Profondo Rosso

Avventura del Fuoco

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    La potenza di tutti i loro incantesimi che agivano insieme lo lasciò senza fiato per qualche momento. Era praticamente già pronto a scagliare un altro incantesimo sul fuoco nel tentativo di domarlo, ma non ce ne fu bisogno. Osservò con sguardo incredulo le fiamme, che sembravano avere l’intenzione di continuare a bruciare ancora per un bel po’, soffocare sotto il peso dell’esplosione di ghiaccio e acqua che i ragazzi in corridoio erano riusciti ad evocare lavorando in gruppo. Non ebbe il tempo di gioire per il risultato ottenuto, poiché temeva quello che li attendeva oltre la soglia. Sebbene fosse concentrato sull'incendio, la visione di Manon che si gettava in mezzo alle fiamme non gli era affatto sfuggita. Avrebbe voluto gridarle qualcosa, così come aveva fatto con Bellamy, ma la voce gli rimase strozzata in gola, paralizzata dal terrore. Appena la temperatura fu più vivibile, e l’aria più respirabile, il suo sguardo cercò proprio la ragazza, ottenendo la rassicurazione in cui sperava; d'altronde, si era mossa solo qualche istante prima che il fuoco venisse domato. Non si poteva dire lo stesso di Bellamy, però. Gli occhi del ricciolino si mossero irrequieti alla ricerca del compagno più grande, fermandosi sulla pelle delle braccia, completamente arrossata. Fu come se tutto il peso del soffitto di quella stanza mezza distrutta si fosse riversato all'improvviso sulle sue spalle minute: avvertì l’adrenalina che l’aveva spinto ad agire con velocità per cercare di salvare il compagno lasciare in un colpo solo il suo corpo. Di fronte a quelle scottature, Cody si sentì completamente inerme. Si rendeva conto del fatto che, viste le premesse, la situazione del Prefetto avrebbe potuto essere ancora più grave, ma si sentiva comunque in colpa. Se si fosse alzato dal letto qualche attimo prima, avrebbe potuto intercettare il biondo e cercare di fermarlo. Se avesse cominciato ad occuparsi del fuoco nella stanza, prima di quello nel bagno, le fiamme avrebbero avuto meno tempo per farsi strada sulla pelle dell’amico. Avrebbe voluto aiutarlo, dirgli qualcosa, almeno avvicinarsi a lui, ma non avrebbe saputo da dove cominciare. Abbassò lo sguardo, nel tentativo di evitare di incrociare quello di Bellamy.
    L’abbraccio di Manon lo colse totalmente alla sprovvista, ma era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Si abbandonò a quella stretta, cingendole i fianchi e appoggiando la testa sulla sua spalla, quasi a volersi nascondere dentro quell'abbraccio. Quel semplice e rapido contatto scacciò tutto dalla sua testa: il fuoco, le ustioni di Bellamy, il senso di colpa. Avrebbe voluto rimanere stretto in quell'abbraccio per sempre, ma quell'emergenza era ben lontana dall'essere conclusa. Una volta staccatosi da Manon, capì che avrebbe dovuto fare i conti con ciò che era accaduto. Tra le varie preoccupazioni, fu solo in quel momento che si rese davvero conto della presenza di una persona in più, qualcuno che sembrava – anzi, doveva – essere direttamente collegato a quel disastro. Il senso di colpa che aveva provato fino ad allora si tramutò in un attimo in rabbia. Non c’era altro che disprezzo nello sguardo che riservò al ragazzino del Fuoco che, nella sua ottica, era sicuramente il colpevole. Aveva una marea di domande di rivolgere a Charlie – che in realtà erano più accuse che vere e proprie domande – ma ancora una volta le parole gli morirono in gola. Fu solo in grado di sbuffare rumorosamente e alzare gli occhi al cielo come reazione alla marea di deboli scuse che il primino stava cercando di usare a propria difesa, mentre misurava a grandi passi il corridoio, irrequieto, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata verso Bellamy, che non aveva per niente una bella cera. Ascoltò le parole di Brianna e Manon, incredulo su come le due riuscissero ad apparire così calme, a parlare con un tono così gentile e accomodante. Se Charlie non si fosse deciso a parlare con le buone, sarebbe stato particolarmente contento di minacciarlo con la bacchetta. Per il momento, però, cercò d’ignorare il più possibile la presenza del ragazzino in corridoio, lasciando che fossero le due ragazze più grandi a convincerlo a cantare. Ciò che davvero lo preoccupava era il rumore che proveniva dalla Sala Comune: un brusio insistente, che si faceva via via più forte, e che non aveva altro risultato se non quello di alimentare l’ansia e il panico. Di lì a poco la voce dell’accaduto si sarebbe sparsa, e, anche se loro erano assolutamente innocenti, la loro posizione era decisamente sospetta. Brianna aveva ragione: dovevano accordarsi, e dovevano farlo in fretta.

    Sono d’accordo con Bellamy. E a meno che il nostro nuovo amico non abbia qualcosa da dirci, la verità è che noi non ne sappiamo niente. Abbiamo visto le fiamme, le abbiamo spente prima che qualcuno ci rimanesse secco.

    Il tono tagliente della sua voce era evidente. Le parole di Manon sullo spirito della Casa lo avevano colpito, ma per lui Charlie, anche se vestiva i colori del Fuoco, era un estraneo come chiunque altro. Un estraneo, però, che aveva messo in serio pericolo i suoi migliori amici. Non gli doveva assolutamente nulla.
     
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    Charlie era un Fuoco. E in quanto tale aveva le caratteristiche di quella Casa. Lealtà prima di tutto, la stessa che Manon stava decantando per Bellamy. Poteva sembrare che si stesse comportando da egoista, o da codardo, che stesse tenendo segreti per dispetto, ma non era così. Charlie stava solo cercando di essere un buon amico.
    Le parole della sua Prefetta fecero leva sul suo orgoglio e senso del dovere, facendo scattare in lui una lotta interiore: doveva essere leale verso la propria "famiglia", o verso il proprio migliore amico? Chi poteva dirlo. Non era un domanda a cui si poteva rispondere con leggerezza. Sicuramente non per un ragazzino di quell'età, che ancora non aveva chiaro in mente la differenza tra giusto e sbagliato.

    Gli occhi del primino si posarono su Bellamy e sulle asciugami bagnate che gli erano state applicate sulla pelle arrossata, quindi si chiuse un momento nel silenzio per pensare. Non sapeva che fare. Non voleva tradire il Fuoco, come aveva insinuato Manon, ma non voleva nemmeno fare la spia su Brent. Ci teneva a lui e non voleva che finisse in punizione per quella cosa. Infondo non era successo niente. Stavano tutti bene... a parte Bellamy, e la loro stanza distrutta...

    Mentre ponderava su cosa fare, su cosa fosse giusto fare. Bellamy si mise in piedi e tra un colpo di tosse e un altro prese parola. Voleva riferire tutto ai professori, e gli altri sembravano essere d'accordo.

    NO! Non potete farlo!

    Charlie scattò come una molla in tensione. La voce acuta sovrastò quella di tutti gli altri, in forte contrasto con il tono incerto di poco prima.

    Non potete dirlo a Rosenbaum ci metterà tutti in punizione... o peggio.

    Abbassò lo sguardo temendo l'espulsione. Non per sé stesso, quanto per Brent.
    Lo sguardo si corrucciò, sempre più incerto, mentre il tremore che lo pervadeva si faceva sempre più insistente.

    E va bene...
    Vi dirò tutto. Ma solo se non lo dite ai professori!


    Aveva le lacrime agli occhi, sentendosi costretto a fare ciò che non voleva. Ma che alternative aveva? Se sperava di lasciare Brent impunito, l'unica era avere la casata dalla sua parte, convincendoli a non dire niente. In realtà, non sapeva se dicendo la verità avrebbe salvato, o piuttosto condannato il suo migliore amico. Ma se il Fuoco era davvero una famiglia, come dicevano i Prefetti, allora li avrebbero aiutati di certo, vero?

    È stato Brent.

    La confessione fu rapida, ma con voce mite, come a sperare che nessuno la udisse.

    Ma non credo sia stata colpa sua!

    Quell'aggiunta non aveva molto senso, sopratutto se relazionata alla frase precedente. A tutti sarebbe sembrata una futile giustificazione, ma chi aveva acquisito abbastanza esperienza nel leggere le persone [Affinità ≥8] avrebbe percepito che stesse dicendo la verità, per quanto assurda essa potesse sembrare.

    Questa mattina...
    - iniziò a raccontare con incertezza - mi sono svegliato perché c'era una forte luce in camera. Pensavo che Martin avesse aperto le tende, lo fa sempre. Si sveglia prima di tutti e apre sempre le tende. È una cosa davvero fastidiosa perché finisce per svegliarci tutti.

    Per un momento si lasciò trasportare dalla frustrazione, poi si accorse che stava andando leggermente fuori tema.

    Ad ogni modo... non era Martin. Quando mi sono svegliato lui stava ancora dormendo.

    Fece per proseguire, ma boccheggiò per qualche secondo. Si strinse nelle spalle, come se non sapesse spiegarsi nemmeno lui cosa avesse visto.

    Quando ho aperto gli occhi, le tende del letto di Brent erano in fiamme e lui era lì davanti, in piedi, con la bacchetta in mano.
    Fissava le fiamme in modo strano, mi ha spaventato il suo sguardo...


    La voce si incrinò.

    Ho provato a chiamarlo, per capire cosa stesse facendo, ma... non mi ha risposto.

    Scosse la testa, come se la cosa non avesse senso. Non era da Brent comportarsi in quel modo.

    Non sapevo che fare, ero paralizzato. Avevo paura che gli altri si svegliassero e vedessero la stessa scena. Io...

    Si portò le mani alla fronte. Era confuso. Era successo tutto troppo velocemente.

    Prima che potessi pensare a qualcosa, le fiamme erano arrivate alle coperte e tutto il letto prese fuoco.
    La vampata fu talmente forte da far sussultare Brent. A quel punto realizzò che aveva fatto un casino, gliel'ho letto in faccia. Era terrorizzato e... ed è corso via.

    Sospirò, incredulo e abbattuto.

    In quel momento si sono svegliati anche gli altri e... ho provato a convincerli ad aiutarmi a spegnere il fuoco, ma erano spaventati e le fiamme si facevano sempre più alte...

    Si strinse nelle spalle.

    Sono corsi via e hanno iniziato a urlare per il dormitorio, nonostante gli avessi chiesto di non dire niente.
    Io sono rimasto indietro, per cercare di fare qualcosa ma... ho finito per peggiorare la situazione.
    Alla fine l'incendio era fuori controllo e il fuoco aveva circondato l'ingresso, non sapevo che fare... ero rimasto intrappolato dentro. Così mi sono arrampicato fuori dalla finestra per sfuggire alle fiamme.

    Tutto il resto era storia.
    Charlie aveva detto tutta la verità, o per lo meno, la sua versione dei fatti.
    Dalle sue parole sembrava piuttosto ovvio che fosse stato Brent ad appiccare il fuoco, ma lo era davvero?

    Potrebbe sembrare che sia stato lui, però questo non vuol dire niente! Non è stata colpa sua.

    Di nuovo con quel nonsense.

    Lui non ha nulla a che fare con l'incendio! Credo sia stato posseduto o abbia subito qualche fattura... Brent non farebbe mai una cosa del genere!

    Quanto erano credibili quelle parole? Certo, non è che un primino avesse conoscenze approfondite su maledizioni o possessioni per essere considerato una fonte attendibile; però, i soliti lie-detector [Affinità ≥8], avrebbero potuto dire con certezza che non stesse inventando delle scuse, ma era serio.

    Ve lo posso provare. Aiutatemi a trovarlo!

    Le mani giunsero insieme in una preghiera risoluta e piena di speranza

    Il Fuoco è una famiglia... dovete aiutarmi.


    L'unico modo per carpirci veramente qualcosa era trovare quel ragazzino. Ma con tutta la casata in tumulto in Sala Comune non avevano tempo. Cosa fare?
    Tenere i ragazzi tranquilli fintanto che si fosse trovato Brent, oppure andare direttamente dal Responsabile?


    Profondo Rosso ha un colpo di scena! Nulla è come sembra.
    (Alzi la mano chi ha mal di testa...)

    Il turno è libero! Chi ha già postato può farlo di nuovo.

    Avete 48 ore per decidere sul da farsi. La scadenza è per Martedì 7 compreso, ma comunque non posterei prima della mattina dell'8 alle 13.

    Situazione Attuale
    Avete completa libertà di azione.
    Ma cosa c'è da fare?
    1. Decidere se cercare o meno Brent
    2. Decidere cosa dire alla Casa (tenerli quieti o andare dal Responsabile).
    Non c'è una soluzione giusta o una sbagliata, entrambe avranno conseguenze diverse.

    Bellamy usa la Pozione Termos Cura - Occhiopallato. Ha un incremento di +7 HP che lo portano a 44. Fondamentalmente le bruciature non gli procureranno dolore né fastidi per i prossimi 3 post (di Bellamy), dopodiché gli HP inizieranno «a precipitare come se la pozione non fosse mai stata assunta» (cit. la descrizione della Pozione). Il che potrebbe implicare la perdita di ulteriori HP se gli sforzi profusi mentre si è sotto l'effetto dovessero essere eccessivi per le ferite riportate. Insomma, è un palliativo, non una cura.
    Chiedo a Bell di conteggiare in spoiler il numero di post fatti dall'assunzione della pozione, partendo dal prossimo, per trasparenza e come promemoria.

    Stato dei Pg, in ordine alfabetico:
    Bellamy: 37+7 (per 3 post di Bellamy) HP
    Berry: 48 HP
    Brianna: 50 HP
    Brody: 48 HP
    Cody: 48 HP
    Klaus: 50 HP
    Manon: 50 HP
    Raphael: 48 HP

    Se avete dubbio, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A, per favorire trasparenza e condivisione.

    Detto ciò
    Enjoy! 🔥 🔥 🔥 😈
     
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    Lo sguardo di Berry s'era mantenuto fisso sul piccolo Charlie che sembrava sempre più destare sospetti, farfugliare qualche parola, raccontare a stenti una storia che probabilmente non aveva ancora metabolizzato, vista la tenera età e il trambusto generale di quella mattina. In parte era plausibile un comportamento del genere: anche Berry avrebbe esitato o non avrebbe trovato neanche da che verso partire per giustificare uno scenario simile che lo vedeva come protagonista o l'unico in grado di dare qualche informazione a dei ragazzi più grandi di lui.
    Dovette placare il languore incessante allo stomaco quando iniziò a dare piccoli accenni su cosa fosse successo. Era sfuggevole, insicuro, messo in soggezione e quando menzionò un altro ragazzino del T.O.P.O. gli occhi di Berry rotearono in modo vertiginoso. Quanto ancora sarebbe durata quel nascondino?
    Fortunatamente l'intervento femminile di Manon sembrò iniziare a dare qualche frutto. Era una mamma chioccia, gentile, soffice, e la cosa sembrò mettere e a suo agio persino il gallese, fantasticando su come inserirsi in certe situazioni solo per ricevere quel trattamento materno da parte del Prefetto. Non che sua madre non gli desse affetto ma... Beh, chi non voleva essere guardato in quel modo?

    Fame. Fame.

    I discorsi seguenti lo bloccarono ancora, pronto ad andarsene e pensare ai fatti suoi, come addentare un succulento tramezzino e bere il più fresco succo di zucca. Inoltre tossicchiava, non come Bellamy, soccorso dalla bella Brianna, ma voleva riposare, accidenti. Prendere una boccata d'aria, raccontare la vicenda eroica su come avesse acciuffato il defenestrato per far colpo...
    Ma il buon senso gli disse di non farlo.
    Il fatto che iniziasse ad esserci brusio dalla Sala Comune non era un buon segno e questo lo avevano capito pure i muri bruciacchiati.
    Si distrasse durante il discorso del prefetto malconciato, troppo distratto dal suo tossire e dagli altri. Si esternò, come gli capitava certe volte, semplicemente rimanendo in disparte finché non gli sarebbe balenata un'idea delle sue per dar spettacolo.
    E poi il marmocchio aveva iniziato a parlare, grazie ad Odino.

    Ed eccoci di nuovo con quella storiella, ma adesso più ricca di dettagli e con protagonista Brent.

    Perché quello scemo aveva la bacchetta in mano e fissava le fiamme? Qualche nuovo esperimento? Voleva farsi uno spuntino notturno e cuocere qualche castagna?

    La buttò lì a Charlie come se stesse parlando con un altro Berrynsoniano. Tante le domande nel ronzio generale di Berry, ma poche le risposte. Gli scenari si aprirono uno dietro l'altro come quando ci si ferma ad osservare le nuvole col tentativo di capire chi le manovra per fargli assumere forme di dolci.

    Posseduto? Fattura?

    Non aveva mai visto cose del genere dal vivo dunque non poté che rimanere interdetto se credergli o no. Provare a sforzarsi per rendere qualcosa di astratto visivamente concreto era difficile ma, a meno che Charlie non fosse un altro freak della Tempesta, quella narrazione non poteva che essere vera. E poi non poteva tradire le parole di Manon, non dopo aver ricevuto quelle attenzioni e un discorso così dolce e confortevole.

    Io direi di inventarci una momentanea cazzata per chi è in sala comune. Direi che Manon può parlare come ha fatto con Charlie perché... Beh perché fa effetto. Bellamy è conciato come un melone che ha preso troppo sole, quindi penso sia meglio che stia in silenzio e si riprenda.

    Si rivolse così a tutti gli studenti più grandi. Mentire? Un gioco da ragazzi per chi usava un po' di sale in zucca o da fiato alla bocca.

    Poi prendiamo Brent in disparte e ci facciamo dire che carciofo gli è preso.

    Strinse le spalle, come innesco non gli sembrava male. Aveva immaginato tutto, anche un'eventuale entrata di Rosenbaum e tutti che se la danno a gambe levate e Berry dalla finestra con Charlie.

    Per la cazzata? Semplicemente un "Non sappiamo chi abbia tirato una pernacchia fumante, ma ci stiamo applicando per capirlo".

    Semplice, incisivo, diretto, ironico e simpatico. Una seccatura di certo. Berry Levinson poteva competere col Ministro della Magia Chamberlain sotto effetto di confundus per eloquenza.
     
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  4. Brianna Scott
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    Nonostante la fretta con cui cercò di pensare a Bellamy, Brianna impiegò estrema delicatezza - se non nel finale - a poggiare gli asciugamani bagnati sulle ferite del compagno, per poi accennare ad andarsene per ricongiungersi al gruppo.

    Non c'è problema.

    Aveva tagliato corto con Bellamy, rivolgendo solo poche parole a dei ringraziamenti sinceri che Brianna sapeva fossero tali. Non avrebbe mai potuto dubitarne, ma aveva bisogno di allontanarsene.
    Nell'ascoltare il racconto di Charlie, la strega restò col fiato sospeso. C'era un qualcosa di terribilmente sbagliato in quel resoconto, e soprattutto di familiare.
    Tentò di rilassare i muscoli che si erano improvvisamente irrigiditi al suono di quelle parole, di riprendere a respirare regolarmente. Deglutì e diede un colpetto di tosse, prima di parlare.

    Sguardo perso nel vuoto, irrefrenabile voglia di dar fuoco a tutto... mi ricorda qualcosa.

    Il suo sguardo andò a cercare quello di Cody. Non poteva dire -e sperava di non doverlo fare- che si trattasse di una possessione ad opera di un qualche spirito del passato, ma di certo era da tenere in considerazione l'ipotesi che Brent fosse stato spinto a fare qualcosa che in circostanze normali non avrebbe mai fatto di sua iniziativa.
    Dopotutto non sarebbe stata la prima volta.
    Ascoltò quanto Berry avesse da dire e annuì un paio di volte. Forse lei non avrebbe usato proprio quelle parole, ma il concetto lo condivideva appieno.

    Hai ragione. Magari alcuni di noi potrebbero iniziare a cercare Brent mentre gli altri tengono buoni quelli di sotto.

    Disse di punto in bianco. Non aveva idea del posto in cui il ragazzino si fosse cacciato; probabilmente dopo essersi reso conto dell'accaduto era stato spinto a nascondersi. Il primo posto in cui iniziare le ricerche sarebbe stata la Sala Comune, al resto avrebbero pensato dopo.
    Rivolgendosi agli altri, espose quello che era il suo punto di vista.

    Qualunque cosa vogliate raccontare agli altri o ai professori a me va bene. In genere io sono per la verità, ma quel ragazzo ha diritto di dire la sua prima che gli accolliamo la responsabilità di quanto è successo.

    Sapeva fin troppo bene cosa significasse essere costretti a fare qualcosa che non si desidera realmente, considerare sbagliati una parola o un gesto che in quel momento appaiono perfettamente naturali e sensati. Di certo Brent avrebbe dovuto subire delle conseguenze per quanto aveva fatto, ma era importante capire cosa lo avesse spinto a farlo.
    L'idea di Berry di prendere tempo con una mezza verità le sembrava la più sensata.

    Saggezza:12
    Capacità Magiche:23
    Manualità:10
    Riflessi:Agilità: 08 - Prontezza: 20
    Sensibilità:Intuito: 8 - Affinità: 8
    Carisma:15
    Prestanza:14

    HP:50
    Popolarità: 9,5
    Reputazione: 05
     
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    Quello che era successo in quel dormitorio non lo avrebbe mai più dimenticato.
    L'avanzare delle fiamme lo aveva dapprima paralizzato, per poi donargli la giusta dose di adrenalina per poter lavorare con la sua squadra.
    Erano riusciti a spegnere le fiamme, portandosi con loro qualche vestito bruciacchiato e fuliggine. L'incantesimo Testabolla gli aveva concesso una libera respirazione, priva di alcun tipo di inalazione tossica, così che poté continuare a correre, agire ed evocare incantesimi senza alcun problema.
    L'altro dilemma di quella situazione era scoprire chi aveva appiccato il fuoco in quella stanza e perché il ragazzino, precedentemente salvato da Bellamy e Berry, si era quasi lanciato dalla finestra. Erano passati da agire a dover ragionare, usando la testa e non più la pancia.
    Per prima cosa ragionò sulle azioni di Bellamy e Brianna, che decisero di tappezzare le ferite del Prefetto con una asciugamano bagnata assecondando quella azione così d'impulso quanto sbagliata ad una pozione Termus . Il biondino aveva bisogno di cure più approfondite, tant'è che Klaus si avvicinò a quest'ultimo per dare un'occhiata lui stesso alle sue scottature.

    Hai bisogno di andare in Infermeria.
    Una Pomata per le Ustione andrà più che bene, ma non sono ancora in grado di dire se hai bisogno anche di impacchi di Aloe Vera e rugiada mattutina.
    Per prima cosa non puoi mettere una asciugamano bagnata senza prima pulire e disinfettare la lesione. Rischi di prendere qualche brutta infezione.
    Per prima cosa va pulita la ferita.


    Sviò per qualche secondo le proprie attenzioni prima su Manòn, che le aveva persino chiesto come stesse.
    La guardò negli occhi prima di rispondere, ragionando se la ragazza era davvero interessata al suo benessere o stesse solo ironizzando. Erano passati da inveirsi contro a curarsi della situazione altrui?

    Io sto bene e tu?

    Disse con fermezza, cercando di non farsi travolgere dal rancore e nervosismo che precedentemente la studentessa aveva portato.
    Lasciando perdere le sue questioni con la Prefetta, Klaus cercò di ascoltare con attenzioni le parole di Charlie, lo studente TOPO che aveva quasi rischiato di suicidarsi lanciandosi dalla finestra della sua camera.
    Una possessione? Chi mai avrebbe fatto qualcosa del genere in quel Dormitorio?

    Direi di calmare gli animi in Sala Comune cercando di risolvere la situazione tra di noi. Serve una figura che rispettano e Bellamy non deve fare grandi sforzi.
    Come suggeriscono anche gli altri, Manòn devi parlare tu. Calmali, digli che tu e Bell avete la situazione sotto controllo e che poi avviserete voi stessi Rosenbaum.
    Per il resto dobbiamo assolutamente trovare questo ragazzino posseduto e capire cosa gli è successo.


    Al termine rivolse lo sguardo al compagno di casata più piccolo.

    Non so se stai dicendo la verità, ma noi cercheremo di aiutarti se tu aiuterai noi dicendoci tutto.
    Non diremo nulla ai professori, per ora.
    Siete d'accordo voi?


    In attesa di una risposta dei compagni iniziò a prendersi cura di Bellamy, togliendo la pezza bagnata e puntando la bacchetta sulle varie ferite.
    Chiuse gli occhi e cercò di controllare l'acqua. Gli serviva una evocazione controllata, un getto di acqua molto debole che non avrebbe aperto alcuna ferita ma l'avrebbe soltanto pulita per la fase due di quella operazione.

    Aguamenti.

    Se fosse riuscito nel suo intento, avrebbe immediatamente optato per un Incantesimo di Bendaggio, così da poter coprire la ferita con una benda sterile.

    Klaus possiede in parte il talento in Guarigione Junior, che gli consente di autoconcludere Ferula.
    Ma prima attendo l'esito di Aguamenti dal Master.
    E' possibile reperire la descrizione del talento direttamente sulla scheda (link in targhetta)
     
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    La voce di Charlie gli arrivava alle orecchie attutita, come se il ragazzino stesse parlando loro attraverso un muro. La verità era che non voleva ascoltarlo, ché ogni parola che provenisse dalle sue labbra non faceva che convincerlo ancor di più del fatto che fosse l’unica persona da incolpare in quella situazione. Aveva sperato che il piccoletto spiegasse loro l’accaduto, che facesse chiarezza su un avvenimento così fuori dal comune, ma nel momento in cui si decise a parlare, Cody sembrò aver perso ogni interesse per ciò che aveva da dire. Forse per il fumo respirato all'interno del corridoio, forse perché non aveva ancora avuto occasione di mettere nulla sotto i denti, o forse perché non ne poteva più di ascoltare tutte quelle assurdità, che non gli parevano altro se non un debole tentativo di arrampicarsi sugli specchi, ma cominciava a girargli la testa.
    Non ebbe bisogno d’incrociare lo sguardo di Brianna per capire a cosa alludesse la ragazza con il suo commento. Ricordava perfettamente cosa si provasse a non essere padroni del proprio corpo e della propria mente, a essere costretti in un angolo a guardare mentre un parassita estraneo prende il sopravvento, e il fatto che quell'idea cominciasse ad apparire come una possibile giustificazione per l’accaduto lo mandava su tutte le furie.

    Per me sono tutte cazzate. Sta solo cercando un modo per difendere i suoi amici.

    Se solo avesse posseduto quel briciolo di lucidità in più per cercare d’immaginarsi al posto di Charlie, avrebbe compreso perfettamente i suoi timori, i suoi conflitti, ma in quel momento Cody non vedeva niente di leale in ciò che era convinto stesse facendo Charlie.
    Lo sguardo gli cadde nuovamente su Bellamy, mentre Klaus cercava di prendersene cura, per quanto possibile. Parte di lui avrebbe voluto mettere un punto immediato a quella situazione, far intervenire gli insegnanti, abbandonare i colpevoli – chiunque fossero - al loro destino e lasciarsi quella mattinata alle spalle. Ma sapeva che non sarebbe stato così semplice. I professori li avrebbero assillati di domande, e per di più sembrava l’unico a non voler concedere al primino nemmeno un briciolo di fiducia. Perché i suoi compagni sembravano prendere per vera ogni parola detta da quel ragazzino con cui non avevano probabilmente mai parlato in vita loro? Certo, la sua storia era assurda, così assurda da far sembrare impossibile il fatto che l’avesse inventata di sana pianta, ma agli occhi di Cody era semplicemente la bugia peggiore della storia. Di una sola cosa aveva la certezza: se avessero voluto capire davvero qualcosa di tutta quella storia, avrebbero dovuto trovare quel Brent di cui Charlie stava parlando da dieci minuti. Posseduto o non posseduto, colpevole o innocente, rappresentava un pezzo essenziale del puzzle.

    E va bene. Andiamo a cercare Brent.

    Per tutta la durata di quella conversazione, aveva accuratamente evitato di guardare Charlie, ma ora lo stava fissando dritto negli occhi. Non era un tipo minaccioso, non lo sarebbe mai stato, ma sperava di riuscire a incutere un po’ di timore almeno a un ragazzino del primo anno.

    Ma ti avverto: se ci stai mentendo, vi lancio entrambi fuori dalla finestra.
     
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    La pozione e le improvvisate cure di Brianna iniziarono immediatamente a fare effetto. Sentiva che le ustioni gli davano sempre meno fastidio, nonostante questo però sapeva che questo effetto non sarebbe durato per molto e che comunque aveva bisogno di altre cure. Voleva però sfruttare quel tempo che aveva senza dolore per poter fare qualcosa di utile.
    Spostò lo sguardo su Cody quando lo sentì parlare, annuendo alle sue parole quasi in segno di ringraziamento per essere d’accordo con lui. Era risaputo che odiasse sentirsi dire di essere nel torto, anche se con i suoi compagni almeno si sforzava ogni tanto di essere ragionevole e provare a vedere la loro visione delle cose. Semplicemente con loro gli risultava più facile, ma nemmeno così tanto spesso in realtà.
    Quando Charlie iniziò il suo racconto più o meno concitato, Bellamy tornò in silenzio ad ascoltare le sue parole, cercando di non innervosirsi più del dovuto, mentre teneva ancora la mano destra sulla spalla di Manon. Ma nel sentire il primino parlare di sguardo perso, fiamme, bacchetta in mano…gli venne spontaneo portare lo sguardo color ghiaccio in direzione di Brianna. Ricordava fin troppo bene gli eventi dell’anno scolastico precedente. Era stato lui ad incidere quella runa che adesso la ragazza portava come cicatrice. Deglutì, visibilmente innervosito dalle parole di Charlie, che aveva deciso di rigirarsi la frittata dalla sua parte ed usare il discorso di Manon in suo favore. Alzò per un attimo gli occhi al cielo e sospirò, spostando l’attenzione su Berry e sulle sue parole. Annuì inizialmente, eppure si ritrovò a storcere le labbra in un’espressione di disappunto quando il ragazzo disse che lui sarebbe dovuto stare in silenzio per riprendersi.
    Non era decisamente d’accordo, ma solo con quella parte. Aveva bevuto quella pozione a posta, lui che odiava le pozioni, e non sarebbe stato in silenzio ora che poteva sfruttare l’effetto di quell’intruglio per poco tempo, sì, ma era meglio di niente. Era d’accordo anche con Brianna e stava per riprendere la parola per dire la sua, quando Klaus gli si avvicinò costringendolo anche a togliere la mano dalla spalla di Manon. Già piuttosto innervosito dalla situazione generale, si ritrovò a rifilargli un’occhiataccia piuttosto eloquente, sbuffando.

    Cos’hai mangiato ieri sera a cena, un libro di Medimagia?
    Lo so che devo andare in Infermeria, ma non posso andarci adesso. Per ora sto bene.


    Cercò di liquidare il discorso con quelle poche parole, ma poco dopo il Lupo prese di nuovo la parola, costringendolo a mordersi la lingua per evitare di rispondergli ancora più male di quanto stava per fare. Per fortuna c’era Cody, che sapeva sempre dire le cose giuste al momento giusto. Quella minaccia a Charlie fu il riassunto perfetto di tutta la situazione, e per un attimo si sentì decisamente orgoglioso del ragazzo del quarto anno. Lo vedeva un po’ come una sua piccola copia, forse ancora un po’ acerba, ma aveva sempre visto del potenziale in lui.
    Ormai sembrava deciso il da farsi, mancava loro solamente di agire, e l’avrebbe fatto a breve se non fosse stato per Klaus. Il ragazzo più grande decise di avvicinarsi a lui e di fare altro ancora con le sue ustioni. Bellamy era già abbastanza nervoso per conto suo, tutta quella situazione l’aveva messo a fare i conti con una serie di cose che odiava: le persone che gli dicevano cosa fare, le persone che non la pensavano come lui, ma soprattutto l’apparenza di non avere la situazione sotto il proprio controllo, impotente e messo all’angolo.
    Per questo motivo cercò di scansarsi anche con fare nervoso dalla presa del Lupo, rivolgendogli uno sguardo deciso, consapevole di avere abbastanza carisma e personalità per dire la sua senza essere contraddetto, di nuovo.

    Cazzo Klaus, ho detto che sto bene.

    Esordì così, cercandosi di spostarsi per non avere la visuale occupata del tutto dall’altro e poter guardare tutti i suoi compagni.

    Ho bevuto una dannata pozione e per un po’ starò bene, posso approfittare di questa cosa.
    Non starò con le mani in mano, a piangere in un angolino e a guardare voi che vi date da fare per risolvere la cosa. Vi aiuterò, sono con voi, a costo di restare in infermeria per tutta la prossima settimana.


    Non era un tentativo di fare l’eroe, non era nemmeno il suo enorme ego a parlare stavolta. Era soltanto il dover fronteggiare un’altra cosa che odiava: stare con le mani in mano a non fare nulla. E tutti lì dentro lo conoscevano abbastanza bene, sapevano che non l’avrebbe fatto, che non si sarebbe messo da una parte a riposarsi. Al massimo avrebbe dovuto parlare, poi, che sforzi avrebbe richiesto parlare? Non doveva mica tirare fuori qualcun altro dalle fiamme.

    Quindi…cerchiamo Brent e diciamo a tutti gli altri che stiamo cercando di risolvere la situazione e di non allarmarsi. Non possiamo fare nulla se non sappiamo la versione di Brent.
    Quindi, prima lo troviamo e sentiamo cosa ha da dire, poi possiamo decidere se chiamare Rosenbaum o no.


    Poco democratico forse, ma l’arte oratoria non era tra le sue doti migliori. Sicuramente però tra quelle c’era invece la capacità di farsi rispettare ed ascoltare, o almeno così sperava, al terzo anno di fila come Prefetto di quella Casa. Non avrebbe gettato Manon in pasto alle grinfie di quei pazzi dei loro compagni di Casa. Sarebbe stato al suo fianco nel parlare con loro, anche solo per una questione di autorità da parte di entrambi, chè se gli altri avessero visto soltanto lei avrebbero potuto pensare che stavano cercando di nascondergli qualcosa e di architettare altro, dimostrando così che la situazione era tutt’altro che sotto il loro controllo.

    Bellamy cerca di evitare la presa di Klaus e di spostarsi, lo specifico giusto per correttezza <3

    Saggezza: 20
    Capacità Magiche: 36
    Manualità: 11
    Riflessi: Agilità: 26 - Prontezza: 20
    Sensibilità: Intuito: 13 - Affinità: 18
    Carisma: 30
    Prestanza:21
    HP: 37+7 (1 post su 3)
     
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    Non appena la mano di Bellamy si posò sulla sua spalla, Manon gli cinse i fianchi con un braccio, accennando ad un sorriso. L'abissale differenza fra le loro fisicità avrebbe ostacolato qualsiasi tentativo maldestro di sollevarlo, ma, se avesse mollato la presa, lei sarebbe scivolata giù con lui pur di non lasciarlo cadere da solo. Era lì e ci sarebbe sempre stata, perché anche se non gli ripeteva ogni giorno quanto gli volesse bene, bastava cogliere l'apprensione appena celata nei suoi occhi per capire quanto tenesse a quel ragazzo. Se lui gliel'avesse chiesto, sarebbe stata disposta a mollare tutti per accompagnarlo in infermeria, ma Bellamy non era così. Sarebbe dovuto arrivare ad un punto di morte per decidersi ad invocare aiuto. Mentre lui si rivolgeva ai compagni, formulando a fatica dei pensieri prima che il fiato corto lo tradisse, gli pizzicava dolcemente la superficie del fianco dove si era posata la mano, come monito per ricordargli che fosse ancora lì, che non lo avrebbe lasciato.
    Le confessioni di Charlie non facevano che infittire il mistero legato a quella strana domenica di Aprile, un giorno che lei non avrebbe mai creduto di trascorrere in quella frenesia. Non amava essere in balia degli eventi, intendeva dominarli, piegarli al suo controllo.
    Chiunque attorno a lei si pronunciò in merito alla questione e quell'accavallarsi di voci cominciava a farle venire il mal di testa. Non vedeva l'ora di che finisse tutto, anche perché aveva appena realizzato di essere ancora scalza e camminare a piedi nudi le trasmetteva un forte senso di disgusto, nonostante potesse dirsi fiera di quello smalto rosso scintillante che aveva scelto. Era sempre impeccabile, anche in quell'occasione infausta.
    Accorgersi del riscontro positivo del suo discorso non fece che alimentare il suo ego già ingombrante, un sorriso sornione s'illumino sulle sue labbra, eco del compiacimento verso le sue doti manipolatorie. Forse avrebbe dovuto intraprendere una carriera in politica, si vedeva bene ad abbindolare gli altri con le sue parole carezzevoli.

    Ragazzi, cercate di portare qui Brent. Vivo.

    Ed era un monito rivolto anche a se stessa, ché quel bambino posseduto le aveva mandato a monte i piani per il weekend, costringendola a destarsi prima del tempo dal suo sonnellino di bellezza. D'altronde, se il malcapitato le fosse finito sotto tiro, non si sarebbe sprecata in parole smielate sul senso di casata e sul valore della lealtà verso la famiglia. Charlie le era parso abbastanza pesce lesso da lasciarsi colpire nell'orgoglio ed era scattato subito come una molla, seppur non accennando nemmeno per un momento a voler tralasciare le sorti dell'amico fidato. Forse aveva preso troppo alla lettera il concetto di fedeltà.
    Bellamy le scivolò via a causa di un altro dei preziosi interventi di Klaus. Si morse un labbro, sforzandosi di lasciarsi rapire dalla nobiltà delle sue intenzioni, anche se, quando l'irlandese reagì con aggressività al tentativo dell'altro di aiutarlo, non si scompose minimamente. Dopo tutto, l'insistenza non era mai piacevole.

    Bellamy, stai tranquillo, ti ci accompagno io poi in infermeria. Ora dobbiamo parlare agli altri, senza elargire troppi dettagli. Dire loro di Brent posseduto non mi sembra una grande idea, si alimenterebbe troppa curiosità.
    Limitiamoci a chiedergli di rimanere nella sala grande senza fare rumore, mentre noi approfondiamo la questione. Se protestano, minacciamoli di togliere ulteriori punti alla casata, ché già siamo messi così bene.
     
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    Klaus impiegò le sue conoscenze in guarigione [Talento jr] per un efficace primo soccorso su Bellamy, pulendo e bendandogli le ustioni. Questo avrebbe dato al ragazzo maggiore sicurezza, in quanto le bende avrebbero preservato le scottature, proteggendolo da possibili complicazioni ed evitando possibili peggioramenti della situazione. Poteva quindi, anche grazie alla pozione, tornare operativo con maggiore sicurezza [probabilità di peggioramento ridotta; Bellamy ha 2 post rimanenti sotto l'effetto della pozione]

    Mentre i compagni di stanza della classe MAGO si prendevano cura l'uno dell'altro e bisticciavano amorevolmente, la discussione sul da farsi si accese. C'era chi non si fidava, chi era disposto a dare il beneficio del dubbio, e chi era pronto seguire Charlie alla ricerca del suo amico. Il bambino osservava con sguardo timoroso gli uni e gli altri, voltandosi da una parte all'altra mentre la parola rimbalzava come una pallina da ping-pong in quel corridoio.

    Sì, sì, sì... vi prego!

    Rassicurava chiunque fosse disposto a dargli una mano, mentre guardava bieco chi si era accanito contro di lui, accusandolo di mentire e addirittura minacciandolo.
    La casa del Fuoco sembrava essersi dimostrata all'altezza dei suoi profondi valori di lealtà e collaborazione, ma quella scelta sarebbe stata la loro salvezza o la loro condanna?

    Nel frattempo, dall'altra estremità del corridoio il Fuoco imperversava — non in senso letterale fortunatamente.


    Che sarà successo?

    Tu hai visto qualcosa?

    Hanno spento le fiamme?

    Dovremmo avvisare Rosenbaum.

    Ma posso tornare a dormire ora?

    Dalla Sala Comune il vociare cresceva. Domande e opinioni balzavano da una parte all'altra della stanza gremita di studenti spaventati, affamati o assonnati.
    C'era chi già aveva dimenticato il pericolo e si era messo a giocare a scacchi o a gobbiglie, come una qualsiasi domenica mattina. Altri invece chiacchieravano animatamente su come fossero miracolosamente sfuggiti al fuoco e fossero inspiegabilmente salvi, addirittura c'era chi parlava di esperienza pre-morte, giusto per aggiungere un pizzico di protagonismo anche quella situazione.

    Spero che la mia relazione di Pozioni sia ancora intatta...

    Qualcuno si disperava al pensiero di perdere il lavoro di una vita — due ore passate in biblioteca per un Fuoco era molto, molto tempo.

    Insomma, se prima l'attenzione di tutta la casa era focalizzata con sconcerto sulle fiamme che si intravedevano dal corridoio del dormitorio maschile, ora vacillava pericolosamente. E cosa poteva esserci di peggio dell'intera Casa del Fuoco allo sbaraglio?
    Piuttosto che lasciare i compagni disorientati e a loro stessi, i Vigili del Fuoco decisero di parlar loro per tenerli quieti ancora un po', almeno il tempo di capire cosa fosse effettivamente successo lì dentro. Non rimaneva che trovare il modo per convincerli a tenere la bocca chiusa e starsene lontano dai guai. Serviva un Portavoce fidato e rispettato [necessari Popolarità ≥ 7 e Reputazione accademica ≥ 6] in grado di definire chiaramente i termini di reazione a quella crisi. Il Fuoco non era propriamente definibile come "disciplinato", questo significava che sarebbe stato necessario imporsi in modo netto sulla strategia che la Casa avrebbe dovuto attuare. Ora più che mai era necessario agire come una famiglia unita.
    Nello specifico bisognava specificare:
    - stato della situazione attuale;
    - stato delle indagini (era il caso di mentire o essere onesti su Brent?);
    - se si era intenzionati o meno a riferire la cosa al Responsabile;
    - cosa la Casa avrebbe dovuto fare (dovevano relegarsi nelle proprie stanze in attesa di istruzioni o proseguire con la loro giornata come se nulla fosse successo?);
    - cosa la Casa NON avrebbe dovuto fare.
    Ogni spiraglio lasciato alla libera interpretazione avrebbe dato agli studenti la possibilità di agire di propria iniziativa e cambiare il piano in corso d'opera, il che poteva rivelarsi potenzialmente disastroso.

    Mentre il Portavoce dava direttive, gli altri Vigili del Fuoco sarebbero andati alla ricerca di Brent, o almeno così era stato suggerito.
    Ricevendo l'aiuto dei suoi compagni, Charlie si illuminò di gratitudine, ringraziando di buon cuore i compagni.

    Grazie, grazie!
    Brent è un po' più alto di me, biondo, capelli a caschetto e occhi azzurri.

    Descrisse l'amico agli altri, per dare una veloce raffigurazione di lui. Dopodiché schizzò come un razzo verso la Sala Comune, iniziando a cercare il suo migliore amico tra la folla.
    Tempo che tutta la squadra si sarebbe spostata nel Salottino del Fuoco, il primino sarebbe spuntato nuovamente con un faccia triste e preoccupata

    Non è qui...
    Non è in Sala Comune!

    Dov'era Brent? Dove poteva essere andato?

    Dobbiamo andare a cercarlo! Potrebbe essere in giro per il castello.

    Charlie sembrava molto turbato da questa cosa. Ed era comprensibile. Un ragazzino che gira per il castello in pigiama attirava comprensibilmente l'attenzione. Quadri, fantasmi, chiunque avrebbe potuto vederlo, compreso il Custode e i professori. Il che avrebbe significato guai.

    Martin!
    — urlò vedendo uno dei suoi compagni di stanza.
    Dov'è Brent, l'hai visto?


    Sì, mi pare di averlo visto uscire dalla Sala Comune subito dopo che abbiamo evacuato i dormitori... era molto spaventato.


    Avevano un fuggitivo tra le mani. Ma come avrebbero fatto a trovarlo ora? Una persona sveglia [Saggezza ≥14], avrebbe realizzato facilmente che tutti gli ingressi e le uscite della Sala Comune erano monitorate da niente di meno che 3 cavalieri. Sir Arthur, Sir John e Sir George presidiavano con valore e coraggio l'ingresso della Tana del Fuoco. Loro avrebbero sicuramente saputo se Brent fosse passato di lì quella mattina.

    Ma prima di mettersi all'inseguimento, era il caso di cambiarsi?
    Non solo erano in pigiama, ma puzzavano anche di fumo. Il che attirava ovviamente attenzioni non volute. Non potevano farsi vedere in quelle condizioni.


    Profondo Rosso diventa un poliziesco!
    (Taxi! Segua quella macchin- ah no...)

    BTW quanto è figo il soprannome Vigili del Fuoco? Vigili del Fuoco. Perché siete Pg vigili e siete del Fuoco! ...va beh la smetto.


    Situazione Attuale
    Avete completa libertà di azione.
    Ma cosa c'è da fare?
    1. Fare il discorso alla Casa
    2. Iniziare le ricerche di Brent
    3. Vestirsi? Non so, vedete voi, c'è chi in tuta, chi in pigiama, chi a torso nudo (??)

    Stato dei Pg, in ordine alfabetico:
    Bellamy: 37+7 (per altri 2 post di Bellamy) HP
    Berry: 48 HP
    Brianna: 50 HP
    Brody: 48 HP
    Cody: 48 HP
    Klaus: 50 HP
    Manon: 50 HP
    Raphael: 48 HP


    Azioni On Game e Prerequisiti
    L'andamento della situazione è letteralmente nelle vostre mani. La libertà di azione è massima (purché rispetti coerenza e verosimiglianza delle tempistiche).

    - Gli unici a rispettare il requisito di Saggezza sono Raphael, Berry e Bellamy.
    - I quadri saranno ovviamente mossi da me.
    - Bellamy è a 1/3 di post dal termine effetto della pozione.
    - Il cambio d'abito è autoconclusivo (e non richiede post aggiuntivi) purché sia rapido e conciso. L'azione non può richiedere più di pochi minuti — non c'è tempo per farsi lo shampoo, pettinarsi o mettersi il rossetto (?).

    Seppur non ce ne sia realmente bisogno, siamo pur sempre in una quest, quindi resta valida la regola valida fino ad ora. Avete a disposizione 2 incantesimo ciascuno: 1 sulla propria persona, e 1 su un bersaglio esterno.

    Gli incantesimi su sé stessi sono autoconclusivi, quelli sugli altri o l'ambiente circostante necessiteranno di destinizzazione (si attende la fine del turno e la mia risposta).
    Fate riferimento al Manuale degli Incantesimi Studenti per sapere quali sono le magie a vostra disposizione, secondo l'anno scolastico. Ovviamente chi possiede conoscenza avanzate in Scheda può trarne beneficio.

    Evitate Metagame e Powerplaying.

    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data fin'ora incorrerà nell'assegnazione di malus.


    Scadenza di questo turno:
    - Domenica 12 Aprile, ore 23:59 per fare il discorso alla Casa. Se non fatto entro questa data, la Sala Comune agirà di propria iniziativa. Fatto il discorso, il Portavoce potrà prendere parte attiva alla ricerca di Brent.
    - Mercoledì 15 Aprile, ore 23:59 per trovare Brent. Saranno necessarie interazioni con l'ambiente circostante.

    Spero l'avventura non vi rovini i festeggiamenti Pasquali (?) È una settimana un po' infelice questa, ma non demordete, siamo alla fase finale!

    In questo turno ci saranno destinizzazioni intermedie in cui sarò indizi per proseguire nella ricerca. Le destinizzazioni avverranno tutte le mattine, purché ci siano interazioni a cui rispondere.

    Se avete dubbi, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A, per favorire trasparenza e condivisione.

    Detto ciò
    Enjoy! 🕵️ 🚨 🚓

    E buone feste (a te e famiglia)! 🕊️ 🐇 🐣
     
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    L'adrenalina era ormai completamente smaltita e il freddo del pavimento e delle lapidiche mura si stava addentrando nelle membra e nelle ossa del ragazzo, per quanto paradossale data la pericolosa urgenza dalla quale erano scampati. Il caos era assoluto ma gli studenti più grandi avevano preso in mano la situazione, a parte Raphael, il massimo a cui si era limitato era fare l'anti-fuoco ancora una volta. Ma ora basta.

    Brody, suo concamerata, si avvicinò chiedendogli come stesse. Non erano molto uniti i due, ma i fuoco erano uniti anche in questi casi, ed era ora di fare il fuoco. La mano destra andò a poggiarsi al suolo, così da svolgere il ruolo di fulcro di tutto il movimento. La torsione del busto verso destra trascinò in quella rotazione anche il bacino e le leve inferiori, le quali, poste nella posizione ottimale, andarono a flettersi. Il busto tornò dritto così da assumere una posizione inginocchiata per poi, solo ora, rialzarsi facendo leva sulla gamba sinistra. Le palpebre vennero battute un paio di volte celermente, così da "svegliarlo" dal precedente stato di shock e, sfilandosi quella kefiah improvvisata, andò a replicare al giovane compagno...

    mai stato meglio

    E nel dirlo, se ne avesse avuta occasione, avrebbe cercato di dare una pacca sulla spalla del compagno. I passi ripresero a susseguirsi, rapidi, verso la camera, ma nel mentre avrebbe annunciato il suo intento agli altri ragazzi GUFO e MAGO.

    allora, mi cambio e vado a chiedere ai cavalieri se lo hanno visto uscire, voi calmare quei ragazzini prima che gli dia fuoco io

    Il tutto ad un tono sereno, calmo ma molto accelerato, finendo con una piccola perla..

    dai, proviamo a non farci espellere tutti anche oggi

    Correndo verso la sua camera alla velocità di una fiamma su una porta del bagno. Entrato nell'ambiente andrebbe diretto verso il suo baule. Rapido i pantaloni vennero tolti per esser sostituiti da un paio di jeans neri, il torso verrebbe coperto da una maglia rossa a maniche lunghe ma piuttosto leggera e ai piedi verrebbero infilate delle scarpe tipo converse nere e bianche. La bacchetta, ovviamente, era stata infilata nel suo apposito spazio al fianco sinistro e...nulla, non aveva il tempo di pettinarsi e lavarsi. Giusto?!
    Nuovamente i passi cominciarono a percuotere quell'antico pavimento, andando di corsa alla volta della sala comune, dove avrà a che fare con il più invalicabile degli ostacoli...i bambini.
    Un susseguirsi di "scusate" e "permesso" caratterizzarono il suo incedere ed il suo saltellare per avvantaggiarsi nel movimento, sperando di non colpire nessun collega fuoco. Se fosse riuscito a superare quella muraglia umana, il suo obiettivo sarebbe quello di giungere al quadro dei tre cavalieri, Sir Arthur, Sir John e Sir George, posti a guardia di tutti gli accessi della casa. Rapida la voce sarebbe giunta a rispondere alla loro solita domanda...

    io sono il più coraggioso...

    Anche se stavolta si sentiva sincero nel pronunciare quella frase.

    mi chiedevo se i lor signori avessero fatto caso ad un giovane fanciullo. Il nome è Brent, è alto fino alla mia spalla, biondino con i capelli a caschetto e ha gli occhi azzurri. Si vocifera che sia scappato, ma vorremmo tutti un aiuto da voi tre cavalieri

    andrebbe a chiosare lo scozzese, attendendo, quindi, una replica dal quadro, nella speranza che i tre fanti a cavallo rappresentati avessero delle informazioni in più.
     
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    Si era lasciato sostenere da Manon, dal suo braccio intorno al suo corpo e dai suoi tocchi leggeri contro il suo fianco, sapeva che era lì con lui, sapeva che c’era sempre e che ci sarebbe sempre stata. Non avevano bisogno di dirselo ogni giorno per rendere la cosa un dato di fatto, era così e basta. Così come lui ci sarebbe stato per ciascuno di loro senza il bisogno di dirlo. Ma era anche normale che, tra tutti quanti, ci fosse qualcuno per cui si sarebbe fatto in otto invece che in quattro, ogni volta che ce n’era bisogno e anche quando invece era tutto a posto. La ragazza francese era una di quelle persone, senza dubbi. Non erano tante le persone davvero importanti della sua vita, ma c’era da dire che la maggior parte si trovavano in quel corridoio.
    Aveva annuito alle parole della Prefetta, prima di doversi separare da lei per avere a che fare con Klaus. Si ritrovò le braccia bendate senza riuscire ad evitarlo, ma al Lupo non rivolse nient’altro che un’occhiataccia nervosa per essere andato contro il suo volere. Era piuttosto certo che anche senza sarebbe sopravvissuto fino al momento in cui si sarebbe diretto in infermeria.
    Ormai avevano deciso cosa fare, non restava altro che mettersi all’opera. Charlie partì alla ricerca di Brent ancora prima di loro, tornando nel giro di poco tempo con notizie pessime. Ovviamente Brent se l’era già dato a gambe, probabilmente preso dal senso di colpa e dalla consapevolezza di aver combinato un disastro.

    Che palle.

    La situazione si faceva sempre più complicata e lui diventava sempre più nervoso. Ora che l’adrenalina aveva terminato il suo effetto e quello della pozione era invece ancora in corso, si sentiva teso come una corda di violino e allo stesso tempo aveva voglia di spaccare qualcosa. Non era di certo così che avrebbe desiderato passare la domenica mattina, oltre al fatto che si era svegliato di soprassalto, aveva corso, si era buttato in un incendio per salvare un suo compagno di Casa…non aveva nemmeno mangiato nulla e questo non faceva altro che renderlo più suscettibile e più debole di come sarebbe stato normalmente.
    A quel punto potevano dividersi i compiti, l’Accademia era immensa e Brent sarebbe potuto trovarsi ovunque, per questo tutti loro avrebbero dovuto collaborare. Prima però, lui e Manon dovevano parlare agli scalmanati che si trovavano in Sala Comune, prima che potessero rendere ancora più grave la situazione andandosene in giro per la scuola senza nemmeno sapere come stessero le cose.
    Con un cenno della mano invitò la Prefetta a seguirlo lungo il corridoio che avrebbe portato in Sala Comune.

    Io vado a mettermi un paio di pantaloni…non bruciati. Ci vediamo di sotto.

    Ci avrebbe messo un attimo e nel frattempo anche lei poteva andare in stanza a cambiarsi o a fare quello che doveva fare, poi si sarebbero rivisti in Sala Comune e a quel punto avrebbero parlato insieme a tutti gli studenti che abitavano quelle mura, nella speranza che la loro autorità bastasse per placare quelle teste calde. Prima di separarsi dall’altra, però, attirò di nuovo la sua attenzione.

    Ah, Manon…

    Fece per recuperare la breve distanza che li separava, e se la studentessa gliel’avesse lasciato fare avrebbe cercato di circondare il suo corpo con le proprie braccia ferite, nell’intento di stringerla un po’. Sarebbe stata una questione di qualche secondo, il tempo di sussurrarle all’orecchio ciò che gli girava ormai per la testa da qualche minuto.

    Ti ho sentita prima. Grazie.
    Ti voglio bene.


    Non era il tipo che andava a spiattellare smancerie addosso a chiunque, questo lo sapevano tutti. Per questo ogni volta che diceva qualcosa del genere era sincero, le sue parole erano davvero sentite così come lo erano i suoi gesti. Non ringraziava mai nessuno, eppure in quei pochi minuti che erano passati da quando aveva aperto gli occhi aveva già ringraziato Brianna per essersi occupata di lui, e adesso Manon. Ciò che provava per lei non aveva niente a che vedere con quanto avrebbero potuto immaginare i più pettegoli e maliziosi, quel gesto e quelle parole avevano tutt’altra natura. Era ovvio però che certe cose non le dicesse a chiunque.
    Qualche secondo e poi la lasciò di nuovo andare, rivolgendole un ultimo sorriso prima di entrare nella sua stanza. Avrebbe voluto tornare a dormire, ma non poteva. Prese il primo paio di pantaloni che gli capitò a tiro dal baule di fronte al suo letto, cercando di sfilarsi i pantaloni bruciati evitando di sfiorare il meno possibile la ferità. Non sapeva per quanto sarebbe durato ancora l’effetto della pozione, perciò doveva fare in fretta se non voleva sprecare quel poco tempo che aveva.

    [Sala Comune]


    Scese in fretta le scale, sforzandosi probabilmente più del dovuto, prima di raggiungere il camino e posizionarsi davanti a questo, là dove in genere si mettevano i prefetti ogni volta che dovevano parlare a tutti quanti i loro compagni. Chiese agli altri di radunarsi mentre aspettava Manon, di richiamare quelli che stavano fuori e nelle stanze, di mettersi tutti lì ad ascoltare perché si trattava di una questione importante e avevano bisogno dell’aiuto di tutti.
    Attese che tutti si radunarono di fronte a lui e quando Manon lo ebbe raggiunto, le rivolse uno sguardo d’intesa prima di iniziare a parlare.

    Allora, ragazzi. Ascoltate bene quello che abbiamo da dirvi perché si tratta di cose importanti che interessano tutti noi.

    Sapeva di avere una personalità forte ed abbastanza carisma da avere la giusta influenza su tutti loro, dopo tutti quegli anni passati con la spilletta da Prefetto attaccata al petto.

    Dobbiamo chiedervi diversi favori e abbiamo bisogno che tutti voi collaboriate. Solo così riusciremo ad uscire da questa storia e possibilmente con il minor numero possibile di conseguenze negative.

    Ci credeva poco in ogni caso, la loro situazione era già pessima e non poteva che peggiorare. L’unica cosa che potevano cercare di gestire era quanto sarebbe potuta peggiorare.

    La prima cosa è: nessuno deve uscire da questa Sala Comune fino a quando non ve lo diremo noi. Nessuno deve uscire da qui, e se vengo a sapere soltanto di uno di voi che ha messo piede fuori da questa stanza prima del previsto lo porterò direttamente dal Preside.

    Era ancora piuttosto presto ed in giro per l’Accademia non ci sarebbe stata troppa gente a domandarsi che fine avessero fatto gli studenti del Fuoco, e alla colazione mancava ancora un po’ di tempo. Conosceva i suoi polletti ed era piuttosto convinto che senza i dovuti compromessi avrebbero fatto di tutto per interpretare liberamente le loro parole.

    Potete stare qui, mangiare i biscotti, giocare a Gobbiglie, andare nella Sala dei Leodraghi, le ragazze possono andare nelle loro stanze e nel loro bagno, potete fare quello che volete MA lo dovete fare tra queste mura. Ve lo chiediamo per favore.

    Poteva sembrare quasi una supplica, da una parte lo era.

    Voi ragazzi, evitate di andare nelle vostre stanze e nel bagno. Non sappiamo quanto possano essere sicure, perciò rimanete qui. Se dovete andare in bagno…siete maschi, trovate modi alternativi. Che non comprendano il camino, le piante, i secchi della spazzatura e le finestre.

    Era sempre meglio specificare. Quei ragazzini sapevano essere fantasiosi, ma sperava veramente che nessuno di loro dovesse andare in bagno almeno per la mezz’ora successiva.
    Sospirò, spostando per un attimo lo sguardo su Manon. Lasciò a lei la parola, così che potesse terminare il resto del discorso. Non aveva dubbi sul fatto che la ragazza sapesse cosa dire, per questo si sentiva più che tranquillo al suo fianco e anzi, si sentiva confortato dalla sua presenza.
    Confidava anche nel fatto che gli altri si mettessero all’opera il prima possibile per trovare Brent, ma sapeva che non l’avrebbero deluso.

    'Sto giro puntiamo sul Carisma :)

    Saggezza: 20
    Capacità Magiche: 36
    Manualità: 11
    Riflessi: Agilità: 26 - Prontezza: 20
    Sensibilità: Intuito: 13 - Affinità: 18
    Carisma: 30
    Prestanza:21
    HP: 37+7 (2 post su 3)
     
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    Se c'era una cosa che la sua parte babbana gli avesse insegnato era trovare la giusta inspirazione per tutti gli interventi che lo mettevano in gioco. Ad esempio? Pensare come un formidabile spadaccino, sentirsi, certe volte, come Beatrix Kiddo in Kill Bill. Sguainare la katana indistruttibile di Hattori Hanzo e racchiudere tutte le forze incentrandole verso un solo solo obiettivo: trovare Brent della Casa del Fuoco.
    Era tutto pronto nella testa di Berry Levinson. La musica scoppiettante di quel tango incalzante iniziava a risuonare come i rintocchi di una chiesa, tartassanti, petulanti e ben precisi. Una buona colonna sonora era del tutto necessaria per iniziare la vestizione, silenzioso come un felino, determinato come una tigre che punta la propria preda, un'antilope di pochi mesi di vita.
    Si spogliò delle proprie vesti senza ritegno raggiungendo il suo dormitorio che era rimasto così come lo aveva lasciato. Ma il passato non gli importava, Berry guardava al futuro, concludendo che la missione che lui e gli altri Vigili del Fuoco fosse diventata di vitale importanza.
    Non fiatò, aveva bisogno di concentrazione mentre si vestiva con eleganza e con movimenti precisi, statici, come se fosse stata l'ultima volta che lo avrebbe fatto. Annodò la cravatta, la tirò su, impeccabile in divisa scolastica finemente stirata, forgiata per lui come un'armatura samurai giapponese.
    Puntava la finestra del dormitorio come stesse scrutando l'ambiente di caccia o il campo di sterminio che avrebbe prodotto con la sua fidata spada immaginaria.

    Brent della Casa del Fuoco hai i minuti contati.

    Eccome se li aveva. Il fatto che fosse scappato, a detta di Charlie, aveva solamente reso la giovane tigre del bengala solo più affamata. Quella storia era così carica che a tratti si potesse dire che fosse calato nella parte come mai nella vita, cinematograficamente ispirato. Non s'era incaponito così tanto neanche quando la madre gli aveva nascosto le figurine falsate illegalmente all'età di 7 anni, dovendo iniziare una brutale ricerca in casa sua ispezionandola come un ricercatore dei tesori dei Templari.
    Tornò come un damerino e un agente spia segreta nella sala comune del Fuoco quando Bellamy stava ancora parlando a tutti. Ma Berrytrix Levinson, detto Black Mamba, aveva ben altro a cui pensare.
    La sua spiccata dote investigativa ebbe così la meglio. Passò il suo radar visivo verso tutti, provando a visualizzare l'identikit di Brent della casa del Fuoco, tuttavia invano. O era come diceva Charlie, o era ben mimetizzato nella folla degli studenti, scaltro come un giaguaro.

    L'antilope può essere scappata solo da quelle porte. Il quadro dei tre scemi l'avranno individuata.

    Con impetuosa foga instaurò un cammino deciso in giro per la sala e se qualcuno fosse stato di suo intralcio lo avrebbe trafitto con lo sguardo come la lama della sua Hattori Hanzo. A occhio esterno sembrava stesse trattenendo una scarica di dissenteria, piuttosto.
    Non c'era contesto migliore per muoversi come un felino fra gli studenti attenti che pendevano dalle labbra del belloccio Murray, ora ancora più affascinante per le lesioni riportate come un eroe di guerra. Avrebbe probabilmente fatto colpo su tutte le fuocherelle eccitate dalla situazione, in trepidante attesa di agire come soldati silenziosi armati di fuoco.
    E così, con movimenti cauti e felpati, fece incetta di merendine, zuccotti di zucca, cioccolata e qualunque cosa riuscisse a trovare da mettere sotto i denti, persino una cioccorana incastrata nella fessura del muro. Per prepararsi all'azione doveva pur sempre colmare lo stomaco in subbuglio e che non gli avrebbe permesso il giusto carburante alla testa.
    Tornò quindi a fissare il quadro dei tre signori scemi, allungando sempre più il passo in quella direzione.
    Ma qualcuno lo aveva preceduto. Raphael Fillson, temerario collega e membro dei Vigili del Fuoco.

    Questa battaglia non posso vincerla da solo. Incauto sarà il cammino di Berrytrix Kiddo contro Brent della casa del Fuoco, se non si farà aiutare.

    E così s'apprestò a toccare la spalla di Raphael in un incommensurabile segno di fratellanza poiché nella sua testa matta sembrava stesse andando con lui in quella missione che li metteva a repentaglio entrambi.
    Guardò poi i portinai del dormitorio con fermezza e teatralità.

    Il più valoroso guerriero sono io e il coraggio non è che una delle tante caratteristiche che mi contraddistinguono, lodevoli signori, poiché incauto è il cammino del Fuoco, alla ricerca di Brent l'antilope scottata.

    Enunciò quelle parole come se le stesse leggendo da un'antica e inestimabile pergamena dei più valorosi samurai giapponesi, completamente immerso nella parte che aveva assunto per quei riferimenti decisamente fuori luogo ma che, eppure, lo mettevano a proprio agio. E ce n'erano stati di altri momenti in cui per evitare di ripetere la stessa risposta ai tre sul muro s'era inventato onorificenze che non avevano né capo né coda.

    Ora dite! Dov'è andato Brent della casa del Fuoco?

    E li puntò con l'indice della mano con sguardo serio e indagatore, degno del più abile attore delle peggior telenovelas spagnole.
    Dopodiché ritrasse la mano, e gli fece un inchino con i palmi delle mano a baciarsi nella più totale riverenza asiatica. Se lo solo ci fosse stata sua madre, quante gliene avrebbe dette...
     
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    I Vigili del Fuoco si mossero, pronti a impersonare Auror-investigatori. Erano pieni di risorse questi giovani, almeno potevano dire di avere un futuro da seguire.
    Mentre i Prefetti si occupavano di catturare l'attenzione della Casa e costringerli a essere meno dannosi del solito, gli altri si portarono davanti al grande quadro dei tre cavalieri.

    Cavalieri! — tuonò Sir Arthur alla sinistra del gruppo, dando un colpo di scudo ai fratelli.
    Pedoni in avvicinamento.

    Altolà scudiero!

    Le voci di quella pittura olio su tela risuonavano imperiose. Sir George, alla destra della raffigurazione, impugnò l'arco e lo tendeva in direzione del povero Raphael.

    Dove pensi di andare, fermo lì!

    Melodrammatici come sempre, non perdevano mai occasione di alzare le armi contro gli studenti del Fuoco. Poco importava che li conoscessero tutti da anni, ogni volta fingevano di vederli per la prima volta e ripetevano sempre la stessa scenetta, agendo come se si trattasse di vili incursori, o barbari invasori.

    Il passaggio deve essere guadagnato. Non ti lasceremo varcare il passaggio finché non risolverai il quesito.
    — aggiunse Sir John, il cavaliere centrale, il maggiore dei tre fratelli.
    Chi tra noi è il più coraggioso?

    Ma la risposta a quel quesito la sapevano tutti ormai, non era nemmeno più minimamente divertente partecipare a quella scenetta. Ripeterla ogni volta, quattro volte al giorno o più, per anni di studio... basta.
    Innovarsi non era una caratteristica predominante dei quadri, e così finivano per dire e ripetere sempre le stesse cose. Certo, a volte cambiava l'ordine di intervento, e a minacciarti era Sir Arthur con la spada o Sir John con la lancia o la clava, ma a parte ciò le battute non cambiavano mai. Era normale per gli studenti precedere il tutto e dare la soluzione ancor prima che quelli potessero attaccare a parlare, come in quel caso.

    Raphael diede la soluzione, per poi chiedere informazioni sull'oggetto della loro indagine, raggiunto anche da un teatrale Berry.
    I tre cavalieri si guardarono l'un l'altro, in lunghe occhiate di confusione, riposero le armi per poi confabulare animatamente tra di loro, mentre i cavalli scalpitavano sul prato di tintura.

    Baldi guerrieri del Fuoco.
    Cercate voi un compagno o la vostra colazione?


    Nessuna selvaggina scottata è passata da queste parti stamane, o l'avrei cacciata con il mio arco e me ne sarei cibato io stesso.

    Sir George gonfiò il petto borioso, mentre i fratelli maggiori alzavano gli occhi al cielo.

    Suvvia fratello, non elogiare te stesso in questo modo! Sei il più giovane di noi, e il meno talentuoso.
    Tutto il castello sa che sono io — Sir Arthur — il miglior cacciatore di selvaggina!

    Menzogne! Vili infamanti menzogne!

    Sir George impennò la sua cavalcatura, agitando l'arco con fare belligerante.

    Suvvia fratelli. Per quanto mi piacerebbe vedervi giostrare per stabilire il migliore, non è questo il momento.

    Con il suo cavallo nero e la sua lancia affilata, l'uomo separò i fratelli prima che sguainassero le spade e squarciassero la tela con i loro fendenti.

    Mettete da parte l'orgoglio, e aiutiamo i baldi giovani qui presenti, di grazia.
    Giovani scudieri, nessuna antilope in vista, ma un piccolo infante in verità.

    I fratelli ai lati di Sir John si acquietarono e annuirono alle parole del maggiore.

    Si è pronunciato come coraggioso, ma negli occhi il terrore celava.
    Correva di gran carriera. È asceso ai piani superiori, le scalinate impervie ha intrapreso.
    Ma non saprei indicarvi quale...
    — si accostò alla cornice, abbassando la voce come a voler rivelare una temutissima stregoneria — a loro piace cambiare.

    Nonostante il tempo perso nel loro bisticciare, i cavalieri parvero essere di qualche utilità. I ragazzi ora sapevano che Brent era fuggito verso i piani superiori imboccando una rampa di scale. Quale specificatamente non era chiaro, ma fortuna (o sfortuna) volle che la tromba del castello non fosse il posto più discreto del castello. Centinaia di quadri appesi alle pareti avevano occhi su chi passasse e dove andasse. Qualcuno di loro avrebbe sicuramente saputo se Brent fosse passato di lì.

    Usciti dalla Sala Comune, passando oltre il quadro dei 3 cavalieri e fuori dal Corridoio del Fuoco, i Vigili-investigatori avrebbero potuto imboccare la prima rampa e giungere su un pianerottolo insignificante tra il primo e il secondo pianto. Posto perfetto dove poter attendere l'arrivo di una scala scomparsa o riflettere su quale intraprendere per giungere al corridoio sperato. Lì, sul quel preciso pianerottolo intermedio, il quadro di Vincent Le Michel aveva occhi scrutatori e giudicanti per chiunque attraversasse le scale tra secondo e primo piano. Le ragazze lo sapevano bene, perché passarvi davanti era un continuo sottoporsi a giudizi non richiesti. Era irrilevante se indossassero la divisa o l'abito da cerimonia dello Yule Ball, Le Michel trovava sempre un modo per sminuirle e lanciare frecciatine con quel suo accento francese. Lui avrebbe sicuramente visto passare Brent. Un ragazzino in pigiama non poteva sfuggire all'occhio meschino e criticone di Vincent. Se volevano avere maggiori informazioni dovevano chiedere a lui, le ragazze ci potevano giurare [seppur stereotipato e sessista, necessario sesso femminile o, per i maschietti, particolare propensione al mondo dell'abbigliamento].


    Profondo Rosso diventa una domenica al museo!
    Godetevi i quadri (?)

    I fratelli cavalieri, in ordine di apparizione da sinistra a destra:
    Mezzano: Sir Arthur: #70973f
    Maggiore: Sir John: Orange
    Minore: Sir George: #a75555


    Situazione Attuale
    Avete completa libertà di azione.
    Ma cosa c'è da fare?
    1. Fare il discorso alla Casa — dopo averlo fatto potete partecipare alle ricerche
    2. Cercare Brent per il castello

    Stato dei Pg, in ordine alfabetico:
    Bellamy: 37+7 (per 1 altro post di Bellamy) HP
    Berry: 48 HP
    Brianna: 50 HP
    Brody: 48 HP
    Cody: 48 HP
    Klaus: 50 HP
    Manon: 50 HP
    Raphael: 48 HP


    Azioni On Game e Prerequisiti
    L'andamento della situazione è letteralmente nelle vostre mani. La libertà di azione è massima (purché rispetti coerenza e verosimiglianza delle tempistiche).

    - Questa volta a rispettare i prerequisiti sono le fanciulle, oppure i maschietti modaioli purché sia una cosa certificata in BG. Non vi improvvisate stilisti per caso se non è coerente con il Pg (?)
    - I quadri saranno ovviamente mossi da me.
    - Bellamy è a 2/3 di post dal termine effetto della pozione.


    Seppur non ce ne sia realmente bisogno, siamo pur sempre in una quest, quindi resta valida la regola valida fino ad ora. Avete a disposizione 2 incantesimo ciascuno: 1 sulla propria persona, e 1 su un bersaglio esterno.

    Gli incantesimi su sé stessi sono autoconclusivi, quelli sugli altri o l'ambiente circostante necessiteranno di destinizzazione (si attende la fine del turno e la mia risposta).
    Fate riferimento al Manuale degli Incantesimi Studenti per sapere quali sono le magie a vostra disposizione, secondo l'anno scolastico. Ovviamente chi possiede conoscenza avanzate in Scheda può trarne beneficio.

    Evitate Metagame e Powerplaying.

    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data fin'ora incorrerà nell'assegnazione di malus.


    Scadenza di questo turno:
    - Domenica 12 Aprile, ore 23:59 per fare il discorso alla Casa. Se non fatto entro questa data, la Sala Comune agirà di propria iniziativa. Fatto il discorso, il Portavoce potrà prendere parte attiva alla ricerca di Brent.
    - Mercoledì 15 Aprile, ore 23:59 per trovare Brent. Saranno necessarie interazioni con l'ambiente circostante.

    Spero l'avventura non vi rovini i festeggiamenti Pasquali (?) È una settimana un po' infelice questa, ma non demordete, siamo alla fase finale!

    In questo turno ci saranno destinizzazioni intermedie in cui sarò indizi per proseguire nella ricerca. Le destinizzazioni avverranno tutte le mattine, purché ci siano interazioni a cui rispondere.

    Se avete dubbi, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A, per favorire trasparenza e condivisione.

    Detto ciò
    Enjoy! 🕵ï¸Â 🚨 🚓
    E buone feste (a te e famiglia)! 🕊ï¸Â ðŸÂ‡ ðŸÂ£
     
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    Brody constatò che il compagno di stanza stava bene, anche perché gli rispose in maniera pimpante mentre scattava di nuovo in piedi con una nuova e ritrovata energia. La pacca sulla spalla sancì definitivamente quel momento e entrambi poterono tornare ad ascoltare l'interrogatorio al giovane studente ritrovato sulla scena del delitto. Altri suoi compagni lo stavano torchiando, cercando di far leva sulla spinta emozionale che le ferite di Bellamy potevano evocare. E su un bambino di undici anni questo effetto non tardò molto ad arrivare. La storia che Charlie raccontò aveva un che di inquietante perché era palese che il comportamento di Brent non fosse assolutamente normale. Guardò con disappunto Berry mentre sminuiva la faccenda, offrendo una ricostruzione troppo superficiale, persino per Brody che di certo non spiccava per profondità intellettuale. Lo stesso poteva dirsi per Cody, la sua empatia nei confronti del ragazzino era stata bruciata dalle fiamme di prima.
    Quindi si accordarono su chi avrebbe parlato ai ragazzi in sala comune e chi invece avrebbe iniziato a cercare il presunto piromane, a questo punto nascosto da qualche parte nel castello, forse spaventato dalle possibili conseguenze del suo gesto. Brody non sentiva il bisogno di contribuire ulteriormente alla questione sul da farsi, di parole ne erano già state dette fin troppe, era il caso di darsi una mossa. Insieme ad altri fece ritornò rapidamente nella sua stanza da letto dove si cambiò rapidamente gli abiti, sostituendo il pigiama con dei semplici pantaloni della tuta con sopra un maglione dalle maniche lunghe. Ai piedi invece infilò senza allacciarsele il primo paio di scarpe che trovo dentro il baule. Il puzzo di fumo nell'aria era ancora presente, chissà quanto ci avrebbe messo ad andarsene. In più, la gola ancora lo infastidiva e un colpo di tosse lo avrebbe colto di tanto in tanto.
    Preparatisi, Brody seguì Raphael e Berry, quest'ultimo vestitosi con la divisa ufficiale, che strano. Tentarono di superare la folla in sala comune e questi due ebbero l'idea di chiedere al quadro all'ingresso se avesse visto Brent passare. Brody si mise a ridere quando gli altri due iniziarono a parlare in modo strano, come se fossero stati punti da qualche strano animale.

    Come cazzo parlate?

    Era un po' gretto forse a parlare in quei termini, ma erano quelli che gli uscivano istintivamente in quel genere di occasioni. Sarebbe comunque stato palese che non era un'offesa ai due, ma un modo per sottolineare quel momento piuttosto divertente, almeno per Coulson. Dopo lo spettacolino dei tre cavalieri, il gruppo di studenti ottenne l'informazione che Brent si era diretto ai piani superiori. Contando che erano al primo, avrebbero dovuto ispezionare altri tre piani, torri comprese, non ce l'avrebbero mai fatta. Ottenuta comunque quell'informazione, Brody superò il passaggio che gli altri due suoi compagni avevano precedentemente sbloccato, ma a quel punto dove si sarebbero dovuti dirigere?

    Ci dobbiamo dividere, così cerchiamo su più piani insieme?

    Non era un fine stratega, a suo avviso l'unico modo per cercarlo sarebbe stato quello di cercarlo di stanza in stanza, ma ci avrebbero messo una montagna di tempo. Non era nemmeno così furbo da pensare di potersi rivolgere a qualche quadro, bisognava sperare unicamente che fosse qualcun altro ad avere quell'intuizione.
     
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  15. Brianna Scott
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    Quando fu deciso il da farsi, Brianna non perse tempo e corse fin nella propria stanza per cambiarsi. Afferrò un paio di indumenti gettati alla rinfusa sulla sedia e li indossò, ritrovandosi con una maglia a maniche corte bianca e un paio di jeans; infilò rapida le scarpe da ginnastica e, con la bacchetta infilata nella tasca posteriore dei pantaloni e coperta dalla maglietta, corse in Sala Comune.
    I ragazzi furono più rapidi di lei nel prepararsi -sì, persino Berry, chi lo avrebbe mai detto?- e li raggiunse passando proprio davanti ai due Prefetti che, notò con un'occhiata veloce, parevano aver catalizzato l'attenzione della stanza. Con un po' di fortuna, nessuno si sarebbe accorto di loro.
    Raggiunto l'ingresso e sentendo parlare i tre cavalieri, la rossa fece roteare gli occhi al cielo, prima che finalmente venisse detto qualcosa di utile. Lo sguardo di Brianna andò a scrutare le scale prima che imprecasse sotto voce, mentre seguiva Brody su per la prima rampa.
    Le indicazioni dei cavalieri erano servite a ben poco, motivo per cui il suggerimento di Brody fu decisamente più utile. Dividersi sarebbe parsa la strategia migliore, ma in ogni caso avrebbero fatto meglio a chiedere un aiuto ai numerosi quadri dell'accademia.

    Sì, ma prima sentiamo loro. Qualcuno deve averlo visto per forza.

    Giunti al primo pianerottolo, Brianna notò il quadro lì presente e trattenne a stento una smorfia.
    Chiunque all'interno di Amestris conosceva Vincent Le Michel, un ometto che a Brianna non era mai piaciuto, ma che a onor del vero pareva avere un ottimo gusto in fatto di moda. Lei, che doveva ringraziare Merlino o chi di dovere per saper abbinare almeno qualche colore, si era dovuta sorbire di tutto da parte di quel viscido essere negli ultimi anni, tuttavia in quell'occasione era essenziale riuscire a prenderlo con le buone e farsi aiutare.
    Schiarendosi la voce, la rossa lanciò uno sguardo allarmato ai compagni e, schiena dritta e naso all'insù, si avvicinò sentendosi alla stregua di Andrea Sachs in presenza di Miranda Priestley.
    Dov'erano Manon e il suo maledetto accento francese quando le servivano?

    Monsieur Le Michel...

    Azzardò provando a imitare la compagna di stanza, in fondo l'aveva sentita parlare molte volte.

    Mi perdoni se la disturbo, ma... ecco, ha per caso visto un ragazzino biondo e dagli occhi azzurri -alto più o meno così- correre da qualche parte del castello?

    Si portò la mano all'altezza della spalla e gesticolò, prima di giungere al punto che più temeva.

    Quel ragazzo ha con sé la chiave della mia stanza e senza quella, ahimé, non posso indossare indumenti consoni. Guardi! Vede con cosa ho dovuto arrangiarmi?

    Tentò di assumere un'espressione a dir poco disgustata, mentre si lasciava scivolare la mano lungo il proprio corpo e indicava la semplice maglietta con lo stemma dell'Hard Rock Cafe e i jeans sdruciti sulle ginocchia, per non parlare delle scarpe usurate dal tempo. Doveva convincersi ad essere convincente, perché a lei quello stile non dispiaceva affatto.
    Continuava a ripetersi dentro di sé di pensare di dover ottenere l'approvazione di Miranda.

    La prego, mi aiuti!

    Con espressione indecifrabile, la ragazza unì le mani in un accenno di preghiera, mentre con occhi supplicanti si rivolgeva all'abitante del quadro.
     
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64 replies since 21/3/2020, 13:00   4012 views
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