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Il grande giorno era arrivato, la sua prima vera partita di quidditch, attesa anni che erano sembrati infiniti fino al suo arrivo a scuola, dove la speranza si era presto trasformata di disperazione con l’arrivo delle piaghe e l’annullamento del campionato, oltre a tutte le terribili ripercussioni che le maledizioni avevano portato.
Quello era il suo anno e come tale avrebbe reso ogni singola esperienza memorabile, ma il quidditch era una passione e come tale l’avrebbe affrontata con tutto l’amore e l’entusiasmo di cui poteva essere capace.
Sentire il discorso di Simone lo caricò tantissimo, quasi quando sentire il suo nome rimbombare dalla voce dei commentatori, spingendolo a guardare gli spalti in cerca dei suoi amici e delle ragazze che sperava fossero li a guardarlo: sapeva che Manon ci sarebbe stata, lei era la sua fidanzata ed amava il quidditch, insieme ne avevano parlato per ore ininterrotte, forse le uniche cose capaci di interrompere quelle lunghe ed adolescenziali sessioni di baci meravigliose, tanto che ripensare a quei momenti lo distolse completamente dalla partita.
“Non ora Kyle, non ora”
Sorrise, cercando però di scacciare quei pensieri dalla testa, ai quali avrebbe dedicato molto tempo subito dopo la partita, sperando di venir accolto da vincitore proprio dalla stessa Manon, utilizzando la scusa (una valeva l’altra) per ritirare il meritato premio.
Alzò il pugno al cielo nel sentire il suo nome, mentre un ampio sorriso si fece largo sul suo volto, spostando lo sguardo su tutti i suoi compagni in cerca di qualche segno d’intesa, sicuro che in un modo o nell’altro ognuno di loro avrebbe fatto il possibile per vincere quella prima importantissima partita.
Abbiamo atteso un anno intero questa partita ed ora ci siamo. Ci siamo allenati duramente e non possiamo sprecare tutte le nostre fatiche, ragazzi dobbiamo romperli in due!!
Il suo destino sarebbe stato nelle proprie mani ma anche nelle attenzioni dei compagni, che avrebbero dovuto difenderlo dagli attacchi degli avversari per consentirgli tutto il tempo necessario alla ricerca del boccino, si erano allenati tanto per questo e nessuno di loro si sarebbe tirato indietro, lui lo sapeva molto bene.
Coraggio Fuoco!! Incendiamo il pubblico con le nostre prodezze!!
Si avvicinò ad ognuno di loro, dando un piccolo colpetto, una spallata o solo uno sguardo d’intesa per aumentare quel legame che avevano creato in settimane di allenamenti e che avrebbero continuato a migliorare mese dopo mese, perchè ciò che avrebbe fatto la differenza, al di fuori delle loro capacità individuali, sarebbe stata proprio la capacità di sentirsi squadra e comportarsi come tale.
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