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.Subito dopo la fine della Riunione Auror e Hit Wizard, Augustus si era fermato su di un muro ad aspettare di scorgere la figura scintillante del Cavalier Servente per richiamato a sé con un eloquente gesto della mano.
L'avrebbe scrutato per lunghi attimi senza dire una parola, per poi spezzare il suo volto e quel silenzio con un sorriso dai tratti ironici.
Sembri un tipo più zen di quanto non lo sia io.
Il che non era un male, in realtà, ai suoi occhi: nella sua posizione, la rabbia era ciò che serviva per muovere passi concreti contro il crimine, per accettare il rischio di perdere la pelle o, nel suo caso, anche solo un arto.
Ma doveva ammettere che l'aplomb con cui Knight si presentava al mondo era piuttosto invidiabile, e per qualche motivo, proprio lui che del resto del mondo, dei loro sguardi e del loro giudizio se n'era sempre infischiato, adesso sembrava piuttosto interessato a conoscerne i segreti.
Beh, tutti i giudizi tranne il mio...
Ma quello era un gioco, per Augustus.
Dentro di sé sapeva che non poteva esserci pace, che l'unica calma reale che avrebbe mai potuto provare era alla luce delle ombre, del silenzio, del sangue, irrimediabilmente danneggiato dall'oscurità che vibrava lungo le sponde del suo animo.
La consapevolezza della perdizione, tuttavia, apriva le strade all'irriverenza, al sarcasmo e al gioco, oltre che alla rabbia; una fortuna, per lui, che altrimenti avrebbe vissuto in un costante turbinio di emozioni negative.
Pensi ci sia la possibilità di imparare qualche trucchetto per uno come me?
Il suo sguardo era stato eloquente, il sorriso ironico ancora più accentuato, e chissà che uno intuitivo come Knight non avesse potuto scorgere altro dietro quell'apparente irriverenza, una necessità più profonda, un bisogno inespresso di cui probabilmente neanche Augustus era consapevole, convinto di voler fare un gioco che aveva lui come protagonista.
A quel punto si sarebbe prestato a qualsiasi cosa Knight avesse avuto in serbo per lui, nei momenti in cui, ovviamente, non avessero dovuto focalizzare tutte le loro forze nella lotta contro la Spirale dell'Oscurità.
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La riunione era terminata lasciandolo più preoccupato che non pronto all’azione. Tanto di ciò che era stato detto e proposto lo aveva fatto riflettere e perdere, quasi, nelle sue elucubrazioni mentali, perso nei meandri del possibile e dell’ignoto.
Non amava quel lato del suo lavoro, quello si addiceva di più a chi ora lo scrutava, da un angolo, facendogli cenno di avvicinarsi.
Non si trovava a tu per tu con Augustus Baker da molto molto tempo, dai tempi in cui la Cage era a capo degli Auror. Avevano combattuto fianco a fianco e l’idea di trovarsi di lì a breve costretti a rifarlo ancora, non lo entusiasmava. Non aveva più l’incoscienza della giovane età, quella che aveva ai suoi esordi nel corpo Auror.
Ora sembrava piuttosto che il peso di quegli anni gli gravasse addosso. Avvicinandosi a lui, Knight non poté non sentire che lo stesso Augustus, nonostante la sua aria scanzonata ed irriverente, aveva forse un peso altrettanto gravoso che portava dentro di sè.
Gli sorrise, fissandolo nelle iridi scure come era solito fare Hector, con il suo sguardo indagatore e a tratti inquietante. Era difficile che distogliesse gli occhi da chi aveva attratto la sua attenzione. Baker non fece eccezione alla sua strana abitudine di scrutare la gente, quasi intendesse scavare dagli occhi fin nell’anima del suo interlocutore.
Decisamente era un dato di fatto che fosse più “zen” - come lo aveva definito - di lui Ne ho tratto molto beneficio negli ultimi tempi...
Era stupito? Forse.
Ma sapeva distinguere un reale interesse da una semplice curiosità. Inoltre, Baker alla riunione aveva accolto con disinvoltura il suggerimento di utilizzare arti divinatorie nell’indagine. Questo, ai suoi occhi, collocava l’uomo nella cerchia di quelli più aperti, mentalmente parlando. Era un buon inizio.
Non è un’arte segreta. Chiunque può apprenderla.
Gli occhi di Hector accolsero il gioco dell’altro ricambiando ironia con ironia. Anche in quello i due erano simili, anche se non perfettamente uguali. Incroció le braccia fissandolo ancora con occhi apertamente curiosi. Il sorriso continuava a permanere sul suo volto. I suoi sensi percepivano altro, qualcosa di indistinto, però... di tumultuoso, forse. Potevano essere solo sue illazioni, ma Knight si fidava del suo intuito più che di se stesso.
Sì mormorò al suo indirizzo potrebbe funzionare anche per te... forse.
Solo per istante abbassó lo sguardo, quasi a prendere una boccata di ossigeno prima di lanciare un Bombarda maxima. Quando li rialzó sull’uomo, tuttavia, dagli occhi era scomparsa l’ironia lasciando il posto ad una serafica impassibilità.
Purtroppo non esistono trucchi, solo addestramento non sarebbe stata una novità per un Auror, faceva parte della loro natura l’abitudine all’allenamento Se ti interessa veramente, sono a disposizione...
Il sorriso tornó sulle sue labbra ed una sfumatura più accogliente nel suo sguardo.
Continuó a fissare Baker.
Veramente il Monco avrebbe fatto quel passo?
Oh sì, vecchio mio, ti farebbe proprio bene...
Lo fissó intensamente ed un brivido gli percorse la schiena. Era molto molto probabile che Baker invece non avrebbe mai fatto quel passo.
Sai dove trovarmi.
Si congedò da lui con quelle poche parole ed un cenno del capo a mó di saluto.[Role chiusa]
Edited by Hector Knight - 29/3/2022, 05:45.
After Hogwarts - Harry Potter GDR 
2° Livello: Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia - Quartier Generale Auror
Storie di un Monco e di un Cavalier Servente |
