allentanti.

    Frase e concetto supportato da entrambi. I passi seguivano il ritmo della processione, fino a quando non si arrestarono una volta giunti al luogo della festa.

    La ringrazio Monsieur – disse mentre il palmo della mano esterna si posava sul braccio del mago che dopo i gesti richiesti dal rito era tornato a legarsi al suo mancino durante il tragitto di ritorno. Sono sicura di sì. Aggiunse mentre fissava il suo sguardo con una diversa sfumatura di cui chiunque altro non se ne sarebbe accorto nemmeno, al contrario del diretto destinatario. E quello le interessava.
    Poco dopo, l’attenzione della Preside venne catalizzata dal bocciolo il quale crebbe in mezzo al ceppo, che continuò a guardare con occhi meravigliati fino al suo sbocciare luminoso. E pensare che era stata la loro speranza a dar vita a quel fiore che adesso ne era il degno contenitore. Lucente, rigoglioso e puro. Bianco. I palmi della strega accolsero con silente sacralità il petalo che levitò fino a lei, perdendosi alcuni attimi a mirarlo, per poi custodirlo gelosamente all’interno del corpino.
    Una voce esterna interruppe quel momento, facendo il suo nome e quello del Vicepreside. A quanto pareva, loro due erano stati eletti come Dama e Cavaliere di Primavera per gli Adulti. Agganciò l’occhiata significativa che Monsieur Price le aveva rivolto, per poi sorridere di rimando. Rise di nuovo per la battuta di Monsieur riguardo la formulazione errata della frase: da com’era stata detta, sembrava davvero che Price fosse stato eletto come Dama e non come Cavaliere.

    Allora vi cederò il mio posto e farò da Cavaliere.

    Scherzò. Ovviamente. Ma la risata, seppur contenuta, fu stroncata d’improvviso. Ancora. Tutto ancora una volta cambiò.
    Il candore emanato dal fiore della speranza fu sradicato da mille pennellate variopinte e il grigiore che macchiava la Madre venne addirittura cancellato in alcune zone. Per un momento Amalia si era persino illusa di vedere la natura riacquistare i suoi colori. No e l’amarezza del constatare che non fosse cosi le salì fino al petto, mozzandole il respiro.

    Sono plateali, questi Druidi.

    Questo non è opera loro.

    Asserì con estrema fermezza. Lo sentiva forte e chiaro, che quasi le stonava le orecchie e l’anima. Ossian e la sua magia druida non ne erano i responsabili, come non era opra di nessuno degli organizzatori dell’evento. Ciò che aveva sconvolto la Madre ah Halloween, lo aveva fatto ancora e questa volta con più prepotenza.

    La magia che alberga in questi luoghi non ha più controllo. E come se qualcosa le fosse stato sottratto e questo non è che un’altra espressione del suo squilibrio.
    Un grido d’aiuto.


    Everett Marshall Price
     
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    Lo spettacolo di luci fu assolutamente magnifico, ma James preferì dare le spalle al fiume il prima possibile, e se possibile anche tornare alla festa prima di subito. Anche la sua determinazione aveva un limite. Non fece in tempo a fare due passi che Hector li raggiunse. Lo aveva intravisto prima a bordo pista da ballo e infatti sorrise al suo commento.

    Fidati che sarei più a mio agio anche su un campo minato che vicino a un fiume - gli rispose accompagnando le parole da un occhiolino. Lui è Doc.

    Aggiunse l'ultima parte prima che Doc avesse il tempo di aprire bocca e presentarsi da sé. Lui si limitò a sospirare e roteare gli occhi in esasperazione.

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    Avrei un nome vero, ma Doc va bene comunque - disse con rassegnazione a Hector, mentre allungava il braccio per stringere la mano che gli porgeva.

    Il gesto sarebbe rimasto però inconcluso, perché qualcosa inondò la natura che li circondava dipingendo il grigio che aveva maledetto la natura di Drayrdd di una moltitudine di colori. Era uno spettacolo mozzafiato, tutti i colori dell'arcobaleno che si diffondevano coprendo erba, alberi e piante in qualcosa di pittoresco e magnifico.
    Ma ancora contro natura.


    Non di nuovo - sospirò James, nello stesso momento in cui anche Hector parlò.

    La sensazione era uguale a quella provata ad Halloween mesi prima, ma non fece comunque in tempo a pensarci troppo che Hector parlò di nuovo. Era totalmente concentrata sulla natura ma il tono così diverso da quello a cui era abituata attirò la sua attenzione sull'uomo. Corrucciò lo sguardo mentre lo ascoltava, la visione - suppose di quello si trattasse - le parole che stranamente acquistavano sempre più senso man mano che continuava a parlare.
    Avrebbero discusso in seguito della visione o quel che era. Doc si affrettò ad afferrare il braccio di Hector prima che finisse a terra, mentre lei si voltava a cercare Narcissa e il principino con lo sguardo.
    Quello che lasciava molto perplessa James era quello che stava succedendo. Era la stessa magia che già in precedenza aveva fatto danni in quel luogo, solo che questa volta era stata anche più potente che ad Halloween. Qualcosa però era andato molto storto, perché se l'idea di base era di far tornare la natura al suo stato naturale, beh, non aveva funzionato. Aveva una strana sensazione, pareva mancasse qualcosa.
    Su una cosa però era sicura, quella "magia", qualsiasi cosa essa fosse, era totalmente fuori controllo.
    Con la bacchetta ancora in mano, che non aveva fatto in tempo a rimettere al suo posto, James la puntò verso il terreno, tracciando una spirale.

    Specialis Revelio.

    Sperava che questa volta i risultati sarebbero stati diversi da Halloween e più risolutivi.

    Specialis revelio sul terreno (?) ciau <3
    Per i punticini vedeteli in scheda che ho sonno XD **offre biscottini per farsi perdonare**
     
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    Marybeth era andata a esprimere il suo amaro dissenso verso chi non aveva assecondato il proprio desiderio d’essere eletta Dama del Proffi-Adorato, mentre Leonard si era perso come suo solito in qualche angolo sperduto di mondo, ammirando l’incanto operato dagli organizzatori e dal naturale velluto celeste di quella magica serata.

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    Camminando piano sui geta e con lo sguardo levato al Cielo, neppure si accorse di arrivare al punto da far urtare kinchaku e sensu sulla fiumana di passanti fino a sfiorare persino Harp-Sama assieme al suo Cavaliere. Perché mentre i più, sbalorditi o intimoriti che fossero, abbandonavano gli occhi sull’inaspettato multicolore preso della radura, Leonard invece arrendeva la Vista - quella vera - e ogni parte di sé all’abbraccio di Madama Sorte, in balìa di una Visione che senza rendersene conto aveva iniziato a echeggiare da due voci ben distinte ma mai come allora unisone.

    Buio totale,
    tre sfere lucenti in cerchio a vorticare.
    Ribelle è una,
    che la perfezione della forma poco sfigura.
    Di cenere tinte
    e fulgor di perla avvolte.
    Una quarta sorella però, dimessa,
    disorientata attorno loro imperversa,
    si accelera e allontana,
    ancora più disordinata.
    Le tre sorelle, parimenti,
    del moto frenetico e confuso prendono i movimenti,
    ché la circonferenza senza peccato sempre più inizia a mancare,
    incontrollate, impossibile scampare.
    Ancora, buio totale,
    davanti le tre sfere una nuova avanza, più reale.
    Il manto d’erba d’una mano si lascia accarezzare,
    lo sentite anche voi, qualcosa, cambiare?


    Ridestato, Leonard si guardò attorno con occhi tremendamente nuovi, spaesati, increduli e tutto a un tratto persino mortificati, perché solo ora prendeva veramente coscienza del nuovo paesaggio e, nondimeno, dello sbattere del kinchaku e dello yukata contro la mirabile figura della Preside.

    済みません.*

    Profuse in un sentito inchino, appena prima di tornare a levare lo sguardo assente sui mille, nuovi colori della natura.

    Mi sono perso qualcosa?

    Esalò trasognato, in parte ancora ostaggio di una Visione tanto lontana nel tempo quanto vicina nell’animo di chi sapeva davvero dove guardare.

    *済みません = sumimasen (“Mi scusi”, tono formale)
    Vogliate perdonare questa metrica un po' sgangherata e mediocre, ci ho voluto provare :3


    Edited by Leonard Lennox - 17/5/2022, 14:28
     
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