Nel mentre, in Sala Grande...

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    Ghiaccio VI Anno
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    L’ultima sera prima della cerimonia di fine anno.
    Ventinove giugno.
    Eppure l’ultima cosa a cui era in grado di pensare Luke era proprio il tramonto di quel quarto anno scolastico: la prospettiva della Coppa delle Case priva di alcun fascino; il Campionato di Quidditch sospeso, in pratica annullato; mentre il premio cui si era quasi affezionato come miglior studente si faceva puro miraggio, se addirittura uno sgradevole memorandum alle ripercussioni della propria maledizione. Tutto gli sembrava meno che quel periodo fosse prossimo a una fine, il contrario semmai.
    A tenerlo sull’attenti, quel giorno, era una e una cosa soltanto. La sua piaga era tornata alla normalità… sempre ammesso che essere la peggior versione di Yoda si potesse porre sulla scala dell’ordinario. Tuttavia, almeno per lui, significava tutto, come minimo tornare ad avere una briciola di controllo sulle proprie parole e, perché no, più in generale essere rientrato sui binari della propria vita dopo che le sue stesse azioni lo avevano spinto al di fuori.

    Me lo passeresti quello?

    Chiese educatamente a una compagna, indicando il piatto di arrosto ancora fumante e occhieggiando appena al tavolo dei professori. Difficile non notare una simile assenza, possibile che il problema alle tubature fosse tale da giustificare la mancanza di ben tre insegnanti, di cui uno Preside - a dispetto di quanto ancora gli costasse riconoscere Price come tale. Era anche vero poi che la Harp al pari di loro era maledetta; Price da che era stato investito della nuova carica era ancora più indaffarato del solito, oltre che propenso al malumore; e Lennox, per quel che ne sapeva, stava con la testa nel suo mondo fantastico un giorno sì e l’altro pure; insomma, chi per uno o per l’altro motivo, tutti avevano di che essere giustificabili per la propria assenza. Il pensiero quindi lo sfiorò il tempo appena necessario a prendere il primo caldo boccone, quando l’uscita di Chang lasciò perplesso tanto lui quanto una buona parte del tavolo, Cyrene compresa.

    Di pozioni ne ho già avuto abbastanza, grazie…

    Pensò con gli occhi abbandonati verso il basso, soffocando il biasimo che ancora provava verso di sé e qualche arrogante quanto vanagloriosa dose di Aguzzaingegno, di cui peraltro aveva da poco finito di smaltire gli effetti collaterali e una blanda forma di dipendenza.

    Sai qualcosa che noi non sappiamo?

    Aggiunse retorico ma tutt’altro che supponente, ché di fatti era un invito a chiederle di parlare chiaramente piuttosto che campare mezze verità per aria, a maggior ragione quando chi come loro aveva esaurito da tempo la pazienza per ambiguità e false promesse.

    Luke è uno degli studenti che sono stati maledetti durante l'ultimo Halloween. Tutti a scuola lo sanno e tutti lo conoscono.
    La sua maledizione è la seguente:
    CITAZIONE
    Piaga di Luke: Sembra che l'unico modo con cui tu riesca a comunicare è solo ed esclusivamente facendolo al contrario. Qualsiasi frase pronunciata o scritta, anche la più semplice, comincia dalla fine piuttosto che l'opposto come succede normalmente. E non s'intende lo specchiare delle parole, bensì l'ordine all'interno di una frase. Trovare un modo per venire incontro al problema può anche essere risolutivo, ma non per questo meno frustrante.
    Frequenza: costante. In seguito al successo della Contromaledizione di Catherine Nott, la piaga di Luke si annullerà al primo post e dopo cinque post nella stessa role: per un post, quindi, parlerà normalmente mentre nei restanti tornerà a parlare al contrario e così ogni cinque post.

    Tutti sono al corrente dei suoi problemi a esprimersi da allora, perlomeno nel verso giusto e con discorsi più articolati di sole 4 o 5 parole in fila. Motivo per cui ha imparato a limitarsi a frasi di poche parole, così da risultare il meno incomprensibile possibile o comunque controllare e riordinare più facilmente le proprie frasi.

    NOTA A partire dal 28 aprile Luke e fino al 28 giugno non parla più al contrario, bensì aveva iniziato a farlo in ordine sparso e non controllabile. Motivo per cui in questo periodo era diventato ancora più schivo e silenzioso, astenendosi più di prima ad articolare discorsi di sorta salvo quando indispensabile.
    Mentre dall’Avventura del Ghiaccio
    CITAZIONE
    -Da 1 ogni 6 a 1 ogni 5 parla normale
    -recupera 30% PA persi = Saggezza 16 -> 19; Carisma 21 -> 22

    Riassumendo: 1/5 post Luke parla correttamente, da 2/5 fino a 4/5 la maledizione (parlato e scritto al contrario) è attiva, dopodiché al 5/5 parlerà ancora correttamente e si ripete il ciclo.
    PA modificati
    Saggezza: 19
    Carisma: 22

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    Quella mattina Coral aveva poco appetito.
    Si era svegliata stanca e sfibrata dallo studio, dalla nausea e dai mal di testa causati dalla sua piaga, ché oramai le sembrava strano riuscire ancora a camminare anziché volare e basta.
    Le sarebbe piaciuto dire che dopo mesi quella piaga facesse parte di sé e che si fosse ormai affezionata, ma non era affatto così: Coral aveva imparato a convivere con la sua maledizione ma ad accettarla meno che mai.
    Faceva colazione in silenzio, pronta a passare le successive ore a studiare in biblioteca e a mettere da parte ogni barlume di vita sociale che avesse costruito ad Amestris in quegli anni. Ma da quando aveva messo piede in Sala Grande non aveva potuto fare a meno di notare alcune stranezze, dai fantasmi borbottanti alle assenze al tavolo dei Docenti: fra i molti, era difficile non percepire la mancanza del Professor McDougall, dopo tutto.
    Ma ci sarebbe stata certamente una spiegazione plausibile, anche al divieto di scendere nei sotterranei - non che Coral avesse tutti questi motivi per andarci, in ogni caso.
    Caleb, intanto, giocherellava con una strana chiave farneticando qualcosa a riguardo. Stava giusto aggiungendosi al coro di domande quando sentì la mano invisibile invitarla a far visita ai tetti della Sala Grande per l'ennesima volta: oramai li conosceva a memoria, e un giorno di quelli li avrebbe distrutti prima di andar via da Amestris.
    Chiuse gli occhi, sperando di non combinare troppi danni una volta caduta, ritrovandosi poi lontana dal Tavolo della Tempesta: stava per volare fra le file dei pochi docenti superstiti, il che non era decisamente un buon segno.
    A meno che il Professore costretto ad accoglierla non fosse Valerius Cunningham.

    Umh...
    Prof... Professore...


    La caduta non fu tanto drastica, considerato l'enorme aiuto datole dalla tuta di Alec: grazie a quella i suoi lividi erano ridotti al minimo, il che rendeva la sua piaga quasi una piacevole passeggiata volante.
    No, non era vero: faceva schifo e basta.
    Coral cercò di rimettersi in piedi sopprimendo l'imbarazzo e alzando soltanto dopo qualche istante di silenzio lo sguardo verso di lui.
    Ricordò improvvisamente cosa era successo l'ultima volta che era caduta sopra un uomo adulto.

    Mi dica che non l'ho colpita in posti...
    Mi dica che non l'ho colpita troppo forte.


    Coral beve la Tisana di Eloise (3/7) e indossa la tuta di Alec
     
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    Le dita sottili solleticavano debolmente il bordo della tazza fumante che posava davanti ad uno sguardo perso e rivolto altrove, alla porta di ingresso della Sala Grande.
    Mikal era distratta quella mattina e non dallo strano agitarsi dei fantasmi, o dai borbottii provenienti dai tavoli delle Casate.
    La sua mente era rivolta altrove, al piano di sotto, ai volti dei suoi colleghi, dell'ex Preside, del Professor Ridgerton, di quanti coraggiosamente avevano scelto di sfidare l'ignoto e di donare le proprie conoscenze alla causa che da mesi rendeva Amestris il centro di indagini per eccellenza: le segrete.
    Se non aveva preso parte anche lei all'esplorazione, era stato soltanto per amore dei suoi studenti: già gran parte del corpo docenti aveva scelto di recarsi lì, il che voleva dire che lei in quanto Responsabile sarebbe rimasta a sorvegliare gli studenti fino a quando non ne fossero venuti fuori, possibilmente vittoriosi.
    A quel pensiero si abbandonò ad un lungo sospiro, socchiudendo appena gli occhi e portando il liquido caldo alle labbra. Rischiò di ustionarsi, bevendo con inaspettata foga, distratta com'era dalle sue preoccupazioni.
    Si voltò alla sua destra, poi alla sua sinistra. Percepì il vuoto ai fianchi, ma non quello che le divorava l'anima: la Pozione ideata dal Professor Ridgerton dava i suoi frutti, sebbene in maniera altalenante.
    Forte di quella consapevolezza Mikal alzò lo sguardo, ancora una volta rivolto verso il portone: non aspettava altro che vedere i suoi colleghi tornare vittoriosi dalle segrete, sebbene l'esplorazione avrebbe avuto inizio soltanto a breve, o quasi.
    Non era nelle segrete per poterlo dire con certezza.
    Sperava soltanto che non servissero eccelse competenze astronomiche, ché comunque sarebbe stata disposta a rischiare e a recarsi fino in basso per dare il suo contributo.
    Sperava che quanto si celasse dietro la porta fosse uno scherzo di cattivo gusto, qualcosa di inaspettatamente positivo, qualcosa di affrontabile.
    Ma sapeva anche che le sue speranze avevano la stessa possibilità di avverarsi di quelle che aveva Saturno di dimostrarsi affidabile.

    Ma co-

    Fino a quando i suoi pensieri non vennero interrotti da un botto proveniente dalla sua destra, trovandovi origine nell'ennesima caduta di Coral Allen, studentessa della sua casata per cui si perse in un mare di tristezza e amarezza: quel giorno, Saturno avrebbe dovuto farsi da parte.
    Quel giorno, i suoi colleghi dovevano uscire vittoriosi dalle segrete.
    Dovevano uscirne vittoriosi.

    Piaga: 1/5 non ce l'ha
     
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    Per uno studente medio qualsiasi la fine della scuola avrebbe rappresentato una data lungamente attesa. Non per Manon.
    La francese, che non fremeva affatto all'idea di ritornare nella desolata campagna normanna, doveva anche destreggiarsi con l'opprimente consapevolezza che quelli fossero gli ultimi momenti in cui lei e Bellamy avrebbero potuto definirsi compagni. La malinconia aveva preso forma, come d'abitudine, in un atteggiamento scostante, che pareva non risparmiare nemmeno l'ex caposcuola. Dopo tutto, era proprio lui la causa dei suoi malumori.
    Quella mattina, ad esempio, s'era seduta regolarmente accanto al più grande per far colazione, ma fin da subito aveva mostrato la propria esigua propensione alla chiacchiera, limitandosi ad un cenno con il capo come forma di saluto. Si trattava del suo personalissimo modo di punirlo per l'imperdonabile colpa d'essere prossimo al diploma.
    Fra le cose di cui durante la stagione estiva non avrebbe accusato la mancanza s'annoverava quel caos ineludibile in sala grande, l'atmosfera soffocante provocata dal sovraffollamento di studenti, il ché rendeva l'ora dei pasti un vero incubo per una ragazza che a mangiare aveva ricominciato da poco e ben alla larga da occhi indiscreti e giudicanti. Era una convinzione meramente personale e opinabile che gli sguardi di tutti fossero incollati sul suo piatto, pronti a giudicarne le quantità e la combinazione di macronutrienti, ma Manon la considerava una scusa soddisfacente per riempirlo al minimo e ridurre quella parentesi dei pasti ad una decina scarsa di minuti.
    Aveva scelto le fette biscottate e un cucchiaio raso di marmellata alle fragole che, se fosse stata priva di tutti quegli zuccheri che, a quantificarli, le facevano girare la testa, le avrebbe quasi concesso una colazione priva di paranoie o sensi di colpa. Spalmò lo strato sottile di confettura su entrambe le fette, assicurandosi con precisione maniacale che non fuoriuscisse dai bordi. La sua spinta a conversare era talmente limitata da permetterle di accorgersi che Michelle Lullaby avesse fatto il suo nome solo quando Kyle Crane ne prese le difese con un trasporto un po' eccessivo. Seppur una parte di sé premesse a sottolineare quanto quell'accorata arringa potesse venire percepita con sospetto, ciò che rimaneva rimirava indietro senza difficoltà a quell'incontro di fronte ai bagni, alla misteriosa scritta apparsa sulla porta subito dopo e a quel momento in cui, in sala comune, credeva di aver reciso qualsiasi punto di contatto con il minore. Lì, di fronte a quelle parole istintive e furenti, non si sentiva affatto la persona che l'aveva zittito in modo altezzoso, quella che sapeva sempre cosa dire, come modulare le parole perché sortissero l'effetto sperato. Non le servivano giochi di prestigio o copioni prestabiliti, solo il coraggio di agire come la parte più intima di sé, quella a cui si guardava bene di lasciare campo libero, avrebbe silenziosamente anelato. Eppure, Manon Prévert era molto meno coraggiosa di quanto amasse sfoggiare.
    Prima di unirsi a quel mormorio che era stato attirato dall'ambigua dichiarazione di Michelle, cercò con insistenza lo sguardo del più piccolo, mimando con le labbra un "grazie" che avrebbe sperato di ripetergli poco dopo, in separata sede. Ma prima, com'era suo onere quotidiano, avrebbe dovuto premurarsi di ristabilire l'ordine delle cose e di rimettere a posto delle voci un po' troppo ardite.

    È così noioso avere a che fare con te, Lullabì. Sempre il solito copione: qualche battuta a sfondo bodyshaming, lo sguardo trionfante, ti manca solo la mossa con i capelli..ah no.

    Fuori una. Si rivolse, dunque, ad Amabel.

    Niente amanti, Amabel, non siamo in una scadente serie tv cliché. Parlo di amicizia fra uomo o donna, solidarietà femminile..roba così, insomma. Nel 2032 dovrebbero essere concetti noti, ma se vuoi dopo te li spiego con calma.

    Era già esausta, Manon. Di prima mattina, affrontare questioni tanto irrisorie le sottraeva le poche energie che la sua modesta colazione era riuscita a restituirle, ma ormai non avrebbe potuto tirarsi indietro.

    Cos'è? La vicinanza della fine della scuola ti porta a doverti ingegnare pur di attirare l'attenzione su di te, Lullabì? Sai qualcosa sul serio o è solo un tentativo maldestro per appagare le tue manie di protagonismo?
     
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    Ghiaccio VI Anno
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    [Tavolo del Ghiaccio]



    Stappare. Ingerire. Ingoiare.
    Sertoria ripose nella tasca della divisa la fiala vuota. Di lì a pochi secondi l'odore pestilenziale le avrebbe dato tregua. Di lì a poco la fame si sarebbe azzardata a farsi sentire oltre le brume della nausea e dell'inappetenza.
    Sì, le cose quel giorno erano strane. Ma lei lo era di più, quindi non se ne accorse. Era troppo impegnata a tagliare la brioche a metà con un preciso movimento di coltello, pronta a svuotarne il contenuto sul lato opposto del piattino. Marmellata di pesche, rassicurante coloritura aranciata da mangiare prima o dopo la pasta, ma non insieme.

    Dopo oggi non dovrete più venire da me con quell'aria da cani bastonati...
    Bagnati.

    Borbottò Sertoria. A quanto sapeva un cane poteva influire sulla qualità dell'aria quand'era bagnato, non bastonato. In ogni caso le parve ovvio che l'intero discorso non fosse rivolto a lei. Pur non essendo una cima, la quindicenne se la cavava abbastanza da potersi fabbricare le pozioni da sola. Per quanto riguardava l'antidoto, beh, ci pensava la signorina Ronsard.

    Che vorrebbe dire?
    In che senso?
    Nel senso che nessuno lo farà più.

    Ci teneva a rispondere alle domande, anche quelle ovvie o retoriche.

    O non vorranno o non potranno. Però lei non può sapere cosa gli altri vorranno perché sono informazioni impossibili da prevedere al cento percento, ecco.

    Parlava con voce atona, punzecchiando la sfoglia della brioche coi denti della forchetta. Dal momento che aveva iniziato non poteva più fermarsi: avrebbe perseverato fino a ridurre il tutto a una montagna di grosse briciole consumabili al cucchiaio, pressoché identiche le une alle altre. Giocava e parlava, parlava e giocava.

    Quindi de... deduco che succederà qualcosa che non permetterà a nessuno di chiederle nulla. Forse si trasferisce, oppure un professore si è arrabbiato.

    Professore. Tirata per le redini dalla parola sollevò il capo per osservare il tavolo dei docenti. E...

    Mancano i professori. Cioè, alcuni.

    Guardò la ragazza di nome Chang Huang. Batté le palpebre, come per spannarsi il cervello. E tornò a fissare il piatto.

    Ma non c'entra niente. Comunque la mia pozione tu non la sai fare, la sa solo la signorina Ronsard.

    Ci teneva a essere precisa.

    Chiedo venia per il ritardo, sono stata fuori casa fino a ieri sera. Se non va bene elimino il post!
    Mi sono permessa di farle notare l'assenza dei prof per puro collegamento con quel che stava dicendo. Non avendo l'intuito necessario non si è insospettita di nulla, alla fine. Dal basso dei suoi parametri l'ho mossa con lo scopo di gettare pulci involontarie nelle orecchie di studenti più scaltri; e se miss Huang s'incavolasse e aprisse il becco per l'ultima affermazione, tanto meglio!

    Piaga: la puzzola
    Puzza per 1 post su 4, che è l'attuale. Dopo il mio prossimo post puzzerà di nuovo :(
     
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    Continuava a lanciare occhiate indagatorie in direzione della Lullaby, per provare a carpire dal suo volto anche la più sospetta delle espressioni che potesse far capire meglio a loro poveri ignari che cosa stesse accadendo tra le mura della scuola. Certe cose non potevano passare inosservate, ed anzi era sicuro del fatto che i docenti rimasti in Sala Grande come la Levi sapessero qualcosa. Altrimenti dubitava che se ne sarebbe rimasta lì a mangiare la sua colazione senza chiedersi che fine avessero fatto i propri colleghi.
    Rimase con lo sguardo in direzione del tavolo dei professori per qualche istante, il tempo di veder volare in quella direzione Coral. Per la sua grande gioia era atterrata su Cunningham, e quando se ne rese conto il ragazzo irlandese distolse lo sguardo, riportando l'attenzione sulle chiacchiere dei propri compagni di Casata. A breve sarebbe andato anche dalla Tempesta, per sapere se dalle loro parti girassero voci più concrete.
    Alle parole di Amabel finì istintivamente per alzare gli occhi al cielo ed era già pronto a riprendere la parola quando fu proprio Manon ad intervenire. Lo divertiva sempre il modo sottile in cui la ragazza francese riusciva a rimettere tutti quanti al proprio posto, senza il bisogno di usare chissà quali paroloni o toni di voce, solo con qualche frasetta tagliente detta al momento giusto.
    Decise allora di appoggiare la Prefetta stando al gioco, perchè era l'unico modo non stressante di gestire quelle situazioni era prenderla con ironia. Aveva di nuovo perso la sensibilità alla mano dominante, ma non al braccio, per questo motivo cercò di allungarlo in direzione della bionda nel tentativo di poggiarlo sulle sue spalle, in una specie di abbraccio.

    Ah, non siamo amanti? Merlino, io credevo di sì, adesso mi buttare tutte le sofferenti poesie d'amore che avevo scritto per te solo e pensoso nella torre del mio castello.

    Disse con un sorriso rivolgendosi alla ragazza, ma assicurandosi ovviamente che tutti intorno a lui l'avessero sentito.
    Dopo di che invece avvicinò il volto un po' di più alla figura della Prefetta, se gli avesse concesso di metterle un braccio intorno alle spalle, abbassando la voce per parlare invece soltanto con lei.

    Che succede? Sei silenziosa.

    E non sembrava esserlo soltanto da quella mattina. Si era reso conto del cambio di atteggiamento della francese nei suoi confronti da qualche giorno a quella parte, ma non era riuscito ad associarlo ad una motivazione precisa perchè non poteva immaginare che lei ce l'avesse con lui per la fine della scuola. Credeva, piuttosto, di aver combinato a sua insaputa qualcosa che l'avesse infastidita e lei non volesse parlargliene.
    Senza eventualmente ancora togliere il braccio, finì l'ultimo morso della fetta di pane e cioccolata che gli era rimasto usando la mano non dominante, e dopo aver mandato giù l'ultimo boccone tornò ad osservare gli altri Fuoco.

    Lily, tu che sicuramente tra tutti noi sei quella che i professori odiano di meno...perchè non vai dalla Levi ad indagare se lei sa qualcosa?

    Sembrava la più pensierosa dei colleghi seduti al tavolo dei docenti, forse aveva semplicemente la testa tra le stelle per gli affari suoi, ma tentare non costava nulla.

    Piaga 2/5
     
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    Mi nascondo mostrandomi

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    Frozen Wiz
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    Continuò a sorseggiare quella scolatura di piatti sperando che la Lullaby fosse in vena di rivelare qualche succosa informazione sulle stranezze di quella mattina, ma non fu la voce di quella bionda a raggiungere le sue orecchie, ma bensì quella della Préfète.
    Manon, per quanto volesse sembrare tranquilla si era comunque premurata di specificare che tra lei e Murray c'era solo dell'amicizia a suon di battutine mosce, per poi aggiungere anche un qualcosa sulla solidarietà femminile.
    Astrid voltò il capo verso la prefetta sorridendole. Le sembrava più spenta del solito, anche quel rimprovero non era tagliente come tanti altri che le aveva sentito fare.

    Perché ti giustifichi Manon? Era solo una battuta, sareste così belli insieme, sono anni che lo sostengo!

    Non c'era altro da aggiungere. Excusatio non petita accusatio manifesta. Forse non erano davvero così solo amici dopo tutto.
    Un sorrisetto le incurvò le labbra alla battuta di Murray sulle lettere d'amore che avrebbe dovuto strappare. Almeno lui aveva riacquistato un po' di senso dell'umorismo. Sempre sia lodata Freya.

    E comunque un po' di ripetizioni sulla solidarietà femminile servirebbero a diversa gente a questo tavolo.

    I suoi occhi nocciola si spostarono su Annie che se ne stava per fatti suoi a fare colazione poco lontano da dove si trovavano Astrid e la Lullaby.
    Un sorrisetto a mezza bocca le comparve per un attimo sul viso, mentre afferrava una fetta di pane integrale tostato e ne staccava un pezzo con un morso. Molto poco signorile in effetti, ma chi se ne importava.
    Quel mal di testa non accennava a diminuire e la pesantezza a quel tavolo era quasi opprimente. Sbuffò versandosi dell'altro caffé e lanciando un occhiata al tavolo dei professori.
    Proprio in quel momento la Allen atterrò addosso al professore di trasfigurazione, nonché loro responsabile di casata. Un brivido le percorse la schiena. Si immaginò al posto della tempesta e ringraziò Morgana di non essere una dei piagati, che vergogna indicibile sarebbe stata, soprattutto se le fosse toccato qualcosa come quello che aveva la Allen o la ragazzina del ghiaccio, Fetoria.

    Ma quindi resterete così a vita o cosa?

    Si voltò di nuovo verso la Lullaby, anche lei colpita da una delle piaghe. Niente più bella chioma biondo naturale, ma solo parrucche su parrucche. Bellissime, costose, ma pur sempre parrucche.
    Gli occhi di Astrid si soffermarono sulla testa della bionda per un attimo, abbassandosi poi sul suo viso. No, nemmeno avere la boccia doveva essere piacevole. Ma, di nuovo, lodò Morgana per essere tra i normali e non tra i piagati.
     
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    Sebbene Lily preferisse starsene in silenzio a gustarsi la sua colazione, dando l'impressione di farsi gli affari propri, era, in realtà, piuttosto attenta a quello che stava accadendo in Sala Grande.
    Di tanto in tanto si guardava attorno, in direzione degli altri tavoli, con lo sguardo che si soffermava qua e là sui compagni delle altre Casate, e nonostante nel brusio di sottofondo non ci fosse nulla di diverso di una qualsiasi altra colazione in un qualsiasi altro giorno della settimana, quella continua sensazione che ci fosse qualcosa di strano iniziava ad intaccare anche il suo buonumore.
    A farlo virare definitivamente verso altri lidi, poi, fu sufficiente sentire la voce di Amabel sopra quella delle altre in sottofondo, che decise di coronare il suo ingresso con una frecciatina piuttosto gratuita verso la Prefetta e l'ex-caposcuola.
    Staccando un pezzo di torta alla melassa e portandolo alla bocca, Lily si voltò in direzione della Vane che prendeva posto accanto alla Lullaby. Continuò a guardarla con indifferenza mentre distrattamente masticava il suo boccone.
    Era cambiata, Amabel, dopo la storia con Darren. Non che Lily la conoscesse a tal punto da poterlo asserire con fermezza, ma prima, aveva un'allegria diversa. Aveva spesso qualcosa di dolce nello sguardo, e sebbene un fondo di malinconia un occhio attento avrebbe potuto sempre scorgerlo, c'era spensieratezza nei suoi modi di fare. Prima sorrideva, adesso invece, la piega che assumevano le sue labbra pareva un ghigno, e non c'era più leggerezza nei suoi modi, che erano invece spesso come quello che aveva assunto adesso, taglienti e sarcastici, venati quasi di cattiveria.
    Non si era accorta di aver continuato a fissarla per tutto il tempo di quelle sue digressioni, talmente assorta nei suoi pensieri da non badare nemmeno alla risposta di Manon e alla conseguente frecciatina che proprio la Vane le aveva mandato, e proprio mentre stava per interrogarsi su quanta parte di responsabilità potesse aver avuto lei, in quel cambiamento, si sentì chiamare per nome e fu come se a scendere giù dal suo esofago fino allo stomaco fosse stato un macigno e non il boccone di torta masticato.
    Con il cuore che perse un serie di battiti a cadenza alternata, si voltò verso Bellamy

    Eh? Cos... io... eh?

    Non una delle sue migliori prestazioni. Non seppe nemmeno come aveva fatto a non diventare paonazza. Probabilmente in quel momento il suo cervello si era bloccato a tal punto da non dare più neanche il minimo segnale di vita.
    Deglutì ancora, poi bevve un lungo sorso di tè cercando di dare tempo al suo cervello di elaborare ciò che era appena accaduto.
    Era mai successo, prima, che Bellamy si rivolgesse a lei direttamente chiamandolo addirittura per nome?
    No, un evento del genere se lo sarebbe di certo ricordato. Lei era persino convinta che nemmeno lo conoscesse il suo nome!
    Fingendo una calma che dentro non aveva, posò la tazza sul tavolo e si voltò verso il tavolo dei professori, sforzandosi di recuperare un po' di autocontrollo.
    Trovò subito la Levischmiedt, e la sorprese a guardare in direzione della porta d'ingresso. Di colpo, l'assenza degli altri professori si fece così ingombrante che, si sorprese, Lily, di non avergli dato importanza da subito.

    Ci provo... ma considerati i miei voti nella sua materia, dubito che la Levi mi abbia troppo in simpatia.

    Disse trovando il coraggio di rivolgersi direttamente a Bellamy, riuscendo a guardarlo addirittura negli occhi!
    Bevve al volo un altro sorso di tè, poi si alzò e percorse il tavolo in tutta la sua lunghezza, dando un leggerissimo scappellotto dietro a testa a Darren, quando gli passò accanto.

    Buongiorno Professoressa

    La salutò arrivandole vicino, distratta solo un momento dalla povera Coral che qualche attimo prima era letteralmente piovuta tra le braccia di Cunningham -vecchia volpona!
    Cos'è che avrebbe dovuto dirle, come esattezza? Che la vedeva pensierosa? Si beh, la risposta poteva già immaginarla ed era qualcosa che suonava più o meno come un non sono affari tuoi.
    Avrebbe potuto tentare un approccio meno diretto e partire a parlare della sua materia. Magari con una richiesta di chiarirle qualche dubbio o roba del genere e poi deviare il discorso sulle stranezze di quella mattina. Un po' troppo laborioso, non la convinceva.
    Poi le venne una sorta di illuminazione, che più che un'ottima idea, le parve l'unica possibile.

    Mi scusi se la disturbo durante la colazione, ma volevo chiederle se per caso ha qualche notizia su quando saranno di nuovo accessibili i sotterranei. Il Laboratorio di Pozioni, in particolare.

    Disse con educazione, spostando poi lo sguardo sul posto solitamente occupato dal preside Price.
    Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo con esattezza.

    In effetti, contavo di poter parlare sia con lei che con il Preside Price stamattina. Per un progetto al quale sto lavorando per i G.U.F.O.. Si tratta di una possibile variazione delle tempistiche di preparazione di una pozione che sfrutterebbe i movimenti delle stelle e le congiunzioni astrali per abbreviarli. E' una cosa a cui sto lavorando in maniera teorica da un po' di tempo, ma sono arrivata ad un punto morto e speravo di poter avere un colloquio con voi, per capire quanto sia attuabile la mia teoria.


    Non aveva grandi doti investigative, Lily, sarebbe stato palese a chiunque l'avesse ascoltata in quel momento, ma puntava a portare la Levischmiedt allo sfinimento, cosicché, magari, nella distrazione delle sua valanga di parole, si sarebbe alla fine fatta sfuggire qualcosa di utile.

    Sa se il preside Price arriverà a momenti, per la colazione? Magari posso aspettarlo qui. O forse si è trattenuto ad una colazione provata con gli altri colleghi.

    Ipotizzò

    Magari è meglio se lo aspetto direttamente nel suo ufficio.
     
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    Ghiaccio V Anno
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    Geneva ci credeva molto in quella specie di richiamo mentale, di quando cerchi una persona o la guardi fissamente e alla fine lei ti ricambia. Infatti dopo poco individuò Bealtaine nelle file della sua tavolata che pareva guardarsi intorno a sua volta.
    Quando il ragazzo rivolse lo sguardi nella sua direzione, gli sorrise facendogli ciao scuotendo la mano, per poi mettersi a ridere per la faccia buffa.
    Tanto era bastato per riportarla alla tranquillità.
    Ridacchiava ancora quando riprese in mano il tramezzino per addentarlo.
    Si affrettò ad inghiottire il boccone ancora praticamente intero per poter ricambiare il saluto dell’amica che l’aveva raggiunta sedendolesi vicino.

    Buongiorno Luna!

    Solo ora che la ragazza glielo faceva notare si voltò verso il tavolo professori.
    Tendenzialmente accennava sempre un saluto verso gli insegnanti, ma raramente faceva davvero caso a chi fosse presente o meno, quindi non avrebbe saputo dire con certezza se le assenze fossero fra i dettagli strani di quella mattina.
    Sicuramente i posti vuoti erano più del solito, ma questo poteva essere dovuto anche solo all’assenza di McDougall.

    Speriamo che il danno non sia troppo esteso. Non ho proprio voglia di passare la giornata a spostare materiali e ingredienti per le pozioni!

    Fu l’unico commento che si sentì di fare. Immaginava infatti che, almeno Price, stesse sovrintendendo ai lavori nel sotterraneo, se non altro per assicurarsi che il suo prezioso magazzino delle scorte non venisse toccato o danneggiato.

    Me lo passeresti quello?

    Geneva si era voltata verso il compagno, sorridendogli automaticamente, ma davanti alla sua semplice richiesta era rimasta un secondo perplessa, come se non fosse riuscita a capirne il senso.
    In effetti era così. Si era a tal punto abituata a sentire Luke parlare al contrario, che per un secondo la frase non aveva avuto senso, pronunciata com’era nel verso giusto dalla partenza.

    Ohsicertoscusa!

    Si affrettò a passargli l’arrosto, scusandosi a tale velocità da risultare probabilmente incomprensibile.

    Sono ancora mezza addormentata…

    Si giustificò, momentaneamente imbarazzata ma dimenticandosene un secondo dopo, quando Luna partì con la sua tirata verso la Huang.

    Beh, se non stai girata male di prima mattina, quando puoi esserlo?

    Le fece notare, ridacchiando. Doveva riconoscere comunque che, davvero, le parole dell’orientale avevano un che di sibillino e misterioso.
    Forse era solo perché provenivano da lei, che era parecchio strana di suo, si disse.

    Tutto bene, dai. Tu, dormito bene?

    Preferì continuare a chiacchierare con Luna, piuttosto che impensierirsi nuovamente, seguendo con gli occhi il volo e successivo atterraggio morbido della Allen.
    Tutto regolare.
     
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    Ghiaccio VII Anno
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    La scuola stava ormai per finire, e Frances ancora non poteva fare a meno di portare Juno sempre con sé. Era ormai abituata a quei cicli di sonno continui, al punto che non ricordava neppure come fosse la vita prima di essere narcolettica, talmente assuefatta da una condizione che l'aveva colpita ormai otto mesi prima. Solo di molto recente, la sua situazione era migliorata, non solo in seguito all'utilizzo della bacchetta che avevano recuperato durante un viaggio ai limiti del mistico nel Respiro del Ghiaccio, ma anche dopo che il Preside Price aveva finalmente trovato un palliativo efficace alla sua piaga, qualcosa che andasse oltre una breve sensazione di sollievo della durata di un secondo. Frances era più lucida, più attiva e si addormentava sempre meno spesso; ormai riusciva a rimanere sveglia per quasi tre quarti d'ora di fila, eppure sembrava importarle molto poco. La speranza non era certo qualcosa che aveva imparato a coltivare durante quell'anno scolastico, ché per vedere degli oggettivi miglioramenti aveva dovuto aspettare così tanto da arrivare a smettere di credere che prima o poi la sua condizione sarebbe potuta cambiare.
    Quella sarebbe stata una delle ultime mattinate che avrebbe passato ad Amestris per quell'anno scolastico, e non escludeva che potesse essere una delle ultime in assoluto, ché non sapeva come suo padre avrebbe reagito all'idea di avere una figlia completamente debilitata da una condizione che in un anno nessuno era stato in grado di capire come curare. Non sapeva neppure come l'uomo stesse reagendo alle notizie che sicuramente gli stavano giungendo per mezzo dei Ministeriali addetti al caso, visto che aveva smesso da tempo di rispondere alle lettere che arrivavano dall'uomo; sembrava quasi che il vero malato fosse stato lui per tutto il tempo, ché dopo delle iniziali parole di preoccupazione dovute alla totale incomprensione e diffidenza che suo padre aveva nei confronti del mondo magico, le missive s'erano in breve tempo trasformate in papiri colmi di odio e rancore, minacce di querele che non avrebbe mai avuto i soldi di sostenere, astio che palesemente non aveva nulla a che vedere con una reale preoccupazione per le condizioni di salute di Frances, quanto con la necessità di una costante conferma che quello che aveva sempre sospettato era nulla meno che la verità: la magia era pericolosa, avrebbe ammazzato Frances così come aveva ucciso sua madre e lui avrebbe dovuto impedirle di andare in quella maledetta scuola sin dall'inizio. Frances, semplicemente, non ne voleva più leggere; era talmente rassegnata che non le importava più cosa sarebbe stato di lei, né tanto meno cosa il padre le avrebbe o meno riversato addosso quell'estate, ammesso che il Ministero avrebbe lasciato che lei tornasse in una casa babbana nelle condizioni in cui si trovava. Forse, in fondo, persino ci sperava.
    Da un mese a quella parte, tuttavia, Frances sembrava aver messo da parte la rabbia e il rancore almeno in parte, mentre era sveglia, ma non certo perché le sue condizioni erano migliorate, quanto perché erano visibilmente migliorate quelle di Cyrene. La prima volta che l'aveva vista riprendere possesso del suo corpo era rimasta talmente ammaliata da sembrare un'ubriaca al cospetto di un miracolo, ché Cyrene s'era vestita di una bellezza dimenticata, persino più bella di come se la ricordava, più bella di come ogni tanto se la sognava in uno di quei suoi intervalli forzati di buio; era più bella di quanto non fosse mai stata, cresciuta di nascosto nel corpo di una sconosciuta, come una farfalla non riesce a mostrare tutti i suoi meravigliosi colori finché non le è concesso di schiudere il guscio in cui è stata costretta a nascondersi per così tanto tempo. Le era mancata così tanto che, se le avessero chiesto di quantificarlo, Frances non ci sarebbe riuscita; era quasi arrivata ad essere gelosa dei momenti in cui Cyrene tornava nella propria pelle, al punto che quando capitava che dovesse dormire proprio in corrispondenza della metamorfosi della ragazza, cercava di rimanere sveglia il più a lungo possibile, combattendo la sua piaga più duramente di quanto non avesse fatto in otto mesi, come se nessuno avesse il diritto di godere di tutta quella bellezza se non avesse potuto farlo anche lei.
    Così, seduta al tavolo del Ghiaccio a colazione, Frances avrebbe potuto accorgersi della mancanza significativa di alcuni componenti del corpo docenti; avrebbe potuto sentire le parole della Huang o le congetture di Sertoria sul significato delle sue criptiche frasi; avrebbe potuto sentire il richiamo di Juno che si stava prodigando ad avvisarla che ben presto Morfeo sarebbe passato nuovamente a prenderla. Con la testa appoggiata sulle sue braccia incrociate sul tavolo, invece, Frances guardava Cyrene come fosse l'unica persona a colori in un mondo in bianco e nero, come fosse l'unica nota musicale a rapirla nel fracasso del traffico della città, come fosse un'opera d'arte in una galleria di schizzi a matita disegnati da un bambino. Ripassava i lineamenti marcati del suo volto sottile come stesse cercando di convincersi di non stare già sognando, chiusa in un silenzio contemplativo che non sentiva alcun bisogno di giustificare a nessuno, troppo concentrata ad incidere quei tratti così a fondo nella sua memoria da conservarli e farne tesoro per sempre.
    Quando il sonno la prese, neppure se ne accorse; le voci degli studenti si spensero nella sua mente come se qualcuno avesse abbassato di colpo il volume di una radio in sottofondo, ed i muscoli si rilassarono all'improvviso, sopendosi al ritmo del respiro regolare che caratterizzava la sua piaga. Ma l'immagine di quella ragazza stupenda che aveva lasciato nel mondo della veglia, quella le rimase impressa sulle retine per un istante di più, forse con lo scopo di farsi protagonista di quel che Frances vedeva al di là delle sue palpebre chiuse.

    Descrizione delle caratteristiche e delle capacità di Juno qui: xxx
    Juno è un cane di servizio, il corpo docenti ne è a conoscenza e tutti i membri del personale e i professori possono considerarsi "amie" di Juno, così come i prefetti e i capiscuola, se è coerente con il loro personaggio.
    Frances non si sveglia se non da sola, al mio prossimo post. Qualunque cosa le venga fatta mentre dorme, lei non la può percepire, così come tutto quello che le viene detto. Se un "non-amie" prova a toccare Frances, Juno abbaia ma non attacca nessuno per nessuna ragione.

    CITAZIONE
    Piaga: il Ghiro
    Neanche le normali ore di sonno notturne ti aiutano a rinsavire da una stanchezza incontrollabile, una spossatezza che durante il giorno ti rende poco reattiva fino a sfociare in placide dormite senza ritegno ovunque capiti, a prescindere dal luogo e dal momento in cui ti trovi. Sogni di qualsiasi genere, anche a occhi aperti, sono i benvenuti in questi momenti in cui ti appisoli. Disclaimer: effetti collaterali quali rivolo di bava e lieve russare potrebbero essere inclusi.
    Frequenza: primo post di ogni role; si ripete ogni 5 post della stessa.

    Dal 26 Giugno, a seguito di questo intervento, le condizioni di Frances sono migliorate. In particolare:
    CITAZIONE
    -Dorme da 1 a ogni 6 post a -> 1 ogni 7 post
    -recupera 30% PA persi =
    Saggezza 23 -> 24;
    Agilità 8 -> 9;
    Prontezza 8 -> 9
     
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    Le palpebre erano pesanti, la rossa stava facendo particolarmente fatica a non farle chiudere davanti alle iridi azzurre, sigillandole e tornare a dormire.
    Se fosse stata ancora in dormitorio, nel suo letto che profumava di lavanda e le coperte fresche probabilmente non ci avrebbe messo due secondi a tuffare nuovamente la faccia nel cuscino e ricadere fra le braccia di Morfeo.
    In una giornata normale non si sarebbe nemmeno alzata, ma quella mattina a svegliarla era stato un sogno, non ricordava molto bene cosa fosse accaduto, ma ricordava la presenza di una persona, i suoi capelli biondi e un bel sorriso.
    Poi aveva aperto gli occhi, una bella sensazione di calore ad avvolgerle il corpo in un abbraccio, quella strana sensazione continuava ad accompagnarla anche nel suo tragitto verso la Sala Grande, o almeno sperava di star andando nella direzione giusta, aveva messo il "pilota automatico" e non aveva la più pallida idea di dove i suoi piedi la stessero trascinando.
    Tirò un sospiro di sollievo quando riconobbe la meta e strascicò le scarpe sul pavimento fino ad arrivare al suo tavolo, si sedette sulla panca vicino a Caliban e Bealtaine e appoggio la fronte nel piatto vuoto sospirando.
    Sollevò un braccio e mosse la mano alla cieca finché non atterrò sulla superficie fresca di una tazza, alzò la testa e se la avvicinò mentre con l'altra mano prendeva la caraffa di latte caldo.
    Biascicò un buongiorno in direzione degli amici e si portò la bevanda alle labbra, socchiuse gli occhi e si mise a sorseggiarla con avidità.
    Il liquido tiepido le scaldò il petto donandole un po' più di lucidità.

    Bee per piacere mi potresti passare la caraffa di caffè? Ho bisogno di svegliarmi e magari ricordare anche cosa accidenti ho sognato stanotte...

    La sua voce sarebbe potuta risultare leggermente scorbutica, ma in realtà la riccia era solo ancora mezza addormentata, anche a casa prima di uno dei cappuccini che suo padre le preparava per divertimento la mattina non poteva farcela a convivere con il mondo, e per fortuna i suoi compagni di casata si erano abituati a vederla così appena veglia, quindi non se ne fece un grosso problema.
    Quella mattina era anche fin troppo stanca per notare l'assenza dei professori o il borbottare di Caleb.

    Ma quindi facciamo qualcosa quest'estate? Non saprei... la mia casa è piccola ma a Jaywick c'è il mare...

    Il discorso di Cal attirò la sua attenzione, non credeva si stesse rivolgendo anche a lei, ma passare l'estate con i suoi amici suonava come un'idea allettante.

    Scusate se mi intrometto, ma stavo pensando... vi andrebbe di fare una tendata nel giardino di casa mia? Tutt'attorno c'è un boschetto, potremmo farci un giro notturno, vi avverto che non ci sono creature magiche, ma i cinghiali sì.

    Le tornò in mente la prima volta che aveva manifestato la sua magia e sorrise al buffo ricordo.

    Ovviamente se volete potete invitare anche qualcun altro, più siamo meglio è!

    Dicendo quelle parole rivolse uno sguardo e un sorriso sornione a Bee, sembrava dipendente da Geneva e trovava la cosa estremamente carina, sospettava che avrebbero già passato tutta l'estate insieme, ma una giornata in più non poteva fare male a nessuno.
    E poi magari la Ghiaccio si sarebbe portata dietro anche Luna , alla rossa non sarebbe dispiaciuto, affatto, aveva sviluppato una certa simpatia per la ragazza.
    Quando i due ragazzi si voltarono verso Canon e gli rivolsero delle domande leen si fece interessata.

    Di cosa parlate?

    Sguardi?
    Quali sguardi?
    Loro chi?
    Cosa accidenti stava succedendo?
    E la chiave?
    Era solo un oggetto antico a cui il ragazzo era particolarmente legato o era qualcosa di importante come aveva proposto Máiréad?
    Eleanor rimase in silenzio, le orecchi tese ad ascoltare quello che veniva detto.
    La sua curiosità aveva preso il sopravvento sul sonno.
     
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    Una volta, qualcuno disse: "Quando siamo bambini, ci insegnano a stare dentro gli schemi. È quando diventiamo più grandi, che dobbiamo imparare ad uscirne." Una cosa simile. Ma c'era anche un'altra cosa dell'essere bambini: ognuno era tuo amico. Tipo tutti. Perché? Perché il tuo cervello cancellava automaticamente ogni aspetto negativo di qualcuno dalla mente. Ma quando si cresceva, si cominciava a vedere molte più sfumature e rapportarsi con gli altri diventava un problema. Tendenzialmente, Evan non aveva mai avuto problemi di sorta, andava d'accordo con tutti e per la maggior parte, gli altri andavano d'accordo con lui. Non era il tipo da stare sotto i riflettori, anzi, solitamente godeva semplicemente della presenza della sua famiglia e del suo passatempo/talento creativo; eppure, in momenti come quello, tra tutta quella complicità che aveva intorno, una piccola parte di lui desiderava di essere un po' più popolare. A casa sembrava molto più semplice, era forse quello?
    Il suo sguardo vagò sui presenti: chi più, chi meno, la maggior parte di loro sembrava andare d'accordo con più di qualcuno, ognuno di loro aveva una discreta cerchia di amici, con cui conversare durante i pasti, nei corridoi, finanche a lezione e anche in momenti come quello. In molti si diedero man forte e se la presero con la ragazza dai tratti orientali, che alzò la voce per dire una frase apparentemente senza senso, eppure con tono saccente, come se ci fosse un reale perché dietro, che solo lei conosceva. Evan tendeva a cercare di risolvere i litigi pacificamente, mettendosi in mezzo alle parti che si confrontavano, ma in quel momento non se la sentì, c'erano troppe persone coinvolte e sarebbe risultato solo un po' idiota. Forse, aveva solo paura di sentirsi dire: "Sei un babbano, non puoi capire." Non aveva avuto problemi in merito da quando era ad Amestris, in realtà, però, a volte gli veniva da pensarlo lo stesso. - Meravigliosa l'ansia. -
    Almeno non fu l'unico a non volersi impicciare in quello scambio di opinioni: notò, infatti, una smorfia di disgusto sul volto del compagno di Casa più grande che aveva seduto vicino, il quale, poco dopo, si mise semplicemente ad osservare la ragazza dai tratti orientali, come se la stesse studiando.

    Sai cosa intendeva?

    Azzardò a rivolgergli la parola, senza veramente pensarci. Era dell'ultimo anno, in fondo, magari ne sapeva qualcosa di più di quella strana situazione e sicuramente conosceva meglio la ragazza orientale, per sapere cosa volesse dire con quelle parole. Si rese subito conto, però, di essere stato troppo improvviso.

    Scusa, non volevo disturbare la tua colazione. È che, questa mattina è tutto un po' strano. Quasi quasi non voglio nemmeno sapere il perché. Tranquillo, ignorami.

    Ridacchiò, come per smorzare la figuraccia che probabilmente aveva appena fatto. Mandò quindi giù l'ultimo boccone di brioche e un altro sorso di latte, per poi battere una mano contro l'altra, per eliminare eventuali residui di briciole. Per un attimo, un po' di quel boccone gli si incastrò in gola e dovette battersi un paio di volte sul petto per mandarlo giù per bene.

    Okay, tutto a posto commentò, più a se stesso che a chiunque altro.

    Certe volte sembrava un vero imbranato, ma era un po' il suo fascino. Come anche prendere di punto in bianco il suo quaderno da disegno dalla tracolla e prendere a disegnare a matita, come fosse solo. Cominciò a tratteggiare i contorni del tavolo dei professori e delle candele che ci fluttuavano sopra.
    Spero non ti spiaccia ^_^
     
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    Fato

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    Tavolo del Fuoco



    Inviperita dalle risposte ricevute, Michelle Lullaby lanciò attorno a sé uno di quei sguardi che volevano dire una sola cosa: stava per fare una strage. Non importava chi si fosse limitato a stemperare il suo tono velenoso e chi, invece, avesse mostrato l'audacia di replicare il suo sarcasmo, non avrebbe risparmiato nessuno. Dapprima, si lasciò andare ad una risata canzonatoria, che rivolse in particolare al novellino di quarto anno, quello di cui era stata costretta ad imparare il nome perché aveva ottenuto i suoi prematuri quindici minuti di celebrità grazie alle piaghe.

    Oh Crane..sei quasi tenero mentre fai l’avvocato difensore della francesina. Tuttavia, non credo tu possa ottenere più di quanto abbia già ottenuto da lei. Dico bene, miss Tour Eiffel?


    Sapeva di aver lanciato una granata ancor prima di osservarla detonare, tanto che non ci mise molto a spostare lo sguardo verso l'irlandese che ora teneva la prefetta avvinghiata come un trofeo. Michelle lo squadrò dall'alto in basso, come avesse a che fare con una superstar alla deriva.

    eXM9f3a
    Strano che un ex caposcuola non abbia la minima idea di cosa succeda sotto il suo naso. Probabilmente hai fatto bene a dimetterti, Murray.

    Provava un gusto singolare a colpire quelli che aveva certezza fossero dei punti deboli, ma, rivolgendosi all'altra studentessa del fuoco, quella di cui aveva riferito vita, morte e miracoli a tutto il resto della scuola, aveva quasi l'impressione che infilzare il coltello nella piaga non l'avrebbe appagata. Forse avrebbe dovuto puntare ad altro.

    Condividere informazioni con te sarebbe come condividere informazioni con un terrorista,Vane..ma se decidessi che non me ne importa nulla dei tuoi squilibri mentali e decidessi di farlo, cosa mi daresti in cambio? Cos’hai da offrire?

    Fare un patto con la Lullaby equivaleva a stipulare un patto con diavolo: ti avrebbe dato tutto ciò che chiedevi, ma ti avrebbe risucchiato l'anima.

    Tavolo del Ghiaccio



    Da canto suo, Chan Huang non se la stava passando meglio, circondata da studentesse il cui scarso acume le metteva voglia di rinunciare di buon grado al proprio giro d'affari per puntare ad una clientela più sofisticata. Perse il conto del numero di volte in cui si trovò costretta ad alzare gli occhi al cielo, ogni qual volta i compagni attorno a sé intendessero lanciarsi nelle loro illuminanti osservazioni.

    2VIVyNL
    Non che mi sorprenda che tu non abbia capito..qualsiasi sia il tuo nome.
    Così come non è una novità che sappia qualcosa che non sapete, Lygeon
 Non siete nemmeno riusciti ad individuare un collegamento logico spicciolo fra un improvviso guasto alle tubature dei sotterranei e l’assenza di metà dei professori.


    Rivolse poi le iridi scure alla ragazzina dai capelli color cenere, che tanto fantasiosamente le evocavano in mente delle balle di fieno fresco.

    Presto anche la signorina Ronsard sarà inutile, Sertoria.

    In fin dei conti, sebbene non fosse sua premura ammetterlo, gli scambi con l'italiana la stimolavano più di quanto non facessero quelli con gli altri membri della sua casata. Si ritrovò a sospirare affranta la Huang, colta da quel senso di impotenza di fronte a quelle menti così poco attente, che, di lì a poco, non avrebbe potuto nemmeno più sfruttare a proprio profitto.

    Tavolo della Tempesta



    Era un giocoliere Caleb. Teneva tutti sospesi come birilli e poi li lasciava cadere senza preavviso, preoccupandosi più di studiarne l'atterraggio piuttosto che di attutirne l'impatto. Lo divertiva condurli fin dove voleva lui e poi lasciarli annaspare nella banalità delle proprie asserzioni, che a loro dovevano sembrare considerazioni criptiche in cui scervellarsi, perché li osservava smarrirsi e ne era quasi affascinato. Scosse la testa, come se avesse assistito all'ennesima domanda sciocca del cugino più piccolo, ma non distolse neanche per un istante lo sguardo da quella chiave che custodiva fra le mani.

    4yTsEEf
    Loro sono senz'altro più acuti di voi.

    Commentò a mezza voce. Non c'era mai reale cattiveria nel suo tono, era solo la persona più brutalmente diretta che gli altri avrebbero potuto conoscere ad Amestris.

    Non apre niente. Non serve una chiave. Questo l’hanno capito, il resto..lo scopriremo.

    Rispose vago al compagno che l'aveva travolto con il proprio tono squillante e la curiosità a dir poco invadente verso il proprio oggetto. Caleb avvertì quasi il bisogno di nasconderlo, come per preservarlo dall'ingerenza altrui.
    Poi, senza apparente motivo, sollevò finalmente lo sguardo dal proprio cimelio e gettò un'occhiata incuriosita attorno a sé, come se si fosse reso conto solo allora di trovarsi circondato da esseri senzienti.

    Voi avete mai sentito parlare dell'effetto farfalla?
     
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    Fu un eco di domande, a seguire le parole della studentessa più grande, perlopiù interrogative tranne per quelle di Sertoria ; la cui voce come sempre era difficile da udire se ci si trovava a qualche posto di distanza. La vide solo crivellare una brioche a colpi di forchetta. Pur girandosi verso la studentessa più giovane, Cyrene non la sentì bene e dovette sporgersi quel poco che le bastò a raggiungere Frances , su cui abbassò gli occhi.

    Che ha detto...

    Finì quella domanda con una marcata distrazione nel tono di voce, che diverse cose avevano reclamato la sua attenzione. Non si era aspettata di trovarsi gli occhi della compagna già su di se e tanto già era bastato a farla involontariamente tentennare. Già non le importava più particolarmente ricevere una risposta alla sua domanda. Prima che potesse reagire al semplicemente guardarla di rimando, il verso di allerta di Juno si frappose tra le due, annunciando l'imminente abbandono di Frances alla sua piaga. Cyrene si chinò come se dovesse rassettarsi la calzatura del piede sinistro e nel farlo inevitabilmente si avvicinò al viso della ragazza, girato verso di lei. Mantenne gli occhi in quelli di lei in quello che fu appena un attimo; una pennellata delle sue labbra sul braccio che incorniciava il viso della ragazza, prima che la Ghiaccio più grande si raddrizzasse, lasciando l'altra al sonno che più di rado ma inevitabilmente continuava a portarsela via. Un po' non le dispiaceva, ché anche se non aveva Juno ad avvertirla sapeva che mancava poco ormai al tornare al corpo di cui la vestiva la sua, di piaga.
    Nel frattempo Sertoria si era direttamente rivolta alla Huang, cosa che stupì piacevolmente la Prefetta.
    L'assenza dei professori non l'aveva necessariamente allarmata ma era stato innegabile non sentire che quella mattina ci fosse qualcosa di strano nell'aria. Il fatto che forse la deluse di più fu che quella di Huang sembrò rivelarsi per essere un dare per scontato che se ci fossero degli adulti nei sotterranei impegnati ad una qualche risoluzione allora avrebbero automaticamente avuto successo.
    Aveva sperato davvero che la ragazza parlasse per informazioni precise che aveva ottenuto in qualche modo a loro oscuro, ma tutto ciò che l'aveva spinta a parlare sembrava essere un'opera di deduzione basata semplicemente sul fatto che qualcuno tra gli adulti di quella scuola fosse assente.
    La Prefetta poteva essere più eloquente del solito quando si sentiva se stessa, ma non per questo era mai animata dalle emozioni forti che invece filtravano dal tono e dalle espressioni dei suoi compagni;
    tumblr_054e94162a3a44db1c73ce9dee9f1894_1ae8cc75_540
    non atona tanto quanto Sertoria ma decisamente pacata, la Ghiaccio si rivolse a Huang solo dopo che la studentessa più grande ebbe parlato.

    È facile essere ottimisti quando le conseguenze non avranno impatto su di te in ogni caso.

    L'essere positivi aveva fatto un carpiato fuori dalla finestra mesi fa, per almeno alcuni dei piagati. I miglioramenti recenti potevano aver svegliato della speranza in loro ma il peso di mesi e mesi di tentativi falliti e silenzi che parlavano chiaro sull'impotenza degli adulti si faceva sentire nella coscienza di Huxley e non c'era modo di disilluderla. Il fatto che qualcuno quella mattina fosse potenzialmente nelle Segrete non le dava affatto la certezza che le cose si sarebbero risolte. Certo, avevano delle armi nuove che prima non avevano; lei stessa aveva tenuto in mano la Bacchetta del Ghiaccio e si era chiesta quale fosse il suo potere. Ma da lì a dare per scontato che le pene dei piagati sarebbero state risolte quel giorno stesso ci voleva più di ottimismo, era ingenuità pura e considerato che Huang non ci rimetteva la pelle personalmente, la cosa infastidiva la Prefetta.

    Per quanto ne sai potrebbero non cavare un ragno dal buco o potrebbero addirittura peggiorare la situazione per se stessi e per noi.

    Però su qualcosa la Huang aveva ragione; di sicuro Cyrene per prima non le avrebbe più chiesto assolutamente niente in ambito di Pozioni o qualsiasi altro.
    Ormai tuttavia sentire quella conferma da parte della compagna le aveva chiuso lo stomaco. Era inevitabile che la tormentasse l'impazienza di non sapere cosa stesse succedendo là sotto. La tortura di sperare era quasi tanto fastidiosa quanto il timore che davvero le cose avrebbero potuto peggiorare invece che migliorare, proprio ora che stavano godendo di un qualche barlume di miglioramento.

    SPOILER (click to view)
    Specifiche Piaga:
    Aumento di peso da circa 65 kg a circa 126 kg. 2 ogni 5 post torna col suo fisico
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    Tempesta VI Anno
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    Declan terminò di bere il proprio succo di zucca, in attesa che Canon si decidesse a sputare il rospo. Speranza del tutto mal riposta, almeno fin quando il Tempesta avesse continuato con quei suoi apparenti vaneggiamenti, senza rispondere a nemmeno una delle domande che gli erano state fatte.
    Sollevò gli occhi al cielo, mentre il giovane, riuscito nell'intento di attirare su di sé l'attenzione dei compagni, con aria tronfia continuava ad alimentarne la curiosità; afferrò il muffin e ne addentò un boccone, se la cosa fosse durata ancora a lungo, meglio fare scorte di energia!

    Sfiderei chiunque a comprendere i tuoi enigmi...

    disse, in risposta all'osservazione di Canon circa la loro mancanza di acume. Tuttavia, poichè gli interessava poco del suo parere in merito, fu un'altra la questione sulla quale tornò ad insistere...

    Magari se potessi partire dal principio, tipo spiegandoci chi sono loro...ti riferisci ai professori?

    Anche se non era sicuro di afferrare il nesso tra il discorso di Caleb e la loro assenza in Sala Grande, probabilmente era proprio in quel dettaglio che andava cercata la risposta. Un altro paio di bocconi e del muffin restarono solo poche briciole nel piatto, poi fu la volta della torta all'arancia...

    Non serve una chiave. [...] il resto..lo scopriremo.

    Certo che doveva piacergli parecchio atteggiarsi a fare il misterioso! A lui, invece, dava sui nervi. Per un attimo pensò che forse Caleb ne sapeva quanto loro, e cioè un bel niente...ma se, al contrario, era davvero in possesso di informazioni segrete, non voleva alzarsi dal tavolo senza prima venirne a conoscenza.

    Voi avete mai sentito parlare dell'effetto farfalla?

    Fece una smorfia. Andando avanti di quel passo, non ne avrebbero cavato un ragno dal buco...altro che farfalle! Ma non avevano molta altra scelta se non quella di assecondare il ragazzo e fargli condurre il gioco...chissà, forse prima dell'ora di cena sarebbe riuscito a chiarire almeno uno dei loro dubbi.

    Quella cosa per cui con un'azione nel presente puoi cambiare il futuro?

    azzardò, ma subito dopo averlo detto non fu sicuro di aver espresso il concetto in maniera corretta. In verità, era sicuro che il discorso fosse un bel pò più articolato di così, ma al momento proprio non lo ricordava...sarebbe stato meglio tornare a mangiare la torta, piuttosto che offendere con la sua ignoranza l'illustre inventore di quella teoria...chiunque egli fosse! Si versò dell'altro succo, ingollandone ampi sorsi mentre, da sopra il bordo del calice, continuava a guardare Canon di sottecchi, con le orecchie tese a quanto avesse avuto da controbattere, o semplicemente da dire a riguardo. Anche se non gli piaceva il suo modo di tenerli sulle spine, non poteva negare che la sua curiosità cresceva ad ogni secondo di quella strana conversazione.
    Poi i suoi pensieri tornarono nuovamente alla chiave- che Caleb si era premurato di far sparire velocemente alla loro vista- e si domandò se avesse detto la verità sull'oggetto...se realmente era inutile, perché portarsela dietro e mostrarla ai compagni?
     
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237 replies since 5/6/2021, 08:28   11513 views
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