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Fosse stato in un altro contesto, l'andirivieni di Viktor l'avrebbe terribilmente innervosito, e forse glie lo avrebbe anche fatto notare. Ma in quel preciso frangente i suoi nervi erano a tal punto tesi da non accorgersi quasi della sua presenza, avendo orecchie solo per l'ansia crescente che gli borbottava da dentro, in maniera ininterrotta. A nulla serviva provare a darsi coraggio o tentare d'interrompere il flusso di quei pensieri, poichè ogni qual volta credeva d'esser riuscito a distrarsi, la sua vocina interiore lo riportava con l'attenzione sulle proprie mani fredde e sudate, sulla schiena rigida più del suo manico di scopa e sul cuore che tamburellava nel petto più forte dello scroscio di voci proveniente dalla tribuna. Così forte che, per un attimo, fu quasi sicuro che tutti lì dentro nello spogliatoio avrebbero potuto udirlo solo rivolgendo lui lo sguardo!
Non era la prima volta che cavalcava una scopa, ma non si era mai ritrovato nel bel mezzo di una competizione vera e propria; senza contare che aveva l'impressione di non essersi allenato abbastanza...perché non aveva chiesto a Tommen di organizzare un altro incontro di allenamenti quando ne aveva avuto il tempo??
Perché in realtà non c'è stato tempo!
Ricordò a sé stesso, e tuttavia non riuscì a tranquillizzarsi. Era sempre così...quando non era sicuro delle proprie capacità finiva per rimuginare su quanto avrebbe potuto fare di più, colpevolizzandosi di non aver dedicato abbastanza tempo nel raggiungimento di un determinato obiettivo. Peccato però che quando succedeva era sempre troppo tardi, ormai, per rimediare! Quando la voce dei cronisti si levò dagli spalti, a Declan sembrò di avvertire un forte ronzio nelle orecchie. Che a creare quella sensazione fossero gli applausi degli spettatori o il suono amplificato della voce dei commentatori non avrebbe saputo dirlo, ma immaginava trattarsi più semplicemente della propria agitazione che distorceva le sue percezioni. Quando il compagno Tempesta gli strizzò l'occhiolino, il ragazzino si sforzò di sorridere, ignorando con cocciutaggine lo stomaco che si aggrovigliava, sottosopra...per fortuna aveva evitato di mangiare prima della partita! E comunque non ci sarebbe entrato niente, anche volendo.
Poi guardò in direzione di Bealtaine, rafforzando con un'occhiata eloquente il concetto appena espresso da Viktor.
Preparandosi a lasciare lo spogliatoio, sentì anche lui i commenti poco carini che i cronisti rivolsero ai giocatori di entrambe le squadre, ma cercò di non darvi troppo peso...
Ignorali.
Disse al compagno, nuovo cercatore dei Tempesta, sperando non si lasciasse scoraggiare proprio a pochi secondi dall'inizio del match. Quidditch, forse, significava anche questo...sapere reggere ai colpi, di ogni genere.
E cerca di non farti disarcionare prima di aver recuperato il boccino.
Aggiunse, guardando diritto davanti a sé e deglutendo ancora una volta quando fu il momento di entrare in campo.
E lo stesso vale per me!
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