Fuoco vs Tempesta

2032/2033

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Teddy Rose
        +2   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Qualcuno le chiama coincidenze, altri lo chiamano destino, per altri ancora è solo una successione di eventi fortuiti; comunque lo si voglia chiamare, se anche glielo avesse profetizzato il professor Lennox due mesi addietro, Teddy non avrebbe mai creduto che quella Domenica mattina potesse trovarsi lì, nella pancia dello stadio, all'interno degli spogliatoi della sua casata che fissava il vuoto davanti a sé, tamburellando nervosamente il pavimento con quella gamba, in attesa solo del momento di fare il suo ingresso in campo.

    Ma riavvolgiamo un po' il nastro e cerchiamo di fare chiarezza.
    Un anno fa, durante le selezioni, il ragazzo dalla Black County non lasciò alcun dubbio al capitano Webb in merito a chi dovesse essere il portiere del Fuoco durante quella stagione.
    Quella volta era presente anche l'allora caposcuola Murray, nonché ex-capitano, e nessuno aveva avuto la minima riserva sul fatto che il giovane Rose fosse la giusta persona a cui affidare la difesa degli anelli.
    Ricordava di come non riuscì a dormire quella notte, se ne rimase con lo sguardo fisso rivolto verso il soffitto e un sorriso da beota in faccia ripensando ai movimenti, ai tiri che aveva disinnescato e crogiolandosi, forse troppo, al sentore di quanto era stato in gamba.
    All'epoca pensava che il più era fatto, a quel punto non gli restava che allenarsi giorno dopo giorno, fino a quando l'inizio della primavera non avesse sancito l'inizio del campionato, ma non andò esattamente così...
    Fu lì che il destino decise di intervenire: nel suo disegno confusionario, aveva forse pensato per lui che non era ancora giunto il momento di scendere in campo.
    Pensò bene di condurlo alla Guferia, per ritirare la posta in una giornata immediatamente successiva a una nevicata, e di fargli trovare un gradino ghiacciato che lo portò a finire con le gambe all'aria.
    Nella caduta, seppur abbastanza stupida, gli si girò male la caviglia che si ruppe, costringendolo a passare dei giorni in infermeria e a rinunciare al sogno di vestire la maglia del Fuoco.
    Nei mesi successivi, durante l'estate e anche alla ripresa dell'anno scolastico quella frattura ancora lo tormentava, sentiva l'appoggio debole e più passava il tempo senza montare su una scopa, più si stava andando a perdere quella sua sicurezza e quella sensibilità nel Volo che erano necessarie per giocare.
    Andava ancora a vedere gli allenamenti, spesso appostato di nascosto sugli spalti semi vuoti, cercando di non farsi notare: a quel punto faceva più male la ferita che portava dentro, quella di non essere riuscito a diventare parte di quel gruppo e il timore forse di non essere più in grado di riprovarci.
    A quel punto la rassegnazione sembrava l'unica strada: doveva accantonare almeno per un po' quel sogno e magari concentrarsi sul suo andamento scolastico che aveva un gran bisogno di essere risollevato.
    Poi un giorno, all'incirca verso la metà di Febbraio, ci fu la seconda grande svolta che il destino pensò di riservargli.
    Ebbene, seppur si fossero già svolte le selezioni da un bel pezzo, a quanto pare la pluripremiata squadra ancora non era riuscita a trovare un estremo difensore: mosso da un rinnovato fervore e da una forte dose di sana incoscienza, Teddy si ripresentò alla corte di Webb per cercare riacciuffare il posto che gli spettava, il posto che sfortunatamente gli era stato negato dal fato.
    Al momento in cui cercò di decollare, un'incertezza sull'appoggio del piede destro lo fece sbandare, ma riuscì a recuperare presto e alla fine, per la seconda volta, si conquistò il posto in squadra.

    Ed è così che possiamo fare ritorno ai concitati attimi che precedettero la partita di apertura della stagione 2033, che vide frapporsi la squadra del Fuoco con la Tempesta.
    Nel mese scarso che lo separò da quel grande giorno Teddy cercò di recuperare una forma fisica quanto meno accettabile per poter affrontare una partita vera, versò sudore nei pochi allenamenti disponibili, stringendo i denti anche quando il dolore riaffiorava.
    A quel punto ciò che era stato fatto non poteva più essere cambiato.
    Negli ultimi prima di imbracciare la scopa si svolgeva la prova più decisiva: la tensione cresce esponenzialmente con l'avvicinarsi del fischio di inizio e sta solo a te scegliere se lasciarti paralizzare dalla paura o se reagire incanalando quell'energia dentro il tuo corpo.
    Un atleta esperto lo sa, sa quando è il momento di tirare fuori gli occhi della tigre. Il debuttante con il numero 4 sulla schiena, purtroppo, no.
    Il capitano tenne un breve discorso di incitamento ma era troppo "in the zone" per starlo ad ascoltare: stava solo pensando ad allontanare il più possibile i timori su quella caviglia maledetta, l'ansia della prima volta, la paura di una figuraccia o peggio... di un bolide in pancia.
    Il gruppo si mise in fila davanti al varco che portava all'ovale verde, lui era il secondo ad uscire, dopo Crane che con la sua sfacciataggine sembrava quello più a suo agio.
    Inforcò la scopa, ammortizzò il peso sulle gambe saggiando la tenuta della gamba infortunata, una bella spinta e partì veloce.
    L'aria fresca tutta intorno gli riempì le orecchie ovattandogliele.
    Lo stadio era gremito, i tifosi urlavano e i commentatori annunciarono il suo nome, ma il portiere non li sentì, non sentiva niente, non osò nemmeno alzare lo sguardo che diretto puntava verso l'area che gli era stata assegnata.
    La mascella serrata in maniera nervosa, i capelli all'indietro portati dal vento, raggiunse diretto gli anelli e provò giusto qualche rapido movimento a otto intorno ai pali per poi mettersi in posizione per il fischio d'inizio.
    Non si poteva più tornare indietro, ora si doveva solo lottare

    Sei qui ed ora.
     
    Top
    .
31 replies since 9/3/2022, 16:45   1520 views
  Share  
.
Top